Recensioni per
Souvenir di un momento vissuto
di blackjessamine

Questa storia ha ottenuto 17 recensioni.
Positive : 17
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
25/09/20, ore 12:13

I posto



Souvenir di un momento - blackjessamine



Stile 8.7/10

Stile dal ritmo lento, con un registro formale, la cui resa espressiva è molto buona, amalgamandosi al tema e al contenuto. Inizialmente solo frasi semplici suggellate dai pensieri dal punto di vista della ragazza. Solo come delle piccole saette volte a create un’atmosfera priva di emozioni, soltanto alla fine si sente della rabbia.

Mi è piaciuto molto lo stile freddo da te utilizzato ma non l’ho sentito veramente adatto al personaggio, come se fosse troppo ricercato per essere spontaneo, troppo “forbito” (anche se non lo è); sono in una situazione di stallo perché mi piace ma allo stesso non mi convince per questa precisa storia.



Trama 10/10

La tua drabble è davvero molto particolare perché, se ad una prima lettura la coesione delle singole frasi non è così evidente, leggendo attentamente si vede la sua complessità L’intreccio è composto da poche frasi ma ben piazzate, misurate per dare un messaggio che non ha bisogno di troppe parole. La ragazza protagonista sta vivendo un momento storico e non lo sa, non le interessa, nella conclusione comprendiamo le sue motivazioni, con poco hai detto tutto.



Personaggi 10/10

La tua protagonista è una testimone oculare di quello che per noi è solo un momento storico, la vittima di una guerra di cui non capisce le motivazioni, l’unica cosa che conosce è la fame, non ha emozioni, non le interessa niente, anche il suo futuro matrimonio sembra soltanto uno degli avvenimenti della sua vita, se deve accadere… che accada. L’unica cosa che riesce a smuoverla è un particolare, una piccola cosa che invece assume un valore importante: il lusso contro la fame. Non dici il suo nome ma racconti con poco chi sia.



Gradimento personale 4.5/5

La storia è ricca di avvenimenti importanti, ma la quotidianità del popolo non è mai raccontata, come se fosse meno importante. La tua storia fa vedere la guerra come agisca oltre che sul fisico anche nell’anima, annientandola quasi. La frase finale, così lapidaria e senza sentimenti è una ferita aperta

33,2

Recensore Veterano
29/04/20, ore 13:04

Ciao :)
Sto leggendo tutte le storie partecipanti al contest "Il meglio di me" e sono giunta anche alla tua.
Ammetto che, benché il periodo storico sia chiaro, mi ha fatto bene leggere le spiegazioni che hai lasciato sotto la drabble.
Mi ha colpito il fatto che tu abbia scelto di scrivere di un attimo del genere, associando al momento vissuto le impressioni di una ragazza (tua nonna) che, di fronte a spari, sangue e morte, è rimasta impassibile, concentrata su quello che invece le rimarrà impresso per il resrto della vita.
Complimenti anche per aver racchiuso in così poche parole un significato estramamente profondo, non è cosa da tutti.

Recensore Master
11/04/20, ore 20:20

Ehi, ciao!
Anche io partecipo al contest di milla e ho pensato di passare a dare un'occhiata alle altre storie ^^
Io e la Storia non andiamo d'accordo, nel senso che non mi è mai piaciuta, ma curiosamente l'unico periodo storico che mi ha sempre colpito e di cui "so di più" è proprio quello di cui parli tu in questa drabble; certo non so chissà che cosa, e per questo ti ringrazio per aver spiegato un po' di cose nelle notie finali ^^
È veramente doloroso pemsare che i nostri parenti, senza andare tanto lontani, i nostri nonni, abbiano vissuto dei momenti tanto difficili. Anche mia nonna mi ha raccontato delle cose su quel periodo, ma ovviamente la zona era diversa, anche se poi certe tradizioni, le marce, le canzoni, le razioni di cibo erano uguali in ogni posto.
Il fatto che tua nonna fosse lì è veramente triste, perché "bisognava andare". A volte nella memoria delle persone rimangono incastrati quei dettagli apparentemente insignificanti, come nel suo caso le calze di seta che hanno assunto - forse anche per una questione di rimozione del trauma - quasi più importanza dei cadaveri che erano sparsi lì attorno.
La tua drabble mi ha fatto riflettere molto ed è stata molto bella e toccante, davvero complimenti perché sei arrivata dritta al cuore e hai raccontato qualcosa che non potrebbe essere più vero.
Buona fortuna per tutto e alla prossima <3

