Recensioni per
Lettere dell'Oltretomba
di SherryVernet

Questa storia ha ottenuto 35 recensioni.
Positive : 35
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
10/07/20, ore 14:12
Cap. 2:

Ciao, sono qui per lo scambio a catena!
Non ho potuto resistere, ho dovuto leggere almeno due capitoli perchè uno non mi bastava, te lo dico subito! Ahahaahahahaahahahaahh!
Cioè, sul serio, con quell'incipit non potevi che costringere il lettore a leggere qualcosina in più, non ho resistito, era troppo ben fatto ed incuriosiva in modo incredibile, oltre che ad essere scritto in modo magnifico che già mi aveva fatto dire: "Questa persona sa il fatto suo".
Allora, ti sei cimentata in quello che è il genere più difficile in assoluto su cui scrivere, secondo il mio umile parere, e sei riuscita a brillare perfettamente.
E soprattutto, ah, che goduria per me vedere usato e deriso il linguaggio giuridico e burocratico. Tu non capisci che meraviglia mi hai dato da leggere! Proveniva dal cestino dei rifiuti ed è stato accartocciato, ahahaahahaahah!
"L'inferno non deve spiegazioni." Ok, aiuto! Sono dal pc altrimenti ti avrei riempita di emoticon che ridono con le lacrime, ahahaha! Il codice di procedura apocalittica, articolo 666, tu sei un genio! Tu sei un genio e probabilmente te lo hanno già detto in tanti, ma fidati, lo sei!
Dovrei citarti e commentarti ogni parola che hai usato, sul serio, Italo Calvino (che criticò aspramente il linguaggio burocratico arcidifficile) si complimenterebbe con te. E poi la cosa più bella è che nulla appare forzato, anzi, non ci sono parole pesanti, c'è proprio la derisione ma viene fatta passare per solennità, è tutto perfetto ed equilibrato.
Essendo il suddetto caso un unicum, per quanto desumibile dagli Archivi ufficiali di questo Tribunale (da: l’alba dei tempi, prima dell’umana memoria; a: adesso). AHAHAAHAHAAHAHAHAAH. Queste sono perle!
Aiuto, ho riso troppo, è tutto perfetto. Il pretore di Caina,  e meno male che c'è. Aiuto.
Sono felicissima di averti trovata nello scambio, questa storia è un capolavoro e tu sei un'autrice in gamba, si capisce già solo da queste poche cose che ho letto di te.
Tanti complimenti!

Recensore Master
23/06/20, ore 23:42
Cap. 4:

Cara!
Se dovessi tirare le somme fino ad ora, direi che questo, per ora, è il capitolo più divertente di tutti e mi devi un polmone d'acciaio XD perché, per quanto i toni restino solenni come gli scorsi capitoli, qui la cosa ha un po' degenerato e la lettera incompiuta, già dai capslock aveva il suo velato tono ostico, ma anche il modo in cui viene trovata, insomma, non prospettano nulla di buono XD si può considerare una missiva dove si è lasciato andare un po' (tanto) astio nei confronti di Kanon, nel tentativo di ritrovare la calma, anche se poi, comunque, anche l'altra lettera risulta offensiva? In modo comunque elegante, eh XD il prodotto dei fiumi di alcool, e non so se attribuire la macchia circolare color ambrato all'alcool o al consumo di caffé. insomma, in entrambi i casi, la bevanda trangugiata non ha calmato l'animo di Rhadamanthys. Per niente.
E qui sebbene i toni aulici siano tornati, le accuse non mancano XD la ripetizione del nome di Minos con quel tentativo di lasciar intendere che razza di INCUBO può essere sapere che Minos presiede la Corte dei Conti Unificata. E non solo per la sua indole, ma anche per la prospettiva che li attende, probabilmente ore infinite di un supplizio di cui nessuno sentiva la necessità. Qua pare di assistere alla dichiarazione dei redditi più assurda della storia, con protagonisti il rancore e l'odio, la presenza di Pandora e Minos che di certo rendono la cosa piacevole come fare il bagno in una vasca piena di scorpioni e zanzare; che comunque sono meglio di quello spilorcio di Minos, per nulla provvisto del dono della sintesi e della gentilezza XD
Rhadamanthys è una povera vittima che crolla, ma che cestinando la prima lettera, cerca di recuperare scrivendone una sì piena d'odio ma più tollerabile... più o meno XD Empatizzo tantissimo con lui, perché faccio la contabile e molte rogne passano da me, purtroppo... e ho a che fare con un sacco di gente simpatica come Minos, sai?
Dunque, con l'ultima missiva pare che le cose si stiano mettendo davvero male per Gemini e... be', la furia di Rhadamanthys lo ha colto e non credo che demorderà tanto facilmente.
Aspetto con ansia di conoscere i risvolti di questa vicenda e, soprattutto, d conoscere la sorte del nostro amatissimo Kanon XD
Ogni capitolo si evince la genialità di questa storia e, con questo, hai fatto chiaramente poker! La adoro XD
Miry

