Wu Fan, imperatore amato e odiato allo stesso tempo, non faceva che ricordare … non riusciva a dimenticare né a perdonare il tradimento del “tesoro più bello del suo palazzo”, né del fratello, colpevole di averglielo sottratto. Pensava che la gente fosse a sua disposizione, sempre e comunque, perché lui era come un Dio e comandava una Nazione enorme e potente che destava terrore.
Errore, perché tutti nascono liberi e i sentimenti non si possono comandare. Non riusciva a perdonare il tradimento del fratello Zitao né dell'amante Jongin, perché non capiva che la loro fuga era stata un gesto d'amore, perché lui, di amore non ne aveva mai provato … se non per se stesso.
[Sequel di "Come un Fior di Loto"]

Esiste una storia, anzi, è meglio dire “è esistita una storia”, perché ormai i protagonisti non ci sono più. Perché tanti soli sono sorti, come tanti fatti sono avvenuti, e altre storie si sono consumate tra le mura di quel palazzo, ma questo non ci deve interessare.
I protagonisti però continuano a vivere nella tradizione, sono quella sorta di leggende che vengono narrate di generazione in generazione per ricordare le vicende di un popolo; di questi avvenimenti che vi narrerò, esiste ancora un testimone se volete saperlo, e si chiama Zǐjinchéng. Noi conosciamo questo luogo come la “Città Proibita”, unico vero testimone muto fatto di mura d'oro e ornamenti di giada.