Recensioni per
The pursuit of Love
di RanmaFanwriters

Questa storia ha ottenuto 27 recensioni.
Positive : 26
Neutre o critiche: 1 (guarda)


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Recensore Veterano
25/06/23, ore 14:46
Cap. 3:

Eh eh eh... Dura ammetterlo eh, piccola Akane?
"Piccola? Non sono piccola!"
Ecco la chiave di questa FF, no? Per Ranma lei non è piccola, lo è solo per il padre e Tofu. Per lui no, e infatti per lui è una sua pari.
Una bella e coinvolgente presa di coscienza di qualcosa che è soltanto in nuce amore. È appezzamento in senso lato. Ma si sa, Akane non apprezza davvero nessuno...
Le ombre del padre e di Tofu, il modo in cui scegliere di ignorare i lati che non le aggradano, sono ombre sfumate, dai contorni non ben definiti, lei ci si perde, non riconosce, non ammette i loro limiti.
L'ombra che vede in Ranma invece è nettissima, lei sa, conosce tutti i suoi difetti. Ma l'ombra è più netta dove più batte il sole, ragazza mia! Se sposti l'attenzione dall'ombra... ti abbaglierai!
Bellissima anche questa terza parte, fa dispiacere che sia l'ultima! :-(

Recensore Veterano
25/06/23, ore 13:17
Cap. 2:

Bellissimo! La lettura è scorrevole e immersiva, i sentimenti e le sensazioni di Akane diventano proprie del lettore e si empatizza subito comprendendo la trasformazione da bambina ad adolescente. E con i palpiti, ecco le prime delusioni e il dolore sordo che rimbomba nel cuoricino di una ragazza che ha lottato tutta la vita per sentirsi degna di un amore impossibile. E ora un altro amore impossibile, una rivale che non oserebbe mai combattere, un fuoco che per prima sa che dovrà essere estinto.
È scritto davvero bene, non leggi di Akane, ti*senti* Akane. Brave/bravi, i miei più sinceri complimenti!

Recensore Veterano
25/06/23, ore 12:56
Cap. 1:

Il primo capitolo di questo capolavoro che divorerò in breve tempo è eccezionale. Incredibile come siate riuscite a fare affiorare la bambina di sei anni che da qualche parte, dispersa, era ancora in me. L'esplorazione dell'amore e del lutto di Sound visto dagli occhi di una piccola Akane, innamorata oltre ogni dire del padre, che quasi non comprende come lui possa essere così cambiato, è al tempo stesso sublime e dolorosa. Ci sono in bozzo già tutte le caratteristiche della Akane ragazzina, le caratterizzazioni perfette dei personaggi che si evolveranno in quelli che conosciamo. Ma sopra a tutto mi ha colpito l'ambientazione: rarefatta, quasi onirica, ma estremamente realistica della casa dei Tendo e dei bagliori di luce che filtra e svela un ambiente che diventerà familiare.
Complimenti davvero!

Nuovo recensore
03/11/22, ore 21:41
Cap. 3:

Che bello vedere l'evoluzione dei sentimenti di Akane da bambina a ragazza, è stato molto coinvolgente! Ti faccio I miei complimenti, mi è piaciuto molto leggere la tua triologia. Spero di poter leggere altre tue storie sei molto brava!

Nuovo recensore
28/10/22, ore 01:28
Cap. 3:

Lascio questa recensione che vale per tutt'e tre le autrici, che hanno fatto un lavoro estremamente eccellente.
Dal primo, al secondo per finire all ultimo, c'è un lavoro pensato talmente bene da sfiorare la ricerca socio-psico-pedagogico.
La crescita emotiva di Akane è fedelissima a come avviene nella realtà: il primo amore è il padre. La ricerca di un modello perfetto di sesso maschile che sia una guida ed un rifugio.
Il secondo amore più idealistico che comprende il corpo ed i suoi richiami con la prima delusione sull ideale proposto dal padre.
Il terzo e realistico amore che va dal rifiuto, alla crescita ed alla consapevolezza.
La delusione è ciò che accompagna Akane alla comprensione, ed è la stessa che la rende matura, nonostante la sua reticenza ed il carattere incazzato che si ritrova.
La vita reale dopotutto non è fatta così ?
Inoltre tutte le citazioni e richiami sono azzeccatissimi e si percepisce poco che sia stato scritto da tre autrici diverse. Avrete fatto riunioni su riunioni e consultazioni a tempesta.
Avete chiesto aiuto dal punto di vista psicologico?
Avete fatto qualche ricerca in merito?
Mi ha davvero colpita molto la fedeltà.
Bravissime davvero.
A presto!

Recensore Veterano
17/10/22, ore 20:26
Cap. 3:

E così ecco il terzo ed ultimo atto, e siamo ormai arrivati al presente (o quasi). Ranma è entrato nella vita di Akane con la delicatezza di un carro armato, e non potevi scegliere un modo migliore di mostrarci la nuova insofferente quotidianità della minore delle Tendo: intenta a fare i compiti, o almeno a provarci, nonostante le rumorose distrazioni dall’esterno ed un esilarantissimo combattimento tra Saotome senior e junior.
Ho apprezzato il passaggio della narrazione al tempo presente. Come sempre cogli nel segno anche nella scelta di immagini chiave, come quella della matita temperata sempre di più fino a diventare quasi un mozzicone. E così ci ritroviamo per davvero in questa Akane esasperata, una Akane di inizio manga, che infatti parla dei capelli divenuti perfino più lunghi di quelli di Kasumi. Una “Akane con i capelli lunghi” che è arrivata al dunque, pronta a lottare per il dottor Tofu, almeno di facciata, nonostante la consapevolezza sui sentimenti del dottore raggiunta nel capitolo precedente. Eppure, eppure… la stessa Akane sembra aver capito l’inutilità di tutto questo, perché, a monte, adesso è Tofu a non interessarle più come prima. 
Da quanto non cerca più una scusa per andare a trovarlo da sola…? Ed è molto interessante la tua riflessione, che riprende il filo conduttore che unisce questa shot alle precedenti: non è che Tofu non costituisse altro che il riflesso del padre che aveva mitizzato da piccina? Forse è qui che nasce lo spunto di quel “mi sono messa il cuore in pace” che Akane dirà solo più tardi nel manga, ma che chiaramente è frutto di una riflessione maturata da tempo.
Un’altra parte molto riuscita è quella in cui Ranma, abbandonata per un attimo la sua maschera da spaccone, con non poco imbarazzo chiede alla fidanzata una mano con i compiti. Ottima l’idea di farci vedere (e far vedere anche ad Akane) che c’è anche un altro Ranma, oltre allo stupido idiota attiraguai che la stuzzica di continuo.
La parte finale, ti dirò, mi ha confuso invece un poco. Ho apprezzato le citazioni al manga ed in generale l’introspezione di Akane che riassume dentro di sé gli eventi-chiave della prima manciata di capitoli. E comprendo benissimo la tua intenzione di chiudere il cerchio, per così dire, poiché la tua è la one-shot che chiude il discorso, quindi vuoi che Akane raggiunga, almeno inconsciamente, una conclusione circa il suo uomo ideale. Soprattutto, cosa che ho gradito, la realizzazione che ideale e perfetto non coincidono necessariamente :)
Solo che a quel punto, per poter gestire queste riflessioni, mi chiedo se non sarebbe stato meglio ambientare questa storia a manga inoltrato, quantomeno dopo la dichiarazione di Ranma a Sanzenin se non perfino dopo l’episodio del fidanzato rubato (momenti chiave che accendono una nuova consapevolezza in Akane). Ok l’aver tolto Tofu dal piedistallo, ma è probabilmente un po’ troppo presto per la rivalutazione di Ranma.
Aggiungo che, proprio dopo l’uscita di scena del codinato, l’assenza di un interlocutore si fa sentire e quella vocina che dovrebbe rappresentare il pensiero più schietto ed inconscio di Akane (con un botta e risposta interiore che ricordo averti visto utilizzare efficacemente in passato), diventa però qui al contrario un personaggio a tutto tondo che dialoga con lei fino alla fine, in modo abbastanza innaturale e forzato (e la voce, a tratti, è quella dell’Autrice, più di altre volte). 
Poi c’è questa attrazione fisica che Akane prova per Ranma. “Bel viso? Tutto qua? Dai, su, che persino il dottor Tofu perde il confronto!”, arriva addirittura a dire la voce interiore. So di essere rompiscatole quando si parla di Akane (e te ne chiedo scusa) ma per me queste non sono considerazioni da lei, o almeno non qualcosa che penserebbe consapevolmente. Un po’ come Ranma, che non penserebbe mai, ad esempio, che Akane è uno schianto di ragazza… salvo venire messo in crisi dal suo sorriso raggiante. Ecco, per Akane è più o meno la stessa cosa a parti invertite (ad esempio durante la corsa ad ostacoli di Zekkyo oppure quando lui tenta per la prima volta di fare pace, sempre nell’episodio del fidanzato rubato: in entrambi i casi è semplicemente il suo sorriso gentile tutto rivolto a lei a farla arrossire). Sono solo due sedicenni giapponesi più immaturi della loro età anagrafica e, per quanto tra di noi ci scherziamo sopra, non hanno (ancora) gli ormoni a mille. Soprattutto in una shot come questa, che (dicevamo) è ambientata durante i primissimi capitoli del manga.
Ripeto: comprendo benissimo come mai tu abbia affrontato la quasi-presa di coscienza e l’elemento-attrazione fisica, ma purtroppo mi stona un po’. Sia chiaro, ci tengo a sottolineare che, a prescindere da ciò, il messaggio di fondo mi è piaciuto ed è quello che avrei tirato fuori io stesso: Akane abbandona i suoi modelli idealizzati (il padre, Tofu) e finalmente si apre, inconsciamente, alla possibilità di considerare un coetaneo… anche, volendo, uno profondamente stupido e ottuso come un certo codinato ;)
E quindi, nonostante quel che ti ho segnalato, direi che il vostro esperimento può dirsi nel complesso riuscito. Sono stato franco (anche nei capitoli precedenti con Giorgia e Moira), alcune cose qua e là non mi hanno convinto del tutto, ma si tratta di un’operazione ammirevole e comunque di tre shot di qualità molto alta.
Ben vengano. Anzi aspetto già le prossime collaborazioni :D 

Recensore Veterano
17/10/22, ore 20:22
Cap. 2:

Proseguo nel commentare questo interessantissimo trittico di one-shot e trovo molto indovinato il fatto che tu, Moira, abbia scritto la fanfiction “di mezzo”. Sai che sono molto poco obiettivo nei tuoi riguardi perché adoro dagli inizi qualunque cosa tu scriva e come lo scrivi, il tuo stile e la tua sensibilità così affine a quella della Takahashi, che ti permette di entrare alle perfezione nelle teste dei personaggi.
Questa storia non fa eccezione, offrendoci una disamina verosimile della situazione Akane-Tofu antecedente all’arrivo di Ranma a casa Tendo. In tutto questo riesci anche a piazzare qua e là qualche tocco di continuità e di raccordo rispetto alla prima shot (sia nei temi che nella scrittura), così da legare ancora meglio delle storie che, come dicevo già nel primo commento, sono sì autoconclusive ma offrono qualcosa di più nel leggerle insieme.
La tua forza risiede da sempre nelle introspezioni, ma anche nel saper tratteggiare delle immagini semplici ma nitide, ed in questo caso parlo del modo in cui Akane si spazzola i capelli con frustrazione, ripetendo il gesto allo sfinimento come se potesse allungarli… ed avvicinarsi all’ideale-Kasumi che la ragazza intende raggiungere perché il buon dottore veda lei allo stesso modo in cui (stra)vede (per) la sorella maggiore.
Mi è piaciuto come tu abbia riallacciato il discorso sull’amore per il papà con questa sovrapposizione con il dottor Tofu. E l’innocenza della piccola Akane che voleva sposare Soun viene sostituita da sentimenti molto meno innocenti nei confronti del dottore… i primi veri e propri turbamenti dell’adolescenza. I brividi, le parole che muoiono in gola, i lapsus, i pianti incontrollati. La forza di questo capitolo sta tutta nella sua spontaneità e verosimiglianza.
Ed è, forse, proprio perché Akane sta vivendo queste reazioni su di sé in prima persona, che è finalmente in grado di riconoscerle sul dottore ogni volta che davanti a lui si presenta Kasumi. Tofu che, quasi è la prima volta che lo trovo scritto, si comporta lui da adolescente, perdendo una decina d’anni rispetto alla sua età anagrafica e completandosi in questo strano modo ad una Kasumi da sempre più matura rispetto alla sua vera età. Mi è piaciuta molto la tua riflessione a questo proposito.
E sono contento che tu abbia recuperato anche l’elemento del vuoto che Akane percepisce nell’assenza di una madre con cui potersi confidare. Mi fa piacere perché copre quel punto non trattato nel capitolo precedente, per quanto più in generale vorrei approfittarne per lodare tutte voi che avete cercato di armonizzare i vostri scritti con quelli delle altre, nonostante i diversi stili di scrittura.
La sequenza in cui Tofu fascia la caviglia di Akane è forse un po’ troppo derivativa di quella famosa del manga (subito dopo il taglio di capelli) e avrei, lo confesso, voluto vederti alle prese con una scena più di tuo pugno. Ma lo dico solo perché so che tu ideeresti sequenze memorabili a prescindere. E comunque questo capitolo mi è molto piaciuto.
Sei una certezza, come sempre :)

Recensore Veterano
17/10/22, ore 20:19
Cap. 1:

Ciao Giorgia! Prima di ogni altra cosa volevo esprimere tutta la mia ammirazione per te, Moira e Cristina per avere pensato e poi messo in pratica un progetto come questo, come e meglio di una roundrobin. 
Da un lato l’idea, il filo conduttore, quello di parlare di Akane e del suo rapporto con l’amore nel corso degli anni, fino a giungere al “presente ranmaceo”. I miei complimenti a chi ha concepito l’idea. In secondo luogo, la scelta per l’appunto di non svolgere il tema con una longfiction a più mani, bensì in tre storie distinte, che inquadrassero tre distinti momenti della crescita di Akane, delle one-shot leggibilissime anche da sole ma che, unite insieme, creano tre atti di un unico percorso e dunque un qualcosa in più della loro somma.
Commento dopo aver letto tutte e tre le shot e posso dire senza ombra di dubbio che a te è toccato il compito più difficile (laddove avevi tanta, perfino troppa carta bianca), quello cioè di parlarci dell’infanzia della minore delle Tendo. E lo hai fatto in modo molto coraggioso, decidendo di raccontarci l’infatuazione della piccola Akane per il suo papà.
L’idea è molto originale, e la stesura è una dimostrazione della tua bravura nella scrittura: hai una capacità espressiva e una padronanza delle parole che, bonariamente sia chiaro, un pochino ti invidio. 
Tuttavia, lo confesso, il risultato finale non mi ha molto convinto, per via di due fattori. Il primo è probabilmente mio soggettivo, ma un’Akane con il “complesso di Elettra”, decisa a sposare il papà considerando come sue rivali non solo Nabiki e Kasumi ma perfino la stessa madre, semplicemente non riesco a vedercela. All’inizio pensavo che Akane si sarebbe limitata a mitizzare il suo “superpapà”, una sorta di modello inarrivabile e imparagonabile, salvo poi tornare sulla terra ad assistere al crollo del suo mito nel peggior modo possibile, scoprendo tutto il lato più debole e fragile di Soun una volta scomparsa la mamma (trauma dal quale, come sappiamo, il pover’uomo non sembra essersi mai del tutto ripreso). 
Ma… non è quello che avviene davvero qui: per Akane l’unica cosa che conta è sposare Soun e addirittura persevera nell’intento anche dopo la tragedia familiare, senza che in tutto questo si percepisca il suo, di dolore, per la perdita della mamma (cosa che, dai pochi indizi presenti nel manga, rimane comunque un elemento non ignorabile). Insomma, in poche parole, ho trovato un’Akane OOC. Ripeto, l’immaginazione di una bimba di sposare il papà ci poteva anche stare come un rapido cenno e via, ma qui è la costante di tutta la storia, tale da piegare il personaggio-Akane alle esigenze della trama.
D’altro canto mi è piaciuta però molto la caratterizzazione di Soun e soprattutto a partire dalla scena della telefonata dell’amico Saotome, che gli dà una nuova speranza di riattaccare i cocci di una vita da sogno andata rapidamente in frantumi, nonché una scusa per scansare da parte la questione del dojo e della scuola di lotta indiscriminata, evidentemente per lui ormai solo foriera di troppi dolorosi ricordi. Il tutto a danno della povera Akane, che tramite le arti marziali aveva finalmente trovato un legame unico, qualcosa solo di lei e di suo padre, e che ora viene messo via di colpo… non davvero perché figlia femmina (e non l’erede maschio che lui avrebbe voluto), ma per un motivo completamente diverso. Quel “non sei tu il problema, sono io” (oltre che, immagino, volutamente ambiguo - sembra davvero il fidanzato che sta scaricando la sua ragazza, sempre per proseguire il tema dei sogni nuziali di Akane bimba) rovescia sapientemente la questione: Ranma erediterà la palestra non perché Akane non ne sia in grado, ma perché Soun vuole allontanarsi da quel mondo e tenerne lontane le figlie! Ecco, questo spunto mi ha affascinato molto e sarebbe bello approfondirlo ulteriormente, in qualche modo. I miei complimenti per questa parte :)
Un altro elemento che tuttavia mi ha confuso è il tuo stile di narrazione. Come ti ho detto scrivi benissimo, con un lessico spettacolare, ma il problema è che hai deliberatamente scelto di usare la TPL di una bambina di cinque anni… Aver dovuto leggere, soprattutto nella prima metà di storia, frasi come “le cicale già cantavano lo struggimento dei propri sensi e una brezza leggera alitava nel dojo il profumo intenso dei tigli bagnati di rugiada” mi ha completamente spezzato l’illusione narrativa, perché a parlare, qui, chiaramente non è Akane ma sei tu, l’autrice. Se la scelta, in questo come nei capitoli successivi, è quella di non utilizzare un narratore onnisciente bensì una terza persona limitata, questo qui, giocoforza, sarebbe dovuto essere il capitolo più “asciutto” e dalla prosa più semplice dei tre; paradossalmente è invece l’esatto contrario.
Ciò detto, ripeto, il tuo era il capitolo più difficile da realizzare e spero che dunque la mia non suoni come una vera critica, perché l’esperimento in quanto tale l’ho molto apprezzato e spero che ne seguiranno altri. E a parte questo, hai un approccio molto originale (viva il coraggio, rispetto alle solite trame trite e ritrite!) ed uno stile di scrittura molto piacevole ed accattivante, che non vedo l’ora di seguire nelle altre tue storie, man mano che recupererò gli arretrati del fandom di Ranma ;)

Recensore Junior
16/10/22, ore 22:17
Cap. 3:

Tesora mia, prima di tutto lascia che io ti dica ancora una volta quanto sia onorata di averti aiutata con la revisione di questo capitolo. Il fatto che tu abbia così tanta fiducia in me, non solo mi riempie di orgoglio ma mi rende estremamente felice al pensiero di poter far parte (nel mio piccolo) dei tuoi progetti scrittori.
Perciò grazie, spero di non deluderti mai (anche quando “sembro” e lo sarò intransigente! XD).

Spero non me ne vorrai, ma credo di saltare parte dei complimenti “rituali” per non dilungarmi troppo e rischiare di rendere infinito questo commento, perché riguardo al talento che hai su tutti i fronti e in maniera particolare nello stile di scrittura credo che tutti possano concordare che non c’è assolutamente niente da eccepire. E poi quanto io sia ammaliata e la tua fan numero uno già lo sai, avendotelo detto più e più volte anche in altre fanfiction e a voce in sede di betaluttura di questo particolare capitolo.
Perciò passo subito al dunque.

