Recensioni per
Surya Namaskara
di blackjessamine

Questa storia ha ottenuto 125 recensioni.
Positive : 125
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
15/01/24, ore 14:24
Cap. 2:

Ri-ciao!
 
Dopo un’assenza di più di tre anni (la mia recensione al primo capitolo risale a dicembre 2020, gasp!), torno da queste parti perché DEVO e VOGLIO recuperare questa storia – e tutte le altre storie del suo universo narrativo. Ho riletto il primo capitolo perché voglio dire, non mi ricordo cos’ho mangiato ieri, figurati cos’ho letto più di tre anni fa.
 
Bello anche questo capitolo, ho apprezzato il salto temporale e il ritorno a Hogwarts e all’inizio dell’amicizia tra Ole e Homer. Si riconfermano entrambi personaggi super interessanti, in due modi diversi come diverse sono le loro personalità. Ole è tranquillo e riflessivo e silenzioso tanto quanto Homer è esuberante e chiacchierone. Si compensano benissimo. Homer si conferma persona solare e sorridente fin dal suo arrivo a scuola, nonostante si sia inserito “in corsa”. Questa l’ho trovata davvero una bella idea, in linea con la caratterizzazione che hai costruito per lui e che sto imparando a conoscere durante la lettura. Trovo l’infanzia e la prima adolescenza di Homer davvero interessanti (come lo è anche il seguito, come ho avuto modo di appurare nel capitolo uno), non vedo l’ora di saperne di più, così come trovo interessante il background non-magico di Ole e questi genitori così poco presenti e affettuosi, tutto il contrario dei genitori di Homer che, nonostante i vari impegni in giro per il mondo, mi sembra che vogliano comunque molto bene al figlio, tant’è che la madre di Homer trova sia giusto per lui che frequenti Hogwarts (e in generale una scuola) e stia in mezzo ai suoi coetanei. Qui ritroviamo di nuovo una contrapposizione tra Ole e Homer, con il primo che ha vissuto invece una vita molto più sedentaria, senza vedere nulla del mondo fuori dall’Inghilterra (e forse poco anche rimanendo in Inghilterra, pensandoci). Mi sono piaciute molto queste prime interazioni tra i due. Homer sembra aver preso Ole in simpatia, e da persona introversa non posso che apprezzare.
 
Non vedo l’ora di buttarmi a capofitto nel capitolo tre. Tu sei bravissima e questa storia mi ha già conquistata.
 
Un abbraccio ♥︎

Recensore Veterano
12/11/22, ore 17:29
Cap. 2:

Ciao Greta!
Sono di nuovo qui da te e dai tuoi Ole e Homer (a proposito, quanto caspita è bello il nome
Ole?). Ti confesso che ho letto il capitolo due volte: una ieri sera e una proprio adesso. Ho smesso di leggere per fermarmi ed iniziare questa recensione, che continuerò poi alla fine, solo per fare appello alla mia demenza che alla prima volta non aveva colto: IL RAGAZZINO DALL’ARIA STRAFOTTENTE SPEDITO A GRIFONDORO È SIRIUS. Oh, il mio povero cuore, mica avevo capito! Che perdita sarebbe stata. E che perdita è stata per Serpeverde (la rabbia di Bellatrix, come sempre, la precede!)
Ma torniamo a noi (ho finito la storia e sono tornata in me): la bellezza di come e cosa scrivi e il modo in cui la tua storia si fa scivolare sopra come olio sono impagabili. Passi da una riga all’altra senza fatica, ammirando il panorama. Un viaggio in macchina in cui non ti stanchi e non chiudi gli occhi perché hai voglia di non perderti nulla di quello che è fuori dal finestrino. Scusa la metafora orrenda però mi sento proprio così. Amo leggerti, perché so che ci sarà sempre qualcosa pronto a stupirmi: una descrizione, un’osservazione o una precisazione. Ho amato le descrizioni delle sensazioni di Ole, quell’osservare Homer come se fosse una creatura quasi “mitologica”, così sicuro di sé, naturale, come lui non si sente nemmeno dopo tre anni passati ad Hogwarts e uno che comincia. Mi ha spezzato il cuore la sua paura nascosta e il suo desiderio ancora più taciuto che Homer si faccia nuovi amici e quindi si accorga che quella “predilezione” per lui ci sia soltanto perché non ha visto ancora altro di meglio. Ole, vieni qua, fatti abbracciare.
Un’altra cosa che ho amato (e che sono andata a cercare) è il fatto che tu dica che la scuola è iniziata solo da tre giorni: ho cercato il primo settembre 1971 ed effettivamente era un mercoledì. Quindi, niente, grazie Greta, ti si vuole bene.
Cavolate a parte, ci sono tante cose di Ole che mi avvicinano a lui e che a volte mi fanno “arrabbiare” con lui: vorrei dirgli di non abbattersi, di non sminuirsi, che non avere tanti amici o non sentirsi sempre così all’altezza non significa che qualcuno non possa apprezzarlo. Homer, ad esempio. Homer che è l’incarnazione di quello che è opposto ad Ole ma anche desiderato da lui, ammirato, amato: la spontaneità, la gentilezza, l’entusiasmo, l’essere figlio del mondo e ancor di più di E. Landmann, l’essere un quattordicenne dall’aria scanzonata, perfettamente a suo agio davanti a centinaia d’occhi che lo fissano. Homer che senza volerlo gli ruba il letto (che male e che bene vedere Ole non lottare per tenerlo, nonostante il fastidio, sia di dover cambiare posto che del fatto che gli altri compagni di dormitorio non glielo abbiano fatto notare. Ma anche il fatto che lui decida di farsi da parte, di poter sopportare quel piccolo “affronto” non voluto, che non cambia nulla, che il dormitorio è sempre una tana per lui, anche qualche angolo di visuale più in là). Sono felicissima che abbia preso il coraggio a due mani (o che abbia preferito farlo che disegnare) e abbia deciso di accompagnarlo: senza mantello, al freddo, senza avere il coraggio di contraddire il suo entusiasmo, le sue chiacchiere coi gufi, senza indicargli la strada adatta per rubare ancora un po’ di tempo di quella regalata attenzione. E alla fine, la sua battuta, la mancanza di imbarazzo, mi hanno fatta sciogliere malamente. Perché la frase iniziale spiega tutto: vicino a nessun Landmann Ole si sente a disagio. Mi è piaciuta tantissimo l’idea che Homer irradi non solo un benessere che Ole avverte sotto pelle (che tutti avvertono) ma proprio un calore quasi fisico, palpabile, semplicemente esistendo.
Ah! Quasi dimenticavo: a proposito di dettagli stupendi, ho amato Tosca che sorride a chiunque gli posi gli occhi sopra. La quintessenza del Tassorosso. 🤍
Non vedo l’ora di proseguire questa storia!
Ti mando un abbraccio

Recensore Master
24/06/21, ore 16:32
Cap. 2:

Recensione Premio Speciale per il contest "Ignotus - Indovina chi (Edizione Deluxe)

Sì, con tutto il ritardo che ho potrei anche non presentarmi e fare una figura migliore. Mi dispiace, non so se hai dimenticato questa recensione che ti dovevo, o se hai fatto finta di niente per non mettermi nei guai con l'amministrazione del forum, o se hai avuto un’incommensurabile fiducia in me. Io però sono qui, con la faccia di bronzo e zero scusanti per tutto questo tempo d'attesa. E passo subito alla recensione, che ti dico subito non avrò nessunissimo senso.