Recensore Master
26/03/20, ore 00:28

Ed eccomi per lo scambio a catena del giardino.
Allora: ammetto che pur essendo molto interessata alla II guerra mondiale mi sono dovuta andare a rivedere la data perché non me la ricordavo e quindi non mi aveva fatto apprezzare appieno la shot, ma una volta che mi sono riducumentata e riletto allora l'ho davvero apprezzata.
Seppure molto breve descrive bene i particolari di quella giornata: gli spari, i colpi di mitra, la gonna a cui la donna protagonista è rimasta impressa.
Che dire, hai scritto brevemente ma bene, anche se può risultare confusionario ma qui con il contesto direi che non stona affatto, perché penso che chiunque viva una cosa simile abbia ricordi confusi proprio per il caos e anche lo shock.
Ti faccio i miei più sinceri complimenti, è bello vedere qualcuno che scrive su quel terribile periodo storico, non dobbiamo dimenticare quello che è stato proprio a modo che non succeda mai più, ancora complimenti, continua così ciaoo ^^.

Recensore Master
03/03/20, ore 14:07

Cara Blackjessamine,

era un po’ di tempo che volevo recensire questa storia in cui la visione tra storia pubblica e privata si fonde perfettamente com’è giusto che sia, perché la guerra e le vicende storiche sono, alla fine, fatti privati. Due sono i sentimenti che prevalgono in questa bellissima drabble. Una è il risentimento per le calze di seta, giudicate un vezzo indicibile per una ragazza di sedici anni che ha vissuto la fame e un inverno e qualcosa tra i più difficili della storia italiana - l’8 settembre del ’43 c’è l’armistizio e si dovrà aspettare fino al 25 aprile del 1945 per avere la Liberazione dal Nazifascismo, un periodo di tempo più duro soprattutto al nord. È indicativo che tu abbia usato nelle note il termine “storia privata” perché leggendoti ho immediatamente pensato a Beppe Fenoglio alla sua opera chiamata “Una questione privata”. Ma torniamo alle calze, un bene di lusso (gli americani le porteranno in dono alle francesi da sedurre, ma erano in banale nylon) e all’effetto di estraniamento che la visione di Claretta provoca nella protagonista. Non la vede come lei. Non vede in lei i sacrifici fatti, l’infanzia compromessa dalla guerra e dal freddo e dalla fame. Le calze di seta sono simbolo dell’oppressione. Ed è bellissimo, per me, leggere di questa ragazza sedicenne fierissima che sa di dover far parte della storia, sa che in piazza deve esserci perché quello è il momento in cui (e grazie a cui) l’Italia ha dato prova agli altri paesi di aver resistito, che vent’anni di dittatura non c’erano piaciuti (qui mi fermo ma potrebbe partire Bella ciao.”).

Poi c’è il riferimento al futuro, a questo marito che ancora non c’è e che condivide con la protagonista la voglia di cristallizzare piazzale Loreto, di non dimenticarlo, di testimoniare la propria libertà nella dissacrazione di un simbolo. L’altro elemento presente è la compassione. Carla la Bionda potrebbe fregarsene e dai resoconti di ciò che succedeva alle partigiane prese dai nazisti ciò avrebbe potuto anche essere un crudelissimo contrappasso, ma. Ma Claretta ormai è morta e la sua responsabilità è circoscritta. Lei e le sue calze di seta sono il vessillo della differenza, ma la gonna fermata dalla spilla sono il gesto pietoso che impedisce, per quanto possibile di fronte a una folla inferocita ed esasperata, lo scempio e l’offesa del cadavere, in una tradizione che affonda le sue origini fin nell’Iliade.

