Guascosa mia! Ma te possino acciaccatte – eddue!
Quel che dico faccio a volte e quindi arrivo qui con la forza degli Unni, dei vulcani attivi e del vento (?) alle mie spalle.
Leggere queste drabble è stato un lento avvicinare il mio cuore alla fiamma di una candela: prima un lieve tepore, poi un calore ben marcato, più caldo, sempre più caldo, fino a bruciare, far male e poi sciogliersi totalmente come cera per essere poi rimodellato e riacceso. E con questa metafora della domenica, ti do un'idea di quanto mi sia piaciuta la lettura complessiva, oltre che ogni singola drabble. La cura che ci hai messo è lampante, sia nella struttura, che nella scelta delle parole che nel concetto racchiuso in ognuno di questi piccoli e grandi passi nella vita di Peter. Adesso ti plagio (ah!) e vado con ordine, drabble per drabble, ma questi prime impressioni dovevo buttarle giù subito subito prima che sfumassero <3
1. Inaspettata. Ecco, direi che l'inizio, per quanto una nascita dovrebbe essere l'evento più scontato dell'universo, poiché è da essa che dipende il vissuto di ognuno di noi, è stato inaspettato. Non credo di averti mai vista inserire direttamente Mary e Richard Parker nei tuoi scritti... forse li hai menzionati o hai fatto accenni qua e là, ma vederli per la prima volta davanti ai miei occhi, o meglio, entrare nella testa di Mary, madre innamorata del proprio figlio, è stata un'esperienza nuova e dolcissima, guidata come sempre dal tuo stile coinvolgente e meraviglioso. Mary ci è dato vederla pochissimo, ma qui non posso fare a meno di pensare che sia IC: è insicura, è amorevole, cerca supporto in May, è umile e si schernisce dicendo che il figlio somiglia più al marito... quanti, quanti atteggiamenti di Peter ci sono in lei, e quanto fa male pensare che lui li abbia assorbiti principalmente tramite May, oppure per via indiretta (chiamiamolo genetica, chiamiamolo legame invisibile, chiamiamola anima) che rende i figli così simili ai genitori nonostante non li abbiano cresciuti loro...
2. Du! QQ DU un par di ciufoli, Co', ma come ti permetti di rendere ancora più tenero un fagottino di amore e cannella come Peter Parker?? Come ti permetti, io ti denuncio l'anima, QQ
Mi ricompongo. Citare Ben era imprescindibile, parlando della crescita di Peter, e tu l'hai fatto nel miglior modo possibile: non rivangando la sua morte, non ponendolo come figura idealizzata del passato, ma come persona vera, reale. Uno zio e un padre che vuole solo rendere perfetto il compleanno di suo nipote, nonostante la tinta di malinconia per chi non c'è più ma, forse, può ancora vedere nel presente. Su questa drabble ho poco da dire perché ho troppo da dire, Co', ma nella sua quotidiana semplicità è forse quella che ho amato di più <3
3. Torta al limone? La voglio io, la torta al limone! Scherzi a parte, è qui che il mio cuoricino ha iniziato a bruciacchiarsi un po', nonostante fosse ancora un calore piacevole; quel limbo in cui sei appiccicato al termosifone e sai che stai per raggiungere il limite di sopportazione, ma non ti stacchi perché hai ancora freddo. C'è appunto tanta malinconia in questa drabble, nonostante tu dipinga un compleanno assolutamente sereno, con Peter che festeggia con l'eroe di una vita mangiando torte del discount... è la malinconia dell'adolescenza e delle consapevolezze che, premature, iniziano ad affacciarsi nella vita di tutti i giorni. Delle paure che frenano i sogni e la speranza, anche per qualcuno come Peter Parker, che di speranze e sogni si nutre nonostante tutto. E lo riassumi in una frase, Co'... "sbuffa via una risata che sa di paura di non meritare niente". Eccolo, Peter, a tutto tondo, come solo tu sai descriverlo <3 Come fai, devo ancora capirlo :')
4. E qui inizia la sofferenza. Inizia e finisce, in realtà, perché sappiamo che quei cinque anni volgeranno al termine... ma portando via con loro molto, troppo. Portando via Tony e lasciando ricordi mai vissuti. Questo compleanno mancato, il primo, fa male, e fa male per come l'hai descritto, per le immagini che hai evocato. Quel catrame che cerca di coprire i ricordi e che però rischia di soffocare Tony ad ogni respiro... ecco come me li immagino, quei cinque anni: grondanti catrame, viscosi, è impossibile nuotarvi attraverso e si può solo attendere che scorrano via nella loro insostenibile lentezza.
