Recensioni per
Angeli di carta di giornale
di Milly_Sunshine

Questa storia ha ottenuto 7 recensioni.
Positive : 7
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
22/03/23, ore 07:39
Cap. 5:

Un bel doppio capitolo!

Nella prima parte ho molto apprezzato, dal punto di vista narrativo, le tre frasi di Giuseppe interrotte con i puntini di sospensione, in risposta alla domanda di cosa avesse combinato: fanno crescere la voglia di andare avanti per capirne di più.
Geniale aver citato solo alla fine il nome della donna coinvolta, anche se era facile immaginarlo sin dall'inizio.

Nella seconda parte sono rimasto quasi stupito dalla profonda e accurata analisi psicologica che Vincenzo fa dentro di sé nei confronti di Olimpia. Rallenta lievemente la lettura del colloquio ma accresce l'interesse.

E ora veniamo alle note negative, si fa per dire :)
"Se aveva certi sospetti su di lui, anche Roberto doveva provare la stessa sensazione, e da un momento all'altro erano diventati due estranei."
L'ho dovuta leggere più volte per capirla perché il precedente soggetto era Giuseppe. Sarebbe stata più comprensibile riordinando: "Anche Roberto, se aveva certi sospetti su di lui, …"

"Quando furono a meno un di un metro di distanza,"

E poi due frasi che mi fanno venir voglia di indagare la psiche, come Occhi Viola con Olimpia, anche se non ho il suo acume :-)
"Una storia costruita ad altre." invece di "ad arte".
"Questo pensiero non mi aveva nemmeno sfiorata" detto da un uomo, Vincenzo.

Lo so, sono pignolo, ma solo con le cose che apprezzo. Buona giornata!

Recensore Master
20/03/23, ore 08:04

Capitolo la cui lettura è ancora una volta molto interessante, divertente a tratti. Scorrevole come i precedenti.
E così si scopre il cognome di Enrico: Bianchi.
Enrico. Sempre molto, troppo al centro del racconto. Emozioni e sentimenti di tutti i personaggi che ruotano intorno a lui passano in secondo piano. Ma fa parte delle specifiche: la storia è narrata dal punto di vista di Enrico, scrivi. Enrico. Il neoassunto che ha già la sua lista nera. Il narcisista seriale, adescatore di "giovani sprovvedute". Un brillante senso dell'umorismo però a suo favore.

I rapporti interpersonali continuano ad essere freddini, un po' falsi, come quando Vincenzo dice a Carolina di chiamarlo per nome solo "quando non siamo davanti ai clienti". Analogamente Enrico dà del lei al "signor Gottardi" in presenza di Carolina, ma si danno del tu quando sono soli in auto. Ma è uno spaccato obiettivo della vita di tutti i giorni, con "le cose non dette che rendono l'aria pesante", specialmente quando ci si mette di mezzo il terzo incomodo :)

Un po' di umanità la guadagna Enrico sul finire del capitolo: "La verità era che non sapeva più quale fosse il suo vero posto nel mondo."

Non mi torna la frase: "Una donna di mezza età che da anni svolgeva il ruolo di aiutocuoca gli domandò se volesse cenare insieme a lui." Penso: insieme a lei.

Recensore Master
19/03/23, ore 11:10

Ciaooooooooooooo!
Sarò sincera: adoro il modo in cui riesci a dispiegare i misteri, a seminare indizi qua e là, una cosa su cui ho ancora molto da imparare! Quindi ecco, sappi che mi "studierò" molto le tue storie per cercare di capire come fai a far sembrare i misteri così naturali 😁
Ma torniamo a noi! Mi è piaciuto tantissimo il flashback iniziale, Carolina ha davvero molta sensibilità, ma c'è da dire che anche Enrico è capace di accoglierla, nonostante fossero entrambi due bambini. Mi ha colpito la reazione di Carolina quando parla di suo padre, ma in fondo è vero: non possiamo sentire la mancanza di qualcosa che non abbiamo mai avuto - a differenza di Enrico che invece sa cosa significhi aver avuto una madre.
La scena poi si sposta sul presente e vediamo che Enrico ha qualcosa in mente per vendicare, in un certo senso, suo padre. Olimpia l'ho adorata, mi piace questo suo modo di fare molto schietto (e anche qui: ti rinnovo i complimenti per i tuoi personaggi femminili che ispirano sempre un sacco di simpatia!), e mi ha sorpreso il fatto che decida di stare al gioco di Enrico pur di avvicinarsi a Occhi Viola. Non so, pensavo che l'avrebbe preso per pazzo visto che è tanto che non si vedono, ma a quanto pare Occhi Viola dev'essere proprio un gran fico 🤣
Mi domando davvero cosa sia accaduto al padre di Enrico, e se ci sia un fondo di verità in tutte quelle storie che girano. E intanto torna in gioco anche Alfresco Vitale...

Insomma, per il momento questa storia sembra davvero intrigante, ti faccio i miei complimenti!

A presto,
Simona 👋

Recensore Master
16/03/23, ore 18:52

Decisamente poco "romantica" questa storia, ma non vuole essere una critica, per carità. La lettura scorre liscia e non annoia.