Recensore Master
19/06/20, ore 21:42
Cap. 4:

Eccomi!
Inizio subito col dire che sono rimasta piacevolmente colpita dal tuo stile di scrittura: l'ho trovato estremamente fluido e di facile lettura. Seppur articolato ed elegante, anche a tratti pretenzioso, sicuramente funziona bene. Da' un tono tutto particolare alla storia!
Non ho mai letto una storia epistolare su questo sito e devo dire che, seppur scettica all'inizio, ho trovato l'idea sviluppata bene.
L'idea di aggiungere anche la descrizione dello stato del cartaceo ritrovato dà un certo realismo alla lettura! Sembra proprio di leggere uno di quei libri di raccolta epistolare, come li studiavo al liceo classico hahaha!
Mi è piaciuta più di tutte la quarta lettera, mi ha sorpresa tantissimo per la sua diversità rispetto alle precedenti e mi ha anche fatto ridere molto in alcuni punti. Sparisce il tono aulico e arriva quello sentito e rabbioso, ho adorato questa cosa tantissimo, lascia spiazzato il lettore e spinge a immediata simpatia verso l'autore della missiva.
Poi le parti cancellate le ho adorate, danno ancora di più un tocco rabbioso al tutto hahaha!
Sicuramente viene la curiosità, nel lettore, di voler sapere cosa succederà ora, come reagirà questo fantomatico tribunale alle nefandezze di quello scellerato di un Gemini.
Che poi... la quarta lettera è stata trovata sul pavimento dell'ufficio del pretore di Caina, ovvero Rhadamanthys. Significa che alla fine non gliel'ha mandata?!?! Hahahahhaha adoroooo! Povero, mi fa una pena, così arrabbiato!
Infatti l'introduzione che viene fatta sulla tipologia di documento descrive bene la cosa! È un particolare davvero divertente da notare!
Io al posto di Rhadamanthys avrei inviato quella lettera, scrivendogli anche più rabbiosamente di lui sinceramente! Mi sarebbe piaciuto poter leggere parti descrittive sul loro comportamento mentre scrivono, ma essendo questa una raccolta epistolare ci sta che non sia così e la storia funziona comunque.
La tua storia ha suscita in me prima curiosità e ammirazione per lo stile elaborato e attento delle prime missive e dell'introduzione, poi anche una grande ilarità per la quarta di queste. Se il tuo intento era questo, ci sei riuscita perfettamente, complimenti.
In generale, la storia è originale e sfiziosa, complimenti!
Anna

Recensore Master
11/06/20, ore 22:42
Cap. 3:

Cara!
Che bello tornare da queste parte e, se devo dirla tutta, questa per ora è il mio capitolo preferito XD
Sarà che mi piace tantissimo Rhadamanthys, sarà che ho trovato il tutto paradossale, sarà che ho sentito un poco di frustrazione dietro le sue parole, scritte nero su bianco. Una frustrazione che, come un imbuto, pian piano raggiunge il suo culmine e le suppliche di firmare quella benedettissima convocazione, diventata peggio delle pulci e dell'orticaria dai toni con cui ne parla. Perché non manca la serietà, il termine aulico messo al posto giusto, l'impostazione realistica di quel che sarebbe una missiva del genere ma, come una parabola incostante, nel momento giusto saltano fuori momenti di pura ilarità, con queste suppliche esternate "alla casereccia", ovvero dicendo le cose così come stanno: Kanon, devi firma'. In sostanza è questo; non importa se il documenti d'identità poi è la patente, il passaporto, la pantete nautica o il brevetto di Judo, devi firmare figlio mio!

Ma poi la meraviglia di ciò che veniamo a sapere tramite la missiva per quanto riguarda Kanon e Valetine dell'Arpia... che mi ha fatto venire in mente il film "Benvenuti al Sud", dove il postino veniva fermato ad ogni casa per bere un "succo di frutta" che poi si dimostrava essere limoncello o qualcosa di estremamente alcolico XD E Rhadamanthys deve pure puntualizzare che, malgrado forse non sembri, i suoi dipendenti sono ben pagati e sicuramente in grado di sfamarsi da soli, senza perder tempo o lasciarlo perdere ad altri, accomodandosi alla Casa di Gemini come se fosse un parente venuto da lontano XD davvero sono morta, non ho potuto fare a meno di pensare al film sopracitato XD

