Recensioni per
Begun to blur
di GladiaDelmarre

Questa storia ha ottenuto 26 recensioni.
Positive : 26
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
31/07/22, ore 16:19
Cap. 3:

Penso che poi finisco per ripetermi... ma WOW **
Poi vabbè che parto sempre con voli pindarici al limite dell'assurdo già solo leggendo i titoli. 
Specchio... Will è specchio di Hannibal? Hannibal è specchio di Will? Bene e male? Qualcosa che si rifrange nello sguardo nell'altro, nella mente dell'altro?
Secondo me sì... si capisce tanto dalla parte finale, dove Will sostiene di aver conosciuto se stesso fin quando non ha incontrato Hannibal. Un po' come il bene, no? Come sai che è bene se non esiste il male di contro a ricordartelo? E il male, è sempre stato male o prima era bene che poi qualcuno ha chiamato in altro modo?
Capisci cosa mi scateni? Poi sembro pazza xD
Ma giustamente Will se lo pone, come quesito, perchè il legame che li unisce va oltre le convenzioni sociali, umane, etiche... Hannibal è un felino represso dal potenziale letale chiuso in uno spazio ristretto, come un uragano contenuto che non vede l'ora di infrangere muri e finestre e distruggere ogni cose. E Will è il bambino che si avvicina al vento e che cerca di coglierlo con la sua manina, che cerca di placarlo... almeno così ho interpretato il suo gesto di appoggiare la mano al vetro, un tenere a bada la bestia, pur sapendo che è impossibile, pur sapendo che è sempre bestia e che nasconde nelle sue movenze un istinto che non può contenersi.
La fame, il bisogno di uccidere, il desiderio di controllo.
Sono affascinata dai serial killer (posso dirlo? Ma tanto già lo sai, ti avevo detto che amavo Dexter) e mi sono letta molti libri sull'argomento, in ultimo quello di John Dallas, Mindhunter, che è il creatore dell'Analisi comportamentale dell'FBI. E quindi il tema che tratti mi ammalia e mi trascina dentro questi anfratti psicologici ampliamente esplorati che però restano intrisi di mistero: la psiche umana, la natura di questi soggetti.
E nulla, ribadisco quanto sia contenta di averti letto e scoperto **
Alice
P.S. Passo presto anche dalle altre, ora devo proprio scappare

Recensore Master
31/07/22, ore 16:10

Come ti dicevo, sto andando avanti...
Già di questa, il titolo mi piace da matti. Non so se hai mai letto un libro che si chiama Buio prendimi per mano, ma la tua poesia e il tuo titolo me l'hanno subito riportato alla mente. 
La morte per mano, così come il Buio, lasciano intendere che Will è consapevole di chi sta scegliendo volontariamente di avere accanto. E' consapevole di cosa Hannibal induce in lui, che sonda incubi e smuove le paure, e in cui Will è più che disposto ad annegare dentro. Anche qui, come nell'altra che ti ho commentato, trovo incredibile sia il modo in cui le tue parole riescano ad arrivare direttamente al lettore, sia quanto si lasci intendere che Will sia certo della sua scelta, pur sapendo che tipo di scelta sta facendo. 
Giuro, è un concetto che mi affascina in modi incredibili, questo bisogno di assecondare e di stare al fianco di una persona... cattiva? Non convenzionale? Malata? Non posso giudicare, non sono un medico nè uno psicologo, ma questo tema mi intriga, mi spinge a farmi domande. Può l'amore tutto? Può un bisogno interiore, magari un trauma comune o qualcosa che lega indissolubilmente a un'altra persona, essere fonte inesauribile di così tanta devozione? Può spingerci a fare qualunque cosa, anche accogliere nella nostra vita una persona del genere?
Non so se la serie ne fa menzione, ma sarebbe curioso capirlo e affrontarlo. 
Alla fine Will lo dice apertamente, che ogni volta che Hannibal scivola in lui (a livello anche sessuale?) qualcosa gli si anima dentro e va a colmarlo dei pezzi che mancano, i minuscoli vuoti. 
Non è forse questo che fanno le anime gemelle? Sanare qualcosa?
Ho già detto che sono intrigata, sì? XD
Bellissimo, veramente <3
Alice

Recensore Master
31/07/22, ore 15:59
Cap. 1:

Ciao, in realtà mi sono decisa a passare ora che ho un po' di tempo libero... Onestamente mi trovo arresa sul commentare perché non so da dove iniziare. Mi hai travolto con poche righe e le sento ancora riecheggiare in le, pertanto ho paura di dire cazzate che possano distruggere le sensazioni che mi hai trasmesso. Complimenti, sul serio: poche righe sono nulla per farlo, ci vuole tanta maestria e tanta capacità. E posso dire che ce l'hai ** Soprattutto, ho apprezzato la scelta di alcune parole, come "nostro" quando Hannibal menziona il letto in cui Will dorme. Lascia intendere già tanto di quello che sono e di quello che sono stati. Mi dispiace non conoscere la serie e non riuscire a coglierne le sfumature, ma conosco il personaggio di Hannibal, quindi non mi ci vuole molto per immaginare cosa intenda quando dice che Will ha abbandonato mostri del passato per abbracciarne uno nuovo, forse il più spaventoso. Anche questo implica tantissimo, di loro come coppia, ma anche di loro presi singolarmente, perché Hannibal sa di essere un mostro e Will è disposto ad accettarlo; un mostro a sua volta, qualcuno dalle capacità così infinite di mettere da parte il male per scorgere solo il bene? Insomma, le cose che ha fatto Hannibal le conosciamo tutti... Ci vuole coraggio e una sorprendente devozione all'amore e alla reciprocità per accettarlo e convincerci accanto. Giuro, sono stupita da quello che sei riuscita a trasmettere... E ora vado a leggermene un'altra come promesso <3 Alice

Recensore Veterano
21/07/22, ore 21:05
Cap. 5:

Hai scelto uno (dei tanti) miei momenti preferiti 😊

In quella scena, ogni volta che la rivedo, guardo gli occhi di Will. Quegli occhi che urlano al dottore, rimani per favore. Rimani qui, non lasciarmi nonostante io ti stia rifiutando.

Con queste tue parole hai perfettamente reso quel groviglio di pensieri che deve essere stata la mente di Will dopo la "perdita" di Hannibal.
La sua mente comprende che ormai, senza il dottore, Will è un "deserto", in lui tutto è arido, è appassito e manca quel fuoco che lo fa vivere. Will, senza Hannibal, capisce che non sta vivendo ma sta semplicemente sopravvivendo. Come dice Will a Firenze, il tempo lo misura prima e dopo Hannibal, ed ora, senza di lui non rimane nulla.

Come sempre ti faccio i miei, seppur banali, complimenti perché riesci sempre a leggere i pensieri di entrambi in modo chiaro e nel farlo trasmetti emozioni.
Alla Prossima ❤️

Recensore Master
13/07/22, ore 19:22
Cap. 3:

Cara Gladia,

Leggerti è sempre un tuffo in un mare di sentimenti e di emozioni potentissime. C’è il rimpianto, lo stupore e delle similitudini bellissime, perché come si fa a non trovare terribilmente azzeccato il paragone tra una tigre mangiatrice di uomini (anche se non specifichi mai di quale felino si tratta) ad Hannibal, rinchiuso oltre il vetro che abbiamo imparato a conoscere nel film? L’energia repressa dimostra come sia una fiera non domata, ma solo intrappolata momentaneamente e sempre pronta a scattare – e sempre letale, altro aggettivo perfettamente calzante. Solo che Will adesso sa e cerca, nei lineamenti dell’altro che già conosceva, tracce di quello che sa.

Ritorna anche indietro nel tempo a quello studio ed è struggente e romantico e terribilmente reale che Will si domandi cosa pensava e pensa Hannibal: nell’immagine dell’altro, sconosciuta e presente nella memoria, Will smarrisce sé stesso. Da un lato, porsi domande su chi siamo e cosa vogliamo è qualcosa di connaturato alla condizione umana: difficilmente si è risolti e totalmente privi di dubbi. Dall’altro, la condizione di prigionia di Hannibal e la vicenda che lo riguarda e il legame e le confidenze cedute da Will mettono in crisi quest’ultimo perché non ha dimenticato. Di Hannibal vede la forza indomita, non la mostruosità, vorrebbe conoscere la mente geniale, rievoca conversazioni e tempo passato insieme e osa anche salutarlo toccando il vetro che è l’unico contatto umano concesso al brillante psichiatra. Che Will sia ancora sotto l’incantesimo (l’amore) di Hannibal è evidente, ma è altrettanto bello e struggente che noi non sappiamo cosa Hannibal pensi in questo preciso frangente, eccezion fatta per la consapevolezza che prima o poi Will sarebbe venuto a trovarlo che, per l’appunto, era solo “questione di tempo.”

