Recensioni per
Senza peso, senza fiato
di Rosmary

Questa storia ha ottenuto 52 recensioni.
Positive : 52
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
22/05/21, ore 15:04

Ciao!
Piano piano mi sto quasi mettendo in pari con tutti i missing moments, quasi non mi sembra vero!
In ogni caso, sono felicissima di essere arrivata qui. E sono felicissima di essere una banderuola al vento, pronta ad amare in egual misura Rose e Lorcan e Rose e James, perché questo significa che ho il doppio delle storie per cui gioire ed emozionarmi.
Perché, se c’è una cosa che non smetti mai di fare, è proprio emozionarmi: mi piace tanto, tantissimo il modo in cui, anche in storie brevissime, tu riesci a rendere perfettamente i tuoi personaggi. Perché sono tuoi, sono così tanto tuoi che emergono sempre, emergono benissimo, e i dettagli che li circondano, il modo in cui parlano, anche solo il modo che hanno di guardarsi è così personale e tutto loro da farli emergere in maniera significativa e assolutamente evidente.
L’idea di raccontare il loro rapporto attraverso istanti brevissimi che accompagnano lo stesso giorno in anni diversi è bellissima, e credo che tu sia riuscita davvero a trarne il meglio. Non è facile, soprattutto con testi molto brevi, dare del tutto il senso del tempo che passa, ma tu ci sei riuscita benissimo, al punto che le date all’inizio di ogni paragrafo sono solamente una conferma in più, ma si sarebbe compreso tutto benissimo anche solo leggendo la narrazione.
Hai scelto poi dei momenti bellissimi, e io te lo dico, già dal primo istante mi hai conquistata: perché Rose che si deve accontentare di giocare a fare l’insegnante assieme al fratello e ai cugini più piccoli mentre James, che è l’unico di cui davvero le importi (anche se credesolo di averne sentito la mancanza) è lontano e ha anche la faccia tosta di dimenticarsi di scriverle è qualcosa di una tenerezza infinita. Soprattutto perché quando si rivedono, anche se sono solo bambini, è come se davvero tutto il resto del mondo non esistesse più. Ci sono solo loro, che si trovano e si riconoscono e riescono a riallacciare tutta la loro complicità, e c’è quella certezza di essersi mancati, una certezza che arriva solo nel momento in cui il confronto mette in luce la distanza che li ha tenuti separati per ben centoquattordici giorni (e tra l’altro, adoro che Rose questi giorni non li abbia contati, ma sia arrivata a questa cifra con un rapido calcolo: è un modo efficacissimo per ricordare che mica per niente parliamo della figlia di Hermione).
Ed è bello vederli crescere piano piano, vederli affrontare problemi piccini, che nonostante gli screzi e quelli che possono apparire come dei contrasti finiscono sempre per avvicinarli un po’ di più, più di quanto siano mai stati vicini a qualcun altro.
E ci sono i loro gesti, i loro soprannomi, quel modo di volersi bene di più, di ritagliarsi dei momenti in cui non esiste niente e nessun altro, perché assieme hanno già tutto quello che potrebbero desiderare. Davvero, il loro è un rapporto speciale, fatto di una vicinanza e una comprensione unici, un trovarsi sempre l’uno accanto all’altra, una complicità che riesce ad andare oltre anche alle etichette che loro per primi sembrano non voler dare al proprio rapporto.
E ogni volta che io leggo del loro legame indissolubile un pochino mi sciolgo, sappilo.

Recensore Master
17/05/21, ore 18:54
Cap. 5:

Cara Rosmary,

chi ben comincia la settimana è a metà dell’opera – così si dice, vero?? Ed eccomi di nuovo qui, in questa poesia che segue perfettamente l’altra e che gioca proprio sul non detto, sullo spazio che va riempito, sul non rivelato, sull’abisso che si crea quando chi vorrebbe parlare tace e chi vorrebbe ascoltare non chiede. E allora si rimane sospesi. Questi vuoti di parole, però, sono pregni, perché lo spazio ideale che separa James da Rose non è un nulla, ma è un denso strato di sentimenti e di emozioni di cui loro sono succubi e schiavi. E qui io penso a Paolo e a Francesca, anche se non è di moda fare citazioni letterarie su Efp – ma dipende dal contesto e purtroppo io amo citare Dante e trovo che il vortice in cui gli spiriti dei due sfortunati amanti siano costretti a volare si addica benissimo a questi altri due amanti, forse meno sfortunati, ma altrettanto appassionati.

Bellissima l’immagine del silenzio come culla e casa, come luogo protetto che consente di non esporsi, ma di nuovo non nulla, ma ambiente in cui è possibile mantenere uno status quo che pur non essendo risolutivo – prima o poi queste parole andranno pronunciate, bisognerà trovarne la forza e il coraggio, occorrerà dare un nome al bisogno di toccarsi e abbandonare il paradiso terrestre dell’infanzia/prima adolescenza. Allora la culla diventa trappola, perché ciò che prima era un consolante rifugio ora si trasforma in una gabbia troppo stretta. Il fatto che i due amanti siano avvinti dai lacci mi fa sciogliere, perché amo immensamente questa similitudine dei sentimenti come catene o corde o lacci, appunto, che ci stringono, nostro malgrado, all’amato. Fa riferimento anche al concetto di anime gemelle, al filo rosso del destino che non si può spezzare – e insomma, volo altissimo e, come vedi, anche io mi lascio trascinare dalle parole e dalle emozioni che James e Rose- ma sarebbe più opportuno dire la tua scrittura – mi suggeriscono. E quel “siamo solo insieme” è stupendo.
Un abbraccio forte e tanti complimenti per questa splendida perla,
Shilyss

Recensore Master
16/05/21, ore 18:18

Mia cara Rosmary!

Non hai idea del tempo che è passato da quando ho inserito questa storia tra le “da recensire” – e di questo me ne vergogno immensamente, perché adoro le tue storie e vorrei essere in pari con tutto. Ma piano piano arriverò dappertutto <3. Partiamo con il succo della recensione: è una shot semplicemente bellissima e l’ho adorata, senza se e senza ma. E ora partirò per la tangente e finirò per dire che, come Rose, non potrei scegliere tra Lorcan e James, perché le emozioni che la scuotono arrivano diritte al cuore di chi legge e sono terribilmente umane e naturali. Scrivi dell’imbarazzo taciuto, della vicinanza che diventa sbagliata, ma che non si può annullare, di gesti che vengono stemperati affinché non sembrino ciò che potrebbero essere, ma anche quanto si possa giocare sui doppi sensi e sulle allusioni, quanto lo scherzo mascheri la verità e si faccia menzogna. O segreto svelato.

