Recensioni per
Il Paese dell'eterno inverno
di mystery_koopa

Questa storia ha ottenuto 14 recensioni.
Positive : 14
Neutre o critiche: 0


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Recensore Junior
31/03/21, ore 22:50

Buonasera, parto subito col dire che non mi aspettavo di trovare una os su Ivan VI, da grande appassionata di storia russa non potevo che leggerla e sono felicissima di averlo fatto! A parte ringraziarti per aver affrontato un personaggio che non si esplora spesso, un ragazzo sfortunatissimo, ti faccio i complimenti per aver saputo rendere la sensazione del freddo, della neve, del gelo, che trovo imprenscindibile in qualsiasi storia ambientata in Russia perché alla fine il freddo per questa terra terribile, bellissima e contraddittoria è una sorta di status mentis. E infatti non potevi finire la storia in modo migliore, con la neve di luglio che assiste alla morte.
Povero Ivan... non so se conosci la serie Ekaterina su Ekaterina II (produzione russa doc), in cui nella prima stagione si vede proprio il piccolo Ivan all'inizio della sua prigionia. In caso non la conoscessi te la consiglio: dà uno spaccato molto affascinante del regno di Elizaveta e poi di Ekaterina. Grandi sovrane ma come molti sovrani (russi soprattutto) anche capaci di crudeltà efferate. Dalla tua os traspare proprio come Ivan sia stato una vittima della storia, della ragion di stato, imprigionato per anni fino a spezzarlo e infine morto così, a un passo da un illusoria libertà. Che tristezza infinita e che bel componimento </3

Recensore Master
07/01/21, ore 20:15

Recensione premio per essersi classificato primo e aver vinto il premio speciale per la miglior storia in gara al contest "Hold my Angst - II edizione": 2/4

Prima cosa: ti faccio i complimenti per la faccia tosta con cui mi proponi questa storia - non so se lo sai, ma nella vita normale, io sono una settecentista e tra le altre cose mi occupo di rapporti anglo-russi. E niente, questa cosa mi ha fatta un sacco sorridere, insieme al fatto che continui a propormi storiche con palese disprezzo del pericolo, e volevo condividerlo con te, perché se non inizio in maniera sconclusionata non è recensione degna d'esserti inviata. Che rima terribile.
Il titolo mi è piaciuto molto, conoscendoti un minimo come autore ci ho visto immediatamente il rimando a GoT che hai poi confermato nelle note, e che ho apprezzato parecchio. Storia interessante, quella che scegli di narrare: trovo che le storie dei re bambini abbiano sempre una sorta di fascino nascosto, almeno per me, che mi spinge a voler sapere di più. Poi, se mi ci metti la Russia, che io amo-odio, mi fai così contenta da non saperlo esprimere a parole.
Tornando a noi: storia interessante, quella di Ivan VI, se vogliamo è proprio l'antitesi di quella che dovrebbe essere la storia di un sovrano degno di questo nome. Messo sul trono senza che potesse rendersene conto, deposto dopo a malapena un anno (spero sia un anno: dovrei ricontrollare, ma chi ha voglia?), cresciuto come un uccellino in cattività e per la clemenza degli altri sovrani, tra cui la stessa Elisabetta che l'aveva deposto. Non una bella vita, ecco.
Sei stato molto bravo a ricreare quell'atmosfera - da uccellino in gabbia - che ha caratterizzato la vita del fu zar: ho trovato molto credibile il suo straniamento dalla realtà circostante, particolare che forse è stato il mio preferito tra tutti i piccoli dettagli (come la lettura della Bibbia, che saprai bene essere qualcosa di estremamente verosimile) che hai inserito nella storia.
A tal proposito, parlando di cose che c'entrano poche, ti segnalo l'unica frase della storia che non mi è piaciuta e che ho trovato un po' "confusionaria" come impostazione. Forse andrebbe spezzata in due proposizioni distinte per rendere più scorrevole il testo, insomma, io la rimaneggerei un poco (scusa la pedanteria, ma vorrei fingere di essere seria almeno qui, dopo che dovrei vergognarmi per la prima recensione): «Tra loro il colonnello Berednikov, che da qualche tempo era giunto a Šlissel’burg per conto della nuova regnante di quelle terre, che i soldati chiamavano Caterina come la moglie del primo zar, era solamente l’ultimo.».
L'accavallamento dei due che, tornando a noi, è un po' cacofonico, a livello di sonorità mi convince meno delle altre frasi che hai scritto.
Comunque, se posso dire la mia e a quanto pare devo, questa storia è molto bella. Ha la sfortuna di venire prima di Mani e Mente, che ho letteralmente adorato, ma devo dire che si è difesa molto bene.
Io semplicemente adoro come scrivi, potresti propinarmi qualunque cosa: breve, lunga, esplicita, implicita. Adorerei tutto comunque. Per cui ti faccio i miei complimenti, penso mi potresti rivedere ancora in questa serata, ma non te lo garantisco.
Gaia

