Ciao, finalmente sono riuscita a passare di nuovo dalla tua meravigliosa storia, anche se sono molto indietro con i capitoli, ma devo dirti veramente che ogni nuovo capitolo mi incanta, mi offre tantissimi spunti di riflessione e mi fa capire sempre di più quanto tu sia brava, precisa, attenta, sensibile e molto preparata, ci tieni a fare in modo che la tua storia sia il più verosimile possibile e quindi fai ricerche, ti documenti sulla cultura orientale, citi addirittura un passo del Corano. Lascia che ti dica ancora una volta che, sebbene tu non lo pensi e non ci voglia credere, sei davvero una grandissima scrittrice perché solo i grandi autori si documentano tanto e tengono così alla precisione delle loro storie. Per cui dovrei farti i complimenti anche soltanto per questo!
Ma ovviamente non è tutto qui. Il dialogo tra Samuel e Maryam è intenso e pieno di profondità e mi ha fatto pensare tante cose. Innanzitutto comincio ad apprezzare sempre di più Samuel, che vuole capire tutto della cultura del Paese in cui si trova, vuole rispettarne le usanze anche se non le trova giuste e cerca di non imbarazzare Maryam, dimostra una grande delicatezza, non così scontata in un ragazzo. E mi è piaciuto il pensiero di Maryam, che vorrebbe essere stata promessa a Karim. Ti confesso che il buon dottore piace molto anche a me e che sarei felicissima se lui e Maryam potessero sposarsi!
Ma, come ti dicevo, il loro dialogo mi ha fatta anche riflettere al di là della vicenda dei personaggi. Samuel si stupisce e si arrabbia pensando che Maryam debba sposarsi con un uomo che non ama, che non possa mostrarsi liberamente, che non possa scegliere la sua vita, e naturalmente ha ragione. Ma è proprio vero che le donne in America o anche da noi sono "libere"? Certo, non esistono leggi che impongano divieti o obblighi così pesanti come nei Paesi islamici, ma non è che in Occidente c'è soltanto più ipocrisia? Una donna, è vero, teoricamente può vestirsi come vuole, scegliere la sua strada, innamorarsi di chi vuole... ma il senso comune, se non le leggi, finisce per rendere comunque le donne degli "esseri inferiori". Una ragazza può venire tranquillamente stuprata e magari i suoi violentatori non subiscono punizioni perché "lei se l'è cercata", le donne vengono uccise tutti i giorni da mariti e compagni perché non vogliono più vivere con loro, magari perché non vogliono più essere maltrattate e picchiate e gli assassini si fanno un anno di carcere e via (e a volte nemmeno quello). Le donne che nascono in condizioni disagiate, che vengono da famiglie povere o che sono immigrate sono spesso costrette comunque a matrimoni forzati e a lavori umili e infamanti per sopravvivere. Le donne devono sempre scegliere tra la famiglia e la carriera, una donna che ha successo viene vista di malocchio e spesso pressata psicologicamente perché, magari, ha scelto di non avere figli. Le donne possono studiare, ma i posti di lavoro migliori spettano sempre agli uomini, così come gli stipendi più alti, e spesso vengono persino licenziate se rimangono incinte! Insomma, siamo poi così sicuri che da noi in Occidente la libertà delle donne sia effettiva o che non sia magari solo sulla carta? Forse Samuel potrebbe scrivere un bell'articolo su questo, basandosi sulla sua esperienza della cultura islamica... E, del resto, è un po' ciò che dice anche Karim quando Samuel gli parla del suo desiderio di aiutare Maryam: Karim si rende conto dei difetti del suo Paese, ma è comunque il suo Paese e non vuole distruggerlo, non vuole nemmeno che un estraneo possa giudicarlo dopo pochi giorni, lui cerca di fare del suo meglio per aiutare le persone e questo lo fa stare bene con se stesso.
Stupenda anche la descrizione della vecchia Kabul, affascinante nonostante tutte le sue contraddizioni e atrocità (come l'attentato sul finale di capitolo), hai saputo descriverla benissimo senza annoiare e anzi dando l'impressione di poterla vedere con i nostri occhi, hai regalato davvero ai tuoi lettori un Tour nella città afghana!
Anche questo capitolo mi è piaciuto tantissimo, ricco, intenso, intriso di storia e tradizioni lontane da noi ma non per questo meno interessanti. Questa storia è veramente un capolavoro, qualcosa di unico che in pochi saprebbero scrivere così bene. Ancora una volta ti faccio i miei migliori complimenti, sei straordinaria e sono felicissima di averti come amica e di seguirti come scrittrice!
Alla prossima!
Abby |