Recensioni per
Mio Fratello Non Mi Parla – Tema di Donquixiote Buffalo, Quattordici Anni
di Lady R Of Rage

Questa storia ha ottenuto 11 recensioni.
Positive : 11
Neutre o critiche: 0


Devi essere loggato per recensire.
Registrati o fai il login.

Eccomi anche di qua! Per la seconda volta, riesci a consigliarmi una storia davvero molto toccante. Non siamo più nella valle di angst de La Leva Cala (anche perchè avrei sentito il crepacuore imminente, not gonna lie), ma c'è invece una grandissima dolcezza, che non reputo meno potente, in termini di impatto. Condivido con te l'headcanon secondo cui Buffalo sia un *pochino* bimbonutella ma, mi permetto di aggiungere, "And that's why we love you": ci sta che un ragazzino si comporti come tale, anche in un contesto come il loro. Mi piace come hai interpretato il modo di parlare, trovo gli renda molta giustizia: è semplice e schietto, non si fa remore a dire quanto sia figo il suo fratellone nè, come molti bambini, quanto possa fare strano che i grandi facciano cose da grandi! Ha un modo di vedere la family tutto suo, come se ogni elemento del suo quotidiano fosse una favola a sè. La scena sulla spiaggia è stata lo sconvolgimento che serviva per dare alla storia una tinta un po' più scura, ma Pica sa bene come farsi perdonare e lo fa alla grande. Da qui mi è partita l'idea che potrebbe cominciare a farsi male a caso o a ingigantire danni minimi solo per scroccare tutte le coccole che è in grado di prendersi: sembra si sia davvero goduto la sua convalescenza! Assolutamente IC la descrizione sui gelati, se l'avesse detto per davvero non avrebbe reso così :') Tuttavia, non ho ancora letto le storie in cui parli dei guanti di Pica e ora sono davvero curiosa di sapere a cosa si riferisca il suo commento! Sono ancora sbalordita di come tu sia riuscita a passare da Dofli a Buffalo in maniera così netta: sembrano scritte da due persone diverse, ma si riconoscono il tuo occhio e il tuo modo di fare che le legarle a doppio filo. Complimenti ancora, alla prossima! ✨

Ciao!
Dunque, vorrei iniziare rispondendo alla specie di dubbio che esterni nelle note: ma certo che funziona.
Secondo me una storia non deve essere lunga per essere bella, infatti ci sono persone che in cento parole racchiudono il mondo, un autore bravo si percepisce anche in questo frangente, e la tua storia ha un non so ché di amaro, e anche tanto nostalgico, velato ugualmente di dolcezza.
Ti dico che se non avessi prestato attenzione all'età del personaggio gli avrei dato anche meno di quattordici anni, proprio per il modo in cui hai strutturato la sua ingenuità e la sua purezza, che mi ha colpita quando chiede a Pica la differenza tra una pietra, ad esempio un'ametista, e un ciottolo, invece che chiedergli da che cosa deriva tanta rabbia. E anche per il fatto che ha paura che lui fosse tornato a finire ciò che aveva iniziato, ed un attimo dopo è pronto ad abbracciarlo se potesse muovere gli arti.
Questo testo è a tratti struggente, anche perché ad un certo punto mi è venuta l'idea che stesse parlando un'anima dipartita, ma sai, mi rendo conto che è anche più straziante a suo modo, vedere che il piccolo si trova lì, a letto, fasciato da capo a piedi per aver porto un fiore ed essersi trovato pietre e bastoni, come si suol dire.
L'introspezione del ragazzino è magnifica, credo che tu sia riuscita a far trasparire tutto ciò che avevi in mente, perché ho letto la storia come se non avessi letto di altro personaggio in vita mia, la stesura è curata nei minimi dettagli, senza nemmeno un errore di distrazione.
Ancor più bella seppur rude ma senza sfociare nell'esagerato è il personaggio di Pica. Da quel che ho capito sono tutti parte di una famigliola acquisita di giovani aspiranti guerrieri o qualcosa del genere, ed è evidente che il piccolo consideri Pica una specie di guida della vita, qualcosa a cui aspirare per il futuro, da emulare, specie nelle frasi finali, e sta iniziando a prendere in considerazione il fatto che la violenza sia la strada che rende il maggiore se stesso, e fa male anche al lettore sapere che in fondo basterebbe un po' di amore e fiducia in più, per far si che la bomba non esploda, non tra loro almeno.
Avevo capito pur non conoscendo la storia a cui fai riferimento, che i guanti forse come l'elmo siano molto di più di quello che vogliono apparire, e infatti hai acceso la mia curiosità verso un personaggio che è reduce da evidenti sofferenze e problemi con la vita e con se stesso, che sa liberarsi del dolore solo mettendolo in atto, ma che alla fine, conserva sempre il bene e una coscienza per tornare sui suoi passi e cercare di sistemare quello che in qualche modo ha rotto, non solo materialmente come in questo caso, le ossa.
Nei suoi scatti d'ira ci leggo quel qualcosa che lo ha reso tanto irritabile, la paura di rincontrare un ostacolo che lo ha messo in difficoltà, il trovarsi di nuovo faccia a faccia con una debolezza forse non ancora superata del tutto.
E' un carattere sul quale si può lavorare molto e tu lo rendi perfettamente.
I miei complimenti.
A presto!

