Tesoro,
infine giungo a te come sempre incantata dall'amore che metti nei tuoi scritti e nel rappresentare loro due, come se stessi dipingenddo un meraviglioso acquerello fatto di tanti colori diversi, che però fusi creano un equilibrio affascinante e incantevole.
Al centro della fusione dei colori c'è la visione opposta e uguale del mondo. Gli umani affascinano entrambi, e dove Crowley vuole conquistarli, Aziraphale vuole osservarli. È più che convinto che il destino, il fato, farà il suo corso e che non vi è alcun motivo di tentare l'essere umano per portarlo a credere in Lei... l'essere umano lo farà, gli basterà vivere, evolvere, probabilmente credere senza alcuna pretesa.
Crowley incarna una dea che conquista, che ammalia, ma alla fine dei giochi la fede è la stessa sempre, da sempre e per sempre. Quando si ama qualcosa senza chiedersi come, quando e perché è avvenuta c'è un sentimento univoco che lega ogni credente, chiunque esso sia, e Lei può presentarsi in qualsiasi forma, ma sempre di Lei si tratterà, se è l'unica, se la si invoca pur non sapendo chi è, come se se ne avvertisse la presenza, anche se non si è ancora pronti ad abbracciare uno specifico quadra religioso. Dopotutto non esisterebbe religione senza il paganesimo, no? È un percorso, e interferire o non interferire non cambierà le cose, ma spezzare quel dogma, dividendo loro due da qualsiasi cosa, sia dall'umanità che li circonda, sia dalla spiritualità di cui sono fatti, con quella corona in testa che incorona qualcosa che è sia umano sia spirituale: l'amore.
Non ho parole, solo un cuore caldo, ed è tutto merito della tua sensibilità che sempre mi colpisce al petto.
Miry |