Recensioni per
Il senso della vita
di GladiaDelmarre

Questa storia ha ottenuto 187 recensioni.
Positive : 187
Neutre o critiche: 0


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Recensore Junior
16/04/24, ore 22:49

Ciao Gladia,

eh va beh, anche qui un colpo al cuore.

Bellissima, eh, però dolorosa. Chirurgica nella sua precisione, nel toccare le corde più sensibili.

Sempre bravissima.

Ciao
RKM

Recensore Master
04/06/20, ore 20:44

Ma non è possibile. Mi stai facendo piangere per il destino di un personaggio socnosciuto, un eroinomane, un genere di persona che in realtà mi farebbe paura. Almeno in parte. Invece mi sento una morsa dentro e mi chiedo come sia possibile fare tanto effetto con una storia breve e quasi "impersonale" rispetto a quelle totalmente Ineffabili.
Gli anni 70 sono stati di rivoluzione, è innegabile, si sono aperti col 68 e sono finiti forse nell'81 con l'elezione di Regan. Un'altra storia, un'altra vita. Dovevano essere magnifici per la musica e il cinema, meno per la regressione economica - ops! viene in mente qualcosa? - ma certo sfrenati e purtroppo, regno delle droghe pesanti, quelle che uccidono.
Azi ha una naturale repulsione per tutto ciò, lui è luce, tranquillità, "vecchi valori", diciamo pure.
Ma accanto a lui c'è un demone. Uno che ha sbagliato (se dobbiamo dire così....) ha pagato e ha pietà. Perchè l'umanità - interiore o di razza - è lontanissima dal paradiso, è in fondo ad un vicolo sporco di morte e scorie del corpo mortale.
Perchè chi già ha soffero paga due volte? Cro, Azi non lo sa, stavolta non lo puoi incolpare perché è INCOMPRENSIBILE
La voglia di finire è umana, e uno che ha assistito alla prima di Amleto deve saperlo. Molte volte non è voglia di vivere, è paura di morire.
Non c'è la giustizia certa, sono bugie per i bambini, perchè c ela facciano a credere in qualcosa
sento un pugnale nel cuore e sono felice che tu ce l'abbia messo
tua, Setsy

Recensore Master
12/04/20, ore 12:45

Ciao cara **
Ma... ma... ma io non ho parole. Il mio cuore. Questa one shot è bellissima e fin qui ci eravamo, ma non pensavo potesse essere così struggente e profonda. Gli anni 70, un periodo storico che mi piace tantissimo, penso che sia assolutamente IC il fatto che Aziraphale non vi si trovi proprio benissimo, considerando che tipo sia. Eppure una sera, così, decide di uscire. Se devo essere sincera, quando si è ritrovato in quel vicolo, temevo fosse successo qualcosa a Crowley. Quando ho capito che non era lui, mi sono sentita sollevata da un lato, ma sofferente dall'altro. Crowley che tiene tra le braccia il corpo di un ragazzo senza vita, un ragazzo che si è tolto la vita con la droga...
Crowley sarà un demone, ma è così umano, perfino più di certi esseri umani stessi. Effettivamente porge ad Aziraphale una domanda che io, ma penso anche molti altri, mi sono posta: perché i suicidi sono considerati peccatori e quindi devono andare all'inferno?
Non voglio mettermi a fare discorsi filosofici/teologici, pure perché non ne sono in grado, ma la domanda di Crowley, che si sente svuotato e addolorato, è più che naturale è legittima. Perché Dio li lascia a loro, quando coloro che si sono suicidati hanno già sofferto abbastanza? Sono rimasta molto colpita. E ho trovato bellissimo il gesto di Aziraphale che sfiorando quel corpo, pronuncia una benedizione. Non lo so, ci ho trovato qualcosa di dolce, ma anche di terribilmente amaro. Quindi niente, sono felicissima di averla letta, ogni volta è un'emozione diversa.
Buona Pasqua <3

