Recensioni per
Noi saremo gli avi di nipoti che ridono
di Old Fashioned

Questa storia ha ottenuto 39 recensioni.
Positive : 39
Neutre o critiche: 0


Devi essere loggato per recensire.
Registrati o fai il login.
Recensore Master
29/01/23, ore 11:58
Cap. 3:

Ho sempre di più l'impressione di portare sfiga. Stavo giusto pensando "chissà come se la cavano i nostri cari soldatini mangiakrauten". Ed ecco che, tra il lusco e il brusco, arriva la sorpresina dritta dritta dove non batte il sole. E per di più, sono in pieno territorio nemico, coi soldati sovietici che saranno senz'altro più che disposti a fargli gratis un'allargamento del pertugio. Spero che il buon Schultz non me ne voglia, ma...

(all'improvviso, alle spalle di Spangler compare Schultz armato fino ai denti e incazzato nero)

SCHULTZ: Adesso me la paghi, italianen portasfiga di stokazzen!

SPANGLER: Ehm...meglio che chiudo qui, caro Old. Alla prossima!

Recensore Master
28/01/23, ore 13:36
Cap. 3:

Carissimo ogni movimentazione delle truppe è la tappa di un viaggio verso l'inferno, davvero come dicevi tu si è trattato di una guerra strada per strada e casa per casa.
In questo capitolo la situazione, già delicata, è precipitata ulteriormente a causa dell'attacco esplosivo.
Schultz coi suoi è rimasto isolato in pieno territorio nemico con ben poche speranze che possa arrivare una missione di recupero.
Senza i mezzi tecnologici di oggi deve fare affidamento su una giovane staffetta e già questo la dice lunga su quanto sia precaria la situazione, la ha la responsabilità del comando ma credo che in casi come questi al di là dell'esperienza conti la determinazione, la fiducia nei propri soldati.
Anche se c'è stato un momento in cui ha considerato che un colpo di pistola per Hofmann fosse più misericordioso di una morte tra le fiamme, sono sicura che il capitano voglia spendere prima tutte le risorse per resistere e sopravvivere.

 

Recensore Master
28/01/23, ore 12:39
Cap. 3:

Carissimo!
Weber è la vera macchina da guerra, panzer o altro, non è solo un appoggio per il suo comandante. Il fatto che non sorrida mai mi attrae in senso inquisitorio, soprattutto pensando alla storia già letta, che lo vede in primo piano. Vorrei comprendere presto il suo percorso antecedente (e so che ci stai lavorando). ^^
Anche Schultz in fondo non lo conosce, ma a giudicare dal fatto che lo incuriosisca e lo stimi, contando che ha esperienza di situazioni e uomini, è indicativo.
Felice (si fa per dire) di apprendere che Hoffmann è solo ferito, il suo punto di vista e il suo modo di considerare le situazioni mi piacciono molto, vicino a Shultz crea un buon equilibrio, oltre a essere un uomo efficiente. Peraltro le sue condizioni critiche sono l'occasione per leggere nell'ufficiale più alto in grado un lato paterno e protettivo. Non credo si tratti solo del rapporto con un subalterno che è il suo attendente, penso farebbe così con tutti.
Mi piacciono molto i tuoi flashback, al punto giusto, spiegano senza riassumere e chiariscono bene i vissuti e le personalità dei protagonisti.
Alla prossima! :)

Recensore Master
28/01/23, ore 06:09
Cap. 3:

Buongiorno
Trovarsi in una situazione del genere dev'essere davvero orribile.
Insomma, ora serve tutto il coraggio e la forza di questi uomini per sopravvivere in questa situazione!
Isolati, senza sapere se qualcuno tornerà a cercarli o se riusciranno a ritrovare i compagni, oppure se il nemico li individuerà e annienterà.
In questo capitolo ci mostri chiaramente quanto sia importante il gruppo e l'unità tra i componenti al fine di cercare di affrontare nel modo migliore possibile ogni difficoltà, anche estrema.
I ragazzi sono forti, preparati, decisi... Credono nelle loro idee e nei loro corpi, anche se feriti. In qualche modo ce la faranno.

