Storie originali > Soprannaturale > Angeli e Demoni
Segui la storia  |       
Autore: roza_    25/03/2012    1 recensioni
"Il tempo stava cambiando, c'era qualcosa di sinistro e spaventoso in quei lampi che squarciavano il cielo."
Vicky è una ragazza di sedici anni rimasta ormai sola, i suoi genitori sono morti e la sorella vive all'estero, le uniche che la capiscono veramente sono le sue migliori amiche, Zoe e Kate, che l'hanno aiutata a superare il trauma della perdita dei genitori.
Ma qualcosa, o meglio qualcuno, sta per cambiare per sempre la vita di Vicky, che si ritroverà coinvolta in questioni che non riguardano il mondo umano.
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Il ragazzo nuovo

Ero rimasta pietrificata. Non poteva essere veramente lui, doveva essere stato un brutto scherzo della mia fantasia, probabilmente quando sarei uscita dal bagno l’avrei rivisto e avrei capito che non era veramente lui e che invece l’avevo solo immaginato. Lo speravo…O forse no? Ero confusa e in preda al panico e Kate e Zoe l’avevano capito subito.                                                                                                                                                                         “Si può sapere che ti prende? Perché sei scappata via in quel modo?” mi disse Kate                                                                                                                                                        
 “Sei pazza.” Si limitò a dirmi Zoe. Il problema era che l’aveva detto con una faccia talmente seria che gli iniziai a credere. Decisi di raccontare del sogno a Zoe e Kate e di quanto mi avesse messo paura quel  ragazzo . Zoe smise di guardarmi come se fossi pazza e mi iniziò a ripetere che era stata solo una coincidenza e che dopo quello che avevo passato era normale che facessi questi sogni...bizzarri!

Uscimmo dal bagno e tornammo a lezione. Fortunatamente non lo incontrai per il resto della giornata, ero certa che se l’avessi rivisto avrei iniziato a urlare e probabilmente mi avrebbero seriamente presa per matta.                                     

Tornai finalmente a casa accolta dalle dolci fusa di Nicia. Mi addormentai presto e la mattina arrivai a scuola prima del solito. Quel giorno Kate e Zoe non sarebbero venute, Zoe si era ammalata la sera prima e Kate non aveva studiato assolutamente nulla per il compito di matematica. Stavo andando verso il mio armadietto mentre mandavo un messaggio a Zoe per chiederle se stava meglio. In meno di cinque secondi mi ritrovai a sbattere contro due spalle enormi e tutto ciò che avevo nella borsa mi cadde a terra. Mi chinai subito per riprendere le mie cose, e, solo quando il ragazzo contro cui ero andata mi  aiutò,  alzai il volto e vidi che era Lui.                                                                                                          
Diventai tutta rossa e mi fermai a guardarlo incredula.                                                                                                                            
“Sai, dovresti fare più attenzione quando cammini o potresti  farti male. Io sono Adrian, sono nuovo in questa scuola.” mi disse con un sorriso spaventosamente attraente quanto inquietante. Mi aveva teso la mano e ovviamente stava aspettando che facessi qualcosa.
La sua voce mi irritava, sembrava quasi si stesse divertendo a vedermi in difficoltà. Gli strinsi la mano con fare disinvolto gli dissi il mio nome e me ne andai in tutta fretta. Quando mi voltai aveva un sorriso accennato sul volto, dopo che svoltai l’angolo del corridoio mi appoggiai al muro e iniziai a ridere da sola come una sciocca mentre gli altri ragazzi si affrettavano a tornare in classe. Avevo appena conosciuto il ragazzo dei miei sogni! Già detto così sembrava abbastanza buffo.
Tornai in classe e la giornata proseguì normalmente. Ovviamente appena tornata a casa chiamai Kate e Zoe per raccontargli tutto, mangiai e andai subito a dormire.
Poche settimane dopo l’inizio della scuola iniziarono finalmente i corsi alternativi: erano dei corsi basati su argomenti particolari come poesia, fotografia, scultura, miti e leggende e altre materie molto particolari e interessanti. Io mi ero iscritta al corso di miti e leggende , mia madre fin da piccola mi raccontava leggende sugli angeli e sulla perenne battaglia tra angeli del bene e del male dicendomi che la nostra famiglia da generazioni custodiva importanti segreti e che un giorno anche io ne avrei parlato anche a mia figlia.  Arrivata in classe per la prima lezione tutti i posti erano occupati, l’unico posto libero era all’ultimo banco dove un ragazzo moro era intento a scrivere nome e cognome su ogni quaderno, poco dopo mi accorsi che era Adrian, mi affrettai e mi sedetti. Adrian si accorse di me e  mi fece un sorriso accogliente.

