Recensioni per
Come lacrime da una stella
di padme83

Questa storia ha ottenuto 20 recensioni.
Positive : 20
Neutre o critiche: 0


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Recensore Veterano
03/07/21, ore 21:28

Ho letto questa storia grazie all'iniziativa del Giardino e mi chiedo perché io non ti abbia mai letto prima. Questa storia è scritta in un modo che ti prende e ti fa sedere di fronte ad Albus che sorride, che ti risponde con la voce che non si incrina, mentre dentro è a pezzi e gli si vedono tutti, quei pezzi che sta perdendo e che sta facendo inghiottire dal buio. Si avverte la mancanza che ha del suo amore, il dolore che si porta sulle spalle e quanto è ben scritta questa storia? Non so dirtelo, davvero... ma ora corro a leggere il secondo capitolo 😍😍😍

Recensore Master
08/11/20, ore 14:44

Sono molto contenta di poter iniziare questa nuova piccola raccolta di storie, visto che sono rimasta molto indietro con le letture e ci tengo a leggerle pian piano tutte. Ho visto che hai postato questa particolare storia il giorno del mio compleanno e mi ha fatto piacere, anche se si tratta solo di una simpatica coincidenza.
E' un momento di totale oscurità per Albus e in questa storia hai fatto sentire tutta la sua disperazione, il vuoto, la solitudine, la mancanza di una via d'uscita. Albus sta affrontando la morte di Ariana e lo sta facendo da solo, Gellert non è con lui, non c'è nessuno a contenere il suo dolore, ad aiutarlo a uscire dall'abisso. E nella sua disperazione Albus cerca ossessivamente Gellert, lo cerca, lo desidera, ha bisogno di lui, di piangere e sfogarsi tra le sue braccia, di dimenticare ogni sofferenza e perdita nella passione, di tornare con lui nella bolla incantata del loro amore... E' angosciante immedesimarsi nel dolore di Albus e il modo incalzante in cui scrivi fa sentire ancora di più la sua assoluta disperazione, fa mancare il fiato.
Il finale, però, sembra regalare un soffio di speranza. In qualche modo Gellert è lì, è accanto a lui, l'unione delle loro menti e delle loro anime gli consente di essere comunque presente nella vita di Albus, solo che... in questo momento possono trovarsi solo nei sogni, mentre Albus avrebbe bisogno di una stretta concreta, di baci, di un amore vero e fisico, di una presenza solida accanto.
Una storia un po' diversa dalle altre, che esplora altri momenti della vita dei due amanti e che li vede separati. E' bello comunque che tu cerchi ogni volta di approfondire emozioni e sentimenti dei tuoi personaggi in situazioni diverse, anche molto difficili come questa. Non si rischia mai di annoiarsi con te e con Albus e Gellert, anzi ogni storia nuova che scrivi è una sorpresa, un nuovo modo di vederli e raccontarli. Sei bravissima e piena di idee e passione per la tua bellissima coppia.
A presto!
Abby

Recensore Master
25/04/20, ore 12:21

Ciiaoo cara, perdona il ritardo ma eccomi per lo scambio, ero curiosa di leggere qualcosa di tuo e finalmente ho visto animali fantastici 1 e 2 e ho CAPITO perché è nata questa ship 😍😍
Di Gellert è più difficile dirlo..ma il giovane Silente è cooooosiì innamorato di lui che è una cosa imbarazzante. E tu lo hai trasmesso benissimo, la sua ossessione disperata, con questo linguaggio e questo stile così poetico (ma i versi all'inizio?sono tuoi? Wow) e quest'introspezione pazzesca.
Il mio momento preferito è quando li vede nell'oscurità e in quell'oscurità lui vorrebbe darsi piacere, ricordandolo, ma senza di lui non può, non è la stessa cosa...molto, davvero molto significativo.
Saranno anche solo 815 parole, ma hai trasmesso un mondo 🤩🤩🤩
Bravissima, spero di aver occasione di scambiare ancora..sbaglio o nelle note hai detto Rumbelle?😍😍😍😍

