Ciao!
Vagabondavo per EFP quando mi sono decisa ad aprire il tuo account per spulciarlo un po’.
Poi che dire ho trovato questa storia.
E sai cosa ho capito?
Che l’avevo già letta quando non ero iscritta sul sito.
Quindi ho deciso di rileggerla per commentarla.
Dunque, spero proprio di riuscirti a fare una recensione degna di questo nome, anche se forse nemmeno la noterai data la moltitudine di commenti che ricevi.
Ok, sostanzialmente la mia recensione consiste in un copia-incolla di tre quarti della storia e di me che commento frase per frase.
Ti avviso già da subito che utilizzerò più volte la parola “puccioso” ora, lo so che tecnicamente non è una parola, ma certi tratti della storia sono così teneri che se la meritano proprio.
Dunque, credo che possiamo cominciare.
Era una luminosa mattina di luglio, stranamente soleggiata – almeno in quella parte della campagna inglese – e una casa circondata da un ampio giardino spiccava in quanto era l’unica abitazione nel raggio di molti chilometri.
Wow, già da questa introduzione si capisce che sarà una grande storia, certo di solito i primi due righi non dicono assolutamente nulla, ma anche questi sono scritti benissimo, quindi ottimo inizio.
“Adora Bill. E tutt’al più tollera Percy – la corresse pacatamente lui – Ha più volte definito gli altri ‘piccoli mostri’”
Ah, certo, il maggiore è sempre il più amato, ahimè io sono solo la secondogenita.
Comunque questa zia l’ho sempre odiata, chissà perché.
“Perché non potete semplicemente lasciare la casa libera? Dei bambini posso occuparmi io” affermò con decisione il primogenito di casa Weasley, Bill, tredici anni.
“’Bambino’ lo dici a qualcun altro” protestò Charlie, dall’alto dei suoi undici anni.
Che cosa bella, il fratello maggiore che vuole prendersi la responsabilità sei fratellini, anche l’intervento di Charlie è azzeccato.
Anzi, non rispose proprio, impegnato com’era in contemplazione della nuova arrivata, che gli era apparsa esattamente come un angelo, la figura snella che si stagliava contro la soglia, illuminata dalla luce del sole.
A un primo sguardo credette che fosse fatta anch’essa di pura luce.
Ahaha, ok, questa risata non ci sta, ma comunque questo primo amore fa davvero ridere in un certo senso, la descrizione impeccabile.
“Non basterebbero tutti gli Auror del Ministero per controllare Fred e George” ribatté caustico Bill, fissando di sottecchi i gemelli, che davano il meglio di loro per sembrare due adorabili angioletti accusati ingiustamente.
Ok, come già ti avevo anticipato qui si passa alle parole pesanti.
Oh, che cosa pucciosa.
Esatto, pucciosa.
Perché Fred e George versione bambini di cinque anni devono essere tenerissimi, e se cercano di sembrare due angioletti ancora meglio, abbiamo passato da tempo la soglia del banale “tenero”
Comunque, carino il paragone, me li immagino proprio così da piccoli, due piccole pesti.
“Per esempio potresti far sparire Percy”
“Sì, non importa che tu lo faccia riapparire”
“Fred! George! Non si dicono queste cose!” li riprese Molly.
Altra cosa che trovo perfettamente armoniosa, sì armoniosa.
Avevo detto che avrei fatto una recensione come si deve, ma so già che mi perderò in chiacchiere.
Non so quanto possa essere inquietante il fatto che Molly abbia citato una tipica frase di mia nonna.
Carini Fred e George che vogliono far sparire Percy e povero Percy, cercherò di essere solidale nei suoi confronti.
“Vado io ad aprire!” urlarono in contemporanea Bill e Charlie, slanciandosi verso l’ingresso, gara che fu vinta da Bill in virtù della maggiore altezza e velocità.
Altra scena che prende vita nella mia testa, una cosa che vedo proprio adatta alla situazione, oltre al fatto della comicità nascosta, perché due ragazzini che litigano per la tata sono un classico, ma fanno sempre ridere.