Ci sono storie sulla Seconda Guerra Mondiale che non sono state raccontate. Di cui sono rimasti pezzetti di ricordi, tragedie che stanno svanendo, cose che a noi bambini i nostri nonni hanno detto tra i denti o che, nel tempo, hanno perso di significato. Eppure noi dobbiamo portare attraverso il tempo quei ricordi e quel tempo, per non dimenticare. Grazie di aver condiviso <3
Shilyss

Recensore Master
28/02/20, ore 16:23

Santo cielo, questa drabble è una vera perla!
Neppure a farlo apposta, pochi mesi fa ho letto una biografia di Claretta Petacci ed Eva Braun e i momenti che precedono e seguono alla morte di Claretta mi hanno impressionata, il dettaglio della gonna mi ha rattristata tantissimo, ho apprezzato che avessero avuto pietà nel tenergliela ferma con una spilla.
Ora questa tua drabble mi ha riportata lì, mi ha trasmesso le medesime sensazioni che ho provato leggendo quel libro (era di Arrigo Petacco).
La tua drabble è scritta in modo magistrale, assolutamente, così ricca di dettagli, di sfumature, di differenze, hai saputo riunire perfettamente storia e racconti familiari... i miei complimenti, sono veramente ammirata ed impressionata. Grazie. Una degna lettura.

Recensore Master
26/02/20, ore 10:43

SESTO POSTO, CON UN TOTALE DI 40,5/45
blackjessamine, con “Souvenir di un momento vissuto”

Grammatica:
Perfetta!

Stile: 10/10
Senza fare troppi giri di parole, posso solamente affermare che questa drabble è incredibile sotto tutti i punti di vista. Iniziando proprio dallo stile, che riesce perfettamente a mostrare sia i sentimenti della protagonista che il tuo coinvolgimento emotivo come autrice, è perfettamente visibile l’eccellenza di questo breve frammento. Partendo dall’inizio, le prime quattro frasi sono fondamentali, in quanto conducono il lettore da una storia ben conosciuta, ovvero l’esposizione dei cadaveri di Mussolini e dei gerarchi in piazzale Loreto, alla storia privata della protagonista, le cui opinioni, che all’inizio sono identiche a quelle della massa che la circonda, diventano sempre più soggettive. È bellissimo l’effetto di parallelismo che hai creato, grazie anche all’utilizzo del corsivo. Allo stesso modo, il confronto prosegue successivamente, come nell’antitesi tra i verbi vedere e guardare, che tutti in teoria conoscono ma che alla fine nessuno usa mai, e infine tra la protagonista e Claretta Petacci, che è il punto focale del racconto. Infine ci sono due perle stilistiche non indifferenti: il risentimento che si cuce attorno al tessuto (geniale!) e la bellissima ipallage “spilla compassionevole”. Hai davvero una proprietà lessicale incredibile, e riesci a piegare perfettamente il linguaggio per creare le immagini più evocative possibili. Solo complimenti.

Trama, Originalità, Contestualizzazione e Sviluppo dei personaggi: 20/20
L’intera storia, come già visto in precedenza, si basa su un confronto, prima tra la protagonista e la folla, poi tra “Io”, quella ragazzina povera a cui la guerra ha strappato tutto, e “Lei”, la donna che sembrava inarrivabile e che ora è lì appesa, e che la giovane utilizza come bersaglio per il suo risentimento (un po’ come la donna che sparò cinque colpi a Mussolini per vendicare i propri figli, anche questo è un bellissimo parallelismo). In realtà Claretta Petacci con la guerra non c’entrava nulla: non era una donna ingenua come spesso si tende a credere, ma nemmeno l’amante inconsapevole accecata dall’amore per il potere; sicuramente non era lei la causa dei problemi dell’Italia. Tuttavia, nella visione della protagonista, lei stessa diventa una personificazione della Guerra, che porta via alle persone comuni tutto ciò che hanno: le bombe su Milano hanno distrutto la sua casa e la sua vita, e con i soldi che lei userebbe per prendere un po’ di pane quella donna si è fatta confezionare delle calze di seta. Se il contesto da te scelto non è originalissimo, essendo una delle pagine più conosciute della storia d’Italia, il modo in cui l’hai sviluppato (unendo un racconto privato a un’accurata rielaborazione letteraria) lo è assolutamente. La caratterizzazione della protagonista è coerente e approfondita, in quanto non solo hai nominato dei dettagli (come il fatto che non era vanitosa) ma li hai anche mostrati in diretta all’interno della drabble. Davvero complimenti.