In assenza di tali impedimenti, la citazione allegata alla presente sarebbe stata recapitata alle ore 7:04 del giorno 1 maggio 1987, come stimato, anziché alle ore 7:45, come avvenuto – il che avrebbe così consentito a Valentine dell’Arpia di adempiere alle proprie regolari mansioni in orario d’ufficio, senza gravare sulle casse del Tribunale di Caina.

qui sono definitivamente mortammazzata XDDD cara che dirti, tutto ciò è geniale. Questa comicità intelligente mischiata alla burocrazia e all'esasperazione vera di chi deve fare un lavoro simile, mescolata a questo mondo che è quello dei Saint Seiya, crea un'esperienza a 360° dove sì si empatizza con Rhadamanthys, ma non si fa fatica ad immaginare Kanon che la riceve e Valetine dell'Arpia che si fa coinvolgere e perde tempo... insomma, una lettera che dà così tante informazioni anche sul contorno e che è impossibile non immaginare il tutto e ridere a crepapelle!
Un abbraccio e a presto **
Miry

Recensore Master
10/06/20, ore 11:16
Cap. 4:

Cara Sherry,

Io non so davvero da dove cominciare per recensire questo capitolo: è stato divertentissimo, ma questa definizione è senz’altro banale e non ti rende giustizia. Diciamo che il buon Rhadamanthys ha sbroccato, come si dice a Roma. Abbiamo la brutta di una lettera iniziata in preda all’ira, cui segue una lettera privata che è un gioiellino. L’ho amata. Rhadamanthys, in preda alla furia e dopo aver bevuto, vomita a quel deficiente di Kanon tutto il suo risentimento e le ovvie preoccupazioni che la mancata convocazione comportano, ma descrivere così il suo risentimento e la valanga d’insulti di cui lo fa oggetto è minimizzare e non renderti giustizia. Vengono messe in mostra le carenze cognitive di Kanon (e di Saga, per riflesso), vengono spiegate una volta di più le ferree regole burocratiche dell’Inferno, con i suoi bilanci da far quadrare e le spese da approvare e vengono introdotti Minos, Scriba e Pandora.

Ogni loro descrizione è spettacolare, soprattutto quella di Minos, giudice infernale orrendamente spilorcio e pedante. Rispetto alla lettera successiva, in cui Rhadamantys è costretto a mantenere un atteggiamento congruo col suo ruolo ma non privo di stizza, qui emerge tutta la frustrazione per una rogna lavorativa che ricade in pieno su di lui, come la nuvola di Fantozzi. Basterà la minaccia a creare un girone infernale ad hoc per Kanon? Interessante è che in questo sfogo Rhadamanthys cerchi di responsabilizzare il cavaliere mostrandogli il suo punto di vista, spiegandogli con una certa foga quali rogne deriveranno dal suo comportamento, ma sa anche che è uno sfogo che fa più per se stesso che per Kanon, incapace di comprendere.

E anticipa l’ultima missiva, quella in cui Rhadamanthys si vendica abolendo ogni formalità nella presentazione del documento di riconoscimento (basta la consegna a mano, almeno non rimane fregato), nel disperato tentativo di incastrare il cavaliere per nulla ligio alle regole e forse autore del furto del libro, con conseguenze incalcolabili da un punto di vista di dracme proprio. Insomma, ho riso, mi sono divertita e questa giornata lavorativa un po’ spenta procederà più alacremente dopo averti letta <3.
Tantissimi complimenti **,
a presto ^^

Recensore Master
18/05/20, ore 19:15
Cap. 3:

Carissima,
avevo già letto scorci di questo capitolo nella mia ultima incursione, ma non potevo proprio esimermi dal leggere e commentare – perdonami, temo sarò breve perché ancora non ho finito di lavorare. È adorabile come Rhadamanthys sia esasperato. Accanto all’aulica e forbita lettera che segue i crismi del documento diplomatico c’è un’ira sottesa e la supplica a firmare in una maniera una che sia riconoscibile ‘sta benedetta convocazione. Ma dopo questa prima perdita d’infernale aplomb, dove si ricorda che l’inferno non chiede e che è afflitto dalla nostra medesima burocrazia dantesca, c’è la parte volta alla tutela del dipendente e del messo. Sono morta dalle risate, perché questo tuo connubio perfetto tra serio e faceto, tra forma e sostanza, fa ridere e si legge con un piacere inimmaginabile.

