Recensioni per
La memoria del cigno
di blackjessamine

Questa storia ha ottenuto 12 recensioni.
Positive : 12
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
29/08/22, ore 13:41

Ciao Greta ❤

Termino questa lettura con un sorriso sul volto: quando incontro una tua storia incontro certezza e sono felice. Felice perché la storia mi è piaciuta anche e soprattutto per il finale che rimane in bilico. Voglio dire, io sono fatta per i finali allegri, per i sorrisi e le risate.
Gilderoy qui però non ride, avrà solo il ricordo di quello che è stato. Ho trovato molto toccante il suo avvicinarsi all'orecchio per sussurrare il suo nome: ho pensato, ho pregato anche io che Kingsley si svegliasse e lo tenesse stretto. Perché hanno una chimica straordinaria: uno è tanto lento, mentre Gilderoy vorrebbe il fuoco. Forse però serviva la lentezza, ché adesso si mette a piangere e pensa che un amore così lo vorrebbe. Pensa a tutti gli effetti che Kingsley è uno sconosciuto che non può essere dimenticato, che è l'eccezione che rompe la monotonia e che fa tremendamente male.
Ti ringrazio per questo dolore e per il modo lento con cui hai raccontato questa storia. L'ho trovata davvero bellissima,

Sia ❤

Recensore Master
19/11/21, ore 15:51

Aaaaaaaaw, ma questo secondo capitolo è meraviglioso, mi si è stretto il cuoricino, Greta, non si fanno queste cose, voglio piangere çç.
Già dall'inizio avevo le lacrime agli occhi perché è verissimo, il Natale è una festa profondamente legata alla famiglia, e se una famiglia non l'abbiamo, non esiste periodo dell'anno che ci faccia sentire altrettanto soli. Nell'immaginarmi Gilderoy costretto a passarlo senza compagnia mi son sentita male per lui. Ed ecco che nuovamente arriva l'imprevisto, ma questa volta con un esito completamente opposto rispetto alla prima volta. Grazie a un piccolo incidente (non tutti i mali vengono per nuocere, pare) i due finalmente parlano e sembra scattare qualcosa. Qualcosa di diverso, di profondamente diverso, se il nervosismo di Gilderoy è da considerarsi un sintomo affidabile. La voce roca di Kingsley l'ho proprio sentita chiaramente, mamma mia, e non hai idea di quanto mi sia scaldata nel leggere di quell'abbraccio pre smaterializzazione ♥ e di come Gilderoy si senta al sicuro e protetto contro il petto dell'altro, al punto che non avrebbe problemi a perdere la lucidità.
La casetta di Kingsley è bellissima, mi ha proprio dato le vibes da cottage inglese un po' perso nel nulla, che meraviglia!
E che dolcezza la scena della seduzione, erano così alla pari, così a loro agio l'uno con l'altro che davvero volevo solo squittire. E ci ho sperato, ho davvero sperato fino all'ultimo che Gilderoy cogliesse questa occasione per non essere più solo, per cominciare qualcosa di serio con una persona che ne vale la pena, che accantonasse i suoi vuoti sogni di gloria che lo lasciano ancora più vuoto. Invece purtroppo quell'incantesimo, seppur a malincuore, lo ha fatto davvero çç.

Malinconica, struggente, bellissima.
Grazie di averla condivisa con noi!
un bacione,

Bennina

Recensore Master
17/11/21, ore 21:51

Ciao!
Eccomi a leggere la conclusione di questa one-shot in due parti prima di quanto avessi preventivato, e ne sono contenta.
Voglio dirti subito che mi è piaciuto trovare Gilderoy e Kingsley in una presentazione un po' diversa da quella delle altre tue storie che ho letto, in cui si conoscono e si avvicinano a Hogwarts. Qui sono due sconosciuti, eppure li hai avvicinati ugualmente in maniera naturale, coerente con il modo che hai di scrivere di loro, che poi io trovo anche vicino al canon. Mi ha colpito questa descrizione di Kingsley ("parlava pochissimo ma viveva di sguardi capaci di abbattere ogni barriera"), perché è una costante, il suo andare oltre le maschere che Gilderoy confeziona per il pubblico, anche quando la sua intima essenza in realtà in questa storia non ha occasione di conoscerla.
C'è la conclusione inevitabile di ogni loro interazione, un rapporto destinato a terminare, l'angst che inevitabilmente mi attrae. "Gilderoy avrebbe ricordato tutto" fa malissimo, dillo che lo fai apposta!
Però, rispetto ad altre storie in cui Kingsley affascina e approfondisce, qui c'è solo l'immagine di un uomo che Gilderoy vorrebbe poter avere la possibilità di provare a tenere accanto. Qui Kinglsey affascina soltanto, ma non ha modo di scoprire Gilderoy. È la storia di un uomo che non ha alcuna occassione di vivere per come è realmente, accanto a chi desidera davvero. Il tema dell'omosessualità nel Mondo Magico, e nel campo professionale di Gilderoy poi, è predominante su quello che è destinato a restare un incontro singolo, come tutti quelli privi di significato che l'hanno preceduto. E insomma, l'ho trovato davvero interessante, come ti ho accennato già nella precedente recensione, qualcosa che mi è piaciuto vedere approfondito anche un po' a discapito della ship. Gilderoy emerge come il vero protagonista e mi ha colpita.
Grazie per avere scritto ancora di loro, mi è piaciuta tanto anche questa storia!
Alla prossima!

