Titolo migliore non poteva esserci, la mia piccola sta soffrendo le pene del inferno, beh come ha detto Juvia lei No, Lucy doveva tirarsene fuori, al più presto dico io, mentre per Nastu ho solo una cosa da dire, io aspetto il Karma, che prima o poi farà quello che deve fare, Sting mi piace, se lui riuscisse in un modo o nel altro a far dimenticare Nastu a Lucy bene venga, Juvia e Lyon non gli vedo messi bene, credo anche io che l'albino nasconda dei segreti, con questo pezzo sono morta:La sera prima…
“Ehi Luce.” l'aveva salutata il rosato con il suo sorriso, uno di quelli da bambino spensierato e felice che Natsu rivolgeva quando era allegro.
Un sorriso che poteva avere tante forme diverse a seconda delle emozioni del suo portatore ma che, in qualsiasi forma o modo si modellasse sulle labbra, per lei era semplicemente il più bello di tutti.
“Ho portato questa!” aveva detto facendo dondolare lievemente la bottiglia di vino bianco tra le mani.
“Ma dai!” le disse afferrando la bottiglia con una mano e lei per l'altra invitandola a entrare “C'era bisogno di tanta formalità?”
Lucy gli fece una linguaccia mentre entrava in quell'appartamento che non avrebbe dovuto sentire come familiare… no, non lei. Magari se si fosse considerata solo una sua amica… ma per lei non era questo, non voleva solo essere questo.
“Hai parlato di una notizia importante.” gli ricordò nascondendo appena la curiosità e anche lo scompenso cardiaco che provava a ognuno più piccolo movimento rivolto a lei come quello di prenderle il cappotto per appoggiarlo sull'appendiabiti.
Con il tempo era riuscita a destreggiarsi bene con le sue emozioni e ora nonostante il batticuore, il respiro corto e lo stomaco sotto sopra aveva imparato a mostrarsi niente di più che un'amica, anzi la sua migliore amica… il che era anche peggio vista la sua situazione!
“E poi i miei capi mi pagano abbastanza per permettermi di comprare qualche bottiglia di vino pregiato, cosa credi?”
“Prego allora!” aveva detto lui e dopo uno sguardo combinato scoppiarono a ridere.
Natsu era arrivato dietro l'isola in cucina per aprire la bottiglia e lei lo stava osservando. Dicendosi che quando lui era distratto e quando lei non doveva concentrarsi perché stavano lavorando poteva anche osare e osservarlo in ogni suo più piccolo movimento. Era da disperati masochisti e forse anche un po’ da stalker inquietanti, ma lei doveva accontentarsi di quello, perché da tempo aveva capito che niente e nessuno sarebbe riuscito a fargli togliere Natsu Dragneel dalla testa... e dal cuore, purtroppo.
“Accomodati, Lu.” la richiamò dai suoi pensieri in concomitanza con il tappo della bottiglia che saltava dalla stessa.
Aveva annuito dirigendosi verso la tavola a poca distanza restando non poco sorpresa nel vederla adornata di tanti piatti tra i quali i suoi preferiti. E a quel punto un pensiero… un piccolo piccolissimo pensiero fu capace di scatenare dentro un maremoto di emozioni che le bloccarono i muscoli in primis facendola restare all'in piedi dietro la sedia come fosse diventata un blocco di marmo.
“Non dirmi che hai cucinato tutto tu, Dragneel.” lo prese in giro.
“E rischiare di rovinare le ultime belle giornate che l'autunno ci sta regalando prima dell'inverno?” stette allo scherzo Natsu comparendo alle sue spalle, a una distanza quasi inesistente per versarle del vino.
Lucy non capì neppure come avesse fatto a non sobbalzare, forse era tutto dovuto ancora a quel pensiero. Natsu era sempre stato carino con lei, d'accordo era anche sadico a volte, si divertiva a farle scherzi, a prenderla in giro, ma quando era soli lui era anche… anche così, ancora più dannatamente irresistibile se dolce e premuroso e forse era a causa di quel fortissimo pensiero che quella sera le sembrava ancora più vicino del solito.
“Che la sua notizia riguardasse te?” ammise finalmente quel pensiero una vocina dentro di lei e subito quella palesata domanda la portò ad arrossire, una reazione che Natsu non potette non notare vista la vicinanza.
