Recensioni per
La morte è la curva della strada
di blackjessamine

Questa storia ha ottenuto 74 recensioni.
Positive : 74
Neutre o critiche: 0


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Recensore Veterano
05/08/20, ore 12:55

Basta, è giunto il momento: per quanto mi dispiaccia, eccomi qui, a commentare questo ultimo capitolo, cercando di raccapezzarmi tra angst e ammirazione sconfinata nei tuoi confronti.

Sarà stato un capitolo difficilissimo da scrivere, come dicevi in nota, non lo metto in dubbio: l'intera raccolta, del resto, ha tutta l'aria di un progetto veramente complicato in cui imbarcarsi e solo pochissimi avrebbero potuto ottenere un risultato finale bello, genuinamente bello come quello che hai ottenuto tu.
Quello che posso dire, però, è che leggere questo capitolo è stato per me quasi come "scivolare": scivolare dolcemente da un'immagine all'altra, una più suggestiva dell'altra.
La prima immagine, teneramente evocativa, è quella che esprime la "leggerezza" di Lily - che bello quel richiamo in apertura ai fiori, rinvio inevitabile quando si pensa a lei! Quella "carezza fatta di petali freschi" è l'ennesimo barlume di poesia di cui è costellata l'intera raccolta, così abilmente sviluppata tra letterale e simbolico - forse, mi vien da dire, legittimamente a scapito dal primo e con una perfetta resa del secondo.

Poi, accanto a Lily, James, naturalmente - James che "calpesta l'ottone con risolutezza". Hai reso davvero meravigliosamente la complicità dei loro destini, questo intrecciarsi di anime che è un tenersi per mano che continua oltre la vita stessa. Sono immagini bellissime che ti hanno permesso di catturarli alla perfezione.
Hanno vissuto assieme - hanno amato e sofferto, sono morti assieme e si sono ritrovati anche, e sempre, assieme. Tutto ciò in cui si sono imbattuti, lo hanno sperimentato assieme e, come hai sottolineato, non ha più senso parlare, ormai - non per coloro che sono "specchi di verità" l'una all'altro.

Non c'è altro modo di comunicare più immediato, più preciso, che non sia quel "tenersi per mano". Non ha senso parlare, non quando hanno entrambi gli occhi puntati allo stesso orizzonte, non quando i loro cuori vibrano della medesima attesa, complici e coinvolti in un identico amore, e li coglie la stessa trepidazione che, sì, si tinge di "colpa"  e tradimento (una "colpa lecita", assolutamente, non ci sarebbe neanche bisogno di specificarlo), ma è anche incontenibile emozione e gioia, la gioia di un'agognata completezza e del tanto atteso ritrovarsi ("dita intrecciate che si fanno più luminose" e "respiro incagliato nel petto").
Non li si può certo biasimare, questi due giovani, grandi genitori, che percepiscono - finalmente,  dopo un'attesa infinita sulla curva della strada - la vicinanza del proprio figlio a cui si è dovuto dire addio troppo presto.
Come dici - e che brava che sei stata, che brava che sei in generale - non è che "un desiderio che ha tutta la debolezza dell'umano amare" (debolezza che, certo, contiene anche tutta la nostra forza).

E che Lily e James siano dei genitori perfetti, perfetti sempre, paradossalmente anche nel non essere stati genitori troppo a lungo o, per chi ci crede, per esserlo stati nella maniera più difficile che si possa concepire - dalla "curva" -, lo lasci intuire perfettamente quando "il velo non viene scostato" ed è solo pace - pace che, credo, sia intrisa di orgoglio.
Tutto l'orgoglio di chi vede il proprio figlio scegliere il coraggio ancora e ancora, anche giunto così vicino "alla curva". Orgoglio che sa di pace, nonostante l'ulteriore attesa.