L’Arpia trattata come un’animale da circo cui vengono offerti soldi e biscotti, babysitteraggi non previsti e l’assenza di documenti – ah, Rhadamanthys, dovevi chiedere a Kanon di firmarti un’autocertificazione – sono dei momenti semplicemente impagabili. Sono felice di sapere che nel Cocito i dipendenti sono retribuiti in maniera congrua con le loro mansioni, ma “l’infelice pretesto di una passeggiata” rende benissimo il dispetto del povero Rhadamantys che deve fare una sola cosa: una maledetta convocazione senza che la dignità dei suoi sottoposti venga resa. L’ultimo elemento da sottolineare è che all’Inferno si è tutti molto puntuali: a Rhadamanthys i quarantuno minuto di ritardo dell’Arpia proprio non sono andati giù ed è bello sapere che Kanon se ne è bellamente fregato anche di questo messaggio che è stato prontamente archiviato, sì, ma nel secchio. Mi farai concludere questa giornata lavorativa col sorriso – temo che il povero Rhadamanthys non potrà dire lo stesso.
Un caro saluto e a presto ^^
Shilyss

Recensore Master
12/05/20, ore 16:20
Cap. 4:

Ciao, mia cara!
A questo punto, sarei davvero curiosa di sapere quale sia la precisa natura del rapporto tra Kanon e Rhadamanthys; a giudicare dalla foga del primo e del secondo frammento, infatti, al giudice infernale la faccenda sta davvero a cuore – tanto da tentare di affogarla in whisky di infima categoria. 
Da una parte potrebbe sembrare che egli, fra una maledizione e una minaccia di dannazione eterna, stia faticosamente cercando di proteggere il contumace da eventuali, ulteriori danni alla sua persona; dall'altra, invece, c'è l'eventualità che una cotale smania sia meramente giustificata dall'inutile aggravio di lavoro causato dall'inottemperanza di Gemini – nonché dalla prospettiva di dover chinare la testa di fronte a quella simpaticona di Lady Pandora. 
Noto con "piacere" – si fa per dire – che tutto il mondo è paese, e che persino le alte sfere delle bolgie infernali ricorrono al sempiterno strumento della sanatoria XD
Adesso che la vicenda rischia di coinvolgere altresì le casse del Santuario, dubito che Saori – altra simpaticona – e il vecchio Shion permetteranno a Kanon di passarla liscia: prevedo tempi duri per il nostro latitante (a meno che questi non riesca magicamente a corrompere qualcuno)!
Attendo – con un po' di timore per l'incolumità di Kanon e per la sanità mentale della Viverna, a dire il vero – di conoscere gli sviluppi!
A presto, 
Irene 

Recensore Master
08/05/20, ore 15:01
Cap. 3:

Ciao!
Questa "lettera di dubbia natura" assomiglia molto a un suggerimento; un consiglio che Rhada dà a Kanon affinché questi collabori con la giustizia infernale – evitando così di creare la solita parapiglia di intrighi, congiure e connessi rovesciamenti di divinità. 
Soltanto un dettaglio mi rimane oscuro. Se ho ben capito, la presente missiva aveva lo scopo di formalizzare la richiesta di presentazione di un documento di riconoscimento; posto questo, cosa intendi allora col termine "rettifica"? Perché, più che correggere, qui mi pare che il Tribunale stia reiterando la domanda, stavolta a mezzo scritto – ma potrei aver male interpretato. 
Questioni terminologiche a parte, "Una firma. A penna. A matita. Col sangue. Una. Firma." mi ha fatto partire il filmino mentale di Rhadamanthys che, in preda all'esasperazione più funesta, scrive premendo sulla carta fin quasi a strapparla; la cosa più bella, però, è confrontare tale immagine con l'espressione accondiscendente e vagamente annoiata che Kanon sicuramente avrà assunto nel leggere la comunicazione, prima di gettarla nel cestino. 
Una sorta di "Come aver detto al muro", insomma. 
Per non parlare, poi, dei vicini di Tempio disturbatori! Non avrei mai pensato che Mu e Aldebaran potessero essere dei seccatori – lo stesso non può dirsi per Saga, anche se credo dipenda dalle giornate. 
Non oso immaginare cosa potrebbe capitare allo sfortunato ufficiale giudiziario che dovesse recapitare un qualcosa ad Aphrodite di Pisces ... 
Adesso sono curiosa di sapere cosa ha da dire Kanon in merito, però! 
A prestissimo,
Irene 

Recensore Master
07/05/20, ore 20:13
Cap. 2:

Ma ciao Sherry!
Anche in questo caso sono letteralmente morta dal ridere, perché l’alternanza tra i formalismi propri del linguaggio giuridico, con i suoi continui richiami a commi e leggi e i titoli altisonanti delle parti in causa, cozzano con il luogo dove si trova la lettera: il cestino. La lettera è stata buttata nel cestino e accartocciata e non è difficile immaginare l’ameno spirito che ha accompagnato questo gesto (io immagino anche Kanon che manda a quel paese la Viverna). Le perle da scovare sono tante, a partire dalla grandezza del faldone scomparso, alto almeno quanto un dizionario, ai nomi altisonanti ai riferimenti temporali che indicano l’eccezionalità della sparizione (dalla notte dei tempi a ora, qui sono morta un’altra volta). Rhadamanthys non ci sta a non avere copia dei documenti e inizia ricordandoci che l’inferno non chiede. Appella tutti con i giusti titoli (ma sul finale si stanca e taglia la testa al toro con un bell’etc.) Puntualissima (e puntigliosissima) è la descrizione del dove comparire, che suggerisce alla mente del lettore una sorta di ufficio come quelli nostrani, forse persino fantozziano, dove l’arbitrarietà della disposizione dei vari uffici dava effettivamente l’idea che l’inferno dovesse assomigliargli.