Mi sono goduta questo secondo capitolo (sì, anche se sono passati eoni ricordo perfettamente il primo, è impossibile dimenticare questi due) ma devo confessarti una cosa, e spero che non ti arrabbierai, ma dopo l'ultima mia lettura...
Boh, credo che non riuscirò più a leggere questa storia con gli occhi di prima, sappilo. E se dovessi recensirti ancora tu mi odierai, sicuro. Perché i tuoi Ole e Homer sono appena diventati nella mia testa delle nuove versioni di Achille e Patroclo. Fine.
Davvero, non ho fatto altro che fermarmi quasi a ogni step e dire "oddio ma questo punto" e "oh cavolo ma è lui"... Sì, perché oltre ai personaggi sono le situazioni che sembrano delle rivisitazioni del libro della Miller, e so quanto dà fastidio essere messi in analogia con le opere altrui, ma sappi che a me sta cosa me li ha fatti amare ancora di più i tuoi Ole e Homer. IO SONO MORTA D'AMORE PER LORO.
Nella mia testa c’è tanta confusione al momento, un mix di Harry Potter, Canzone di Achille e loro. Loro che sono semplicemente perfetti. Parli di un’amicizia unica, speciale, che va a toccare l’anima, corde nascoste, che io davvero reputo quasi ultraterrene, tanto non sono di questo mondo. Un’amicizia come questa emoziona e lascia senza parole. Toglie le parole perché è fatta di personaggi che commuovono, lo fa Ole, certo, con la sua ansia, il suo sentirsi sempre inadeguato, con i suoi tarli, ma anche l’apatia e il distacco con cui affronta il mondo. Ma ancora di più lo fa Homer con la sua disarmante innocenza, la sua spontaneità, la luce che riversa da ogni poro. Speciale: lo sa e comunque non se ne vanta, ne è consapevole, lo dice apertamente, ma la vive con la naturalezza di chi la considera la normalità. Figlio del mondo, eppure del mondo sembra sapere così poco, lui che è così ingenuo, così puro, così aperto.

Già solo da queste descrizioni, non ho potuto ricordarmi di Patroclo e Achille, e di una delle loro prime interazioni. Ma ancora prima del modo in cui i personaggi corali li percepiscono. Sì, perché Ole viene avvicinato da Eloise solo perché la curiosità straordinaria abbate i soliti muri, e tutti sembrano essere calamitato, e non solo per mera curiosità, ma proprio per fascino, da Homer. Lo stesso carisma istintivo, lo stesso sorriso che mette tutti a proprio agio, la stessa philia d’approccio (la posso definire così?), quell’amore e quella benevolenza che spinge tutti a volergli stare accanto.
E poi c’è l’incontro. Questo letto/tavolo, questo posto che è un po’ una tana che di botto viene occupato da un estraneo. Ma se Patroclo reagisce con rabbia, Ole si sposta semplicemente in un altro cantuccio. Questa piccola differenza non ha fatto altro che rendermeli ancora più perfettamente affini, perché in realtà se la reazione fisica, palese, è diversa, uguali sono le emozioni, quel senso di essere strappati all’unico punto di controllo che avevano fino a quel momento avuto. Ma c’è un’immagine ancora più bella, quasi metaforica che voglio sottolineare. Ed è il fatto che questo angolo buio nel quale Ole si era chiuso viene letteralmente inondato dalla luce di Homer. Homer, al contrario di Achille, lo ha fatto inconsciamente, è stato quasi il destino, una forza superiore a spingerlo lì, eppure lo inonda, e lo fa una seconda volta nel momento in cui va a presentarsi a Ole. E se Achille (sì, mi odierai, ma non posso fare a meno di confrontare le due opere) viene attratto dalla sfrontatezza apparente di Patroclo, Homer lo è della riservatezza di Ole. E in tutto questo hanno la capacità di far sentire questi due soli più normali, più naturali.

C’è un’ultima cosa che voglio sottolineare dei personaggi di Patroclo e Ole, ed è la loro empatia. Entrambi vivono fortemente sulla propria pelle il dolore e le emozioni altrui, per Ole è proprio una vera e propria capacità magica. Per entrambi questa capacità significa debolezza, significa non essere all’altezza; per chi gli osserva e impara a conoscerli, tra primi Achille e Homer, è questa capacità a renderli i migliori, le persone più degne.
Di Homer poi, ho apprezzato la spontaneità – ho già usato questa parola, credo che la ripeterò a oltranza – che potremmo in qualche modo rendere sinonimo di testardaggine in questo caso, con cui si impone nella vita di Ole. Lo fa con gentilezza, con discrezione, quasi con una timida speranza, come se fosse lui quello che non si sente degno di tale amicizia, ma lo fa con una naturalezza e una costanza ammirevole, ogni suo gesto è luce, ogni suo sorriso irradia benessere. La scena della guferia mi ha conquistata, ma ancora di più mi ha conquistato l’introspezione che hai portato in campo e che non riuscirò a commentare a dovere.
Ho amato il modo in cui Ole sente il bisogno di parlare, di sapere di Homer, la voglia di parlare, di chiedere, il suo superare il freddo e il fastidio pur di stare con lui, di far parte di quel momento magico, un po’ scemo, così sciocco e allo stesso tempo dolcissimo. E di Homer che si accorge del freddo di Ole e con una scusa baratta il maglione (che, di nuovo uccidimi, mi ha ricordato la questione della cetra della mamma di Patroclo e del dono con “noncuranza” che Achille fa a Patroclo dandogli la sua) con il suo punto d’orientamento, ho amato l’idea di un Ole-punto-di-orientamento, soprattutto ho amato la profonda metafora e sottigliezza che si nasconde dietro, perché sembra quasi anticipare quello che sarà l’emblema di questo rapporto, il ruolo che Ole andrà a ricoprire per Homer, qualcosa che va al di là del momento singolo e dell’atto pratico, ma che va a colpire e ingarbugliare anche l’anima. Ho amato la definizione di un Homer che è un po’ un casino geopolitico – l’ho amato – e ho amato, no, ho ammirato il senso del dovere e della temperanza di Ole (cioè, io avrei pensato come lui fino al momento di attuarlo quello studio, all’atto pratico avrei poltrito sul divano, sono una procrastinatrice nata). Ho amato infine il modo in cui Ole si apre a Homer, quella spavalderia che non riesce a trattenere, come se per un momento si fosse dimenticato di essere timido, come se per un momento avesse dimenticato di distaccarsi dalle persone. Ole non può fare a meno di bere del sole di Homer. Non riesce a trattenere la sua allegria, quasi. È questo che hai trasmesso.
Mi piace come hai caratterizzato il loro modo di esprimersi poi. Homer sembra più sicuro di sé quando parla, più grande persino, eppure ha una freschezza nella voce che lo fa apparire per certi versi più ingenuo di Ole, il quale dal canto suo ha una parlata più timida, introversa, limitata, il che lo fa apparire quello più “ignorante”, più piccolo, più acerbo e insicuro. Se Homer è sfrontato, Ole sembra camminare nella sua ombra tanto si fa piccolo. Eppure io non vedo l’ora che DIVENTI l’ombra di Homer.