“Ciao.” Mi disse.                                                                                                                                                                                                               
“Ciao.”  Risposi timidamente.                                                                                                                                                                                                             
“E così stiamo nello stesso corso, e siamo anche compagni di banco ora.”  Mi disse con un sorriso che mi fece scogliere.                                                                                                                                                                                                “Già”                                                                                                                                                                                                                               
Era  appena arrivato il professore, così mi tirai indietro i capelli e iniziai ad ascoltare. Finita la lezione ci disse che avremo dovuto fare una ricerca insieme al compagno di banco su un particolare argomento di nostro interesse riguardante leggende e fiabe popolari. Rimasi scioccata per qualche secondo, avrei dovuto fare una ricerca con Adrian e questo avrebbe voluto dire che ci saremo dovuti vedere anche dopo la scuola.                                                                                             

Usciti dalla classe Adrian venne verso di me.                                                                                                                               
“Scusa Vicky, per la ricerca come ci vogliamo organizzare? Per te andrebbe bene vederci questo Sabato? Magari pranziamo insieme e poi andiamo nella biblioteca che hanno aperto da poco in Via dei Rubini.”                                    

“Credo di si, cioè si. Ma..emh..a che ora ci vediamo?”                                                                                                             
“All’una davanti a scuola?”                                                                                                                                                                       
“Si va benissimo, allora a Sabato.” Gli sorrisi e mi girai, notai che Zoe e Kate erano proprio lì accanto, probabilmente avevano appena finito il loro corso di scultura e avendo sentito solo la parte finale del discorso ero certa che stessero pensando a tutt’altro che a un’uscita per una ricerca.                                                                                                               

“Dobbiamo fare una ricerca!” Mi giustificai.                                                                                                                                                               
“Già una ricerca…come no!” Dissero all’unisono e scoppiarono a ridere.                                                                                         
Sabato arrivò in fretta e io iniziai ad andare nel panico. Quella mattina mi ero già fatta la doccia almeno tre volte e avevo lasciato Nicia senza cibo che prontamente aveva iniziato a miagolare in segno di protesta. Per vestirmi ci fu il finimondo, non sapevo cosa mettere, essendo Settembre faceva ancora molto caldo quindi optai per un paio di pantaloncini di jeans una canotta grigia e le converse nere. Mi legai i capelli in una lunga treccia e mi misi appena un po’ di burro cacao. Andai in camera mia e mi misi il mio ciondolo portafortuna. Era un regalo di mia madre, aveva la forma di una chiave con delle ali, su queste c’era incisa una frase in latino “ Questa è la chiave per accedere alla mia anima.”  Da quando mia madre era morta la portavo sempre con me, solo la notte la toglievo e la mettevo sul comodino. Nicia ne aveva una uguale come ciondolo del collare solo che sulla sua c’era scritto “Questa è la chiave per chiudere la mia anima.” Non ne avevo mai capito fino in fondo il significato, probabilmente faceva parte di un altro dei tanti oggetti di mia madre legati al mondo degli angeli. Comunque presi la borsa e uscii. Arrivata davanti a scuola lo vidi subito, aveva dei jeans stretti e una maglietta  grigia con sopra una giacca di pelle nera e i capelli che si arruffavano con il vento. Si girò verso di me e mi rivolse il suo solito sorriso che faceva sciogliere il mondo intero. Si avvicinò a me e mi salutò. Proprio in quel momento mi accorsi che il gruppo delle sue fan sfegatate ci stava guardando e che probabilmente ora mi avrebbero odiate per sempre; lui neanche ci fece caso, mi guardò dritto negli occhi e mi chiese deciso “Allora, per te va bene mangiare a Mc Donald?” Probabilmente avevo appena fatto un sorriso da ebete perché il suo sorriso si allargò. “Oh sarebbe stupendo, è da una vita che non ci vado!” Andammo a mangiare e dopo esserci rimpilzati di schifezze ci dirigemmo verso la biblioteca. “Su cosa vogliamo fare la ricerca? C’è qualche argomento in particolare che ti piace?” Mi chiese.                                                                                                                                      