Kanon deve per forza presentarsi, gli è stato indicato persino il fuso orario di riferimento, affinché nessuna scusa possa essere addotta. E l’irritazione di Rhadamanthys traspare fin dall’incipit secco e perentorio che ricorda una serie di norme e leggi. L’idea di rendere l’Oltretomba efficiente e burocratizzato è squisitamente dantesca e ha il potere di suggerci familiarità: chi di noi non si è perso alla ricerca del piano x o ha scoperto che la pratica che doveva consegnare era in un edificio satellite del primario? A chi non è capitato dico: “beato te, amico”. Il tuo stile gioca esattamente come nel prologo, dimostrando non solo una conoscenza perfetta della documentazione formale (potrai immaginare quanto ho gongolato nella puntuale descrizione della carta che, già di per sé, racconta una vera e propria storia, ovvero che fine gli ha fatto fare Kanon. Eppure sono proprio questi guizzi colti e divertenti a rendere il capitolo speciale e simbolico (i commi 999 e 666 per esempio). Mi chiedo se sia una casualità la scelta dell’anno della revisione, il 1347, noto per avere delle simpaticissime analogie col 2020. Come la scorsa volta ti confermo che sono rimasta incantata e divertita da questo capitolo spassosissimo. ^^
Un abbraccio e a presto,
Shilyss **

Recensore Master
06/05/20, ore 18:11
Cap. 2:

Provenienza: cestino dei rifiuti
e così, nemmeno ho iniziato a leggere, e ho già perso un polmone XD
Ma buonasera cara,
che bello tornare qui ♥ io penso che far piangere sia di certo una dote, ma è quasi semplice se si conoscono i trucchi del mestiere, ma far ridere... mia cara, far ridere è un'arte non per tutti, specie se lo si fa con degli scritti e impostando il tutto in una lettura che è la pantomima di un atto di tribunale serio, con tanto di Procedure, leggi, con date uffici collocati in determinati piani a scendere e interni fatti di numerazioni greche e radici quadrate. Piccoli dettagli che uccidono i pomoni. E io ne ho perso già uno.
È di certo un testo curato, ai fini di sembrare proprio quello che è, ma le varie diciture, come la procedura apocalittica associata all'articolo 666, fanno spruzzare via risate di puro giubilo, quasi di soddisfazione, perché niente, e dico niente, in questa lettera è lasciato al caso. La formalità mista a frammenti di pura ironia, sono una bomba ad orologerie che uccide, ma in modo totalmente positivo. Ilare.

E chi poteva mai essere se non il nobile Rhadamanthys, la Viverna e cosa fa? Convoca Kanon di Gemini e, a quanto pare, il vero protagonista di questa missiva è il fascicolo perduto... o sottratto? O distrutto? in verità a queste domande vorrei rispondere continuando a leggere, ma so che comunque non mi faresti spoiler u.u (vero? Ti faccio mandare una lettera da Rhadamanthys sennò, eh!) e la mia curiosità lievita di fronte alle fantasie di Kanon e la Viverna che si incontrano per questa... convocazione. Sempre che Gemini non abbia deciso di sparire in New Messico, colpevole di occultamento di dossier?
Ah, lo scopriremo solo vivendo, ma non ho intenzione di mollare la corda da questo scritto, dunque avrai presto mie notizie, e non dal mio avvocato. Ma le avrai ♥
Che meraviglia, questa storia è una ventata di freschezza assurda, specie in un periodo come questo, dove una storia come questa riempie una giornata vuota ♥
Un caro saluto.
Miry

Recensore Master
01/05/20, ore 15:00
Cap. 2:

Ciao!
Ti dirò, mai avrei pensato di ritrovare qualcosa degli atti che circolano in Tribunale in una fan fiction su Saint Seiya. 
Come già osservato nella recensione alla prefazione, l'uso preciso ed esatto della terminologia, nonché delle forme proprie del linguaggio giuridico sono da considerarsi un valore già di per loro; se, poi, gli stessi vengono associati a un contesto mitico, di fantasia – dove l'attività principale dei personaggi consiste essenzialmente nel darsele di santa ragione –, la cosa assume una veste davvero esilarante. 
Mi ha particolarmente colpito la pertinenza delle formule impiegate in questo "invito a comparire", e l'attenzione con cui hai curato ogni singolo dettaglio – a partire dai riferimenti quasi maniacali ai vari uffici di provenienza, sino ad arrivare ai rimandi a leggi e codici procedurali. 
La Viverna si presta perfettamente a vestire i panni del giudice scrupoloso e pignolo: mi sembra di vederlo, Rhadamanthys, mentre stila l'atto aggrottando perplesso il nobile monosopracciglio. 
Benché, al momento, non vi siano indizi gravi, precisi e concordanti, ho la netta sensazione che la sparizione del fascicolo sia imputabile all'opera dello stesso Kanon – ciò che spiegherebbe il motivo per cui il documento è stato reperito nel cestino dell'immondizia. Semmai, verrebbe da augurarsi che Milo non abbia l'abitudine di frugare in luoghi simili. 
L'idea è geniale, e il suo sviluppo ancora di più!
A presto,
Irene

Recensore Master
30/04/20, ore 18:38
Cap. 2:

Ciao! Eccomi per lo scambio, questa storia è davvero curiosa.
Mi intriga il tono molto accademico e formale con cui è scritta. Dunque, una lettera proveniente nientemeno che dagli Inferi è stata recapitata alla Casa dei Gemelli e qui, anziché essere firmata e restituita, è stata accartocciata e gettata via?
Kanon di Gemini (già Dragone del Mare e Generale del Atlantico Settentrionale) viene convocato negli Inferi perché il suo dossier è sparito??
Dai, non è sparito, è stato sottratto da qualcuno! Eh per forza! Secondo me la cosa è così sospetta da aver richiesto di convocare la sua presenza. Non credo che Kanon abbia *fatto* qualcosa per essere convocato, al di là della sparizione del suo fascicolo, ma questo di per sé dice molto. L'avrà fatto sparire lui? Qualcun altro, per coprirlo? Che ha combinato? Oppure qualcuno lo ha cancellato dall'esistenza con effetto retroattivo, facendo semplicemente sparire quelle pagine? Ma no, in questo caso nemmeno i giudici infernali si ricorderebbero di lui, e sarebbe stata cancellata ogni minima traccia del suo nome anche da altri documenti.
Mi preme sapere: dov'è Kanon di Gemini adesso? E' andato negli Inferi per rispondere al mandato di comparizione, o s'è dato alla macchia? Ma chi può pensare di sfuggire alla macchina della burocrazi... ehm, della Legge?

Questa storia è senza dubbio originalissima, sono abituata ad associare Saint Seiya a storie più d'azione, questa invece ha una sua complessità cerebrale che le conferisce uno spessore di tipo diverso e una sua unicità.
Il linguaggio "legalese" mi ha divertito un sacco, io non so perché ma mi diverte sempre moltissimo l'idea che gli Inferi siano un posto stra regolato e stra burocratizzato. In particolare mi ha fatto stra ridere questa frase: Essendo il suddetto caso un unicum, per quanto desumibile dagli Archivi ufficiali di questo Tribunale (da: l’alba dei tempi, prima dell’umana memoria; a: adesso)
Ahahah non so, dev'essere che mi fa ridere l'idea di queste creature iper ordinate alle prese con qualcosa di fuori dalla norma, qualcosa di irregolare e unico, e quindi cerchino di indagarlo con i loro mezzi di ricerca sistematica, ad esempio premurandosi di accertarsi che un caso simile non sia mai avvenuto da: l'alba dei tempi; a: adesso. Dai sono adorabili.
Naturalmente la tua grammatica è impeccabile e riesci benissimo a rendere il messaggio così come vuoi che passi.
Complimenti, un inizio molto interessante!

Recensore Master
30/04/20, ore 13:07

Ciao Sherry!
Mi sono divertita. Avendo letto, nel periglioso tempo in cui ero studentessa universitaria, similari versioni critiche (anche se meno ironiche, ahimè) ho apprezzato grandemente il tuo intento di creare un testo aulico, forbito e zeppo di tecnicismi giuridici e strettamente legati al mondo della filologia e della critica letteraria, nonché termini desueti (etterni in luogo di eterni, se non erro calco dantesco) per i tre giudici infernali. È verosimile del genere e il lettore cade subito nel mondo che crei, immergendosi in una serie di subordinate tipiche del linguaggio giuridico che caratterizzano gli editori in calce al testo – non potevano che parlare così e il modo in cui hai reso la loro voce è perfetto.

