Recensioni per
L'intruso
di Made of Snow and Dreams

Questa storia ha ottenuto 8 recensioni.
Positive : 8
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
16/12/20, ore 15:59
Cap. 1:

wow!
eccomi per lo scambio ... in effetti ti avevo vista al libero, ma ho dato per scontato non conoscessi i miei fandom (raramente li conoscono ^^') e quindi preferisco questo scambio on reciproco, ho scelto bene :)

premesso, non è il genere che più prediligo, però è inquietante da fare paura e non tanto l'horror, questo mostro deformato che vede la protagonista, stile uomo nero sotto il letto ... lo sgomento vero e proprio te lo dà il fatto di scoprire quanto quel mostro sia reale, umano e incredibilmente vicino alla protagonista, sto avvertendo da qui la sua viscidità .. me lo immagino parecchio più grande di lei, brutto, rozzo... ma non prendiamoci in giro, anche se fosse bello come un attore hollywoodiano sarebbe orribile!!
ho quasi paura di vedere crescere la protagonista, anche se d'altro canto, quello che hai preannunciato nella trama attira un sacco.
parere personale, per me questo prologo può funzionare benissimo anche senza quelle onomatopee così marcate, ma di contro io scrivo male i dialoghi dove i personaggi biascicano o il maiuscolo quando urlano... non posso avere voce in capitolo su queste cose ahah.
complimenti per lo stile e soprattutto l'idea.
alla prossima, se ne avrò occasione :)

Recensore Master
14/12/20, ore 19:12
Cap. 4:

Ciao cara, eccomi qui! Finalmente ho messo le mani su questo capitolo.
Non vedevo l'ora di leggerlo!
Il disgusto che Margareth prova per suo fratello emerge in tutto e per tutto: ho avuto la netta sensazione che quel coniglio guasto, pieno di insetti fosse lui.
Le immagini che dai nel parallelo tra la storia che scrive la protagonista e quella che scrivi tu sono superficialmente molto diversa, ma hanno un punto in comune che è l'elemento horror (posso definirlo così? Spero di non sbagliare).
Ci sono diversi fattori che, andando oltre possono essere connessi alla sua vita.
Innanzitutto questo fattore dell'orrore: Margareth ha praticamente vissuto una vita horror trovandosi il mostro in casa, tanto da averle sconvolto la fisicità.
Il fatto poi che si tratti di un incesto non consenziente credo l'abbia traumatizzata ancora di più. Il senso di colpa e d'inadeguatezza devono essere molto forti in lei. Finora si parla poco di come si sente lei durante le ore del giorno, quando è in casa da sola.
Però il legame del suo racconto tra lei e la casa è emblematico: sembrerebbe quasi comunicare che lei non si fida più degli umani, ma che a loro preferisca gli oggetti.
Sarebbe comprensibile e coerente, dato che è stata tradita da suo fratello e abbandonata praticamente da sua madre, che continua a spingerla verso di lui, nonostante tutto.
E mi ricollego in questo passaggio all'immagine del compleanno di Christ: ci sono lui e sua madre da una parte. Festeggiano, sono allegri e sorridenti, come fosse tutto normale.
Dall'altra ci sono Margareth e suo padre, in un angolo, simili e silenziosi, lui ha addirittura scolpito un sorriso su un viso che definisci di cera. Sembra quasi che padre e figlia siano davvero simili.
Mi ha dato l'impressione di una famiglia spaccata in due e del classico legame padre/figlia - madre/figlio.
Il ritmo è praticamente una corsa dall'inizio alla fine, il parallelismo tra la storia e il racconto di lei ti fa perdere. Il lettore viene trascinato in questo vortice di ricordi e sensazioni, non riuscendo a raccapezzarsi più di tanto, e ho avuto l'impressione che la mente di Margareth sia proprio così.
Corre, corre, corre e poi si lascia andare, sfinita, non curandosi di ciò che ha attorno, come quando alla fine si lascia andare su Charlotte, facendo volare via una lettera.
Questo caos rispecchia molto la sua personalità "repressa", o meglio credo sia stato dato dall'incontro con suo fratello. Anzi, dalla sua invasione di campo: in effetti lui è la causa indiscussa di tutti i suoi mali, ergo la sua mente ha subito uno shock rivedendolo, tanto da averne paura e portarla a ritrarsi.
Nello scorso capitolo non è successo nulla di quello che lei si aspettava, il che potrebbe averle dato un motivo per un momento di "follia", per la quale ha trovato ristoro solo scrivendo.
In effetti Margareth è un'artista che ha molto da dire, da esprimere: la sua sofferenza le è sempre rimasta dentro, facendola diventare remissiva grazie ad una famiglia che non l'ha sostenuta affatto.
Ma io credo che nell'intimo della sua personalità si stia iniziando a rompere qualcosa.
Un'altra cosa che mi ha colpita è un fatto che si ripete a cadenza regolare, ovvero Christ che si prende la sorella nel giorno del suo compleanno.
Festeggiato coi genitori.
Quando lui si scusa, si difende dietro la scusa dell'ubriachezza, ma la scena che ci hai presentato mi fa pensare che non c'è nulla di vero e che è solo la solita scusa per non prendersi le proprie responsabilità.
Perché lui mi da proprio la sensazione di non essersi mai pentito ma di fare una scena e basta. Magari non lo rifarà mai, però allo stesso tempo non gliene può fregare di meno della sofferenza della sorella.
Tanto sua madre lo protegge, ha la sua bella facciata con aspetto piacente e famiglia perfetta dietro alla quale nascondersi... perché mai dovrebbe sentirsi in sintonia con Margareth?
Lui è un vincente agli occhi della società, ha tutto dalla vita.
Lei è una sfigata: vive sola, scommetto non abbia molta vita sociale e già da piccola ha mostrato segni di "squilibrio" (in realtà era il trauma, ma che ne sa la gente?), quindi...
Insomma, anche questa volta hai tirato fuori degli ottimi spunti di riflessione. Ottimo!
Capitolo travolgente e onirico per certi versi, poiché l'alternarsi storia vera/storia scritta ha un ritmo sostenuto e non ti da respiro. L'azione in una s'interrompe del tutto, nell'altra continua dov'era rimasta, poi si presenta un altro episodio famigliare, poi di nuovo il coniglio...
A proposito del coniglio: riflettendoci, forse con l'animale morto Margareth voleva più rappresentare lei stessa.
Mi frulla in mente questa conclusione perché il coniglio è un animale docile, puro, molto tenero, lo si vede bene vicino a un bambino e potrebbe rappresentarlo.
Potrebbe raffigurare tranquillamente la purezza e l'ingenuità, o anche la fiducia di Margareth, che sono stati stracciati brutalmente dall'atto putrido del fratello.
Bellissimo capitolo. L'ho già detto, vero?
Ti mando un grosso abbraccio!
Alla prossima.

- A.

Recensore Junior
13/12/20, ore 14:39
Cap. 1:

Ciao!
Sono Cristina, la ragazza dello scambio.
partiamo dal presupposti che a me solitamente i racconti horror non fanno impazzire, però questo ti è venuto bene.
Quando si legge questo capitolo si vede bene come la protagonista sia intimorita dalla persona che (sembra) gli stia entrando in casa, magari lo conosceva già da prima e questo la inquiete ulteriormente, forse perchè sa di cos'è in grado di fare.
Si sente abbastanza bene l'ansia e la tensione all'interno del capitolo (ora capisci perchè odio le storie horror, ma son gusti, la mia è una critica generale, non alla tua storia) e di quanto la protagonista sia terrorizzata da tutto ciò.
Non ho notato particolari orrori di grammatica o di battitura, mi è piaciuta!
Continua così!
à la prochaine,
Cri

Recensore Master
10/12/20, ore 20:15
Cap. 3:

Eccomi di nuovo.
Ho divorato anche questo capitolo, ovviamente. E mi dispiace davvero che siano già finiti: sarei andata avanti molto volentieri.
La parte del racconto è scritta divinamente, ma ormai già sai cosa penso, inutile ripetermi. L'ho trovata onirica e inquietante, ma molto bella.
Il cadavere del coniglio... mi domando se abbia qualche significato.
Ma la cosa che mi ha colpita maggiormente è stato l'incontro con suo fratello. Un ex alcolista che è sceso a patti con la sua vita e i suoi errori.
Ecco, non riesco a credere in tutta la sua ritrovata "sanità" mentale.
Come si fa ad essere meno empatici di lui? Questo proporsi a sua sorella, la stessa che ha stuprato per anni (immagino) con una leggerezza, pretendendo che con una stretta di mano tutto venga lavato via.
E la cosa peggiore è che lui sa di essere appoggiato dalla loro stessa genitrice, quindi io credo che ciò lo faccia sentire ancor più forte nel suo ruolo di maschio.
In fondo si dice "in vino veritas": vero che era ubriaco, ma è vero anche che questa condizione scioglie le inibizioni. Cosa ne sappiamo noi che quello del passato non fosse il suo vero io?
Questa vena sadica che lo ha portato a sottomettere la carne della sua carne, umiliandola in un abominio qual è uno stupro incestuoso... non lo so, come Margareth neanche io mi fiderei di lui.
Ma al di là della colpa, del trauma subito, proprio perché l'aver conosciuto quel lato oscuro della persona me la farebbe temere fino alla fine dei giorni.
La figura del fratello, nascosto sotto una vita patinata (di bell'aspetto, figli e moglie, bella casa, ecc) mi fa davvero pensare a una replica di Ted Bundy: anche lui, come tanti colleghi, da fuori sembrava un uomo perfetto. Di bell'aspetto, carismatico tanto da difendere se stesso in aula, affascinante, di ottime maniere e molto affabile.
Molti serial killer sono consapevoli delle loro doti e le sfruttano, e Christopher mi da proprio l'idea di poter fare parte della cerchia.
Vedremo.
D'altro canto, fortunatamente Margareth non è una stupida: non ha perdonato suo fratello perché ha provato in prima persona un certo tipo di trauma non condiviso da tutti - in barba all'empatia dimostrata, o si subisce o non si capisce - e ne ha ben donde nel suo non perdonarlo.
Come ti dicevo, a mio parere più che "l'offesa" si tratta proprio di una questione di timore, tanto da tenere le antenne pronte a captare ogni segnale negativo: i movimenti del fratello sono posti sotto la lente d'ingrandimento, non si lascia andare in parole per non abbassare le difese, se non quando lui tocca la sua zona di comfort: la stanza da letto e soprattutto Charlotte.
Quel tocco vintage, ovvero proprio Charlotte, è davvero delizioso.
Regala un nonsoché di etereo all'immagine della protagonista. Non ho idea della motivazione, ma la mia impressione è questa.
Forse perché non appartiene al suo passato, quindi è un qualcosa al di fuori sia della sua vecchia vita personale, che del periodo vissuto (immagino che si usassero già i pc nel periodo in cui Margareth subiva abusi), quindi a mio parere è come una goccia di detersivo che spazza via l'olio dalla superficie dell'acqua in una padella sporca (lo so che è un paragone assurdo, ma non mi viene in mente altro perché quando ciò accade, l'olio si ritrae repentinamente verso i lati della padella. L'impressione è quella.).
Dopo quest'ultima strampalata immagine, ti mando un caro saluto!
Ps. aggiorna presto!

Alla prossima.
- A.

Recensore Master
10/12/20, ore 19:07
Cap. 2:

"Margeret Brown? Come l'inaffondabile Molly Brown?!"
Ammetto che questa è stata la prima domanda che mi sono posta leggendo questo primo capitolo.
Bello, bellissimo. Cosa vuoi che ti dica? Questo è uno di quei capitoli che tutti dovrebbero leggere e da cui tutti dovrebbero attingere. Mi basta il secondo passaggio in neretto: chiurlare Dove l'ho mai letto? Finora mai.
Questo per dire che ho trovato una ricerca nello stile e nella scelta dei termini davvero squisita. Fa davvero piacere portare avanti una lettura del genere.
Lo stile è molto curato, ma senza risultare artificioso. Voglio dire che sembra venirti naturale, non dai affatto l'impressione di essere una di quelle scrittrici che cercano paroloni per dimostrare qualcosa a loro stesse e/o agli altri.
Ho letteralmente divorato il tuo scritto, inesorabilmente rapita dal tuo stile.
Il personaggio di Margareth mi piace molto: anche lei è un'artista ed infatti grazie alla sua vocazione mi sembra di capire che riesce a comunicare il suo trauma.
è una caratteristica degli artisti molto comune, basti pensare a Chester Bennington dei Linkin Park, che ha parlato ampiamente degli abusi sessuali subiti in diversi pezzi del gruppo. Poi si è suicidato, ma questo è un epilogo a cui non tutti fortunatamente vanno incontro.
Il paragone è inevitabile perché la tua Margareth è viva.
In qualche modo le conseguenze sono venute fuori e si sono rispecchiate proprio nel suo corpo, tanto da passare da giunonica a ossuta.
Mi viene in mente un po' il rifiuto del proprio corpo che hanno le vittime di abusi sessuali. Alcune ipersessualizzano tutto, altre invece nascondono tutto sottoterra in vari modi.
Il capitolo è molto corto, ma davvero incisivo. In maniera delicata hai toccato un tema spogliandolo della sua ovvia brutalità, permettendo di immedesimarsi nella vittima.
Anche il suo essere nervosa è tipico sia di chi subisce abusi, ma anche di molti artisti, che sperimentano un male di vivere tutto loro spesso e volentieri senza cause. Semplicemente si sentono pesci fuor d'acqua un po' ovunque. Mi basta pensare al loro modo di esprimersi alternativo, che non sempre tutti capiscono e travisano.
A mio parere Margareth è coerente con il personaggio che le hai dato.
Ed il punto più dolente credo sia la madre di lei, quella classica persona che ti spinge a cancellare e perdonare.
Molto facile per chi sta fuori e non subisce in prima persona.
Tendono sempre a sdrammatizzare, per molti motivi, ma nessuno è mai valido.
Sua madre mi da l'idea di una donna all'antica, di quelle che il figlio maschio è il favorito della prole, appunto perché maschio.
Non sono femminista e non odio gli uomini, lungi da me ambo le cose, ma trovo che esistono ancora molti genitori per i quali il figlio maschio è intoccabile e indubbiamente favorito.
Lei mi sembra avere questa mentalità, o comunque tende a far riappacificare i due. Questo mi fa riflettere sull'aiuto concreto che possa aver dato in passato alla figlia.
A proposito di passato, visto che ci sono ancora pochi capitoli di questa storia, sicuramente leggerò Lizzie.
A dirla tutta, l'avrei letta lo stesso per molti motivi.
Ora vado avanti.
A presto!

- A.

Recensore Master
09/12/20, ore 00:27
Cap. 1:

Ciao cara, sono riuscita a passare solo a quest'ora per simpatici problemi di connessione.
Il tuo prologo mi è piaciuto davvero molto. La tensione cresce ad ogni riga, si sa che qualcuno sta andando a prenderla, ma non arriva mai. Questo tirare per le lunghe, allungare il brodo crea una tensione palpabile.
Mi piace il fatto che tu abbia inserito delle onomatopee. Rende un testo riconoscibile ed è una delle cose che potrebbero far sì che qualcuno associ la storia direttamente all'autore, qualora lo stile si consolidasse in questo modo.
Per dirla in breve, ha personalità. La mia domanda è: si tratta di una scelta stilistica ben precisa o stai sperimentando?
Molto bello il fatto che tu non ci dica nulla sulla protagonista, a parte il nome. Ma oltre quello, nulla che la renda riconoscibile.
Questo potrebbe portare le più empatiche ad immaginare meglio la scena dal proprio punto di vista, come se loro fossero la vittima.
Il fatto che tu descriva dettagliatamente i sentimenti anche grazie ad immagini, paragoni e metafore aiuta ancor meglio a rendere l'idea di ciò che si prova: disgusto, paura, consapevolezza, speranza, rassegnazione... c'è davvero di tutto.
Non mi aspettavo minimamente che sarebbe stato il fratello il suo stupratore. Ero sicura fosse il padre, l'immagine che mi hai trasmesso è di un vecchio pedofilo, forse per via della gamba zoppicante o perché si ha l'idea che ci si possa opporre meglio ad un proprio "pari", mentre al genitore è più difficile.
Questo colpo di scena mi ha stupita ed anche incuriosita. Lo trovo meno scontato.
Sono curiosa di andare avanti. Mi è piaciuto molto questo inizio, la metto tra le seguite. L'ho trovata ben scritta con un ritmo crescente.
Alla prossima!