Nao

Recensore Master
31/03/20, ore 12:47

Come affrontare la quarantena? Semplice: leggere tutte le storie pubblicate da GladiaDelmarre. Ho già cominciato a farlo e credo che con molte probabilità in questi giorni troverai parecchi messaggi in cui ti chiederò di pubblicare nuove storie. Con la tua scrittura e la tua sensibilità sei stata in grado di farmi amare due personaggi di cui non avevo avuto modo di conoscere prima. Ho divorato le tue one shot ed ho imparato a conoscere Crowley ed Aziraphale, due personaggi empatici, belli, a volte complicati ma tanto sensibili ed emozionanti. La loro peculiarità mi ha così tanto incuriosita che ho deciso di vedere la serie tv. Quello che ho provato mentre guardavo le puntate è stato strano. Io conoscevo già quei personaggi perché li hai rappresentati così fedelmente e fin troppo bene che era come se vedessi un capitolo della tua one shot. Con ciò voglio dirti che sei bravissima e che attraverso le tue parole si percepisce l’amore che hai per questi personaggi. Sei fatta per scrivere di loro <3
Questo capitolo è stato molto emozionante e riflessivo. Hai portato alla luce una realtà ahimè ancora esistente. Queste “pratiche” dovrebbero far piacere al lato oscuro perché portano inevitabilmente sulla cattiva strada e spesse volte, com’è accaduto in questo caso, anche alla morte. Eppure Crowley è diverso dalla sua natura demoniaca, lui si dispera e si ribella alle leggi del suo mondo di appartenenza. Non accetta questa ingiustizia ed il pensiero che quel ragazzo fosse morto lo tormenta. È questo ciò che mi piace di Crowley la sua presa di coscienza della realtà, il suo ribellarsi continuamente nei confronti dell’ingiustizia. Ha dei sentimenti e non ha paura di rivelarli. Al contrario forse di Aziraphale che teme di sbagliare e di prevaricare sulla sua natura angelica. Ma nonostante le divergenze sono sempre insieme, si ritrovano un accanto all’altro, si completano. E mamma mia quanto li ho amati anche in questo contesto. Sei pazzesca e le tue storie rimarranno sempre nel mio cuore.
Alla prossima cara!

Recensore Master
15/03/20, ore 22:45

Cara,
ritorno su questi lidi e mi faccio inondare da una realtà così disperata, quella del suicidio, quella dell'autodistruzione di un individuo che trova del sollievo nelle droghe, in quei pochi attimi in cui regalano sballo e leggerezza e che trova la disperazione e l'oblio quando l'effetto svanisce. Triste, ma dannatamente attuale, dannatamente vero. Gli anni 70 hanno di certo portato novità fresche, nuovi pensieri, nuove abitudini, evoluzione, ribellione... evasione dalla realtà. Annullamento dalla stessa, quando diventa un peso troppo grande da sostenere.

E qui il mondo e il pensiero si divide. Perché Dio non approva che il suo dono venga buttato in questo modo; dio non vuole che il percorso che dovremmo seguire e che porta verso l'eternità, venga spezzato da noi. Il disegno divino non è qualcosa che ci compete, e deve rimanere un dogma da esplorare fino alla fine dei nostri giorni, che non siamo noi a stabilire... ma è crudele pensare che un individuo debba soffrire, trovare un appiglio in qualcosa che un appiglio non lo è, almeno per lui. È un peso, una spada di damocle ma, la verità, è che non si può sapere quanto ci si senta inadeguati quando si ha il bisogno e il desiderio di non appartenere più al mondo e spegnersi, proprio per non provare più quella sofferenza.

Chi rimane si pone domande, di fronte a questo mistero che è la vita, perché laddove un individuo trova un senso, alcuni non lo fanno. E' legittimo dunque giudicare chi decide di "andare via"? È un concetto estremamente crudo e filosofico, ma come sempre tu riesci a snocciolare questa delicatezza e ce la traduci in scritti profondi, a volte brevi, che però sono in grado di dare un graffio all'anima, e ci pongono in quello stato di riflessione dove la vita continua, imperterrita, ad essere un mistero.
Bellissima, sul serio... non so che altro dire, solo wow.
Ogni volta mi sorprendi di più ♥
Miry

Recensore Master
04/03/20, ore 21:33

Cara Gladia,
In questa shot tocchiamo i temi scottanti della nostra quotidianità e di un passato recente che mi fa venir voglia di mettere su Bowie e Heroes. Parlo ovviamente della droga, raccontata in maniera così terribile in Noi, i ragazzi dello zoo di Berlino, che si lega inevitabilmente alla prostituzione ma che è figlia anche di un male di vivere che ha caratterizzato la gioventù, e non solo, del Novecento. Ora potrei partire con una filippica sui Pink Floyd di The Wall, alla generazione dei figli di coloro che hanno combattuto per la libertà che hanno provato a prendersela, quella libertà stessa, scardinando vasi di Pandora, proponendo la libertà di agire, vivere, sceglier e anche assecondare inclinazioni. L’anelito alla vita, però, a volte si traduce in un malessere che parla proprio – e tu lo hai fatto – del rifiuto di quello che è considerato il dono più prezioso.

Azipharale lo sa, così come sa (e lo sappiamo anche noi grazie a Dante e a Pier delle Vigne) che la scelta di porre fine alla propria esistenza è una tragedia che si unisce alla tragedia. Coerentemente con altri tuoi racconti, Crowley è colui che pone il seme del dubbio e si oppone alla visione semplicistica divina: perché i suicidi, che sono stati spinti da una serie di condizioni e di dolorose fragilità alla morte, devono bruciare all’inferno? A questo Azipharale, in cerca di vita, non sa dare una risposta. La prima parte della shot non è tesa solamente a descrivere il panorama di una Londra decisamente punk sulle note di Anarchy in the U.K., ma anche nel mostrarci un angelo infastidito dalla piega molto poco cool che sta prendendo la società e la città. Trovo molto poetico che il suo cercare la vita si sia scontrato con una delle sue fasi più dolorose e importanti, la morte. Bellissimo e ricchissimo, come sempre. <3
Con affetto,
Shilyss

Recensore Veterano
24/01/20, ore 23:28

Toccante, davvero.
Mi ha molto emozionata questo racconto, per vari motivi, alcuni molto personali...
Mi è piaciuta molto la tua descrizione del cambiamento nella città e nelle persone.
Un gesto gentile da parte di un demone disperato, e una preghiera sussurrata da un angelo...