Questa shot si chiama Granelli, ma potrebbe chiamarsi pure precipizio, perché Rose e James sono sull’orlo dello stesso e non lo sanno. E di baratri ce ne sono parecchi: sono due ragazzi cresciuti insieme che accostano atteggiamenti e fisicità tipici dell’infanzia alla malizia adulta. Quando leggo di loro mi viene in mente quel senso di scoperta dell’altrui corpo che accade in Ritorno alla Laguna blu. Nessuno dei due sa dare un nome a questo qualcosa che c’è tra loro, ma entrambi sanno che c’è. James comincia ad ammettere che Rose non è una cugina e basta, ma qualcuno che vuole e che ama. Ne è geloso e soffre al pensiero che lei possa amare un altro e vivere le proprie esperienze. Rose, dal canto suo, professa una fratellanza con James, ma non gli rivela di amare Lorcan né di averlo scelto come sua prima volta.

A unirli c’è il bisogno di solitudine, loro che sono nati nell’occhio del ciclone e che hanno nomi altisonanti e retaggi da portare avanti. La fuga sulla spiaggia è un modo per vivere una semplice giornata tra di loro, in serenità, senza alcun occhio giudice e senza pensare al processo e alle sue conseguenze tremende. La tensione che esiste tra di loro è anzitutto una questione di pelle. L’atto liberatorio di fare il bagno più o meno vestiti assume componenti maliziose e fa nascere riflessioni in entrambi. Eppure questi campanelli né Rose né James vogliono ascoltarli, anche se sanno che ci sarebbe qualcosa da chiarire. Il fatto è che chiarirlo equivale a non poter più tornare indietro e a lasciare quel paradiso perduto, qui la citazione ci sta troppo bene, rappresentato dall’infanzia intesa come un periodo in cui nessuna ambizione o pulsione poteva minare un’amicizia. È interessante vedere come in questo capitolo gli accenni a Louis lo rendano decisamente più umano e meno perfetto rispetto a come appare nei primi capitoli della long – quando viene detto che perde la scommessa.
Un abbraccio forte, INFINITI complimenti e a presto,
Shilyss

Recensore Veterano
01/05/21, ore 22:52

Io so di avere - vergognosissimamente - mille arretrati sul tuo profilo e prima o poi con la mia lentezza da lumachina (che è ufficialmente il mio Patronus) arriverò ovunque perché tanto lo sai che poi arrivo sempre! Però, poi ci sono storie che mi chiamano e reclamano PRIORITÀ ASSOLUTA, nate per essere Prime soprattutto nel mio irredimibile cuore da shipper.
E inoltre, qui, ci sono campagne da portare avanti ché va bene affondare, ma almeno si affonda con onore.

Sai già quanto abbia amato Caos e quel concetto di volersi bene e volersene di più, di come quella frase ogni tanto mi rimbombi nella testa e sono letteralmente saltata nel vedere come ci sia questo filo rosso che lega i tuoi James e Rose e che si riassume in quella domanda alla quale non hanno (ehm, non hai) ancora dato risposta.
Ho amato il ritornare alla Vigilia di Natale, a quella giornata così particolare, che sa sempre un po' di attesa, di cose che arrivano e che nel loro caso, però, restano sospese e anche la scelta di alternare il punto di vista di lei e quello di lui. 
[Vedi che questi due hanno proprio un lessico tutto loro da cui è impossibile prescindere?!]
Mi è piaciuto il calcolo rapido dei giorni mancati, di una Rosie ancora piccola, di soli dieci anni, ancora inconsapevole di tutto quel che sarà, eppure già invasa dalla mancanza di James. 
Il soprannome Rosie e quel che significa hanno sempre rappresentato una rigida linea di separazione, nel mio personalissimo modo di vedere e leggere questa coppia, che mette da un lato James e dall'altro tutti gli altri (proprio TUTTI).
Certo, sarei una spudorata bugiarda se non ti dicessi che ho riso al "Sono il migliore degli amici" ma ho sempre trovato adorabile il loro modo di stare insieme, l'ingenuità nel pensare quel "Siamo sempre noi" e le altre storie raccontate, pur di non guardare, ma, più in generale, mi ha colpita ancora una volta il modo in cui James non teme mai di mettere le persone a cui tiene davanti ai problemi, quell'onestà con se stesso e verso gli altri che lo rendono, a mani bassissime, il tuo miglior personaggio. 
Ecco, in quel solo tu c'è tutta l'intimità di James e Rose, che tendono ad essere solo insieme (sì, sono proprio una maledetta shipper ad usare le tue parole).
Tu mi perdonerai se ho vistosamente perso la mano con le recensioni e forse sto un po' imperversando ma in quel Solo tu, semplicemente, c'è un po' l'essenza dell'essere la stessa cosa perché c'è un livello di conoscenza e intimità da trascendere qualsiasi definizione e che è cresciuta, passando per un regalo "semplice" come le pergamene profumate e colorate, per arrivare alla famosa (!!!!) catenina e a quell'album che ha un posto d'onore a metà tra i miei incubi e i miei sogni shipposi.
E sappi, proprio tra gli incubi vari, che ti formulo una richiesta scritta ed ufficiale per il missing moment di James che si intromette e loro che litigano perché, se c'è sofferenza pura come nei litigi, soprattutto nei loro litigi, è meglio. 
Insomma, come si fa a non shippare questi due, con lei che prima gli tira uno schiaffo e poi se lo bacia nel giro di mezzo secondo? Non so ma credo sia nel Sacro Manuale delle Ship a pagina 1 tra le prime regole insieme a "uno della coppia deve essere completamente incapace di decifrare i propri sentimenti" (leggasi James Protettivo).
Ma per tornare a darmi una parvenza di contegno, c'è un tassello nuovo al Vocabolario di James e Rose che è "Lo pensi?"/"Lo vedo".
Tra l'altro, la miniscena del 24 dicembre 2020 è di una dolcezza - che nel loro caso assume contorni particolari visto che non sono dolci nel modo canonico dell'essere dolci - infinita e che dà proprio la cifra di quella famosa intimità che c'è tra loro e di quanto abbiano vissuto nella totale e assurda inconsapevolezza, in lui che scopre che non gli dispiace volere l'esclusiva e in Rose che vuole averlo tutto per sé. 
E mi ricorda, una volta di più, che James Sirius per Rose resterà sempre il più bello di tutti (cit. autorevolissima ♥️) ed anche il più giusto, perché si sa chi è con James siede tra i giusti! 
Penso che questa immagine brevissima, questa mini scena di loro a letto a bisbigliarsi cose la notte della Vigilia resterà sempre tra le mie preferite (vedi che danni fai?!!?), con lei che se lo guarda incantata, gli fa i complimenti, lui che le accarezza i capelli e si imbarazza (quanto è umile questo ragazzo!😂).
L'ultimissima condensa un po' il dramma di questa ship, quel "più di chiunque altro" che non so se davvero basterà (cioè, lo so ma tento il ribaltone), però loro sono sempre belli così, con questo profondo e irrimediabile appartenersi al punto da sentirsi sottopelle, sin dentro le ossa.

