Recensioni per
Il senso della vita
di GladiaDelmarre

Questa storia ha ottenuto 187 recensioni.
Positive : 187
Neutre o critiche: 0


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Recensore Junior
16/04/24, ore 22:40

Ciao Gladia,

ci vuole coraggio per raccontare un evento tanto devastante, grande e capillare. Coraggio e maestria per renderlo in maniera precisa e reale, per permettere al lettore di immaginarlo, come fai tu. L'hai comunque reso crudo e impietoso, seppur sempre offrendo un occhio delicato e in qualche modo leggero; ciò nonostante, è una lettura bella e in qualche modo confortante. Alla fine, loro ce l'hanno fatta.

Bravissima come sempre.

Ciao
RKM

Recensore Master
25/03/20, ore 11:58

Il livello emozionale di questa raccolta aumenta sempre di più. Resterò sempre fedele al primo pensiero che ebbi già all’inizio del primo capitolo, ossia che si trattasse di una vera e propria opera d’arte. Tutto ciò è opera della tua bravura, del tuo talento e della tua grande sensibilità con la quale riesci a toccare l’anima di tutti noi lettori. Perché sì, ci metti il cuore in tutto ciò che scrivi riuscendo ad entrare in empatia con chi ti sta leggendo. Questo è uno dei motivi per cui sarò sempre qui pronta a leggere qualsiasi cosa abbia a che fare con te. Fatta questa premessa mi addentro nella recensione vera e propria del capitolo.
In questa occasione hai scelto un contesto molto particolare e doloroso: l’incendio che distrusse quasi completamente una delle città più belle del mondo e che sicuramente ebbe profondi effetti sul suo conseguente corso degli eventi. Aziraphale e Crowley non si vedono da parecchio tempo eppure il demone, non appena apprende la notizia della calamità, va alla ricerca del suo “compagno” di avventure per informarlo su ciò e trarlo in salvo. L’angelo seppur colpito dalla passione con cui Crowley vuole convincerlo ad andare via decide di rimanere e di svolgere il suo dovere, aiutando i cittadini ad arrestare le fiamme. Le strade dei due sembrano dividersi nuovamente per ritrovarsi poco dopo uno accanto all’altro ed agire per il bene della comunità. Lavorano senza sosta per parecchi giorni e all’alba del 6 settembre l’incubo trova la sua fine. I due compagni, sporchi di fuliggine, ormai esausti si accasciano per terra e solo in quel momento Aziraphale si rende conto di essere ferito. È questo il punto in cui mi sono commossa tantissimo: il suo non voler dimenticare l’accaduto con la rigenerazione della ferita perché ciò gli ricorda inevitabilmente il dolore che visse Crowley quando venne scacciato dal Paradiso. Di certo quello è un pensiero con cui forse non aveva mai fatto i conti prima; ma adesso più che mai Aziraphale comprende che non lascerà mai il demone e che rimarrà per sempre al suo fianco, consapevole del dolore che si prova quando si entra in contatto con il fuoco. Il loro legame è così forte da andare oltre le differenze che li contraddistinguono pur di stare uno accanto all’altro. Cioè… li adoro! E tu sei stata davvero bravissima a farmeli amare. Non vedo l’ora di leggere il seguito <3

Recensore Master
02/03/20, ore 19:03

Ciao carissima <3
Oggi ho voluto prendere la OS che mi ispirava di più. Era destino, considerando il mio amore per l'angst. E' bellissima questa OS, così triste, realistica, una di quelle storie che stringe troppo il cuore. Non oso immaginare cosa possa causare un incendio del genere, specie a quei tempi, che doveva essere ancora più difficile da domare. Si è portato via tutto, non risparmiando nulla e lasciando solo cenere. Aziraphale è coraggioso, quindi è da lui rifiutare di andarsene per cercare di aiutare gli umani. Crowley, dal canto suo, vorrebbe solo proteggerlo, ed anche se in un primo momento se ne va, perché non vuole vederlo bruciare, passa poco prima che ritorni. Guarda, hai descritto benissimo il dolore, ciò che rimane alla fine... niente. Solo cenere e polvere. E il fatto che Aziraphale non voglia curarsi da quella bruciatura la dice lunga su quanto forte sia, anche mentalmente. Non vuole dimenticare. Dopotutto, pensa, Crowley l'inferno e il fuoco l'ha affrontato da solo, e in effetti... pensa un po' cosa si prova.
Il mio istinto mi ha suggerito bene. Sono molto contenta di aver letto questa storia bella, quanto triste T_T


Nao

Recensore Master
25/02/20, ore 12:45

Carissima Gladia!