A mano a mano che la prefazione si avvia verso la fine spunta il lato comico e goliardico che ho adorato. Si disvela al lettore lentamente, ma quando arriva è una bordata d’ironia pungente. Ho apprezzato come l’hai montato nel testo. È tutto serissimo fino al pezzo dello sputtanamento. È quella la parola che segna il cambio di intenti, ma non di tono, e che svela come il carteggio voglia ripristinare una verità possibile anche grazie alle reticenze, alle malefatte e ai comportamenti fieri ma non sempre esemplari dei cavalieri. È divertentissimo il ringraziamento di Shaka, su cui i giudici esprimono dubbi leciti, spassoso Aiolos.

La contrapposizione tra serietà, formalità, tecnicismi e sana voglia di levarsi ben più di un sassolino dalla scarpa si lega molto bene a quello che è il mondo dei Cavalieri: dei combattenti che hanno un sistema di valori e un codice morale cui fanno riferimento, ma che non disdegnano momenti più goliardici e amicali. Non so cosa aspettarmi dai prossimi capitoli: posso dirti però che ho trovato questo prologo molto brillante e ben scritto e che mi hai messo molta curiosità. Non è l’unico carteggio che ho letto, ma è un genere che mi piace molto ritrovare sia in forma cartacea che nelle versioni digitali come questa. Insomma, ti faccio una valanga di complimenti **.
Un saluto,
Shilyss :)

Recensore Master
29/04/20, ore 00:09

Carissima Sherry,
è la prima volta che ti leggo, ti avevo preannunciato che sarei atterrata dritta dritta nel fandom di GW ma, aprendo questa prefazione, io sono rimasta folgorata da quello che ho letto. Innanzitutto dal tuo stile, ricercato e attento, che si sposa perfettamente con i toni canzonatori e ironici che hai voluto dare a questo inizio, motivo per il quale io sono qui, in totale estasi.
Poi, il fatto che si parli di Rhadamanthys e Kanon ha decisamente semplificato le cose ♥
Due magneti che, per la loro caparbia cocciutaggine, sembrerebbe quasi impossibile vederli attratti dal magnetismo. Due poli uguali, fatti della stessa pasta. Ci sono talmente tante possibilità di questi due, rappresentati insieme, che mi chiedo dove i nostri Saga, Milo, Aiacos e Minos si spingeranno, nei prossimi capitoli, perché questa originalissima prefazione ha due grossi punti di forza: l'uso del linguaggio che sembra quasi forzatamente troppo aulico (una sorta di presa in giro delle più famose opere che ospitano prefazioni così imponenti?) e l'ironia che si legge tra le righe, ben conoscendo poi i nostri quattro buontemponi preferiti.
Quello che ci lascia la lettura non è solo la piacevolissima sensazione di aver appena letto qualcosa di scritto bene, curato e bilanciato, ma anche di avere davanti pagine ruvide di un libro da sfogliare e divorare; come se lo avessimo trovato in una cantina logora e abbandonata, e che aspettava di essere aperto dopo milioni di anni. Ho amato l'imponenza e, allo stesso tempo, la leggerezza che mi hai trasmesso. Sono curiosa di proseguire, la tua originalissima idea mi ha conquistata e, per quanto io sia molto curiosa di avventurarmi anche in GW, magari senza fretta ci passo un'altra volta ♥ Sempre se a te va bene ♥
Un abbraccio, è stato un piacere. Sei stata la mia favola della buonanotte.
Miry

Recensore Master
27/04/20, ore 20:25

Se tutto è scritto, tutto può essere letto, anche i documenti più ostici e irraggiungibili. Non vi è nulla che non sia alla portata dei nostri occhi, basta saper guardare nel posto giusto. Ma quando la noia ci ferma la mano e gli occhi, tenendoci incollati alle nostre poltrone e impedendoci così di accedere a fonti di conoscenza che non potrebbero che accrescere il nostro sapere e innalzare alle stelle le nostre menti, ecco - quasi sempre - sopraggiungere in nostro soccorso il filologo.

Costui, con un lavoro da certosino, insensibile alla polvere degli archivi e alla fragilità di vecchie scartoffie ormai destinate a sfaldarsi in mille pezzi differenti, si destreggia al nostro posto tra frasi smozzicate, frammenti di tempi andati, ricordi lontani di epoche passate, interpretando, cucendo e ricostruendo, per restituire a noi pigri ma desiderosi di sapere il vero volto della Storia, ciò che accadde nel passato e che, tramite l’immortalità delle parole, sopravvive nel presente per approdare nel futuro, futuro a cui, grazie proprio al nostro filologo, tutto giungerà intatto come la prima volta.

Tutto, sotto il suo sguardo bonario e tramite la forza della sua penna irrequieta che svolazza sul foglio di carta tracciando segni rapidi e potenti, riprende lentamente forma: vite, morti, amori, dolori, piaceri, odi, passioni, pace, guerra e tutto ciò che uomini e dèi portarono con sé fin dall’alba dei tempi. Ricordi, ricordi di un tempo che fu e che ancora vivono, impressi nelle parole chi venne prima di noi.