Recensore Master
29/01/20, ore 12:45

Cara Padme,
Finalmente ce l’ho fatta a recensire questa perla! **

In una parola, è bellissima. Amo particolarmente Pavese perché ho avuto modo di leggere i romanzi, il diario e le raccolte di poesie e devo dire che mai come in questo scritto hai saputo raccontare la forza e il dolore che caratterizzavano l’opera di Cesare e il suo sentire, la sua sensibilità. Stilisticamente c’è molto di lui e della pacata quiete con cui scriveva i suoi versi che rivelano, in verità, tempeste di sentimenti e di emozioni spesso incomprese. Qui c’è Albus come protagonista. La sua immagine sempre luminosa si unisce e cerca virtualmente quella, attualmente distante ma perennemente presente, dell’alto sé, dell’anima gemella, del bredhu, del “fratello” che riporta a certi meravigliosi pezzi del Cantico de’ Cantici dove la persona amata viene definita come sorella/sposa/amica/amante e il termine di fratellanza indica (ovviamente) non un legame sanguigno o similare a esso, ma l’essere, platonicamente l’altra parte della stessa mela. Albus si sente isolato, nel suo nuovo incarico. La tragedia di una morte angosciosa perché accaduta a una sorella di cui doveva avere cura e la lontananza anche dalle persone che non si sono rivelate come dovevano essere contribuisce a rendere ancora più angst questo dialogo a senso unico muto, ridondante, sì, ma come solo i pensieri umani sanno essere.

Pur essendo addolorato, il tuo Albus rende perfettamente l’idea di quello che sarà un pilastro del mondo magico per ancora molti anni. È fiero, è sicuro di sé e ha le spalle abbastanza grandi per sopportare il dolore, anche se umanamente sente il bisogno (anche fisico e maschile) di avere accanto a sé l’uomo che ama. Nei momenti di dolore trovare consolazione nei rapporti più forti che instauriamo nelle nostre esistenze è un po’ come seguire la stella polare quando si è in mezzo al mare. Un modo per orientarsi e ritrovare sé stessi. Di Albus apprezzo l’onestà intellettuale e la chiarezza di pensiero che contraddistinguono tutta la flash, ma in modo particolare quel riconoscere che il mondo sentimentale inizia e finisce con Gellert. Poi, certo, c’è il resto – un lavoro che è una missione, che è dedizione, intelligenza e comprensione, che è una scommessa per il futuro, ma per ora ci sono (ed è quello che serve dopo una perdita così grave e tanto straziante) la meraviglia e il miracolo di due anime connesse, di due cuori che, citandoti, battono all’unisono. È stupenda e leggerti è un piacere, oltre che un onore.
Un abbraccio,
Shilyss

Recensore Master
22/01/20, ore 18:45

Cioè, vabbè, no, aspetta che mi riprendo... e io che sono passata di qua così pensando a qualcosa di leggero...
Eh no, dovevi avvisarmi tesoro, certe cose così a tradimento non si fanno ! :)
Scherzo, ovviamente... certo non è una lettura allegra, ma, perché c’è sempre un ma... l’ho trovata vivida e forte in maniera spiazzante.
Dal modo in cui hai descritto il tormento di Albus ci ho visto ogni dettaglio, ogni crepa, ogni pensiero, ogni dolore.
Sta male, si sente e si vive, eppure cerca d’essere gentile, sorride cortese, ma è solo una maschera...
Ora, io ricordo che tempo fa mi spiegasti della morte della sorella Ariana, da che ho capito qui, Albus e Gellert si sono divisi?
Però non capisco, mia ignoranza, il riferimento di Albus agli amici traditori...
Ad ogni modo ho apprezzato molto alcuni passaggi, tra cui il più evocativo, per me, è questo:

“ Sei il desiderio immutabile che secca il sangue, morde le vene e tritura le ossa.
Sei il grido che non posso – non riesco, non voglio – soffocare.
Sei l’eterno rimpianto, il rimorso bruciante, il dolore che non concede tregua – sei la rabbia, la paura, la colpa.”

Sembra che qui il dolore che prova Albus abbia una sua dimensione, sembra quasi un’entità distinta da lui e che lo tortura nel pensiero di Gellert, ce lo inchioda lì.
Sembra che qui non ci sia spazio per la ricongiunzione, come se tutto fosse spezzato, rovinato dalla rabbia e dalla “colpa” appunto.
Però è così poetico il modo in cui esprimi il suo sentire sia sul piano fisico e mentale.
Lo abbraccerei Albus se potessi, spero tu abbia per lui in serbo qualche frammento di luce e di gioia...
Complimenti cara!
Un inizio anno nuovo col botto!
Sono sempre felice di vedere che trovi ancora tempo e modo di regalarci questi piccoli frammenti di eternità su carta...
A prestissimo
Ladyhawke83

Recensore Master
16/01/20, ore 13:40

Credo che qualcuno dovrebbe inventare nuove parole di lodi, quelle che ti ho già scritto non mi bastano più.