Ciao! Purtroppo non conosco i personaggi di cui parli, quindi sono a digiuno di tutto il background e dei nomi che citi.
La storia però mi piace, la visione che il piccolo ha del fratellone che appare sempre sofferente e non sa farsi scalfire dalle emozioni, anche se poi alla fine dimostra il contrario.
L'ammirazione che si può provare, il desiderio di emulazione e la frustrazione di non riuscire ad accedere al suo cuore sono descritte con parole semplici ma profonde e anche le espressioni figurative e le metafore sono molto efficaci.
In particolare mi sono piaciute:
"Non ha detto niente, ma mi bastava guardarlo per capire che era tanto arrabbiato. Bisogna guardargli la faccia, per capire cosa dice."
"E cerco di dormire, rigido come il sasso che gli volevo regalare."
"Mi scende una lacrima, e non la posso asciugare."
"Mio fratello Pica ha gli occhi gialli, e quando sono lucidi sembrano pezzetti di resina. C’è una pietra, che nasce dalla resina, ma non mi ricordo il nome. Se mio fratello non è arrabbiato, e vuole parlare, potrei chiedergli come si chiama."
Nonostante tutto, il protagonista non perde la speranza e si accontenta dei piccoli gesti che un animo sofferente riesce a concedergli.

Mi è piaciuta molto, il tuo modo di scrivere è fluido e scorrevole, davvero brava.
(Recensione modificata il 15/05/2020 - 11:50 pm)

RECENSIONE PREMIO 1/2 Contest 'Disney Song!' di Laila Dahl

Eccomi finalmente ^^ spero di non averti fatto aspettare troppo.
Duuunque... il modo che hai di raccontare la famiglia Donquijote è straordinario. Li rendi perfetti, i protagonisti di una storia che tu stessa hai inventato, ci si affeziona facilmente a ognuno di loro.
Prima Baby 5 e ora Buffalo.
Anzi, Buffalo e Pica! Hai descritto il loro rapporto in maniera egregia.
Sembra quasi un diario scritto da Buffalo in persona, da un quattordicenne che grande ammirazione per il 'fratello figo' e lo prende a esempio.
E in effetti Pica è grande, una bestia in termini di forza ma è anche molto irascibile quando c'è di mezzo la sua vocina. Devo ammettere che io stessa non riuscivo a credere alle mie orecchie quando lo sentii per la prima volta e sappiamo tutti che Rufy non è avvezzo al tatto e a volte sa essere davvero insensibile, per questo scoppia a ridere facendolo infuriare.
Qui Buffalo sa bene che è il tasto dolente del suo amato fratello e cerca di trattenersi, anzi, gli regala un sasso perché lo vede triste e in disparte. Peccato che lui è solo un ragazzetto di quattordici anni, è giovane e ingenuo, basta poco e si mette a ridere.
Pica non ci vede più dalla rabbia e quasi lo ammazza.
Eppure ho apprezzato moltissimo la scena finale. Prima c'è Buffalo che racconta di quanto sia bello, figo e forte suo fratello.
Poi c'è sempre Buffalo che però non ha cambiato idea su di lui nonostante lo abbia conciato per le feste.
La scena del gelato condiviso è stato un momento di dolcezza che ha reso ai miei occhi Pica e Buffalo (specialmente il primo) più umani, una cosa che mancava nell'opera originale - perché loro sono comunque i cattivi e per questo trattati come tali.
La storia è fantastica, brava davvero ^^
A presto con la seconda recensione premio.

rosy (Laila)