Mi è piaciuta molto la scelta della citazione. Ormai so che è una tua caratteristica, un elemento ricorrente, ma mai come in questo caso l’ho vista così azzeccata. Sebbene ci siano ancora elementi di questa parte da te affrontata sul quale sto riflettendo, credo che la scelta della frase di Neruda si approcci davvero bene a quanto volevi esprimere. Una Akane in conflitto con il proprio “io” interiore, sul soffermarsi a riflettere un po' troppo sulla persona oggetto del suo “quasi” disprezzo. Ma su questo poi avrò da dire molto altro più avanti…

Ed ecco allora che vediamo la ragazza ammirare quasi soddisfatta Ranma che si allena fuori in cortile, pensiero legittimo in fondo lei è una ragazza artista marziale e lui un “ragazzo” artista marziale, ma lei odia i ragazzi… soprattutto lui, il “maniaco” che le è stato “affibbiato” come fidanzato. Un’immagine dicevo che trova riferimento proprio nella prima parte scritta da Giorgia, dove vediamo la piccola Akane ammirare il padre durante i suoi allenamenti in palestra. Hai fatto davvero un ottimo lavoro di collegamento tra le parti di storia che avete scritto, momenti che andavano tenuti in linea per la buona riuscita del tema che vi eravate prefissate.
Bisogna specificare però, che nei primi capitoli del manga (parte da te presa in considerazione) percepiamo più che altro un’ammirazione della giovane verso il talento dimostrato nella disciplina piuttosto che ammirazione nella prestanza fisica estetica, come sarà specificato da te più avanti.

L’elemento che ho apprezzato maggiormente in Perfect Love è stata l’ambientazione di tutta la scena nella propria camera con Akane alla scrivania, intenta a fare i compiti. Un’ambientazione presa molto spesso in considerazione dalla Takahashi e che diverrà poi abituale e importante per varie vicende. Mi è piaciuta davvero molto quindi questa scelta perché in questo caso mi rievoca le prime scene del manga, dove troviamo Akane, sì fare i compiti, ma distratta da Nabiki che cerca di consigliarla sulla faccenda del fidanzato per l’appunto, oppure da sola a riflettere sugli avvenimenti della giornata. Come base del tuo POV hai quindi scelto il secondo scenario (quello solitario) mi viene però da chiedermi se magari non fosse stato più interessante fondere il dialogo interiore insieme ad una vera e propria chiacchierata con la sorella maggiore, approfondendo quello che già la Sensei ci aveva vagamente mostrato.

Ho trovato giusta (o giustificabile) la scelta di riflessione polemica verso il padre, reo di aver combinato qualcosa senza avere interpellato le figlie. In questo caso però forse era necessario allinearsi meglio con quanto dichiarato da Giorgia nella sua parte “«…sta addestrando il suo unico figlio tra il Giappone e la Cina. Amore mio, so che non sei d’accordo, ma fidati di me, è l’unico modo per salvare il dojo e la scuola. Andrà tutto bene, vedrai, ci siamo fatti una promessa solenne e intendiamo mantenerla».” quando Akane bambina spia il padre mentre sta parlando con la moglie defunta e ancora “«Akane, piccola mia, non devi più allenarti, non pensare all’eredità del dojo e della Scuola di Lotta Indiscriminata, sono solo sciocchezze! Da oggi in poi non sarà più una tua preoccupazione: ho sistemato tutto io!»” quando parla direttamente con lui. L’Akane di Giorgia sembra aver capito la situazione che si andrà a creare, non sarà sua responsabilità occuparsi del dojo perché lo farà un “maschio” e non lei come ribadito dal padre stesso. Quindi non dovrebbe essere una novità nella situazione da voi esposta, non dico che bisognava fare un rimando diretto all’infanzia perché a 5 anni potrebbe non ricordarsi un bel niente di niente, ma almeno farne cenno, inserendo magari frammenti vaghi di ricordi, escamotage che la Takahashi stessa ha utilizzato per esempio nell’episodio di Ryugenzawa dove Akane molto piccola non ha del tutto dimenticato la sua esperienza nei boschi e la figura del suo amichetto d’infanzia.

Ho trovato invece un po’ forzato il risentimento sulla stessa questione nei confronti delle sorelle. Ne abbiamo parlato in fase di revisione e ho visto che hai smorzato leggermente, ma non come avrei voluto ti confesso. Come ti ho comunque detto, continuo a percepire un’irritazione troppo eccessiva anche per Akane, un risentimento appunto che non le appartiene. Akane adora nonostante tutto le sorelle, anche Nabiki l’approfittatrice di ogni situazione spiacevole per lei. La base su cui ti sei focalizzata è “loro mi hanno sbolognato la patata bollente infischiandosene dei miei sentimenti, di quello che io sto sempre dichiarando e cioè che ODIO I RAGAZZI”. Se analizziamo quello che succede nel manga però, nella mia personale visione dello svolgersi della suddetta situazione, io capisco che sì, le sorelle si tirano indietro è vero e lasciano che la scelta più ovvia sia quella di far cadere la questione su di lei, ma non percepisco cattiveria da parte loro. Entrambe le sorelle non disdegnano l’idea del fidanzato imposto, anzi, Kasumi però spera che sia al massimo suo coetaneo mentre Nabiki si prepara addirittura a festa, indossando un bel kimono. La prima perderà interesse perché molto più giovane, la seconda perché è una ragazza, si scoprirà solo poco dopo essere l’uno che l’altra. Conoscendo la sorellina più piccola e il suo motto di detestare gli uomini, Akane era la scelta più logica, dal momento che Ranma non è né uomo né donna. Così come non percepisco tutto questo astio verso queste loro “giuste” argomentazioni: al “Oh, sarà sicuramente Akane, vero?” di Kasumi e al “Sembra fatta apposta per lui” di Nabiki, la più piccola reagisce con un sorpreso e balbettante “Cos…” seguito da un “Non scherziamo! Perché proprio io…?” […] “Non voglio sposare un maniaco del genere!” e basta, la cosa finisce lì. Nessun ripensamento nei confronti delle parole delle sorelle nelle pagine successive, quanto piuttosto verso Ranma e le sue parole poco carine, di presa in giro, riguardo al fisico.
Avrei affrontato in altro modo questa parte.

