Ciao, una bella e inaspettata sorpresa questa one shot.
L’ho trovato un racconto estremamente interessante e mi ha subito conquistata la sua ambientazione. I primi anni del Novecento, una grande casa signorile, una ragazza estremamente giovane giacché non ancora maritata e quindi pura. Ma i suoi sogni sono turbati, profondamente scossi da una presenza, che ben presto chiarisce i suoi scopi e mostra le sue trame molto più chiaramente della norma.
Ma lasciamo un momento Loki in secondo piano, anche se non gli si addice.
La tua scelta storica e il riferimento alla psicoanalisi non potevano che essere più significativi. Sigmund Freud seppe schematizzare e semplificare, rendendo fruibile per la prima volta a un pubblico non di specialisti, un volume rivoluzionario, che strappava definitivamente a dei e spiriti il loro ultimo rifugio. Poteva la scienza avanzare spiegando la natura e le sue leggi, ma finché vi era l’universo onirico, vi era ancora un luogo sconosciuto di dominio arcaico.
La pubblicazione dell’”interpretazione dei sogni” ne decretò l'inarrestabile decadenza. Ed è in questo particolare momento che Loki manifesta la sua presenza.
Sophie, non a caso la “sapienza”, viene sera dopo sera a cedere al peccato di gola, giacchè in ogni racconto vi è una vita diversa, un universo che la porta lontana da quel mondo di convenzioni, restrizioni e chiare premesse ben stabilite, che la tenta a lasciarsi avvolgere.
Morbido e suadente, Loki anima le sue aspettative e le offre, bugiardo, la verità di un passato inimmaginabile per un essere umano.
L’avarizia di Loki, che sembra offrirsi inaspettatamente generosa con questa fanciulla mortale, rivela ben presto il suo autentico fine.
Sigyn è dentro di lei, è solo un guscio umano con memoria confusa da un incanto di Odino, la volontà delle Norme, il peso dell’ennesimo Ragnarok ...oppure Sigyn comincia ad esistere in Sophie solo quando lei esprime la richiesta di udirne la storia, rendendola viva e reale, dandole il sangue e la carne. Rendendola viva.
Lo spieghi più che chiaramente, ma nell’ultima scena, davanti a quella trasfigurazione di abbandono, a quelle labbra macchiate di vino e miele( sapevano di vino le sue labbra?), io ho ritrovato così chiaramente l'immagine di un bell’altare pagano. Su di esso l’ultima delle vittime immolata al dio Loki delle storie, in cambio del ritorno della sua amata, complice Sigyn, in queste vesti così divina e altera (mi sono bastate poche righe per apprezzarla subito!) e la compostezza che entrambi gli dei mostrano dinanzi a quel corpo mortale vuoto, mi ha lasciato la dolce sensazione di un rispetto per Sophie, per la sua scelta: suicidarsi piuttosto che terminare la sua vita rinchiusa in qualche clinica per isteria...
Lo ho fatto di nuovo…ho letto il finale in chiave diversa e non certo perché tu avessi lasciato possibili dubbi. Per una volta che scrivi uno splendido lieto fine, io ci vedo una parziale tragedia... ma credo dipenda anche dalla bella caratterizzazione di Sophie, che mi è entrata subito nel cuore.
Bhe, non aggiungo altro, oltre al completo apprezzamento per il racconto… veramente una bellissima storia: ho già detto che ho adorato l'atmosfera e il pathos crescente.
Grazie mille, alla prossima! |