“Wow, ti ho fatto addirittura arrossire, Heartphilia!” la canzonò “Sarà che ci sono tutte cose che ti piacciono, non è vero? E fidati, sono anche buone perché non le ho cucinate io.” scherzò ancora ridendo di gusto.
“Ah bene, quindi la buona notizia è che tu non vuoi avvelenarmi!” disse ridendo anche lei prendendosi il bicchiere di vino “Mi sento di dover brindare.”
“Per così poco, Luce? Sai che non potrei mai fare a meno te.” le rivelò con tono sbarazzino e inconsapevole di quanto avesse accresciuto dentro di lei determinate aspettative prima di prendere il bicchiere e versarvi del vino anche per sé “Cosa dirai allora quando ti darò la vera notizia? “
Lucy quasi rischiò di soffocare per come quella frase avesse comportato un incrocio fra i loro sguardi e i suoi occhi verdi erano così belli e luminosi da farla sperare… un pochino ancora in più.
“Però iniziamo a mangiare, ok?”
“Ok.” rispose semplicemente continuando a sorridergli mentre si sedevano l'uno vicino all'altra iniziando a parlare praticamente di tutt'altro.
Questo perché era sempre stato così fra di loro: ci tenevano ad ascoltarsi oltre che a divertirsi, scherzare e a prendersi in giro. Per questo Lucy a volte non riusciva a non sentirsi in colpa, perché sapeva che Natsu con lei era praticamente e sempre sincero, a volte anche a suo discapito per come gli piacesse raccontare e pavoneggiarsi di alcune notti folli, anche nella sua situazione… lei invece… non lo era mai, del tutto sincera, perché c'era quel sentimento dentro di lei che scalciava come può fare un bimbo vivace nel pancione di sua madre, come scalcia e dribbla un professionista dinanzi a tanti avversari, il cui unico obiettivo è quello di arrivare alla porta e segnare. Tanti erano stati gli ostacoli che lei aveva cercato di mettere dinanzi a quel sentimento, ma puntualmente quello continuava a vincere ogni qualvolta che quelle due pozze di smeraldo la guardavano e che il suo corpo fosse così vicino al proprio, ogni volta che rideva, che faceva una battuta, ogni volta che gioiva per un affare andato bene o perché non si abbatteva mai dinanzi a un problema.
“Hai capito o no che cosa è stato in grado di dire Ignia?” aveva chiesto retoricamente lui mentre infilava l'ultima porzione di vino a testa nei loro due calici dopo che avevano terminato anche il dessert.
Lucy rise tenendosi una mano sullo stomaco. In fondo aveva imparato a fare anche questo: restare attenta a ogni cosa o parola intorno a lei e a perdersi in quei pensieri che sicuramente non si addicono a una migliore amica.
“Posso dire senza ombra di dubbio che Ignia è il più matto fra i fratelli Dragneel.” ammise riuscendo a stento a smettere di ridere “Senza offesa, Salamander.” lo chiamò con quel soprannome che da sempre i fratelli e gli amici più cari avevano dato a Natsu per il suo essere una testa calda.
“Figurati, Lu.” ammise facendosi serio “In fondo è vero che questa salamandra si è un po’ impigrita.. in senso buono ovviamente.” aggiunse facendo tintinnare i loro bicchieri.
Anche Lucy divenne seria al di là di quello che avrebbe potuto pensare qualcuno che l'aveva vista scolarsi mezza bottiglia di vino, lei che con l'alcool non aveva tutta questa dimestichezza.
“Devi dirmi qualcosa, Natsu?” chiese senza riuscire a nascondere una certa trepidazione.
“Si, Luce, devo.” sospirò posando il suo bicchiere e sedendosi in modo da averla di fronte.
Lucy si mise nella stessa posizione e per un istante si guardarono soltanto con in mente pensieri diversi… anche se oramai dentro di lei si era creata la speranza che fossero per una volta sulla perfetta lunghezza d'onda, che lui fosse lì, dove lei lo stava aspettando.
“Quello che sto per dirti è importante, Lu. Riguarda la mia vita e visto che nella mia vita tu sei un tassello importante non potevo non coinvolgerti.”
Non riuscì a fare nient'altro se non che annuire, sentendo il cuore iniziare la sua consueta corsa folle verso chissà quale meta.
“La tua grande notizia riguarda anche me?” riuscì a chiedere dopo poco, quando vide che Natsu si era improvvisamente innervosito viste le mani che si strofinavano l'una contro l'altra.