"Sulla curva della strada, tutto è verità e passaggio".
Che dire, se non "grazie"- un grazie scritto col cuore in mano?
Grazie per averci regalato così tante e inesprimibili emozioni, dopo averci mostrato, al contempo, l'angoscia straziante e l'infinita, incommensurabile bellezza dell'attesa lungo "la curva", per aver scovato le parole più adatte ad indicare - magari abbozzandole, magari servendoti di simboli più che di definizioni - alcune delle verità che s'incontrano "lungo la curva".

Ripeto: era un progetto ambizioso, non mi sarei mai sognata d'imbattermi in una raccolta del genere, ma tu hai prodotto un capolavoro e sono contenta, ma proprio contenta, di essere tra coloro che hanno avuto la possibilità di leggerla.
Un bacione e - spero - a presto (quante altre storie che vorrei leggere sul tuo profilo)!

Recensore Master
25/07/20, ore 12:34

Ed eccomi qui, a leggere l'ultimo capitolo di questa raccolta stupenda, che avrà sempre un posto speciale nei miei ricordi.
Non so neanch'io cosa dire, temo di non essermi ancora ripresa dalla rilettura del capitolo precedente, però non voglio lasciare che trascorrano altre settimane (sono già terribilmente in ritardo!), quindi provo a mettere qualche parola insieme, nonostante sia difficile dare voce a sensazioni così forti, suscitate da parole che hanno un impatto emotivo fortissimo.
Credo che questa sia stata la perfetta chiusura per questo tuo cerchio. Torniamo alla saga, a ciò che accade, torniamo a Harry, ma lo facciamo attraverso gli occhi di James e Lily, occhi di genitori, che maledicono loro stessi per un istinto che è tanto umano da farli vergognare – perché sì, c'è un piccolo lato egoista che vorrebbe Harry con loro, di nuovo tutti insieme, in pace.
Ma loro abitano la luce, e l'egoismo nutrito dall'amore non esiste che per una manciata di secondi. Poi svanisce, lasciando spazio a un amore ancora più luminoso e totale, che sa di orgoglio per un figlio che ha scelto il coraggio, che sa d'affetto smodato per un figlio che un giorno – ma a suo tempo – tornerà da loro, e saranno di nuovo tutti insieme in quella curva della strada che rifiuta le ombre e affonda le radici in una serenità oltre l'umana comprensione.
In fondo, e nonostante tutto, questa chiusura dà speranza. Perché in questo contesto immaginario esiste questa curva, esiste un dopo, un luogo dove potranno ritrovarsi e camminare di nuovo insieme – per sempre. Perché lì, in effetti, tutto è verità e passaggio – e non esiste più dolore né menzogna, solo un andare avanti per non guardarsi mai più indietro. I tuoi personaggi, è vero, si guardano ancora indietro, nonostante tutto, ma solo perché hanno legami ancora troppo forti con ciò che esiste al di là del velo, e mi piace credere che la pace, quella più pura, attenda tutti e che prima o poi li abbraccerà per non lasciarli mai più andare via.
Sullo stile mi sono già espressa tante volte e anche in questi ultimi capitoli l'ho trovato evocativo – che sussurra più che dire, una maniera di narrare che ho trovato e ancora trovo perfetta per dare voce a una tematica così particolare, così in bilico tra ciò che esiste e ciò non è affatto.
Mi rendo conto che meriteresti una recensione migliore, di certo più articolata, ma io non ho veramente parole per esprimerti quando mi sia piaciuta questa raccolta e, soprattutto, quanto mi abbia emozionata.
Sono felicissima di averti affidato quel prompt, perché ciò che ha ispirato è assolutamente meraviglioso. Ancora una volta, quindi, grazie per averlo sviluppato e per averci regalato queste pagine stupende.
Un abbraccio, a presto!