Recensore Veterano
27/01/23, ore 19:29
Cap. 3:

Carissimo, sono io che (anche se in criminale ritardo) provo una particolare commozione approcciando questo capitolo.
Un po' perché sono stata in quella zona e mi ricordo ancora il freddo pungente, umido, che ti penetra fin nelle ossa. Sento ancora il morso dei geloni alle mani. Non è stato difficile immaginare il viale dove è ambientato l'attentato, e ti dirò di più.
Di fronte all'albergo in cui alloggiavo c'era (e c'è tuttora) un cinema: il Pieramoha. Adesso è stato restaurato, ma quando andai io era diroccato, scrostato, piuttosto malmesso e, se la memoria non m'inganna, l'insegna era diversa, forse c'era addirittura una falce e martello in stucco bianco al suo posto. Ecco, nella mia testa ho sempre ambientato lì questo racconto.
Mi commuovo, innanzitutto, perché so che hai fatto tutto il possibile per soddisfare le mie richieste e questo mi tocca nel profondo del cuore. Ma mi commuovo anche, e soprattutto, vedendo un giovane forte e coraggioso, un uomo buono, come Hofmann ridotto in quello stato. Ogni volta che rileggo questo racconto sento una fitta al cuore per lui. E mi commuovo anche leggendo dell'abnegazione con cui Shultz si prende cura di lui, arrivando addirittura a levarsi la giacca per stendergliela addosso e donargli un poco più di calore.
Che fa davvero la differenza, in quelle zone. Io non mi sono mai trovata in una situazione del genere, ma un giorno (complice la giornata di sole) ho pensato male di uscire a fotografare il lungo fiume senza giacca pensando che tanto il felpone imbottito sarebbe stato sufficiente. Tempo un'ora e avevo già i geloni sulle mani. Sono rimasta un'ora in albergo, avviluppata nel piumone a fissare il vuoto tremando nel tentativo di scaldarmi.
Posso solo immaginare come dovesse stare Hofmann, ferito, febbricitante e spaventato, magari, in quel freddo terribile. In una circostanza simile anche un gesto in apparenza banale, come stendergli addosso la propria giubba a mo' di coperta, anche se è poco, può fare una differenza enorme. E di certo non è poco per Schultz, che si priva di un indumento indispensabile per proteggere il proprio subalterno. Come un padre che si toglie il pane di bocca per il proprio figlio.
Vorrai perdonare la mia superbia, carissimo, ma credo che la mia commozione sia un po' più grande della tua.
No, no, non sto piangendo: mi è solo finito un blindato nell'occhio.

Recensore Master
27/01/23, ore 18:26
Cap. 3:

Carissimo^^
I nostri soldati sono vittime di una violenta imboscata, ancora una volta il capitano Schultz si ritrova ad affrontare una situazione drammatica. I suoi uomini sono feriti, isolati e con ben poche speranze di sopravvivenza, ma non tutto è perduto.
Ci ricordi come questi soldati siano semplicemente dei ragazzi, come il giovanissimo caporale Altendorf. Ma nonostante la loro giovane età possiedono coraggio e un'enorme forza di volontà.
Il fidato sergente Hofmann è in gravi condizioni, ma è ancora vivo grazie alla fredda determinazione del suo superiore. E' stato commovente vedere come Schultz si prende cura dei suoi sottoposti, preoccupandosi per loro quasi come un padre.
Schultz è un buon comandante, non mente ai suoi uomini per rassicurarli, ma cerca di infonder loro coraggio e fiducia senza illuderli.
Il flashback ci dimostra che Schultz ha sempre anteposto il dovere ad ogni cosa, non per crudeltà, ma perché è un uomo che conosce bene le regole della guerra.
I ragazzi sono in difficoltà, ma almeno possono considerarsi in buone mani sotto il comando del capitano.
Il povero soldato Welke sembra essere corso incontro al pericolo...voglio sperare che non faccia una brutta fine. Attendo con ansia il prossimo capitolo.
Complimenti, è sempre un piacere leggere i tuoi racconti di guerra, intensi e appassionanti, ma anche pieni di umanità.
Alla prossima! :)

Recensore Master
25/01/23, ore 21:05
Cap. 2:

Per prima cosa non posso esimermi dal tributarti un entusiastico plauso per il modo in cui descrivi le scene, da quelle statiche intimistiche a quelle dinamiche, soprattutto quelle in cui ci catapulti direttamente dentro l'azione e leggerti è ancora meglio che essere al cinema.
Ho apprezzato tantissimo come hai sottolineato il rispetto per il nemico, una cosa vera e risaputa da chi ha combattuto. Non ci sono buoni e cattivi nelle guerre, ma solo soldati che spesso sono solo dei ragazzini mandati al macello, da una e dall’altra parte in nome di ideali, spesso fittizi.
Con questa frase:
il marxismo non ha nessuna intenzione di liberare Spartaco dalle sue catene: vuole solo forgiargliele con un metallo diverso
hai cesellato un ritratto oserei dire semplicemente perfetto e mi taccio perché non vorrei addentrarmi in sentieri troppo impervi!
Mi piace molto leggere una storia dal punto di vista dei tedeschi, cosa che purtroppo non è molto fruibile nei nostri libri di storia, trovo la cosa molto interessante e mi rendo conto di quanto poco siamo obiettivi in certi frangenti.
Grazie per gli interessanti spunti di riflessione e complimenti come sempre per la tua bravura di narratore.
Alla prossima!
(Recensione modificata il 25/01/2023 - 09:06 pm)

Recensore Master
24/01/23, ore 10:10
Cap. 2:

Un momento di profonda riflessione, tra gli sbuffi della sigaretta.
Il Capitano medita sulla sua gioventù da comunista, prima entusiasta e poi disilluso, dopo aver confrontato testi ed autori sulle teorie marxiste. Bisogna pur credere qualcosa, in questa vita, e un giovane tedesco degli anni '30-'40 era portato ad abbracciare l'ideologia nazionalsocialista: se si ha rigore storico si comprende il perché di certe scelte, senza condannarle a priori. Ci credevano, quei ragazzi, erano sinceramente convinti di fare qualcosa di giusto, anche al punto da ritrovarsi feriti e mutilati in una brandella della Croce Rossa. Il giovane Schultz diventa un Capitano e cerca di fare bene e correttamente il suo lavoro di soldato, anche prendendosi cura dei suoi sottoposti. Medita, quindi, e poi va a trovare i soldati feriti, tra cui il diciottenne Fuchs. Una scena di una tenerezza disarmante, quella che ci hai regalato, caro Amico ed Autore.
La voce del ferito aveva un tono quasi angosciato: “Non vedrò più Fischer, Ladowski, Berger, Linde… e il sergente Hofmann e il signor capitano.”
Famiglia, io vedo una famiglia. Sono questi, i feroci, gli orchi,  i baubau delle favole? 
Un ragazzo biondo ferito che sta per tornare a casa sua in licenza e che soffre non solo per i buchi sul dorso, ma anche perché sente già la mancanza di questa nuova famiglia, fatta di commilitoni e di superiori.
Poi arriva un attacco del nemico, come da prassi... siamo in guerra, no? 
Ma nessun attacco può esimerci dal meditare, dal fumare una sigaretta in compagnia, dal portare conforto a un ragazzino ferito.

 
(Recensione modificata il 24/01/2023 - 10:12 am)

Recensore Master
23/01/23, ore 17:01
Cap. 1:

Carissimo,
ritrovarti, ogni volta, è una sorpresa più che gradita.
E' come un ritorno a casa, dove sai che troverai solo cose buone.
La bellezza della tua penna mi colpisce una volta di più, specialmente quando tratti di argomenti storici di cui sei padrone assoluto.
Apprezzo in generale i racconti di guerra, perché che ci piaccia o meno la Storia dell'Umanità è costellata di battaglie, di popolo contro popolo, di uomo contro uomo. Non esistono guerre "giuste", lo sappiamo, ma senza indulgere in retoriche ed in idealismi facili e banali, occcorre vedere ANCHE questi come spaccati di vita umana.
Che ci piaccia - mi ripeto - oppure no.
E possiamo vedere bellezza ed umanità anche nel corso di una operazione di guerra. Il capitano Schultz l'ho già eletto come IL personaggio: è bellissimo lui, sì. Seppur ordina di ammazzare il nemico - e cosa potrebbe fare, un militare nel corso di un'azione di guerra? mandare mazzi di rose? - ci sono bontà, coraggio, generosità ed abnegazione da parre sua. Basti vedere come tratta i suoi sottoposti: ci sono datori di lavoro che trattano i subordinati in modo disumano. Invece abbiamo qui un capitano che si comporta quasi paternamente, con i suoi soldati. Adoro vedere come si rapporta con il tenentino coraggioso e a tratti temerario; per non parlare di quando si carica sulla schiena il diciottenne ferito, tranquillizzando il commilitone dello stesso, angosciato per l'amico.
Ci può essere bellezza, ripeto, pure in un racconto di guerra: e tu con la tua delicatezza sei in grado di mostrarcela.
Anche in una guerra.
Anche nella guerra fatta e creata dai "cattivi" di sempre, per ideologico sentire...
 

