Recensioni per
La giungla dentro
di Old Fashioned

Questa storia ha ottenuto 50 recensioni.
Positive : 50
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
16/08/21, ore 10:57
Cap. 3:

Ciao Old Fashioned,
molto bella la terza parte di questo racconto: il duello con i due esperti vietcong, il primo ferimento, poi il bel tempio abbandonato che gli ha offerto riparo per la notte.
L'allucinazione, o l'incontro onirico con i fantasmi dei suoi commilitoni, è il punto più alto di tutto il racconto, dove dentro il nostro soldato si combattono l'affetto per i vecchi amici, l'orrore per la visione degli spettri e la gratitudine per l'utilissimo ammonimento.
L'incontro con la sprovveduta squadra in esplorazione ha deciso il destino del soldato, ormai a suo agio solo nel combattimento. Le schegge di granata sono riuscite dove i coltelli avevano fallito, e il nostro è morto da eroe salvando la vita di altri e facendo giungere ai comandi le preziose mappe, destino probabilmente migliore di quello che la sopravvivenza e il ritorno alla vita civile gli avrebbero consentito, con la mente ormai compromessa.
Complimenti per l'ottima conclusione di un'ottima storia.
MaxT :)

Recensore Master
16/07/20, ore 13:50
Cap. 3:

Ciao, carissimo.

Ehi ma questo capitolo è più breve. Che peccato, speravo di leggere di più. Non ho ancora iniziato, ho solo scorso la pagina rapidamente per essere sicura che posso leggerlo tutto d'un fiato, non come i giorni scorsi. Oggi sto di chiacchiera, inizio col dire che mentre finivo di leggere l'altro capitolo mia madre mi raccontava del temporale fortissimo seguito da una tromba d'aria di stanotte. Ora mi sento più in tema. 

Ma quindi se finisce tra poco devo aspettarmi che muoia eroicamente per portare alla base quelle preziosissime mappe? O che ci riuscirà alla grande, e ciò permetterà di fare fuori tutta la "città" di Charlie. Sai che figata se grazie a quella mappa facessero saltare l'intera rete di corridoi sotterranei? TAnti ordigni per una bella reazione a catena, non sarebbe male. Sugerisco anche il nome "Operazione Domino". ^_^
Logicamente lo so, non ci sono i buoni e i cattivi, siccome leggiamo dal punto di vista di un americano siamo portati a tifare per lui, se avessi scritto il punto di vista di un vietcong avremmo tifato per il Charlie.
Quel libro sul Vietnam che cercavo di leggere l'anno scorso non l'ho ancora letto. Hanno il brutto vizio di stampare in formato tascabile libri di settecento pagine, con una scrittura da far accecare chiunque, quando bisognerebbe accecarsi con altri piaceri della vita, non con la lettura.
Torno seria e ti lascio un commento costruttivo, te lo meriti tutto perché sei sempre bravissimo. Oltre a scrivere davvero bene inserisci sempre tanti dettagli per cui sembri aver vissuto in prima persona ciò che ci narri e ci insegni sempre tanto.

Ed ecco tornare le visioni raccapriccianti, giusto all'interno dell'unico luogo di pace che poteva trovare. Sono stupendi quei luoghi nella giungla però non riuscirò mai a capire se ad incantarmi sono quei palazzi incredibili o quei ficus strangolatori enormi. Sai che mi piacciono i grandi alberi. E a proposito di alberi tropicali, ho i semi di musa velutina, che produce banane rosa fighissime e commestibili e le cui piante, alte al massimo quanto una persona, si possono tenere in vaso in appartamento.
I suoi compagni morti l'hanno terrorizzato ma gli hanno dato un ottimo consiglio: occhio ad addormentarsi profondamente. Lui lo sa già ma il suo subconscio aveva bisogno di ricordarglielo. 
Cavoli però quanto vorrei entrare in un tempio come quello! Fa niente se non ci sono le trappole mortali dei film.