Recensore Master
18/06/20, ore 15:40

Ciao! Eccomi finalmente a terminare questa splendida raccolta: devo dire che ci vuole un mood adatto per farlo, perchè inevitabilmente al termine del percorso il cuore mi si stringe. Sì, anche se l'immagine finale è su James e Lily. Parto dal dirti che ho apprezzato molto la "cicrolarità" tra inizio e fine: nel primissimo frammento james aspettava Lily, ora - dopo aver illustrato tanti altri personaggi e incontri - torni a parlare di loro e mostrarceli insieme mentre si tengono per mano.
Mi sono piaciuti moltissimo i rimandi simbolici ancora una volta grazie al tuo sapiente uso lessicale, in particolare:  "carezze di giglio" che è un'espressione poetica ma densa di significato. In questo frammento finale i nodi vengono riavvolti: James e Lily pensano a Harry e in questa prospettiva l'idea di "passaggio" viene enfatizzata sia dall'impossibilità di guardare oltre la curva, che dall'immagine di Harry stesso che torna a respirare.
La curva della strada s’è fatta più stretta: è un velo fatto di stelle cadenti - In questa frase ho visto un riassunto del percorso splendido che hai illustrato; la curva è stretta non solo perchè oiù vicina, ma in qualche modo forse anhce perchè più affollata e il velo di stelle cadenti ancora una volta mi fa pensare a Sirius (ma anche a Regulus). 
Hai fatto un lavoro davvero preziosissimo, ho amato ogni frammento e ogni parola.
Baci e a presto!
 

Recensore Master
16/06/20, ore 13:26

Eccomi arrivata a quest'ultimo capitolo.
La tenerezza di Lily e James che sono lì in piedi con quella colpevole trepidanza per cui nessuno potrebbe mai condannarli, mentre sentono Harry che si avvicina sempre di più, che però si conclude con un incredibile, doloroso ma bellissimo senso di sollievo quando si rendono conto che non li raggiungerà, non in quel momento almeno.
Credo che tu abbia rappresentato la dicotomia del voler avere accanto a sè le persone che si amano ma allo stesso momento desiderare che ce la facciano, che prendano la loro strada, nel modo più delicato, bello e realistico possibile: lasciar andare e scendere a patti con il fatto che quella sia la cosa migliore non è affatto semplice, ti distrugge perchè il senso egoistico di rimanere legato a qualcuno è troppo profondo e sincero per essere completamente biasimabile, ma sai che la scelta giusta è un'altra e devi tirare fuori una bella dose di coraggio per convincertene. Come Harry al binario appunto, parla a lungo con Silente, un po' tentenna, ma ha sempre saputo quale fosse la cosa giusta da fare e alla fine, dopo qualche direzione, è riuscito ad imboccare quella via.
In quel "lui ha scelto il coraggio" si percepisce quanto siano fieri di Harry, del fatto che non abbia mollato, che nonostante tutto non si sia mai dato per vinto. Un po' mi fa strano perchè James e Lily hanno ventun anni, la mia stessa età (io li compio tra cinque giorni in realtà, ma la sostanza non cambia) ma mi sembrano così "adulti"...forse è l'effetto che fa avere un figlio (cosa per cui spero di non dovermi preoccupare per i prossimi dieci anni).

Adesso vado a dare un abbraccio ai miei genitori sperando che non mi venga il magone nel durante.
Grazie davvero per aver portato a termine questa storia: immagino sia stato parecchio difficile, ma sei stata eccellente, davvero incredibile!

A presto,
Em

Recensore Veterano
11/06/20, ore 23:17

A morte é a curva da estrada,

Morrer é só não ser visto.

Se escuto, eu te oiço a passada

Existir como eu existo.

A terra é feita de céu.

A mentira não tem ninho.

Nunca ninguém se perdeu.

Tudo é verdade e caminho.



Cara Blackjessamine,



Confesso che sono giorni che mi ripromettevo di ritagliarmi il giusto tempo per scriverti con la dovuta calma. Perché, come annunciato, sono passata a leggerti; e l’ho fatto con un piacere che è andato ben al di là delle aspettative.



Pessoa, in tutte le sue penne, è una moltitudine di autori che amo molto. Così come amo le storie meditative, ritagli in prosa più di concetto che d’azione, benché raramente mi capiti di imbattermi in lavori di questo tipo – dunque, ti ringrazio con particolare calore di averne scritto uno tanto bello.