Perdonami, ho lasciato per un attimo Vide Cor Tuum perchè ero curiosa.

Hai quindi scritto una poesia d'amore. Un canto, un lamento disperato e struggente di Albus per Gellert.
Leggo consapevolezza del distacco. Della mancanza, dell'assenza. Tanto che Albus riesce a sentire la presenza di Gellert ovunque, in ognuna delle piccole cose, dei gesti quotidiani, degli incontri casuali e delle risposte date per convenienza, della bellezza attorno a sè, del terribile vuoto che sente.
Questa assenza è tangibile, palpabile, assordante. Tanto da soverchiare e coprire ogni altra sensazione. E' terribile, ma ci si aggrappa nonostante tutto, perchè lasciarla andare è impossibile.

Forse non ti ho ancora mai scritto quanto sia meraviglioso che tu abbia usato dei soprannomi per loro due, che loro stessi usano tra loro. La trovo una cosa meravigliosa, intima, appassionata. Una cosa che fanno gli innamorati, e quindi splendida perchè racconta in qualche modo di un attimo incredibilmente privato a cui siamo ammessi perchè tu ce lo rendi possibile.

Tu parli di Albus e Gellert come se fossero una sorta di emanazione di te, li hai interiorizzati tanto profondamente da viverli, respirarli, e quello che leggo del tormento di uno o dell'altro passa da te, dentro di te, contaminato da come tu sei. Leggo tanto di te in tutto questo, e immagino quanto ricco sia il tuo mondo interiore, che popoli di un amore così immenso, un amore incredibile e oltre la morte. Ogni volta mi commuovi perchè anche solo sognare un legame così (e a maggior ragione, sapergli dare voce e rendergli giustizia) è qualcosa di unico.
Grazie <3

Spero che tu decida di continuare questa raccolta, ad ogni modo. Sai che ti seguirò anche qui <3

Recensore Master
14/01/20, ore 23:30

Mon amour,
che bello sapere che sei tornata... è sempre un colpo aprire gli autori preferiti e vederti spuntare – ovviamente, il colpo, è positivo e incantevole.
E ritorni a raccontarci di loro, che pure se separati non lo sono mai davvero; della disperazione nel cercarsi ma, stavolta, non c'è nemmeno bisogno di farlo. Gellert è ovunque; è in qualsiasi cosa e in ogni persona, spirito, chiacchiera, rumore, luce... Gellert c'è, è presente: è un ricordo ma anche un'ombra; una presenza occultata ma anche palpabile, in quei baci umidi lasciati al cuscino.
Esiste. C'è, nella mente, nel corpo, nel ricordo degli odori e nella disperazione intensa di questo amore che arde, brucia, che butta addosso il desiderio di donarsi piacere per colpa del suo pensiero, ma è anche lo stesso pensiero che frena quell'intento, perché senza l'altra parte, senza le mani dell'altro addosso, senza il suo sguardo e la sua pelle contro, non è lo stesso e non lo sarà mai.
Ci presenti un Albus solo, pieno di conoscenti, ma privo di amici... una solitudine che cela davanti a una faccia sicura, dolce, di fronte a chi gli chiede quando comincerà la sua nuova vita – capovolta, ad Hogwarts.

La lettura poi sembra un quadro, un dipinto ad acquerello, che racconta tutto ciò che Gellert è per Albus, dagli oggetti più insignificanti, dalle cose più passionali e calde, fino a quelle più dolorose, che lasciano cicatrici addosso, che logorano.

nessun appiglio cui aggrapparmi mentre attorno a me il suolo trema, si spacca e mi inghiotte – ci inghiotte, la inghiotte! –, ancora, ancora e ancora. Mi sono innamorata di questa frase.

