Ciao, Rosmary!
Finalmente eccoci qui, all’inizio di questa raccolta e da questa meravigliosa flash, che si contende il posto di preferita niente meno che con l’ultima: credo che il paragone renda bene l’idea di quanto mi sia piaciuta. Mi scuso per il ritardo nel passare, ma aspettando che uscissero le nomination – col mio immenso talento per non rendere palesi le preferenze non potevo fare altrimenti… – sono arrivata a lasciarle in un momento con poco tempo libero (sono un paio di giorni che nei ritagli scrivo questa recensione, quindi ti avverto che si protrarrà per le lunghe e ti converrà prepararti a sopportarmi per ancora un po’).
Divagazioni a parte, o non sarei io, arrivo alla tua storia!
È stata sicuramente la mia preferita, e l'ho presa in considerazione per più nomination. Alla fine ho deciso di candidarla all’Oscar per la migliore flashfic proprio perché era perfetta in ogni suo elemento, dallo stile al prompt, fino alle caratterizzazioni. Prendi due personaggi di cui non sappiamo sostanzialmente nulla, dai loro vita e spessore in sole cinquecento parole, ne delinei tutta la relazione, da quando il loro rapporto è fatto di insulti e indifferenza, a quando accettano questa passione che non ha nome. Lo stile è particolarmente evocativo e mi ha stregata: i personaggi e la loro vicenda sono raccontati tramite dialoghi taglienti e provocatori, sono resi dalle immagini vivide che mostrano, più che dire, i caratteri dei personaggi e il legame che intercorre tra due (che a parole non può essere espresso). Mi è piaciuto moltissimo come si sia dato spazio alla citazione e come attorno a questa sia stato costruito un rapporto che parte completamente da zero, ma perfettamente cucito addosso alle due personalità: la chimica tra di loro è innegabile e li ho apprezzati davvero molto (insieme ma anche come singoli). Stupenda, davvero!
Andando più nello specifico, partirei dallo stile. Ora, immagino non sia per te un mistero quanto ami il tuo modo di scrivere in qualsiasi circostanza, ma qui hai realizzato davvero un piccolo capolavoro. Tra tutte le flash partecipanti, sicuramente è quella che con lo stile osa di più e lo fa in modo ammaliante, non ho avuto molti dubbi sull’Oscar. E osa sapendo sfruttare appieno le potenzialità del lessico e della struttura.
Partendo da quest’ultima, temo di avere un vero e proprio debole per le simmetrie e i parallelismi precisi, non ho potuto che amare alla follia come sono stati usati: ogni scena è sviluppata e ripresa dai due punti di vista che si alternano e si costruiscono in modo perfettamente speculare, tramite queste immagini e metafore che con perfetta simmetria vanno a costruire i tuoi personaggi e l’atmosfera che li circonda. Quella che circonda Louis è un’aura che sa di regalità e divinità (con il richiamo alla figura di Apollo a cui è spesso associato nella long), Rose invece come il fiore di cui porta il nome potrebbe apparire benigna, ma si rivela piena di spine in ogni modo possibile: è un carattere pungente e spigoloso, il suo, e insomma, dove ci sono lei e una storia d’amore le cose non sono mai semplici…
La disposizione di testo che “narra” e dialoghi – che lasciano la voce ai personaggi e sono in grado di caratterizzarli perfettamente con pochissime battute –, trovo sia particolarmente efficace nel raccontare la storia di questo “sentimento senza nome”. Mi sono piaciute poi moltissimo le frasi in corsivo, che, con immagini bellissime (e ancora una volta simmetriche – l’ho già detto che questa cosa mi ha fatto proprio innamorare, perché non c’è mai un’incrinatura in questa perfetta costruzione?), forniscono una chiave di lettura alla vicenda narrata.
Questo stile mi ha ricordato quello usato per “Come mulini a vento” (non è che vado a rileggermi le storie, ci mancherebbe, solo che ho una buona memoria per quel che leggo – solo per quello, a volte ^^’ – e forse anche per abitudine mi viene spontaneo fare certi parallelismi; ammetto poi di amare moltissimo ritrovare dettagli ripresi da altre storie), e come là – appena dato il prossimo esame ritaglio un angolino per passare, ché mi aspetta da troppo tempo – credo sia uno stile estremamente efficace nel raccontare di questi amori così travolgenti, così sbagliati, passionali. Anche se qui hai concesso un finale ben diverso ai tuoi personaggi, tutto sommato!
Anche il lessico è particolarmente evocativo: ogni parola è scelta con cura e precisione per andare a costruire le varie immagini sfruttando ogni singola sfumatura, (per fare un esempio, il termine scorticare a rendere la furia con cui Louis cerca di cancellare il bacio scambiato). Li vedevo costruirsi poco a poco davanti a me, tanto li hai saputi tratteggiare bene, e leggendo avevo i brividi per la potenza espressiva di ogni frase (sì, fino all’ultimo era una delle due storie in lizza anche per la miglior emozione, che è stato uno degli Oscar più difficili da assegnare).
Mi hanno emozionata moltissimo questi due perduti, sicuramente più di quanto mi aspettassi considerato quanto io ami Rose con ben altro personaggio. Ma, insomma, Louis è al pari del proprio “rivale” in grado di farmi perdere la testa con un solo cenno del capo, e soprattutto la sua relazione con Rose funziona. Già nella long, per quanto non ci sia spazio alcuno per una possibile relazione, le loro interazioni finiscono sempre per scivolare oltre l’indifferenza e gli insulti e sfociare nella malizia e nella provocazione. Funzionano tanto che – tappa le orecchie a Lor o allungagli una tazza di tranquillante bello forte, grazie! – ho pensato per loro anche all’Oscar alla miglior coppia: ho ragionato poi in termini di quelle che per me erano le difficoltà maggiori, ma questo non toglie che li abbia amati contro ogni logica (lo so, Lor, sono imperdonabile, ma è tutta colpa del francesino!). È straordinario come riesci a mantenere perfettamente coerenti i personaggi con la caratterizzazione che hai dato loro nella long eppure presentarli in legami e situazioni, che là non avrebbero possibilità di nascere, in modo tanto convincente.
E poi, che dire, ho amato come hai saputo costruire il loro rapporto attorno al prompt partendo dal disprezzo iniziale, dagli insulti, fino a quei baci proibiti e sbagliati. Come entrambi si illudano sia solo sesso, solo una volta – perché non possono, è da folli (l’espressione «ebbro dell’euforia che accompagnava i folli al patibolo» credo sia una vera meraviglia) – e sottovalutino la portata di quel sentimento che li ha travolti, ma finiscano poi per trovarsi in un qualcosa troppo complicato da definire, eppure allo stesso tempo troppo per essere ignorato.
Ecco, se devo proprio immaginarmi Rose tra le braccia di qualcuno che non sia Lor (anche perché lì è amore, io lo so!) questi è sicuramente Louis, senza alcun dubbio, insieme a questo loro qualcosa.
Come volevasi dimostrare mi sono dilungata tantissimo, spero che tu non ti sia addormentata in questo sproloquio infinito. Posso solo rinnovarti i complimenti: questa flash e questo progetto sono stati una meraviglia dietro l’altra – non è che uno si aspetti di meno, da te, però aprire le tue storie e lasciarsi stupire sempre più è una cosa bellissima.
Un forte abbraccio e a presto,
Maqry
PS (pensavi potessi dimenticare il crossover?): quell’idea iniziale per l’ultima flash, però, prima o poi meriterebbe di vedere la luce – così, giusto per dire, eh… |