Recensioni per
Saga di Ikvalibriam - L'Ultima Gilmorgen
di Il_Signore_Oscuro

Questa storia ha ottenuto 9 recensioni.
Positive : 9
Neutre o critiche: 0


Devi essere loggato per recensire.
Registrati o fai il login.
Recensore Master
10/02/22, ore 23:02

Ed ecco che la magia si mostra, finalmente.
Avevamo già incrociato molte razze immaginarie proprie del genere, eravamo già stati introdotti al lore che fa loro da casa, ma sebbene l’atmosfera ne fosse pregna e risultasse già palese che il sovrannaturale avrebbe presto o tardi assunto una forma tangibile, non era ancora accaduto.

Detto ciò, quello del protagonista oppositivo e restio è uno dei molti topos della narrativa, specialmente fantasy e d’avventura. E un topos che funziona, se ben gestito. Io ho sempre faticato a empatizzare con questo genere di protagonisti... li ho sempre considerati un po’ delle spine nel c**o ahahah. E io come sarei al loro posto? Anche peggio, senza dubbio. Ma per questo non ci sono io come protagonista di libri fantasy, bensì personaggi fittizi lol.
Però è proprio questo il loro scopo, no? Rendere il lettore consapevole del fatto che un povero Cristo scaraventato nel mezzo di simili assurdità non è assolutamente tenuto ad accogliere passivamente tutto l’immondezzaio che in cui si ritrova.
Al contempo, è anche normale provare frustrazione nel seguire i passi di simili lagne ambulanti. Kudai ne è l’esempio emblematico: lui porta rispetto, è ossequioso e formale, imperturbabile e irremovibile... ma questa vorrebbe prenderla a calci in c**o da qui alla fine del continente, si vede lontano un miglio ahahah e ha ragione! Non è che lui si trovi là dove si trova per hobby... al contempo Astoria ha tutto il diritto di provare risentimento, confusione e avvilimento, anche se ciò per ora, agli occhi di certi lettori con determinati gusti (AKA me ahahah) può renderla meno appetibile di un protagonista fatto e finito già pronto a trascinarci nel pieno della trama.

Una cosa è certa: in questo capitolo ci viene DAVVERO concesso un assaggione di lore *faccina compiaciuta che posso solo descrivere a parole perché questo sistema di messaggistica non dispone di emoticon*

PS
Piccolo refuso: “davanti dinanzi a sé”.

Recensore Master
05/02/22, ore 11:08
Cap. 8:

L’inizio di questo capitolo sembra uscito direttamente dal primo episodio di Star Wars Visions (che, secondo me, è un piccolo capolavoro di animazione nipponica, quindi va assolutamente preso come un complimento XD), con una piccola aggiunta di estetica alla Inuyasha.
I see this as an absolute win, considerato che Kudai/Anidai rimanda chiaramente (o così pare a me) all’immaginario orientale del Samurai.

Per quanto concerne la sostanza, direi che siamo incappati in un plot twist molto ellenico: fosse una narrazione di quei tempi, con ogni probabilità apparterrebbe per struttura narrativa e contenutistica (il malinteso, il servo e il padrone, l’introduzione del tema del viaggio ecc.) a una tragedia... e sappiamo tutti come andrebbe a finire, per sua stessa definizione. Ma gli schemi letterari si sono di molto ammorbiditi negli ultimi tremila anni, quindi direi che è a dir poco impossibile azzardare previsioni lol.

Detto ciò... un certo bugìone di Signore Oscuro mi aveva accennato al fatto che non sarebbe riuscito a pubblicare questa settimana e di prendermela liberamente comoda... e invece ecco già un nuovo capitolo! Ahahah meglio così, ovviamente: la costanza è una delle più alte virtù e una da tenersi stretta nel mondo della scrittura. Spero soltanto di riuscire a recuperare in settimana eheheh.