Non so davvero se qualcosa di buono c’è in questa recensione, non so nemmeno se con tutto il mio sproloquiare io abbia recensito il capitolo o abbia costruito castelli in aria. Ma sappi che li ho davvero amati, ho amato il loro diverso bisogno dell'altro e il loro diverso modo di lasciarsi calamitare, Homer in maniera così spontanea e ingenua, Ole che non può proprio farne a meno nonostante quest'affinità gli sia così estranea e mi hanno riempito la giornata di sole (un sole fresco, avvolgente, nulla a che vedere con il caldo umido che c’è qua).
A presto!

P.s. Ma quanto mi ha fatto male capire che Ole e Homer sono praticamente coetanei – anno più, anno meno – dei Malandrini???? Qui tu mi hai ucciso <3
E davvero, il fatto che il cappello non abbia esitato un attimo a inserire Sirius nei Grifoni (anzi, quello strafottente, sta parola mi ha fatto ghignare) è stato il dolce più doloroso da mandare giù: tanto bello, tanto buono da fare male.
(Recensione modificata il 24/06/2021 - 04:34 pm)

Recensore Master
12/01/21, ore 14:27
Cap. 2:

Ciao!
Anche io sono stata davvero felice di trovarti al libero, ti ho visto bazzicare qualche volta nella catena ma sempre troppo tardi e, in realtà, è tanto che non vi partecipo. Stessa cosa per me, sono un po’ incasinata per partecipare attivamente alle varie iniziative, per cui ti capisco benissimo. 
Ma veniamo a noi, di questa storia avevo letto solo il primo capitolo ma mi aveva già fatto un'ottima impressione, non mi aspettavo subito un salto nel passato dei due protagonisti ma mi è piaciuto moltissimo. L’aria scolastica di Hogwarts ha sempre il suo incredibile fascino e tu lo hai reso benissimo. Da Ole non ci si poteva aspettare niente di meno che la sua voglia di rimanere il più possibile nelle retrovie e la sua insicurezza, come quando rimugina sul suo aver o meno messo le pergamene dei compiti in valigia, fa tanta tenerezza. Il fatto di aver deciso di far arrivare Homer allo smistamento da molto più grande dell’età consona mi ha esaltato moltissimo e non fatico a crederci che abbia generato un sacco di pettegolezzi. Immagino che il ragazzino finito in Grifondoro, per cui Bellatrix distrugge il suo bicchiere, sia Sirius, giusto?
Tassorosso è una casa molto bistrattata, quando in realtà ha dei valori meravigliosi ed è bello che i due protagonisti si ritrovino lì: su Ole ci avrei messo la mano sul fuoco, Homer forse l’avrei visto più Grifondoro, visto il suo carattere così audace, e dalla chiacchierata che si è fatto con il Cappello Parlante deduco che anche lui abbia avuto qualche dubbio in merito. 
Ho amato l'aria di calore che hai dato al dormitorio di Tassorosso, rendendolo proprio una tana in cui rifugiarsi anche se il povero Ole si è visto soffiare il letto da Homer ed è finito in quello vicino ai bagni.
Del passato di Ole già sapevamo qualcosa dal capitolo precedente e anche qui c'è il richiamo al burrascoso rapporto con il padre ma è il passato di Homer ad essere protagonista qui, figlio di genitori importanti, figlio del mondo: ha proprio ragione a definirsi un pasticcio geopolitico. Per quanto pare che il ragazzo non abbia particolarmente sofferto ad andarsene in giro per il mondo, crescere in quel modo senza veri e propri amici della sua età non dev'essere stato facile.
Sono curiosa di sapere se la sua voglia di interagire con Ole, diventare suo amico abbia qualche ragione particolare o sia semplicemente quella sensazione che ti fa capire che con quella persona ci starai bene a pelle.
E con quella proposta di accompagnarlo alla guferia, quel prendere strade assolutamente a caso come per non far finire ancora il loro momento insieme segna, inesorabilmente, l'inizio del loro legame. Ah, un'altra cosa che mi è piaciuta molto è come in questo capitolo, ogni tanto, faccia capolino tra le righe l'empatia di Ole che gli fa comprendere piccole cose e, con le emozioni di Homer, gli scaldi il cuore.
Tornare a leggerti è stato un immenso piacere, mi sono ritrovata in fondo al capitolo praticamente senza rendermene conto.
Alla prossima
Cida

Recensore Master
27/09/20, ore 11:20
Cap. 2:

Oooh non immaginavo che il secondo capitolo avrebbe parlato del loro passato, pensavo che se ne parlasse in un'altra storia. Invece sono contenta che tu abbia scelto di scrivere così perché almeno ho la possibilità di conoscere meglio questi personaggi e la loro genesi. Io mi sto innamorando tantissimo di tutti e due, ma non tanto per merito loro, quanto per merito tuo: per come li descrivi, in modo dettagliato ma mai noioso, dando ai lettori un approfondimento dei personaggi che risulta delicato e accogliente, insomma li rendi così umani che è impossibile non identificarsi, non sentirli familiari. Naturalmente io mi identifico più in Ole in Homer, ma riesco a capire che cosa intendi quando descrivi Homer come una persona ha sempre a suo agio che non conosce il disagio, ci sono persone che sembrano essere benedette da questo tratto caratteriale, da questa sicurezza in se stessi che in barba all'adolescenza riesce a renderli come dei leader naturali, perché riescono a mettersi in discussione con il sorriso sulle labbra e non sentono la necessità di nascondere i propri difetti. Mi ha ricordato una puntata di Malcolm in the middle in cui il sempre insicuro Malcolm conoscevo un ragazzo che credeva essere suo cugino, ed era esattamente così: uno che avendo rotto una sedia sotto il suo peso si era ritrovato con il culo a terra ed era scoppiato a ridere, facendo così ridere anche i suoi amici, ma ridere con lui e non di lui. Ricordo che Malcolm era rimasto sconcertato perché non era naturale tanta sicurezza di sé in un adolescente, e io non ero già più adolescente però avevo capito che cosa intendesse dire. Rivedo quello stesso tipo di carattere in Homer, l'unica cosa che non capisco è perché abbia trovato Ole simpatico a pelle, non intendo dire che il ragazzo introverso sia antipatico, ma proprio che in quanto introverso potrebbe essere di difficile lettura. Invece Homer l'ha guardato in faccia e ha deciso che gli era simpatico. Forse è una domanda a cui solo Homer potrebbe rispondere: forse è stato il fatto che tutti gli altri lo stessero subissando di domande mentre invece Ole con la sua discrezione lo ha messo a suo agio. Forse più semplicemente Ole assomiglia a qualcuno che in passato gli era simpatico e quindi è una cosa completamente inconscia. Magari questo verrà spiegato nel prossimo capitolo.
Comunque non ho dimenticato che all'inizio di questo capitolo era ambientato nel tempo presente del capitolo precedente, quindi tutta la scena della scuola è un flashback, e ora mi sta chiedendo se il capitolo successivo continuerà a svolgersi a scuola oppure si tornerà al tempo presente. Io spero di leggere ancora delle loro avventure scolastiche perché mi sa che siamo solo all'inizio. Ma alla fine quel poveraccio di Ole aveva portato i compiti oppure no?