Titolo: 4,5/5
Ad essere sincero all’inizio questo titolo non mi ha rimandato a nessun contesto o emozione particolare, e anzi non appena l’ho letto mi è sembrato un pochino generico: tuttavia, come vedi, è solo questo il piccolo dubbio che mi ha portato a decurtare un po’ del punteggio, perché a lettura ultimata l’ho trovato davvero calzante con la storia da te raccontata. Non ero a conoscenza del fatto che le foto dell’accaduto in Piazzale Loreto fossero state rivendute con questo nome, mea culpa, e per questo motivo l’attinenza è aumentata moltissimo: inoltre, se si prende il punto di vista della protagonista, lei ha davvero vissuto questo momento in prima persona, per cui la frase non resta solo una citazione, ma rimane legata a doppio filo alla storia narrata. A mio parere ci sarebbe stato un titolo migliore, ovvero proprio quell’ultima frase che mi ha colpito così tanto, “Indossava calze di seta”: hai scelto un’alternativa estremamente valida, senza dubbio, ma avrei trovato questo più misterioso ed evocativo, in grado di attirare il lettore maggiormente. In ogni caso hai fatto un’ottima scelta anche dal punto di vista storico/storiografico, complimenti anche in questo caso!

Gradimento personale: 5/5
Questa drabble mi è piaciuta tantissimo, tanto che non appena il contest sarà terminato la inserirò sicuramente tra le mie storie preferite: l’accuratezza storica è stata incredibile, hai inserito tantissimi dettagli in sole cento parole riuscendo a farli risaltare tutti in modo estremamente vivido, ricostruendo il tutto nel modo più verosimile possibile ma coinvolgendo al tempo stesso il lettore al 100%.
Inoltre, e questa è una nota più personale, mi hai ricordato moltissimo i momenti in cui mia nonna mi raccontava della sua giovinezza in un paesino di montagna segnato dalla guerra. Ho avuto davvero dei brividi a leggerla.

Bonus – Prompt (1/1) + Contesto (0/4): 1/5
Prompt: Hai scelto di utilizzare il tessuto pregiato, in questo caso la seta, e sei riuscita a porlo davvero come protagonista della tua drabble, praticamente al pari della ragazza. Nonostante l’oggetto su cui si riversa la rabbia della giovane compaia soltanto nell’ultima frase, l’intera drabble è pervasa del suo disprezzo e della sua voglia di rivalsa verso una guerra che le ha tolto tutto portandola a un passo dalla morte, per cui esso è implicitamente presente fin dall’inizio e racchiude alla perfezione l’intera vicenda. L’ultima frase, come ho già detto, è stata veramente d’impatto. Assegno il punteggio pieno, ovviamente.
Contesto: Purtroppo non hai utilizzato nessuno dei contesti proposti, ed è stato un vero peccato. Questa storia, tuttavia, meritava davvero di essere raccontata e sono felice che tu l’abbia fatto in un mio contest.
TOTALE: 40,5/40+5

Recensore Master
24/02/20, ore 19:13

Ciao! Finally arrivo anche qui. Avevo già letto qualche giorno fa la tua storia, ma non avevo trovato un momento per recensirla.
Io in realtà sono estremamente ignorante in storia (mi vergogno come un cane, giuro, ma l'unica cosa che conosco bene è la storia asiatica) dunque sono felicissima che tu abbia inserito le note. La storia ha tantissima potenza e si capisce anche a primo impatto, senza bisogno delle spiegazioni finali, ma son comunque contenta che tu le abbia inserite perché rileggendola poi ho saputo apprezzare meglio i particolari. Comunque, come dicevo all'inizio, una delle caratteristiche che più ho apprezzato di questa drabble è proprio la sua durezza, l'impatto che dà al lettore. Io ho percepito moltissime sensazioni leggendola, le più forti di tutte comunque son state la rabbia e il risentimento, e insomma da questo punto di vista mi hai proprio rapito, sembra che la pallottola l'abbia sparata tu a me con questo scritto! Hai utilizzato espressioni e frasi (anche la costruzione della frase stessa) che hanno dato vita a una drabble davvero super intensa, ogni rigo che leggevo sentivo dietro un 'TATAN!' (sembro una bambina di sei anni ma non saprei spiegarmi meglio). Mi ha ricordato un sacco Nevernight, ha la stessa potenza emotiva (sì sono fissata e sei l'unica persona che può capirmi HAHA). Poi, ovviamente lo stile è fantastico, adoro come scrivi ma questo già lo sai, e mi è piaciuta moltissimo questa idea di amalgamare storia pubblica e storia privata, come hai definito tu stessa nelle note. Parli di un evento accaduto, ma ci aggiungi qualcosa di personale, qualcosa di solo tuo, e questo non fa altro che rendere ancora più preziosa questa storia!
Quindi, ti ringrazio tanto per averla scritta, sei stata bravissima, e buona fortuna per il contest! <3

