Recensioni per
Prizrak Volgograda
di Fuuma

Questa storia ha ottenuto 20 recensioni.
Positive : 20
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
24/02/24, ore 15:22

Terzo capitolo, terza rilettura, terza esplosione di faville! (e ora la smetto, forse, con le introduzioni sceme *non ci crede nessuno*)

Se c'è una cosa che mi fa morire sono le petty revenge di Napoleon, tipo far ricadere la tenda in faccia a Ivanov. Una cosa stupidissima, ok, però rende davvero tanto l'atteggiamento del personaggio. E io mi immagino il sorrisetto di Henry Cavill che fa da corredo a tutto ciò, nel più magnifico dei modi, perdendo neuroni che vanno in autocombustione *inserire gif del muppet con le fiamme*

Posso dire che ho amato con tutta me stessa la piccola scena di contatto tra Napoleon e Gaby? A parte la sensualità di un gesto così semplice come un bacio, mi piace il fatto che mostri anche il suo lato fragile e che anche lei, a volte, può avere dei punti di cedimento. Per fortuna che Napoleon coglie tutte le "scuse per baciarla", eheh
Questo capitolo, in realtà, è tutto un susseguirsi di "oddio" e "aww" (perdonami il verso cretino, ma non mi viene nulla di più calzante), perché passi dall'angoscia di vedere i nostri eroi morti stecchiti al sollievo di scoprirli invece vivi... e la scena in cui Ilya riabbraccia (o meglio, smanaccia) Napoleon e Gaby è ORO PURO ç^ç
Poi, vabbè, sai che questa threesome mi piace tantissimo, quindi non posso che attaccarmi a ogni dettaglio :')

Così come è straziante, sotto ogni punto di vista la scena del confronto con il "fantasma", la sorella di Dmitrij. Illya che non riesce a pensare a nient'altro, se non al fatto che ha portato a compimento la propria missione, che si fa quasi trucidare, annientato da quella sola consapevolezza liberatoria... hai detto che hai avuto dei dubbi nella sua caratterizzazione dal suo POV, ma io l'ho trovato semplicemente perfetto. Perfetto nella sua totale abnegazione, nel suo continuare a riconoscersi più nel proprio ruolo di "agente fedele" che di persona vera e propria con un cuore e dei sentimenti. Sono punti dolorosi, tossici, ma che fanno parte di lui; tanto quanto l'affetto per Napoleon e Gaby, che riesce a stemperarli un poco.

Devo commentare quanto quell'abbraccio e quel primo bacio tra Napoleon e Ilya mi abbia fulminato i neuroni? NON CREDO. So solo che potrei aver letto quella scena un paio di volte. Più di un paio *coffcoff*
Poi Ilya reagisce come reagisce, ricordandosi dell'omofobia interiorizzata, e niente, patatrac, ma è stato bello finché è durato!


Passando ad Angelìka: è un personaggio formidabile. Per la psicologia, per le motivazioni, per il modo di fare, e tu l'hai condensata però meglio di quanto potrei mai fare io in una singola espressione: "Il fascino militare di Dmitriy, in lei, era quasi una presa in giro: una parodia dell’agente che era stato e che penzolava come un impiccato tra i tratti troppo spigolosi del volto scavato di Angelìka". Questa frase è solo l'ennesima prova della tua bravura nel cesellare ogni più piccola sfaccettatura dei personaggi, che siano invenzioni della tua penna o presi in prestito da altri; ma che, in qualche modo, fai sempre tuoi in modo viscerale.

In tutto ciò, non ci fai mancare i siparietti comici e stavo sputando l'acqua (sì, sono triste, niente whisky, tè&co) al "Illya, metti via la pistola" XD
E l'espediente narrativo di intervallare il presente con ciò che è accaduto prima, unicamente tramite i dialoghi è geniale, di un cinematografico sublime. Avevo in testa i cambi scena serrati a ogni parte in corsivo, mi ha messo su un'adrenalina pazzesca **

E, va bene, sarò una romanticona, ma a me il trope di personaggio X che si frappone tra personaggio Y e la sua morte certa manda in brodo di giuggiole... quindi, non potevo che apprezzarlo scritto dalle tue manine sante ** E godere un bel po' per la finaccia ben meritata di Ivanov. Alla fine fa lui il fantasma che risorge dalle ceneri, ma Napoleon e Illya non si toccano!

