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Autore: Rei Hino    26/03/2012    4 recensioni
Star Trek TOS cast. William Shatner/Leonard Nimoy.
Due compleanni, cinque decadi di distanza. Ma nulla è mai cambiato per loro due.
Piccole Shot per festeggiare queste due immense leggende.
Genere: Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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II – 26 Marzo 2012
 
 
I pigri raggi solari ormai primaverili filtravano dalla tenda poco tirata della grande finestra della camera da letto, Leonard si girò sul fianco destro maledicendosi mentalmente di non aver abbassato la serranda prima di coricarsi, ma ogni tentativo di riposarsi quel pomeriggio sembrava destinato a non andare a buon fine. Difatti proprio quando le stanche e anziane palpebre stavano di nuovo per chiudersi al sonno, la vibrazione di quell’infernale cellulare le riaprirono prepotentemente.
Il suo braccio cercò il piccolo oggetto nero sotto le lenzuola e sotto il cuscino con estrema lentezza, sperando quasi di non trovarlo forse, e infine raggiunse la sua meta.
Un altro messaggio.
Una cosa che Leonard rimpiangeva del suo vecchio cellulare erano i tasti, non si sarebbe mai abituato a quell’aggeggio avveniristico e dannazione, era troppo vecchio per farlo!
Troppo stanco per concentrarsi e scrivere una mail di risposta, optò per un’antica e sana telefonata.
E non ci misero nemmeno uno squillo intero per rispondere all’altro capo del filo.
“Chi hai chiamato cariatide?”
Esordì Leonard sdraiandosi sulla schiena, con la voce ancora un po’ assonnata, e sentì Bill ridacchiare
“Non mi dire che sei riuscito a leggere la mail! E’ un traguardo che merita adeguati festeggiamenti!”
“Sei sempre divertente”
Rispose Len con evidente sarcasmo
“Lo so, che faresti senza di me!”
Stavolta la sua risposta fu quasi istintiva
“E’ un problema che non mi sono mai posto”
E non serviva vedersi in viso per immaginare, e in qualche modo captare le reazioni e le espressioni dell’altro, bastava chiudere gli occhi e si palesavano inconsciamente, grazie a quella speciale connessione instaurata nel corso di ormai cinque decadi.
E quindi Len vide benissimo il volto pieno e ancora incredibilmente giovane, o per lo meno molto più giovane del proprio, di Bill sorridere dolcemente.
“Che stai facendo?”
Leonard sbuffò
“Dormivo”
“Oh giusto, è notte lì da te”
“Veramente sono le due del pomeriggio”
Sentì Bill farfugliare qualche istante, sicuramente alle prese con nuovi calcoli mentali istantanei
“Cosa? Ho sbagliato col fuso orario! Ma è il 26?”
Sicuramente avrebbe voluto mandargli quella mail per la mezzanotte
“Sì… Sei una persona anziana non pretendere troppo da te stesso!”
Mormorò sarcasticamente attaccando il punto debole dell’amico; la vecchiaia. Ma l’animo di Bill, forte della sua ancora potente giovinezza interiore, non si lasciava battere da nessuno su quel piano.
“Parla quello che dorme tutto il giorno e non riesce a usare le applicazioni sul cellulare!”
E Leonard ridacchiò accusando il colpo, mettendosi poi seduto sul materasso e stirando un po’ le lunghe gambe
“Vista l’occasione potresti anche dirmi qualcosa di carino che te ne pare?”
“Buon compleanno!”
“Tutto qui?”
Seguì qualche secondo di silenzio
“Sì, per telefono è meglio così…”
Leonard annuì, consapevole
“Già…”
“Ma l’ho scritto su twitter!
Risero entrambi, Bill non aveva mai avuto problemi a sbandierare a destra e manca la sua vita privata, e con la vecchiaia questa tendenza si era anche accentuata.
E negli ultimi anni internet e i nuovi sistemi di comunicazione multimediale gli avevano aperto un vasto mondo nel quale William si trovava completamente a suo agio, quasi ci fosse nato e cresciuto. E se i fan trovavano piacevole leggere le loro affettuose litigate su twitter, Bill trovava oltre modo piacevole metterle bene in mostra. Era uno dei tanti modi per stare al centro dell’attenzione del resto.
 
Il campanello dell’elegante appartamento suonò un paio di volte e Leonard si alzò fiaccamente e quasi controvoglia dal letto
“Cos’è?”
Domandò Bill sospettoso udendo il fastidioso suono
“Che vuoi che sia, il campanello! Che dovrebbe essere secondo te?!”
Rispose l’amico sarcasticamente infilandosi le pantofole, Bill sbuffò
“Se è Susan mandala via!”
Leonard sorrise scuotendo la testa
“Certo, come no…”
Mormorò a malapena, osservò un attimo il telefono sorridendo e terminò la chiamata senza aggiungere altro, lasciando poi cadere il cellulare sul materasso.
 
E quando aprì la porta, sulla soglia trovò esattamente chi doveva essere; Bill, con un’espressione corrucciata e con lo sguardo fisso ancora sul suo i-phone di ultima generazione
“Quando hai capito che ero qui?”
Gli domandò incuriosito, forse un po’ deluso, Leonard incrociò le braccia al petto
“Quando hai nominato mia moglie”
“E ti sembra carino attaccarmi il telefono in faccia?”
Ribatté Bill entrando in casa
“Susan ha le chiavi, sai?”
“Anche io”
Leonard sospirò, chiuse la porta con delicatezza e aiutò l’amico a togliersi la giacca
“Che ci fai qui?”
Domandò curioso, per quanto ne sapeva Bill doveva trovarsi a Los Angeles per qualche convention, o a San Francisco, o Dio solo sapeva dove altro, dato che quell’uomo, in barba agli ottantuno anni da pochi giorni compiuti, non riusciva a stare fermo un attimo.
Bill alzò le spalle girandosi verso di lui, con assoluta nonchalance
“Beh, ho pensato; non c’è nulla di più bello di me come regalo e, soprattutto, nulla che Leonard desideri di più. Quindi, buon compleanno!”
Gli disse allargando le braccia e sul suo volto un po’ arrossato si dipinse un bel sorriso
“Però volevo farti una sorpresa…”
Aggiunse ancora, con una punta di delusione, ma oramai era ben consapevole di essere diventato troppo prevedibile per il compagno, che non solo conosceva alla perfezione ogni sua mossa ma era anche in grado di prevederla e forse ancor prima che venisse in testa a lui stesso.
E questo era infondo una cosa decisamente piacevole. Era straordinario vedere come quel naturale sentimento e quell’affinità unica che si era instaurata tra di loro seguitasse non solo a esistere dopo cinquant’anni, ma continuasse addirittura a crescere ancora.
Non era qualcosa destinata ad avere una fine.
Leonard gli si avvicinò e lo strinse a sé
“Grazie. Era proprio il regalo che volevo…”
Gli sussurrò all’orecchio, dolcemente.
 
   
 
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