MA SIAMO IMPAZZITI!? NO MA DICO.
SIAMO
COMPLETAMENTE
IMPAZZITI?!
mi calmo.
Allora, intanto sento di doverti delle scuse perché ho scelto di fare due recensioni in una per mia comodità mentale - comprendo perfettamente il disagio dell'avere una vita che vada fuori dall'universo di JoJo e quindi mannaggia, uno si trova a dover scegliere tra l'andare a lavoro e gli headcanon da scrivere. Pazienza.
Bando alle ciance, perché qua ci sono da dire una miriade di cose!
Intanto la prima, nonché la più importante: BRAVA.
Ho letto questi due capitoli freschi freschi di pubblicazione e sia la volta scorsa che questa sono rimasta attaccata allo schermo parola per parola. Hai una grande capacità di fare immergere il lettore nelle immagini che descrivi in una maniera molto ben delineata. Ci sono dei momenti, per mio gusto molto apprezzati, in cui lasci una bella descrizione accurata dello spazio circostante e altri in cui invece, sebbene ci siano solo accenni di ciò che circonda i protagonisti, riesci ad evocare delle immagini se il caso ancora più precise. Cosa difficilissima da fare, ma è già il secondo capitolo consecutivo in cui questa cosa ti riesce particolarmente bene - oltre ad essere già avvenuta nel primo capitolo, che è stato il motivo per cui mi sono decisa a seguire la tua storia.
E' evidente che c'è in corso una maturazione stilistica, i paragrafi sono decisamente meno ridondanti e il ritmo della narrazione incalza raggiungendo dei climax che si inseriscono nella storia con una freddezza spietata. Mi spiego meglio: nel capitolo precedente ho sentito proprio un pugno nella pancia - io come i personaggi di Araki lol - quando Josuke ha detto a Jotaro di non volere diventare come lui. Mamma mia che botta, mi sono sentita veramente presa a schiaffi.
Ma
a questo giro
io
non.
Allora. Raramente mi ritrovo ad essere così immersa nella lettura, il flashback/l'allucinazione di Jotaro mi hanno inchiodata al punto che mi ero dimenticata di stare leggendo. In una mano tenevo fortissimo il telefono e nell'altra tenevo fortissimo le lenzuola, in più non respiravo. Cioè. Sarà che per Kakyoin sono una debole, ma ti devo fare davvero i miei complimenti più vivi per il modo in cui me l'hai presentato. Brava davvero.
Qualche trascurabile errore di battitura c'è, ogni tanto c'è qualche virgola fuori posto o una ripetizione, ma nulla di grave. L'utilizzo dei tempi verbali e della consecutio è sempre molto lineare e apprezzato, i dialoghi sono scorrevoli e misurati nonostante si mantengano in qualche modo un pelo troppo schematici per i miei gusti, ma pur sempre reali.
I personaggi risultano perfettamente IC. Josuke è esattamente un adolescente con sogni da adolescente, desideri ed esigenze che "spiattella" in faccia a Jotaro con la purezza del suo animo. Gentile, delicatissimo e distrutto dalla carenza empatica nei confronti "di una famiglia che non conosce", qui mi hai colpita nel cuore. Sono dettagli che rendono Josuke un personaggio realistico e che tu hai reso perfettamente nel contesto della storia, dandoci anche una visione di lui più totale e sensibilissima.
Jotaro. Tendo ad essere ipercritica nei confronti di Jotaro, ma devo dire che l'interpretazione che stai dando di lui la trovo perfettamente inerente all'immagine che dà Araki e a quella che c'è nel mio cuore. All'apparenza freddo, quasi mortuario nella mancanza di empatia nei confronti del mondo esterno, Jotaro si porta addosso un bagaglio emotivo traumatico di cui, purtroppo, non si libererà mai. L'interazione con il fantasma di Kakyoin mi ha distrutto il cuore in mille pezzi, mi ha proprio fatto male. Ma male assai, quindi complimenti--- una ghigliottinata dritta sulla nuca. Ma la botta finale me l'hai data, appunto, con le ultime righe. Lì, mia cara, lo confesso: ho pianto. Ho proprio posato il telefono che avevo una mano sulla bocca e le lacrime agli occhi. Lì io: emotivamente distrutta. Spezzata. Nonostante mi sembri di capire che non ci fosse un coinvolgimento emotivo romantico da parte di Jotaro e Kakyoin in questa tua versione dei fatti, c'era comunque un affetto profondo che li legava, ma evidentemente il trauma della perdita è stato così grande da rimuoverne il ricordo. E mi ha fatto malissimo trovarmi ad annuire sul fatto che il tuo Jotaro la pensi allo stesso modo del mio: ciò che è morto dovrebbe restare morto.
Bonus: prima di scegliere quale nome dare alla moglie di Jotaro, anche io ho pensato a lungo ad Anne. Saggia decisione la tua!
Detto ciò, io ti ringrazio davvero per queste due perle di capitoli che ci hai dato. Non vedo l'ora di "partecipare" a questa riunione di famiglia, anche se temo tantissimo per la salute di Joseph; attendo trepidante i momenti con la piccola Jolyne.
A prestissimo, cara, e non sentirti mai in colpa se non riesci a rispettare la scadenza di un capitolo! Ricordiamoci sempre che EFP resta un posto sicuro in cui divertirsi - piangendo sugli headcanon che ci uniscono come fangirl.
Un bacio,
iysse ♥ |