Recensioni per
Prizrak Volgograda
di Fuuma

Questa storia ha ottenuto 20 recensioni.
Positive : 20
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
17/01/21, ore 18:59

Mia carissima Fuu **
Che bello poter finalmente recensire questa storia e, ti dico la verità, ci speravo proprio che tu decidessi di pubblicarla qui **
Lo so, io con te sono sempre in ritardo, ma la verità è che io so già che, quando decido di recensirti, avrò bisogno di tempo perché non riesco mai a chiudere una recensione brevemente. E la colpa sai di chi è? OVVIAMENTE TUA è_é se la smettessi di scrivere così bene e darmi spunti di riflessione continui, io non mi porrei il problema della lunghezza delle recensioni, che non è data ASSOLUTAMENTE anche dal mio inesistente dono delle sintesi u.u

ma veniamo a noi, va XD il modo con cui riesci a bilanciare il rapporto tra Gaby, Illya e Solo è sempre, dannatamente, ineccepibile ** rimango sempre affascinata da come tu riesca non solo a renderli paurosamente IC, ma anche a costruire interazioni credibili riuscendo a pensare come loro specie quando sono nella stessa scena. Perché sono tutti e tre talmente diversi che mi chiedo come tu faccia a non impazzire. A dover mantenere la calma e posatezza di Napoleon, a schizzare con isterismo e pochi giri di parole come Gaby o, ancora peggio, dover esprimere il nulla attraverso le parole pur avendo un oceano dentro di emozioni contrastanti come Illya. Sono personaggi talmente complessi che sono ammaliata dall'impegno e lo studio che hai messo dietro ♥ Sia a livello descrittivo fisico che quello mentale e, non meno importante, la costruzione dei dialoghi ♥
Come sempre io mi sento un po' Gaby, in mezzo a quei due. La piccola bomba atomica in tacchi a spillo è colei che porta equilibrio tra i due, anzi... che cancella le bugie e le ritrosie, mettendo davanti agli occhi dei due la realtà dei fatti – come nella scena sul divano, dove non manda a dire a Napoleon che, oltre alle mani di Illya, esistono anche altre cose a cui prestare attenzione. Gaby è la voce delle loro coscienze, quella che scava attraverso i loro sentimenti e li estrapola con una delicatezza pari a zero, perché è così che serve con loro. Serve lacerarli, più di quanto già in siano.

E la missione che ha base operativa nelle terre di Peril, mette in luce questo loro rapporto ancora di più, con la comparsa di questo mentore, di cui Napoleon si scopre geloso. Immagino che, prima ancora di sapere che esiste un qualcuno di così importante per Illya, non avesse ancora chiaro cosa prova per lui, ma è quando si mette in discussione quello che l'altro prova o la possibilità che rimanga, che le cose cambiano... perché a volte ci facciamo andare bene na situazione di stallo, perché è certa e non ci porta via nessuno, ma così... e la scusa di averlo messo alla prova, quella, è dolorosa un bel po', perché mentre Illya nasconde dietro occhi tristi la delusione e il dolore, Napoleon lo fa dietro parole arroganti e sorrisi sfrontati... perché forse Illya non lo perde, forse non vacillerà davvero di fronte a quella prospettiva di dover uccidere qualcuno a cui ha voluto – e forse vuole ancora bene, e questa è un'egoistica sicurezza che serve a Napoleon a raccontarsi altre bugie per convincerlo che no, Illya non appartiene a nessuno. Nemmeno a lui, ed è questo a confortarlo. Non deve fare passi avanti e fare i conti con i sentimenti, ma almeno lo ha lì con lui.

