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di Miryel

Questa storia ha ottenuto 59 recensioni.
Positive : 59
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
13/04/20, ore 14:50

Questa storia mi ha incuriosita dopo aver visto, nella scena di Endgame, che al funerale di Stark c'era un ragazzo che non conoscevo. Sono venuta poi a sapere che il ragazzo in questione era Harley e che, in qualche modo, era diventato un allievo di Tony dopo averlo conosciuto in Iron Man 3, che io non ho mai visto. Non sapevo che Tony avesse avuto anche un altro allievo prima di Peter e non so perché nei film non si veda mai, comunque proprio questo fatto mi ha spinta a leggere questa storia, forse per conoscere meglio Harley e il suo legame con Tony Stark.
Nella storia, però, l'atmosfera è piena di dolore, vuoto e assenza per tutti, non solo per Harley e Peter ma anche per Pepper e Morgan. Si sente veramente, nella storia, questa sensazione di vuoto, questa assenza così forte, perché Tony era veramente una persona speciale e il fatto che non ci sia più non strazia solo le persone che gli erano più vicine, ma chiunque lo abbia conosciuto.
Harley si avvicina alla famiglia di Tony e a Peter, curioso di capire meglio il legame tra lui e Tony, e in effetti posso capire bene che Harley possa aver sofferto di questa cosa, in fondo era arrivato prima lui, in un certo senso, e perché mai Tony a un certo punto avrebbe dovuto "rimpiazzarlo" con un altro ragazzino? Eppure Harley sembra essere superiore a questi sentimenti di rivalità, che tra adolescenti dovrebbero essere normali, anzi lui vorrebbe conoscere meglio Peter, conoscere il ragazzo di cui Tony gli ha parlato così tanto nei cinque anni in cui è scomparso, ma che non riconosce nella persona chiusa nel suo dolore che si trova di fronte. Ripeto, non conosco Harley e non so perché Tony poi abbia smesso di occuparsi di lui e perché non sia venuto fuori anche lui come supereroe, però mi viene da ammirare questa sua natura aperta e generosa che lo porta a voler aiutare Peter, a volerlo tirare fuori dall'abisso di dolore in cui è caduto e dal quale rifiuta anche di provare a uscire. E' chiaro che il legame tra i due c'è e non si può negare, sono stati entrambi allievi di Tony, lo hanno conosciuto, ammirato, e adesso entrambi sentono la sua mancanza, si potrebbe pensare che l'amicizia tra loro dovrebbe nascere spontaneamente proprio perché hanno condiviso così tanto, pur senza saperlo. Però Harley, ancora una volta, coglie perfettamente il punto: "«Dico sul serio, Peter. Non posso sapere cosa stai passando. Per me non è lo stesso. E, se davvero avessi bisogno d'aiuto, di certo non lo vorresti da qualcuno che conosci a malapena. Sto peccando di arroganza, e non è quello che voglio, quindi scusami», dice."
Bellissime parole di questo ragazzo che, a quanto pare, è sempre stato una "seconda scelta" per Tony (non voglio dire castronerie, come ho già detto non conosco la sua storia, però non l'ho mai visto tra gli Avengers e quindi...), ma è in grado di superare quello che può aver provato, delusione, frustrazione, e ora vuole solo aiutare Peter che, per ovvi motivi, sta soffrendo molto più di lui. Perché il rapporto tra Peter e Tony era molto di più e Harley non può immaginare cosa significhi perdere la persona che ami, vederla morire davanti agli occhi. E non pretende di capirlo, né di essere la persona da cui Peter correrebbe se avesse bisogno di aiuto. Così fa un passo indietro, dice a Peter che lo lascerà in pace... a meno che non sia Peter a chiedergli aiuto. E, inaspettatamente, è Peter a richiamarlo, a prendere l'autobus con lui, anche se poi non gli parla. Ma è un primo passo.
Interessante la caratterizzazione di Harley, che è veramente un personaggio maturo, generoso e sensibile nonostante sembra essere solo un po' più grande di Peter. Mi ha fatto piacere conoscerlo. Ed è quasi naturale e forse "voluto" che i due allievi di Tony finiscano per fare amicizia (non è ancora successo, ma è inevitabile che accada), perché sono legati dall'affetto per una persona speciale che ha cambiato le loro vite. Mi sembra di vedere Tony come una sorta di Professor Keating, che anche se poi non c'è più ha comunque cambiato le menti e il modo di pensare dei suoi allievi, ha distrutto i luoghi comuni, ha messo in loro la voglia di "spingersi oltre". Harley per adesso dimostra di essere l'allievo migliore di Tony, ma è comprensibile perché Peter è troppo schiantato dal dolore per riuscire a mostrare la parte migliore di sé. Tuttavia, proprio in quanto allievi del migliore dei maestri, sicuramente i due sapranno fare grandi cose insieme.
La storia promette molto bene ed è stato bello conoscere Harley, un personaggio che mi è piaciuto molto.
Complimenti.
Abby
(Recensione modificata il 13/04/2020 - 02:50 pm)