“Si,” ammise lui “Riguarda te, me… e Lisanna ovviamente.”
“Li… Lisanna?”
“Certo. Io… io voglio chiederle di sposarmi e ovviamente sarei felice che tu mi facessi da testimone, Luce.”
Nessun castello di carte sarebbe mai potuto cadere più rovinosamente di quello che aveva costruito lei da quando aveva iniziato a pensare che la sua notizia riguardasse lei e lui, solo loro due. Fu come se fosse stata svegliata di soprassalto da un sogno bellissimo, come se dopo aver percorso una lunga galleria al buio avesse trovato sì la luce, ma nulla sotto i suoi piedi e ora stava rotolando giù da un precipizio senza trovare appigli per salvarsi. Lucy tossì senza aver bevuto niente, per questo prese subito il suo bicchiere finendo in un attimo. Ne cercò ancora di vino, ma non ne trovò nella bottiglia. Natsu la capì al volo e in un lampo raggiunse il frigo per prenderne una che aveva lui, la stappò con la stessa rapidità con la quale l'aveva presa e versò il liquido frizzantino nel suo bicchiere. Non riusciva a parlare, lei non parlava e il suo sguardo perso era per la prima volta indecifrabile ai suoi occhi.
“Sai, mi sarei aspettato una reazione del genere da uno dei miei fratelli, Lu, non da te.” le sussurrò con tono divertito atto a stemperare un po’ la tensione.
Si, perché si era creata tensione, ma mai e poi Natsu sarebbe riuscito a capirne il motivo. Restava comunque preoccupato, perché il solo pensiero di non averla con sé nel compiere quel passo tanto importante, lo stava innervosendo oltre che destabilizzando.
Lucy stava concentrando tutta se stessa nel non lasciar trapelare nulla e ciò le aveva impedito di pensare a una risposta che giustificasse la sua totale mancanza di felicità a quella batosta, a quel colpo in pieno stomaco che l'aveva fatta piegare in due e mettere in ginocchio. Faticava a rialzarsi, faticava a respirare, dannazione, le stava crollando il mondo addosso e lei non sapeva da che parte cominciare per non farsi schiacciare!
“No, è che…”
“Lo so, forse non è tanto che stiamo insieme, ma credo che sia lei la donna giusta per me.”
Lucy si riempì di nuovo il bicchiere e continuò ad annuire anche mentre beveva come a convincersi che quello che lui stava dicendo fosse ciò che lei avrebbe dovuto rammentare per cercare questa volta di riuscire a toglierselo definitivamente dalla testa.
“Va bene.”
Il sorriso che le regalò fu l'ennesima stilettata al cuore.
“Davvero? Per un attimo avevo temuto il peggio.”
“E cosa precisamente? Che ti dicessi di no perché sono innamorata persa di te e che pertanto vorrei che non sposassi quella fantastica ragazza senza nemmeno un difetto che ti sei trovato e della quale dici di essere innamorato?” avrebbe voluto tanto dirgli mentre lui la stringeva forte e forse fu quella la prima volta in assoluto che il suo profumo le sembrò insopportabile e la sua vicinanza insostenibile.
Stava per esplodere, se lo sentiva, il cuore al centro del petto era un bomba a orologeria in cui timer stava per finire il suo conto alla rovescia. Si lasciò abbracciare e mettere in piedi e improvvisare una sorta di balletto strampalato e più lui rideva felice più lei dentro di sé si sentiva morire. Perché poi? Perché di tante persone sulla faccia della Terra lei doveva innamorarsi proprio del suo migliore amico nonché capo di lavoro? La vita a volte si diverte a fare la sadica bastarda e l’amore… ah non parliamo dell'amore: così dolce e innocente a volte, così pacato e piacevole… ma anch’esso cosi irruento e testardo, ribelle, violento, distruttivo…
“Natsu, scusami, io ora devo andare…” disse dopo quasi venti minuti durante i quali si era dovuta subire tutta una serie di riferimenti al matrimonio, ai preparativi, al suo ruolo, al fatto che lei fosse così importante da essere stata la prima alla quale lo aveva detto e così via.
Aveva resistito finché aveva potuto ma ora… ora non ce la faceva più.
“Ah.” non nascose il suo dispiacere il rosato “Come mai? È… è successo qualcosa?” le chiese vedendola alzarsi dal divano dove si erano sistemati per parlare a fine cena per prendere il piumino leggero infilandoselo addosso velocemente.