E Gellert continua ad essere ogni cosa, ogni persona, ogni suono, ogni spaccatura... la maledizione di un ricordo che porta all'oblio e poi, infine, è ciò che più li lega, ciò che più li indetifica come una cosa sola, com un'unica entità legata tra mente e anima: il cuore.
Mon amour che altro dirti? Ogni volta sei un graffio all'anima che brucia; una ferita ma che ho sempre immensamente bisogno di riaprire, perché ne ho bisogno. Sono innamorata dell'amore, e di questo ne sono certa. Per questo leggerti alimenta questo mio bisogno di continuare ad innamorarmi delle storie d'amore così, che bruciano sulla pelle e lasciano il segno. Perciò, prenditi tutto il tempo che vuoi ma per favore, ti prego... ho bisogno di leggerti e di come ti prendi cura del loro amore ♥
L'ho amata, a dir poco, perciò non deludermi e torna, appena puoi.
Ti aspetto sempre,
Miry

Recensore Master
14/01/20, ore 02:01

Avevo dimenticato di recensire questa piccola perla, e ho rimediato.



Sono rimasta incantata delle parole che hai utilizzato per descrivere il desiderio spasmodico che ha Albus, di cercare sempre Gellert.




Il suo è un bisogno fisico e mentale.



Perché rappresenta il suo ossigeno, l'aria che respira e soprattutto la vita.




Nonostante ciò si avverte l'angoscia che prova al pensiero di dover combattere contro di lui, dato che hanno destini avversi.




Cercando di godersi l'attimo, e di stare con lui il più possibile.



Godendosi tutti i momenti felici, che può farsi bastare.



E il discorso è reciproco ovviamente.



Ottimo lavoro... 😍

Recensore Master
13/01/20, ore 19:06

Amo l'anghst e amo come riesci a rendere le ombre e i tormenti di Albus.
Il personaggio che ci mostri in questa storia è così lontano sia dal giovane brillante e appassionato di altre tue storie che dal buffo anziano preside a cui siamo abituati.
Il suo è un dolore dignitoso, che non si mostra agli altri ma che lo logora nella solitudine di una vita che ha perso i contorni e le piccole cose quotidiane sembrano comparire improvvise, punti di riferimento smarriti anche loro, come se avessero perso l'ancoraggio che li rendeva tali.
In particolare, i baci al cuscino, un corpo che non si rassegna danno il senso della profondità della sua perdita: non è un oggetto inanimato, è un'anima viva, un corpo caldo che cerca di reagire ma si perde nel tentativo, incarna tutti gli altri elementi.
Oltre a questo, mentre leggevo le citazioni che sai sempre inserire così appropriatamente, mi sono ritrovata a pensare che probabilmente sarebbe splendido averti come insegnante di letteratura. ^^'
Se continuerai trasformando questa OS in una raccolta di flash, la leggerò con molto piacere.
Alla prossima. ^^

Recensore Master
13/01/20, ore 09:51

Ciao!
So di aver ancora la raccolta da terminare, ma questa nuova pubblicazione mi ha attirato come miele.
Sono davvero senza parole: amo moltissimo il tuo modo di scrivere, e credo che tu sia una delle penne più originali su cui mi sia capitato di posare gli occhi, da quando frequento il sito.
Amo moltissimo la poesia che riesci a infondere in ogni riga, e poco importa che si tratti in fondo di prosa. Amo il tuo procedere per citazioni (esplicite e meno esplicite), e questo rendere i personaggi estremamente umani, andando a dipingere l'amore e i sentimenti e la sofferenza e i legami con una forza espressiva incredibile.
La voce di Albus, attraverso questo lento cercare di far passare un giorno dopo l'altro, una nuvola dopo l'altra, in questo tentativo di squarciare il velo ottundente del lutto e della perdita è qualcosa di straziante. Trovo perfettamente calzante tutto questo tornare quasi ossessivo sulle piccole cose, sui gesti quotidiani, sullo scorrere del tempo scandito da una pendola, il suono della pioggia, la consistenza di una tazza sotto le dita... sono le piccole cose a cui ci si aggrappa per cercare di andare avanti, ma sono anche quelle che, inaspettatamente, proprio per la loro quotidianità, rischiano di riportare alla mente chi non è più al nostro fianco.
Terribile, davvero. Hai una capacità unica di rendere concreti i sentimenti, e lo sai fare con delle immagini estremamente vivide ed espressive.
Mi sento sempre un po' in difficoltà nel recensirti, perché mi rendo conto di quanto i tuoi testi siano densi e assolutamente impossibili da ridurre a una semplice storia, ma ci tengo comunque a provarci, se non altro per esprimerti i miei più sinceri complimenti.
Spero davvero che questa storia possa essere l'inizio di una nuova raccolta.
Ancora tanti complimenti, e a presto!