Sono invece morta dal ridere quando Ivanov viene rinominato come il "nuovo Illya" XD sia da Gaby che da Solo e, la scena della macchina dove la piccoletta frena di scatto e decide di proseguire a piedi, mi ha fatto morire perché è una di quelle cose che farei io, ogni giorno, in mezzo al traffico: inchiodare con la macchina, lasciarla dove capita e andare a piedi pur di non dover bestemmiare contro tutto e tutti ** e questo denota sempre, in te, una capacità di saperti districare in ogni tipo di situazione e in questo caso, questo primo capitolo, riprende apertamente le sfumature che il film stesso ci ha mostrato: riflessioni, risate, malinconia, tristezza, dolore e quel senso di tensione a volte dimostrato attraverso un solo sguardo profondo. Le voci, le pause, le espressioni facciali... è tutto chiaro in testa come se avessimo davanti n film, e questa fosse la sua sceneggiatura.
Dunque spero di poter leggere presto il secondo capitolo e, come al solito, ti risparmio le falangi ma solo perché appunto mi dispiace costringerti a scrivere con i gomiti u.u non è comodo U.U
Enniente darling, che altro dirti? Come sempre mi incanti, mi spiazzi, mi catturi l'anima la fai tua e te la tieni per te, stritolandola ** Come sempre questi personaggi, in mano tua, pulsano di vita e tu, come sempre, sei un portento **
Leggerti è sempre un piacere immenso, fuu ç_ç
A presto, spero prima di quanto entrambe possiamo credere!
P.s. e grazie per avermi citata nelle note ç_ç ♥
Miry

Recensore Master
17/01/21, ore 12:04

Ma ciao fuuma!
Quel contest ha fatto infiniti danni – fu la mia prima au contemporanea – e sono contentissima che tu abbia ripreso a scrivere su questi personaggi che, insieme, scoppiettano. Ho talmente tante cose da dire che non so da dove cominciare. Partirei da Gaby, che forse è il personaggio più semplice. La adoro e la rendi molto bene. È intelligente e acuta e pur avendo avuto un qualcosa, una tresca con Ilya, ha capito al volo che Napoleon è attratto dal russo e non se ne sente in alcun modo minacciata. Semmai è divertita e lo punzecchia con una battuta che avviene su un divano, mentre Ilya le massaggia distrattamente i piedi. È una scena molto bella, perché voler mostrare una sorta di vicinanza tra Gaby e Ilya accende la gelosia di Napoleon, ma la battuta di Gaby svela un altarino e mostra come lei non sia coinvolta col russo e osservi, come noi, la scena.

E le battute e i punzecchiamenti che caratterizzano tutte e tre queste personalità molto forti sono uno dei fili conduttori della storia e anche del film. Siamo davanti a tre spie molto eterogenee, molto fumantine, molto capaci. Che lavorano bene insieme ma sono sempre sul punto di accoltellarsi e che non lo fanno perché c’è Gaby che li tiene a bada. Ma questo loro sfidarsi e accoltellarsi e la lontananza anche culturale che esiste tra Napoleon e Ilya, tra il ladro e falsario costretto a piegarsi alla CIA e la spia che venne dal freddo in cerca di un riscatto crea molti altri tipi di tensione e dà vita a prove, trucchetti e sfide. Hanno non solo due genesi contrapposte, due stili di vita completamente differenti (l’elegante Napoleon e lo spartano Ilya e così via), ma anche due forme mentali completamente diverse. Ed è per questo che ci sta che Napoleon, più uomo di mondo e più indulgente con se stesso, ammette suo malgrado di essere fortemente attratto da Ilya, pur rendendosi conto che un approccio col russo è un salto nel buio. Ammesso e non concesso che Ilya ricambi, come reagirebbe a un sentimento che in questo contesto rischia di apparire molto controverso?