Recensore Master
06/01/20, ore 14:38

Ed eccomi qui in questo primo capitolo di questa storia. Conosco discretamente l'universo Marvel, abbastanza per raccapezzarmici dentro, quindi procedo. Descrivi una situazione famigliare per chiunque di noi, in questo primo capitolo: la perdita di una persona cara, e lo fai in uno stile limpido e lineare ben ricolmo di angst (che io adoro follemente!).
"Sto bene" quante volte ci ritroviamo a dire questa bugia piuttosto comune, solo per non dare altre spiegazioni, solo per non rivivere veramente ciò che ci ha fatto male e che continua a farlo. Chiunque reagisce al lutto in maniera diversa, ma Harley ha ragione: Peter non lo sta superando, non lo vuole superare, del resto, e qui mi ci rispecchio parecchio. Non vuole superarlo perché, in fondo, superarlo, è come dare una nuova pugnalata a Tony... stare meglio e tornare a vivere, come è giusto che accada, col tempo, è ancora troppo doloroso per lui, che quindi oltre a stare male vive anche con questo pensiero. Ahimé, lo capisco bene! la morte di Tony è stato un duro colpo per noi tutti fans, è sempre stato un personaggio amato, un uomo, il migliore, come hai scritto, per Peter, poi, scomparso ad opera di Thanos per quei maledetti 5 anni, è stato tutto ancora più complicato. Il tempo di ritornare, per poi vederselo morire davanti agli occhi... davvero straziante! Anche a me piace molto l'accoppiata Peter/Tony, ma questo esperimento che hai fatto con una nuova OTP stuzzica la mia curiosità, che sarà saziata solo continuando a leggere! Ti faccio i complimenti per lo stile, come già accennato, è limpido e scorrevole, è un vero e proprio piacere leggerlo! Alla prossima, allora! :D

Recensore Master
06/01/20, ore 11:35

(Segnalazione indirizzata all'amministrazione per l'inserimento della storia tra le scelte)
La storia sa catturare molto bene i sentimenti di malinconia e tristezza dei protagonisti ma al contempo anche il desiderio di voler andare avanti degli stessi. Oscilla inizialmente e con agilità dal primo estremo all'altro, facendolo con delicatezza e con la dovuta attesa dei tempi che il passare oltre una perdita importante richiede. Scritta bene e con stile superbo, merita di stare tra l'Olimpo delle storie del sito.

Recensore Master
18/12/19, ore 16:04

Buonsalve! Da dov'è spawnata questa storia? Tre capitoli e io ancora sono al primo? Male, molto male, per fortuna recuperiamo subito almeno questa prima parte.
Allora, partiamo con un commento che è inevitabile: ho il cuore spezzato. Vedere Peter in questo stato è atroce, vedere Pepper che si sente così sola lo è altrettanto, ma soprattutto il modo in cui Harley guarda Peter mi ha devastata perché sei riuscita a descrivere benissimo il dolore che prova, il vuoto che Tony ha lasciato. Mi ha colpito tanto quando, all'inizio del capitolo, hai detto che prima o poi tutti se ne fanno una ragione e invece Peter non ci riesce proprio ad accettare che Tony sia morto, non sa come andare avanti. Da quel momento si è spento e non c'è stato nient'altro per lui, anche se continua a ripetere agli altri di stare bene. Questo fa ancora più male, perché sappiamo bene che non è così e lo sa bene anche chi lo circonda e non riesce ad accettare questa bugia.
Harley vorrebbe aiutare Peter a uscire da quel buco nero in cui è precipitato, ma appena viene nominato Tony, Peter scatta, non riesce a reggere una conversazione che ha lui al centro. Mi fa troppa tristezza, inoltre, che sia così convinto di esserne responsabile, come se avesse potuto fare qualcosa per impedirlo. A volte le cose succedono e basta e non le si può bloccare - per quanto quegli stronzi della Marvel avrebbero potuto evitare di devastarci in questo modo, eh. 
Alla fine Harley riesce a "convincere" Peter, più o meno; diciamo che trova il meccanismo giusto per farsi ascoltare, ed è proprio assecondandolo che riesce a sbloccarlo, o almeno credo e spero che l'abbia fatto.
Ti dirò, quando mi sono imbattuta in questa storia quasi non riuscivo a credere che non fosse una Peter/Tony, d'altra parte mi hai fatta affezionare tantissimo a questa coppia e ora li shippo come se non ci fosse un domani. Sento già che avrò parecchio da soffrire con Peter, però intanto vediamo come va, sono curiosa di vedere cosa succederà con Harley. Riuscirà ad aiutarlo e a tirarlo su? Eh, speriamo!
Un primo capitolo bellissimo, ho amato le introspezioni, sono qualcosa di meraviglioso **
Alla prossima <3
fumoemiele

Recensore Master
09/12/19, ore 15:46

Mi lasci una recensione bellissima.
Ed ora sta a me rispondere al favore.