L'abbraccio finale... beh, che dire? Semplicemente la ciliegina su una torta di rocambolesco romanticismo, ironia, azione e introspezione da manuale. Ogni volta che ti leggo, mi ricordo perché adoro le tue storie, e poi mi fustigo perché sono una procrastinatrice seriale e non te lo dico abbastanza spesso.
E detto ciò, Corro all'epilogo :D

-Light-


P.S. Mi permetto un unico appunto sul russo, così per conoscenza se mai dovrai scrivere ancora di questi polli: "uno" si dice "odin" (один) pronunciato "adìn". Al massimo si può trovare "raz", ma solo in contesto musicale ;)

Recensore Master
02/04/21, ore 23:03

Buonasera cara, eccomi qui con grande piacere! C’è l’altra long che mi sta chiamando, sto tentando di resistere ma mi sono detta che devo assolutamente mettermi in pari con una trama che mi sta letteralmente rapendo che desidera farsi leggere, quindi sono qui.
Si è creata una certa atmosfera fatta di sguardi, di tocchi e sfioramenti, ma anche di grandi cose che scavano dentro e danno fastidio – dati di fatto – che creano un certo senso di contrasto in Solo, nonostante Gaby sia lì con lui. E vedere che salta tutto ancora prima di cominciare… evviva la missione e la copertura, bene.
Esplosioni, ottimo.
E crolla tutto. Ancora meglio, un giorno fantastico proprio e mentre cerco di capire cosa stia succedendo a Napoleon e Gaby visto che sta crollando tutto il teatro, dall’altra parte c’è Illya ferito e sanguinante. Posso non farmi entusiasmare da tutto questo…? Io mi entusiasmo, non posso farci nulla, quando sono in pericolo e non so cosa accade loro ho il bisogno di sapere, leggere, scoprire. Maledetto Ivanov, tradirli e vederli venir fuori da quel disastro è stato un sospiro rabbioso.
La reazione di Illya vale oro comunque, vedere uno freddo e calcolatore come lui posare i palmi sui visi dei due ssolo per assicurarsi che fossero davvero loro, fisici, sopravvissuti, è stato bellissimo: un quadro che mi sono disegnata davanti agli occhi perché ho sentito la tensione, la negatività che cercava di rimandare indietro, l’orrore all’idea di averli persi, farsi grandi e invadere il corpo dell’uomo tanto da farlo muovere da solo alla ricerca spasmodica di un segno qualsiasi. Il sospiro di sollievo non l’ha tirato solo lui, fidati.
Ma sembra che Illya non possa fermarsi a gioire, imprecare, respirare, perché ora va, e trovare la versione femminile di Dmitriy deve essere stato sconvolgente tanto da portarlo ad abbassare la guardia: la sorella di chi non c’è più sta praticamente tentando di vendicare l’uomo, e credo che non ci sia niente di peggio che il lavoro di sensi di colpa e spaesamento a confondere la mente e rallentare i riflessi…e infatti, ecco il coltello nella spalla, prevedibile sì, ma non da chi è tanto sconvolto da non sapere come fare. Lui che perde così il suo equilibrio davanti a una minaccia è quasi assurdo per me, eppure è così; cosa sarebbe accaduto se i colleghi non l’avessero seguito? Sono convinta lei avrebbe avuto la meglio, anche se è difficile crederlo, perché quella sorta di trance passiva in cui è caduto si è dissolta soltanto con le parole ed il contatto di Napoleon – mannaggia quanto li vedo assieme, ho bisogno di questo angst che li coinvolge, ne ho bisogno tantissimo.