Con i coltelli per deformazione professionale, ovvio. Poi certo, noi sappiamo che essendo un racconto è possibile che cederà, ma Napoleon si fa problemi, teme per la sua vita perché non ha concezione di essere un personaggio di finzione – tiè, te sei beccata la recensione metafisica, giuro che non ho corretto il caffè con la grappa. Non ho parlato ancora del resto: dei riferimenti alla Baba Yaga, all’isba che appare diversa al suo interno, al tema della vendita di armi pericolose che è un caro vecchio topos della letteratura e della filmografia spionistica sempre attuale e sempre realistico, sulla presenza di un altro russo che significava qualcosa per Ilya e che ci mostra la complessità di questo soldato con problemi a gestire la rabbia. Impaziente di leggere altri capitoli, mi scuso per essere passata con un così ignobile ritardo, ma ahimè, era necessario ritagliarmi un discreto quantitativo di tempo per rendere giustizia al capitolo. Un abbraccio e buon weekend,
Shilyss

Recensore Master
07/01/21, ore 23:39

Ciao!
Potevo lasciarti in pace almeno con questa storia e non venire a romperti le scatole? Certo che no, ovviamente, perché insomma, su questo fandom io sono approdata grazie a te, e anche se non ho ancora recuperato tutto quello che hai scritto in passato su di loro, sono fermamente intenzionata non perdermi niente delle cose nuove, quindi, insomma, eccomi qui, più innamorata che mai di questi tre disperati.
Perché, davvero, sono personaggi adorabili, e credo che tu riesca a renderli in maniera straordinaria, tutti e tre. E lo fai con un'attenzione ai dettagli che davvero mi lascia senza parole: sei precisissima, e, davvero, trovi sempre il modo più efficace per riuscire a dare una concretezza assoluta a loro, facendoli muovere, agire e parlare (pensare, addirittura) in maniera perfetta. Non ci sono mai grandi giri di parole o descrizioni lunghe e minuziose, ma ci sono i dettagli necessari a costrurie con qualcosa di piccolo una struttura grande e solidissima. C'è Illya, con la sua mascella contratta e la tensione nelle spalle che riesce a comunicare più di quanto ogni sua parola potrebbe fare. C'è Gaby, con la sua forza e la sua irruenza, con la sua valigia a pois e la sua capacità di avere la meglio su quei due (giuro, avrei voluto farle un applauso quando ha abbandonato la macchina e li ha costretti ad andare a piedi. C'è la familiarità tra Gaby e Illya, che mostri proprio attraverso quel contatto fisico che in generale è indice di una vicinanza e una consuetudine non da poco, ma che per loro – per Illya – è molto di più.
E Napoleon. Seriamente, il modo che hai di entrare nella sua testa e di interpretarlo in maniera così precisa e minuziosa è straordinario. È lui, e il fatto che tutto il racconto abbia la sua voce – il suo tono, la sua vitalità, la sua verve, i suoi colori e la sua ironia – è bellissimo. Giuro, leggerei anche una rubrica del telefono se raccontata da te che la fai raccontare da lui.
Ho amato davvero tanto il modo in cui rappresenti la sua visione del mondo, quella vena di amarezza che nasconde dietro un'ironia assolutamente esaspernte e vivida. La sua attenzione per i dettagli, per la bellezza e per l'arte (e andiamo, Peril è chiaramente un'opera d'arte, è ovvio che Napoleon non possa staccargli gli occhi e il pensiero di dosso!), il modo che ha di presentare la propria verità anche a sé stesso sono veramente fantastiche.
E il modo che ha di guardare e vedere Illya, di cogliere ogni sfumatura del suo atteggiamento e di confrontarsi con un sentimento che comincia a emergere e pretende di non essere ignorato mi hanno fatta impazzire.
Insomma, non vedo l'ora di proseguire nella lettura.
A presto!