Insomma, dovevo tornare perché questa storia mi ha fatto sbucare gli occhi a cuore dalla prima all'ultima riga (e in un periodo in cui ristagno nell'apatia è meraviglioso avere gli occhi a cuore ogni tanto), anche se, lo sai, non me ne vado mai realmente e un po' gongolo all'idea di essere stata fata madrina di questa raccolta che ti spinge a sperimentare e stupirci ogni volta di più.
Un abbraccio,
Fede
(CapoShipper Visionaria, perché forse stiamo perdendo una battaglia ma non perderemo la guerra!)

Recensore Master
29/04/21, ore 23:08
Cap. 6:

Ciao!
Io, come sempre, davanti a questa raccolta mi trovo un pochino a corto di parole, e al tempo stesso mi sento così scossa ed emozionata da sentire di doverle trovare, le parole, se non altro per farti sapere in maniera del tutto inadeguata quanto questa storia, che un po' è prosa, un po' è poesia, e un po' probabilmente è qualche altra cosa, originalissima e così tua che non saprei nemmeno definirla, mi sia piaciuta e mi abbia colpita.
Insomma, ormai lo sai, io sento di non avere proprio le conoscenze per fare un'analisi sensata di questo tipo di testi, ma continuare a leggerli mi piace davvero tanto.
Ho molto apprezzato il modo in cui hai costruito questo passaggio, procedendo per similitudini e frasi che si rispecchiano, sono strutturalmente identiche, hanno termini e concetti corrispondenti, ma a ben guardare vanno a delineare un passaggio e un cambiamento estremamente significativo.
C'è tutto lo stupore di un sentimento che non è nuovo (del resto, Rose si è innamorata ieri ), ma che è forse per la prima volta visto con uno sguardo nuovo, o semplicemente visto, ed è bellissima la metafora con cui questo sentimento cancella il maltempo, lasciando splendere il sole.
Insomma, il legame di James e Rose emerge in maniera vividissima, ed emerge attraverso tutti quei dettagli che fanno parte proprio del loro panorama narrativo, parole e gesti che, seppur in un testo brevissimo, non fanno che rimandare chiaramente a tutto quanto è assolutamente loro .
Al solito, le mie recensioni qui lasciano moltissimo a desiderare, ma insomma, anche questo racconto mi è piaciuto moltissimo!

Recensore Master
26/03/21, ore 23:11
Cap. 5:

Ciao!
Io so di arrivare qui con un ritardo clamoroso, aggravato anche dal fatto che, come sempre, trovare le giuste parole per provare a rendere giustizia ai componimenti di questa raccolta è per me difficilissimo.
Ma arrivo, e proprio non potevo non arrivare anche qui, da questa poesia che, forse, è la mia preferita di tutte, per ora. Chè di forza travolgente le tue poesie ne hanno in abbondanza, ma questa, non lo so, mi ha completamente travolta (ha rotto ogni argine distrutto ogni diga, mi verrebbe da dire), e l'ho riletta così tante volte che mi si è proprio incisa in testa.
E, davvero, è stupenda. È stupenda e fa male, perché va proprio a scavare e mettere a nudo quest'ineluttabilità di una relazione che ha radici profonde, ma si nasconde in questi silenzi che sono quasi cercati, un rifugio per sfuggire a parole e dichiarazioni che porterebbero a un cambiamento di una potenza distruttiva. Ma la vera distruzione sta nel non dire, nel nascondere e nel non concedersi di vivere un sentimento, e come sottolinei bene nella frase che dissemini a destra e poi riprendi nel finale, Rose e James "sono solo insieme", esistono pee davvero, nel modo più completo e assoluto, al massimo del loro potenziale quando sono insieme, quando possono abbracciare questa immensa forza capace di rompere dighe e inondare la terra arida.
Ecco, io davvero, di solito mi limito a lasciarti dei commenti "di pancia" a questo tipo di componimenti, perché non mi sento minimamente in grado di analizzare delle poesie dal punto di vista stilistico e sintattico, ma in questo caso ci tengo a provare a sottolineare, in maniera molto "ingenua", quanto ho apprezzato la struttura che hai dato al testo. Perché in fondo hai giocato quasi tutto su un concetto che si ripete e si presenta in forma mutevole, in tutte le sue possibili declinazioni, in tutti e tre i momenti. C'è una bellissima corrispondenza lessicale, le frasi tornano con una precisione meravigliosa, e, davvero, è bellissimo come tu abbia saputo lavorare andando così nel dettaglio, andando ad agire su concetti e sfumature di significato sottilissimi, capaci di disegnare un'evoluzione così grande pur mantenendo tutta questa corrispondenza nei singificati. E il modo in cui hai incastrato le parentesi con quella sorta di movimento finale che a me ha ricordato un abbraccio è assolutamente bellissimo.
Insomma, non so bene che cosa ti ho scritto, né se quello che ho scritto ha un minimo senso, ma le tue parole sono sempre bellissime, e davvero, leggerti riempie il cuore.
Ti mando un abbraccio, sperando che possano arrivare presto giorni più sereni!