Ciao,
L'altra volta ho letto una tua child!fic su un fandom che non avevo mai sentito nominare e l'ho aggiunta alle mie liste, questa volta probabilmente farò lo stesso. Come ti ho detto, sono una fan scatenata di questo genere di storie, ne ho scritte io stessa alcune, ma non è facile, in età adulta, immedesimarsi e sapere descrive le emozioni semplici e complesse che caratterizzano i bambini. Non è facile per nulla, eppure hai saputo farlo con grande efficacia. Sarà pure un headcanon e purtroppo non abbiamo fandom in comune (beh, almeno non mi sembra) quindi non ti potrò dire nulla sull'IC, ma Buffalo è risultato molto ben caratterizzato: l'ho trovato tenerissimo nel suo cercare di avvicinarsi alla figura di Pica, in cui vede un fratello maggiore ideale, ma molto, molto sfuggente. Complimenti, per questo: rendere le BrOTP - che siano di sangue o meno - è un'altra cosa che trovo difficile, ma che hai saputo fare - almeno io ho amato. Mi sono sentita un po' triste per Buffalo, quando Pica lo respinge davvero, davvero malamente, ma il finale è molto tenero ed è chiaro che sia in fibrillazione per le attenzioni che Pica gli riserva, ancora prima che ammetta di essere dispiaciuto. C'è un buon bilanciamento nella storia: è dolce, ma complessa allo stesso tempo. La promessa con cui si conclude la scena del gelato fa andare il piccolo in estasi; è una cosa dolcissima.
Lo stile è adatto ad esprimere i pensieri di un bambino; non sono mai stata così coraggiosa da adottare questa scelta, quando scrivo child!fic, eppure hai saputo gestirne il peso.
Alla prossima,
Desy

Ciao cara!
Ne parlavamo ieri, così dopo cena sono passata a rileggere per bene questa tua storia, e ti lascio un commento a caldo**
...è adorabile! Mi è piaciuta un sacco, i tuoi headcanon sui Donquixote, e il modo in cui dipingi i legami tra i vari personaggi, è da 10+.
Mi è piaciuto un sacco il rapporto di Buffalo con Pica, e il suo considerarlo suo fratello maggiore, e il "più figo di tutti". Buffalo non è una cima, ma al tempo stesso in questa OS a suo modo è molto tenero, e Pica... beh, è evidente che alla fine si scioglie, altrimenti non gli avrebbe portato il megagelato. Non dev'essere affatto bello venire sfottuti da chiunque per la propria voce (non è qualcosa che può cambiare, ci è nato!) e anche Buffalo, che per l'appunto non è una cima, ci casca... ma poi si sistema tutto, nel migliore dei modi.
Ho apprezzato tutti i personaggi, compresi quelli che hanno fatto una breve comparsa, ma devo dire che amo il tuo Diamante e il modo in cui lo descrivi. Credo mi piaccia più di tutti gli altri per quel suo look, e modi, da rockstar... e a proposito, aspetto anche quella fanfiction! :D
Buffalo che, dall'alto dei suoi quattordici anni, può bere mezzo bicchiere di vino, mi ha fatto sorridere un sacco XD I Dressrosiani li vedo abbastanza liberali su queste cose... ovviamente senza esagerare, almeno fino ai sedici XD (E meno male che Baby 5 non la fanno bere anche da bambina, anche perché da adulta la vedo abbastanza da "sigaretta in bocca e bicchiere di vino di qualità in mano"... ma forse è perché ho questo headcanon che il vino ufficiale di Dressrosa sia tipo la sangria, o comunque un vino rosso che si può servire anche con la frutta, e ce la vedo benissimo a gustare i pezzi di frutta nel vino)
E, a proposito di "poca perspicacia" di Buffalo, mi ha fatta sorridere un sacco anche che lui chiami i minerali "pietre"... ci ho messo un po' a capire che non erano davvero pietre, nel senso letterale del termine XD

Grazie per la bella lettura!
A presto,
Valeria

....dimenticavo, dimmi che la maschera sulla faccia di Diamante era una normalissima maschera alle alghe, e non aveva niente a che fare con il frutto di Trebol, ti prego X°°D
(Recensione modificata il 02/01/2020 - 09:11 pm)

Ciao cara eccomi qui per lo scambio a catena. Questa shot mi è piaciuts tsnto perché hai messofatto in risalto il legame fraterno tra questi due personaggi. E come il fratello più piccolo ammiri quello più grande, considerandolo un modello da seguire. Purtroppo non conosco questi due persoanggi ma mi somo sembrati ben csratterizzati.
A presto

Cara Madre Degenere!