E se sia un momento anelato o temuto o una resa dei conti con cui Hannibal aveva già fatto i conti, questo possiamo solo immaginarlo, per ora.
È una meraviglia, tesora, come sempre.
Un abbraccio,
Shilyss

Recensore Veterano
10/07/22, ore 20:55
Cap. 4:

Ciao, dopo questa perla io prendo e me ne vado...ormai sarò ripetitiva ma vabbè.
COMPLIMENTI.

In pochi versi e, attraverso gli "occhi" di Hannibal che, a sua volta, ricorda gli occhi di Will, ci mostri alcuni dei momenti più importanti del loro rapporto. O meglio di come il dottore ha percepito il suo essere e quello di Will in determinati momenti (mi piace come Hannibal abbia visto la sua "fine" attraverso gli occhi di Will).
Fino al momento più bello e tanto agognato, quello della realizzazione, della loro prima volta, di come anche gli occhi di Will ora hanno la stessa fame e riconoscano la bellezza della morte.

Ora ritorno nel mio angolo e aspetto la tua prossima poesia 😊

Recensore Master
04/07/22, ore 20:16

Cara Gladia!
Perdermi nelle tue poesie è sempre un’esperienza bellissima, va detto, e qualsiasi analisi temo che non renderà affatto ciò che provo leggendo i tuoi versi, perché a ogni rilettura trovo nuovi sensi, nuovi significati. Stavolta è Will che osserva Hannibal. Lo capiamo da quella domanda iniziale, nella consapevolezza di una bugia inconsapevole e nell’ammirazione dei lineamenti scolpiti e affilati dell’affascinante psichiatra.

Le immagini evocate sono, al solito, intensissime. Hannibal sonda incubi, smuove acque scure e tumultuose dove l’altro annega metaforicamente, tirando fuori sensi e significati nascosti nell’anima grazie alla sua intelligenza senza paragoni, ma all’ausilio psicologico che Hannibal conferisce a Will si lega anche qualcos’altro, quel legame viscerale e fisico e carnale che li rende una coppia (esplosiva, aggiungerei). Verbi come stringi e strappi e la nudità dell’anima e del corpo si fondono – e poi quella “forza inquisitoria” dice tutto sul carisma ottenebrante di un personaggio iconico come Hannibal Lecter, capace di sedurre e ammaliare amici e nemici. Quella di Will nel finale è una resa consapevole, un cedere al potere ipnotico dell’altro, ma anche una promessa. Lo lascerà insinuare nella sua testa e in lui e Will dal canto suo farà lo stesso. È incredibile come sia facile associare le immagini della resa mentale, dell’apertura delle pieghe e delle oscurità della propria anima, alla sensualità, alla passionalità e all’atto fisico che Will e Hannibal non compiono, ma che aleggia nell’aria fino a quell’ultima frase, dove il perdersi l’uno nell’altro è sia un guardarsi dentro che un modo elegante di definire l’amplesso e la sua estasi. Rimango sempre colpita da come le tue frasi siano perfettamente bilanciate e ricche di immagini, dalla cura che metti nel cesellare ogni cosa e ti rinnovo quello che dico sempre quando finisco di leggerti. Che sei bravissima.

Un abbraccio forte forte,
Shilyss

P.S.
Mi compiaccio del fatto che ho almeno altre due recensioni da lasciarti, prima di rimettermi più o meno in pari **!

Recensore Veterano
03/07/22, ore 20:51
Cap. 3:

Uno sguardo nei pensieri di Will nel momento in cui rivede Hannibal dopo 3 anni di lontananza. Anni in cui ha cercato di vivere una vita "normale" una vita in cui pensava di poter sfuggire a tutto ma soprattutto a se stesso.
Ma li, davanti ad Hannibal capisce o finalmente accetta che per loro il tempo non conta nulla, possono passare 3 ore o 3 anni ma il loro capirsi il loro essere in sintonia travalica il tempo, così come il loro rapporto.
Will, ora vede Hannibal, riconosce la fame, l'energia, il potenziale perché, in fondo, è anche ciò che vede il se stesso.
Al tempo stesso si chiede cosa veda veramente la mente del dottore, lui che sapeva che il ritorno di Will era solo una questione di tempo. Lui che aveva già creato un mondo in cui vivere. A Will serve Hannibal per comprendersi mentre ad Hannibal serve Will per essere compreso.

