Recensioni per
Saga di Ikvalibriam - L'Ultima Gilmorgen
di Il_Signore_Oscuro
Ed ecco che la magia si mostra, finalmente. |
L’inizio di questo capitolo sembra uscito direttamente dal primo episodio di Star Wars Visions (che, secondo me, è un piccolo capolavoro di animazione nipponica, quindi va assolutamente preso come un complimento XD), con una piccola aggiunta di estetica alla Inuyasha. |
Ecco che viene a galla una questione su cui mi sono interrogata fin dall’inizio di questa pubblicazione... e che forse ho pure già accennato in una delle prime recensioni, non ricordo... vabbè XD. |
Ehy, conosco la razza di cavallo descritta! Ahahah. |
La gente che nei fantasy gode di una vita tranquilla, serena, satolla d’amore e conforto familiare, di solito finisce col vedersela brutta... se ha pure il love interest dotato di moustache poi è 1000000% ahahah. |
Giusto perché tu lo sappia, mi sono fatta un documento legenda con tutti i nomi dei personaggi comparsi finora – che ovviamente aggiorno man mano – e i loro ruolo nella narrazione – o, per lo meno, il ruolo che vantano per il momento –... perché il mio cervello e la memorizzazione dei nomi non vanno d’accordo e ci sono molte allitterazioni, qui, che di sicuro non mi aiutano ahahah. |
Anidai parla molto bene per essere un reietto. E Astoria ha un animo molto casto e benevolo per essere una locandiera in un mondo di palese ispirazione arcaica, dove sappiamo quale fosse la collocazione sociale delle donne che vantavano una simile professione. Nella reciproca divergenza tra ciò che sono e ciò che dovrebbero essere danno nondimeno a intendere di incarnare due personaggi agli antipodi. Non a caso questo capitolo si focalizza interamente sulla presentazione della loro natura e della loro indole – una presentazione labile, non approfondita, ma sfiorata e lasciata in buona parte all’interpretazione del lettore proprio come è per i personaggi stessi, o meglio per Astoria, il cui punto di vista domina senza dubbio –. |
In tanti anni trascorsi tra i libri, con una spiccata predilezione per il fantasy, ci sono dei topòi che un lettore dovrebbe ormai aver assimilato. Ad esempio: il prologo introduce una situazione, spesso drammatica e sospesa, che si conclude su un cliffhanger... e che non verrà ripresa nel primo capitolo immediatamente a seguire. È così nell’80% dei casi. Io stessa mi affido molto spesso a questo topos... eppure mi faccio sempre fregare. La vigilia di una battaglia epocale, l’introduzione di figure divine e guerrieri nobili costretti loro malgrado ad abbandonare il loro affezionatissimo voto di protezione e tutela per incamminarsi in un viaggio periglioso: introduzione intrigante, che da persona tardotta che ancora non ha assimilato i topòi della narrativa mi aspetto imboccherà uno sviluppo diretto nel capitolo seguente... E INVECE mi ritrovo a Brea (con tanto di canto intonato su accordi di cetra!) assieme a pignantamila nuovi personaggi ahahah. Ci sarà un giorno in cui, da lettrice relativamente esperta quale mi piace considerarmi, non mi farò più fregare dai prologhi e non verrò colta alla sprovvista dall’inevitabile deviazione di rotta del primo capitolo, ma non è questo il giorno! Non che il capitolo in questione tronchi ogni legame con quanto introdotto nel prologo: direi l’esatto contrario. Semplicemente, ci accompagna in un punto di vista non più interno, bensì esterno e, prestando fede a questo cambio di direzione, continua a fornirci informazioni sul lore che già ci è stato accennato. |
Eccomi qui, infine! |