Non sono rimasta profondamente sorpresa quando Homer è stato smistato a tassorosso, ma forse solo perché tu mi avevi già detto che da grande vorrà fare il guaritore, una professione che trovo molto adeguata ad un tassorosso. Per il resto sembra che lui volesse proprio finire in quella casa, e io credo che una persona come lui che si considera un figlio del mondo forse non sia interessato a dinamiche di appartenenza e di rivalità come quelle incoraggiate dalla divisione in case, una divisione che io non ho mai amato moltissimo nello spirito perché non amo la competizione e perché trovo che la suddivisione dei ragazzi in tribù sia un escamotage un po' povero. È come dire "sappiamo che siete in capaci di legare tutti, quindi vi diamo la possibilità di legare a gruppetti, così da sviluppare un senso di appartenenza e lealtà". Però se qualcuno volesse legare con gente di altre case avrebbe minori possibilità di farlo. Questo non solo per colpa dell' organizzazione logistica della scuola, ma anche per questa rivalità che viene attivamente incoraggiata. Non si può parlare di collaborazione fra case quando voi stesse istituzioni avete messo in piedi un sistema competitivo... Ecco fra tutti penso che i tassorosso siano quelli che hanno più possibilità di sbattersene e vivere tranquillamente, anche se anche loro hanno un'idea di onore della Casa.
A proposito di tassorosso ho amato tantissimo le tue descrizioni dei luoghi, parlo della sala comune e dei dormitori; mi sono piaciuti i riferimenti ai colori, ai lampadari, agli odori. Hai inventato tutto tu? Oppure esistono descrizioni della casa tassorosso?

Aaah dimenticavo: trovo immensamente figa la backstory di Homer, il fatto che sia nato su una nave canadese in acque internazionali da genitori anglo svizzeri, sembra un barzelletta, e amo anche il fatto che sia il figlio di un professore stimato è che da piccolo abbia vomitato sugli appunti per il libro che ora sta studiando 😂 non so, sono quelle cose bellissime che rendono tutto verosimile. Ho anche adorato il cambiamento in Ole, da "ecco appena troverà amici migliori mi mollerà" a "non è male essere il suo punto di riferimento". Dai che magari Ole acquista un po' di sicurezza in se stesso per osmosi!
(Recensione modificata il 27/09/2020 - 11:23 am)

Recensore Master
13/09/20, ore 21:43
Cap. 2:

Che teneri Ole e Homer ad Hogwarts!
In un primo momento non mi ricordavo del fatto che Homer avesse frequentato solo per tre anni la scuola; Ma poi mi sono ricordata che effettivamente quando si parlava di lui, introducendolo come personaggio e guaritore del San Murgo, se ne era fatto cenno. (Certo di sera parlato solo di tre anni non del fatto che fosse arrivata al quarto anno per finire la scuola… Almeno a quanto ricordo) comunque mi fa sorridere il fatto che appena si sono conosciuti hanno subito capito di dover diventare grandi amici! Sono davvero adorabili insieme!

Recensore Master
08/09/20, ore 16:16
Cap. 2:

Ciao mia cara <3
Era ben ora che tornassi da queste parti, perché credo di averti già messa al corrente di quanto questa storia e i suoi due protagonisti mi piacciano, e starle lontana come ho fatto nell’ultimo periodo altro non è che un peccato mortale. Vedremo di recuperare!
Io non so, ma tutte le volte che leggo di Ole mi viene una grandissima voglia di abbracciarlo. Sembra sempre così solo e malinconico – perché sì, c’è sempre un filo di malinconia in questa narrazione, non è invadente però da comunque l’idea di una mancanza di spensieratezza che in un ragazzino di quell’età fa male riscontrare.
Questo capitolo comunque mi è piaciuto tantissimo, è stato come tornare a Hogwarts, essere lì per davvero ad assistere alla cerimonia di Smistamento (e poi come sarebbe a dire che durante il brillante discorso di Silente nessuno era veramente attento? Ma come osano questi ragazzini sconsiderati? Capisco la fame ma se potessi io stare ad ascoltare Silente… piccoli ingrati che non si rendono conto della loro fortuna >.<). Ho ritrovato tutte le atmosfere potteriane, che tu sei stata capace di restituire magnificamente. Il ragazzino che viene smistato subito in Griffondoro è Sirius, vero? Per questo Bellatrix ha fuso il suo calice, mi immagino la sua rabbia nel vedere disonorata in questo modo la nobile e antichissima casata dei Black ^^’
Ma i protagonisti rimangono comunque loro, il taciturno Ole e quel ragazzo dall’aria serena che subito attira l’attenzione, dato che non si vede proprio tutti gli anni uno studente già grande venire smistato insieme ai “pivellini” del primo anno. Alla fine Homer finisce in Tassorosso e si ritrova nello stesso dormitorio di Ole (a proposito, bellissima la descrizione della Sala Comune e dei dormitori di Tassorosso, dà proprio l’idea di essere un posto confortevole, e capisco benissimo la sensazione di Ole, di sentirsi in pace e protetto, quasi avvolto in un bozzolo caldo, come un uccellino nel nido). Sembra che fra i due si crei subito sintonia, mi è piaciuto come la sensibilità di Ole si acuisca in presenza di Homer, come sia riuscito a “leggerlo” chiaramente fin dal primo momento. Homer sembra diffondere una luce radiosa attorno a sé, e un po’ mi si è stretto il cuore quando Ole ha cominciato a pensare che presto il ragazzo si sarebbe stufato di lui, una volta fatta amicizia con altri studenti “più brillanti”. Certo i due non potrebbero essere più diversi di così, e comunque Homer sembra proprio nato sotto una stella particolare: con un retaggio e una storia simile alle spalle, come si può pensare che il giovane Landmann non sia destinato a brillare? La sua sincerità è accattivante e non può che far breccia anche in qualcuno abituato a isolarsi e non parlare molto quanto lo è Ole. Già dalla loro prima interazione si capiscono le dinamiche che caratterizzeranno il loro rapporto: basta una semplice passeggiata fino alla guferia e Ole diventa “il punto di riferimento umano” di Homer. Ed è già tutto qui, in questa espressione bellissima, ciò che i due ragazzi rappresenteranno l’uno per l’altro negli anni a venire.
Rimango sempre ammaliata dalla tua capacità narrativa e dalla profonda caratterizzazione psicologica con cui arricchisci e rendi perfettamente tridimensionali i tuoi personaggi: entrambi sono veri e non si può fare a meno di amarli.
Ti faccio davvero tanti complimenti <3
Un bacione e alla prossima :*

padme

Recensore Master
05/09/20, ore 19:04
Cap. 2:

Ciao! Eccomi qui per l'ABC :)
Immagino debba essere molto bello e rassicurante l'avere un posto nel mondo costituito da persone con le quali non sentirsi mai a disagio o sbagliati o fuori posto. Quello che hai espresso è un concetto molto bello e intenso e chi trova quel posto penso sia una persona molto fortunata.
Mi è piaciuto molto il tuo porre l'attenzione su chi lo smistamento non lo vive, ma vi assiste anche abbastanza "scocciato" per così dire. In fondo, sono sette gli anni a Hogwarts, uno veniamo smistati, ma gli altri sei - e parlo per me - sarei molto poco disposta a ritardare la cena per dei marmocchi appena arrivati. Mi è piaciuto il tuo presentarci i pensieri di Ole rivolti ad altro, cose più "sciocche" come il dove diavolo siano finiti i compiti, invece che allo smistamento. In ogni caso, è successo a tutti gli alunni di Hogwarts, quindi è normale, ma è uno spaccato che mi è piaciuto proprio perchè, sinceramente, non ci avevo mai pensato.
Così un nuovo studente si unisce a Tassorosso, che tra le quattro casate mi ha sempre dato la sensazione di essere quella più calorosa e familiare, più "focolare domestico presso il quale rifugiarsi" e mi pare che, per quanto Ole sia un ragazzo complicato, anche per lui sia un po' così.
Riconoscersi al primo tocco: raro, ma quando accade è magico. Ho adorato questo loro primo contatto, così schietto e positivo! MI piace il loro essere due persone diverse che però sembrano trovare subito un loro equilibrio fatto di noncuranza, lasciar perdere, distrazione e in un certo modo anche proprio una "comunione", quasi fossero due spiriti affini che si sono finalmente trovati e possono godersi la loro meritata pace.
E poi quanto bello, tremendamente bello, deve essere essere (che orrore di frase mi è uscita) il punto di riferimento di qualcuno, il faro nella nebbia, la stella polare...oddio, credo di essermi persa un attimo in fantasie stra-romantiche perdendo il filo del discorso.
Insomma, il succo è che quest'ultimo pezzo mi è piaciuto moltissimo. C'è una spontaneità in Homer che, essendo così diversa dal modo di essere di Ole, inizialmente può spiazzare, ma alla fine oltre ad essere naturale è fantastica e molto adatta a loro (ma è, questa, un'opinione mia).
Stilisticamente sai che apprezzo il tuo modo di scrivere. Sei di un delicato incredibile, quasi musicale, e sempre corretta e questo non può essere che uno dei mille punti a tuo favore.
Bravissima, davvero. Leggere questa tua storia (note finali comprese, che trovo molto molto adatte a tutta la situazione in cui siamo nostro malgrado ritrovati) è un vero piacere.
A presto e di nuovo complimenti, Lagertha

Recensore Master
26/08/20, ore 13:08
Cap. 2:

Eccomi dearie e scusami del ritardo!

Questo secondo capitolo inizia con una digressione degli anni di Hogwarts e il fatto che vi si possa scoprire un po’ di più, ti dirò, mi ha fatto un immenso piacere. A parte il fatto che a quanto pare sono io che non so leggere tra le righe, ed ero convinta fossimo parecchi anni più avanti, invece siamo intorno agli anni ‘80.
Ma veniamo effettivamente al capitolo che, come ti dicevo, mi ha piacevolmente sorpreso proprio perché se quello precedente era dedicato al mondo babbano, questo è una lente d’ingrandimento su Hogwarts e sul quarto anno di Ole, anno in cui a quanto pare conosce Landmann, quel Landmann. Teneri loro XD
Sappi che sto cercando di bilanciare il mio entusiasmo e di non buttartelo in faccia spudoratamente, ma probabilmente fallirò perché anche questo capitolo l’ho divorato e poi amato, ma ancora di più ho amato i tuoi personaggi (Homer, ti prego, sposami!) e il modo accurato in cui sei riuscita a farli Brillare tra le mura di Hogwarts. So bene che ami Harry Potter e che lo conosci bene, ma in questa fic sta la tua bravura nel modellare quel modo intorno ai tuoi personaggi originali e, al contempo, modellare i tuoi original in modo che diventino un tutt’uno con quanto ha creato la Rowling. Nulla stona – mai. È tutto così perfetto che sembra realmente di leggere di personaggi che sono sempre esistiti in quel libro; adoro la naturalezza delle scene perché, come ti dicevo nel primo capitolo, riesci a dare a tutto quello che scrivi un’impronta di realismo che ho trovato raramente in storie dedicate ad OC infilati nei fandom. E forse è anche per questo che mi sono completamente innamorata di questa storia, anzi, senza forse, è sicuramente merito dei suoi due protagonisti, di Ole che è semplicemente adorabile (e mi sono rivista in lui anche nella scena in cui deve disegnare una mappa per la Guferia e alla fine ci rinuncia… l’unica differenza è che al suo posto mi sarei anche persa due o tre volte XD), e di Homer che è affascinante nella sua allegria e nella freschezza che si porta dietro. E se li adoro, ovviamente, è perché dietro c’è un lavoro di fino, ma soprattutto c’è il tuo stile che fa scorrere la lettura senza alcun peso. E visto che ho imparato una nuova parola, colgo anche l’occasione per usarla e per dirti che la tua introspezione dinamica (!) è proprio quel genere di introspezione che io adoro; non sei statica nei pensieri, non ti alambicchi su un concetto ingarbugliando la lettura e rendendola inutilmente lenta, ma – esattamente come Homer – sei brillante nelle tue frasi, nelle scene che descrivi, nel peso che dai alle riflessioni unite alle azioni dei personaggi. E così abbiamo da una parte Homer che entra in Sala Grande mescolato agli undicenni appena arrivati, e Ole che invece pensa alle proprie pergamene e ci dà anche uno scorcio sulla sua vita da babbano e su cosa ne pensa suo padre dei maghi; Homer che gli ruba innocentemente il posto in dormitorio e Ole che si ritrova il suo sorriso davanti e quel suo pensiero cristallino (e ho pigolato tantissimo in quel momento). E questo porta alla luce non solo i diversi caratteri dei due, che sono l’uno il meraviglioso opposto dell’altro (opposti, ma secondo me nemmeno così tanto, perché per andare d’accordo di punti in comune ci devono essere e in un certo senso riesco a intravedere dei punti di contatto tra loro, ma ancora non li ho messi a fuoco), ma anche il modo in cui li narri – certo, per Ole hai un occhio di riguardo perché il POV è il suo, ma è comunque ben chiaro che per lui c’è un ritmo più lento e più riflessivo, perché è così che è fatto lui, mentre quando il focus passa a Homer la narrazione sprinta e si ravviva delle sue azioni e i silenzi riflessivi di Ole si riempiono dei rumori gestuali di Homer (vedi il dito picchiettato sul dizionario, la sua faccia comparsa all’improvviso davanti a Ole sdraiato sul letto, i biscotti dati a ogni rapace). E questo intreccio di azioni e riflessioni lo adoro, ti permette sì di analizzare la psiche dei personaggi, ma anche di mandare avanti la storia.