La morte, in letteratura, poi, è un canto di sirena. E la morte per i morti è altrettanto interessante da raccontare dell’effetto che la morte ha sui vivi; è tanto più insolita, del resto, con le ovvie celebri eccezioni. Il tono onirico e quasi astratto, tra il sogno e la meditazione, per cui hai optato, è una scelta giusta, la scelta giusta, assolutamente, come lo sono le scelte perfette e necessarie.



Ti lascio, dunque, un pensiero complessivo qui sul capitolo finale perché  si addice bene ad  una storia sulla fine, sul post-fine. Come il nastro continuo di un paio di binari che, prima o poi, arriveranno in stazione, non voglio spezzettare questa aggraziata strada ferrata che hai tracciato e scorre quasi quieta, un novello Lete che, in luogo dell’oblio, infonde una strana quiete, un dolce distacco non scevro di rimpianto, del peso di un rimorso, una vergogna (ah, Peter!). Ed è un fiume carsico, questo tuo lavoro, che accompagna in parallelo, sotterraneo, la cronologia dei fatti tra la fine della prima e della seconda guerra contro Voldemort che abbiamo seguito lungo il filo della vita di Harry. Come un fiume carsico, ci mostri, ci lasci esplorare le parti che contano, accompagnando i primi passi ed i passi importanti di chi segue i binari. C’è un senso di fluire e di continuità –  tra la vita e la morte, tra le esistenze di quelli che si incontrano, lungo questa strada ferrata su cui non ci si può perdere. C’è soprattutto un senso di quiete – non sempre di pace, non necessariamente, né di  serenità; ma quasi di riposo, ché in fondo questa morte è un eterno riposo passeggiando.  C’è un sentimento di distacco sottile, lirico, come un velo, in questi defunti, d’un camminare comunque, lasciandosi l’orizzonte alle spalle; senza dimenticare, ma con la certezza ché alla fine tutti quelli che si sono lasciati ci ritroveranno  lungo la strada o a destinazione. Hai tinto l’ineluttabilità della morte di una pacata speranza, di una dolcezza  che non ha bisogno di slanci di fervore. L’essenzialità della costruzione e della tua prosa tratteggia alla perfezione ogni capitolo, essenziale, incisivo, in una serie di  piccole acquaforti tematiche, dove ogni linea conta ed è il risvolto di un’immagine in negativo. Ogni giro di frase è limato, curato, detto come non potrebbe essere stato detto altrimenti; il risultato è una prosa poetica – per merito tuo, non solo del Pessoa di fondo – in ogni parola è nel suo luogo naturale, ogni verso risuona. È tutto immensamente delicato e profondamente toccante. È tutto verità, lungo questo tuo cammino.

Non mi capita spesso di leggere lavori così ambiziosi e così riusciti, su cui indubbiamente ritornare.

È stato davvero un piacere!



 

Recensore Master
08/06/20, ore 23:32

 Io vorrei iniziare la recensione per bene, ma questa volta non posso avvantaggiarmi nemmeno dei Nargilli, affinché la scrivano al posto mio, dato che sono a loro volta commossi e con gli occhi appannati… Non so se sia un record, sicuramente è un grandissimo merito (sono difficili da commuovere, mi dicono).
 
