Recensioni per
Morire, dormire. Forse sognare...
di Blackvirgo

Questa storia ha ottenuto 9 recensioni.
Positive : 9
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
04/10/19, ore 10:02

Oddio che bella.
Un argomento molto dibattuto specialmente in questo periodo che vogliono approvare la legge sul fine vita. Che non so giudicare ma sono per la libera scelta, sono cose troppo private per poter essere giudicate.
Lo capisco il Dott. Massimo, le perplessità e i dubbi di una scelta così difficile da fare... lui ci prova dopo è solo destino.
Sanae77

Recensore Master
04/10/19, ore 07:20

Buongiorno.
Mi ha colpito molto la schiettezza del testo.
Cristallina.
Immagino che per te sia stato difficile da scrivere.

Recensore Master
03/10/19, ore 23:58

La frase finale mi ha commossa tantissimo.
Questa è una di quelle tue raccolte che vorrei recuperare e so per certo che lo farò, per tanti motivi: 1) sei bravissima, mi pare scontato! 2) i tuoi personaggi originali hanno sempre quel qualcosa per cui ti ci affezioni in un attimo. Ti sembrano amici, parenti, gente che hai incrociato per strada. 3) adoro quello che scrivi e come lo fai. Penso che ti leggerei pure se scrivessi le istruzioni del tostapane.
Questa storia così bene, una triple drabble, dice tantissimo e questo dottore ha già fatto colpo con la sua resilienza e la voglia di andare avanti. Con quella sua frase finale che ti fa venire voglia di dargli una pacca sulla spalla e sperare di trovarlo tu, nella vita reale, un medico così.
<3 Amoti.

Recensore Master
03/10/18, ore 15:16

Buon pomeriggio.
Un capitolo bellissimo, mi sono piaciute le descrizioni che ci hai offerto ^^
Buona giornata :)

Recensore Master
03/10/18, ore 09:10

L'ambientazione è favolosa, adoro i racconti ambientati in PS (sarà che ho visto troppo E.R. quando ero giovane *ride*)
In effetti, il cliché del bicchier d'acqua l'ho compreso solo quando l'hai spiegato, e ripensandoci, credo di caderci spesso anch'io, come se offrire qualcosa da bere possa risollevare la persona che hai davanti, calmarla, darle il tempo di respirare. Mi spiace che il giovane medico sia stato ripreso così duramente dal suo superiore, che però ha tutte le ragioni per comportarsi così. Hai scelto un argomento tosto per questa storia, molto attuale (purtroppo) e che quindi ci tocca particolarmente, soprattutto a noi donne.
Comunque bravissima perché la storia è scritta benissimo e scorre via che è un piacere!

Recensore Master
14/04/18, ore 15:49

Ciao!
Finalmente riesco a passare, come promesso.
Ho curiosato un po' sul tuo profilo, poi ho notato questa raccolta originale con pochissime recensioni e mi sono "buttata" su questa.
Non mi dispiace leggere storie ambientate negli ospedali, ma diciamo che preferisco vederle dal punto di vista dei medici e non dei pazienti. Mi piace leggere di tematiche delicate, senza che queste tocchino direttamente il protagonista. Però ho apprezzato ugualmente la tua storia - scritta, tra l'altro, in maniera corretta e precisa.

Non mi sarei mai aspettata che Carla avesse le gambe amputate e... diciamo che scoprirlo è stato un po' un colpo di scena tristissimo. Lei che è costretta in quel letto, con Arcadia che respira grazie a quella macchina rumorosa e gracchiante...
In poche parole mi hai fatto rivivere lo spiacevole ricordo dei pomeriggi passati in ospedale, la tv fastidiosa sempre accesa, persone che non conosci sdraiate nel letto accanto al tuo... Sei stata brava in questo: hai riprodotto un'atmosfera ospedaliera senza soffermarti eccessivamente sulle descrizioni, sugli odori.

E poi c'è il dottor Ronchi, forse il personaggio che mi ha strappato un leggero sorriso. Lui è così umano che quasi commuove. Mi spiego meglio: credo seriamente che quello dei dottori - in ospedale, a stretto contatto con i pazienti - sia uno dei lavori più belli e difficili del mondo. Bisogna prendersi cura di qualcuno che si affida a te, alle tue capacità per stare meglio. Qualcuno che non sempre potrà ringraziarti a fine giornata con una stretta di mano.
E la parte più difficile è proprio quella della perdita, quando il paziente non ce la fa. Ecco. Ronchi e Carla non sapevano nulla di Arcadia: quell'anziana era solo una persona che, per un po', era diventata una parte della loro vita - a forza di cose.
Entrambi non sapevano quale fosse il suo colore preferito, se la domenica cucinava un piatto particolare al suo nipotino, se quando si è sposata ha avuto un attimo di panico... Però c'è tanta umanità in quel sorriso appena accennato e nelle lacrime di Carla. Tanta. C'è tutta quell'umanità che forse nella nostra routine quotidiana quasi dimentichiamo.
Ed è stata la parte che ho preferito in assoluto.

La grammatica mi è parsa immacolata, e col tuo stile hai reso il testo abbastanza scorrevole. L'ho apprezzata, questa storia.
Meriti senza ombra di dubbio una bella bandierina verde.
Alla prossima!

Recensore Veterano
28/03/18, ore 15:50

Che chicche questi due racconti brevi, cara BlackVirgo! Il primo, intriso di melanconica poesia mi ha colpita molto (per via di certe vicende della vita...), mentre il secondo sdrammatizza dando un divertente sguardo su quello che accade tra lo staff ospedaliero.
Ronchi è un personaggio che già amo :) Ce ne sono parecchi così, che girano le corsie dei nostri ospedali; un giovane dottorino che non riesce ancora a staccarsi emotivamente dai suoi pazienti, e che disdegna prosaicamente le frottole folkloristiche raccontate dai vecchi medici di paese. Ah, scommetto che prima della fine della sua carriera imparerà anche lui a imbastire storie per i suoi pazienti...
Grazie per questa bella raccolta, era da un po' che volevo leggere qualcosa di tuo e sono partita da qui! Direi che comincio bene :)

Recensore Master
20/03/18, ore 13:26

Buon pomeriggio.
A me questi due primi capitoli sono piaciuti.
Mi hanno convinto e colpito.
Bene così ^^
Buona giornata :)

Recensore Master
11/01/18, ore 17:01

Ciao Blackvirgo,
queste parole da oltre la tenda, prima concitate e poi rassegnate, questi pensieri di una donna anziana dietro la fragile protezione di un separè... sembra fin troppo vero, come un resoconto scritto di pugno proprio dalla protagonista ormai al tramonto.
Anche il mesto richiamo alla tragedia di Fukushima, mai nominata, contribuisce al malinconico realismo della tua storia.
Nell'introduzione tu accenni a una raccolta, ma questa storia è definita conclusa. Hai rinunciato a scrivere altre storie su questo genere?
MaxT:)