Mi sono un po’ commossa, sai? Una shot intima, sentita, piena zeppa di headcanon e di cose non dette, ma così evidenti! Pica è un personaggio di cui sai cogliere la tragicità. È un gigante dall’aspetto imponente con una vocettina inadatta alla sua forma fisica e questo è un suo nervo scoperto che fa particolarmente male. Buffalo col suo svolazzargli intorno in cerca di attenzioni lo provoca involontariamente, con quella bonarietà tipica di chi è molto giovane, non rendendosi conto che quello che ha trovato non è ciò che viene collezionato, ma soprattutto ridendo. Quando si scrive dei villain certi atti brutali come il torturare quasi a morte, come fa Pica con Buffalo, vanno interpretati e non giustificati. Apprezzo molto che tu pur trattando dei villain non giustifichi né ingentilisci. Ecco allora che lo stritolamento di Buffalo fa piangere Baby 5, costringe Diamante a dare delle giustificazioni e spinge, alla fine, lo stesso Pica a farsi perdonare.

Pica è osservato nella sua ieraticità e nel suo isolamento, descritto da un occhio esterno che nella sua ingenuità non coglie il segreto celato dai guanti, ma che noi sappiamo bene essere un elemento fondante della tua caratterizzazione volta a colmare i vuoti lasciati da un canone. Pur non giustificando Pica, enorme, infelice, irascibile, non possiamo non amarne l’umanità che lo spinge a reagire se ferito nel proprio punto debole, alla grandezza che lo muove quando, non visto, offre consolazione e chiede a suo modo perdono al fratello che ha ferito in un accesso d’ira che probabilmente replicherebbe, qualora qualcuno ridesse. La tragicità della figura di Pica si lega all’ammirazione smodata di Buffalo. Lo ama e lo comprende pur nella sua ingenuità, dando vita a righe fraterne e commoventi che mi sono piaciute davvero, davvero tanto. Una menzione va alla descrizione di Diamante qui shippato con Trebol. Compare sporadicamente nella shot, ma quando lo fa catalizza tutta la scena su di sé!
Bravissima, l’ho adorata <3
Shilyss

Carissima Madre Degenere,
No, in questa storia lo sei stata poco... cioè, poco per i tuoi standard ma, fattelo dire, sei un mostro (di bravura) a mettere su carta le emozioni, e questo è il tema di un ragazzino che cerca di descrivere un fratello un po' complicato, che però è fortissimo, che ama le pietre e non i sassi... che si sente perennemente attaccato e lo abbiamo compreso anche nell'altra storia, quanto sia difficile l'approccio col prossimo per Pica. Un personaggio che personalmente descrivi sempre in maniera profonda, che sotto a quella vocetta e quei muscoli nasconde molto altro; anche il saper amare, ma anche il sapersi pentire. Un personaggio che, visto dai tuoi occhi, lo sento più vicino di quanto tu possa credere. L'emarginato che si sente tale anche quando non lo è, che si sente incompreso persino da Buffalo, che agisce comunque sempre con una straordinaria dolcezza e quella ingenuità tipica della sua età, dove lo vede come un eroe, ma che è vittima della sua oscura parte umana, quella che è stata ferita più e più volte da risate di scherno e prese in giro.
La cosa bella di questa storia sta al fatto che tu sia riuscita a immedesimarti in un personaggio bambino, che sta crescendo, che vede le cose cambiare e che è volubile, che nella sua ingenuità ci mette poco a perdonare Pica, per quello che gli fa; gli basta un gelato, un sorriso, una mezza parola in più... e Pica torna ad essere il miglior fratello di sempre perché, dopotutto Buffalo dentro di sé lo sa e lo spera, che Pica brilli un pochino, nella sua anima. Forse perché lo vede brillare, anche se è cupo e oscuro, silenzioso, nascosto, diffidente e sofferente. A me questa spaccatura nell'anima che descrivi in Pica mi distrugge sempre; mi distrugge seriamente, perché è vera. Inutile stare a pensare che sono personaggi fittizi, l'umanità è caratteristica anche loro e se un autore riesce a descrivere bene le emozioni dei personaggi, ci si dimentica che si sta leggendo su qualcosa di fantastico, che non fa parte di questo mondo, e tu questo mi trasmetti... e ogni volta mi devasti. E io adoro quando accade.
La parte finale, poi, tra Pica che pentito va da Buffalo – immobile, tutto ingessato, non muta l'oscuro alone che circonda il più grande, ma lo rende meno drammatico. È pentito e vuole rimediare; lo farà finché Buffalo non guarirà... e questo, credimi, è lo sforzo umano più grande che si possa fare e lo trovo davvero intenso.
Hai descritto qualcosa di complesso come l'inadeguatezza, con gli occhi di un ragazzino come Buffalo, sotto forma di tema.
Non ho parole per descrivere quanto e cosa tu mi abbia lasciato dentro, ma leggerti è diventato un piacere immenso. Certe emozioni non sono tutti in grado di descriverle ♥
A presto, mia cara madre un po' meno degenere, qui.
Miry