“E la mattina controlla se Percy ha fatto la pipì a letto…”
“È successo solo una volta, mamma!” protestò il diretto interessato, diventando color rosso porpora, tra le risate dei fratelli.
Ok, avevo detto che sarei stata, o almeno ci avrei provato, solidale nei confronti di Percy, ma questa citazione merita proprio un posto d’onore, povero, povero Percy, ma andiamo, anche Molly poteva risparmiarselo.
Smaterializzarono con un Crac. Prima però che i ragazzi avessero il tempo di dire ‘Ah’, ecco riapparire Molly per un ultimo bacio ai suoi bambini. E un altro. E un altro. E un altro ancora.
Finalmente ricomparve anche Arthur, che portò via la moglie con la forza.
Ah, Molly che non riesce a staccarsi dai suoi figlioletti, altra immagine assolutamente perfetta.
E anche Arthur che deve trascinarla via con la forza è mitico, vai Arthur!
“Non cominciamo, ora. Siete partiti così bene. Ci sarà pure qualcos’altro che vi piace fare”. Aislinn si voltò verso Percy, che ancora non aveva detto niente.
“A me piace disegnare. E leggere”
“Sì, così moriamo tutti di noia” ridacchiò Fred. O George.
Allora, disegnare è divertente e leggere e stimolante, ma trattandosi di Fred (o George) glielo perdono.
Certo, questo è proprio da Percy.
“Bene, allora, se l’idea piace a tutti, allora potete decidere civilmente i vostri ruo…”
“PossofareilCavalieredelDragoperfavore?” la interruppe Charlie, che saltellava da un piede all’altro. Probabilmente – pensò Aislinn – avrebbe spinto il bambino alla depressione e al suicidio, se gli avesse detto di no.
Ah, lontani ricordi della mia infanzia quando giocavamo alle Winx e tutte volevano essere Bloom, io sola volevo fare Aisha, ma sono dettagli.
Comunque non perdiamoci in chiacchiere e passiamo al commento vero e proprio.
Altra scena perfetta, ma infondo per un bambino è normale lottare per il ruolo desiderato nel gioco, quello che fa ridere è il commento di Aislinn.
Ma quando si permise di ‘uccidere’ George – apparentemente solo perché secondo il narratore faceva troppe domande – Aislinn inscenò un’epica litigata contro il Master del gioco, accusandolo di parzialità e di scarsa correttezza, il tutto mentre Fred piangeva come un vitello, abbracciando George e urlando che non doveva morire.
Altro commento in cui mi permetto di usare la parola “puccioso”
Perché George piange perché nel gioco è morto Fred supera tutti i limiti di pucciosità mai creati.
Ma perché risvegli consapevolezze tristi? Lo fai di proposito, eh?
Andiamo, ma quanto doveva essere tenero? Quanto?
“Fred! Sei lassù?”
“Non sono Fred, sono uno scoiattolo” disse una vocina proveniente dai rami più alti dell’albero.
Altra cosa estremamente pucciosa.
Ok, tutte le scene pucciose presentano Fred e George, rassegniamoci alla dura realtà.
Ma che tenero che dice di essere uno scoiattolo, che cosa pucciosissima.
“Ciao”
“Ciao, piccolo criminale”
“Cos’è un chiminale?”
“Uno come te. E come George”.
Ho letto bene, hai davvero scritto “chiminale”?
Ma è una cosa pucciosissima!
Che cosa tenera.
*si crogiola nella pucciosità della cosa abbandonando ogni speranza di riuscire a fare un recensione seria*
Ma andiamo, certe cose sono così… così…
Batte anche la storia dello scoiattolo!
“Lo so, lo dicevo per… per…”. Parlando, Charlie aveva rivolto lo sguardo in alto, e si era reso conto che Aislinn indossava una gonnellina a balze. Corta.
“Che fai? – chiese George, vedendolo incantato – Aislinn! Charlie ti sta guardando le mutandine!”
“Stai zitto, mostro!” replicò Charlie, diventando rosso e abbassando subito lo sguardo.
Uh, uh, ahahah.