Recensore Master
26/06/20, ore 21:59

Ciao, purtroppo devo amettere di conoscere poco la cultura e la storia russa, ma già nella tua storia ci sono molti dei riferimenti per comprendere il contesto. Ivan è un re non re, un un eterno prigioniero senza colpa se non quello di essere un intralcio. Dalle sue parole comprendiamo il suo sfasamento temporale, non sa in che stagione sia, conosce solo il gelo. Ho trovato davvero triste la sua storia forse anche per quell'unico "amico" che, cercando di salvarlo, lo ha portato dritto alla morte.

Hai utilizzato molto bene i sinimoni per descrivere il freddo che c'è intorno, che annichlisci il corpo e lo spirito (alla fine il titolo è del tutto coerente e a meno Ivan non si fosse messo a urlare "L'inverno sta arrivando" la contaminazione neanche si percepisce!).
Una cosa che notato anche in questa storia e che mi fa apprezzare come scrittore è lo stile: sei sempre coerente, fluido, le tue storie si leggono molto volentieri; qui, per esempio, hai raccontato con poche righe una vita usando il lessico e le sue mille varianti. Davvero colpisce


Grazie per la bella lettura, apresto


milla4

Recensore Master
04/01/20, ore 19:05

Ciao caro^^
Credo che questo sia il tuo racconto più bello (tra ciò che ho letto finora), mi è piaciuto moltissimo.
Sei riuscito a narrare in modo magistrale la triste vicenda di Ivan, nelle tue parole si avverte un'intensa malinconia, la stessa nostalgia che lo zar deposto avverte per il proprio passato, che nemmeno ricorda, ma che nel profondo ancora gli appartiene.
Interessante anche la figura di Mirovič, l'unico alleato del nostro protagonista, disposto a tutto per liberarlo dalle catene di quella prigione.
Il finale è davvero commovente, un ultimo vero istante di libertà prima della fine.
Complimenti, è stato un piacere leggere questo splendido racconto.
Bravissimo!
Alla prossima! :)

Recensore Veterano
16/12/19, ore 22:03

Recensione 2/2 per il contest "Ave Atque Vale"

La storia degli Zar di Russia ho sempre saputo essere molto travagliata, ma tutti si sono concentrati su altri membri della famiglia imperiale: Anastasia, Rasputin e il suo tradimento, la strage degli inizi del Novecento... Il piccolo Ivan viene dimenticato, per lo più.
Almeno credo, non sono esattamente un'esperta della storia contemporanea, preferisco quella più antica.
Ammetto però ceh questa storia mi ha toccata molto nel profondo: la gelida solitudine di un bambino separato dalla famiglia e trattato come un prigioniero per anni e anni...  Insomma, mi sono abbastanza commossa, le storie di bambini affetti da solitudine sono sempre toccanti per il loro essere tanto terribili e laceranti.
Hai usato bene il rapporto tra la morte e la gelida terra di Russia, in un certo senso era un'immagine che anticipava ciò che sarebbe successo in seguito al tuo protagonista. Il freddo, la desolazione, persino la solitudine... sono applicabili sia alla morte che all'ambientazione, un lavoro di parallelismo davvero ottimo! Mi è piaciuto da morire il suo stile e ti ringrazio per questa storia stupenda. Grazie!
Flos ignis