Ho trovato invece molto indovinate e argomentate bene le spiegazioni riguardo al fatto di odiare tutti i ragazzi. Un disprezzo che evidentemente si porta dietro dai primi episodi dell’infanzia come abbiamo detto più volte e anche, perché no, dal crollo del mito del padre. Aggiungo di mio anche dall’amore non corrisposto verso il dottor Tofu, che sembra essere recepito come diverso da tutto il resto del mondo maschile, ma che secondo me è anche causa di rafforzamento della sua ostilità verso l’altro sesso. Pensiero mio eh, su cui a volte mi soffermo a riflettere.
Dottor Tofu su cui forse rileggendoti ti sei soffermata un po’ troppo? Quella era la parte di Moira, capitolo che ho apprezzato tantissimo come ho scritto a lei. Non lo so, forse stavi andando un po’ troppo fuori dai binari, anche se devo ammettere che poi ti sei rimessa subito in carreggiata. La colpa è in parte anche mia, dovevo parlarti di questo quando ne avevo l’occasione è vero… a mia discolpa posso dire che non avevo ancora letto le altre due parti, errore da parte mia che in effetti andava evitato.
Anche perché consapevole di questo e arrivata alla conclusione che probabilmente bisognava accennare solo l’argomento, mi sono messa a riflettere su un altro aspetto. La digressione su Tofu ci rammenta che Akane in questa parte di storia è ancora invaghita, se non proprio innamorata, del dottore. Questo potrebbe andare in conflitto con la percezione di quasi innamoramento (passami l’espressione) che si ha in vari punti da te scritti. Ritorno sulla faccenda della contemplazione fisica, non solamente atletica e quasi troppo da “sbav” che ha Akane guardando Ranma. Come dicevo all’inizio del mio commento la ragazza sembra più sorpresa e ammirata delle sue abilità che del suo essere attratta da un bel ragazzo. XD
Lei è innamorata persa per Tofu! Non prende Ranma in considerazione sotto questo aspetto.
Leggendo ancora una volta Perfect Love, con il dubbio appena esposto in effetti ho avuto come l’impressione di passare in maniera un po’ troppo altalenante da una ragazza che si sta ricredendo sulle proprie convinzioni sugli uomini ad una che si sta quasi per innamorare.
Lo stratagemma delle citazioni (che abbiamo visto essere stato un pochino difficoltoso) funziona molto per l’Akane che riflette ricredente riguardo gli uomini in generale e, soprattutto, in particolare verso il “nuovo arrivato”, il quale come scrivi non ha colpe. Le citazioni che hai utilizzato funzionano per spiegare l’accettazione della persona che potrebbe diventare sua amica, con la quale potrebbe andare d’accordo, cosa che avverrà davvero con alti e bassi nel corso del manga, durante la loro convivenza a casa Tendo.
È giusto porre l’attenzione sul fatto che sta cominciando a pensare che non tutti gli esseri maschili devono necessariamente essere come lei pensa e debbano essere odiati. Ranma merita quanto meno il beneficio del dubbio, anche se non lo ammetterà mai neanche sotto tortura ed ecco azzeccata la citazione di Neruda e la conseguente conclusione di storia con la domanda di Nabiki “Akane, tutto bene? A che stai pensando?” Il ragazzo che si ritrova come fidanzato non è alla fine come tutti gli altri e lo hai ampiamente spiegato.
Ma secondo me, le citazioni da te proposte, essendo relative ai primi capitoli del manga (Akane porta ancora i capelli lunghi) non sono forse sufficienti a spiegare un sentimento più profondo.
“Quando lo hai capito?”
“Cosa, per tutti i kami?!”
“Che Ranma è perfetto per te”
Forse un po’ prematuro da farle dire o addirittura pensare.
Ecco perché stavo riflettendo sul fatto che forse era necessario ambientare il tuo racconto più in là nella storia.
Mantenendo questo scenario forse bisognava alleggerire questa parte e incentrarla esclusivamente su tutte le altre qualità che Akane riconosce in Ranma e che lo rendono diverso dagli altri ragazzi con cui è abituata ad avere a che fare, ma che non hanno la diretta conseguenza di sfociare in un vero e proprio stadio di innamoramento. Oltre ovviamente a quelle che lo accomunano e che ritrova nel padre (tema della fanfiction).

Mi avvio alla conclusione rinnovando anche a te il mio pensiero sulla terminologia giapponese. Non mi dilungherò però spiegando tutto come ho fatto con Giorgia e Moira perché in realtà sei la prima persona a cui avevo fatto notare la cosa in fase di betalettura. Insisto solo sul fatto di evitare parole non necessarie la cui ripetizione indiscriminata può risultare noiosa e se te lo dico io amante e studiosa della lingua…
Nel tuo caso, come in quello di Moira, la ripetizione della parola è stata più misurata, ma ripeto non era necessaria. Usare “padre” o “papà” era sufficiente per un termine il cui significato non si esprime niente di più.

Rinnovo inoltre il mio apprezzamento per la scelta della tematica da sviluppare e spero che affronterai (o affronterete) ancora argomenti così troppo spesso sottovalutati come questi, io sappi che sarò sempre disposta a darti il mio aiuto se vorrai.

Un bacione
Neechin

Recensore Junior
16/10/22, ore 22:14
Cap. 2:

E niente, cosa vuoi che ti dica…
Potrei scrivere paginate intere di complimenti e non sarebbe mai abbastanza.

Eccomi qua, finalmente riesco a recensire anche io questa raccolta di OS divisa in tre parti. Anzi, mi scuso prima di tutto per il ritardo, ma ultimamente non riesco mai a trovare il tempo per dedicarmi a queste cose purtroppo.
Ma bando alle ciance! Come ho già scritto a Giorgia trovo l’argomento da voi affrontato molto originale e interessante, sarà forse perché da un po’ di tempo il fandom si sta concentrando quasi esclusivamente su “Ranma e Akane” (da bollino rosso possibilmente XD). Quindi vedere scrittrici del vostro calibro che si dedicano ad argomenti diversi da questo ampiamente trattato e che si buttano su tematiche fin troppo sottovalutate, fa sempre un gran piacere. Almeno a me, che mi ritengo una fan di Ranma a 360 gradi, che apprezza tantissimo anche gli argomenti che per la maggior parte dei lettori sono meno interessanti.

L’idea quindi che avete avuto e il tema che avete cercato di sviluppare, a mio avviso, invece è molto affascinante se si vuole approfondire ancora di più un personaggio. In questo caso Akane, vista in tre momenti diversi della sua vita. Indubbiamente quello da te affrontato è tra i più importanti dove andare a ricercare quei tratti caratteristici che fanno del personaggio quello che noi conosciamo. Un momento chiave che segna in modo incisivo la sua identità e la cui comprensione è necessaria per la buona riuscita della sua completa caratterizzazione: l’esperienza del primo innamoramento di una ragazza che però afferma in modo deciso e risoluto di “odiare” tutti gli uomini. Provare sentimenti profondi verso quel giovane uomo, medico fisiatra e verso cui evidentemente si riconoscono tratti comuni a quelli del genitore, tema comune e che doveva far da legante a tutte e tre le parti della storia.

Esaminando il tuo caso, sei stata bravissima a mio avviso a rievocare a modo tuo quanto alla fine già sapevamo. Ricordiamolo che, anche se per pochi capitoli, l’amore non corrisposto di Akane verso Tofu è sufficientemente sviluppato, anche grazie alla presenza del “nuovo arrivato” Ranma che non perde certo occasione per prenderla in giro e, perché no, quasi incoraggiarla a farsi avanti. Insomma, tutto questo per dire che uno dei rischi più immediati secondo me era proprio quello di cadere nel banale e scrivere niente di più di quello che potevamo già percepire leggendo il manga. Un fanwriter inesperto probabilmente ci sarebbe cascato alla grande, ma non è decisamente il tuo caso.