Ok, questo è memorabile, capito? M-E-M-O-R-A-B-I-L-E
Assurdo e memorabile.
Ah, le gioie del primo amore.
Ahahah, George che fa la spia è anche lui memorabile.
Stava ancora finendo di rigovernare, con Bill che molto cavallerescamente – ma anche con un doppio fine – la aiutava, e Ginny che ciondolava sul seggiolone, evidentemente in procinto di addormentarsi da un momento all’altro.
Uh, un doppio fine, eh?
Andiamo questa è mitica, memorabile.
Ce lo vedo proprio Bill a corteggiare Aislinn.
“Ma che bambina adorabile! – la interruppe il piazzista – Suo marito è un uomo fortunato”. In quel momento transitò Bill, che si fermò accanto a Aislinn. Il ragazzo era alto, per avere poco più di tredici anni, e l’altezza poteva – certo – farlo sembrare più grande, anche se non abbastanza da poter giustificare una moglie di vent’anni e una figlia di due.
Ma il piazzista non doveva essere così sveglio.
Il tizio sulla porta sembrò improvvisamente a disagio, come se l’idea di parlare con qualcuno che non fosse una massaia indaffarata lo mettesse in crisi. Aislinn e Bill si scambiarono uno sguardo complice. Lui le mise una mano sul fianco e la strinse a sé – tra l’altro non gli dispiacque affatto – dopodiché si rivolse al piazzista.
“Beh, se non ha altro da dirci, le auguriamo buona giornata e buon lavoro”. E gli chiuse la porta in faccia.
No, il piazzista idiota no.
Ah, la verità e che Bill voleva approfittarsene xD
Quello che non capisco è questo piazzista, mi ha schioccata.
Percy sembrava non vedere l’ora di poter studiare, e, da parte loro, anche Fred e George sembravano felici di poter dar mostra delle loro capacità. Dall’alto dei loro cinque anni, infatti, erano già in grado di scrivere i loro nomi e quelli dei membri della loro famiglia. Una bella conquista.
Mettendosi d’impegno, riuscirono anche a scrivere nome e cognome di Aislinn, e fecero addirittura un disegno, che rappresentava Fred su un albero e Aislinn a terra, accanto a George e a una strana creatura zoomorfa che doveva essere Charlie. Aislinn occultò il disegno prima che Charlie lo vedesse.
Ok, questo è puccioso.
Questo è assolutamente puccioso, non puoi dirmi nulla.
Che cosa carina che scrivono i loro nomi e fanno disegnini.
Ma, un momento, io a cinque anni a stento sapevo scrivere il mio di nome.
Oh, sono teneri lo stesso.
“Posso scrivere il commento al libro ‘Case Stregate’?”
“Percy, hai finito i tuoi compiti, non importa che ti avvantaggi sul resto”
“Ma io voglio farlo”
“Beh, come preferisci, allora. Ma se non lo finisci non preoccuparti. Puoi scriverlo in brutta copia, o anche scriverne metà…”
“Preferirei finirlo”. Bambino strano. Strano assai.
Percy, i compiti d’estate non si fanno, te lo proibisco.
Oh, ma comunque la sua ambizione è da ammirare, sì, sì.
“Vi insegnerò a volare. Così, quando sarete un po’ più grandi giocherete insieme a Bill e Charlie”
“E li batteremo!” aggiunse Fred.
“E li butteremo giù dalla scopa” concluse George.
Questo invece è divertente.
Andiamo ahhahahh, buttarli giù dalla scopa, memorabile.
Dovrei scrivermele da qualche parte queste frasi.
“Charlie, io ti odio” annunciò Bill, mentre la sorellina rischiava di forargli il cranio inserendo in modo scorretto quella che lui contò essere la trentacinquesima forcina.
“Ma che cosa ne sapevo, io!” protestò Charlie, che non versava in condizioni migliori, con i bigodini in testa.
Ahahah, che tenera Ginny che vuole truccare e pettinare i fratelli, ma cosa ci si può aspettare da una bambina di due anni.
Comunque avrei pagato per vederla, ora qui davanti ai miei occhi.