Missioni SAD, cioè quelle da campo di sopravvivenza etc., non mi sovviene il nome, tipo quello di Stein?
Quando arriva nel villaggio e capisco che ci sono altri americani ho pensato che forse l'avevano visto e cercavano di salvarlo, invece dalla padella alla brace, si ritrova i novellini inesperti per i quali crepare. Santi numi! Anche quando gli va bene, ha più sfortuna che altro. E lui che ha buon cuore si prende la responsabilità di fare il possibile per salvare quei novellini. 

***Una mano tremante gli infilò una sigaretta accesa fra le labbra.*** Scena che ricorda quella commoventissima de Il buono, il brutto e il cattivo, quando il Buono trova quel giovane soldato in fin di vita e l'unico atto pietoso che può fare per lui è di fargli fare un ultimo tiro di sigaretta.

Attento, carissimo, hai scritto "Cerò di concentrarsi" all'inizio del pezzo sul funerale di MacFarland. E' un peccato che non ne sia uscito vivo ma, come detto da lui stesso, dalla giungla non se n'esce più. Era impossibile che tornasse a casa vivo e tutti felici e contenti. Poteva andargli bene altre volte ma a partire dalla psiche era spacciato. Uno come lui anche se fosse tornato negli Stati Uniti non sarebbe più stato capace di gioire della vita, gli era rimasta dentro la giungla assieme a tanti spettri orrorifici che non gli avrebbero mai dato pace. La fine che ha avuto è stata la migliore per lui, diciamo che trovare quei ragazzi è stata l'opportunità di recuperare un po' di pace interiore perché non è semplicemente morto da soldato, lui è morto da eroe per le giovani vite che ha salvato nel suo ultimo tratto di strada. A lui era rimasta dentro la giungla; a quei ragazzi, in particolar modo ad Hatfield, resterà impresso lui con il suo eroismo. Simili gesti ne salvano di vite! Ne educano di giovani! Davvero non capisco tutta la predilezione della massa per l'antioeroe mentre il mondo sarebbe sul serio un posto migliore solo se abitato da più persone eroiche come Jace MacFarland.

Alla prossima! Per oggi non leggo altro per non guastarmi le emozioni di questa bella lettura. Ho capito perché all'epoca non  te l'avevo commentato, lo stavo leggendo da cellulare e da cell non è cosa. 

Recensore Master
12/07/20, ore 00:05
Cap. 3:

Non ho resistito e ho letto questo racconto tutto d'un fiato^^
Non poteva esserci un finale più adatto per il soldato MacFarland, in fondo, morto in quella giungla, lo era ormai da tempo.
MacFarland è morto da eroe, ma il suo gesto è stato tanto umano quanto disperato.
Almeno il nostro protagonista ha trovato la pace che non avrebbe mai potuto ottenere in vita.
Ho apprezzato molto il suo incontro con il biondino, il novellino non conosce ancora la guerra, e MacFarland si preoccupa di metterlo al corrente di ciò che troverà. Niente illusioni, niente vane speranze, solo la triste crudeltà della guerra che divora le esistenze, lasciando nient'altro che vuoto e dolore.
Io voglio credere che il sacrificio di MacFarland sarà d'esempio per soldato Hatfield e che lo potrà aiutare ad affrontare la guerra con maggior consapevolezza.
Sono davvero commossa, complimenti anche per questo splendido racconto.
E' sempre un piacere passare dalle tue parti.
Alla prossima! :)

Recensore Master
12/09/19, ore 20:24
Cap. 3:

Recensione premio del contest "Villains against Heroes - II edizione" indetto da missredlights sul forum di EFP.
Mi hai spiazzata. Non pensavo che alla fine lo facessi morire e devo dire pure che mi è dispiaciuto. Capisco che era diventato una specie di kamikaze pronto a tutto, ma mi ci ero affezionata. L'unica cosa positiva è che gli è stato riconosciuto il valore e il coraggio. Chissà se alla fine gli ha dato quelle famose mappe.
Grazie davvero per la splendida storia che hai scritto. È sempre un piacere leggerti, specie le storiche che scrivi.
A presto
Missredlights

Recensore Veterano
21/08/19, ore 23:31
Cap. 3:

E invece no!