Il pericolo più grande che si poteva incontrare scrivendo questa parte secondo il mio punto di vista personale però non era tanto dover inventare qualcosa in più che fosse credibile sia con l’idea prefissata sia con gli eventi del manga, come ho detto sei stata egregia in questo, bensì quello di mantenere il personaggio proprio in character.
Per me ci sei riuscita! E (passami il termine) con poco, nel senso che hai raccontato e mostrato la tua visione della situazione senza strafare, mi hai intrigato senza ricorrere all’utilizzo di descrizioni infinite e articolate mantenendo quel tuo stile gradevole, che si esprime attraverso la fusione tra semplicità e raffinatezza. Una scrittura pulita e immediata. Tutte caratteristiche che ho sempre apprezzato nelle tue storie, questa compresa.
Se non si fosse capito, adoro leggerti Moira e mi sento di dire che con te questo “esperimento” è riuscito!

Ho solo un appunto da farti però, consiglio che già ho dato a Giorgia nella parte a lei riservata. Mi riferisco all’uso della terminologia in lingua giapponese. Come dico sempre in questi casi, l’uso di parole giapponesi che sono ben traducibili in italiano e che non hanno un significato più ampio in originale è del tutto inutile. Riempire i capitoli di termini in “lingua” non dà un valore aggiunto alla storia, non la rende migliore, magari l’arricchiscono là dove questi non abbiano corrispettivo in italiano o il suo significato va oltre quello traducibile (anche se molti termini ormai sono comprensibili a chi bazzica frequentemente anime e manga). Detto questo, tu sei stata abbastanza discreta in questo e, anzi, li hai utilizzati con coscienza proprio come ho spiegato. Come dicevo infatti in alcuni casi il loro impiego si rende necessario quando non si hanno corrispettivi adeguati o si tratta di nomi particolari di “cose” tipicamente giapponesi. Non è però il caso di “Otōsan” che ripetendo quanto detto a Giorgia ne è stato fatto un uso indiscriminato, tanto da risultare ripetitivo. Meglio alternare “padre” (termine che più si avvicina a quello onorifico giapponese) e “papà”. Quello che voglio dire è che evitare di ripetere spesso una di queste due o entrambe le parole per poi rischiare di farlo con la parola giapponese per me ha poco senso.

Mi avvio alla conclusione, facendoti ancora i miei più sinceri complimenti. Hai fatto davvero un ottimo lavoro!
Spero che il ritorno a questo fandom non sia stata solo una breve parentesi e che tornerai presto a scrivere di Ranma.
(Salvo imprevisti) Sarò la prima a leggerti!

Un abbraccio
Neechin

Recensore Junior
16/10/22, ore 22:13
Cap. 1:

Carissima Giorgia, finalmente trovo il tempo di recensire questo bel progetto ambizioso quanto originale.
Ti conoscevo già come fanwriter, anche se ultimamente mi sono persa un po’ di storie tue a causa del poco tempo che posso riservare alla lettura delle fanfiction (e ciò me ne dispiace molto).
Dicevo… ti conosco già come scrittrice, perciò non posso dire di rimanere sorpresa dal tuo evidente talento, ma confermare con piacere quanto avevo notato appunto in precedenza. Il tuo stile è molto pulito e fresco, scorrevole alla lettura soprattutto nelle bellissime descrizioni, molto dettagliate mai pesanti, anzi leggere e per niente noiose. Hai quella capacità innata, per niente scontata e molto rara, di raccontare la storia come se proiettassi nella mente di chi legge un film. I personaggi e le loro vicende prendono magicamente vita e il lettore si trasforma in spettatore senza neanche accorgersene. Per me, tra tutte le abilità che può possedere uno scrittore, questa è decisamente quella che lo fa stare su un gradino più alto. Perciò non posso che congratularmi con te e rinnovare il mio apprezzamento nei confronti delle tue storie.
E “Natural love” non fa di certo eccezione! Forse si potrebbe giusto puntualizzare il fatto che ricorrere ad un certo tipo di linguaggio ricercato e raffinato non sia stata una scelta giusta da fare perché non si adatta molto bene al pensiero di una bambina di neanche 6 anni. Forse, in questo caso secondo me andava scelta la linea della semplicità.

Come dicevo all’inizio, trovo l’idea di esplorare tre particolari momenti della vita di Akane molto originale e poco sviluppata nel fandom, dove ormai l’argomento più gettonato sembra essere esclusivamente il rapporto tra “Ranma e Akane” in varie sfumature di rosso (passami il termine). Una fan sfegatata come me quindi non può che esserne lieta, finalmente si sviluppano tematiche diverse, sottovalutate persino ma, se vogliamo, determinanti per la storia originale e sicuramente più conformi al manga. E proprio per questo devo ahimè farti qualche considerazione mia personale su un aspetto in particolare da te sviluppato e che a mio avviso ti ha portato ad andare un po' ooc con la caratterizzazione del personaggio. Inoltre volevo darti qualche suggerimento sull’uso della terminologia, consigli che sei liberissima di ignorare ma che mi sento in dovere di fare proprio perché, almeno in questo campo, mi sento un pochino più esperta.

Il primo appunto che ti faccio riguarda proprio il tema: in linea generale mi sento di condividere anche io quanto hai voluto esprimere attraverso Akane bambina, e cioè l’innamoramento di una figlia nei confronti del proprio padre. Ripensando alla mia infanzia mi sento di confermare il “luogo comune” da te citato e anche lo sviluppo che questo comporta: la ricerca di qualcosa che ricordi la figura paterna nel partner della vita. Leggendo la tua storia però ho trovato alcune parti forse un po’ troppo, come dire… oltre. Mi spiego… Capisco che hai narrato il pensiero di una bambina di 5 anni, profondamente innamorata del genitore, figura per la quale prova anche un ‘immensa ammirazione, ma secondo me la maniera e la scelta narrativa in cui lo hai esposto ha avuto come diretta conseguenza un declassamento totale della figura materna che passa davvero troppo in secondo piano, in alcuni momenti anche in maniera innaturale considerando gli eventi (la morte della mamma).La fantasia di un bambino non ha davvero limiti, quindi il fatto che Akane voglia sostituirsi alla madre in qualità di moglie una volta che questa non sarà più giovane e bella posso tentare di capirla, come capisco la “gelosia” che la bambina prova per le attenzioni che Soun riserva alla moglie, ma nella tua analisi alla morte della madre la situazione non cambia. Akane sì, sembra inizialmente addolorata per la perdita della mamma, ma neanche più di tanto, o almeno, non è quella la sua preoccupazione maggiore. Una gelosia tra l’altro che a tratti però è espressa in maniera fin troppo “adulta”, rispetto a quella innocente che mi sarei aspettata da una bambina davvero piccolissima (la madre è vista come una rivale :/). Quello che voglio dirti è che in sostanza sei andata a sacrificare un elemento che sappiamo essere molto importante per il personaggio per portare a termine l’idea che ti eri imposta, rischiando dal mio punto di vista di andare totalmente OOC. Cosa che non è accaduta invece nel capitolo successivo, dove Moira sempre accennando all’argomento “mamma perduta” ha mantenuto il personaggio di Akane “in character”.

