Recensioni per
Huracàn
di Ciuscream

Questa storia ha ottenuto 32 recensioni.
Positive : 32
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
20/06/21, ore 18:56

Ciao!
Finalmente, finalmente riesco a tornare su questa storia, che mi sta affascinando in una maniera incredibile.
Davvero, di solito leggo pochi fantasy, e soprattutto qui su EFP non ho l'abitudine di leggere molte originali (consapevole di perdermi cose bellissime, ma insomma, questo per me è sempre stato uno spazio dedicato al fandom, per il mio modo di fruirne), ma sono contentissima di aver provato a tuffarmi in questi lidi, perché la tua è una lettura proprio affascinante. Non so come dirlo, ma pur essendo solo all'inizio di quella che promette di essere una storia densa e corposa, pur essendoci solamente affacciati su questo universo narrativo, ci sono dettagli che restano immediatamente impressi, e l'impressione è proprio quella di avere davanti qualcosa di estremamente originale, qualcosa in grado di trovare subito il suo posto inconfondibile nella mente del lettore.
Mi piace tanto il modo in cui stai approfondendo l'organizzazione sociale di questo mondo, composta di isole dove le popolazoni hanno ruoli e confini precisi (e, insomma, la descrizione delle persone che possono finire ad Avern mi ha incuriosita tantissimo, e comincio a sperare che potremo metterci metaforicamente piede 👀).
Insomma, vedere questo villaggio composto di povera gente che dalla vita ha solo dispiaceri e fatiche, fame e duro lavoro mi è sembrato estremamente vivido e realistico, soprattutto quando tutto ciò si scontra con gli intenti moralizzatori del padre di Izar (insomma, spesso si trova un po' il cliché opposto: il "padre spirituale" – perdonami il termine non appropriato – che pretende dal suo popolo un rigore e una compostezza che poi non si rispecchia nella sua situazione economica, mentre qui comunque anche la famiglia di Izar ha ben poco da offrire agli altri), che vorrebbe privare il popolo anche di svaghi leggeri e innocenti.
Mi piace tanto anche il rapporto che cominci a delineare gra Izar e Gabre, questo rapporto che si consolida nell'amicizia infantile e che sembra essere sulla buona strada per affrontare i cambiamenti che il diventare adulti inevitabilmente porta con sé.
In finale, ovviamente, mi ha incuriosita moltissimo e mi ha dato tanto su cui riflettere e iniziare a speculare, ma insomma, prima di lanciarmi in supposizioni azzardate forse è meglio se continuo a leggere ancora per un po'!
Ancora complimenti, e a presto!

Recensore Master
06/04/21, ore 11:51

Cara Ciuscream!

Sono giorni che devo recensire questa storia e, finalmente, riesco a ritagliarmi un minuto di tempo per lasciarti qualche impressione – sempre incantata, perché questa storia si fa interessante. L’iniziazione e il passaggio dall’infanzia all’età adulta è qualcosa che tutte le culture conoscono, ma come ti dicevo anche nelle scorse recensioni, questa tua storia ha quel qualcosa in più che la distingue dalle altre. Il potere del Santero è assoluto e moralizzante e non incontra sempre il favore della sua gente e hai sottolineato anche perché. Chiede delle rinunce morali a un popolo di straccioni, condannato a vivere in un sistema abbastanza simile a quello delle caste e a non poter innalzarsi nelle altre isole. Una di queste, tra l’altro, raccoglie quelli che vengono definiti i devianti. Assassini, traditori del re, ma anche pazzi. Questo riferimento mi è piaciuto da impazzire, perché a parte il caso di disturbi conclamati ed effettivamente diagnosticabili, in passato si è spesso usato l’appellativo “pazzo” per indicare chiunque avesse idee, inclinazioni o aspirazioni differenti dal sentiero tracciato dalla collettività. Penso, per esempio, alla questione dell’isterismo femminile, ai manicomi che ospitavano persone scomode, insomma, in una frase hai racchiuso un vero e proprio mondo.

Izar non è come suo padre. La sua amicizia con Gabre è in quel punto in cui tra poco potrebbero scoprire sentimenti altri rispetto all’amicizia (ma non è detto) e nel suo modo ingenuo e smaliziato di affrontare la vita c’è già l’occhio giudicante di un padre probabilmente padrone. Di nuovo, ho amato come, con una frase, hai spiegato la subalternità della madre, sottomessa al marito e desiderosa di proteggere quanto più può l’innocenza della figlia. Ma di Izar dobbiamo dire necessariamente un’altra cosa: quando il ragazzo che la insulta prende fuoco, è evidente che ci stiamo riallacciando a quanto successo nell’iniziazione: suo padre ha mentito, consacrandola a una divinità mite come quella degli artisti. È successa un’altra cosa – e io non vedo l’ora di scoprire a quale divinità – simpaticissima, deduco – la poveretta è destinata. Tanti complimenti per lo stile, la storia e la caratterizzazione, semplicemente perfetti.
Un abbraccio,
Shilyss