PS: piccoli refusi: “se la sono cavati” = “se la sono cavata”; “abbassò lo sguardo a” = “abbassò lo sguardo su”

Recensore Master
29/01/22, ore 09:13
Cap. 7:

Ecco che viene a galla una questione su cui mi sono interrogata fin dall’inizio di questa pubblicazione... e che forse ho pure già accennato in una delle prime recensioni, non ricordo... vabbè XD.
Il fatto è che fin da subito mi ha stranita – in senso di ‘ha creato sospetto in me’ – la pura, estremamente rigida dicotomia tra Bene e Male che sembrava dominare sulla lore di questo mondo. Non tanto perché mi sembrasse semplicistica – anzi, l’assolutismo in letteratura è arduo da gestire e richiede una certa soglia di abilità per riuscirci e renderlo interessante – ma per l’atmosfera, passami il termine, che questa narrativa m’ha trasmesso fin dal principio... perdonami se non sono particolarmente chiara nell’esprimermi, ma la verità è che si trattava a conti fatti d’una sensazione molto di pancia e poco di razionalità.
Ma pare, però, che un fondo di verità quella sensazione di pancia l’avesse, in fin dei conti: che Astoria sia ciò che dicono o che abbiano preso un granchio, lei è una fanciulla semplice che, per quanto ne sappiamo noi e così come fa notare Moris, non ha mai neppure immaginato nei reconditi del suo conscio di causare Male; e non è certo un’azione che attribuirei al Bene incarnato quella di cacciare come un cane un nemico inconsapevole, che non s’è dichiarato e che non ha i mezzi per rispondere alla minaccia... semmai, questo sembra molto più un approccio adatto a una vile faida dinastica. Sarà pur vero che il meccanismo di fondo del Nahktife è infido e crudele e il Male in realtà non si manifesta fin dal principio ma subentra lentamente, corrompendo e logorando l’animo di chi è stato “prescelto”... fatto sta che abbattere un innocente quando ancora è tale continua a non sembrarmi un’azione propria del Bene incarnato lol.
Sempre che tutto questo si stia effettivamente verificando su ordine di un vero Gilmorgen e che non ci sia sotto tutt’altro disegno. Ma che ne posso sapere io? Ahahahah commento di volta in volta solo ciò che mi è dato sapere per come mi è dato saperlo.

Una piccola nota personale: ho riflettuto riguardo alla chiusura sull’ “e poi-“ per comprendere appieno cosa ne penso... sono una persona che ama la suspense, ma non tanto questo genere di espedienti formali per palesarla. Personalmente, chiudere il capitolo su “levò il braccio” avrebbe raggiunto il medesimo scopo, mantenendo però l’eleganza formale cui il testo ci ha abituati sinora. Se invece, come mi spiegavi, questo è uno di quei casi di capitoli spezzati e, se su EFP ci viene proposto in questo modo, in realtà nel tuo file originale il periodo procede da convenzione, allora le basi di questa mia considerazione non sussistono e facciamo finta che questo ultimo paragrafetto di recensione non esista ahahah.

Recensore Master
23/01/22, ore 08:52
Cap. 6:

Ehy, conosco la razza di cavallo descritta! Ahahah.

La breve parentesi descrittiva che ci introduce il personaggio di Ramès ha un sapore tutto particolare nella sua ricchezza di influssi: la terminologia è semi-dotta e ricorda la prosa d’alto stile che tanto era in voga nei fantasy degli albori, ma trasuda anche di ironia e il suo tono è scherzoso... mi ha fatto tornare alla mente certi passassi di Calvino.
È un approccio narrativo che in realtà aleggia in modo piuttosto costante su queste sezioni narrative di tono leggero. E sa subito cedere il passo quando l’aria cambia e alla frivolezza d’un villaggio provinciale dalla vita semplice e con poche ambizioni, ci viene dato cenno di qualcosa di più misterioso e antico, ficcato - per una qualche ragione a noi lettori ancora ignota - in tutta quella leggerezza ma che diviene subito evidente non ne faccia affatto parte. OVVIAMENTE non poteva mancare il cliffhanger XD

PS: capigliature e peli facciali di qualsivoglia tipo non fanno che migliorare, man mano che si procede nella narrazione e si introducono nuovi individui, anche solo di sfuggita ahahah.

PPS: perdona la mancanza di fiducia che ho nella mia capacità intuitiva (lol) ma chiedo conferma del fatto che CE stia per “casa editrice”. Se tale fosse il caso, sarebbe una vera figata * manina che fa corna metallare *

Recensore Master
16/01/22, ore 14:10
Cap. 5:

La gente che nei fantasy gode di una vita tranquilla, serena, satolla d’amore e conforto familiare, di solito finisce col vedersela brutta... se ha pure il love interest dotato di moustache poi è 1000000% ahahah.
Che suggestiva la descrizione delle sculturine nella bottega del padre di Astoria! Ha una valida rivale nel mercato che visitiamo verso la chiusura di questa prima metà di capitolo. Io mi perdo in ‘ste cose XD
Ci vengono sussurrati tanti indizi di un world building che è solo al principio... difatti sto attendendo a rimpinguare il mio indice dei nomi perché capita molto spesso che gli stessi personaggi attraverso cui vivo la storia ne sappiamo tanto quanto me lol direi che è giusto attendere di entrare in possesso di qualche conoscenza in più prima di azzardare interpretazioni.