Recensore Master
10/11/19, ore 18:58

Ciao Mystery! Eccomi per la prima recensione premio, per il contest 'elisir, pozioni e distillati'. Sono davvero felicissima che tu mi abbia consigliato questa one shot. Metto subito le mani avanti dicendoti che, essendo straordinariamente ignorante in materia, non so chi siano i personaggi nominati. Davvero, mi dispiace moltissimo! Comunque, la storia di per sè l'ho adorata. Scritta benissimo, il tuo stile è affascinante e ti cattura, narri le vicende in maniera davvero chiara, fruibile e scorrevole, ma mai scontata o banale, anzi! Emerge davvero tanta sensibilità dai tuoi vocaboli, a tratti quasi poetici, e sei perfettamente in grado di bilanciare la raffinatezza all'immediatezza. Soltanto per questo, leggerti è sempre un piacere. Poi, dal punto di vista della trama non so quanto ci sia di vero e quanto ci sia di romanzato (anche se dalle tue note finali mi pare di aver capito che sia un episodio accaduto realmente dall'inizio alla fine), comunque mi hai emozionato. E mi hai fatto soffrire, ovviamente. La parte iniziale mi ha davvero addolorato, pensare che fatti così crudi siano accaduti realmente e si verifichino ancora nel mondo odierno mi fa sempre star molto male, la verità con la quale hai narrato la sofferenza fisica (e mentale) del protagonista è come un pugno nello stomaco. Il pezzo in cui tenta la fuga, poi, da cardiopalma, ho sperato davvero con tutto il cuore che ce la facessero entrambi, ma quei due proiettili sono stati fatali e mi hanno lasciato tanta amarezza e commozione, soprattutto con le ultime parole del sottotenente Mirovic. Il tutto, accompagnato dall'elemento delle stagioni che per me, se utilizzato in maniera intelligente, contribuisce ad aggiungere quella nota poetica e quasi tremula che mi ammalia davvero ogni volta. L'immagine in cui sente la voce dolce e protettiva della madre è stata davvero suggestiva, così come l'ultima frase che mi ha fatto venire i brividi, mi hai lasciato senza fiato! Mi stupisci sempre con le tue conclusioni così tragiche e così d'effetto, sono davvero meravigliose.
Insomma, una one-shot che ho apprezzato moltissimo, che mi ha fatto tremare il cuore e ricca di immagini dure, forti, emozionanti, commoventi e drammatiche, scritta nel migliore dei modi. Mi è piaciuta davvero moltissimo (quante volte l'avrò detto?), e, cosa per me importante, mi hai spinto anche a informarmi su questa parte di storia che non conosco, difatti andrò non appena terminerò questa recensione.
Ci sentiamo presto, grazie! ^^

Recensore Master
23/09/19, ore 11:48

Ehilà Koopa! Sono mesi che non "ci sentiamo" :) Come va? Vedo che nel frattempo hai scritto e pubblicato un bel po'... io solo un paio di storie, ma meglio di niente no?
E devo dire che sei anche migliorato tantissimo nella scrittura, soprattutto nella descrizione degli ambienti. Però non hai perso la tua dedizione ai racconti storici e scordati dai libri.
Questa storia di Ivan è molto triste. Dopo una vita di sacrifici e ingiustizie, arriva quella più grande: la morte. O forse no, forse la morte è stata la sua liberazione...
Complimenti, dico sul serio, questa storia è scritta benissimo e non scusarti per la lunghezza. Puoi scrivere quanto vuoi ;)
A presto,
Nina

Recensore Junior
01/09/19, ore 18:34

IV Classificata: 
Il Paese dell'eterno inverno di mystery_koopa 

Grammatica, stile e sintassi: 10/10 
Non ho riscontrato nessun errore, la grammatica è pulita e ideale per la storia che hai trattato, così come lo stile scorrevole e privo di strozzature. 
Bravissimo. 

Titolo: 4.5/5 

Il titolo mi è piaciuto molto, perché richiama benissimo il concetto che credo sia alla base della storia: un paese ricoperto di gelo non solo dal punto di vista meteorologico, ma soprattutto macchiato dalla neve sanguigna delle vicende di quel periodo, che sicuramente ben si rifanno alla storia da te descritta. Che dire, mi è piaciuto. 


