Mon amour,
c'è una capacità che hai sempre, tu, ed è quella di stupirmi. Solo che tu non lo fai con tante parole, con capitoli colmi di parole su parole, lo fai con poche frasi, che bruciano sempre addosso, dentro e intorno. Un tepore assoluto, e questa storia ha ancora e ancora e ancora qualcosa di diverso dalle altre, come tutte le altre hanno qualcosa di diverso tra loro, che trasmettono sempre nuove cose, nuove emozioni, nuovi graffi al cuore.
Se c'è una cosa che hai fatto nel corso del tempo, scrivendo su questi due, è affrontare temi diversi senza mai ripeterti ma, non solo sono temi diversi, emozioni diverse, tipi di amore diverso, ma sono attaccate ad un canone tutto tuo, che pur mostrando dall'amore profano all'amore puro, loro rimangono sempre loro, riconoscibili e palpabili, forti, dolci, tormentati, esplosivi e, stavolta, quasi ingenui.
Un amore che nasce, o un amore ancora nascosto, sopito, coperto da altro; incertezze? Paure? La normalità che è sempre la sicurezza, la stabilità? Eppure la storia racconta di come una scelta inusuale possa invece sfociare in risposte che volevamo sentirci dire; non usare la magia ma usare la scala, in un improvviso bisogno di colpire con un cambiamento, con una stranezza che è quella di scegliere di fare un gesto umano e non magico, come quello di non usare la bacchetta ma le gambe.
Ah, pessima idea, ma a quanto pare non così pessima. La caduta e la presa salda sono il primo segno di qualcosa che nasce da un impatto; un impatto violento, inaspettato, che non ha trovato un pavimento duro ma le braccia morbide di Albus, ma sicure. Braccia in cui Gellert sogna di essere da sempre, per sempre... e che ora sembra un desiderio non così utopico e lontano, perché quello sguardo...ooooh, quello sguardo, parla a nome di tutto il passato, presente e futuro che verrà, per loro. Tutto ciò che li aspetta e che quella caduta mai avvenuta ha infilato entrambi in un passaggio strano e curioso, come lo sarebbe per Alice nella tana del Bianconiglio.
E per quanto si parli di un POV Gellert, sappiamo che quel sei tu, finalmente ti ho trovato, non è stato un pensiero a senso unico e che questo piccolo frammento di vita è l'inizio di qualcosa.
L'ho amata, Mon Amour, è una poesia nell'anima, il giusto fluff che a volte serve – e ora serviva e che insegna di loro ancora molte cose, tra cui che da qualche parte è iniziata, ed è iniziata da qui... e io l'ho amata ♥
Sei tu, lo so ♥
Miry |