- A.

Recensore Master
04/12/20, ore 04:05
Cap. 2:

Ciao!
Rieccomi, sempre ad un orario molto decente, a lasciarti il mio parere.

Prima di cominciare volevo farti notare una cosa: non so se sia voluto o meno, ma all'inizio, una bella parte di testo appare in grassetto. Non è una cosa che ho gradito tanto, ad essere onesta - più che altro perché lo trovo aggressivo e non mi facilita la lettura. Ma resta un parere mirato puramente al lato dell'impaginazione perché, l'intero capitolo, è scritto benissimo.
E scorre veloce.

Qui vediamo una Margareth adulta. Ridotta quasi pelle e ossa. Più misteriosa. Più segnata.
Una Margareth che adesso ha Charlotte nella sua vita - e penso proprio che andrò a leggermi anche la storia legata a questa macchina da scrivere -, anche se chissà se sia una benedizione o una maledizione.
Questa macchina da scrivere non è ordinaria. E credo che si capirà presto il perché. Intanto, Margareth interagisce con essa come se fosse una persona. E non credo sia semplice affetto da scrittrice. In più, puzza molto la storia del suo vecchio proprietario.

Poi ci viene detto della nuova vita del fratello di Margareth... E come non comprendere la sua poca voglia di conoscere i suoi nipoti?
Suo fratello l'ha macchiata. Violentata. Segnata a vita. Non esiste un vero perdono. Certe cose non si possono veramente perdonare. Ti cambiano e basta. Non possono essere cancellate.

E Margareth adesso, come tutti, è la somma di ciò che ha subito e vissuto.
Anche se non ci stai mostrando ancora tutto - logicamente.

Hai saputo trasmettermi... Inquietudine. Ero seduta sul letto, ma improvvisamente mi sembrava di stare scomoda. E non è una critica: vuol dire che mi è arrivato esattamente ciò che volevo arrivasse.

Una recensione molto, molto scarsa, ma ci tenevo a farti sapere il mio parere.
E sono curiosa.

Recensore Master
01/12/20, ore 15:30
Cap. 1:

Ciao!
Ho letto questo prologo ieri notte, ma ero talmente esaurita che non sono riuscita a lasciarti nessun parere per iscritto. Adesso provo a rimediare, anche perché non ha senso di esistere quello "zero recensioni".

Devo dire che sono rimasta molto sorpresa. Hai uno stile pulito: la lettura risulta scorrevole, mai ripetitiva; è facile immaginare quello che sta succedendo, entrare nella testa di Margareth, sentire e vedere ciò che sente e vede lei. Empatizzare.

Da quello che ho capito, "il mostro" è suo fratello, che abusa di lei, giusto?
Quando alla fine del prologo c'è questa rivelazione - quando "ci viene svelato" il volto del fratello di Margareth - ho decisamente aperto gli occhi e ripensato al prologo in un'ottica del tutto differente.

Il punto è: non capisco se l'immagine del fratello sia qualcosa di reale o un ricordo che si sovrappone ad altro.
Ma è davvero triste, triste, pensare che Margareth, di notte, debba subire tutto quello... Davvero triste. Può sottrarsi una notte, a tutto quello, ma quella seguente ne avrebbe pagato le conseguenze...
Mi domando solo se il rating varierà: il tema da te affrontato è molto, molto tosto. Credo che il giallo non starà bene ancora per molto.

Quanto al resto... ho apprezzato ogni cosa. Ultimamente cercavo qualcosa che potesse rientrare nelle mie corde: psico-roba, trip mentali, thriller... Volevo leggere qualcosa che smuovesse determinati tasti, ecco. Questa storia sembra essere quella giusta.
L'ho inserita nelle ricordate. Spero di leggere presto dell'altro.