Sì, come se fosse l’unica cosa di cui ho bisogno: quello che mi serviva davvero stasera, sicuramente è stato il bagno di Volgograd. Via di H/C di quelli rudi in un posto angusto, un dialogo strappato a forza coi denti da chi sta aiutando colui che è ancora spiazzato e sconvolto dagli ultimi avvenimenti, e di baci dati dopo sguardi improvvisamente limpidi e coinvolti. Non è stato idilliaco anzi, eppure il trasporto ha portato il russo a fare quello speravo accadesse dal primo capitolo. Qui le poche battute che si scambiano sono state ponderate per risultare le più naturali, ciniche ed efficaci possibili.
Angelika è trascinata dalla situazione, sconvolta prima, intrisa d’odio poi, costretta nel piccolo appartamento cadente con i tre in attesa dei rinforzi. Non solo la sua casa, ma anche le sue condizioni e la sua fisicità fanno capire quanto debba aver lottato e sofferto finora, i segni sono chiari ed inequivocabili; inequivocabile inoltre è l’istinto di Gaby, che dove guarda, arriva e scava, fino a trovare il punto debole. Lo sa, oh sì che lo sa, è successo qualcosa, ehhh brava, sa leggere gli sguardi e avverte la tensione che i due si sono portati appresso.
Ma figuriamoci se il quadretto può mantenere un minimo di equilibrio, scherziamo? Lei scappa, viene presa in ostaggio, loro lo sanno e devono fingere di avere il coltello dalla parte del manico sapendo di essere in svantaggio. Qui l’emotività tesa di prima lscia spazio ad un piano convincente nel limite e all’azione e negoziazione: i toni cambiano, le ambientazioni mostrano lo squallore e l’isolamento, ed i toni si fanno tesi e freddi. La situazione è delicata e si avverte ad ogni passo, parola e respiro. Non vedo l’ora lo ammazzino, scusami se lo dico: non muore, manco investito dalla macchina, manco sotto le macerie, niente. Peggio di una disgrazia, e quello che fa a Illya non lo posso sopportare. Solo la pistola lo ammazza, ed era pure ora.
Non di nuovo. Una seconda lama, stavolta indirzzata a Solo, che colpisce il russo, e io come una scema mi preoccupo nello stesso momento in cui mi godo la scena dove lui protegge l’altro senza dare peso alle conseguenze. Come faccio a non amarli? Sul serio, ragazza mia, mi sto innamorando di tutti e tre, di cosa li lega, di come agiscono e di ciò che sono in grado di fare per il benessere reciproco. L’ironia, la violenza, il tradimento, cinismo, dolore, sangue, tutto… eppure Illya alla fine che sorride circondato da coloro che lo fanno stare bene, è qualcosa che mi ha fatto bene all’anima, una degna conclusione di questo capitolo che ho letteralmente divorato.
Mi complimento per il lavoro che stai facendo nella gestione dei personaggi e della loro caratterizzazione: il modo in cui li muovi, li fai agire e interagire, il modo in cui parlano tra loro e con i nemici mi fanno capire che c’è uno studio preciso della persona e dei ruoli. Il tutto mosso abilmente in ambientazioni evocative e precise, con unastesura del testo accurata, corretta, revisionata in modo impeccabile. Leggerti è sempre sinonimo di garanzia, voglio tu lo sappia. Alla prossima cara, buon lavoro e buona ispirazione! :3