E invece no, mi hai sorpresa di nuovo, carissimo.
Era tutto vero, ció che vedeva.
I Vietcong c'erano veramente, erano pronti a fotterli, e il nostro eroe, che credo sia più un antieroe, è riuscito a consegnare i piani del nemico, anche se è morto nel tentativo.

Ero sicura che fosse tutta un'allucinazione, un incubo, e credevo pure che l'avrebbero fatto secco proprio gli altri americani. Invece aveva ragione, questa dannatissima macchina da guerra.

Devo ammettere che è stato un colpo di genio quello di mettere, durante tutta la narrazione, gli spiriti dei compagni morti. Alla fine si è ricongiunto con loro, e la giungla l'ha abbandonato, ma è pronta a fare suo qualcun altro. Io punto sul biondino.

Al di là di ciò che penso sulla guerra del Vietnam e sugli americani stereotipati, che anche loro in quanto a propaganda mica scherzavano, il racconto mi è piaciuto moltissimo, come ho già detto innumerevoli volte. Riesci sempre ad essere originale (non come me quando scrivo recensioni, che sembrano tutte uguali e non riescono a rendere neanche un po' di giustizia a storie bellissime) e, last but not least, scrivi benissimo, e scene d'azione che reputo solitamente pesanti, scritte da te si fanno leggere molto volentieri (ad esempio il capitolo precedente, che era pura azione ed era perfetto. Troppo, e sarebbe stato eccessivo. Troppo poco e sarebbe risultato noioso. Per cui ti faccio altri complimenti :D).

Alla prossima! ^^

(Ho una domanda: ma i Vietcong venivano chiamati Charlie o commie? O commie era solo riferito ai sovietici? Era un soprannome affibbiato ai comunisti in generale, giusto?)

Recensore Master
28/05/19, ore 14:53
Cap. 3:

Recensione premio per il Contest “Patti oscuri, alleanze di ferro e promesse vincolanti” indetto sul forum di Efp – giudice Shilyss

Caro Oldfashioned,
e così era vero. Era tutto vero e MacFarland è riuscito a sopravvivere quanto bastava per salvare una squadra di soldati inesperti e consegnare la mappa. Era tutto vero, l’assalto e la fuga e l’attacco e la solitudine, ma era quasi come un incubo, asfissiante come la giungla da cui è impossibile uscire fuori una volta che questa ci ha intrappolati. Toccante e spaventosa l’immagine di Carver e degli altri venuti ad ammonire il commilitone sopravvissuto contro i Charlie, un popolo che vince grazie alla guerriglia, che ha dalla sua l’essere nato e cresciuto in un territorio ostile. Fantasmi impossibili da guardare che, però, ammoniscono il sopravvissuto circa la pericolosità dell’addormentarsi in territorio nemico.

MacFarland muore da eroe e gli tocca una bara vera e questo dettaglio sa di retorica e amarezza; mi fa pensare alla commiserazione e alla pietà con cui veniva giudicato nel primo capitolo, quand’era un pazzo e non il salvatore di una squadra. Non c’era un altro destino per lui e ho apprezzato la conclusione quasi atona e priva di cerimonie tue, di scrittore, sebbene in verità il soldato venga insignito della medaglia al valore del Congresso che, non vorrei sbagliarmi, ma è una delle più alte onorificenze statunitensi. La descrizione puntuale e perfetta della giungla e il momento di riposo notturno nella pagoda/tempio abbandonato avevano il sapore di Salgari, ma le ho apprezzate di più per la descrizione più breve e precisa. Stilisticamente il testo è come al solito assolutamente perfetto: vorrei dire ancora qualcosa su quanto MacFarland sia reso bene, su come i suoi pensieri siano lucidi e su quanto mi sia piaciuta la morte confusionaria. Esattamente come capita nella vita reale, MacFarland non riesce a rendersi nemmeno conto di quando viene ferito in maniera mortale. A raccogliere il testimone della sua impresa è il ragazzo biondo, spettatore delle sue esequie pompose, raccoglitore di quell’unica, ultima frase che fa anche da titolo alla storia – un espediente che amo anche io e che spesso uso, citare il titolo nelle storie. ^^