Recensore Master
04/04/21, ore 00:33

Come promesso, dopo le pulizie volevo assolutamente passare in questa lettura, in questo nuovo mondo che hai creato e che mi sta piacendo tantissimo.
Pian piano stai delineando bene il territorio dove vivono, ti faccio davvero tanti complimenti, dici a me che ho fantasia, ma nemmeno tu scherzi! So quanto sia complesso creare un mondo con usi, costumi, tutto nuovo. E tu stai facendo un ottimo lavoro.
Una bella cosa che apprezzo è il fatto di non essere veloce a spiegare tutto, ti prendi del tempo e mano a mano arricchisci i capitoli con dei dettagli in più.
L'idea di quell'isola chiamata Avern poi mi attira tantissimo, sembrerebbe come una sorta di prigione per gli esiliati. Chissà se mai ci metteranno piede e se davvero ci sono dei "mostri", visto che tutto è raccontato dal punto di vista di Izar, forse sono intesi delle persone diverse o semplicemente degli esiliati che hanno commesso qualche crimine.
La mia mente inizia a viaggiare pensando a dei possibili collegamenti con questa isola, se mai incontreranno un personaggio che sia riuscito a scappare per esempio.
Waaaaa troppe cose belle ❤
Izar ha un carattere completamente diverso dal padre e sembra non rispettare i canoni delle ragazzine di quel luogo, lei vorrebbe divertirsi, ballare a piedi nudi, cantare, insomma...Comportarsi come una normale bambina. Il problema è proprio il fatto di essere una "femmina" , ma il padre pretende un altro tipo di educazione.
La madre vorrebbe intervenire ma non lo fa, probabilmente perché sa che è cosi che bisogna comportarsi. A questo punto sono curiosa di scoprire qualche altro dettaglio in più su questa famiglia, se il matrimonio tra i due è stato fatto per amore o per "dovere", visto che la madre di Izar sembrerebbe non approvare le riprese del marito anzi, vorrebbe che sua figlia giocasse libera da tutti quegli ordini.
Per fortuna che Gabre era presente a confortarla, visto che durante la festa, tutti sembrano spassarsela tranne il Santero e questo non permette a Izar di divertirsi come vorrebbe.
Ma posso già shippare Gabre con Izar? No perché mi stanno piacendo già così tanto assieme, lui è dolcissimo, premuroso e la fa sentire al sicuro. C'è una bella intesa e mi piacciono davvero tanto i loro dialoghi.
Ho sempre avuto un debole per queste amicizie fin dall'infanzia.
Avrei letto un capitolo intero di loro due assieme, ma poi arriva il guastafeste di turno e la magia finisce ancora prima di iniziare. Quel tipo è stato davvero antipatico ad offenderla in quel modo e da brava scorpione speravo in una vendetta da parte di Izar.
Lei giustamente era infuriata, avrebbe voluto zittirlo, fargliela pagare, ma non fa nulla (o diciamo che non ce n'è stato il tempo), sembrerebbe che il destino abbia deciso lui di dare una punizione a quel ragazzo. Agli occhi di qualcuno potrebbe sembrare un evento casuale, ma secondo me nasconde qualcosa sotto e probabilmente anche Izar se ne rende conto. Non potevi finirlo in un modo più interessante. Ci lasci con la suspense per il prossimo aggiornamento.
E' stata una lettura davvero piacevole, mi ha rilassata e divertita. Questo capitolo è ricco di avvenimenti e taaante descrizioni che me l'hanno fatto apprezzare ancora di più. Il tuo stile come ben sai lo adoro e spero di poter leggere il prossimo a breve! **