Recensore Master
24/03/21, ore 05:13

Ciao, Fuuma!
 
Io ti avviso in partenza, questa recensione credo che finirà male e potrebbe tranquillamente essere riassunta in una metà di me che si entusiasma più del dovuto per la trama o nell’altra che lo fa per lo stile, che è anche il motivo per cui l’ho rimandata alla ricerca di parole più dignitose che in realtà meritereste. Però, insomma, spero che accetterai i miei scleri poco sensati così come vengono (anche se mi sa che la dignità l’ho persa con la recensione scorsa, ti sarai chiesta sotto che allucinogeni era stata scritta).  
 
Anyway, io ancora una volta parto dallo stile, e scusa se tu non ne potrai più, però io sento il dovere morale di dirti ancora una volta quanto ami il modo in cui scrivi. E so che purtroppo mi faccio poco viva qui per dimostrarlo, e ti assicuro che non è un complimento tanto per, che non avrebbe nemmeno molto senso fare, penso, ma credo tu abbia davvero una delle scritture più equilibrate e “preziose” che io abbia avuto il piacere di incontrare sul sito e di cui mi sia innamorata. Sia perché sa cucirsi perfettamente addosso a ciascun personaggio che prende la parola nella storia, parlando con la sua voce, muovendosi sullo schermo con la sua corporalità. Ok, adesso sentiti libera di prendermi per matta, anche perché non saprò spiegarmi, ma la stessa costruzione e realizzazione delle frasi in un pov di Napoleon trasuda la sicurezza con cui sa solo lui muoversi per una stanza con una giacca elegante ormai ridotta a straccio e altissime possibilità di rimanerci secco senza mai perdere quel suo sorriso provocatorio, oppure quelle nelle parti di Illya rendono i movimenti di questa immensa macchina umana, la freddezza di certi atteggiamenti e pensieri, l’apprensione che cerca di nascondere sempre meno per le sorti dei compagni. Si tratta di una combinazione di tono espressivo, di come le parole si srotolano e intrecciano, di incisi che anche solo nel dire un numero di ore e minuti trasudano tutta l’irritazione per una giacca ormai da buttare da ogni lettera, le sequenze di ripetizioni nei pov di Illya che rendono (almeno nella mia testa) l’idea di quei momenti in cui ha i tic, deve controllarsi, e allora si ripete lo stresso concetto/frase – vuoi per calmarsi, vuoi perché è il pensiero ossessivo che lo opprime in quel momento (il Gloria, quell’ Era stato debole. | Era stato stupido. | Era stato un errore., o il Baci. Peccato. Vergogna. che sembra proprio lo scatto della mano che si stringe attorno alla tenda e uno a uno stacca gli anelli; cioè, davvero, ogni parola, leggendomela nella testa con la dovuta pausa, aveva lo stesso suono secco – ovviamente l’effetto amplifica anche il significato profondo e la lotta interiore di Illya in quel momento, e il tutto combinato è stupendo). Insomma, sai equilibrare personaggio e stile, sai equilibrare i personaggi tra di loro (io ci credo che sia stato un lavoraccio per te passare da uno all’altro, ma la percezione è di una fluidità e precisone perfetta nello scambio), equilibrare azione e introspezione, fonderle una nell’altra finché si uniscono ed è solo un muoversi tridimensionale di personaggi (e ora: svelami il tuo segreto. Quanto vuoi per essere corrotta e rivelarmelo?), equilibrare le giuste parole e farle risplendere perché non c’è nulla in eccesso (credevi che non te l’avrei ripetuto anche questa volta? Ah, illusa, ne avrai fino alla nausea!).
E poi, la preziosità di certe immagini. Cioè, se non fosse un’ora indecente e non temessi di annoiarti, te le elencherei tutte, ma mettiamola così, ti cito solo la mia preferita e ci piango ancora un pochino sopra tanto è bella.
Il fascino militare di Dmitriy, in lei, era quasi una presa in giro: una parodia dell’agente che era stato e che penzolava come un impiccato tra i tratti troppo spigolosi del volto scavato di Angelìka.
Per me potremmo anche aprire e chiudere qui, credo di non essere rimasta tanto affascinata da molte altre metafore incontrate qui (e anche altrove). E non c’è nemmeno un motivo preciso per cui l’ho amata tanto – cioè, è geniale come pensata, e in grado di rendere con precisione chirurgica quello che intendi, ma non è la sola –, però mi ha colpito tantissimo a prima lettura e ci sono ritornata più volte leggendo. Oh, ecco, altro momento delirio: generalmente le metafore mi lasciano una sensazione, creano un’atmosfera, mi fanno “allargare” l’orizzonte da cui guardare alla scena, facendole perdere i contorni e sfumandoli in altro. Ma con queste non ho mai una sensazione sfumata, in qualche modo che non ti so spiegare bene è un allargare gli orizzonti che però mi rimanda indietro un’immagine precisissima, mi “illumina” rispetto a quello che volevi dire e mi aiuta tantissimo a visualizzare (e una persona con del cervello mi chiederà perché l’immagine di un impiccato dovrebbe essere così chiarificatrice per immaginarmi un viso e una somiglianza, più che altre similitudini, ma facciamo che queste domande non ce le poniamo, prendi il dato di fatto e il complimento e via).
 