Come sempre i tuoi lavori mi regalano emozioni.
Riesci in "poche" righe a trasmettere i pensieri, le sensazione e le emozioni dei personaggi in modo superbo.

Complimenti e alla prossima

Recensore Master
22/06/22, ore 19:13
Cap. 1:

Mia cara!

Le tue liriche sono sempre intensissime e stupende e vibranti, perché leggendoti visualizzo le immagini, sento la forza di questa passione feroce che avvinghia Hannibal e Will. Ci sono tante parole su cui vorrei soffermarmi, come il “nostro” letto, che indica l’esistenza di una relazione, ma anche un senso di possesso, molto forte in Lecter, nei confronti di Will. Lui dorme, nella migliore tradizione mitica e archetipica, come Endimione con Selene e l’altro lo osserva. Bastano due frasi a spiegare il loro legame: Will era accompagnato dai mostri, ma ora giace tra le braccia di un altro così spaventoso da averli scacciati tutti – ma come è bello quel senso di protezione trionfante di Lecter, che difende Will dal male e, nel farlo, si insinua in lui in ogni modo, fisico, senza dubbio, ma anche e soprattutto mentale – posso dire che è il più sensuale di tutti?

Anche Lecter viveva nell’oscurità, però, e in un certo senso il capitolo è speculare: come Will è stato portato in salvo da Hannibal, anche il celebre dottore è riuscito a trovare qualcuno che, amandolo, riesca a vedere oltre lo strato superficiale, in una simbiosi in cui ognuno vede l’interno dell’altro e tutto questo, pur senza specificarlo a chiare lettere, evoca il corpo, la carne, il sangue e le cellule di cui Hannibal ha scelto di cibarsi. Mia cara, tu sei una poetessa e queste tue righe sono vibranti e appassionate, coinvolgenti e bellissime.
Grazie per aver condiviso <3
Shilyss

Recensore Veterano
21/06/22, ore 22:29

Qui abbiamo una sorta di "continuum" con la storia precedente, seppur i tempi e l'ambientazione siano diverse ma dove il denominatore comune sono i pensieri dei due che emergono mentre si guardano l'un l'altro dormire.

Qui abbiamo Will che in quella stanza vede il dottore e cerca o già comprende quello che potranno essere in futuro.
Vede che quell'uomo è molto di più di ciò che mostra. Comprende che i loro incontri, le loro sedute lo stanno aiutando a comprendersi e a comprendere l'altro in un gioco molto delicato e complesso. Il dottore smuove e scava in lui per arrivare alla sua vera natura e Will lo sa, lo lascia volutamente insinuarsi in lui così come lui si insinuerà in Hannibal.

Ragazza tu, a suon di poesie mi scateni tante di quelle emozioni che poi finisco a leggere e rileggere i tuoi scritti.
Sono felice che si sia trasformata in una raccolta.
Sempre e comunque complimenti.

Recensore Veterano
15/06/22, ore 23:07
Cap. 1:

Quanta bellezza in questa piccola grande storia.

Una poesia che ci traghetta nei pensieri di Hannibal alla vista di un Will addormentato nel loro letto.
Will in quel letto è calmo e a suo agio proprio come se fosse in pace, come se fosse a casa e nel posto dove è giusto che sia. Sí, la sua mente ha ancora un eco di quei mostri che lo tormentavano. Ora però ha IL (suo) mostro che dorme con lui e che esorta gli altri a sfidarlo, sapendo che lui e soltanto lui può tormentare e proteggere Will.
Hannibal che dopo ciò che ha passato (il suo buio) ha creato un suo mondo fatto di sangue e morte ma dove tutti hanno visto orrore e un mostro da catture Will ha visto lui, ha visto chi c'era dietro alla maschera ha percepito un'anima affine alla sua.
Ora, dopo anni di corteggiamento, di rifiuti, di vendette, di lasciarsi per poi ritrovarsi. Dopo che ogni "scusa" e appiglio ad una moralità che a Will non è nemmeno mai appartenuta, ma soprattutto dopo che Will ha visto e accettato non solo Hannibal ma soprattutto se stesso, ecco, dopo tutto questo Hannibal reclama quello che è sempre stato suo. Lo reclama come solo lui può fare, con la bramosia di chi ha atteso una vita intera un suo pari. Hannibal lo reclama sapendo che Will lo accetterà e sarà al suo fianco per sempre perché Will appartiene ad Hannibal così come lui appartiene ad Will.

Tanti tanti complimenti

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