Dopodiché tornarono giù dagli altri. I gemelli, ben lontani dall’essere assonnati, stavano giocando a far saltare le molle del divano e i nervi di Charlie e Percy.
Ahahahh, che dolcini che fanno saltare i nervi agli altri, comunque infondo sono sempre loro.
“Vedete quell’albero? Quello laggiù, con i rami che si allungano verso il cielo come le braccia di cadaveri le cui ossa sono sbiancate dal tempo?”
Da quando, un ragazzino di neanche quattordici anni ha un lessico del genere? E perché mai di fronte a una casa abitata da bambini cresce un simile albero spaventoso? Chi l’ha messo lì?
Ahahah, certo, è ovvio che quando si raccontano le storie di paura a spaventarsi di più sono sempre gli adulti, certo che questo commento di Aislinn è costruito benissimo.
Non so neanche se sto scrivendo in modo giusto il suo nome xD.
“Mangiano bambini! – rispose Charlie a bruciapelo. Sì, Bill almeno recitava meglio – In particolare, bambini dispettosi, che non hanno alcun rispetto per nessuno e che nessuno andrà a cercare. Anche perché se qualcuno li cercasse farebbe la stessa fine di John Smith”
Ah, certo, raccontare le storie non è per tutti.
Aislinn sentì Fred rannicchiarsi contro di lei. Oltre al normale terrore derivante da un racconto di cannibalismo c’era da sommare il fatto che, subito dopo Charlie, – che comunque non si poteva considerare un bambino, a undici anni – era proprio Fred il più cicciottello, anche se la differenza con George non era proprio abissale, anche perché altrimenti li si sarebbe distinti meglio.
Oh, ma è una cosa pucciosissima!
Cioè che tenerello (?)
Senti Aislinn, chiariamo una cosa, Freddie e Georgie sono uguali, ok?
Ok?
Non si distinguono, fai bene a specificarlo.
“Dunque, guardate bene. – disse lei al piccolo, spaventato pubblico – Sto serrando porte e finestre. Sono chiuse, richiuse, sprangate. In casa ci sono Incantesimi di Protezione. I lupi mannari non si possono addestrare, quindi è impossibile che una megera di cui non si sa neanche il nome ci sia riuscita. John Smith è il nome più diffuso al mondo. Ce ne saranno…”
“Settecentoquarantasei in tutta la Gran Bretagna” rispose Percy, un po’ meno pallido.
“Ecco. E mentre parliamo ne saranno nati almeno altri tre o quattro – aggiunse Aislinn, sorvolando sul fatto che non fosse normale che un bambino di sette anni conoscesse a memoria le stime dei censimenti – Per cui mi pare ovvio che se lo siano inventato. Va meglio?”. Uhm, insomma. I gemelli le stavano ancora appiccicati alle gambe.
Un classico, la baby sitter che spranga tutto per tranquillizzare i bambini.
Ma come diavolo fa Percy a conoscere le stime dei censimenti?
“Forza, Fred. Vieni sotto le lenzuola”.
Si mossero tutti e due.
“Vi ricordo che avete un letto per ciascuno”
“Possiamo dormire nello stesso lettino? Se siamo insieme, quando arriva il lupo mannaro non porta via solo Fred”.
Bene, avevano un problema. Più d’uno, visto che una babysitter stava per mettersi a piangere, commossa per una frase detta da un bambino di cinque anni che era pronto a farsi rapire da un ipotetico lupo mannaro pur di non lasciare da solo il fratello.
Oh, Aislinn armiamoci di fazzolettini, perché io scoppio a piangere insieme a te.
Questa frase ha superato tutti i limiti di pucciosità esistenti e già superati.
Si merita il premio per la frase più pucciosa di sempre, hai capito bene di sempre.
Ma come si fa *si crogiola nella pucciosità*
E’ così tenero.
Tanto, tanto tenero.
Aislinn ebbe il sospetto che Percy fosse stato costruito in modo da non poter disobbedire a un ordine diretto. I gemelli, tuttavia, dovevano essere usciti da una fabbrica diversa.
OMG, anch’io lo credo in effetti xD.