Recensore Junior
04/01/20, ore 17:14

Ennesimo tuo meraviglioso tessere descrittivo dei nostri immortali. La vita, inutile dirlo, a volte è crudele. Entrambi i pensieri di Cro e Azi sono giusti. Crowley non ha certo l’essenza di un demone ma sembra profondamente un angelo in mezzo alla disperazione umana. Che dire, bello e drammatico questo capitolo, impegnativo e profondo. Il tuo scrivere passa magistralmente su più note del pentagramma, basse o acute d’accompagnamento o da solista. Sempre più bello leggerti in quanto mai ripetitiva e sempre profonda. Un abbraccio ed un bacio speciale oggi 😘
🥂🍾

Recensore Master
04/01/20, ore 15:43

ma rieccoti a postare queste cose così profonde, che non fanno pesnare solo Azi, sai? Qualche domanda ce la fanno fare anche a noi esseri umani, che a volte di 'umano' abiamo molto poco...

si vede che è poprio squarciata in due questa shot, l'inizio è più leggerino con Azi ch mal si adegua all'arrivo degli anni '70 , la sua musica, i suoi colori, ma ahimè.. anche le sue droghe

Crowley inginocchiato lì in quell'Inferno in Terra è un'immagine che fa male.. a volte è più angelo lui di tutti gli angeli messi insieme e sì, spiace dirlo, ma anche di Azi, che a vlte è tropo vigliacco, anche se lo so, ciccino, che soffre.

e tu sei bravissima a rendere tutto questo <3

p.s. Auguri!! Ma non è un regalo questa recensione, sai che sarei passata comunque ;)

Recensore Junior
04/01/20, ore 15:28

Ecco, un altro tassello verso l'essere umani, e un altro boccone molto amaro, forse il più difficile e incomprensibile.

Perché il concetto di morte come disgrazia, come punizione o come male necessario, è un conto; ma quando si entra nel concetto di morte auto procurata, per scelta (o come conseguenza di un atto comunque autodistruttivo), siamo dentro qualcosa che non poteva essere stato previsto all'inizio dei tempi (non se accettiamo l'idea di una divinità benevola).

Il suicidio è insieme un atto di grande dolore e di ribellione estrema; e solo per dire le prime cose che mi vengono in mente, tira in ballo il concetto di brevità dell'esistenza (e della scelta di renderla addirittura più breve..! un bell'enigma per esseri immortali), di trappola (test them to destruction, did You..?) e soprattutto di grave ingiustizia.

Perché porre gli esseri umani di fronte a certe sfide, senza i mezzi per superarle?
Perché chi sfugge al gioco deve oltretutto essere condannato ed esiliato dal regno dei cieli?
Perché..?
Le domande, abbiamo imparato, sono pericolose.

E se come sembra il quadro divino di Good Omens è più simile a quello ebraico, piuttosto che quello cristiano (figuriamoci quello cattolico), il purgatorio e tutte le sfumature di attenuanti che sono state introdotte dalla Chiesa potrebbero non essere valide.

O bianco o nero, inferno o paradiso. Per sempre.

E' tutto da capire se il dio di Good Omens sia così o se abbia "cambiato idea" nel tempo.


E non farmi cominciare col pensare che in questo frame di tempo, Aziraphale ha dato a Crowley l'acqua santa da appena pochi anni.

ANYWAY.

Breve ma intensa, e non poteva che essere così.
Ouch ;___;

Recensore Veterano
04/01/20, ore 14:09

Oh mamma che capitolo difficile da mandar giù. Corto e micidiale.
Crowley non resta mai indifferente o divertito di fronte a queste cose, come un normale demone farebbe, ma cerca di caricarsi sulle spalle un po' di quel dolore; una delle cose per cui amo questo personaggio. Aziraphale che può fare davanti a questa scena? Non può e non vuole arrecare a Crowley altra rabbia e sofferenza parlandogli di quanto la vita sia sacra a Dio, quindi fa la cosa più semplice e giusta che potrebbe fare in quel momento: affianca Crowley e mostra pietà per la vita appena perduta.
"Torna a casa" una frase che può essere indirizzata da Aziraphale sia al demone che al deceduto, e che in ogni caso ha un effetto struggente.
Ne approfitto per farti ancora gli auguri di buon compleanno e quelli di buon inizio anno.
Alla prossima!



Nanami