Perché insomma, come cominciare da qui? Questo primo capitolo è una vera e propria onda anomala di emozioni, di forza, e anche della tenerezza e degli affetti che dalle tue storie ho imparato ad amare così tanto. Che riescono a funzionare, scopro, anche in un’ambientazione dove Tony Stark non compare. Perché è morto, sigh.
La morte più devastante di tutto il MCU lascia una forra incolmabile nei nostri protagonisti, e la scelta dei nostri protagonisti giovani è ottima per farci sprofondare nel dolore e nella perdita più assoluta.
Il dolore di Harley Keener contrasta meravigliosamente con quello di Peter Parker: uno silenzioso, in fuga, mentre l’altro disposto a farsi avanti e ricambiare la dolcezza di Tony nei suoi confronti.
Adoro come si fa a formare una piccola comunità delle persone che avevano voluto bene a Tony e che lo piangono, con Pepper che svolge un po’ un ruolo materno nei loro confronti e offre una spalla solida ai due ragazzi abbandonati, oltre che alla povera Morgan. Che è dolcissima come la ricordavo, senza dubbio.
Purtroppo nemmeno questo basta a riaccendere il fuoco della vita nel giovane Parker, che troppo ha perso e troppo in fretta. Sembra quasi che anche tu stia sprofondando nell’angoscia di Peter, nel suo rifiuto di ricominciare daccapo e allontanarsi da questo amore così forte e grande. Quasi non lo riconosci, il dolce Peter Parker, che assale così forte verbalmente un giovane amico che vorrebbe aiutarlo. Con parole, che poi fanno malissimo.
"Lo so. So cosa sto facendo, so che è deleterio, so che non sto combattendo il dolore ma non ci riesco e né tu, né nessun altro, potrete cambiare le cose. Non ci sto nemmeno provando, perché non voglio provare. Non voglio superarla. Non voglio stare meglio. Io voglio solo essere lasciato in pace e vorrei che rispettassi questo mio volere, evitando di parlare di cosa è successo e di cosa è meglio per me.”
Harley agisce in maniera encomiabile, matura, lasciando a Peter il suo spazio e una possibilità di respirare, ma allo stesso tempo tendendogli una mano nel baratro in cui è precipitato. E alla fine comincia, forse, ad emergere per lui una piccola luce. Una scena veramente dolcissima, resa ancora più forte dal setting prosaico: due ragazzi che prendono l’autobus, apparentemente privi di poteri e del passato dolorosissimo che li lega.
Siamo solo al primo capitolo, ma già sono in hype per vedere come continua e come (se) Peter riuscirà a guarire da quel dolore orrendo, con l’aiuto di Harley e del resto del suo piccolo mondo.
Complimenti, davvero. Sono veramente curiosissima e coinvolta!
Un abbraccio, e alla prossima~
Lady R

Recensore Veterano
09/12/19, ore 12:39

Eccomi qui a recensire!
Per prima cosa, ti faccio i complimenti per l'impaginazione, davvero impeccabile e d'effetto, in più facilita la lettura.
Questa è la prima storia che leggo con questo pairing, ma essendo una multishipper incallita sono aperta a tutte le possibilità, e devo dire che questa coppia non mi sembra più tanto improbabile.
Ciò che ho apprezzato di più a livello di contenuto è sicuramente la gestione del lutto; è un aspetto a cui tengo molto nella scrittura e devo dire che tu l'hai reso in maniera molto realistica, sia attraverso i gesti che nei dialoghi tra i personaggi.
Apprezzo anche la presenza di Pepper, che al di là delle ship che si possono avere, è oggettivamente importante per la storia di Tony; si vede spesso il personaggio femminile ignorato, se non bistrattato, quando si vuole trattare una ship slash, sono contenta di non aver trovato questo comportamento nella tua fic.
Peter l'ho trovato molto IC, altro punto in favore per te, è una cosa che conta molto per me nelle fic; appare anche Morgan e di questo non posso che essere felice.
La sorpresa è decisamente Harley: ne sappiamo davvero poco di lui dai film e la caratterizzazione che gli hai dato mi è piaciuta molto. Hai anche sottolineato come lui avesse con Tony un rapporto diverso rispetto a Peter.
Da fan dello slow burn, ho anche apprezzato l'importanza del lutto e come hai gettato solo le basi per un eventuale rapporto più stretto, senza partire in quinta con la ship insomma.
Veniamo allo stile: davvero non ho appunti da farti perché il testo è curato sotto ogni aspetto, non ho trovato errori e mi piace molto lo stile un po' più introspettivo che hai adottato.
Insomma, questa fic è stata una bella sorpresa!
Alla prossima :3