Mi mancavano le tue storie e amo come li rendi sottolineando sempre la loro forza, la loro grandezza. Cosa mi è piaciuto di questa shot? Semplice, tutto. L’incendio di Londra è una devastazione che deve accadere e non può essere impedita perché, per dirla alla Virgilio, vuolsi così come si vuole dove si puote (faccio a braccio). Azipharale e Crowley non si interrogano sulla necessità del male in questo mondo – e l’evento, per quanto disastroso, non implicherebbe da parte loro una riflessione del genere. Questi hanno assistito a carestie, epidemie (la peste nel 1347-48 uccise 1/3 della popolazione europea), diluvi universali, desertificazioni (la Mesopotamia), altri incendi (Nerone). Un incendio doloroso come quello di Londra non li tocca così tanto, ma giustamente li tocca. Tu sei un’artista e la tua sensibilità emerge pressoché ovunque anche nelle descrizioni della quiete prima della tempesta che servono a spiegare il perché del fuoco divampante (proprio quel bel tempo che secca la paglia favorendo la propagazione delle fiamme). Realisticamente, Azipharale aiuta chi può e realisticamente Crowley torna indietro non per salvare l’umanità, ma lui. E questo concetto è bellissimo e ben reso, com’è ben reso il fatto che l’angelo, pur ligio al suo dovere, soffre per il fatto di dover abbandonare i suoi beni materiali (i libri, fatti dall’Uomo creato a immagine e somiglianza di Dio: leggendo, amando i libri, Azipharale ama Dio).

Crowley corre ad avvertire l’angelo, dicevo, e lotta con lui in maniera silenziosa ed efficace fino alla fine. E poi c’è quella ferita al braccio, descritta con pochi efficaci tocchi. Lì sono morta, perché Azipharale non è un coniglietto teneroso, ma un angelo la cui immagine bonaria da dandy di chiaro vestito non deve trarre in inganno circa la sua forza e potenza. Ha osservato un incendio paragonabile all’inferno per via dell’orrenda fine delle sue molteplici vittime. Ha una ferita che gli brucia la carne. Potrebbe guarire, ma sceglie di condividere il fardello del dolore provato fieramente da Crowley ed essergli vicino, anche se a milioni d’anni di distanza. E di nuovo è concettualmente ineccepibile: ama il prossimo come te stesso, recita il Figlio. Specie se il tuo prossimo è con te da sempre, per sempre. Bellissima.
Un abbraccio e a prestissimo <3
Shilyss

Recensore Master
21/01/20, ore 22:52

Cara...
che meraviglia e quanto dolore e unione possono dare le fiamme? Non sono quelle dell'inferno, decisamente, ma non sono così lontane dal somigliargli.
Rimango sempre ammaliata da come tu riesca a unire la storia a Aziraphale e Crowley senza mai cadere nello scontato, rinnovandoti sempre; perché parli sì di loro, ma attraverso questo viaggio nel tempo che ci rendi possibile conosciamo nuovi lati di loro. Nuovi lati nascosti che prima non avevamo modo di vedere, e in questo caso, c'è la totale devozione e il ritorno. Il ritorno che prevede il rischio insano di perdere qualcuno e di perdere se stessi, nelle fiamme infinite di quell'incendio senza fine che il 1666 ha deciso di elargire alla città più bella del mondo... perché sì, Crowley e Aziraphale sono anime affini, di certo destinati alla vita eterna insieme, ma sono anche estremamente individuali, in grado di prendere decisioni agli antipodi che poi l dividono... come quella di Cro di andare via e quella di Azi di rimanere. Ma alla fine... alla fine è sempre l'angelo che, come una calamita, attira a sé quel demone dal cuore caldo che sì, ritorna, ma mantiene questo IC assurdo, quando pensa di volerlo portare via pure con la forza ♥
Infine, la parte finale, dove sono loro due seduti su quei gradini e Aziraphale accetta il dolore. Come se questo lo rendesse ancora più parte di quell'evento a cui ha partecipato, tentando umanamente, senza mezzi divini, di aiutare quegli uomini che gli spetta proteggere che, oltretutto, sono passaggi di un attimo su questa terra, a differenza dei suoi libri immortali, ma hanno più valore, perché sono loro che scrivono la storia, sono loro che vagano con la mente, e regalano tomi di avventure impossibili da non amare.
Ho adora la poesia che hai messo in questa storia, che poi nel finale, dopo il caos danzante delle fiamme, trova un punto fermo. Sono bellissimi, li rendi bellissimi.
Solo tu ci riesci così bene ♥
Miry