Del resto, che cosa saremmo noi, senza testimonianze del passato? Polvere, niente altro che polvere. Se esistiamo, è soltanto perché la Storia segna il passo, insegnandoci ciò che accadde e ponendo così le basi per ciò che accadrà. Dipende tutto da noi e da nessun altro, eppure è tutto lì, già visto, già accaduto, già scritto, libero per essere interpretato. Guardiamo al passato, capiamo il presente e plasmiamo il migliore dei futuri. Ma come faremmo, senza la Storia?

Siano i fatti del passato a guidarci, e non culliamoci nell’illusione che il tutto sia soltanto una lunga freccia lanciata da un punto all’altro, una retta che mai si ferma, che mai torna indietro. Tutto ruota su se stesso, non soltanto il globo terracqueo su cui ci è data facoltà di muovere i nostri passi, ma anche noi stessi, che siamo i componenti della Storia; e, di conseguenza, ogni azione è ripetuta, ogni avvenimento è già accaduto, e sta alla nostra intelligenza fare sì che quel cerchio eterno e inarrestabile sia migliore a ogni nuovo passaggio.

Certo è che, quando le parole scritte appartengono a un archivio di tale portata, non è certo un semplice e normale filologo colui che possa aiutarci nell’impresa della comprensione o della lettura. In quel momento siamo soli e, voglia o meno, dobbiamo arrangiarci completamente nella lettura e nella sua interpretazione. Limitiamoci dunque ad accontentarci di leggere e, se poi si potrà capire, allora si capirà, altrimenti ci si limiterà a constatare di avere letto, ché leggere non fa mai male. E potersi perdere in un epistolario proveniente direttamente dal mondo dell’aldilà non è esperienza che possa essere definita quotidiana, anzi è più facile che una tale testimonianza possa essere considerata molto più unica che rara. Un’esperienza, quindi, di cui tutti dovremmo approfittare, non potendo sapere quando e se sarà possibile ripeterla.


P.S.

Scusa per la recensione delirante, ma quando ho letto la prefazione degli editori rivolta ai lettori non ho saputo resistere dal lasciarvi un “commento” a tema.

Ma, che dire in verità? Pare davvero di avere tra le mani uno di quei tomi di dimensioni gigantesche in cui sono racchiuse le più disparate esperienze di vita che un uomo - o più d’uno, come in questo caso, sempre che di uomini si possa parlare - lascia come testimonianze di sé attraverso lettere, biglietti e qualsiasi altro tipo di scrittura. Ed è proprio la tipica prefazione condita da paroloni roboanti con cui, a un certo punto, ci si trova a tale segno disorientati da rischiare di perdere il filo del discorso, quelle parti introduttive con cui editori e curatori cercano - per qualche loro stravagante e misteriosa ragione - di disorientare il lettore, quasi volessero fare sfoggio di una loro conoscenza sconfinata nei riguardi dell’intero scibile umano a scapito della bassa istruzione del malcapitato di turno, costretto a soccombere alla lettura prima ancora di iniziare a confrontarsi con l’autore vero e proprio.
È stata una lettura inaspettata e tutto sommato piacevole, perché l’ho accolta come una sorta di parodia, appunto, di quelle interminabili introduzioni a cui, il più delle volte, si è costretti a rinunciare per non perdere del tutto il piacere della lettura.

Comunque è scritto tutto benissimo, con una perfetta e direi anche piuttosto rara padronanza della grammatica, e mi è piaciuto moltissimo trovarmi a faccia a faccia con una fanfiction così differente da tutte le altre in cui mi sia mai capitato di imbattermi fino ad oggi, che si presenta proprio come un libro stampato e consultabile soltanto in una qualche biblioteca silenziosa e lontana. Hai messo in campo qualcosa di davvero originale e sorprendente, costruendo il tutto in maniera così perfetta che sembra veramente di avere di fronte a sé l’estratto di un libro che sarebbe più probabile trovare tra le mani di un docente che non su questo sito: insomma, c’è sempre qualche perla nascosta nei meandri di queste pagine elettroniche, perle che si nascondono ma che, di quando in quando, riemergono alla luce - e in questo periodo di forzata inattività sto avendo la fortuna di riscoprire davvero molti gioiellini.

E, per questo, non ti posso che fare i complimenti, dispiacendomi soltanto di non aver potuto rilevare tutti i diversi riferimenti e dettagli - qualcuno, in verità, anche se in minima parte, l’ho colto - che di certo hai inserito e che io, per ignoranza della serie, non ho potuto in nessuna maniera cogliere.

Un saluto!