E arrivo alla trama. Ahh, io mi sa che rischio di nuovo di scriverti solo un fiume di cose sconnesse. Comunque, tagli o non tagli di cui parli nelle note, io ho apprezzato tantissimo come l’hai costruita in questa versione definitiva, e tornando all’alternarsi delle voci io credo che tu abbia dato un taglio ideale per avere la visione completa delle varie parti della missione. Ammetto che come la polla che sono io nemmeno avevo immaginato che Dmitry fosse davvero morto, e al dettaglio della donna che avevi inserito già nel capitolo scorso avevo dato non solo scarsa importanza, cioè, io pensavo fosse tipo un riferimento al fatto che fino a poco prima pensava a Dmitry e gli fosse rimasta quell’immagine davanti agli occhi, non so, avevo credo interpretato così. E invece ci nascondevi tutto in bella vista, e quando i pezzi si sono ricomposti in quella stradina mi sono data un po’ della bella addormentata, anche se poi avevo altro a cui pensare. Tipo Illya con un coltello nel petto, sai (cioè, ero tutta contenta all’inizio per lui a terra solo perché si era lasciato cadere e con il proiettile che lo aveva solo sfiorato, e poi niente, in ginocchio nella neve con un coltello). Ma, insomma, quella ferita e Angelika hanno portato in un appartamento di Volgograd, e poi in un bagnetto di Volgograd, e poi a un bacio in quel bagno di Volgograd, e io credo di essere più che contenta che sia andata così. All’inizio mi aspettavo qualche cazzotto come teme Napoleon, ma poi il suo Peril lo bacia e io saltellavo tutta contenta per casa! E, insomma, non è la cosa più importante? Questo e la fine, ovvio, quell’appoggiarsi di fronti, quel voler essere l’unica persona che può far fuori l’altro (mi pare ovvio che sia la dichiarazione più bella del mondo, no? ^^). E, non so, Illya che finalmente riesce a vincere la battaglia interiore contro l’attrazione per Solo. Sì, ecco, io mi sono persa in scemenze in queste recensioni, però ho apprezzato moltissimo come hai saputo ricostruire tutta l’impalcatura di preconcetti e fobie interiorizzate per colpa della sua educazione e del luogo e tempo in cui è cresciuto, e le hai smantellate poco per volta, in modo credibile, senza banalizzare mai la sua lotta e questo lento conquistarsi la propria libertà di espressione – nei sentimenti, che sono la cosa di cui più di tutte hanno cercato di spogliare Illya.
Menzione d’onore al tocco di classe di Gaby che salva la situazione facendo partire il fuoristrada e mandandolo a schiantare contro Ivanon – più o meno, ma insomma, quei due non sarebbero quei due se non si salvassero la vita a vicenda rimettendoci qualche arto/osso/ferita, quindi va bene che Ivanov si sia rialzato (mi sa che sono traviata dalla tua prima fic che ho letto, comunque credo sia in ogni caso canon che diano il meglio di sé nell’hurt-confort).
E comunque Gaby che rimette ordine nel loro gioco di pugi e minacce e litigi è meravigliosa, merita qualsiasi cosa quella ragazza: senza di lei e le sue frecciatine magari avrebbero capito di meno.
 
Insomma, io ho paura di aver corso troppo in alcuni punti e detto solo fuffa in altri e averti annoiata, ma se non si era capito ho amato anche questo capitolo e non vedo l’ora che arrivi il prossimo.
Grazie dell’immensa pazienza per sopportare fin qui, per aver scritto questa storia e chiedo perdono per gli eventuali pezzi che ho perso per strada e dimenticato di commentare (ho una memoria pessima, l’orario complica la situazione).
Ci vediamo alla prossima!
 