Sono sempre colpita dalla tua bravura e questo piccolo gioiello non fa eccezione. Sono felicissima di averla potuta leggere e grazie per averla scritta e condivisa! Un caro saluto e a presto,
Shilyss

Recensore Veterano
05/05/19, ore 00:07
Cap. 3:

Infine, MacFarland torna a casa da eroe. Un eroe morto, ma tanto non c'era nessuno ad attenderlo, in patria.
R.I.P. MacFarland. Hai avuto la sfortuna di essere stato partorito dalla mente di uno scrittore con il pallino di uccidere tutti i suoi protagonisti. :P
Scherzi a parte, trovo i finali delle tue storie sempre grandiosi, questo particolarmente. Sai che palle se il discorso sull'eroismo di MacFarland fosse stato fatto in presenza di un MacFarland vivo? In quel caso, sarebbe stata la solita pappa. Invece, hai saputo dare un tocco di originalità ad un finale altrimenti abusato.
A parte quelli sui combattimenti, sempre molto realistici, trovo che i dettagli sulle descrizioni dei paesaggi, in questo caso della giungla, siano impressionanti. Si vede che viaggi molto, non credo che si possa inventare di sana pianta una giungla così ben descritta, ricca di particolari minuziosi che la rendono quasi viva e palpitante. In ogni modo, che tu abbia avuto modo di vedere personalmente i luoghi di cui parli, o che tu li abbia visti in qualche film o in qualche documentario, una cosa è sicura: hai uno spirito di osservazione davvero notevole. Il che, per uno scrittore, è di fondamentale importanza.
Complimenti, come al solito.
Verrò presto a cercarmi qualche altro tuo racconto da leggere. E' una fortuna per me che tu ne abbia scritti molti. Comincio a pensare di essere diventata Old-dipendente...
A presto, Vecchio mio!

Recensore Master
14/04/19, ore 15:45
Cap. 3:

Carissimo,
mi chiedo perché insisti a definire mappazzoni le tue storie, che in realtà sono dei piccoli (quando brevi) o grandi (quando sono mappazze, he he) capolavori. Ho ammirato in quest’ultimo capitolo il modo in cui Mc Farland alterna i suoi movimenti di lucidità e azione a quelli in cui torna a subire l’effetto dei propri incubi, di nuovo tornando nell’universo onirico, surreale e terrorizzante del dialogo con i commilitoni morti. Da manuale la descrizione, profondamente suggestiva, del tempio e del panorama delle risaie: pare davvero di essere lì e di assistere a un film incalzante e coinvolgente. La fine di Mc Farland lascia un profondo senso di amarezza: sicuramente era sua intenzione salvare quei ragazzi giovani e inesperti, sicuramente ha di nuovo agito d’istinto, ma altrettanto sicuramente non intendeva fare l’eroe. Il suo gesto viene canonizzato dalle stesse autorità che, in fondo, hanno fatto sì che quella giungla insidiosa e incombente gli entrasse dentro fino alle estreme conseguenze. E alla fine di tutto, mentre l’elicottero si alza in volo portando via un’autentica bara in legno procurata appositamente, mica un semplice sacco (e chissà quanto il buon McFarland sghignazzerà soddisfatto), i fogli degli inutili discorsi volano nel vento, parole vuote, mentre la giungla è di nuovo lì, acquattata in attesa. Sembra di sentir ghignare pure lei, in attesa di instillare e giostrare i prossimi incubi....
Un racconto fantastico, scritto come al solito con la penna di un maestro. “I nemici degli Stati Uniti”… chissà quante volte McFarland si sarà rivoltato dentro alla sua bara di legno buono! E intanto la giungla lì a sghignazzare…  vera protagonista con la sua natura esuberante, avvolgente, pericolosa.

