Non dovrei scrivere recensioni così, a caldo, non dopo periodi di assenza e lontananza dalle recensioni.
Eppure, Rosmary, io ero entusiasta sin dalle premesse (mi affascinava tanto la coppia, la soulmate!AU e il fatto che l'autrice fossi tu) e la lettura ha soltanto accresciuto l'entusiasmo, regalandomi proprio la storia che volevo leggere.
Tu lo fai sempre: soddisfare le premesse (promesse) e offrire al lettore quello che vuole leggere, dico, anche quando lui stesso non sa cosa cerca in una storia.
Leggendo Helena/Tom, avevo immaginato l'inconciliabilità di tempi separati e distanti, ma di certo non avrei mai potuto anticiparmi la bellezza che hai saputo strappare anche da questo contesto. Tu hai narrato la storia di tempi incompatibili, servendoti di bianchi e neri apparantemente infrangibili e di fugaci colori impossibili, ed è una storia che ho amato.
Ho apprezzato tanto la spiegazione che si fabbrica Helena, intrappolata nella sua eternità monotona, di una punizione all'altezza della colpa che possa attribuire un senso al proprio mondo spento.
A questo proposito, di Helena mi è piaciuto tanto che il bianco e nero che la perseguitava in vita sia anche ciò che la spinge a nutrire la propria ambizione (a inseguire la causa sbagliata, come sottolinei benissimo poco dopo). E mi piace che Tom, all'opposto, non si faccia domande e, anzi, provi rancore contro chi tenta di raccontargli di un mondo diverso, un mondo che non sia quello triste e opaco in cui si ritrova da sempre immerso.
Poi, poi... non so come tu abbia saputo conciliare così bene l'ostinazione del Tom canonico con le premesse (e le conseguenze) di questo universo, con lui che coerentemente, qui, si mostra altrettanto cieco - così come lo è già canonicamente - nei confronti di quelle "emozioni più intime, radicate dentro"; così, anche qui, rifiuta di riconoscere il proprio mondo frutto di un tempo sbagliato e si trincera in un'ambizione compatta che non conosce (non vuole conoscere) eccezioni.
Helena, invece, che è l'impronta esausta di ambizioni sbiadite dai secoli, è paradossalmente un rimpianto che si apre alla speranza, alla comprensione, incline alla ricomposizione e al riempimento della solitudine opaca di tutta un'eternità (il mondo può non essere opaco, in fondo) – una speranza vana, inghiottita infine dal ritorno del bianco e del nero, ma che è comunque esistita, anche se per poco, anche se per un momento effimero e in bilico tra tempi inconciliabili.
Mentre Helena erra e discende nel suo viaggio di colpe e redenzioni sperate, Tom, invece, è coerente e fermo nelle proprie convinzioni di immortalità, saldo nella propria solitudine senza finestre e colori.
(Sì, era per questo che dicevo che non avrei dovuto scrivere una recensione a caldo, perché poi a te tocca leggere divagazioni entusiastiche, ma sconclusionate! Ti chiedo scusa).
Come al solito, sono profondamente ammirata da come, da spiragli così esigui aperti su certi personaggi, tu riesca comunque a restituire ricchissime complessità. E, come sempre, ti riveli bravissima nel creare corrispondenze perfette, impeccabili, e dialoghi autonomi che sappiano restituire perfettamente le voci di ogni personaggio. Ho da poco scorto l'iniziativa che hai indetto sul forum e, be', se mi fosse servito un esempio di storia contenente dialoghi capaci di sprigionare voci, questa qui non sarebbe stata che l'ennesima tua storia capace di farlo apparentemente senza alcuno sforzo.
Che dire, se non che ho amato, amato, amato ogni cosa?
Sono curiosissima di leggere il resto della raccolta, adesso, ma intanto ti faccio i miei complimenti.
Un abbraccio♡ |