Ovviamente non potevo che tornare qua e andare avanti in questa raccolta la cui idea, lo sottolineo ancora una volta, mi continua a piacere tantissimo. Non spenderò ulteriori parole a riguardo, che altrimenti divento ridondante e ripetitiva eheh.
Dunque procedo.
Stavolta il membro che ci descrivi è Ron. Adoro il fatto che ancora tu abbia aperto e chiuso la drabble con la citazione di un dialogo, deduco che sia una scelta stilistica che caratterizzerà ogni capitolo. Trovo ne valorizzi il taglio e la personalità dei personaggi; un modo per mantenersi in linea con i libri e al contempo sfruttarli per indirizzare ancor più il lettore nella direzione peculiare che tu e solo tu hai scelto.
Ron non è nuovo a atteggiamenti legati a un'invidia che nel profondo lo abita. Il suo spirito è buono e si muove con buone intenzioni, ma alle volte - come è giusto che sia affinché il personaggio risulti realistico e umano - vi sono in lui degli aspetti che vanno a sommarsi fino a creare un profondo malessere e indisponibilità. Soffre per gli altri, ma soffre anche gli altri. Nel corso dei libri, questo, è un qualcosa che torna più e più volte. Ed è proprio a tale sua sfaccettatura che ti appoggi per aprire la sua introspezione.
La prima breve parte l'ho amata: in così poche righe e parole possiamo subito osservare il suo cambiamento, lo scarto di consapevolezza che compie attraverso cui realizza quanto futili fossero i suoi asti nei confronti del mondo e delle persone. Tanto a lungo ha identificato negli altri la causa del problema combattendoli e allontanandoli (quegli "avversari inesistenti" che citi), quando quel male proveniva da dentro se stesso.
Confesso che nel complesso questa drabble mi sia piaciuta di più della precedente: le immagini - profondamente evocative - le ho viste dinnanzi ai miei occhi. Ron mi ha avvolto e scaldato il cuore. Qui vi sono perfettamente descritte le ragioni per le quali egli è un Grifondoro. Ha compreso la ragione per cui il Deluminatore era il lascito di Silente per lui, ha compreso che affrontare se stesso era e sarà sempre la sfida più grande che possa mai combattere. E finalmente - FINALMENTE - smette di essere vittima delle proprie insicurezze, le prende in mano, le pugnala ed essere si sbriciolano, proprio come il famoso medaglione che tanto acuiva le sue emozioni e i suoi pensieri invasivi. (era una metafora di questo la parte finale? Perché mi è proprio venuto spontaneo interpretarla così eheh).
Bella, bella, bella. Ron è un personaggio che ho sempre vissuto con lo stato d'animo dell'"odi et amo" quando ero più piccola riuscendo a comprenderlo maggiormente soltanto a seguito di una certa maturità. L'ho sempre guardato con sguardo critico, è vero, ma è forse il più coraggioso tra i tre. Concordo perfettamente con te sul "il nemico di Ron è Ron" e affrontare se stessi è, probabilmente, una delle battaglie più grandi di ciascuno.
Grazie per aver scritto questo testo,
a presto,
Bongi |