Recensore Master
13/04/19, ore 21:38
Cap. 3:

Ave, OF, ormai come da semi nuova prassi, leggendo le tue storie ci immergiamo nel mondo dei drink, in tuo onore e salute.
Tant pis, ora passiamo alle cose serie.
“Una volta che ci sei entrato, dalla giungla non esci più. Ti rimane dentro.” , ti quoto e sottoscrivo, il nostro MC mi ricorda “Cuore di tenebra” del divino Conrad, che ho letto con piacere al pari di questa tua ultima storia.
MF compie il suo personale periplo alla ricerca di sé, tra i vivi e i fantasmi, non distingue la realtà dai deliri e si immola per non soccombere, tragico come un omerico eroe, permettimi il paragone, ma tanto il sostrato delle tue storie (E mi complimento), è quello, almeno per me.
Le battaglie e la pausa, ovvero MF nel tempio buddista sbudellato, sventrato, epigono di pietra e licheni della guerra.

Un incubo? Una visione? Una premonizione? Un'allucinazione dovuta al suo disturbo da stress?
Ripeto, noi non lo sappiamo e il soldato ormai non lo chiede più, nemmeno a se stesso.
Si consegnano le mappe, si salva una squadra di reclute, si muore con onore, vedi la medaglia..


La scena si chiude con l'elicottero che si alza per riportare la bara in patria dalla sua famiglia, ma sono convinta che se MC Farland avesse potuto scegliere, avrebbe optato per una sepoltura in Vietnam.
L'unico posto in cui riusciva a sentirsi a casa ormai era il campo di battaglia.
“Una volta che ci sei entrato, dalla giungla non esci più. Ti rimane dentro.”
Come sempre, un epico capolavoro ben fatto
A la prochaine
JQ

Recensore Master
10/04/19, ore 15:00
Cap. 3:

Ciao carissimo^^
Eccoci a tirare le fila anche di quest'altra bellissima storia.
Come sempre ho apprezzato la resa dell'ambientazione: sono davvero suggestive le descrizioni che fai della giungla, del tempio e del villaggio vietnamita. Una delle cose che ti riescono meglio, secondo me, è proprio creare immagini nitide attraverso la scrittura, lasciando al lettore l'impressione di vedere lo scenario con gli occhi dei personaggi.
Ancora una volta il clima si fa allucinato, i fantasmi del passato tornano a far visita a MacFarland, ma lui, da guerriero massiccio e adamantino, non si tira indietro: è ormai diventato un tutt'uno con la giungla e coi campi di battaglia che lo hanno cambiato per sempre, e forse, per lui non avrebbe potuto esserci una conclusione diversa da questa. Così decide di tentare il tutto per tutto per salvare i documenti e le vite dei commilitoni, in totale sprezzo del pericolo. Non vi è rassegnazione, ma solo volontà di lottare fino all'ultimo.
Per come la vedo io, questa è una fine dignitosa, eroica, che rende perfettamente onore al suo personaggio. Seppur prostrato dal suo disturbo, non si è lasciato sconfiggere da esso, nemmeno al momento dell'estremo sacrificio.
La scena finale, dalla solennità del funerale a quando l'elicottero prende il volo dopo l'estremo saluto, è davvero commovente.
Ancora complimenti, una storia meravigliosa!^^

Recensore Master
10/04/19, ore 10:29
Cap. 3:

Lo so, confesso la mia colpa. Sono un'inguaribile ottimista, nonostante tutto, e speravo che Mac Farland potesse salvarsi.
Ma non potevi fare una scelta narrativa più che giusta, consegnando il veterano alla terra. Mac Farland si è trasformato in una macchina da guerra, ed ha raggiunto il culmine delle sue gesta salvando eroicamente le giovani reclute, che lo ricorderanno per sempre come colui che si è sacrificato per le loro vite.
Avrà mai ritrovato la pace? I fantasmi avranno smesso di perseguitarlo? O la verde giungla sarà riprodotta in una sorta di Paradiso?
Mi sono commossa nel leggere l'epilogo di questa drammatica, feroce ma bellissima storia di guerra.
Sai sempre come toccare le corde più segrete dei tuoi affezionati lettori.
Sempre più bravo.
Un abbraccio.
Lou
 