So benissimo che il tema principale da sviluppare e su cui focalizzarsi era analizzare i sentimenti profondi per la figura paterna per poi trasporli negli altri due capitoli riguardanti altre due figure maschili, però andando avanti a leggere sembra quasi che Akane non sia particolarmente dispiaciuta del fatto che le sia venuto a mancare un genitore. Il suo dispiacere è riservato al fatto che il padre se ne sta rinchiuso in camera, non la allena più in palestra come prima ed è pure gelosa del fatto che se è uscito dalla stanza lo ha fatto per rispondere ad un caro amico al telefono e non per darle quelle attenzioni che lei avrebbe voluto continuare a ricevere, come se niente fosse successo. Quello che io ho percepito è esclusivamente il dispiacere immenso di una figlia che si vede di punto in bianco privata dell’attenzione del suo amato papà (che ricordiamo è sconvolto dalla perdita della moglie). Qualcuno potrebbe dirmi, sì però magari è troppo piccola per capire la situazione, elaborare il lutto ecc. Un momento dove la piccola sembra essere cosciente della situazione in effetti però c’è, quando Akane vorrebbe consolare il genitore affranto quasi anche qui in maniera troppo adulta forse, secondo il mio punto di vista. Nello specifico ho trovato un po’ estremo il pensiero di Akane in merito “Non preoccuparti, Otōsan, tra qualche anno sarò grande abbastanza per sposarti, Kasumi si prenderà cura di noi e Nabiki penserà ai conti del dojo. Saremo con te per sempre!”. Un pensiero bellissimo, da parte di una figlia che vorrebbe consolare il padre (e come sappiamo reale per quanto riguarda le sorelle), ma nella sua prima parte davvero naturale da pensare dopo che si è avuto anche per sé stessi una perdita così importante? Davvero la piccola Akane non pensa ad altro che a diventare la sua sposa, anche in un momento come quello? Come ho già ripetuto, forse sono io che lo leggo nel verso sbagliato, ma l’impressione che mi ha dato sia alla prima che alla seconda lettura è che per portare avanti un concetto giusto si sia caduti a mio avviso nell’errore di portarne un altro importante in un piano quasi del tutto inesistente. È qualcosa che non riesco a concepire, non lo credo possibile nel mio immaginario e anche, soprattutto, avendo a mente l’argomento “mamma/moglie” all’interno della famiglia Tendo.

Nel manga troviamo Akane molto dispiaciuta per le vicende riguardanti Ranma e Nodoka e disposta a tutto per far incontrare il figlio con la madre e viene più volte ribadito il motto “dovresti approfittarne, tu che hai la possibilità di vedere tua madre diversamente da noi!”. Sempre nel manga, solo in un caso vediamo Akane molto triste quando si fa avanti una presumibile moglie per Soun (mi riferisco ai capitoli riguardanti la professoressa Hinako). È fortemente preoccupata, ma non perché la ragazza si sente spodestata di un ruolo che ha sempre immaginato per sé prima e dopo la morte della madre, ma proprio perché c’è qualcuno che si vuole sostituire al genitore perduto. Quello che emerge da questi capitoli anzi è il profondo sentimento che ancora provano tutti, figlie ovviamente nei confronti della madre persa troppo presto e marito per la moglie in nessun modo sostituibile. È vero che in tutti gli esempi citati Akane ormai è un’adolescente, quasi adulta e quello da te analizzato invece è il periodo dell’infanzia più innocente, ma te li ho portati come esempio perché secondo me da questi e molti altri risulta evidente quanto sia importante la figura materna e quanto la sua mancanza abbia segnato lei e tutta la famiglia Tendo.

Quello che voglio dire è che trovo un po’ forzate alcune parti, in generale giuste e condivisibili (come ho detto) ma forse non dosate bene con altri aspetti, che secondo il mio punto di vista personale andavano presi meglio in considerazione. Non sono una scrittrice, ma se avessi dovuto esporre l’argomento avrei cercato un’altra strada o comunque avrei reso diversamente queste parti.
Per esempio, sarei stata d’accordo se Akane avesse rassicurato il padre da un altro punto di vista tipo “Non preoccuparti, papà, tra qualche anno sarò grande abbastanza per mandare avanti il dojo (non c’è bisogno di trovare un maschio per questo), Kasumi si prenderà cura di noi e Nabiki penserà ai conti della casa e della palestra. Saremo con te per sempre! Noi non ti abbandoneremo mai”. (Questo voleva essere solo un esempio eh, e mi rendo conto neanche spiegato al meglio). Così effettivamente si perde un po’ l’obbiettivo e l’idea che si voleva raggiungere, ma secondo me non era questo il momento della storia originale il più adatto dove sviluppare l’argomento perché va in conflitto con la controparte affettiva dell’altro genitore in maniera per me troppo estrema.

Invece ho trovato geniali l’inserimento delle classiche e caratteristiche “pippe mentali” di Akane come le chiamo io, sia nei momenti di riflessione solitaria, sia nei dialoghi con Nabiki. Rendono Akane, come dire… molto Akane! XD
Così come ho trovato molto azzeccata la conclusione e l’inserimento finale del “lei li odiava i maschi” concetto espresso dopo una riflessione personale che spiega in maniera davvero convincente e realistica quello che abbiamo sempre saputo essere il pensiero di Akane.

Cambiando argomento, avrai notato che nella frase citata prima ho anche sostituito “Otōsan” con la semplice parola “papà”. Come ho già detto più volte ad una scrittrice di nostra conoscenza (non voglio fare nomi, Tiger lo capirà… ooops!) bisogna stare molto attenti quando si decide di utilizzare la terminologia in lingua giapponese nelle FanFiction. Intanto ho notato che avete tutte corretto come suggerito il “chan” con la forma onorifica “san” alla parola padre, però rinnovo anche a te il mio pensiero generale sull’uso indiscriminato dei termini giapponesi, in questo caso appunto Otōsan e di conseguenza anche Okāsan e affini. Sembra strano detto da me, appassionata e studiosa di Giappo come sai, ma proprio per questo mi sento di darti alcuni consigli, così come ho fatto sempre per la nostra amica comune. Non disdegno affatto l’uso di alcune parole (vedi ad esempio “kami”, “sensei”, “dojo”, “edamame” e così via…) ma se se ne fa un uso ragionato. Diversamente dai termini citati e da molti altri, ormai di facile comprensione per chi bazzica anime e manga, caratteristiche nella lingua di appartenenza e dal significato poco esaustivo in traduzione, l’uso di Otōsan (per quanto ormai conosciuto un po’ da tutti) non lo ritengo necessario. Anzi l’uso ripetitivo è quasi fastidioso. Non rientra tra quelle parole che se tradotte non rendono appieno il loro significato come nella lingua d’origine, se non proprio per l’onorifico finale che proprio per il suo significato di reverenza può essere ricondotto banalmente al nostro “padre”, sostituendolo al più semplice “papà”. Quello che voglio dire è che non ha un significato più ampio per cui la parola “padre” non possa essere usata, così come altri termini da te usati e che andavano benissimo anche in italiano. Ho pensato che l’intenzione era quella di evitare di ripetere più volte le parole “padre”, “papà” e “genitore”, paradossalmente però quello che ne è conseguito è proprio la ripetizione molesta del termine giapponese. Se invece l’intento era quello di dare un valore aggiunto al proprio scritto, allora ti consiglio di fare una selezione più ragionata e, soprattutto, ridurre allo stretto necessario, perché per quanto affascinante se si dovesse seguire la logica del “più uso termini in lingua originale più valorizzo la narrazione” allora si dovrebbe scrivere l’intera storia in giapponese.

