Recensione premio per il contest "Folclore d'Italia | Prima edizione" di _Vintage_ {2/3}
Mi ero ripromessa di variare nei fandom che ti sono più congeniali, ma ammetto che le storie che scrivi sul fandom Haikyuu mi catturano in maniera impressionante. Specie perché il tuo stile lo trovo magnifico, come ti ho già spiegato ormai fino alla nausea: hai una capacità di delineare situazioni con immagini evocative e potenti, si nota l'accuratezza con cui scegli le parole, un cesello che considero veramente raffinato, non so come fare per complimentarmi ulteriormente. Ecco, sono innamorata del tuo stile, della tua sensibilità, del tuo modo di percepire le emozioni e le sensazioni dei personaggi che prendi in considerazione. Complimenti.
Passiamo alla storia. Ora, non sono una fan di questa coppia, ma da quando leggo le tue storie sto cominciando a ricredermi. Non so, ho ancora pareri contrastanti in merito, ahah. Certo è che, sebbene sia insolito vedere Suga e Kiyoko in questi panni, li ho apprezzati molto più di quanto non avrei fatto se fossero stati totalmente IC.
Premetto che il mio concetto di OOC è piuttosto contorto: credo sia abbastanza normale che i personaggi - almeno in una storia del genere - debbano discostarsi da come siamo abituati a conoscerli. Insomma, sono passati anni dal liceo, Kiyoko è sposata con Tanaka ormai da anni, per cui trovo perfettamente plausibile un quadro del genere. Perciò sì, nonostante l'avvertimento OOC, non ho trovato la lettura nè pesante nè fuori contesto, anzi l'ho apprezzata moltissimo.
In particolare, mi piacerebbe soffermarmi sulla strepitosa caratterizzazione di questi due, coadiuvata da uno stile spezzato e ritmico che crea una sorta di pathos narrativo veramente d'effetto. Ci sono delle scene che più d'altre sembrano voler soffermarsi sul clima cupo della vicenda, dove l'amore viene visto come qualcosa di negativo, in un impasse che ho trovato molto suggestivo: "E la sente come si fa con un arto fantasma, che duole infinitamente al passo del battito cardiaco, la sente come una certezza che pian piano si fa strada nei pensieri e appena dietro". Io questa frase ce l'ho impressa in testa da quando l'ho letta, è di una potenza spaventosa, sono rimasta estasiata quando l'ho letta. Semplice, eppure perfettamente in riga con ciò che pensa Sugawara di Shimizu, l'eterno pensiero rivolto a lei e la voglia di poterla avere più di così. Anche se non può davvero, o forse sì.
È un po' l'equivoco di un amore non-amore, la presenza di una terza persona che distoglie l'attenzione da quello che potrebbe essere un lieto fine ed in realtà non lo è affatto. Perché ciò che si percepisce in questa storia è che i personaggi, così per come sono, soffrono per quell'amore, anziché esserne felici. "Se solamente lei non fosse esattamente quell’ennesima finestra piena di crepe (la vita?), che piange spifferi e lacrima aria gelida. Puoi sempre sentire più freddo di così, ricorda." Un'altra di quelle frasi che sembrano questa volta soffermarsi su Shimizu, sulla sua persona che ormai appare alla stregua d'un involucro vuoto, crepato. E quelle crepe che non possono essere stuccate, perchè lei sa che ci sono e questa consapevolezza non può abbandonarla.
Le crepe, in questa storia, sono invisibili, non edili ma emotive. E fanno male entrambi, cosa che i lettore riesce a percepire fin dalle prime parole. Èuna storia suggestiva, potente, le cui immagini recano giustizia ai personaggi e al loro modo di concepirsi, come burattini in mano ad una forza più grande di loro. Davvero, questa storia è magnifica in ogni singola sfumatura, ti faccio ancora i miei più sinceri complimenti e non vedo l'ora di leggere qualcos'altro di tuo!
A presto, un abbraccio! |