Recensore Master
24/02/20, ore 09:43

Ciao :-)
Complimenti! Questa drabble è molto bella, mi è piaciuta moltissimo.
Confesso che in un primo momento il titolo mi aveva lasciata perplessa, ma non sapevo che le fotografie di quel giorno venissero chiamate così (queste cose sui libri di storia non le inseriscono).
Assistere alla storia o farsela raccontare da chi l'ha realmente vissuta è tutta un'altra cosa che studiarla soltanto dai libri. Ti sono grata per aver condiviso cob noi questo momento così importante della nostra storia.
In bocca a lupo per il contest ;-)
A presto,
Carme93

Recensore Veterano
23/02/20, ore 10:03

Ciao cara, sono qui per lo scambio a catena.
Inizio col dire che mi piace il titolo e l'introduzione, entrambe danno un'immagine al lettore di ciò che andranno a leggere, e lo fanno con classe!
Per quanto riguarda stile e contenuti non ho molto da dire... sublime! Sei riuscita a sintetizzare una vicenda storica in poche righe, non tralasciando mai il potere emotivo della protagonista.
Bravissima.

Recensore Master
05/02/20, ore 10:04

Ciao Blackjassamine e piacere di conoscerti. Hai scritto un capolavoro. Va veramente dritta al cuore questa drabble, con le sue suggestioni, la finezza nella descrizione dei particolari. Un testo potentissimo e originale, perché lo sguardo della protagonista non è un artificio letterario per esprimere un parere a posteriore sui fatti, ma è un occhio reale che vede, interpreta, giudica. Giudica in base a quel particolare che riassume anni di fame, di stenti, di paura, forse anche di vezzi femminili negati. Un testo che è un lampo e arriva dritto come una fucilata. A questo si accompagna la tua spiegazione che approfondisce, sviscera, umanizza. E le recensioni di chi mi ha preceduto che completano il quadro, rendono la scena viva con le voci e i ricordi di quanti c'erano, non c'erano ma ne hanno sentito parlare, oppure non c'erano ma hanno comunque vissuto quei fatti, quel tempo di rischio e di oscurità che però è stato anche il germe di nuovi valori, il terreno dissodato per far crescere qualcosa di nuovo. Davvero complimenti a tutti. Meriti il podio e per quel che mi riguarda l'hai già vinto. A presto.

Recensore Master
21/01/20, ore 23:00

Di rado do una sbirciata alle originali e ho ancora delle storie tue già lette da recensire, ma sono capitata qui per caso e adesso non posso fare a meno di farti i complimenti per questo brevissimo spaccato, duro, crudo e soprattutto vero.
I miei nonni non hanno mai raccontato molto della guerra, suppongo perché uno era troppo occupato a studiare e l'altro a capire come sfuggire all'occhio vigile di sua mamma per andare a giocare a pallone, mentre con le mie nonne la storia è diversa: quella paterna, che era più grande, ne parlava di rado, aveva perso un cugino nei campi di lavoro dopo una rappresaglia punitiva e, dato che non le piaceva mostrarsi troppo sentimentale, credo volesse evitare di pensare a a certe cose, mentre mia nonna materna, nonostante fosse piccolina, ha alcuni ricordi nitidi che racconta qualche volta. Mi racconta spesso in particolare di come verso la fine della guerra avessero ucciso un soldato tedesco dietro al forno nella sua via: le madri avevano portato via i bambini perché non vedessero, ma da casa sua mia nonna che aveva solo sette anni lo aveva sentito gridare in tedesco qualcosa che non capiva, ma aveva perfettamente compreso l'ultima parola prima degli spari perché, come dice ogni volta mettendomi i brividi "in qualunque lingua, mamma rimane uguale". Credo che questa cosa, la parola mamma per mia nonna e quelle calze di seta per la tua, siano quel piccolo elemento a cui ti aggrappi in momenti tanto forti e impressionanti, quel dettaglio magari piccolo su cui ti concentri per non pensare all'orrore che ti circonda.
Il modo in cui hai descritto questo ricordo, con così poche ma decise, precise e schiette parole è semplicemente eccezionale, veramente da brividi: traspare la rabbia di questa giovane ragazza -tua nonna- che pensa a tutto quello che ha perso (mi ricordo i fatti di Gorla, mi hanno sempre terrorizzata, perché per me Milano è la città dura, forte e vitale, pensarla in macerie mi provoca una voragine nello stomaco) e che ha dovuto sopportare.
Raccontare qualcosa che ci riguarda così da vicino, una parte di una persona cara, è incredibilmente difficile per cui voglio davvero farti i complimenti e soprattutto ringraziarti per averci permesso di leggere qualcosa di così personale.