Ah, Co', quando mi fai male... çç
5. E qui si riprende a respirare. Solo un poco: è la prima boccata d'aria dopo l'apnea, ma proprio per questo fondamentale. Si ricomincia, i minuti scorrono – il minuto , Peter invecchia e rimette in moto il tempo della sua vita. C'è una mancanza, è vero, ma l'accento cade da entrambe le parti: equilibrio perfetto tra positività e negatività. Finché l'intervento di Tony, che va oltre lo spazio e il tempo, non spezza quest'equilibrio con un'entrata in scena delle sue, portando con decisione il piatto della bilancia dal lato più sereno – perché sì, lui trova sempre il modo di esserci... dopotutto che festa sarebbe senza di lui, senza Iron Man? Non mi stupirei se avesse registrato tutti gli auguri di compleanno per i prossimi settant'anni, pur di "essere" con Peter... e laddove non potrà esserci, potrà sempre sbirciare la vita del suo protetto dal suo cuore, dove rimarrà custodito assieme a tutti gli altri ricordi – speranze passate – di cui si nutre Peter.
La candela qui si spegne, sia quella del compleanno di Peter che quella che hai acceso all'inizio della storia, ma rimane il tepore, e la consapevolezza che si riaccenderà l'anno successivo <3
Per finire il MAMMOZZONE mi soffermo sui titoletti che hai scelto... che, se ho ben interpretato, sono le figure di riferimento di Peter in ogni fase della sua crescita (quel Tony e Peter lo intendo come un volersi sentire un po' adulto anche lui, in piena adolescenza, e quel Tony solitario lo voglio vedere sia come un'espressione della solitudine di quest'ultimo, sia come il fatto che, nonostante fosse scomparso, Peter lo considerasse incosciamente come la persona più vicina a lui, essendo l'ultima ad averlo visto... poi queste sono mie interpretazioni, puoi sempre dirmi che nun c'ho capito na ciospa!). Quel Peter finale, quindi, assume tutte le sfumature di significato più dolorose. Si erge solitario, sebbene amato; cresce come guida di se stesso dopo aver perso molto, ma anche ricevuto altrettanto. È Peter Parker, è Spider-Man, ed è abituato a non avere mai il massimo dalla vita, ma sceglie di ricavarne comunque il massimo (e questa qui l'ho rubatissima ad Uncharted, lo confesso, però il contesto mi ci ha fatto pensare... e dopotutto è sempre a tema Tom Holland, più o meno u.u).
Qui chiudo, sennò mi denunzi tu. Co', tu piazzi le parole come un campo minato e inevitabilmente fai pestare tutte le mine emotive a chi legge, sapendo esattamente dove correranno i suoi piedi. E ci vuole abilità, per farlo, e bravura e sensibilità umana e artistica. Sì, oggi è la giornata delle metafore ardite come piume sulle scaglie di un serpente, stacce e becca e porta a casa!
Ti abbraccio forte dislocandoti tutte le costole, Cosetta mia <3 Non smettere mai di scrivere, non smettere mai di farci vivere attraverso la tua penna <3
-Light-Soft/Cosetta Tua/Mandostavi- |