Recensore Master
06/12/19, ore 16:44

Amore mio grandissimo <3
Coraggiosissimo anche, perché posso immaginare cosa significhi per te pubblicare questa storia qui su EFP. Del resto, nemmeno scriverla dev’essere stato semplice, nonostante nelle note spieghi bene la situazione e il perché questa coppia ti ha emozionata tanto. Tony e Peter sono sempre loro, ma Endgame ha posto in essere una cesura netta e so bene quanti e quali sforzi stai facendo per cercare di rimettere a posto le cose, per quanto possibile.
La morte di Tony è incommensurabile, quell’uomo ha lasciato un vuoto enorme nella vita di tutti coloro che hanno incrociato il suo cammino: eppure il tempo passa, si dice che possa guarire – o almeno alleviare – le ferite, ed è questo che sta facendo la famiglia di Tony, i suoi amici: vanno avanti. Pepper è distrutta, ma ha una bambina a cui badare e il suo futuro a cui pensare: Morgan è una spinta verso la vita impressionante, e la stessa bambina, che sembra la copia in miniatura di Tony, sicuramente sente la mancanza del padre ma è anch’essa proiettata verso il futuro, guidata dalla madre e da tutti coloro che le stanno attorno e le vogliono bene. È terribile da dire, ma per loro una vita senza Tony è possibile, ed è giusto così (Tony stesso lo avrebbe voluto). Per Peter no, per Peter la vita senza Tony NON è possibile, nonostante i mesi trascorsi e tutti gli sforzi prodigati in tal senso. Il cuore del giovane Parker si è fermato nel momento in cui Iron Man ha schioccato le dita e non ha più ripreso a battere – Peter stesso non vuole che riprenda a battere. Perché vivere in questa specie di apatia è – comprensibilmente, in un certo senso – preferibile all’affrontare la perdita in modo diretto – a quel punto il dolore che si schianterebbe addosso a Peter sarebbe talmente intenso e devastante che temere di non riuscire a sopportarlo è una reazione più che umana. Però Peter non è una macchina, e vivere senza provare nulla è in realtà estraneo alla sua natura: è un fiore che lentamente appassisce, Peter, e fingere che vada tutto bene serve a poco, soprattutto se al proprio fianco all’improvviso appaiono due occhi acuti ai quali non sfugge nulla, due occhi pieni di comprensione ed empatia. Ora, io ammetto candidamente che questo Harley non so nemmeno chi sia (anzi ti chiedo gentilmente di inviarmi poi una sua immagine così almeno riesco a figuramelo meglio XD) ma mi fido ciecamente di te e della tua capacità di capire i personaggi – in qualsiasi caso, questo ragazzo già mi piace tantissimo. In fondo ha molto in comune con Peter, potrebbe tranquillamente essere un Peter a cui però non è stato tolto un pezzo di cuore: Harley ha sofferto per la perdita di Tony, certamente gli ha voluto bene, ma il loro rapporto non è paragonabile a quello che c’è stato tra Tony e Peter. Harley conosce la verità e quindi capisce il dolore di Peter, ma vorrebbe fare qualcosa per aiutarlo, forse perché dentro di sé pensa che Tony tutto vorrebbe meno che Peter si lasciasse lentamente morire in questo modo. O forse perché qualcosa, in Peter, ha affascinato anche lui, e non vuole perderlo.
È una storia di rinascita quella che ci proponi stavolta – argomento che a me sta particolarmente a cuore – e io non vedo l’ora di poter commentare anche i prossimi capitoli della mini-long. Mi sono innamorata di questi due ragazzi già la prima volta che lessi di loro, e sono pronta a ricaderci di nuovo con tutte le scarpe. ^^
Complimenti tesoro, come al solito riesci a emozionarmi come nessun altro; il mio pomeriggio ora è un po’ meno cupo grazie a te <3
Un bacione e a presto :***