Recensore Master
09/04/19, ore 13:44
Cap. 3:

Carissimo eccoci giunti alla fine di questa storia di guerra, dal ritmo incalzante, a tratti frenetico, ma che ha trovato anche delle pause di riflessione, quasi di misticismo, come l'esperienza che McFarland vive tra le rovine del tempio buddista.
Un incubo? Una visione? Una premonizione? Un'allucinazione dovuta al suo disturbo da stress?
Non possiamo saperlo e forse a questo punto il soldato ha smesso di chiederselo, sembra quasi aver accettato il suo destino.
Lo tiene vivo solo la volontà di arrivare alla base e consegnare quelle mappe ai suoi superiori, anche se, all'uscita dalla jungla recupera la sua lucidità e si rivela fondamentale per mettere in salvo un gruppo di giovani reclute che gli frutteranno una medaglia postuma.
La scena si chiude con l'elicottero che si alza per riportare la bara in patria dalla sua famiglia, ma sono convinta che se MC Farland avesse potuto scegliere, avrebbe optato per una sepoltura in Vietnam.
L'unico posto in cui riusciva a sentirsi a casa ormai era il campo di battaglia.
 

Recensore Master
09/04/19, ore 02:07
Cap. 3:

E dunque, siamo finalmente giunti alla conclusione di questa altra mirabolante storia... ah... mai pensato di farti audiolibrare? Mi piacerebbe veramente tanto sentire le tue storie narrate da qualcuno. Se l'esperienza di lettura è così appagante, non oso immaginare quando quest'ultima viene raccontata quanto orgasmica potrebbe rivelarsi la situazione. Ma tralasciando queste oscenità, dedichiamoci piuttosto alla storia, valà.
Ehi, ho fatto la rima!
Comunque sia, le avventure di un MC Farland poverino continuano. Sto poveraccio è più sconquassato di una matita masticata durante un test d'esame, peccato che il suo corpo sia composto al 50 per cento di sangue e l'altro cinquanta di terminator, perciò continua imperterrito la sua avventura negli abissi più profondi e sconosciuti della giungla, affettando già che c'era due Viet che gli stavano antipatici. Questo finché non arriva - scena più bella di tutta la storia, tipico, dato che adoro le rovine - ad uno spettacolare tempio avvolto dalla vegetazione, che vorrei che anche nelle boscaglie vicino a casa mia ci sia una roba simile nascosta al suo interno. Peccato che la sua bellezza sia... umu... un attimino urtata dal fatto che all'interno delle sue stanze il protagonista, in piena notte - se non lo ammazzavano le ferite dopo riportate lo faceva un infarto in quel preciso momento - rivede i suoi commilitoni, che come un'armata di morti viventi che John Romero può anche levarsi dai coglioni - pace all'anima sua... - farebbero venire gli incubi persino ad un santo.
Per quanto un santo abbia gli incubi, come disse una certa persona...
Comunque, al risveglio, il nostro ormai grandiosissimo eroe Rambo di fiducia continua e giunge ad un villaggio nella quale, come possiamo vedere, si consuma un attacco. E allora lui, in un impeto di eroismo che manco lui sapeva da dove è venuto fuori, spunta fuori e salva dei giovanotti, rimanendo purtroppo irrimediabilmente ferito dall'esplosione di un ordigno.
E così, si conclude la storia di questo tragico eroe. Che, sinceramente, non poteva che finire in un modo simile, con un sacrificio degno di nota e tutti gli onori dovuti che decisamente portano ad una scena commovente. Devo dire però che il finale, quello vero è proprio, è stato molto inquietante, e quindi bellissimo: quel 'La giungla attende' mi ha fatto figurare questa come una qualche specie di mostro di Lovercraftiana memoria. Quindi, porca miseria, tanto di cappello!
Non vedo l'ora di leggere qualcos'altro di tuo - qualcosa di horror bello pesante, che ormai sai che amo a morte i tuoi racconti dell'horrore o del sovrannaturale - e di rimanere incollato allo schermo per altri mille anni XD
Detto ciò, ti auguro ogni bene e tanta ispirazione!