Faccio presente solo un paio di cavilli.
Piccoli refusi: un “non da ascolto” senza accento verso la fine del primo blocco narrativo e “capello piumato” laddove penso dovesse essere “cappello” nell’ultimo blocco (dico penso perché col via vai in questo mondo di razze bizzarre non si può mai sapere ahahah).
E una piccola ripetizione del verbo “forgiare” nel periodo “veniva forgiata ogni meraviglia che la sua fantasia sapeva forgiare”.

Recensore Master
09/01/22, ore 09:59
Cap. 4:

Giusto perché tu lo sappia, mi sono fatta un documento legenda con tutti i nomi dei personaggi comparsi finora – che ovviamente aggiorno man mano – e i loro ruolo nella narrazione – o, per lo meno, il ruolo che vantano per il momento –... perché il mio cervello e la memorizzazione dei nomi non vanno d’accordo e ci sono molte allitterazioni, qui, che di sicuro non mi aiutano ahahah.
E che soddisfazione tirare le fila e apporre correzioni significative, come questo capitolo mi ha concesso di fare. È stata una svolta alquanto inaspettata: Kudai era palesemente sconvolto dagli ordini della Gilmonger, ma la sua dedizione verso di lei era altrettanto forte e istintivamente avevo predetto che, nonostante tutto, avrebbe fatto come ordinato. Il modo in cui invece ha “affrontato” la questione, per quanto riprovevole – si potrebbe pensare, ma chi lo sa – è senza dubbio innegabilmente molto umano. Nel contesto militare – parlo ovviamente in chiave puramente narrativa e letteraria, mai mi azzarderei a ficcare il naso in analoghe questioni proprie della vita reale, di cui non so un bel niente e a cui a prescindere seguono conseguenze ben più gravose che il mero coinvolgimento emotivo del lettore lol – la diserzione È un atto estremamente umano, nel bene o nel male.
E, nonostante tutto, Kudai – o Anidai – che dir si voglia – HA portato a termine l’incarico affidatogli da Aniku: ha lasciato che lei morisse... che la Gilmorgen gli abbia a suo tempo parlato così come ha fatto poiché consapevole di ciò che avrebbe scalfito in lui e di quanto ne sarebbe seguito? Eh!.

Ora, ho una curiosità, ma di carattere puramente strutturale, non contenutistico: i capitoli sono molto brevi (finora mi pare che il più corposo fosse proprio il prologo) e ha molto senso perché sappiamo che piattaforme come EFP prediligono un certo formato. Detto questo, anche nel tuo documento originale i capitoli sono così snelli, o apporti una suddivisione nella suddivisione per adattarli al mezzo di pubblicazione?

Recensore Master
06/01/22, ore 12:13
Cap. 3:

Anidai parla molto bene per essere un reietto. E Astoria ha un animo molto casto e benevolo per essere una locandiera in un mondo di palese ispirazione arcaica, dove sappiamo quale fosse la collocazione sociale delle donne che vantavano una simile professione. Nella reciproca divergenza tra ciò che sono e ciò che dovrebbero essere danno nondimeno a intendere di incarnare due personaggi agli antipodi. Non a caso questo capitolo si focalizza interamente sulla presentazione della loro natura e della loro indole – una presentazione labile, non approfondita, ma sfiorata e lasciata in buona parte all’interpretazione del lettore proprio come è per i personaggi stessi, o meglio per Astoria, il cui punto di vista domina senza dubbio –.
Ovviamente è troppo presto per riuscire anche solo a ipotizzare quale ruolo i singoli personaggi avranno a venire, sia nel loro scopo che nella loro rilevanza all’interno della storia. Per quello, non mi resta che attenderne gli sviluppi e intanto ti saluto :P

Alla prossima!

