Un capitolo che ricalca il suo titolo, un capitolo giusto. Brutto e triste ma ci sono diverse cose da considerare, in primis sono molto contenta che non fosse il cpaitolo di Kei e Tetsu perché sarebbe troppo presto, voglio vederli smangiarsi fegato e mani mentre l'UST raggiunge livelli epici di massima soddisfazione. Poi è anche un capitolo in fondo che racconta quello che potrebbe essere una cosa normale: i ragazzini (maschi o femmine che siano) spesso sono scemi, il cervello perde qualche sinapsi con gli ormoni di mezzo e molto spesso si fanno scelte sbagliate, e non ci sono seconde prime volte. L'importante è imparare da un'esperienza negativa e farne tesoro, sperando di incontrare qualcuno che potrà migliorare il ricordo. Non cancellarlo, perhcé i ricordi non si cancellano, ma mettere il resto in secondo piano. E tutti noi sappiamo e vogliamo che sarà con così con Kuroo, perché ci hai lasciato troppe briciole di pollicino per non intuire che sarà così (dal regalo di Kenma dei momenti felici ad altre piccoli riferimenti sul futuro che sarà).
Amare gli spazi ristretti ma non sentirsi constretto è un'immagine che rie sco ad ave re ben chiara e la vedo molto adatta al carattere di Kei: libertà assoluta ma lontano dagli sguardi degli altri.
Indipendente, sicuro, spro vve duto e idiota sono aggettivi che accompagnano que sto arrotolarsi di presente e passato - anche se i tempi si fanno se mpr e più vicini. Adoro questo s tile narrativo, un po' presentee un po' passato... l'ho usato un sacco per scrivere e amo leggerne.
la breve conversazione con Aki che in parte ha intuito cosa stia passando per la testa di Kei ma al tempo stesso sa che il suo fratellino non è pronto e forse nemmeno capace di parlarne. Però quando vorrà, Aki sarà lì con lui pronto a offrirgli tutto quello di cui avrà bisogno.
Mi è piaciuto il flirtare diretto e al tempo stesso impacciato, il modo in cui a Kei non interessi del giudizio altrui (o almeno appartemente) e di come invece Shuto sia così ossessionato e terrorizzato all'idea che possa essere interessato da Tsukki.
L'incontro con in mensa con Kei che prende le difese con yama l'ho amato molto, perché comunque si vede che ci tiene che la gente gli porti rispetto (e in fin dei conti Kei lo fa con Yama, abbiamo visto farlo un po' meno con Kuroo - come giustamente lui gli ha rinfacciato con quello chiaffo morale) e che il resto riguarderà solo loro due.
Se non altro, è bello da far schifo. Così, da vicino, con gli occhi aggrottati, la tensione scolpita nella mascella squadrata, le labbra socchiuse, una vena del collo in rilievo, gli è parsa la materializzazione di tutte le più sconce fantasie erotiche del repertorio Tsukishima.
[...]
«Me ne fotto delle tue regole!»
«Allora stai a vedere che ti fotti solo quelle... »
Le regole di Kei, il suo porre dei paletti, il suo limitarsi alla meccanica capendo che la cosa non può essere del tutto priva di attrazione non può funzionare, non per una prima volta, dove l'eccitazione e i sentimenti - anche solo una sbandata provvisoria, la classica cotta - è essenziale perché qualcosa di così profondo e intimo possa funzionare. Non sempre funziona, ma spesso aiuta.
Perché in fondo, se l'è proprio cercata. Perché ha commesso un errore di valutazione dietro l'altro.
Davvero, avrebbe dovuto capirlo alla partita. O al tavolo della mensa. O in libreria. O l'altroieri, alla fermata dell'autobus. E invece ha pensato di poter passare sopra al suono degli allarmi interni, alla voce della ragione. Ha dato a quel suo corpo avido e irragionevole così poca importanza da credere che non servisse difenderlo.
Ecco, appunto.
Non crede all'amore, ma al rispetto ci crede. E in questo caso, non ne ha avuto abbastanza per se stesso. E in fondo l'errore è tutto qui.
Tsukishima Kei sbaglia, ma mai due volte nello stesso modo. Sbaglia, ma va avanti sempre.
Eco, questo pezzo, insieme a quel Cresciuto che determina l'aggettivo giusto di questo capitolo sono un po' l'essenza. Kei ha fatto delle considerazioni, ha voluto buttarsi in qualcosa che credeva di poter gestire ma che non ne aveva né la maturità né i mezzi, ha creduto che fosse solo una cosa da fare e non da sentire, puro e mero piacere, ma mettersi nelle mani di qualcuno di cui non ti fidi, quando poi le cose non vanno, è tremendo, doloroso e ne esci malissimo.
Mi sto facendo un po' di viaggi mentali nella mente di Kei, credo che sia si cresciuto, che mentalmente sia pronto a quello che il rapporto fisico con Tetsu porterà e ne apprezzerà appieno tutti i risvolti, ma senza il sentimento - che abbiamo visto esserci eccome - e senza quel po' dio sicurezza che potrebbe valerna la pena, Kei non era pronto a lasciarsi andare. In fondo, probabilmente, lui la sbandata per Kuroo sde l'è presa anche fin troppo bene, ma non era pronto a essere usato, a essere un esperimento dell'altra sponda o un divertimento momentaneo. Ha preferito torturarsi e negarsi finché non ha cominciato a capire che per Kuroo non era né un esperimento né qualcosa di momentaneo, ma che con lui è stato più serio di altri. E sì, in fondo Kei non ha del tutto sbagliato a tenerlo un po' sulle spine. Magari in un prossimo futuro racconterà a Tetsu di questa storia e lui capirà molto di più di quello che Kei gli dice, lo abbraccerà, ripenserà a quanto ha pensato per farlo cedere, per convincero a farsi dare retta, e riderà, in barba a quel Shuto che non sa cosa si è perso ma in fondo non potrà non ringraziarlo un pochi, perché così Tsukki è tutto suo e forse questa esperienza l'ha reso la persona migliore che Kuroo ama... me la sto viaggiando troppo, eh?
Un capitolo difficile, ma necessario e comunque bello come sempre <3
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