P.S. faccio anche un po' di pubblicità, che tanto: se ti và poi passa anche per la storia nuova che ho scritto. Quando hai tempo eh. Che tanto sì, è una FF, ma non c'è bisogno di conoscere l'opera originale per leggerla. E' una rivisitazione completamente dal punto di vista di un amante dell'horror e di Dark Souls, quindi...
Detto ciò - sperando di non aver rotto troppo i coglio - a presto!

- TONIGHT, WE REWIEW! -

Recensore Veterano
08/04/19, ore 20:16
Cap. 3:

Carissimo, grazie - ma grazie davvero con tutto il cuore - lo voglio dire a te per aver deciso di scrivere e pubblicare una storia così.
L' ambientazione storico militare è impeccabile, così come la descrizione dei luoghi che ora mi sembra quasi di aver visitato, ma soprattutto voglio complimentarmi con te per la resa psicologica del protagonista. 
E' stato un piacere leggerne ogni parola: un racconto intenso e dinamico, che ti tiene sulle spine fino all'ultimo. 

Sul PTSD si sono scritti fiumi di parole, spesso dando vita a vere e proprie vaccate, per cui ti fa davvero onore - come autore - pur per un lavoro di lunghezza relativamente modesta aver fatto lo sforzo di ricercare cosa volesse dire viverci sul serio e, a maggior ragione, di ricrearlo in modo verosimile.
Mi ha fatto quasi tenerezza Mac che si rannicchia nel tempio, unica reliquia di umanità nella giungla imperante, come a cercare riparo dallla stessa. Ma come giustamente dice morendo: “Una volta che ci sei entrato, dalla giungla non esci più. Ti rimane dentro.” 
Ed è la sacrosanta verità: non si può prescindere dal trauma, non si può tornare indietro, neanche volendo.
Ho trovato bellissimo il fatto che il suo ultimo gesto fosse sacrificarsi per il biondino e gli altri militari: è molto significativo e dà la giusta conclusione ad un personaggio che, nonostante stesse affogando nella giungla, ha stretto i denti fino all'ultimo e non gliel' ha data vinta.

Mac per me ha il volto di Mel Gibson in "We were soldiers" perchè ha uno sguardo molto intenso e due occhi azzurrissimi, oltre ad essere cazzuto come il tuo protagonista.

Davvero sentiti complimenti, e - per quel poco che vale - un ancora più sentito ringraziamento.

Alla prossima! 

Recensore Master
08/04/19, ore 19:57
Cap. 3:

Alla fine MacFarland muore quando viene strappato dalla sua odiata jungla: forse gli era entrata troppo dentro e quindi era ormai impossibile separarli.
Se ne va con un atto eroico e almeno ottiene le lacrime di quelli che, invece, devono restare.
Abbandona lì, però, sebbene con una morte onorevol,e tutti gli amici, che ora sono spiriti impalpabili tra le liane e che nessuno andrà mai a cercare, che verranno pianti in contumacia e che saranno cibo per quella jungla dai mille occhi.
E' proprio il sogno/apparizione dei fantasmi il pezzo che mi è piaciuto di più in questo capitolo: spezza la solitudine del protagonista, ma allo stesso tempo la accentua e spiega molte cose della personalità travagliata del protagonista.
Mi toccherà fare una doccia, leggendo la tua descrizione così accurata, sono anch'io con i vestiti appiccicati dal caldo umido! :D
Complimenti e alla prossima! ^^

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