Recensore Veterano
06/03/21, ore 00:57
Cap. 5:

Sono una terribile madrina se arrivo con un ritardo così clamoroso da una delle perle di questa raccolta, però, come una perfetta fata Smemorina, alla fine arrivo sempre.

Il primo pensiero che ho avuto quando ho letto questa poesia - perché, sì, è una poesia - sono stati i James e Rose di Paradiso Perduto, post Paradiso Perduto, dei James e Rose che, in un qualche modo, non ce l'hanno fatta a restare insieme ed ancorati.
C'è proprio un senso di incompiutezza, di parole non dette, di un silenzio che, sì, è casa ma è una casa che lascia svuotati.
E, se da un lato ci sono parole da dire, dall'altro ci sono parole da sentire e un silenzio da abbattere.
Sai che di questa relazione bellissima e assurda che hai delineato a me piace tanto quella carica di tensione che c'è all'inizio, la sensazione della curva perenne e del mare in tempesta, di un appartenersi contro tutto e, in questo caso, persino contro queste parole che non vogliono uscire e che, se fossero dette sarebbero lacci pronte a legare e cementare le emozioni.
Nelle parole non dette, nel sentimento trattenuto, osteggiato c'è gran parte dell'essenza di James e Rose, il doversi fermare fino ad arrivare al punto di esplodere.
E, sì, lo so che la parte finale dà una speranza, una bellissima speranza, con la sensazione che arriverà il momento in cui torneranno ad essere "uno", in cui si abbatteranno dighe, barriere, in cui i lacci li legheranno più forte e finalmente il "vuoto" sarà riempito.
Lo so ma so che, visto che ormai ci conosciamo abbastanza bene, sai anche che questi tuoi James e Rose di Vuoti pieni mi appaiono più tormentati che mai in quell'aspettare di essere solo insieme.
Del resto, per due che "sono la stessa cosa", prima di arrivare ad esserlo non c'è eternamente questa fase di attesa, di sradicamento di silenzio e di urla ai vuoti?
Tanto, lui resta - resta e resiste ad oltranza, contro ogni forza - e anche lei perché ci sono sempre posti più giusti di ogni altro.

Mi rendo conto che si tratta di una recensione poco sensata, sicuramente meno lineare di quella che avresti meritato, ma, nonostante l'abbia letta al momento della pubblicazione, ti assicuro che è tutta di pancia.
Un abbraccio e che sia sempre blu,
Fede

Recensore Master
21/02/21, ore 19:01
Cap. 3:

Cara Rosmary,

Non sai da quanto dovevo recensire questa poesia vibrante e vivissima, dove il punto di vista di James emerge così chiaramente, con forza, con la forza nascosta negli sguardi che fanno da meraviglioso incipit alla lirica. Il contatto visivo è qualcosa che è fortemente connaturato all’amore, in natura. Lo sguardo chiama l’attrazione, l’ammirazione, la memorizzazione, persino. In quelli che James e Rose si scambiano c’è la forza di un legame muto e intensissimo, che fa sparire tutto il mondo circostante. Restano solo loro. E gli sguardi perduti non possono che richiamare al loro amore che li rende perduti e alle raccolte alle storie che hanno questo stesso identico nome.

La passione che sconvolge i due cugini è un’attrazione magnetica. Rose e James sono come due poli opposti che si cercano, ma si fuggono anche. In Paradiso Perduto è lei che fugge, ma anche lui nega fino all’evidenza un amore mascherato da amicizia e fratellanza. La voce narrante nella poesia è proprio quella di James, che cerca di convincere Rose a lasciarsi trascinare da qualcosa di ineluttabile, ad ammettere quello che esiste e che è così spaventosamente bello da non poter essere vissuto con un solo respiro. Oltre agli sguardi e all’idea della fuga come necessario meccanismo di difesa per non essere travolti dalla passione, un altro tema ricorrente è quello dell’eternità, del per sempre ripetuto in varie occasioni, dell’infinito: tutti concetti che rendono la vastità del loro legame e che sono una dichiarazione d’intenti, un tentativo di dire a voce quanto vasto sia questo amore, quanto annichilente possa essere per entrambi. Perché se Rose fugge e rinuncia alla forza quel noi non esiste più e anche James perde la sua forza; perché le notti agitate da sogni e da incubi nascono, come diceva il buon Freud, dalla necessità di appagare un desiderio. Per liberarsi dal tormento non c’è che perdersi. Complimenti di cuore, cara Rosmary, e perdona la latitanza <3 le tue storie sono sempre bellissime e non poter passare più spesso un mio cruccio. Ma piano piano, ne sono certa, recupererò tutto.
Un abbraccio,
Shilyss