Recensore Veterano
06/01/21, ore 18:19

Carissima Fuuma, eccomi qui! *^*
Non sai che piacere scoprire questa tua nuova pubblicazione! Tra i fandom in cui scrivi è forse quello che mi piace di più e ti confesso che è grazie alle tue storie se l'anno scorso mi sono finalmente messa a vedere il film Operazione U.N.C.L.E., che avevo in lista da quando era uscito praticamente.
Lo stile è sempre il tuo, inconfondibile: estremamente curato, ricco di dettagli e mai banale. Sei schietta e sintetica, ma non racconti con fretta, anzi, attribuisci a tutto un significato più profondo e ricrei le immagini come in un film, le sensazioni come se le vedessimo direttamente dall'espressione dei personaggi e per tutto questo ti ammiro tantissimo!
Ma passiamo alla trama, il nostro trio ha una nuova missione, e i rapporti interpersonali sembrano intrattenere parecchio i protagonisti durante questo incarico. Adoro come Gaby li stuzzichi senza temere ritorsioni. Lei sa tutto e sembra impassibile ai due uomini, ma non perde occasione di ingelosirli. Sia Napoleon si Illya, infatti, sembrano già provare qualcosa l'uno per l'altro, ma sarà molto difficile ammettere questi sentimenti, prima di tutto a sé stessi. Ne va del proprio orgoglio come uomini e forse anche dell'orgoglio di appartenere ognuno alla propria nazione.
Ad ogni modo la complicità della squadra è molto bella, sebbene si punzecchino in continuazione, in realtà sono pronti a schierarsi l'uno al fianco dell'altro in caso di bisogno.
Insomma, credo che tu abbia fatto bene a pubblicare questo racconto. So bene che vuol dire voler fare mille revisioni e volersi sempre perfezionare, ma prima o poi bisogna dedicarsi ad altro o si rimane bloccati. E poi lo sto trovando molto bello anche così.
Come sempre ti faccio i miei complimenti!
Alla prossima!

Misa

Recensore Master
03/01/21, ore 17:53

Ciao!
 
Avevo gloriosi progetti per queste vacanze che riguardavano il mare di recensioni che dovevo lasciare da mesi (non apro più la lista delle da recensire, per non farmi venire un infarto avendo superato da tempo il centinaio di storie), la verità è che non sono riuscita a combinare un bel niente e che ora, continuando a ignorare quella lista, in cui ho anche tutto quello che hai scritto su di loro che ancora mi manca, ho ben pensato di passare da qui.
Tu non volermene, ma la trama dell’introduzione mi ha presa subito, così come l’idea di seguire tutta una loro missione, e mi sono detta che forse è la volta buona che metto impegno e costanza nel recensire una storia come si deve perché posso seguirla in diretta – sessione e vita permettendo, ma nei miseri buoni propositi che mi sono posta c’è quello di fare la lettrice seria almeno qui.
 