Un abbraccio,
Maqry
(Recensione modificata il 24/03/2021 - 05:20 am)

Recensore Master
15/03/21, ore 13:50

Ciao!
Ma che bellezza poter tornare a Volgograd (e nei bagni di Volgograd *-* ma forse è meglio almeno per un paio di righe faccio finta di essere una lettrice seria, dai): ecco, per quanto mi riguarda, sapere che questo non sarà l’ultimo capitolo e che potremo averne ancora un po’ è una notizia meravigliosa, sappilo, quindi mi dispiace se tu hai sclerato su questo capitolo, ma io sono tanto felice!
E, sempre partendo da quel che dici nelle note, io ho adorato il modo in cui hai alternato i punti di vista qui: davvero, prima ancora di arrivare in fondo al capitolo mi sono ritrovata a pensare che è bellissima la fluidità con cui il fuoco si sposta continuamente da Illya a Napoleon in maniera del tutto naturale, senza stacchi o scossoni. È proprio qualcosa che è piacevole leggere, soprattutto perché sei stata secondo me molto brava a cambiare il tono e l’approccio alla narrazione, senza però mai perdere coerenza. E poi, secondo me è proprio bello che, se prima i punti di vista erano nettamente separati dai capitoli perché Illya e Napoleon, nonostante tutto, continuavano a mantenere una certa distanza, in questo capitolo la distanza si annulla, loro possono avvicinarsi (e lo fanno *-* e com’è bello il modo in cui lo fanno *-*), e quindi anche la distanza tra i loro punti di vista si annulla, intrecciandosi in qualcosa di nuovo. Insomma, per me ha perfettamente senso che la struttura qui funzioni in questo modo.

Ma insomma, io sto davvero adorando questa storia. Mi piace tanto come hai costruito l’intreccio della trama, che secondo me fila benissimo e funziona perfettamente, andando a dare spessore anche a personaggi che compaiono magari solo brevemente, ma che hanno comunque un ruolo incisivo e soprattutto riescono a emergere benissimo, in maniera molto tridimensionale, mossi da motivazioni complesse ma perfettamente comprensibili. Insomma, se non si fosse capito, ho adorato il personaggio di Angelìka e il ruolo che ha avuto (sì, anche se ha accoltellato Illya – e non solo perché una ferita da ricucire è la scusa perfetta per rinchiudere Peril e il cowboy in un bagnetto troppo angusto, giuro!).

E niente, davvero, io adoro il modo in cui riesci a muovere questi personaggi, dando loro tanta importanza e rendendo loro giustizia così bene. E adoro che, in una storia del genere, il tuo Napoleon riesca comunque a farmi ridere più del dovuto, perché sappi che non credo esista qualcosa di più esilarante e IC di lui che seduce un paio di suore, diciamocelo. E, credo di avertelo già detto parlando del primo capitolo, ma davvero, io adoro il modo in cui riesci a far emergere tutto il suo spessore solo con dei tocchi rapidissimi, attraverso dei pensieri che sono apparentemente divertenti e leggeri, ma che in realtà denotano un grande studio del personaggio. Perché la stizza con cui si approccia al pensiero di Dimitriy che riesce a far abbassare la guardia a Illya può far sorridere, ma al tempo stesso il suo affermare tra sé che lui non tradirebbe mai a quel modo Illya ha una forza e una sincerità disarmante, e insomma, è un modo bellissimo di rivelare l’ampiezza dei suoi sentimenti in maniera del tutto spontanea e in linea con il personaggio.

E, davvero, la scena nel bagno, mi sembra inutile ribadirlo ma lo farò lo stesso, è semplicemente meravigliosa. Di nuovo, sei riuscita a mantenere perfettamente coerenti i personaggi, il loro modo di approcciarsi al vero elefante nella stanza che li unisce e li allontana, hai perfettamente tracciato i confini complessi del loro rapporto e di tutte le implicazioni che ci sono di mezzo, e sei riuscita a fare tutto in maniera molto sottile, dicendo e non dicendo (e, di nuovo, credo che non ci sia cosa più appropriata per uno come Illya che cercare di far intuire i propri sentimenti con una frase come “se qualcuno deve uccidere te, Cawboy, io deve essere quel qualcuno”: stupendo!).

E, ecco, questa è la recensione più sconclusionata e superficiale che ti abbia lasciato (mi sono persa un sacco di cose per strada, lo so), ma ci tenevo a passare di qui prima della fine della mia pausa pranzo, perché se no rischio di rimandare per un’altra settimana, e poi devo rileggere, e poi rimando, e devo rileggere, e insomma, via così all’infinito T.T