Recensore Master
02/02/21, ore 12:15

Ciao!
Quasi mi vergogno ad arrivare qui così tardi, ma insomma, ormai non sto riuscendo a stare dietro più a niente. Però mi segno ogni cosa, e piano piano cerco di recuperare tutto.
Questa storia mi è piaciuta davvero, davvero tanto. Ed è stato un po’ come tornare a casa, perché qui hai ricreato tutte le atmosfere che hai costruito in Paradiso Perduto, tornando a immergere il lettore in un mondo estremamente concreto, fatto di dinamiche precisissime e di emozioni che sanno davvero travalicare la carta, andando a formare qualcosa di estremamente concreto. Davvero, non so se riesco a spiegarmi del tutto, ma questo racconto ha una impronta emotiva fortissima e soprattutto molto definita, qualcosa che riporta a sensazioni precisissime e tue, proprie della tua storia e dei tuoi personaggi, e insomma, sono bastate pochissime righe per ritrovarmi di nuovo in questa Hogwarts stretta nella morsa dell’Ombra, nonostante Hogwarts sia ancora molto lontana da questo racconto.
Mi piace tanto come tutte queste storie stiano raccontando una sorta di costellazione, andando a dar luce a piccoli momenti che, con uno sguardo d’insieme, vanno a esplicitare tutto il complesso evolversi delle relazioni tra i personaggi. È qualcosa che già avviene in Paradiso Perduto, perché anche lì la struttura narrativa permette di cogliere pian piano i cambiamenti dei loro rapporti e, soprattutto, della loro consapevolezza riguardante i loro rapporti. Eppure, qui fai un passo ulteriore, andando a mostrare anche tutto quello che ovviamente non poteva entrare nella long, e tutto ha una coerenza straordinaria.
È bellissimo il modo in cui Rose, dopo il processo, riesce a essere l’unica boccata d’ossigeno per James, l’unico appiglio per riuscire a fuggire e trovare uno spazio protetto in cui poter respirare e, perché no, anche ridere. Ed è bello, bellissimo vedere come riesci a costruire la complessità di questo rapporto: perché ne sono consapeovli entrambi, ma sembra che nessuno voglia interrogarsi su che cosa significhi tutto ciò, pur senza mai smettere di sentire quello stimolo che li spinge a cercarsi e a starsi accanto in un modo tutto loro, un modo che va assolutamente oltre a un qualsiasi rapporto tra cugini o amici. E, di nuovo, anche da poche frasi emerge tutto l’immenso lavoro che hai fatto non solo nella costruzione dei personaggi, ma anche di tutto il contesto sociale in cui si muovono, perché James e Rose sono abituati ad essere sotto i riflettori non per quello che fanno, ma per quello che sono, per le aspettative che la gente ha investito in loro, e lo sono insieme e in un modo che i loro fratelli non conosceranno mai, perché loro sono i primogeniti.
E, in questo rapporto strettissimo, sembra che già si stia allungando un’ombra (sì, lo so, dovrei smettere di usare questa espressione T.T): perché le cose non dette, i sentimenti celati e il ruolo di Lorcan in tutto ciò non possono essere ignorati, e anche se il loro è solo un tentativo di non far precipitare ulteriormente la situazione, è proprio il silenzio che a lungo andare finirà con lo spezzare gli equilibri.
In tutto questo, però, è sempre bellissimo vederli, almeno per il tempo di qualche respiro, sereni, vedere la loro complicità, il loro modo di stuzzicarsi, le battute e quel cercarsi sempre, sempre.
Insomma, leggerti è sempre un piacere immenso, ma leggere di questi personaggi e di questo universo narrativo è speciale.
A presto!

Recensore Master
24/01/21, ore 17:36

Ciao cara,
eccomi finalmente qui e dico finalmente perché questa storia mi è entrata sottopelle e mi ha emozionata in una maniera ancora nuova, anche se si tratta dei tuoi James e Rose che ormai stanno diventando una delle mie cose preferite in assoluto – e un piacere da leggere ogni volta.❤❤
Mi piace tantissimo il modo in cui li hai declinati in questa storia tutta dedicata a loro: Rose che capisce la sofferenza di James e lo porta via, anche se solo per un giorno, James che ha la testa affollata di pensieri ancora aggrovigliati e che cerca di scacciare, senza riuscirci, entrambi che comprendono come le cose tra loro stiano mutando, eppure al tempo stesso rimangano uguali. Il momento in cui James confessa che nessuno voglia più bene a Rose di quanto gliene voglia lui, e viceversa, è il mio preferito: c’è una fragilità straniera nelle parole di James e un mettersi a nudo molto più importante di quello fatto letteralmente all’inizio della storia; non c’è spazio per la sfacciataggine riservata alla metà di Hogwarts che lo trova attraente, qui ci sono solo i suoi sentimenti per Rose e la profondità del legame che li lega l’una all’altro. Trovo che tu l’abbia espresso benissimo con la parola naturale, perché è proprio così che io vedo il loro rapporto, qualcosa che è sempre esistita e che è cresciuta nel tempo, diventando sempre più fondamentale per entrambi e diventando qualcosa di irrinunciabile per ognuno di loro. Tra l’altro trovo che il concetto si leghi bene con il disagio provato da Rose all’idea di mentigli, nascondendogli quanto accaduto con Lorcan, è Rose stessa a considerare innaturale l’omissione di quanto accaduto a James, come se già sapesse che lui non lo accetterebbe. James però percepisce che ci sia qualcosa, lo sente sottopelle, e anche se fa di tutto per ignorarlo non smette di porsi domande al riguardo e sappiamo bene come questo sospetto abbia scavato dentro di lui – e io non posso che soffrire se ci ripenso.
Trovo che non ci sia nulla di più bello della frase che le ha detto riguardo alla sua prima volta, rimarcando come debba accadere con qualcuno che le vuole bene, dimostra quanto davvero ci provi a volere il meglio per lei, nonostante soffrirebbe immensamente all’idea di saperla tra le braccia di qualcuno che non sia lui. E ammetto che ho trovato davvero dolce Rose che ripensa a quel momento e si dice che, per lo meno, sa che Lorcan le vuole tanto bene e che quindi la sua prima volta sotto quel punto di vista ha rispettato i canoni imposti da James – nonostante tutto.
È stato stupendo leggere di loro immersi in questa bolla solitaria, che entrambi avrebbero voluto poter prolungare oltre questo singolo giorno, vederli ridere e scherzare – nonostante i momenti più difficili e questi sentimenti sempre più forti che si sono fatti strada nel loro subconscio, che entrambi hanno fatto del loro meglio per silenziare. Sappi che ho sofferto vedendo James così affranto all’idea di Rose innamorata di qualcuno che non fosse lui, il fatto che non abbia dormito con nessuna ragazza con cui è stato è secondo me un dettaglio che ci dice tanto di lui e ci fa capire quanto Rose conti davvero; così come il rammarico di essersi deciso a vivere la sua prima volta in seguito a quella famosa scommessa. Avevo immaginato che Lorcan fosse stato il vincitore, ma sono stata felice invece di vedere una Rose convintissima che il primo fosse stato James, come se volesse confermare una volta in più quanto irresistibile lui sia – ho amato il suo commento sul rinfacciare a Louis di essere stato l’ultimo, ahah!
La fine è quasi un preludio di ciò che li aspetta una volta tornati a Hogwarts, l’accenno alle rovine che li circondano e che trascineranno tutti quanti verso un destino infausto è quasi un monito a godersi ogni attimo insieme – come so che faranno. Posso solo dirti che mi hai fatto innamorare di loro ancora di più, credo che la leggerezza che sono riusciti a regalarsi sia qualcosa di speciale, che li ha aiutati anche nei momenti più difficili che hanno vissuto una volta tornati alla vita vera.
Lo stile è particolarmente poetico anche qui, nonostante la storia si differenzi dalle altre di questa raccolta, è più sbarazzino visto anche il momento raccontato, ma l’ho trovato tanto evocativo e mi ha fatta davvero immergere nelle loro emozioni.
Spero di tornare presto, perché ho letto anche il capitolo precedente, ma non potevo attendere oltre a recensire questa storia che è in assoluto la mia preferita tra i missing moments.❤❤
Un abbraccio e alla prossima,
Francy