Credo che non potessi trovare conclusione migliore, perché questa scena non è solo una fine, è anche un nuovo inizio, con Harry che sceglie di tornare indietro, che poi in realtà è un andare avanti, e riprendersi la vita. Hai scelto un momento particolarmente forte per concludere la raccolta, con quella riflessione appena sussurrata sul desiderio che batte nel petto di Lily e James. A quel punto avevo davvero le lacrime agli occhi, forse perché il loro è un desiderio tanto dannatamente umano e tanto “vergognoso”, per loro in primis, da non poter lasciare indifferenti. C’è tutta la portata di un amore infinito in quel moto naturale che li porta a sperare di averlo di nuovo per sé: non hanno mai potuto davvero goderne, toccarlo, essere sicuri che li sentisse (perché è vero che loro ci sono sempre stati, ma deve essere ugualmente lacerante pensare che per anni lui non abbia saputo nulla, ricordi fin troppo poco, fatichi a trovarli agli inizi), e ora potrebbero averlo prestissimo tra le braccia. Ma se il primo, inconfessabile istinto di questo amore sporca di nero le ciglia, un po’ egoista, poi la sua forza riempie solo il cuore d’orgoglio per la scelta di quel figlio che non hanno potuto crescere ma che è diventato un meraviglioso uomo. E sì, in quel momento Harry è estremamente coraggioso, perché anche su di lui “l’egoismo” potrebbe avere la meglio, potrebbe decidere di aver combattuto a sufficienza, di meriarsi riposo e la possibilità di ri-conoscerli, finalmente. Ma se c’è una cosa che Harry non è mai stato è proprio egoista, perché pensa prima agli altri e non esita nemmeno a tornare indietro non appena Silente gli spiega come stiano le cose: c’è chi ha ancora bisogno di lui e lui tornerà per salvarli tutti, ancora, ogni volta che ce ne sarà bisogno. E, insomma, io non ho mai avuto particolare simpatia per Harry (sono forse un po’ una brutta persona), ma questo momento non lascia mai indifferenti, scuote sempre. Vederlo in questa tua ripresa, dalla parte di Lily e James, ha forse amplificato maggiormente la percezione della scelta di Harry.
E poi chiudere una raccolta sulla morte con questo abbracciare in tutto la vita, anche quando avresti tutti i motivi per cercare la pace al di qua del velo, è qualcosa di potentissimo: è davvero un inizio nella fine (e spero che la cosa abbia senso). Non credo potessi concludere meglio questa raccolta, sul serio.
 
Un po’ mi dispiace essere giunti alla fine di questa raccolta: è stata un viaggio meraviglioso, non so se renderò mai l’idea di quanto sia grata per averla scritta. E so di non aver mai reso giustizia a tutti questi piccoli capolavori, ma mi sono approcciata molto di “pancia”, poco razionalmente e molto emotivamente a ogni singola parola. Però ti assicuro che ogni parola è stata d’impatto (hai dato da pensare anche ai Nargilli, nonostante facessero finta di niente!), quindi davvero grazie infinite per averla condivisa.
Complimenti, sul serio, questa raccolta è uno di quei piccoli tesori da custodire e su cui tornare più e più volte.
 