Recensore Master
01/01/22, ore 17:53
Cap. 2:

In tanti anni trascorsi tra i libri, con una spiccata predilezione per il fantasy, ci sono dei topòi che un lettore dovrebbe ormai aver assimilato. Ad esempio: il prologo introduce una situazione, spesso drammatica e sospesa, che si conclude su un cliffhanger... e che non verrà ripresa nel primo capitolo immediatamente a seguire. È così nell’80% dei casi. Io stessa mi affido molto spesso a questo topos... eppure mi faccio sempre fregare. La vigilia di una battaglia epocale, l’introduzione di figure divine e guerrieri nobili costretti loro malgrado ad abbandonare il loro affezionatissimo voto di protezione e tutela per incamminarsi in un viaggio periglioso: introduzione intrigante, che da persona tardotta che ancora non ha assimilato i topòi della narrativa mi aspetto imboccherà uno sviluppo diretto nel capitolo seguente... E INVECE mi ritrovo a Brea (con tanto di canto intonato su accordi di cetra!) assieme a pignantamila nuovi personaggi ahahah. Ci sarà un giorno in cui, da lettrice relativamente esperta quale mi piace considerarmi, non mi farò più fregare dai prologhi e non verrò colta alla sprovvista dall’inevitabile deviazione di rotta del primo capitolo, ma non è questo il giorno! Non che il capitolo in questione tronchi ogni legame con quanto introdotto nel prologo: direi l’esatto contrario. Semplicemente, ci accompagna in un punto di vista non più interno, bensì esterno e, prestando fede a questo cambio di direzione, continua a fornirci informazioni sul lore che già ci è stato accennato.

Il fatto che gli stessi nomi ricorrano in personaggi del presente e del passato (cosa già accennata nel prologo) potrebbe apparire un aiuto a primo acchito, ma da persona completamente disavvezza a imparare con facilità i nomi dei personaggi in generale, dico senza troppe remore che temo proprio sarà l’esatto contrario ahahah. Anche se c’è un palese afflato simbolico in tutto questo, quasi un sapore di foreshadowing su cui, per intanto, ovviamente non posso che elucubrare a tentoni. A meno che, ovviamente, io non abbia del tutto male interpretato e questi non siano meri casi di omonimia, bensì proprio i personaggi incontrati nel prologo, e il primo capitolo è in realtà ambientato tempo dopo, a evento già concluso e a reinizio di un nuovo ciclo. Se il mio dubbio deriva dal fatto che nella distrazione o nella foga della lettura mi son persa qualcosa, please aiutami; se invece il dubbio è legittimo o accettabile, lo terrò finché non avrò i mezzi per risolverlo da me XD

Ad ogni modo, ecco che cominciamo il 2022 con questa mia recensione e, ovviamente, coi miei più sentiti auguri di buon anno nuovo.
Alla prossima!

Recensore Master
30/12/21, ore 11:27
Cap. 1:

Eccomi qui, infine!
Mi mancavano le tue descrizioni paesaggistiche... e le ho sempre invidiate XD a tal riguardo, non avrei immaginato di trovare la parola “albedo” in un testo narrativo fantasy, eppure eccoci qui: la cosa mi ha trasmesso un bizzarro senso di gioia ahahah
Così come mi mancava la contrapposizione di queste descrizioni d’ampio respiro ad altre di dettaglio: da persona che per esternare ciò che le sale all’immaginazione usa il disegno ancor più della parola scritta, mi rendo conto di quanto efficace sia una descrizione se, nel leggerla, sale il desiderio di riprodurre figurativamente ciò che mi si delinea nella mente. E nel corso di questo prologo è accaduto più volte.

Ebbene, viene subito introdotto questo concetto di Ikvalibriam. Solenne, potente, spaventoso: un topos della narrativa fantasy, quello dell’evento antico e peculiare ma al contempo ciclico, che mi ha sempre affascinata. A cui, tra l’altro, in questo caso s’interseca un altro topos di alta dignità narrativa: la dicotomia tra bene e male. Per intanto, in questo mondo tale dicotomia appare quanto mai ferrea, verrebbe da dire assoluta. Ma soltanto un Sith vive di assoluti lol... o forse no, non in questo caso. È decisamente troppo presto per me per poter ipotizzare come si svilupperà questa contrapposizione, né a cosa porterà.

Hai sempre avuto una talento per la stesura di prologhi suggestivi: introduzioni a spirale che sondano il paesaggio visibile, il contesto remoto e presente, i personaggi che ne fanno parte, senza eccedere nelle informazioni da distribuire al lettore, ma dando quel che basta perché ci si possa orientare senza sentirsi smarriti e al contempo senza convivere con la sensazione di aver bruciato le tappe.
Ora non resta che vedere a quali eventi condurrà il corposo dialogo su cui si chiude questo prologo.