[..]sono un po’ un pasticcio geopolitico Ma awww! A parte l’adorabilità di questa frase, quanto ancora dovrai farmi innamorare di questo personaggio, eh? Non ti basta che io sia già cotta a puntino?
E in tutto ciò il ragazzo se ne va a spasso con tutta la sicurezza del mondo, perdendosi in grande stile, ma recupera anche in grande stile offrendo il suo maglione ad Ole chiedendogli in cambio di diventare il suo punto di riferimento – che cosa dolce. ç_ç

Concludo dicendoti che, a prescindere dal fatto che non avessi programmato proprio così questo capitolo, io l’ho amato lo stesso. Ho apprezzato molto poter vedere i due dottori da piccoletti e ritrovare quanto avevo notato nel primo capitolo, solo in maniera un poco più infantile come ci si aspetta da dei quattordicenni. Sono però sempre rimasti solo, solo più piccoli.

Oh, tra l’altro che bello aver trovato anche il nome conosciuto della Bellatrix, mi ha uccisa il cammeo che le hai dedicato XD

E in tutto questo la storia finisce dritta dritta tra le preferite, perché a questo punto non posso proprio farne a meno. È stato un piacere immenso tornare a leggerla, alla prossima! <3

Recensore Master
31/07/20, ore 00:39
Cap. 2:

Rieccomi!
Ehi, ma cosa mi ero fumata per pensare nel primo capitolo che si trattasse di un Corvonero? Boh, forse ho letto blu qualcosa e ho pensato ai Corvonero. Invece sono due dolcissimi e meravigliosi Tassorosso! Li amo, entrambi! Adoro Ole, è così tenerello e impacciato e adoro pure Homer.
Sono sobbalzata quando ho letto il riferimento alla professoressa Leroux, perché io ho una OC che si chiama Alice Leroux e finisce a insegnare a Hogwarts Magia Antica (ma durante gli anni di Harry) e niente è curioso vedere che le storie sembrano parlarsi tra loro a volte.
Homer e Ole sono proprio complementari, tanto girovago il primo quanto stanziale il secondo e non vedo l'ora di approfondire meglio la loro conoscenza e di entrare nel vivo della storia.
Te l'ho già detto nell'altra recensione, scrivi molto bene e si riesce a immaginare nitidamente le scene e a respirare l'atmosfera di Hogwarts. Ho amato il riferimento a Pix (lo trovo pochissime volte) e persino al freddo in guferia, riuscivo a immaginare i brividi di Ole nonostante il caldo di questi giorni.
Ho dovuto controllare la data di pubblicazione del capitolo e ho capito perfettamente perché non ti sia sentita di ambientare la storia tra le corsie di ospedali. Insomma, il periodo è stato complicato, ma i personaggi sono così belli che mi piacerà seguire e vedere dove mi condurranno.
Al prossimo capitolo!
Sev

Recensore Veterano
14/07/20, ore 15:00
Cap. 2:

Ciao! Eccomi per lo scambio ABC: è sempre un enorme piacere tornare in questa storia!
La nota di cui parlavi sull'impostazione a piani temporali diversi devo dire che l'ho sentita molto. Non che sia un male, ma è stato un salto nel tempo che si è sentito.
D'altro canto è stato decisamente piacevole vedere i nostri fanciulli quando erano ancora delle gnappettine piccine (oddio, quasi) a Hogwarts.
Ho amato come hai descritto le atmosfere, in particolare quella dello smistamento e quella dell'area dei Tassorosso. Essendo una di loro, non posso che assicurarti dal profondo del mio cuore che la sala comune e i dormitori sembrano davvero dei piccoli angoli di paradiso.
Homer è sempre semplicemente disarmante. Dal primo istante in cui compare, è come se entrasse un Sole in sala grande. Mi chiedo cosa gli abbia detto il Cappello, sono veramente curiosa. Sembra essere stato qualcosa di piuttosto lusinghiero, in ogni caso.
Nonostante tutto, Ole sembra essere molto più a suo agio a Hogwarts che non nel mondo babbano, forse perchè è più semplice mimetizzarsi in una folla, c'è meno pressione a essere "uno fra tanti".
L'arrivo di Homer, però, è come se lo esponesse e lo costringesse ad emergere e a mettersi in gioco. Sembra una presenza molto piacevole e una persona comprensiva, qualcuno con cui sembra bello stare anche senza far nulla in particolare.
Altra cosa che ho apprezzato molto è il modo che hai di descrivere come i personaggi gesticolano. Spesso viene dato per scontato, a volte non lo notiamo nemmeno nella vita di tutti i giorni, ma i gesti aiutano davvero molto a capire cosa passa per la testa a chi abbiamo di fronte (o sul foglio!). Un caso in cui l'ho notato in particolare è quello di Eloise: l'hai davvero descritta in una manciata di pennellate, ma hai dato davvero un quadro molto chiaro del tipo di persona. Scrivi allo stesso modo in cui gli impressionisti dipingevano ed è assolutamente splendido. Mi perdo davvero ogni volta nei dettagli dei tuoi capitoli!
Giusto parlando di perdersi, sembra che anche i dottorini (ormai li chiamerò sempre così, a prescindere dalla piega che la storia prenderà) siano inclini a farlo: mettere insieme due con un pessimo senso dell'orientamento è una scelta azzardata, ma che non può non portare ad aneddoti da raccontare! In questa parte, in particolare, ci riveli che Homer non dà solo l'impressione di essere un uomo di mondo, ma che lo è nel senso più letterale del termine! "Un vero pasticcio geopolitico" è senza dubbio una delle definizioni più calzanti che potessi trovare. Tutte queste esperienze e tutte le vite che ha incrociato avranno certamente contribuito a formarlo e a renderlo così "fluido", così abituato a trovarsi in qualsiasi tipo di situazione. Però non posso nasconderti che, sebbene tu l'abbia descritto come disinvolto, ho percepito una piccola incrinatura in lui, quando ha raccontato la sua storia. Girare il mondo ti dà sicuramente tantissimo, ma non avere un posto stabile da chiamare casa non deve essere facile, pur con una famiglia che, perlomeno per quel che hai mostrato, sembra un ambiente sereno.
Le ultime frasi mi hanno strappato un urletto: il legame che stai creando tra questi due mi sta davvero esplodendo nel cuore, è fatto di piccoli passi e premure discrete ed è assolutamente delizioso da seguire.
Alla prossima! 🧡

Recensore Master
13/07/20, ore 13:20
Cap. 2:

Ciao, Greta! ❤
 
Ho approfittato subito della prima occasione per ritornare da questi due dottorini, poi appena questa settimana finirà recupererò con più costanza tutto (che qui la lista di storie tue si allunga di giorno in giorno e probabilmente mi servirà un anno per mettermi in pari con tutto, ma ne vale sempre la pena!).
 