“In effetti ci sarebbe un argomento che mi interessa molto, sai mia madre mi parla di leggende sugli angeli da quando sono molto piccola e ora che non c’è più a raccontarmi quelle storie stupende, vorrei risentirle vicino a me in qualche modo.” Avevo gli occhi lucidi, parlare di mia madre mi costava un grande sforzo, ero molto affezionata a lei e in un giorno un uomo ubriaco era riuscito a portar via da quel mondo orribile l’unico raggio di sole. Adrian mi guardò con uno sguardo malizioso. “Angeli eh?! Interessante, guarda caso sono molto preparato in materia, ma sappi che se facciamo una ricerca sugli angeli allora dobbiamo vedere anche il lato più oscuro, dobbiamo andare a scovare ogni piccolo dettaglio tra bene e male.” Lo guardai con un sorriso accennato. “Già quella era l’idea.”  Ci mettemmo subito al lavoro e trovammo delle cose davvero interessanti: secondo la leggenda infatti esistevano delle persone chiamate i Puri che avevano la capacità di purificare l’anima. Si  diceva che qualora un angelo del male si fosse innamorato di un Puro avrebbe avuto la possibilità di diventare un essere umano oppure di diventare un angelo del bene a seconda della volontà del Puro. Ormai le persone che avevano queste capacità erano poche e si nascondevano per non essere riconosciute, gli angeli del male per evitare che uno di loro diventasse un angelo del bene avevano sterminato migliaia di umani e tolto molte vite. I poteri degli angeli del male erano comunque limitati, non potevano nuocere a nessuno direttamente ma potevano alimentare la parte più oscura di un essere umano e fargli avere il sopravvento. Essi si nascondevano sotto forma umana e provocano terribili avvenimenti.                                                                                    

Adrian sembrava divertirsi leggendo queste notizie e io sinceramente non ne capivo il motivo. Dopo qualche ora mi fece una domanda insolita, mi chiese cosa pensassi riguardo agli angeli del male.                                                                                     

“Bhè di certo non mi piacciono, come potrebbero piacermi degli esseri così crudeli da fare in modo che la gente si odi e si uccida. E’ sbagliato e contro natura. E’ ciò che mi diceva sempre mia madre, gli angeli del male sono sbagliati, sono creature orribili e spaventose e per proteggersi da questi bisogna sempre pensare al positivo, anche quando le cose sembrano andare per il peggio.” Mi stava guardando affascinato e sempre con lo stesso sguardo malizioso di quando gli avevo detto di voler fare la ricerca sugli angeli.                                                                                                                                           “Io credo invece che siano creature geniali e incomprese” Mi rispose con un sorriso che mi fece venire i brividi. Avevamo finalmente finito la ricerca, stavamo tornando a casa. Adrian mi accompagnò fino al ciglio della porta. “E così è qui che abiti.” Mi disse.                                                                                                                                                                                                           

“Già.” Risposi e iniziai a giocherellare con le chiavi di casa.                                                                                                                       
 “Senti, oggi mi sono divertito. Stare in tua compagnia mi mette energia e poi mi interessano le tue teorie sul bene e sul male, voglio dire, non sono in molte le ragazze interessate a questo tipo di argomento. Bhè ecco mi chiedevo se magari ti andasse qualche volta di…” Non gli feci neanche finire la frase.                                                                                                              

 “Mi piacerebbe molto!” Gli dissi tutto d’un fiato. All’improvviso sentii Nicia soffiare da dietro la porta. Scoppiai a ridere. “Scusa ma ora devo andare prima che Nicia inizi a grattare la porta! E’ stato piacevole passare la giornata con te, ci si vede a scuola…ciao.” Aprii casa, presi Nicia tra le braccia e iniziai a saltare ovunque. Chiamai Zoe e Kate contemporaneamente che, per farsi raccontare ogni minimo dettaglio, vennero a dormire a casa mia. Era una strana sensazione, non vedevo l’ora di tornare a scuola e qualcosa mi diceva che era per lui, proprio lui che mi aveva tanto spaventata in quell’incubo.                                                                                 
 

  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Soprannaturale > Angeli e Demoni / Vai alla pagina dell'autore: roza_