padme

Recensore Veterano
05/12/19, ore 10:02

Ciao cara sono qui per il nostro scambio libero. Ho visto che hai iniziato questa nuova long e mi ci son subito fiondata perché ho trovato molto interessante la scelta della coppia da trattare e devo dire che le buone premesse per farla funzionare ci sono tutte.
Harley è un personaggio che compare solo marginalmente in End Game, ma avendolo visto in IM3 è possibile avere qualche linea sul come muoverlo a livello caratteriale e approvo quanto tu stessa hai scritto nelle note. Sicuramente Tony ha avuto un forte impatto su di lui e la sua presenza al funerale ne è stata la conferma “canon”.
Quanto a Peter, beh, lui è il tuo Peter... so che sembra una frase senza senso, ma dall’altra OS ho capito un pochino come lo muovi, come lo delinei, come lo fai ragionare e l’ho trovato molto coerente; sta male ma nega l’evidenza, perché non vuole essere un peso per nessuno. E riguardo alla parte angst, beh, ti faccio i complimenti perché questo primo capitolo ti spezza emotivamente; si sente, in ogni singola riga, la mancanza di Tony, l’assenza di Tony: lui è il fulcro della storia, è il sole attorno cui ruotano i pianeti, attorno a cui avvengono le vicende o si muovono i personaggi. E Peter è quel pianeta più vino al sole e il primo che verrebbe distrutto dalla stella qualora “morirebbe”.
Per il resto, sembra che il tentativo di Harley di scalfire un po’ la corazza dentro cui si nasconde Peter pare abbia sortito effetto, anche se poco poco, e sono davvero curiosa di leggere come farai evolvere le vicende!
E, nulla, ti rinnovo i complimenti sia per l’originalità, che per il tuo stile, che ha sempre un qualcosa che mi tocca nel profondo, una musicalità un po’ triste e bellissima al tempo stesso.
Alla prossima! ♥

Recensore Master
03/12/19, ore 17:49

Ciao!

Ho deciso di dare un occhio a questa storia per vedere come avresti inserito un nuovo personaggio (nonché nuova presenza) nel rapporto senza fine della tua inossidabile coppia Peter&Tony. Dico la verità, non avevo il benché minimo ricordo di Harley, ho visto una sola volta Iron Man 3 e quando ho visionato su internet il suo volto al funerale di Tony non avevo idea di chi fosse però ho leggiucchiato qui e la e mi sono accorto che è stato un assistente abbastanza importante per Tony e quindi ci sta che faccia parte a pieno titolo della vita di Mr.Stark e sopratutto della sua famiglia a seguito della dipartita eroica di Endgame.
La vera novità di questa storia è proprio lui visto che è Peter è sempre... beh Peter: disperato senza rimedio (o quasi) dopo 5 anni continua a autodistruggersi per il suo amante (difficile farsi una ragione della sua morte se Pepper continua ad invitarlo e lui continua ad andarci). E Harley beh è veramente il primo che capisce che probabilmente l'unico modo per fare stare meglio Speedy sia proprio smettere di preoccuparsi per lui e di non chiedergli più come sta: ottima psicologia inversa devo dire. E proprio come mi aspettavo questa tattica sembrerebbe avere effetto. Sembrerebbe che possa nascere un'amicizia tra i due anche perché Peter sembra aver finalmente trovato qualcuno che lo capisca. Complimenti per l'intreccio che si comincia a dipanare, è piuttosto accattivante!
A presto
Will D.

Recensore Master
03/12/19, ore 12:20

E quando penso di aver letto tutto e di non potermi più stupire, salti fuori tu con questa storia.
Che dire? L’ho amata e tanto.
Ho amato come hai saputo caratterizzare il dolore di Peter, che lì, presente, un fardello da cui lui stesso non vuole liberarsi. È nella fase del rifiuto, della rabbia, del dolore, molto lontano dalla accettazione della cosa.
È un Peter maturo e devastato i suoi sentimenti sono perfetti, fanno sentire esattamente l’enorme buco nero che è la perdita di Tony.
Pepper l’ho adorata, presente, forte, materna, anche se dentro anche lei soffre, giustamente.
Ma qui pare che Pepper possa in qualche modo aggrapparsi alla figlia Morgan per sopportare il dolore, mentre Peter non ha nulla se non i propri ricordi e le parole non dette a Tony e incastrate in gola.
Harley qui è stato una piacevole novità, mi ricordavo di lui e niente, trovo che il modo in cui cerca di capire Peter e capirsi, sia doloroso e molto dolce insieme.
Harley sentiva sempre parlare di Peter e se lo immaginava felice e pieno di luce come Tony glielo descriveva sempre, e invece si trova davanti un ragazzo svuotato, cinico per difesa, troppo preso nel proprio dolore per rivolgergli anche solo un sorriso.
Durissima questa frase che Peter gli rivolge:

«Utile?», esordisce Peter, poi distoglie lo sguardo, «Chi sei tu, per pretendere di potermi aiutare?»