Un grande abbraccio e a presto,
Maqry

Recensore Veterano
06/06/20, ore 10:38

Ero curiosa di scoprire come avresti concluso questa raccolta che è stata sempre emozionante, delicata e curata in modo dettagliato ed incredibile dalla prima all'ultima parola.
Con quest'ultimo capitolo, quest'ultima frase della poesia c'è il giusto epilogo nel viaggio ultraterreno dei Malandrini e non poteva che concludersi con James e Lily e con questo rimpianto genitoriale che ha aperto la raccolta, è tornato più volte e qui la fa da padrone.
L'immagine di loro due che si tengono per mano sulla curva della strada, su quel binario con cui abbiamo imparato a familiarizzare (ormai questo Aldilà lo immagino proprio così), è fortissima. 
"Si tengono per mano senza parlare, si tengono per mano mentre sfiorano la curva della strada col passo di chi non ha più nemmeno paura: perdita e rimpianto, nascita e riconoscimento sono ormai fili che loro hanno avvolto spesso attorno ai polsi." Credo che questo sia il mio passo preferito, forse perché legato al tuo rimpianto che lega i polsi, frase che mi ha colpita sin dall'inizio, e perché c'è tutta quella unione, quella comprensione nel "non vissuto" di James e Lily, che genitori lo sono stati per pochissimo.
C'è, ancora una volta, questa vicinanza, questa comunicabilità con il mondo terreno, con Harry che è vicino e che possono riuscire a sentire grazie al momento della Pietra della Resurrezione. 
IL desiderio inconfessabile che non hanno bisogno di dirsi l'un l'altro è quello che solo un genitore da tanto separato da un figlio può avere, anche se io genitore non lo sono, ha colpito dritto al cuore. Tra l'altro, ho particolarmente apprezzato il riferimento a questo desiderio come "umano tradimento" per James e Lily che la vita terrestre ed umana l'hanno abbandonata da un po' ed anche lo scivolare via di questo pensiero ed il ritornare della pace, non appena Harry va oltre perché loro sanno che un giorno comunque tornerà. 
Io davvero non so più come dirti quanto tu sia brava e quanto questa storia mi abbia emozionata: mai scontata, mai retorica, sempre delicata. PERFETTA. Ormai sai che di tuo ho letto quasi tutto e qui ho avuto "la prova provata" di quanto tu sia brava qualsiasi sia lo stile prescelto perché il valore aggiunto di questa raccolta non è stata soltanto l'idea di fondo ma soprattutto il modo in cui l'hai scritto. 
Davvero il tuo Aldilà, la tua King's Cross, ha preso forma frase dopo frase diventato l'habitat perfetto per questi personaggi che tanto amo!
Grazie ancora di questo. Ti aspetto alla prossima storia!
Un abbraccio,
Fede

Recensore Master
06/06/20, ore 09:44

Cara Blackjessamine,
Ma buongiorno <3. Ho provato un brivido leggendo questa flash così ben strutturata e dolorosa. James e Lily sono meravigliosi quando li scrivi (mi è rimasta nel cuore quella loro versione post adolescenziale), ma qui, con quel respiro trattenuto che ricorda così bene la paura umana, qui, che abbiamo i due spiriti che non osano pensare che Harry stia morendo, ma che per un momento muoiono dalla nostalgia e tradiscono l’ideale di una vita intera (breve, ma intensa), c’è tutto. C’è lo strazio di due eroi che hanno deciso di combattere una guerra impari, che si sono sacrificati per il bene del loro figlio, che hanno rinunciato alla possibilità di vederlo crescere negando a lui il calore di una famiglia. E hai raccontato tutto con estrema delicatezza: il momento cruciale in cui nella foresta proibita Harry è a un passo dal morire e dal lasciarsi andare, loro che anelano di rivederlo (ed è un desiderio che, appunto, sa di tradimento) e temono immensamente di vederlo comparire, non vorrebbero mai doverlo incontrare così presto e poi la soddisfazione, anzi, la gioia.

Ha scelto il coraggio, dici, ed è bello che tu abbia associato il vivere l’esistenza umana fatta di lotte continue al coraggio che deriva dalla sopportazione delle varie prove che siamo tenuti a superare – Potter più di tutti. Poi certo, James e Lily sanno che un giorno Harry tornerà da loro oltre la curva della strada, questo modo bellissimo di descrivere l’Aldilà. Sanno che avverrà in un altro momento, non contro Voldemort, e anche qui l’espressione “un giorno, cento anni, una vita intera” per me è duplice: da un lato indica la lunghezza della vita umana quand’è piena e vissuta e ha fatto il suo naturale corso, dall’altro indica l’inconsistenza del tempo per le anime, per cui un giorno o mille anni, essendo loro fuori dallo scorrere delle lancette, ha perso il suo peso e significato. L’ultima frase è profondissima. La morte è verità perché rivela l’animo umano (è anche un topos letterario che nella morte vi sia un senso, che chiuda il cerchio di un percorso), mentre il passaggio sta a indicare appunto il percorso stesso che tutti devono percorrere e l’accettazione della morte come l’ineludibile fase della vita – parte del viaggio anch’esso, che sia ponte o abisso, come diceva, molto meglio di me, un noto giornalista scomparso proprio in questi giorni. Come sempre ammirata dalla tua scrittura potente, ti auguro un buon weekend :*.
Shilyss