Recensore Master
22/01/21, ore 16:16
Cap. 3:

Ciao!
Ormai credo che sarai stanca delle mie premesse, ma davvero, davanti a questo tipo di scritti mi sento sempre in obbligo di mettere le mani avanti: io non credo di essere capace di fare un'analisi sensata di un testo del genere (ma nemmeno una "semplice" recensione, ecco). E allora leggo in silenzio, in silenzio mi emoziono, e poi rileggo, e finisco per sentirmi in colpa, perché se mi emoziono tanto credo sia solo giusto provare a restituire almeno una piccola parte di questa emozione.
A me questo tuo esperimento, questo stare in bilico fra poesia e prosa piace davvero tanto: forse te l'ho già detto, ma mi sembra che con questo tipo di scrittura tu riesca davvero a tagliare fuori tutto quanto esiste di superfluo per raggiungere un nucleo essenziale che sa davvero restituire tutta la concretezza e la forza dei personaggi e dei sentimenti che li legano. E, non lo so, questi versi mi sono sembrati intrisi di tutta la forza di James, quella forza che sembra quasi essere tutto ciò che resta quando il mondo è crollato, l'estremo barlume di luce a cui ci si aggrappa per sopravvivere.
Ho amato moltissimo come hai giocato con i concetti, ripiegandoli continuamente su loro stessi e rendendoli di volta in volta degli specchi, con quel continuo alternare definizioni di questo "noi" che è tanto, è tutto, ed è tanto, tanto bello. È una struttura che collega i singoli versi, sì, ma che poi è rirpresa anche in scala più ampia, con quelle fughe che all'inizio costituiscono quasi un nodo centrale del loro definire sé stessi, e poi si dissolvono in un sempre che è l'implorazione di cancellarla, quella fuga.
Insomma, non so bene cosa ti ho detto, ma so che quello che ho letto mi è piaciuto davvero, davvero tantissimo.
A presto!