Caratterizzazione dei personaggi: 8.5/10 
Mi è piaciuta molto questa tua descrizione di Ivan VI, anche perché non vi sono molte storie su di lui. Ci descrivi un personaggio che, a mio avviso, risulta essere parecchio originale: i tratti di Ivan VI non sono sicuramente gli stessi con cui si potrebbe etichettare la possanza di uno zar, al contrario: per gran parte della storia, il protagonista appare per lo più in balia degli eventi, quasi come fosse un alienato sociale ed incapace di percepire la realtà che gli ronza intorno. Ho trovato molto affascinante e ricca di significati la figura di zia Juliane, che sembra essere un’immagine opposta e speculare di ciò che prova il protagonista: all’eterno inverno che gira attorno al cuore del protagonista, si contrappone una figura positiva e solare, che è appunto quella della zia che, anche se non ha mai visto, risulta essere una persona molto importante per lui. 
Tutti gli altri personaggi che fanno da contorno in realtà prendono vita ed ognuno, anche grazie a poche e semplici righe, sembra sviluppare una propria dignità letteraria attraverso brevi ma efficaci descrizioni. 
Davvero molto bravo! 

Originalità: 8.5/10 
Il periodo zarista è sicuramente molto complicato da gestire, specie quando si parla di scriverci su una storia. Ho molto apprezzato questa one shot dai toni un po’ crudi, ma essenziali perché la stesura prendesse un certo spessore. Io l’ho trovata davvero molto originale, specie sul finale che ho trovato davvero molto d’effetto. Bravissimo! 

Utilizzo del pacchetto: 10/10 
L’utilizzo del pacchetto è pienamente rispettato, sia per quanto riguarda il periodo di riferimento che per quanto riguarda il prompt neve, che hai sfruttato davvero al meglio per raccontare una descrizione sicuramente molto certosina ed acuta, che regala al lettore proprio l’idea di freddo pungente violento. 


Gradimento personale: 4/5 
Davvero una gran bella storia, molta suggestiva e che permette al lettore d’immergersi completamente in un clima pesante e a tratti offuscato, ma decisamente fedele all’originale. Bravissimo! Una trovata davvero soddisfacente. 

45,5/50

Recensore Master
23/07/19, ore 20:07

Ma Mystery-kun! tu sei così dolce e io arrivo con ere gelogiche di ritardo... ma sai bene tutta la storia. E già la Storia! La tua amica numero uno! Ma a lezione dormivo? E dire che storia mi piaceva molto, ma non avevo mai sentito il racconto di questo "finto Zar". Visto che ho avuto l'onore di dare una sbirciatina, ti ribadisco che questa OS è il tuo capolavoro, per me. Niente, originali e storiche sono affar tuo, ma qui c'è qualcosa oltre la preparazione, la cura, lo stile sempre molto buono... c'è una partecipazione emotiva superiore, per me. Forse ti sei immedesimato nelle sofferenze di questo ragazzo (non so l'età, non l'ho pensato molto grande) o l'isipirazione ti ha colto in modo pazzesco. Ma la rappresentazione che resta assolutamente credibile e possibile di Ivan come di una persona che sente l'Inverno dentro è resa in modo estremamente poetico e delicato, insomma, non è possibile non partecipare alle sue speranze - pur così flebili - sogni d'estate e di salvezza. Ma non c'è niente da fare per lui; e se lo sentiva, poi dici che le previsioni...^^ Che sfortuna cadere stupidamente a un passo dalla fuga. Ma si sa che il destino è così, non guarda in faccia a titoli e diritti, ma ha un modo suo di decidere della vita degli esseri che popolano la terra. Le torture a cui è sottoposto forse non sono le più brutali, ma la loro reiterazione deve averlo fatto impazzire, o almeno alterare dalla realtà sentendo solo freddo, avendo bisogno di coprirsi. Ho pensato, anche se è molto dissociato (anzi del tutto) al bellissimo film "Spider" di David Cronenberg, dove di un uomo con problemi psichici che portava sempre due tre completi uno sull'altro dicevano: più vestiti ci sono, meno è l'uomo sotto di loro. Così, un collegamento dei miei criceti ormai allo spiedo :(
Noto anche con gioia che GOT ormai ti ha nelle sue spire, caro Mys!
grazie ancora di avermi dedicato questa storia così bella, vuol dire moltissimo per me
A dream of Spring,
Setsy
ps e ora vado di corsa a leggere la biografia di Ivan!!!