I rapporti interpersonali sono piuttosto convenzionali. Giuseppe ha i suoi sensi di colpa, si sente assente e frettoloso, verso la moglie che non c'è più, verso l'"amante" che c'è poco, verso il figlio Enrico che non vorrebbe esserci.

Mi piace la figura di Giovanna (la "fantomatica donna" di cui parla Olimpia?): una vita difficile che l'ha segnata (e qui spunta Alfredo Vitale), vorrebbe forse ricevere e dare di più. Presentata come "donna educata", elegante nella sua nudità, sa trattenere le parolacce in condizioni normali. Che poi, perché una donna dice le parolacce? E un uomo? Ma questo è un altro paio di maniche.

Enrico… non ha ancora conquistato del tutto la mia simpatia, sempre un po' troppo interessato e un po' troppo abbottonato. Ossessionato dalla sua smania di rivangare il passato. Rigido nel fingere di non capire le battute finali di Olimpia, la gossippara. Lievemente in malafede nel non parlarle della futura moglie di Occhi Verdi.

In base a quale filo logico Olimpia tiri fuori Alfredo Vitale non è stato spiegato molto bene, nè perché dopo Enrico dica, di punto in bianco, "mi incuriosisce che si parli di lui e di mio padre nella stessa frase".

Correggi "un sua ex fidanzata": lo fai apposta, vero, ad infilare un piccolo errore ogni volta per vedere se io sono attento nella lettura?

Recensore Master
15/03/23, ore 21:22

Ciaooooooooo!
Eccomi approdata in questa storia! Come ho letto "anni 90" mi son detta che non potevo non fiondarmi, visto che io col cervello sono rimasta ferma a quegli anni lì 😂
Ma parliamo di questo primo capitolo davvero molto intrigante! Mi piace tantissimo il fatto che in poco spazio tu sia riuscita a tratteggiare così bene la vicenda. Enrico mi intriga già molto, ha tutti gli elementi per essere un personaggio interessante: ha una vicenda di riscatto personale, un rapporto ambiguo col padre scomparso, poi c'è pure la vicenda di Alfresco Vitale che in qualche modo ha attirato la sua attenzione... e non ultimo il rapporto con Carolina, che sembra di apparente interesse romantico, ma che in realtà mi suscita qualche dubbio (ormai sono influenzata da "Le lettere dell'innocenza" 😂).
Devo dire che pure la relazione della ragazza mi incuriosisce, dato che non sono riuscita a inquadrare benissimo che genere di rapporto abbia con l'uomo che frequenta. Probabilmente, appunto, è l'amante di un uomo sposato o forse qualcosa di più complesso... 👀
Ne approfitto anche per dirti che, stilisticamente parlando, mi sembra di notare un salto di qualità in questa storia, che presenta un maggior equilibrio tra descrizioni e parti dialogate. Ottimo lavoro! 🥰

Vabbè, in ogni caso ti metto tra le seguite, sono molto curiosa!

Alla prossima!
Simona

Recensore Master
15/03/23, ore 08:08

Pienamente d'accordo sull'importanza dei dialoghi da incastonare nel racconto. Danno un idea di presente, di vivo, in contesti che si svolgono nel passato.

Il titolo promette tanto ma a fine capitolo si rimane a bocca asciutta come prima 😅. Anche perché Enrico è un tipo piuttosto chiuso: vuole ricevere senza dare.

Bella idea quella di spezzare il capitolo in due momenti lontani nel tempo.

Curioso di vedere come riuscirai a non cadere nella tentazione di scrivere "soap opera" o "thriller di bassa qualità" 😊.

Correggi "in pavimento".

Recensore Master
12/03/23, ore 20:02

Bello!
Sono stato subito attratto da questa storia.

Perché adoro il genere romantico - anche se il capitolo risulta abbastanza eclettico, come si capisce dai tre generi elencati - con le ombre del padre di Enrico e di Alfredo Vitale che aleggiano ovunque, come carte da gioco buttate coperte sul tavolo verde. Misteriosi gli eventi e misteriosa la sparizione del padre ("ghosting" si direbbe oggi); mistero che si trascina fino alle elusive battute scambiate in pizzeria.

Perché adoro il nome Carolina, che ha la sempre sorridente receptionist, per ragioni che non sto a spiegare qui.

Perché adoro il periodo delle autoradio estraibili e degli appuntamenti che non possono essere disdetti all'ultimo momento per mancanza dei cellulari. Tutto era più semplice e più immediato.

Il capitolo, a mio modesto avviso, è scritto bene, tradizionale, senza particolari peripezie grammaticali, in terza persona e con tempi verbali al passato.
Il punto di forza, per il momento, non è lo stile, ma tutto il senso di mistero che contagia il lettore. Un'altra nota positiva è l'abbondante quantità di particolari - mai abbastanza in una storia - che rende la narrazione più reale e più viva.

Aspetto… Aspetto i capitoli successivi e, sempre, aspetto poesie fresche anche se so benissimo quanto sia difficile e improvvisa l'ispirazione che spinge a buttar giù parole e rime.
Un abbraccio.

P.S. Non mi torna il "non" nella frase «Anche il signor Vincenzo non è stato favorevole fin da subito.»