Recensore Master
06/11/21, ore 17:15

Eccomi qui!
Ho letto questa seconda parte appena hai pubblicato, ma riesco solo ora a recensire – e di certo non avrei mai potuto non recensire!
Neanche questa volta so come iniziare, temo sia sempre così quando un racconto mi emoziona tanto, quindi temporeggio chiamando in causa la risposta all'altra recensione per dirti che a mio parere hai fatto benissimo a non inserire la nota OOC, perché questo Gilderoy è il Gilderoy della saga, ma lo è oltre le apparenze. Se nei libri siamo vincolati al punto di vista di Harry e dunque di tanti personaggi non vediamo che la facciata, qui il punto di vista privilegiato su Gildeory ti ha permesso di andare al di là, di interrogarti su questa figura di mago bugiardo che trascorre la vita a mentire a tutti – la sua stessa vita è una grande menzogna – e che di conseguenza non può avere affetti, non può avere una vera vita. Su uno sfondo simile, concordo che di lui non può che emergere la profonda solitudine. Insomma, tutto questo giro di parole per ribadire quanto apprezzi il lavoro che hai fatto sulla caratterizzazione e sull'introspezione del tuo protagonista, che resta in piedi dall'inizio alla fine, credibile e coerente alla sua controparte cartacea – perché se è vero che tendi a redimere (!) il personaggio negativo scrivendone, è anche vero che non cedi mai totalmente la presa e i difetti e le scelte moralmente discutibili di Gilderoy non vengono mai minimizzati né banalizzati.
Ecco, ora devo parlare di loro, di questa coppia di cui scrivi con tanta naturalezza da convincermi che sia canon, che un incontro tra questi due uomini così diversi, nel carattere e nelle scelte di vita, sia davvero avvenuto.
Sino ad ora ho parlato solo di Gilderoy, ma io amo tantissimo anche il tuo Kingsley, che è sempre tremendamente saldo e deciso nel modo di porsi che non posso fare a meno di trovarlo identico a quello cartaceo. Il tuo è un Kingsley giovane e con una carriera avviata da poco, ma nel suo sguardo fermo, nelle sue parole sicure, nella sua calma tipica di chi sa esattamente cosa vuole e come ottenerlo ci sono già i semi dell'uomo che abbiamo conosciuto nella saga – un uomo abituato a essere padrone della situazione, a comprendere in silenzio, a non forzare niente e nessuno.
Ho amato tanto il secondo incontro tra i due, il modo in cui Gilderoy perde la presa sulla bacchetta, il modo in cui Kingsley lo rassicura e dà voce ai desideri di entrambi. E lo sapevo, lo sapevo!, che neanche questa volta avrei dovuto affezionarmi, perché l'epilogo per questi due non può che essere quello che scrivi, ma questa volta ha fatto un po' più male. Perché Gilderoy era presente a se stesso e ha vacillato tantissimo, così tanto da lasciargli ombre di se stesso nella mente e da fingere una promessa in cui era il primo a voler credere.
Però questa non è una favola, non lo è mai stata, e allora piombano come fardelli le scelte compiute dal tuo protagonista nell'arco di tutta la sua vita, la società ingiusta in cui tutto deve avere un prezzo e la diversità non è tollerata, le festività trascorse in solitudine perché se vivi una menzogna non puoi permetterti il lusso di avere affetti, gli scrupoli per aver fatto un'eccezione e aver vissuto un momento con l'uomo capace di farlo barcollare. Sono piombate sul racconto e su Gilderoy tutte le premesse di questa trama e la meravigliosa introspezione di una vita costretta nell'ombra – e l'ho capito prima che pronunciasse l'incantesimo, che anche questa volta sarebbe fuggito, che non avrebbe messo in discussione la fama guadagnata né avrebbe scelto di avere una vera vita.
C'è tanta amerezza in queste pagine, e se c'è è perché tu hai scritto ancora una volta un racconto vivido e capace di emozionare.
Sono ripetitiva, ma tu sei sempre bravissima.
Un abbraccio!

Recensore Master
02/11/21, ore 22:24

Ehm...per caso nella prima recensione avevo detto che Gilderoy era un essere mostruoso? Ehm...bè...diciamo che ora come ora vorrei prenderlo a schiaffi, abbracciarlo e poi prenderlo a schiaffi di nuovo in un loop infernale.
Ed è colpa tua! Tua, che smonti i miei sentimenti uno a uno e che mi fai provare pietà per questo povero disgraziato che nella vita ha solo del tacchino di rosticceria e una montagna di menzogne a fargli compagnia.
E vogliamo per caso parlare degli occhi larghi come piattini da caffè che mi sono comparsi in volto, nel leggere il nome di quel gigante buono di Kingsley?! Ma come ti è venuto in mente? Ma poi, come sempre, il tuo modo di scrivere mi fa apparire buona e giusta ogni tua idea e mi ritrovo ad annuire davanti all'evidenza che non sarebbe potuta andare altrimenti.
Credo che a questo punto sia una sorta di maledizione.
Ed ecco la frase che mai avrei pensato di dire: povero Gilderoy. Che vita meschina.