Sono a pezzi ma francamente ero curiosa, e ho fatto bene!
Ciao! finalmente riesco a recensire qualcosa di tuo :D
Dunque, parto subito: complimenti per il personaggio.
Prima di tutto per la scelta, perché è vero che ognuno scrive quello che vuole, sacrosanto, però d'altro canto è bello vedere autrici coraggiose che pescano personaggi secondari e quasi dimenticati, e non si limitano a dar loro due battute, ma ci dedicano capitoli interi.
E, collegandomi alla prima cosa, non solo hai usato un personaggio che si vede poco, ma gli hai anche costruito una vita, dei legami, un carattere, cosa che Oda non ha approfondito più di tanto, e gli hai dato un modo di scrivere più esteso, mantenendo il suo IC per tutta la durata della storia. Infantile, dolce, ingenuo, ma anche osservatore della vita sua, e della sua grande famiglia allargata.
Famiglia che ha i suoi problemi, lo si capisce dai dettagli -le mani guantate, il "chissà dove va", Diamante che vomita ubriaco- però la voce è quella di un quattordicenne che tante cose non le capisce, le descrive con candore, con errori (che non sono tuoi, ma voluti, si sente, non ti preoccupare!) e con qualche inciampo.
È bello vedere questo ragazzino pieno di affetto e ammirazione per il fratello maggiore. Ammette la stranezza della voce, ma non gli importa: Pica è grande, è forte, è il suo eroe e questo traspare dalla prima all'ultima riga.
Tanto che ce lo immaginiamo anche noi Pica eroe, dalla corazza splendente e con la forza delle montagne, ma appena parla ci appaiono tutte le fragilità di questo ragazzone, la paura degli altri, la diffidenza. E la storia si trasforma in tragedia, prima ancora che me ne renda conto, Pica ha stritolato il povero Buffalo, reo soltanto di aver sorriso.
In infermeria c'è un corteo di persone che sfila davanti a noi: chi piange, chi imbocca, chi fa compagnia, e si sente proprio il calore, si sente che si vogliono bene, che si prendono cura di tutti. Qui Buffalo si ridimensiona. Il suo eroe in realtà proprio eroe non è, non lo giusifica: ha fatto qualcosa di molto sbagliato.
Forse non se lo aspetta, forse non ci pensava, e invece eccolo: è tornato. La scena è veramente delicata e toccante, e il fatto che Pica sussurri lo rende in qualche modo più piccolo, più a misura di Buffalo. I guanti lunghi fino al gomito sono una coltellata nel cuore del lettore: si intuisce cos'è successo, vorremmo abbracciare questo ragazzo. Quando dice "non copiare i miei guanti" in realtà si riferisce a "non fare come me"? una sorta di monito, una preghiera?
Mi è anche piaciuto il desiderio di crescere che ha Buffalo: posso assaggiare un po' di vino! sono in piedi fino all'una! Si intravede in tanti dettagli, ed è davvero molto tenero.

Cosa dire di più? complimenti ♥ mi è piaciuto molto leggerla, e non mi aspettavo di farmi coinvolgere così tanto! davvero complimenti, e poi la storia è scritta in maniera magistrale, è un piacere da leggere, si vede che è veramente curata e che ami i personaggi che usi!

È un periodo un po' nero ma spero di riuscire a leggere presto altro di tuo!
Un bacione,
Yellow Canadair

Funziona eccome, questa storia! Tra momenti di tensione, momenti di tenerezza, e uno di terrore puro (l'immagine di Trebol e Diamante che fanno le 'cosacce zozze' mi ha fatto gelare il sangue nelle vene), è venuto fuori un oneshot di tutto rispetto.

Buffalo e Pica insieme sono tenerissimi, nonostante le rispettiva peculiarità. Buffalo è arrivato da poco, e ancora non ha capito bemissimo come vanno le cose in questa famiglia di schizzati. Fa un regalo a Pica pensando di fargli cosa gradita, poi però gli scappa involontariamente una risata...e l'uomo pietra quasi lo ammazza! Minchia, pietruzza, ma datti una calmata! Per fortuna, il buon Buffalo si riprende, e Pica va a scusarsi offrendo un gelato come segno di pace. Ecco, questa qui è la parte che mi è piaciuta di più: due fratelli (anche se non di sangue) che condividono un momento piacevole e si riappacificano. Davvero bellissimo.

Alla prossima!