Concludo, rinnovando ancora una volta il mio immenso apprezzato per l’idea e quanto sia davvero affascinata dal tuo stile e dal talento che hai nello scrivere. Sono sicura che partorirai altre storie bellissime.
Intanto spero di trovare presto il tempo per mettermi in pari con gli altri tuoi racconti!
Un bacione

Neechin

Recensore Veterano
06/10/22, ore 11:24
Cap. 3:

Ciao Tiger!

Inizio subito con i complimenti per questo bellissimo terzo capitolo che, ovviamente, conclude alla perfezione questa magnifica trilogia!

Qui troviamo un’Akane più cresciuta, ma ancora molto acerba nei rapporti con l’altro sesso…

Ha da poco incontrato Ranma e, dato il proprio caratterino, non solo non riesce a considerarlo il proprio fidanzato, ma cosa peggiore, non riesce a digerire che è lui che, di fatto, le ha soffiato la sua eredità!

E già perché Ranma, seppur a metà, è un maschio e, purtroppo per lei, le è molto superiore nelle arti marziali: in pratica, è l’erede perfetto della palestra Tendo!

Tutto ciò, ovviamente, manda Akane fuori di testa e la spinge, ancora una volta, a compiere l’ennesimo viaggio di esplorazione dei propri sentimenti…

Perciò, inevitabilmente, fa un confronto tra questo “usurpatore” e l’adorato dottor Tofu, arrivando alla triste conclusione che quest’ultimo, sebbene fosse il candidato ideale alla conduzione del dojo, in realtà non potrebbe mai diventarlo per il semplice motivo che è, palesemente, stracotto di Kasumi…

Appena la vede, infatti, il povero Ono si rincretinisce, divenendo fin troppo dolce e zuccheroso per i suoi gusti…

Ammettendo ciò, quindi, Akane arriva al primo traguardo di maturazione: basta farsi illusioni sul giovane medico, con il quale avrebbe poco e niente in comune.

E lo stesso dicasi per quel matto di Kuno e di tutti gli altri spasimanti della scuola…

Solo Ranma fa la differenza
Lui è l’unico che non la considera una “bambolina” fragile, ma, al contrario, la vede come una ragazza tosta che gli tiene testa, una combattente con la quale si può parlare di arti marziali.

Eccolo il punto in comune!

È questo che ci vuole per lei: un ragazzo forte, coraggioso e… bello!

Realtà questa che risulta innegabile anche per lei che, difatti, è orgogliosa sì, ma cieca no…

E così, per la volta, Akane comincia a vedere il suo promesso sposo sotto una luce diversa, che migliora notevolmente quando realizza che questo suo coetaneo non è poi così duro ed arrogante come sembra: quando lui le chiede aiuto per i compiti, infatti, lo vede per ciò che è, ossia un adolescente che in passato ha sofferto e che, magari, ha bisogno solo di un po’ di comprensione…

Sono proprio tutte queste sfaccettature che spingono la piccola Tendo a completare il proprio viaggio interiore giungendo all’inevitabile conclusione che solamente Ranma è quello giusto per lei

E questo, molto probabilmente, il suo papà lo aveva capito già tanti anni prima…


Ancora infiniti complimenti cara Tiger!


Aspetto di leggere gli aggiornamenti delle altre tue storie!


Lucia ❤️

Nuovo recensore
05/10/22, ore 21:49
Cap. 3:

Ciao cara, ti dico solo che ho letto questa OS in due momenti: dapprima l'ho iniziata ma, avendo un appuntamento di lì a pochi minuti, mi sono imposta a fatica di non divorarla per gustarmela come si deve al mio ritorno. E ho fatto proprio bene perché la cura e l'attenzione con cui l'hai scritta merita tutta la concentrazione del lettore. La cura nella caratterizzazione del personaggio di Akane, negli scambi di battute, nella scelta delle parole è proprio la cosa che trovo più ammirevole, nulla è lasciato al caso o superficiale. Qualcuno potrebbe dire che è anche troppo per una fanfiction, ma la verità è che quando una cosa è di qualità, questa inevitabilmente viene apprezzata e qui il livello è altissimo. Altra cosa ammirevole è come tu abbia fatto emergere sensazioni ed emozioni intense da delle scene tutto sommato innocue e banali (facile far emozionare quando si racconta di un bacio, un po' meno quando si parla di lanciare un pesetto dalla finestra). Nello spezzare una lancia in favore di "perfect love", estendo i miei più sinceri complimenti a tutte e tre. Sono felice di aver trovato persone così capaci a scrivere del mio manga preferito! Bravissime <3
P.S. spero approfitterete del contest di Halloween per regalarci altre gioie ;)

Recensore Junior
05/10/22, ore 16:48
Cap. 3:

Ma che meraviglia avete creato?! Attraversare i sentimenti di Akane dall'infanzia alla maturità (o quasi) è stato un viaggio coinvolgente. Tutte e tre siete state in grado di trasmettere i suoi sentimenti in maniera limpida e dettagliata.
In questo terzo atto è stato bellissimo affrontare la sua cocciutaggine, il suo voler tener fede nell'odiare gli uomini, soprattutto Ranma da cui si sente giustamente spodestata non potendo farsi valere agli occhi dell'amato padre, la consapevolezza di essere stata battuta da un ragazzo su due campi "di battaglia" per lei fondamentali, la sua perseveranza nel volersi migliorare ogni giorno di più essendo comunque consapevole che non potrà mai raggiungere i livelli del suo fidanzato.
E poi tutto d'un tratto l'illuminazione...lui è perfetto per lei perché è un suo pari!
E se non è questa la giusta conclusione, allora quale sarebbe????
Grazie a voi tre, siete meravigliose!

Recensore Junior
04/10/22, ore 13:07
Cap. 3:

Carissima....mi ritrovo senza più parole a furia di fare i complimenti a tutte e 3! Questo Perfect Love parla da sé già dal titolo....ogni parola aggiunta per esaltarne la bellezza è quasi un affronto, perché risplende di luce propria, senza bisogno di inserire nient'altro , se non i miei ormai ripetitivi complimenti!!!
Ho assaporato insieme ad Akane il momento della presa di consapevolezza....me lo sono gustato come quando hai tra le mani il tuo dolce preferito e vorresti che quella goduria non finisse mai!!!
Brava, bravissime tutte e 3 ❤
Vi adoro

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