Continua così ragazza, ci sentiamo presto <3

Recensore Master
29/03/21, ore 22:46

Ciao Cius,
credo che questo capitolo si potrebbe riassumere in: "attenta a cosa desideri ragazzina, perché quando si realizzerà potrà non piacerti".
Ma andiamo con ordine. La geografia del mondo che hai creato comincia a delinearsi sempre più. Da ciò che mi è parso di capire, in questo arcipelago, l'isola esprime anche la condizione sociale e, se ho bene inteso, quelli dell'Isola degli Stracci, è in fondo alle gerarchie sociali di Pentidad (giusto). Ma, c'è chi sta peggio, no? Puoi sempre finire ad Avern, che sembrerebbe quasi un'isola-prigione.
Ma veniamo al dunque, è ancora la notte dei festeggiamenti, notte degli eccessi per eccellenza, dove l'ordine sociale per un momento viene messo da parte, dove ogni inibizione viene meno e ci si può divertite senza nessun pensiero per la testa (la descrizione che fornisci della festa strizza molto l'occhio ai saturnalia, quello sì che era un Natale con i fiocchi!), con ovvia eccezione per le donne, loro sono ancora più sotto nella gerarchia sociale. Tutti si divertono tranne uno: il Santero. Lui è sempre li, fedele alla sua rigida disciplina. Questo suo atteggiamento non permette di far divertire sua figlia Izar.
Per fortuna c'è Gabre che la strappa del quel cipiglio costantemente severo del padre. Inutile girarci intorno, tra i due c'è intesa, c'è alchimia, nonostante la giovanissima età. Le sensazioni che prova Izar, sono del tutto nuove per una ragazzina di dodici anni, ma proprio per questo sono ancora più forti e incontrollabili. Gabre, la fa sentire strana e al sicuro, spaventata e tranquilla allo stesso tempo. Gabre che le ricorda che è ancora una ragazzina di dodici anni e che ha tutto il diritto di divertirsi, nonostante suo padre non sia delle stesso avviso. Sempre lo stesso Gabre che è stato l'unico nel fargli assaporare cosa sia un po' la vita.
Ma non tutti sono Gabre, non tutti riescono a discernere la sua figura da quella di suo padre. E si sa, i ragazzini sanno essere molto cattivi quando vogliono, Santiago ne è la prova. Ma pagherà a caro prezzo questa sua incapacità. Offende deliberatamente e pesantemente Izar, la quale è incapace di reagire fisicamente, ma se i suoi pensieri potessero prendere forma...e la prendono. Forse non ricorda che ora è consacrata ad una divinità...che sia stata quest'ultima a causare "l'incidente", personalmente non credo nella casualità, ma nella causalità si e qui di cause ce ne sono, molte.
Un capitolo ancora introduttivo, che non dice moltissimo sul proseguo della storia, ma che fa capire che queste divinità ci sono e che possono manifestarsi in mille modi diversi per proteggere i loro adepti.
Come sempre il capitolo è scritto benissimo, ricco di dettagli e particolari.
Ci vediamo molto presto.
Mask.

Recensore Master
26/03/21, ore 08:42

Mon amour adorato eccomi qui **, eri tra le cose da fare prima di cominciare a lavorare (cioè O.O non tu, eri da fare, ma recensire te, va beh, ci siamo capite.)
Aaaw, ma che bello questo secondo capitolo che ci permette di addentrarci ancora di più in questo mondo che hai creato, dove cominciamo a vedere, grazie alle tue descrizioni, le differenze fra le varie isole e le condizioni in cui vivono gli abitanti, che mi par di capire non siano delle più felici. C'è un pesante malcontento generale perlopiù diretto verso il Santero (di cui scopriamo anche il nome **), visto come "causa" della troppa austerità. E apprendiamo anche qualche dettaglio in più riguardo al suo rapporto con Izar, che pare completamente l'opposto rispetto a lui. Ci lasci, mediante qualche piccolo indizio, il sospetto che Izar abbia preso buona parte della sua indole dalla madre, che si ritrova a guardarla con apprensione e timore che Miguel possa in qualche modo togliere anche a lei la vivacità. Questo mi porta a chiedermi: com'era la vita della madre di Izar prima del matrimonio? E' possibile sposarsi per amore in quest'isola o anche questo aspetto è in qualche modo legato al volere degli dei? Me molto curiosa **.
L'accenno all'isola delle bestie è allo stesso tempo intrigante e inquietante \\O/ da come Izar ce lo mostra attraverso i suoi occhi di bimba, pare una sorta di inferno, la discarica dove vengono relegate le persone più abiette. Ma visto che tutto è filtrato dagli insegnamenti del padre e dai suoi occhi innocenti, non posso fare a meno di chiedermi se sia davvero così o se invece semplicemente non sia un posto dove viene isolato che è semplicemente "diverso". Perdona i miei voli pindarici, ahahahha, ma questo mondo è così nuovo e intrigante che non posso fare a meno di fantasticare.
Aaaw, il momento di "intimità" se così possiamo chiamarlo, tra Iz e Gab è dolcissimo, mi ha riportata indietro nel tempo di una vita, a ripensare a com'erano più facili e al tempo stesso più difficili i rapporti con l'altro sesso quando eravamo pre adolescenti. Izar che all'improvviso si sente quasi agitata da quella vicinanza e comincia a provare qualcosa di cui non comprende il significato è tenerissima, sarei rimasta a guardarli le ore giocare con la pignatta, ma ahimè, ecco i guastafeste. Ed ecco che ci viene mostrato una sorta di lato oscuro di Izar, che forse non dovremmo nemmeno chiamare così: è un pensiero di legittima difesa in risposta a una minaccia, ma corredato di grandi particolari, che per qualche motivo diventa concreto, in una scena degna di un film horror \O/. Quale dio ha agito tramite Izar? Si tratta davvero di Pedira? Sono curiosissima **.