Recensore Master
22/01/23, ore 11:56
Cap. 2:

Lasciatelo dire, questo capitolo è ancora più figo del precedente. Sembrava di guardare un film tipo Salvate il soldato Ryan o I cannoni di Navarone, da tanto che erano vivide le scene. Per qualche attimo ho pure avuto la sensazione di stare lì in mezzo ai soldati, a cui sto seriamente già cominciando ad affezionarmi. E' un pò insolito, visto che siamo solo al secondo capitolo, eppure è così. Intanto ho già individuato il mio personaggio preferito: il simpaticissimo capitano Schultz! Simpatico come il sergente di Full Metal Jacket, ma fa lo stesso. Mi piace soprattutto perchè è molto intelligente, come dimostrato nella scena in cui ricorda i suoi trascorsi da sinistroide. Ottima anche l'analisi dell'Unione Sovietica, un pò meno quella sulla Germania nazista. Ma d'altronde è il punto di vista di un uomo di questo determinato contesto storico, quindi ci azzecca alla perfezione.

Complimenti di nuovo per il capitolo, alla prossima!

Recensore Master
22/01/23, ore 11:33
Cap. 2:

Carissimo nel breve spiraglio della tregua che apre questo capitolo riusciamo a dare uno sguardo non solo al modo in cui il Capitano Schultz e i suoi uomini si sono riorganizzati, ma anche ai pensieri dei singoli protagonisti.

C'è chi si abbandona a considerazioni filosofiche e sociali e chi fa trapelare squarci di vita privata; i soldati sono anche uomini, sotto qualunque bandiera combattono.
Molto bello il flashback della riunione comunista, questo dibattito mi sembra ancora così attuale... :) e non solo perché capitalismo e socialismo si confrontano ancora oggi, ma per via della scarsa disponibilità ad ascoltare le opinioni non allineate.

Un attimo dopo siamo già nel pieno di un attacco russo, posso solo immaginare quanto fosse logorante per chi combatteva al fronte sopportare una simile pressione, ma come dice il Capitano c'è più di qualche chilometro di terra in ballo e penso che pure i russi ne fossero consapevoli :)
(Recensione modificata il 22/01/2023 - 11:35 am)

Recensore Master
21/01/23, ore 07:23
Cap. 2:

Buongiorno
In fondo il finale è vero... Sono stati avi di nipoti che ridono... Ma non per la guerra .
Tuttavia la Storia è un percorso lungo e soprattutto ha le sue pieghe. Quindi siamo frutto di ciò che è stato, che sia accettabile o meno. Bisogna guardare avanti.
Il capitolo naturalmente è incentrato sul conflitto in corso, bella lettura, vivace e... Non si può mai star tranquilli, in guerra. Il nemico in fondo è come te, vuole vincere o quanto meno sopravvivere.
Una riflessione indiretta che mi ha colpito molto è stata quella che mi è venuta spontanea leggendo la parte centrale del capitolo, quella riguardante... Il cambio di rotta politica. Incredibile come le idee di un partito possano sfociare nel fanatismo di alcuni, ( attenzione perché poi questo fa anche parte della Storia italiana fino a poco tempo fa...) , però hai mostrato con chiarezza come certe nuove convinzioni possano portare a un cambiamento radicale di pensiero. Pensiero che può essere poi divulgato, condiviso e seguito da tanti altri.
Ok, il mappazzone l'ho fatto anche io, mi scuso.
Buon fine settimana!

Recensore Master
20/01/23, ore 21:28
Cap. 2:

Carissimo^^
La prima parte del capitolo è dedicata al riposo del soldato, che pur restando vigile, può rilassare i nervi e lasciare vagare la mente.
Ovviamente tra le prime preoccupazioni di Schultz ci sono i compagni feriti. Da buon comandante si sente in dovere di stare vicino ai suoi uomini, soprattutto nei momenti di difficoltà, la sua preoccupazione è lecita e commovente.
Il flashback sul passato del capitano ci rivela che egli è sempre stato pronto a battersi per ciò che riteneva giusto, per il futuro del suo popolo e per preservare i valori in cui credeva. Non è certo uno di quelli che si limita ad eseguire gli ordini, anzi, quando si è trovato in disaccordo con i suoi connazionali non ha esitato a schierarsi dalla parte opposta.
Molto interessanti le riflessioni politiche e sociali, che rivelano che il capitano Schultz non è solo un uomo d'azione, ma è anche un uomo di cultura. La sua determinazione nel sconfiggere il comunismo è comprensibile, così come sono condivisibili le motivazioni che lo hanno portato al fronte. E' giusto contestualizzare il mondo in cui questi uomini hanno preso le loro scelte, purtroppo ad oggi è facile giudicare a posteriori, con la certezza di conoscere le verità sul lato giusto della Storia. Questo approfondimento rende i tuoi personaggi umani e reali.
Tornando a noi, mi sono commossa con Kammerer e Dieter, la loro profonda amicizia è davvero bellissima. E' significativo che il ferito si senta in colpa per dover abbandonare il compagno di battaglia, tutto ciò che vorrebbe è tornare a combattere al suo fianco.
La seconda parte del capitolo è invece dedicata alla pura azione, sempre dinamica e coinvolgente. Sei sempre bravissimo a descrivere scene di guerra, con particolare attenzione ai dettagli.
Anche nel mezzo degli scontri, tra sangue ed esplosioni, questi uomini rimangono imperturbabili.
Complimenti, un altro splendido capitolo che ho letto tutto d'un fiato^^
Bravissimo, non vedo l'ora di leggere il prossimo!
A presto! :)

Recensore Master
20/01/23, ore 20:44
Cap. 2:

Carissimo,
solo tu riesci a usare la lingua italiana come un saliscendi che crea suspense e descrive in modo tanto vivido i fatti.
In particolare la battaglia, sei nel tuo elemento e lo padroneggi a meraviglia, portandoci in mezzo alla carneficina con angosciante crudezza.
Ottima la descrizione del punto di vista del comandante, che permette a sua volta di cogliere le sfumature personali di ogni soldato ai suoi ordini.
Weber serafico e "pronto per un'ispezione" mi ha strappato un sorriso dopo la sequenza spasmodica della battaglia.
Ho seguito con interesse anche la confutazione di Schultz al marxismo, l'interlocutore era basito e sicuramente non alla sua altezza nel dibattito filosofico.
Si capisce che il capitano è un uomo di saldi principi e le parole che rivolge a Hoffmann appaiono terribilmente profetiche.
Attendo il prossimo capitolo. Un bacio e a presto! ^^

Recensore Veterano
20/01/23, ore 19:04
Cap. 2:

Carissimo, eccomi di nuovo per ringraziarti di questo capolavoro.
E' un capitolo molto duro, questo, difficile da digerire. Perché dà veramente l'idea dei sacrifici fatti da una generazione "non nobis sed in nomine tuo" per le nostre, che siamo i nipoti e non stiamo ridendo.
Vuoi perché in quelle zone si combatte ancora, vuoi per la crisi climatica, vuoi per la recessione economica ormai costante, vuoi per il terrorismo islamico e non, in 25 anni non ricordo un momento in cui non ci fosse qualcosa di spaventosamente preoccupante all'orizzonte.
Del resto, se ci si ostina a voler mettere sotto il tappeto tutto ciò che non aggrada all'opinione pubblica, a non prendere coscienza del passato, continuando a ripetere a pappagallo quello che a qualcun altro fa comodo non se ne esce.
E fa male, fa male davvero, perché chi sa che davvero c'erano dei ragazzi che sono tornati a casa con un buco largo un pugno nel petto, che non sono mai più stati quelli di prima, ma che hanno continuato a dire: "ma che importano braccia, gambe, anche la testa." in virtù non solo di un'idea, che pure è un motore molto potente, ma nella speranza concreta di poter migliorare la vita di tutti.
Come storico, il mio compito è di riportare i fatti, senza ergermi a giudice di chi ha vissuto all'epoca, perché non c'ero e non posso sapere, ma provo un grande dolore, oggi, con la consapevolezza che tutto questo sia stato vano.
Da tutte le parti, eh, perché non abbiamo avuto il comunismo, magari, ma il capitalismo liberale si è evoluto nel capitalismo consumista odierno e tutti abbiamo sotto gli occhi i danni che ha fatto. E questo è un mostro ben peggiore di quelli che i nostri avi hanno combattuto per scacciare.
Però, un po' di speranza resta, perché comunque gli esempi da seguire nei nostri avi ci sono (ognuno scelga quello che gli è più congeniale) e loro sono la prova che il genere umano è riuscito a rialzare la testa anche in condizioni così disperate come le loro.
Magari, non è tutto perduto neanche per noi ^^