Ma veniamo a loro, che ventenni, quattordicenni o adulti (sì, non ho ancora letto di loro in queste vesti ma sono già sicura che sarà così) sono sempre bellissimi e rendono impossibile non amarli.
Ammetto di aver amato oltre ogni dire la possibilità di vedere “dal vivo” come si siano conosciuti e incontrati, proprio i primi passi di questa amicizia. La cosa più bella è il come sia stata così naturale, con Ole che prova sin da subito ammirazione per Homer (vorrei ben vedere, è impressionante la sua sicurezza nell’essere Smistato insieme a una folla di undicenni come se nulla fosse), e Homer che subito lo “sceglie” come amico, sedendosi affianco a lui durante le lezioni e presentandosi subito. La scena in cui Ole percepisce con tanta chiarezza l’immediata simpatia di Homer nei suoi confronti mi è piaciuta moltissimo, soprattutto perché trovo davvero bella l’idea che la capacità di Ole sia tanto precisa quando incontra Homer, quasi che siano proprio destinati a diventare amici (o qualcosa di più, ma a prescindere da tutto ho l’impressione che il loro legame riesca ad andare oltre le definizioni, tanto è profondo).
Come dicevo già nella scorsa recensione, adoro come siano proprio perfetti per incastrarsi, e lo dimostra come Homer non sforzi mai Ole a uscire controvoglia dai suoi confini sicuri, ma sappia comunque, con la sua persona e il suo carisma, tramettere un briciolo di sicurezza e coraggio a Ole, che pian piano inizia a porgli domande, a interagire sempre più e a lasciarsi andare. Anche qui è proprio bello notare come, diversamente che nei confronti degli altri, Ole finalmente si trovi a suo agio e riesca a intessere un legame duraturo. Anche perché credo che aver trovato una simile amicizia sia davvero un punto importante per lui, finalmente l’occasione per sentirsi nel posto giusto accanto a qualcuno: per il suo carattere e la sua storia che fino ad ora ho potuto conoscere, credo sia un momento importantissimo. È triste sapere, dal capitolo precedente, che nonostante tutto il loro legame non potranno essere sempre insieme e la vita di Homer lo porterà ancora in giro per il mondo, però è comunque una piccola consolazione sapere che il loro legame rimarrà saldo e quando si rincontreranno in America saranno ancora in perfetta sintonia.
Dunque, ma vogliamo dedicare un paio di parole per la scena della Guferia? Simpatizzo con entrambi per la pessima abilità nell’orientarsi, soprattutto con il povero Homer, perché i punti di riferimento mica aiutano sempre, in certi disperati casi, ma quanto è infinitamente bello il momento in cui chiede Homer a Ole di essere il suo personalissimo punto di riferimento umano? È una cosa bellissima, credo, perché di riflesso implica un’infinità di altre cose, come il fatto che Homer progetta di essere sempre al suo fianco tra le parenti di Hogwarts (e non solo, visto che passeranno spesso insieme le vacanze!), e in un certo piccolo modo si sta mettendo nelle sue mani. Niente, ho proprio gli occhi a cuoricino per questa piccolezza, ma è proprio un dettaglio che ho amato (io sono forse peggio di Homer, quindi mi rendo conto dell’estrema importanza di scegliere il proprio punto di riferimento vivente XD).
Ecco, rimanendo su Homer, credo davvero che tu non debba preoccuparti dell’averlo idealizzato o reso troppo perfetto: a me sembra proprio vero e umanissimo. Insomma, non siamo tutti con difetti in bella vista, di persone carismatiche che sanno ammaliare chiunque gli graviti attorno ce ne sono molte, e poi sono certa che andando avanti nella lettura saprai mettere in luce anche i suoi piccoli difetti (che poi, anche l’ottimismo, a volte, se eccessivo può essere un’arma a doppio taglio), perché le tue introspezioni sono sempre tanto profonde e penetrati che non potrebbe essere altrimenti!
Mi ha messo un briciolo di tristezza questa sua infanzia passata in giro per il mondo, senza avere mai radici fisse e senza essere attorniato da ragazzini della sua età. Sono certa che sia stata comunque un’infanzia più che felice e stimolante, dato chi è diventato e dato il lavoro dei genitori (scusami, ma sono ancora in estatica ammirazione per il padre: posso conoscere anche lui?), però l’essere giramondo lo porterà per un po’ lontano da Ole e niente, come già detto questa cosa un pochino mi rattrista.
Ma bando alle ciance, ché ora siamo ancora a Hogwarts tutti insieme felici e contenti, e a questo proposito dai da parte mia un altro abbraccio per Ole. È così tenero nel momento in cui pensa che presto Homer potrebbe ambientarsi e sicuramente trovare gli altri ben più interessanti e brillanti di lui, ma deve rassicurarsi, perché non accadrà (ma è così tristemente realistico che se lo chieda)!
 
Complimenti come sempre, immergersi tra le tue pagine è ogni volta un’esperienza bellissima.

Un abbraccio (anche a quel Grifondoro strafottente che si è intrufolato nel capitolo) e a presto,
Maqry
 
P.S.: diciamo a Eloise che non deve importunare troppo Homer per avere la sua attenzione, sì, eh? Grazie mille.

Recensore Master
13/07/20, ore 00:23
Cap. 2:

Mi sono bastati due capitoli per innamorarmi. Due capitoli, il tuo modo di scrivere ed eccomi qui, che sono innamorata cotta di questa storia. Non so dove andrà, non so come andrà, ma questo momento ad Hogwarts è stato così bello che non voglio perderlo: si è aggiunto alla pile delle tante cose belle che ho letto su questo sito e ne sono grata.
Ole e Homer sono due cuccioli, ecco che sono. Sono stati così tanto soli per così tanto tempo e il fatto che si siano trovati così, in circostanze così, mi è piaciuto: Homer che ha bisogno di un punto di riferimento, Ole che non si sente male ad esserlo. Ole e Homer che sono tremendamente diversi, ma anche un po' simili, tremendamente opposti, ma anche un po' uguali: il loro giro per il castello mi ha scaldato il cuore e ho desiderato che non finisse mai, che Homer mi raccontasse, o ci raccontasse, ancora qualcosa: della sua famiglia, di quanti libri ha scritto il padre, di cosa ha imparato, delle mostre di sua madre, di un sacco di altre cose. È un disastro geopolitico, che me lo spieghi!
Sono sconcertata come Ole che abbia spiegato quella storia con semplici parole, come se nulla fosse, come se nemmeno folla la sua storia, ma mi ha anche affascinato. Homer, questo sconosciuto dal cuore dolce, che parla con i gufi, che si illumina alla concessione di essere accompagnato, che cerca gli altri esseri umani come un cuccioli, è una delle tante cose che mi stanno facendo affezionare a questa storia e prego, fortissimo, che non accada nulla di male a nessuno dei due, che rimangano così come sono: riferimenti. Che siano così atrocemente in grado di far uscire la parte più recondita dell'altro con delle semplici parole, che siano semplicemente loro - e in vita. Ma vedo come li ami, so che li tratterai al meglio e me li farai amare sempre, sempre di più.
Scusa per queste recensioni un po' buttate al caso: sono tanto stanca, ma la storia è così bella. Va nelle seguite - probabilmente anche nelle preferite - e prometto di tornare il prima possibile!
Al prossimo capitolo,
Sia ❤

Recensore Master
02/07/20, ore 18:30
Cap. 2:

Ciao Blackjessamine!