Recensore Master
26/12/19, ore 08:28

Accidebti, questa me la stavo perdendo 😱😱😱
Sono di un'ignoranza abissale 😓 non lo sapevo nel 1666 ci fosse stato questo immenso incendio... che tu ci hai descritto così bene da farci accapponare la pelle e scendere le lacrime 😭😭😭
Povera gente e poveri loro💔💔💔 che sono più umani degli umani stessi coi loro sentimenti.
Cro che appare dal nulla dopo anni per salvare Azi è canon da morire ❤ come lo è la decisione di Azi nel finale 💔
Sei bravissima, come sempre.

Recensore Master
24/12/19, ore 19:09

Ohi, ma qui si procede di tristezza! o forse sono io che sono attirata dai titoli più cupi? infatti non sto procedendo con un senso, ma a gusto istintivo - sono feticista dei titoli ù__ù
Qui sono rimasta molto stupita, perchè di norma - al primo impatto - mi aspetto Crowley amico degli umani più che Aziraphale, che accetta il disegno del destino umano più passivamente. Ma questo perchè è un angelo diligente, quindi non pensa niente che sia contro il disegno ineffabile. Qui però la catastrofe non è biblica, è umana (o anche un po' diabolica? certo che in questo fandom il 1666...) quindi è libero, e fa un gesto bellissimo. Mi scalda il cuore vederlo così partecipe dei terrori e i dolori dei suoi concittadini. Crowley vuole portarlo via, è IC. Prima il suo angelo, poi il resto dell'universo. La scena è canonica, perfetta, fin quando dopo essere tornato indietro lo aiuta. Non mi aspettavo di meno da lui e quindi da te
e la fine strappa una lacrima. quanto ha sofferto il suo demone mai stato malvagio? Aziraphale lo ricorderà sempre, scritto su di sè.
tenera e tristissima, per me proprio natale! ^^
baci, Setsy

Recensore Junior
24/12/19, ore 10:34

Il mondo non è solo musica e senso di meraviglia.
Lo sanno, lo sanno già (esilio dal cielo, diluvi, crocifissioni); ma vivere fra gli esseri umani, come esseri umani, condividendo piacere e dolore, è il lungo percorso, forse in un certo senso il prezzo, per l'umanità.
E l'affrancamento dall'essere angeli.

Questo capitolo è acre, e sa di fuliggine e fumo, si sfalda in frammenti come cenere compressa; è un disastro a cui non si può porre rimedio.

Aziraphale sempre controllato - che però cede a uno dei suoi colpi di testa ("I gave it away..!"), Crowley che si spazientisce ma poi torna indietro (torna sempre indietro).

Li stai portando avanti, dal cielo al mondo.

Grazie per questa raccolta <3

Recensore Veterano
24/12/19, ore 08:50

Il grande incendio di Londra. Un incendio talmente furioso da devastare una città intera.
Crowley corre da Aziraphale perché non vuole vederlo bruciare tra le fiamme e insieme ai poveri abitanti di Londra, ma lui no, Aziraphale deve restare per aiutare quanto può. Sembra di vedere un pezzo della serie tv per questo questo sia verosimile.
Crowley è troppo preoccupato per abbandonarlo e torna indietro a soccorrerlo, che tenero che è. E poi insieme ai londinesi domano le fiamme, assistendo a scene strazianti e angoscianti.
Aziraphale che decide di lasciare quella scottatura come avvertimento è proprio coraggioso e consapevole.
Bellissimo capitolo come sempre!
Alla prossima!