Ecco qui Harley cerca di esserci per Peter, che vorrebbe che si aprisse con lui, mentre l’altro lo spiazza gelido e gli sbatte in faccia la sua inutilità.
Deve essere davvero dura, veder qualcuno, volergli stare vicino e avere in mezzo un fantasma, un fantasma buono ma ingombrante, a sbarrare ogni tentativo di comunicazione efficace, di conforto.
Il finale mi ha fatto ben sperare, quel mezzo sorriso... insomma questi due mi piacciono e so che mi regalerai grandi cose!
Un abbraccio cara!
Meravigliosa come sempre.
Ladyhawke83

Recensore Master
03/12/19, ore 11:54

Carissima, ciao!
Ovviamente puoi immaginare la mia gioia di vedere una tua minilong nuova fiammante pronta per essere divorata e amata come le precedenti.
E, infatti, questo primo capitolo l'ho letteralmente divorato, non riuscendo a staccare gli occhi dalle righe nemmeno per un istante (e infatti comincio a vederci triplo).
Allora, da dove cominciare? Credo che sia doveroso iniziare dal tema centrale di questo capitolo (e storia): il lutto. Ti ho già detto in una precedente recensione di quanto ami il tuo modo delicato e maturo di trattare la morte e qui non ti smentisci affatto. Se l'altra volti trattavi la morte dal punto di vista di un deceduto tornato in vita, qui invece la analizzi dal punto di vista di chi rimane, cosa che a mio avviso è molto complicata da fare, perché si rischia di cadere nel banale e nel superficiale. Inutile dire che non è affatto il tuo caso, e che sei stata magistralmente in grado di colmare il cuore di chi legge di una profonda tristezza, di una melanconia dolorosa che sono le stesse che accompagnano il nostro Peter.
Peter è distrutto, letteralmente. Di lui non è rimasto più nulla, tutto si è spento e se n'è andato insieme a Tony e questo è trasmesso e reso perfettamente nella tua storia. Mi ha molto colpita il punto in cui Peter dice che non sta cercando di superare il lutto, perché non vuole farlo: un passaggio molto intenso e carico, questo, perché rivela quanto profonda sia la sofferenza di Peter e che, per quanto essa possa essere evidente all'occhio esterno, non si è davvero capito quanto radicata e profonda sia questa sua condizione e quanto lui quasi l'abbraccia, l'accetti, come se questo fosse un modo per non dimenticare Tony, per averlo vicino. Come se smettere di soffrire significasse dimenticarsi di lui, allontanarlo. Come se essere felice significasse tradire l'amore per lui e tutto ciò che sono stati. E questo è struggente, devastante e doloroso anche per chi legge: tutti, chi più chi meno, abbiamo dovuto affrontare un lutto nella vita, e la delicatezza e la maturità con cui affronti il tema, il modo naturale in cui fai comportare Peter (e per naturale voglio intendere anche realistico) non fanno che creare empatia nel lettore, non fanno che farlo sentire parte di questa tristezza, non fanno che permettergli di riconoscere questo dolore, di sentirlo familiare e di parteciparne.
Peter è affranto, vinto ed è caduto in un baratro oscuro, in un luogo da cui sembra impossibile risalire e in cui non vuole nessuno. Restare troppo tempo a casa di Pepper (una Pepper davvero deliziosa) è insopportabile, insostenibile e lui deve fuggire, deve andarsene, deve scappare. Insostenibile è guardare anche gli atteggiamenti della piccola Morgan, che tanto somiglia al padre nei suoi atteggiamenti colmi di tracotanza. E ancor più insostenibile di tutto il resto è sentir pronunciare il nome di Tony, doverne parlare, come se Peter fosse perfettamente consapevole che sia morto - lo è, perché se ne strugge -, ma non voglia guardare in faccia questa realtà, come se non dirlo lo rendesse meno vero. C'è tutta un'analisi dell'elaborazione del lutto, qui, davvero splendida, perché ci presenti il percorso normale che si dovrebbe intraprendere, tramite le persone che circondano Peter, e poi ti soffermi sulla non accettazione di quest'ultimo, sul suo rifiuto totale di andare avanti.
Il rapporto con Harley è la ciliegina sulla torta: hai unito due persone che sono accomunate da un lutto e dall'affetto per una persona scomparsa. Harley ha un'immagine di Peter che non è costruita tramite la sua conoscenza, non deriva da una familiarità, ma si è costruita sulle parole di una persona che lui ammirava e che non ha fatto che parlare di Peter in quei cinque anni in cui lui non c'è stato. Harley vede un po' Peter come lo vedeva Tony e infatti s'interroga spesso su dove sia finito questo ragazzo che si aspettava di trovare. Il lutto unisce, si suol dire, ma qui tu mostri una faccia della medaglia che pure esiste, c'è anche se si tende a non parlarne, ovvero il lutto divide. Il dolore divide e isola e porta ad allontanare. Harley vorrebbe avvicinarsi a Peter, ma l'ombra di Tony che incombe su di loro sembra impedirglielo, sembra rendere tutto complicato. Impossibile quasi.
Che ti devo dire, cara, questo capitolo è stato una vera bomba, che ha dato tanto da riflettere e tanto da provare. Ha un'intensità strepitosa, una sfaccettatura di emozioni non indifferente e una caratterizzazione e introspezione dei personaggi splendida. Io non posso che inchinarmi dinanzi a cotanta meraviglia, e inutile dire che sono qui che aspetto con trepidazione il prossimo capitolo.
Tantissimi complimenti, carissima! Alla prossima <3<3<3