Recensore Veterano
13/01/21, ore 23:33

Io non so se questa recensione avrà un senso, te lo premetto.
Mi hai detto che questa storia ti ha svuotata e io non posso che dirti che ha svuotato completamente anche me. Credo di averla riletta svariate volte, nonostante tu l’abbia pubblicata da poco più di un’ora, ed è diventata immediatamente il Primo tra i Missing moments di Paradiso Perduto (scusa Fight Club, resti sempre bellissimo con la tua medaglia d’argento!).
Credo di amarlo così tanto un po’ perché so quanto ti abbia «tormentata» in questi mesi, un po’ perché trovo che tu abbia sintetizzato alla perfezione James e Rose, il loro essere un’altra cosa ed il loro ritrovarsi sempre.
Ho amato l’esigenza di Rose di dover portare via James, di doverlo strappare a quei sensi di colpa che lo stanno ingabbiando da giorni, perché esemplificativo di quell’essere «la stessa cosa», quel conoscersi «a memoria», decifrando ogni reazione.
Tra l’altro, il grande ritorno della motocicletta di Sirius è stato apprezzatissimo perché ormai, se devo immaginarli felici, li immagino sempre stretti su quella motocicletta, senza destinazione, perché quando sono insieme la destinazione non conta.
[Ho attivato la modalità SHIPPER VISIONARIA SUPREMA nel leggere e commentare questa storia ed ogni tanto svalvolerò. Sei avvisata]
Sarà che il mare è proprio irrimediabilmente il loro elemento, che consente di guardarli nel loro essere così ambiguamente e profondamente fisici, che fa risaltare ancora di più la necessità di essere perennemente appicciati, una gestualità che sta progressivamente scivolando verso il limite mentre loro non se ne accorgono.
Perché tra loro, come nota James, «è concesso, naturale, senza malizia», perché c’è ancora uno schermo dietro cui potersi nascondere, il loro rapporto che resta sempre diverso e indescrivibili, senza che sia realmente percepito un confine.
Ecco, l’avvicinarsi di confini e limiti del loro rapporto è proprio la colonna portante, che James e Rose sembrano non voler vedere, che si ostinano a non vedere, pur ponendosi entrambi domande, pur cominciando ad intuire che qualcosa in questo meccanismo si è inceppato.
Di sicuro, un primo sintomo, un primo segno che qualche ingranaggio non sta proprio girando nel verso giusto è questa gelosia che assale entrambi e che, no, non è istinto di protezione.
C’è in quel momento iniziale in cui Rose, anziché ribattere e negare (!) al «Anche tu hai una cotta per me?», si precipita a chiedere, infastidita, chi siano le altre e a marcare il territorio.
C’è nella parte finale in cui James si adombra per quel giorno ipotetico, che già non gli piace, per il futuro ipotetico ragazzo di Rose.
E, a proposito di gelosia, tra le mie parti preferite c’è il rilanciare il discorso Lorcan e condivisione doccia e ho amato quel Mai, tutto risentito perché dormire insieme è una cosa solo loro.
Ho provato una infinita tenerezza per James che riflette su quella cosa così loro (che ora, in parte, non lo è più stata) e scinde quei due livelli di intimità rappresentati dal sesso e dal dormire insieme, tracciando una linea netta e non vedendo l’assurdità di questa cosa.
Dall’altro lato, quel «se qualcuna gli manchi», quel pensiero che si è insinuato in Rose, il voler sapere delle sue esperienze (anche perché lui non è un pavone ma un gran signore e non se ne vanta! Ma quanto è carino quando arrossisce tutto imbarazzato?! Ti rispondo io, TROPPO!) tradisce una sorta di inaccessibilità ad una parte della vita di James che c’è stata fino ad ora.
Tradisce una forma di pudore che tra di loro non c’era mai stata prima e, invece, ora si è insinuata.
Di Rose quel che spicca, oltre ogni altro pensiero, in questo racconto è il tarlo su quel che non rivela, sui timori che ha nello spezzare quest’equilibrio che avverte essere precario, insieme alla vicinanza di James,
Mi sono piaciuti tantissimo i suoi pensieri, così contorti ed impazziti, di chi avverte qualcosa che è cambiato ma non arriva a capire cosa.
C’è tantissimo della Rose che amo - anche se io Rose l’amo praticamente sempre - in questa storia, soprattutto il mettere altri (James) prima di se stessi. Ecco, della tua Rose, di questa specifica Rose di Paradiso perduto, ti dico che, a prescindere da come finirà, è un personaggio che forse non ha ben chiarito a se stessa cosa sia l’amore ma sicuramente sa amare, sa voler bene con tutta se stessa.
Il modo in cui trema al solo pensiero che James potesse essere espulso (dettaglio che mi ha fatto fuoriuscire arcobaleni dalle orbite) o il suo imbronciarsi nel momento in cui James dice che avrebbe preferito essersi intromesso, essersi ferito evidenziano questo suo amare/voler bene con tutta se stessa. Bellissimo il dettaglio del graffiare James, un gesto quasi infantile ma efficacissimo nel voler dire «ti faccio male come tu me ne fai con queste parole».
Quella finestra sul processo, poi, dà anche l’occasione per far vedere quanto James sia, in fin dei conti, un cuore di panna - so che tu lo sai, ma occorre ribadire come sia OGGETTIVAMENTE il migliore in quella situazione e si sia dovuto far carico di quei due che hanno totalmente perso la testa. Mi piace sempre questo rimarcarlo, questo modo di essere me lo ha fatto amare incredibilmente (forse - sottolineo, forse - anche di più del James di Pezzi in decadenza, perché gli ha dato una sfumatura, una fragilità che in quel frangente per forza di cose non può trovare spazio e sai bene che sul lato Potter sono molto molto molto molto cedevole).
C’è stato più spazio per le debolezze di un personaggio che non si permette praticamente mai di essere debole, mai se non con Rose. Lui è l’elemento razionale, quello che cerca sempre di mantenere la lucidità in ogni momento, che soppesa ogni conseguenza e fa una tenerezza infinita in quell’ammettere a Rose che pensa cose strane.
La frase «Nessuno ti vuole più bene di me e nessuno mi vuole più bene di te» ha proprio disintegrato il mio cuore completamente e credo diventerà una di quelle che utilizzerò ad oltranza per descrivere il loro rapporto. Fotografa benissimo la loro condizione, il loro essere bambini, prima, ragazzi, poi, che si sono dovuti abituare ad un peso che avrebbe fatto crollare chiunque, sono i Primi e sono «soli», ma soli insieme, in questa condizione e questo ha creato quella sintonia e quel legame che è cresciuto insieme a loro.
Poi andrà come andrà ma questa frase resterà sempre lì, non scalfita da nient’altro. Mi piace pensare così.
Per il resto, so che sono stati educati ma tra Rose avvinghiata in acqua, il «Sai di mare», «Sai anche di me e, quindi, sai di te» io sono una shipper svuotata ma colma di gratitudine verso l’autrice che me li ha scritti e creati così, un po’ tonti nel loro trincerarsi dietro essere un’altra cosa ma, sempre e immancabilmente, oltre ogni definizione.
Del resto, anche il loro modo di scherzare su quella ipotetica prima volta, sul loro possibile stare insieme, diventa uno schermo per non porsi domande, per quelle risate che «divengono dolorose, se eccessive» (!), senza dar poi un peso reale, concreto, che potrebbe diventare schiacciante a quel che si sono detti, senza realizzarlo davvero.
Ho delirato a sufficienza e sono assolutamente convinta di non averti detto tutto. Ho amato infinitamente questa storia, in ogni sua sfumatura, persino negli intrusi, che sono stati educati anche nel loro essersi intromessi.
Con loro - è inevitabile - c’è sempre quella tensione piacevole e meravigliosa nel cercare di capire come si muoveranno, in equilibrio su questo rapporto impossibile, in questa estate in cui ogni cosa sta cambiando, in cui affetti che dovrebbero essere diversi sono, invece, inevitabilmente messi a confronto.
Quindi, so che ti ha svuotata e ha svuotato anche me ma… GRAZIE! Grazie per averla scritta, per aver permesso che questi personaggi prendessero queste forme, per renderli così emotivi e perché nel leggere di questi due non si può non rimanere toccati nel profondo.
Ho dimenticato tantissime cose, ne sono sicura ma so dove ti posso tormentare!
Un abbraccio,
La Fata Madrina dei Visionari
(Che sia sempre molto blu)
Fede

Note sparse:
1. Ho amato tantissimo il momento velenosetto su Lysander. Me lo autodedico perché ho sghignazzato più del dovuto insieme a loro.
2. Su James che preferisce il salato più di tutto (!) la mia mente è volata subito al patto del prosciutto e io sono continuata ad essere tutta un cuore.
3. È tornato anche il riferimento a Bathilda e alla scommessa! C’è un po’ di Fight club in questo missing moment! Alla fine, non l’ho poi così tradito! E ho notato subito che Rose è convintissima che sia stato James a vincerla per Primo (vedi che per lei è sempre Primo?!).
(Recensione modificata il 13/01/2021 - 11:34 pm)

Recensore Master
10/01/21, ore 23:06
Cap. 2:

Ciao Rosmary, rieccomi finalmente in questa raccolta tanto bella, ma anche tanto difficile da leggere e commentare in maniera efficace - non trovo parola più adatta.
Questa struttura che hai scelto di dare al capitolo è molto emblematica ed è essa stessa a essere sospesa - come i due protagonisti.
Ho amato la tua scelta: la ripetizione della struttura iniziale, che prima ripete per tre volte ciò che Rose aveva, poi passa a ribadire tre volte ciò che non aveva, per poi diminuire la ripetizione a due e inserire un dialogo, passare a un’altra serie di versi, e concludere con la prosa più bella. Perché non c’è nulla di più bello di Rose che dice a James che non se n’è mai andata, perché loro due sono destinati a stare insieme e solo quando lo sono riescono a essere felici.
Come sempre sai emozionarmi quando scrivi di loro, quando ci mostri l’entità del loro legame e la loro impossibilità di sfuggirgli - in qualsiasi contesto tu li cali.
Ti avevo già accennato che spesso non mi sento in grado di commentare la poesia, nonostante l’emozione che essa mi prova, eppure qui mi viene quasi naturale comunicarti quanto io mi sia innamorata delle parole che hai scelto di derivare a loro e quanto sia riuscita a vedere il loro legame indissolubile.❤️❤️
Perché James è la luce di Rose, è il suo appiglio al di fuori del silenzio che vuole fagocitarla e che la circonda, è la sua ancora di salvezza ed è verso di lui che anela sempre di riuscire a tornare. E io mi innamoro un po’ di più di loro ogni volta che leggo ciò che hai scelto di dedicargli. Non credo di riuscire a spiegarti, davvero, la pletora di emozioni che questi versi hanno scatenato in me.🥺❤️
Spero di tornare presto e, per intanto, ti abbraccio forte.
Francy

Recensore Veterano
08/01/21, ore 11:54
Cap. 3:

Te l'ho già detto che arrivo, puntualmente, richiamata da questa raccolta quando sono impegnata in tutt'altro? Sì, so di avertelo detto ma te lo ribadisco!
Il punto è che, quando ieri abbiamo parlato di quel modo particolare di sentire certi personaggi, di quella differenza inevitabile, la mia mente è corsa tutta qui (e a Pezzi in decadenza e Verso di lei, lui, loro) e mi sono ricordata di questo appuntamento con il tuo James che a me piace così tanto.
Insomma, non ha soltanto gli addominali dalla sua e questo scritto, questa poesia/prosa, ne è la piena dimostrazione.
Visto che è ormai agli atti che James non possa che considerarsi DEVOTO, ti dico che questa devozione in questo caso è trasudata ovunque, in lui che la rintraccia ovunque, negli sguardi, nelle fughe, in loro stessi.
C'è tutta l'essenza di quel James che non rinuncia mai, che per Rose, che per loro fa a pezzi il mondo in quel suo modo di amare che è assolutamente totalizzante.
La cosa che amo di James e Rose è che loro - per dirla in modo forse un po' spoetizzante - non si rompono mai, non si infrangono contro niente ma resistono oltre qualsiasi cosa.
Ed è per questo che sono fatti di fughe ma anche le fughe sono fatte di loro, in quel andare ad aspettarsi altrove perché niente si è rotto e sono ancora loro due contro il mondo.
Non so se ha pienamente senso quel che ho detto ma confido nella nostra connessione spirituale! 
James e Rose ci sono sempre perché Rose appartiene talmente tanto a James e James appartiene talmente tanto a Rose dall'essere avvinti in questo vincolo eterno ed infinito (ma quanto è bello il "Siamo fatti di sempre e sempre è fatto di me e te").
Non poteva che esserci un titolo migliore di Infinito per loro, per il punto di vista di James, che a questo sentimento senza confini e definizioni si è arreso completamente ben prima di Rose, probabilmente riconoscendo prima che è sempre stata lei il suo solo destino. 
E sappi che ho amato il loro amore descritto dal punto di vista di quest'uomo che non rinuncia mai, qualsiasi cosa accada, che sovverte qualsiasi legge dell'universo, della morale e di qualsiasi altra cosa. 
È stata una bellissima sorpresa ritrovarsi, finalmente, a tu per tu con i pensieri di James.
Mi sento sempre un po' troppo toccata quando si parla di questi due, forse per il modo che hai di descriverli e che, ai miei occhi, ha fatto da subito tutta la differenza del mondo. 
Insomma, credo che ci sarebbero molte altre cose da dire e forse ben più complesso ma tendo sempre a perdere il filo con loro due.
Un abbraccio,
Fede

Recensore Master
04/01/21, ore 17:53
Cap. 2:

Cara Rosmary,
che bella. Sto facendo una piccola pausa e ho deciso di fare come con le scatole di cioccolatini e concedermi qualcosa di bello e intenso, come questa Rose che incontra, alla fine, James, ma è il come che colpisce, quest'atmosfera definita eppure fuori dal tempo, di cui percepiamo il silenzio ovattante e avvolgente come un drappo, dotato, però, di un pertugio da dove filtra la luce - James. Come ho detto anche altrove, l’esegesi delle poesie non è esattamente il mio forte, ma tenterò di rendere giustizia a questa tua. Parto da questo silenzio attanagliante, assordante, per usare una figura retorica, che annichilisce Rose che è “sorda a tutto.” Un silenzio che è come un oceano che la ricopre e la isola, la distrugge, la sgretola. La luce in fondo il tunnel (all’anima), in questo caso è rappresentato da James. Mi ha colpito il fatto che gli occhi blu di Potter siano associati ai demoni della notte. La funzione salvifica di James che compare alla fine del tunnel viene resa più complessa da questo dato, come se James fosse il labirinto dentro cui Rose si perde, l’elemento che la fa uscire dal silenzio e, in poche, semplici parole, rappresenti la salvezza e la dannazione.

Ma ammetto che questa interpretazione potrebbe risentire degli echi della meravigliosa Paradiso Perduto. Lui però smentisce la natura maligna, la sottolinea, e leggendola ho pensato che demone potrebbe essere associato a fantasma, inteso non solamente come lo spirito dei defunti, ma anche come allucinazione, come idea fissa. Lo scambio di battute finali è struggente. Certi amori, certe passioni, certe persone, rimangono con noi sempre e non possiamo veramente allontanarci da loro. E così, in questo silenzio che non è vuoto e che è rotto da loro due, illuminato da loro due, viene da pensare alle frasi che ispirano questo lavoro, questo componimento: agli spazi che riserviamo alle cose belle, ai ricordi belli, ai sentimenti che ci tengono a galla e a quanto bisogna proteggere, fin dove possibile, questi ultimi dall’oscurità. E sperando di aver reso quanto intense siano queste righe, quante riflessioni ispirino nel lettore, ti auguro un felice 2021. Un abbraccio, con affetto,
Shilyss