Recensore Master
17/07/19, ore 12:27

Ciao koopa (posso abbreviare il tuo nick così? ^^), passo per le letture del contest.
Sarà anche la shot più lunga che hai scritto, ma si legge presto e scorrevolmente.
La storia è ben triste: l'unico raggio di speranza nel testo è rappresentato dalla madre, nel ricordo o nella morte, perché tutti gli altri elementi che dovrebbero darne un po', nella sua vita, sono tutti ingannevoli; persino il sogno di Mirovič di restaurare il presunto regno di Ivan si mostra debole sin dall'inizio, vuoi per il piano della fuga che per il tempo trascorso da che il ragazzo è stato detronizzato.
L'unico elemento che mi è sembrato leggermente fuori posto è stato l'accanimento delle guardie, forse un po' troppo eccessivo, in questo punto: "I soldati inoltre, spronati da Chekin, continuavano a insultarlo per l’intera durata del giorno". Poi continui dicendo che questo atteggiamento aveva fine solo alla sera, all'ora della zuppa.
È risaputo che, nella storia, schiavi e prigionieri subivano angherie di ogni sorta dal potere 'costituito', quindi non è la violenza in sé a creare questa sensazione, quanto la prospettiva nell'insieme... cerco di spiegarmi meglio: Ivan è rinchiuso da anni e anni, in pratica da quando era piccolo; è rinchiuso da un tempo sufficiente a perché le guardie preposte alla sua sorveglienza si debbano essere stancate di prendersela con lui, specie se per la sola motivazione di essere il "falso zar".
Pur con un certo ricambio negli anni (sia di guardie che di luoghi di prigionia), penso sia più naturale che i sopprusi e le violenze si stabiliscano dopo un certo tempo, e mi viene più facile supporre che dopo un iniziale periodo di dura repressione e scherno, segua un altro dove gli aguzzini si abituino a trattarlo male ma né più né meno rispetto agli altri prigionieri.
Quindi mi è venuto naturale chiedermi perché un personaggio come Chekin — nuovo al suo compito, o almeno la persona più recente sotto la quale è stato posto Ivan — ce l'avesse tanto con il ragazzo... al punto da istigare appositamente le guardie contro di lui.
Questo rimane inspiegato nel testo e si può solo supporre la motivazione che ci sta dietro: è solo crudele? Si diverte nel creare tormento a Ivan? Ma in questo caso avrebbe dovuto ugualmente spronare i suoi sottoposti alla tortura indiscriminata. Ha un qualche recondito motivo di odio verso la sua famiglia? Oppure è stato pagato per quelle torture? Forse da un mandante nascosto del nuovo potere costituito che ha motivi di attrito coi regnanti deposti? ...non si sa.
Potrebbe non essere neppure importante stabilirlo, ma tutto il racconto è incentrato sulle sofferenza di questo povero innocente... tanto che viene naturale chiedersi: ma PERCHÉ?
Mi è piaciuta molto la caratterizzazione psicologica di Ivan, con la sua visione distorta e dell'ambiente (Estate/Inverno) e del freddo (che solo lui sente costantemente).
Alla fine credo che la morte sia stata un sollievo per molti motivi: sia perché si è ricongiunto ai suoi cari, mentre sopravvivendo, anche da persona libera, non avrebbe comunque avuto una vera famiglia (se non la lontana zia); ma anche perché, così distrutto psicologicamente, come avrebbe mai potuto vivere in un mondo 'reale'? Il freddo, come leggiamo, ormai era radicato dentro di lui... e solo il calore della morte ha potuto portargli conforto.

Dopo questo lungo mappazzone, complimenti! Scusami se mi sono dilungata così tanto!
A presto,
Ryo13 😁

Recensore Master
17/07/19, ore 08:04

Ciao carissimo,
eccomi qui a commentare questo tuo bellissimo racconto. Innanzitutto complimenti come sempre per le tue conoscenze di Storia: tu sai veramente scovare fatti sconosciuti ai più e raccontarli in modo così avvincente che leggendoti si dimentica tutto il resto.
Hai reso molto bene la figura del giovane "falso zar", che pian piano, dato il mondo di soprusi e privazioni in cui viene fatto vivere, si crea un suo proprio mondo, nel quale sempre più si ritira , fino a perdere in un certo senso il contatto con la realtà. Mi è piaciuto molto l'uso che hai fatto delle stagioni: l'inverno è tutto quello che vive lui, ovvero ghiacci, freddo e buio, mentre l'estate sono le lettere che gli arrivano dalla zia, oppure la zia stessa, e i luoghi lontani e bellissimi che lei descrive.
Hai saputo alternare molto bene l'introspezione e l'azione, la storia si svolge alternando le due cose e dando al lettore stesso l'impressione di straniamento e di spaesamento del giovane prigioniero.
Tantissimi complimenti e in bocca al lupo per il contest!^^