Recensore Master
02/12/19, ore 20:40

Ciao Cosa! ^^

Ci sono tante cose di questa tua nuova opera che mi piacciono molto. Anzitutto, è un’analisi del lutto e del dolore che prevede una fase rabbiosa, presente in Peter. Poi è il proseguo ideale, almeno per me, dell’headcanon che partiva da “Protocollo speranza” e che stai costruendo mescolando idee personali al canone ufficiale. Il risultato è credibile e commovente nel rispetto totale dei personaggi e dell’equilibrio delicato che hai messo su. La tua Pepper è splendida. Dolce, materna, inclusiva, si preoccupa dei lasciti di Tony e di sua figlia, cercando come può di creare una famiglia nell’accezione di un luogo dove un gruppo di persone legate dall’affetto condividono qualcosa. Poi c’è Morgan deliziosa copia del padre persino nelle pretese assolutistiche e poi c’è il rapporto di Harley e Peter che non è banale, mai, per niente. La cosa più interessante è che Harley svolge la funzione di aiutante esattamente come nel film in cui era protagonista. Non nutre nei confronti di Peter dei sentimenti neutrali: ha subìto per cinque anni lo stillicidio frustrante di dover conoscere una persona per bocca di un’altra, che ammirava. L’incontro non è stato dei più lieti e il rapporto è basato su una condivisione del dolore che, come argutamente dici in clausola al capitolo, non unisce, ma divide.
Dall’altra parte, c’è Peter Parker. È ombroso e arrabbiato con se stesso e non riesce a stare troppo tempo con Pepper e Harley. Anche qui, proprio l’elemento che dovrebbe accumunarlo con Harley (oddio, qui viene estemporaneamente in mio soccorso Padre Maronno quando anziché risanare il cieco ne acceca la moglie perché “ora siete accomunati. Scusa, Co’ >
Ecco, che Peter detesti quel vuoto largo cinque anni, che detesti il non essere stato presente è così terribilmente umano, così come il fatto di accampare una scusa da adolescente o poco più per andarsene e non rimanere a cena è terribilmente IC. Peter è un personaggio complesso che ha subìto una perdita grandissima e un trauma enorme. Il suo senso di responsabilità forse è pari solamente al senso di ragno e il suo cuore è devastato e spezzato da qualsiasi lato lo si voglia guardare. Stark era l’insostenibile faro che per cinque anni non l’ha dimenticato, contravvenendo al detto tipico che dice “chi muore tace, chi vive si dà pace.” Ecco, Tony non se l’è data, la pace. Ha rischiato sapendo di dover/poter morire e Peter questo non se lo dimentica. Le difficoltà esistenti e pressanti di questi due ragazzi uniti e divisi dall’ombra ingombrante di un uomo accentratore, sotto tutti i punti di vista, come Tony lascia precludere un’analisi introspettiva che è quello di cui il fandom, a mio modesto parere, ha bisogno. Ho apprezzato tantissimo anche talune scelte linguistiche, come le frasi spezzate, corte e brevi e l’immediatezza del presente che qui funziona particolarmente, merito anche dei protagonisti adolescenti. Bella anche la gestione, matura e consapevole e non da fanfiction, dell’alternanza dei PoV dei protagonisti.

Ora, la recensione originaria si chiudeva qui: la rilettura a qualche mese di distanza conferma non solo quanto detto, ma dice di più. C’è una frase molto interessante, detta da Harley. Invece Tony li ha fatti incontrare e, sempre lui, sta facendo di tutto per dividerli e questo Harley quasi non è in grado di perdonarglielo. Questo concetto è particolarmente prezioso perché generalmente saremmo portati a credere che l’elemento in comune, che sia un modo di prendere il caffè o mangiare un tiramisù o amare la cucina giapponese, tutti esempi a casaccio, possa unire due persone. In questo caso, invece, avviene l’esatto contrario perché Tony è una presenza nell’assenza densa e fisica. Questa lettura a mio parere è particolarmente matura, così come il modo in cui viene analizzato il dolore di Peter. Pur nella straziante sofferenza e al contrario di molte altre vulgate che riguardano questo e altri personaggi, non abbiamo un Parker (o un innamorato) debole. La sofferenza non è debolezza, ma qualcosa che scava dentro, una disperazione senza ritorno da vivere fino in fondo perché solamente toccando il fondo si può rivedere la luce. E credo che tu, con questa storia che aspettavo da tanto tempo, ci sia riuscita.
La lovvo troppo, te l’ho detto e te lo aripeto. <3

Un saluto bello pistacchioso,
Cosa, Shilyss abbracciata alla stufetta.