Sono tornata, vinta dalla curiosità, e nonostante la giornata tutt’altro che tranquilla, eccomi qui a recensire! Anzitutto, ho trovato il capitolo scorrevole e molto piacevole da leggere: Ole e Homer sono un po’ due outsider all’interno di Hogwarts: il primo è un ragazzo nato babbano che ha una pessima predisposizione per le cose pratiche e gli incantesimi fattivi, che si chiede per tutto il tempo se ha messo in ordine le cose nel baule; un insicuro consapevole dei propri limiti. Homer, invece, è un mezzo apolide senza radici, con due genitori famosi non per la nobiltà della loro casata (su cui non dici nulla, ma che comunque sicuramente non sono dei poveracci, ecco), ma per le loro abilità. Un’eredità pesante, quella di Homer, probabilmente pesante come quella di Ole che sa di non poter inviare un gufo a casa perché suo padre non lo capirebbe. Un elemento molto bello è come hai descritto il castello e la sala comune di Tassorosso.

La descrizione dell’ambiente combacia col senso di quiete che prova il silenzioso protagonista che si muove per i suoi corridoi e diventa amico, suo malgrado, di Homer. Anche qui, spicca l’intelligenza del primo che è talmente intriso di autocritica da capire che una persona interessante come Homer (anche se pure lui, che ha tante storie da raccontare, dovrà sentirsi un po’ a disagio nell’essere per la prima volta in un contesto scolarizzato) sicuramente troverà persone più interessanti di lui da frequentare. Ole non si illude di essere popolare, conosce i propri limiti e conosce anche i gusti delle altre persone. Come sappiamo, in verità, su Homer si sbaglia, perché nonostante la sua sicurezza e la popolarità e curiosità che lo circondano, il ragazzo continuerà a essere suo amico. Concludo la recensione breve (più di quanto non meriteresti, ahimè, per rendere giustizia a questa storia avrebbe dovuto essere almeno il doppio) comprendendo la delicatezza che ti ha fatto modificare la trama. A presto e tanti, tantissimi complimenti,
Shilyss

Recensore Master
26/06/20, ore 10:21
Cap. 2:

Ciao Greta, eccomi finalmente qui a godermi questo secondo capitolo; sono assolutamente sincera quando ti dico che vorrei aver iniziato a leggere prima questa storia, perché è davvero evidente quanto tu tenga a questi personaggi e come tu abbia creato un contesto molto ben strutturato attorno a loro, d’altra parte se fossi già in pari non avrei dei meravigliosi capitoli già scritti che mi aspettano e quindi sono anche felice di averla cominciata a leggere in ritardo.
Sono stata particolarmente felice di conoscere meglio Homer in questo capitolo, anche perché ti avevo già detto che personalmente trovo molte affinità con lui, nonostante trovo che il suo essere così a suo agio anche in mezzo ai primini, sotto gli sguardi attenti di tutta la scuola, sia davvero inarrivabile — anche perché con la mia carnagione chiara sotto tutti quegli sguardi inquisitori io sarei andata a fuoco, poco ma sicuro. Ciò in cui mi ritrovo totalmente è la naturalezza con cui rivolge la parola a persona appena conosciute e quella tranquillità nel rapportarsi con gli altri che, probabilmente, è legata al fatto di essere l’ultima di quattro fratelli. Ho trovato una scelta davvero azzeccata quella di farci assistere al loro primo incontro, anche perché ti ha permesso di focalizzarti meglio sul background di Homer e mostrarlo a noi lettori in maniera molto naturale. Ole si ritrova spesso a vivere momenti che mi fanno venire una gran voglia di abbracciarlo stretto, come quando è rimasto bloccato in Sala Grande ed è arrivato nella sua stanza trovando il nuovo arrivato nel suo letto. Ho adorato in maniera particolare la presentazione diretta di Homer, quel suo sorriso ammaliante, ma sincero, e la sensazione di Ole di aver trovato qualcuno che gli piacesse davvero — poverino, non ha avuto un’esistenza facile e posso solo essere felice che Homer sia arrivato all’improvviso nella sua vita sconvolgendola un po’.
Non hai idea di quanto io abbia sorriso come un ebete, leggendo di Ole che non aveva il coraggio di dire a Homer che aveva imboccato la strada sbagliata, perché trovo che ricevere la richiesta di diventare il punto di riferimento di qualcuno sia quanto di più dolce e meraviglioso esista al mondo — e come non apprezzare l’ironia di qualcuno che ha girato mezzo mondo, ma che non si riesce a orientare in un castello, sì esteso e pieno di complicate scorciatoie, ma comunque non enorme come gli spazi che Homer ha già visto. Che poi, quanto è stato dolce a proporgli in cambio il suo maglione più caldo? Cioè, forse sarà una fissazione mia, ma credo che lo scambio dei vestiti sia in assoluto una delle cose più premurose e dolce che qualcuno possa fare e io li adoro già troppo dopo due capitoli, perché sono meravigliosi. Tra l’altro sei riuscita a fare in modo che la loro amicizia nascesse nel modo più naturale possibile, senza che nessuno dei due forzasse l’altro: quasi come Homer avesse capito che Ole aveva bisogno di lui, nonostante dovrebbe essere Ole quello in grado di leggere i pensieri degli altri e di comprenderli senza sforzo. È un po’ come se Homer avesse scelto di rispondere alla lettera di Hogwarts nel momento più adatto: quello in cui avrebbe finito con il trovare una delle persone più importanti della sua vita, quello in cui Ole si trova finalmente ad avere a che fare con qualcuno con cui prova davvero piacere a passare il suo tempo. Diciamo che il loro incontro era sicuramente scritto nel destino e sono convinta che, in casi come il loro, gli anni e la distanza vogliono davvero dire poca cosa.
Perdonami, mi rendo conto che ho scritto una recensione particolarmente sconclusionata, ma la lettura mi ha coinvolto in maniera totalizzante e mi ha lasciato preda di una miriade di sensazioni meravigliose. Tra l’altro, non credere che non abbia notato l’accenno a un giovane Malandrino… l’aneddoto su Sirius che viene smistato al tavolo dei Grifondoro mentre sua cugina distrugge un calice mi ha fatto ridacchiare tra me e me come una pazza.
Non vedo, davvero, l’ora di proseguire nella lettura!
A prestissimo.

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