Recensore Master
16/07/19, ore 20:31

Caro Mystery! Perdonarti per aver scritto la one shot più lunga della tua vita? E allora io che ti appioppo sempre delle robe chilometriche, che dovrei dire? XD
Tra l’altro, direi proprio che con questa storia ti sei superato: stai facendo grandi progressi, complimenti. Non conoscevo la storia di Ivan VI (ovviamente, vista la mia ben nota asineria), ma dopo aver letto sono andato a recuperare qualche info e devo dire che si tratta di una storia agghiacciante. Ricorda, se non erro, quello che capitò a uno dei figli di Maria Antonietta, segregato fin da fanciullo e per tutto il resto della sua vita. Pietà zero, quando si tratta del potere. In questa storia il dato storico è ampiamente rispettato fin nel dettaglio (Ivan era tenuto all’oscuro di molte cose ma era in grado di scrivere e di leggere la Bibbia), così come la psicologia del personaggio, evidentemente alterata dal lungo isolamento al punto da perdere la cognizione del tempo e delle stagioni: sarà che in Russia deve fare un freddo cane sempre, con montagne di neve in inverno e le cosiddette estati fresche (leggi da battere i denti: io sono stato in Polonia a luglio e i denti li ho battuti eccome, era come essere a Bologna a novembre), sarà che le sue giornate sono sempre uguali e per di più poverissime di contatti umani…
L’impressione che ho avuto è che Ivan stesso si confonda e sfumi in questo paesaggio gelido e silente: il gelo lo domina, “Ivan sentiva solamente freddo, dentro e fuori, e solitudine”, e la natura che lo circonda incarna a perfezione il suo sentirsi privo di identità, deprivato di ogni forma di affetto e consolazione. È anche lui una distesa bianca, senza confini, che sfuma in un cielo altrettanto bianco, dello stesso colore della neve che alla fine lo avvolgerà una volta per tutte, nel momento della sua morte. Bellissimo l’espediente (se di espediente si tratta) di questa nevicata estemporanea e imprevista nel mese di luglio, che viene a cancellare le ultime tracce del suo passaggio terreno. Molto struggente il fatto che nei suoi ultimi istanti Ivan avverta la voce della madre, che egli è convinto sia sepolta sotto quella stessa coltre. Una storia veramente ben scritta, che rende ragione a un personaggio di cui forse nessuno sa, la cui vita è andata perduta, senza essere in realtà mai iniziata, in quel “paese dell’eterno inverno”.

Recensore Master
15/07/19, ore 14:16

Buon pomeriggio.
Una narrazione storica molto verosimile, una parentesi che non ho mai conosciuto.
Grazie quindi per avermi trasmesso e insegnato qualcosa anche questa volta ^^
Scrivi benissimo e migliori sempre di più; complimenti e continua così ^^
:)

Recensore Master
14/07/19, ore 22:48

Ave M_K, hai creato una leggenda, di un tempo che non vi è più, una avventura stupenda alla corte degli zar.. per casi miei, ho studiato la corte di CATERINA II, il 1700.. e tu ce lo presenti, con dolci e malinconiche note, ovvero il principio, la luce della luna.. e i confini della prigione. Neve e racconti, la perplessità di un personaggio che so ritrova al centro degli eventi dopo una vita in prigione.. Anni e Anni, decadi su decadi.
Nel paese dei ghiacci e delle nevi.. re di una noce, come Amleto, imperatore della solitudine, sognando poi la libertà. E i fiori.
E l’estate giunge, nel tempo, nelle lettere finanche in fuga e prigione.. Ivan, il falso zar, privato della vota e colpito in vita, fino a mare. E la neve cade, dispiegandosi sui vivi e i morti, innocente come le orme di una volpe, le tracce di un carcerato che ha scavato solchi nella nivea distesa..
Ottima la grammatica e la sintassi, meraviglioso lavoro in sintesi, in bocca al lupo per il contest
A la prochaine
JQ

PS per il Trono di Spade, Martin si è ispirato alla serie “I Re Maledetti “ di Druon, se ti capita leggili, meritano.