Recensore Master
01/12/19, ore 17:23

Tesoro T_T
Allora, premessa. Avevo già adocchiato questa storia su wattpad, anche se non l'ho letta perché in genere non leggo/recensisco su wattpad. Però avevo capito più o meno di cosa potesse parlare, e penso che soffrirò molto. Capisco bene quello che vuoi dire. La tua OTP rimane quella di sempre, ma è come se avessi voluto dare una possibilità a Peter di andare avanti. E appunto, questo mica cancella ciò che c'è stato prima, ma siamo realisti: nella vita vera, quando muore qualcuno che abbiamo amato, non sempre rimaniamo soli, soprattutto se siamo giovani come Peter.
Detto ciò, mi piace tantissimo come hai caratterizzato entrambi. Peter è spento, vuoto e sfibrato, si vede da come parla e reagisce (anzi, da come non reagisce). Harley invece pare essere la voce della coscienza, colui che sa, osserva, ma tace, non giudica ma prova a fare del suo meglio. E certo, non è facile trovare la parola giusta da dire sapendo cosa Peter ha passato. Non è facile, ma Peter non è del tutto insensibile, perché infatti qualcosa si smuove. E' questo ciò di cui ha bisogno, una sorta di scossa che lo risvegli, e penso che con Harley sia possibile.
Non vedo seriamente l'ora di andare avanti, il mio cuore soffre, ma è anche così felice T_T
Un abbraccio <3

Nao

Recensore Master
01/12/19, ore 16:26

Ciao, cara!
Peter non ha ancora superato la morte di Tony e penso che tutti l'abbiano capito, ma evitano di trattare un argomento cosi delicato con lui.
Harley ha ragione chiedere fare a Peter la stessa domanda farà avere sempre la stessa risposta.
Ogni volta metti a nudo quei sentimenti che il ragazzo prova e cerca di nascondersi, mostrandosi forte, ma gli occhi non mentono da quando Tony è scomparso anche la sua vita è morta con lui.
fare compagnia a Pepper e Morgan può far sentire Tony più vicino, ma la realtà è quella lui non tornerà più.
La parte della conversazione con Harley mi piace perché lui cerca di fargli capire che Tony rimarrà sempre con loro che Peter ha bisogno di andare avanti e non farsi abbattere dal dolore, ma contrastarlo e farlo suo, anche perché Tony sarà sempre con lui nonostante non si più fisicamente vicino.
Alla fine però sembra che Peter non capisca o faccia finta e cosi Harley cerca di non parlare più, ma alla fine i due fanno il tragitto verso casa in silenzio.
Nonostante come dice nelle note la tua ship suprema PeterXTony rimane e si sente anche in questo capitolo, fare piccoli esperimenti non è mai sbagliato, ed io sono curiosa di vedere e specialmente leggere come evolverai la storia.
Complimenti cara e alla prossima :)

Recensore Master
01/12/19, ore 15:30

Questo primo capitolo mi ha davvero riempita di dolore.
Hai descritto la sensazione di un lutto impossibile da sanare. Terribile, come un vuoto impossibile da colmare. Ho letto anche la tua postilla, e vedo che per te la perdita di Tony Stark è un velo sul cuore. Hai messo molto di te in questo giovane Peter Parker straziato da un dolore così forte. Peter porta il crespo nero del lutto, tanto poco adatto a un ragazzo così giovane, e non se ne vuole liberare in alcun modo, perchè il dolore, probabilmente, gli ricorda quello che ha provato per Tony e quello che in qualche modo sa che Tony ha provato per lui.
E' terribile, ma purtroppo è qualcosa che facciamo un po' tutti quando subiamo una perdita: ci crogioliamo nel dolore e nella sofferenza, riguardiamo le foto, rileggiamo i nostri scritti del tempo, perchè non vogliamo lasciar andare via quello che amiamo.

Il processo di guarigione è lento e difficile, ma spesso inizia con la rabbia e una litigata, ed è qui che Harley entra in gioco. Peter forse è geloso del fatto che Harley abbia potuto vivere cinque anni con Tony, forse lo odia per questo, come Harley non sopporta di vedere che Peter fosse così importante per lui. Tony, punto di connessione tra un'anima spezzata e una sperduta.

Immagino che ci sarà tanto angst e tanta sofferenza ancora prima che queste anime si leniscano le ferite a vicenda.

Più vado avanti e più amo il tuo modo di scrivere Miryel.

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