“Sì. – affermò lui, col tono di sempre – Però mi accompagni fino alla mia camera?” aggiunse poi, e per la prima volta parve essere un bambino vero e non un impiegato di banca.
Ma questo era ovvio, Percy è un bambino e come tale deve aver paura.
Sbadigliò sonoramente, prima di sistemarsi tra i bambini e di ricevere un tenerissimo bacio della buonanotte da ciascuno. Come mai riuscivano a essere così adorabili e nel contempo così pestiferi?
Oh, ma era ovvio che Fred e George in miniatura fossero adorabili, non c’era alcun dubbio.
“Dimmi, Bill, quanto potrebbero prenderla male gli altri se scoprissero che non c’è di che fargli fare colazione?”
“Molto, molto, molto, molto, molto male. Charlie in particolar modo potrebbe avere delle reazioni spropositate”
“Lo supponevo. E invece, se andassimo a fare colazione in paese e subito dopo ci fermassimo in un supermercato per ricomprare la roba distrutta dai gemelli?”
“Fammi capire: tu vuoi portare sei ragazzini scatenati… vabbè, Percy a parte, cinque ragazzini scatenati giù al villaggio? In luoghi pubblici? Con altri esseri umani? E Babbani? E un sacco di distrazioni?”
Ahahah, ok se lo meritava, insomma c’è tutto Charlie che si è guadagnato la reputazione di ragazzo super affamato e i complessi di portare in giro così tanti bambini, oltre che fa ridere.
“Bill, tu prendi Ron. Charlie, ti occuperai di Ginny. Percy, tu che sei grande porterai il carrello – Aislinn effettuò una pausa durante la quale i ragazzi più grandi trattennero il respiro – Io terrò d’occhio i gemelli”. Bill la guardò colmo d’ammirazione. Charlie le diede una pacca sulla schiena con fare cameratesco, e Percy le augurò un sentitissimo “Buona fortuna”.
Ahahah, ma perché tutti se la prendono con i miei gemellini preferiti?
Fantastica ognuna delle loro reazioni, specialmente quella di Percy.
“Hanno fatto qualcosa che non dovevano?”. Domanda retorica. Ma anche Aislinn, all’occorrenza, sapeva mentire ed esibire un’espressione ingenua e adorabilmente stupita.
“Si dà il caso che laggiù ci fosse una piramide di lattine, e che questi due mostriciattoli l’abbiano…”. Aislinn, che aveva capito subito dove sarebbe andato a parare, aveva afferrato la bacchetta che teneva nel marsupio e aveva formulato un Incantesimo non verbale per rimettere a posto il disastro che le stava additando il direttore del supermercato.
No, non la piramide di lattine, io non ne ho mai vista una in tutta la mia vita.
Ahaha, Aislinn in che guaio ti sei cacciata.
Durante la notte Aislinn fece uno strano sogno; le parve che la porta della camera si aprisse e ne entrasse qualcuno. E che quel qualcuno si chinasse su di lei, poggiandole un leggero bacio sulle labbra.
Cosa…? Riuscì a domandarsi, in quello strano stato mentale che accompagna il dormiveglia, poi si addormentò definitivamente.
Bill uscì dalla stanza con un bel sorriso stampato in volto, senza curarsi che qualcuno potesse averlo visto o che Aislinn potesse essersi accorta di qualcosa. La sua soddisfazione se l’era tolta.
Ok, questa è l’ultima citazione.
Direi che è meravigliosa, una delle migliori, anche perché c’era da aspettarselo da Bill, poi la soddisfazione xD.
Ok, ho terminato.
Come puoi notare da solo la recensione è infinita, potrei continuare ma ti sarai già annoiata, quindi faccio rapidamente.
Mi è piaciuta tantissimo, oltre che i piccoli Weasley, oltre che ben caratterizzati, sono dolcissimi.
Chissà come deve essere per una ragazza badare a tutti loro, un po’ mi dispiace che sia finita.
Ok, ho definitivamente concluso questa imitazione di recensione.
Perdona gli errori, non ho la forza di rileggerla tutta.
Un bacio,
Emma. |