Aveva richiamato un taxi qualche minuto prima, sarebbe arrivato a momenti che sperava passassero il più velocemente dei nanosecondi.
“No, sono solo un po’ stanca. Sai, in questi giorni sono stata parecchio su di giri per il lavoro in vista della collaborazione con chi sai tu e poi.. credo di aver bevuto un po’ troppo.”
Natsu la osservò senza riuscire a toglierle gli occhi di dosso. Le sembrava strana, forse perché aveva bevuto effettivamente più del dovuto per una che aveva sempre saputo non avere grandi rapporti con l'alcool o forse perché davvero era stanca. In fondo sapeva benissimo quanto impegno Lucy mettesse nel suo lavoro, l'aveva vista fare i salti mortali per organizzare quell'incontro con la Sabertooth. Si alzò non appena si rese conto che si stava avviando alla porta tutta sola.
“Aspetta, ti accompagno.” le disse e Lucy gli sorrise dolce anche se il malessere era palese.
Il viso le si era appena spento di qualche tonalità, francamente stava iniziando a preoccuparsi.
“Tranquillo, ho già chiamato un taxi.”
“E quando lo avresti…”
“Andiamo, Natsu, in quanto tua testimone di nozze potresti anche starmi a sentire per una volta.” riuscì a scherzare dandogli una leggera spinta contro la spalla sinistra con la mano opposta.
Il rosato non sembrava del tutto convinto di quel suo comportamento, continuava a scrutarla con un interesse che Lucy avrebbe voluto fosse di altro genere.
“Stupida, stupida, stupida!” le elencava di continuo la coscienza per aver osato sperare così tanto.
“È che sono preoccupato, tutto qui. Effettivamente dal viso si vede che non ti senti bene.” le rivelò accarezzandola dolcemente senza nemmeno rendersi conto di quanto dolore involontariamente le stava causando.
Doveva essere davvero disperata se quel dolore le si era palesato così anche sul viso. Dannazione, perché? Perché proprio a lei? Si lasciò sfiorare solo per un nanosecondo prima di scostarsi, lei doveva assolutamente trovare una soluzione o… oppure avrebbe dovuto dirgli addio.
“Dai, ora vado.” disse “Il taxi sarà già arrivato.”
Natsu le aprì la porta accompagnandola lungo il portone d'entrata. Il taxi era già arrivato.
“Fammi uno squillo quando arrivi a casa, ok?” le disse con tono tenero che finì per distruggerla, ma anche per farla incazzare.
“Si, papà.” rispose con tono canzonatorio ma senza lasciar trapelare altro.
Natsu si sporse per ricevere il classico bacio sulla guancia che erano soliti scambiarsi quando si salutavano, ma quel bacio non arrivò. Lucy aprì il portone quel tanto che bastava per sgattaiolare via da lui. Salì nel taxi, ma alla domanda del conducente non rispose subito. Gli occhi le si offuscarono nel giro di un secondo e calde lacrime le scivolarono sulle guance ancor più rapidamente di quanto le fossero salite agli occhi.
“Signorina… signorina sta… sta bene?” balbettò il signore al volante che le si era girato con tono ed espressioni preoccupanti “Vuole andare in ospedale?”
Scosse la testa biascicando a stento l'indirizzo di casa sua. Tirò su con il naso aprendo la sua borsetta per sfilare un pacco di fazzoletti al suo interno. Era come se l'avessero appena rinchiusa in una camera angusta, aperto un serbatoio che presto l'avrebbe riempita d'acqua: sarebbe soffocata nelle sue lacrime e nel suo dolore, non aveva dubbi in proposito. Mentre asciugava il naso lo sguardo cadde sul contenuto della sua borsa. Prima che quel pensiero prendesse davvero forma dentro la sua testa le mani afferrarono il portafogli, controllò quanto avesse. Non era molto, ma dal momento che era già avviata…
“Aspetti… può portarmi allo Spriggan Twelve?” chiese poggiando una mano sulla spalla del conducente.
Quest'ultimo la guardò con occhi scrutatori e preoccupati.
“Signorina, vuole andare in discoteca così come…”
“Sì, ne ho bisogno.” disse rimettendosi composta, cacciando via le lacrime con un gesto indispettito della mano.
Se la sarebbe fatta passare quella malattia… in un modo o in un altro… Un bacione grandissimo ciao *________________________________________________________* BUON SAN VALENTINO |