Credo di avertelo già detto, però mi ripeto perché credo meriti tantissimo: amo il tuo stile e come sappia essere estremamente efficace e sempre, sempre centrato. Nel senso, provo a spiegarmi in modo comprensibile: leggendoti mi dai sempre l’impressione di non aver sprecato nessuna parola, non averne usata nemmeno una in più di quante realmente servissero, che non ci sia alcun giro di parole superfluo, non ci si perda mai in chiacchiere. Sei di una precisione “chirurgica” nello scegliere esattamente quanto serve e soprattutto quello che serve per far sì che una singola parola renda con esattezza tutto il mondo che vuoi raccontare, la precisa sfumatura della voce che vuoi rendere, e porti in sé quello che sì, si potrebbe dire anche con mille parole e frasi, ma che così appare quasi più pulito. In realtà non credo ci sia nulla di male nemmeno nell’usare un centinaio di parole in più, però ultimamente mi sto trovando a riflettere parecchio – più del dovuto, forse, non so – se spesso una singola parola, avverbio o frase siano davvero necessari a una storia, se non la appesantiscano solo (pure un semplice e piccolo pronome), anche se comunque nell’insieme suonano e stanno bene. E, ecco, leggere qualcosa di tuo mi rimette in pace con il mondo perché nulla mi dà mai quell’impressione di troppo, e ho passato l’intero capitolo a rileggermi più volte le frasi e annuire tutta soddisfatta con una vocina che mi diceva: “vedi, è quello che cerco di spiegarti, questa è la scrittura che intendo!” (non prendermi per matta XD). Tutto questo per dirti che amo alla follia il tuo stile (che è tipo oro colato da leggere nelle drabble, ma vederlo nel capitolo di una long è stato altrettanto bello) e boh, credo che venderei l’anima per scrivere così, giuro. Ma ora prometto che mi ricompongo e non faccio tanto la fangirl invasata.
Non, non è vero, perché devo dire ancora una cosa sullo stile. La voce di Napoleon. Ogni singola frase era così sua e così dannatamente canon da lasciarmi proprio con gli occhi a cuoricino tanto era intrisa del suo umorismo e della sua arroganza e anche del suo narcisismo. E del suo affetto (ma anche non solo) per quegli altri due. Amerò di più e incondizionatamente Illya, ma al fascino del cowboy non si può comunque resistere e una storia raccontata da lui ha quella verve in più che per metà del tempo avevo un sorriso nel leggere e me la ridevo sotto i baffi. Ah, e ultimissima cosa: l’uso delle parentesi. C he so che magari non ti interessa cosa ne penso a riguardo, e magari è scontato (?), però sono una persona fissatissima con l’uso della punteggiatura e le sfumature e i ritmi da dare, e difficilmente mi piace come vengono usate le parenesi o gli incisi, ma tu sei stata perfetta, secondo me, a usarle per tutte quelle “note a lato” di Napoleon sulle situazioni.
 
Bene, ora possiamo passare alla trama e ai personaggi.
Ecco, sui personaggi credo si possa e debba dire una cosa: sono loro. ho amato tantissimo come riesci a caratterizzarne ciascuno tramite i dettagli più piccoli, come la postura del corpo di Illya che riesce a dire tantissime cose – e a questo proposito ho amato la riflessione inziale sulla rabbia di Illya, sulle sfumature del suo volto e il rigore delle spalle –, fino alle valige che ognuno porta. No, perché io giuro che ho letto quella parte e mi sono detta che non c’era nulla di più perfetto nella valigia a pois di Gaby: è così elegantemente da lei (ora, io il film lo rivedo almeno un paio di volte l’anno, e mi sta venendo da chiedermi se non sia un dettaglio dai film, nel caso scusa se non l’ho riconosciuto, ma sappi che anche se non fosse canon per me è una scelta tanto azzeccata da esserlo diventata ora. Sì, mi sto perdendo in questi dettagli, torno sul pezzo).
Ho amato ogni interazione, dalla scenata di Gaby sull’auto che si indispone e li fa andare a piedi (e ho amato mille volte lei perché aveva perfettamente tutta la mia comprensione e solidarietà in quel momento), a Gaby e Illya che difendono Napoleon davanti a Ivanov, al bellissimo momento di loro tre sul divano. E come Napoleon si stia sempre più rendendo conto di provare qualcosa per Illya e ci stia scendendo a patti, che significa anche scendere a patti con l’idea di esserne geloso, e Gaby che collabora nemmeno troppo sottilmente per farglielo capire (mentre niente, Illya pare non cogliere i sottintesi).
Ho apprezzato tantissimo anche la vicinanza tra Gaby e Illya che hai saputo ricreare, quell’incastrarsi vicini e avere anche una certa fisicità nel rapportarsi all’altro, cosa non esattamente scontata se uno dei due è Peril. Ah, e l’allusione alla violenza di entrambi che li accomuna è oro.
 
Ora sono particolarmente presa dall’idea di vederli all’opera in questa nuova missione e capire più da vicino quanto Kiselyov rappresenti per Illya, fino a che punto avere a che fare proprio con lui possa compromettere l’efficienza di Illya, e anche come e se si integrerà Ivanov nel gruppo.
E niente, resto in attesa di nuovi capitoli e ti libero da questa recensione sconclusionata e infinita.
 
A presto,
Maqry

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