Em

Recensore Master
21/01/20, ore 18:12

Ciao Greta, eccomi finalmente qui per lo scambio a catena, perdonami per il ritardo, ma è stato un weekend pregno di attività in cui avrei tanto voluto scrivere, ma in cui mi sono ritrovata a non aver nemmeno un minuto per poterlo fare.
Avevo già letto questa bellissima Drabble al momento in cui ti ho prenotata, ma volevo prendermi qualche minuto per lasciarti una recensione che fosse degna di quanto letto. Inizio dicendoti che rimango sempre particolarmente colpita dalla tua capacità di comunicarci così tanto con un numero così risicato di parole.
Purtroppo non ho conosciuto i miei nonni e una delle mie nonne é morta quando ero troppo piccola, ma sono cresciuta con i racconti della vita in campagna della mia adorata nonna materna, che mi diceva sempre che loro hanno avuto la fortuna di non avere mai fame, perché in cascina non mancava mai nulla (tranne il suo papà che era stato mandato nei campi di lavoro in Germania, anche se per lo meno non ha subito torture o altro...)
Trovo che tu abbia utilizzato il prompt “tessuto pregiato” in maniera sublime, toccando tra l’altro l’aspetto della disparità tra la gente normale e quelli che invece stavano bene, che anche mia nonna era solita menzionarmi sempre.
Hai saputo mischiare i tuoi personalissimi ricordi ad una pagina importantissima della storia italiana e di quella milanese in particolare - essendo io più o meno della tua stessa zona poi sono stata toccata moltissimo da questa scena.
Mi è piaciuto particolarmente l’accenno alla spilla da balia che teneva chiusa la gonna di Clara Petacci, perché sono convinta che non dovremmo mai scordarci di essere compassionevoli, nemmeno con i nostri più feroci nemici: é proprio questo che ci differenzia dai cattivi.
Bravissima, B avvero!
Perdonami per questa recensione così sconclusionata...
Un abbraccio e in bocca al lupo per il contest.

Recensore Master
18/01/20, ore 20:57

Tesoro, grazie di questa condivisione molto personale. anche la mia nonna mi ha raccontato tante cose ma non ha vissuto quest'ultima parte, lei era rifugiata. E' commovente le tua drabble, credo che abbia gran possibilità di vittoria. I contest di Mystery sono sempre belli, e una grande sfida, parlo per me che non sono tanto da "originali"
c'è un incalzare particolare, perchè non è davvero azione, le persone che dovevano morire già lo sono, quindi è la mente della ragazza che mette a fuoco come avvicinandosi sempre più al suo vissuto personale, mentre era partita dal fatto sociale, politico
ci sono degli spari, c'è la gente in piazza, e il cadavere di Claretta appeso a testa in giù. ci sono mille cose da pensare, ma per una ragazzina disperata c'è un dettaglio così da donna - non importa non essere vanitose -. dalla gonna tenuta su per decenza dalla spilla, escono caze di seta e il risentimento si CUCE. un uso del prompt raffinatissimo, complimenti!
a presto,
Setsy

Recensore Master
18/01/20, ore 06:50

Buongiorno.
Con tale macabro evento, finisce un lunghissimo periodo di dittatura per l'Italia.
Secondo me hai reso tutto benissimo, ho riletto più volte il testo perché... è scritto così bene che fa venire i brividi!

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