Un capitolo ancora più bello del primo **, non vedo l'ora di proseguire! Ti faccio tantissimi complimenti, il tuo stile è sempre un incanto, tesoro <3
ti si lovvadora **
ngk,

Benni

Recensore Veterano
25/03/21, ore 18:59

Ohhhh
Che brava, che bel lavoro!
Sapevo, lo sapevo, ne ero certa, che saresti stata bravissima con una long.
In questo capitolo continui ciò che hai iniziato in quello precedente e ampli la descrizione e i dettagli su questo mondo sconosciuto.
Devo dire che apprezzo molto le informazioni che ci dai, il fatto di non tralasciare cose che per te sono chiare (visto che "vedi" il mondo che ci narri) ma a noi no, e quindi lo possiamo scoprire solo attraverso le tue parole.
Grazie a questo capitolo sono riuscita a farmi un'idea piuttosto chiara di Pentidad e della sua struttura geografica e sociale.
C'è stato un piacevole alternarsi tra l'azione svolta e lo spazio descrittivo, sia relativo all'ambiente che a Izar stessa.
Piano piano conosciamo lei, suo padre e la sua famiglia, e con loro anche le condizioni e gli equilibri che regolano il suo mondo.
Ho trovato molto toccanti una serie di considerazioni, come quella sul futuro che fanno i ragazzini.
Da adulti si può meglio tollerare la delusione inevitabile delle aspettative, ma per dei ragazzini DEVE esistere per lo meno la speranza che a loro andrà meglio. I tuoi protagonisti sono piuttosto disincantati per essere così giovani, ed è bello triste al tempo stesso il modo in cui cercano di cogliere quel raro attimo di stentosa allegria.
Tutto sembra estremamente normale, una cerimonia annuale come un'altra, poi, invece, Izar viene chiamata in causa da un ragazzino che ha qualcosa a che ridire con lei e suo padre, e lo fa con la sfacciata crudeltà dei ragazzini, che nulla perdonano o fanno passare in sordina ai propri coetanei.
Ed ecco che accade qualcosa. Non sappiamo bene di cosa si tratti, ma avvertiamo la magia nell'aria, la presentiamo ancora prima che arrivi, nel vento, nell'elettrica tensione che si crea nello spazio fra i due, e poi si scatena, con una forza eccessiva e inaspettata.
Benché sentisse rabbia e risentimento dentro di sé, forse nemmeno potendo Izar avrebbe chiesto una punizione simile verso Santiago, eppure giunge, totalmente incontrollata.
E quella forza dirompente annichilisce anche lei, forse stremata dallo sprigionarsi di tanta energia.

Che dire, brava, un capitolo ricco e interessante, ben scritto e assolutamente equilibrato come sempre.
Trovo che a differenza delle OS tu abbia messo un po' da parte la forma per concentrarti sulla sostanza, fornendoci immagini vivide e sensazioni tangibili, conducendo il narrato in maniera fluida e diretta.
Una narrazione onesta che non posso che apprezzare!
Davvero i miei complimenti, sono entusiasta di questo tuo nuovo percorso.
Aspetto il terzo capitolo!!

Recensore Master
25/03/21, ore 06:46

Ciao Ciuscream. La storia che stai dipanando mi piace sempre di più, anche se devo ammettere che per me questo secondo capitolo non è all'altezza del primo. Esprimo questo parere perché mi sono ritrovata a leggere velocemente, saltellando sulle tante parole che descrivono Izar e i suoi sentimenti per giungere alle parti narrative che fanno procedere la trama. Secondo me stavolta hai fatto un uso eccessivo delle parole descrittive a discapito della storia. Se ne dovessi fare una sintesi direi: Istar è preoccupata per la reazione del padre e della situazione della sua isola; viene convinta a divertirsi da Gabre quando interviene Santiago che la umilia perché figlia del Santero e lei, inconsapevolmente, lo punisce.
Quello che voglio farti capire è che, a mio parere, c'è poca narrazione. E in questo tipo di scrittura io mi annoio un po'. Hai un lessico potente e una scrittura scorrevole e accattivante, ma a volte ti perdi in arzigogolature che disturbano un po' il mio voler sapere che cosa sta accadendo. Ho avuto lo stesso problema con IL SIGNORE DEGLI ANELLI e ho lasciato perdere la lettura. Trovo che la potenza dei dialoghi nella narrazione sia più efficace nel compito di far proseguire la storia!
Tuttavia devo ammettere che il finale è una bomba! A quanto pare Pedira non ignora la sua iniziata!!!