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Autore: Il Saggio Trentstiel    26/03/2012    11 recensioni
"Last solution".
Inarcò un sopracciglio, domandandosi perché mai Trent volesse farle leggere quella cosa che, a giudicare dall'entusiastica introduzione dell'autrice (una tal TrewenForevah), doveva essere “ricca di lacrime e colpi di scena”.

Una raccolta -senza alcuno scopo offensivo- di tutti i cliché, gli orrori e le banalità presenti nelle fanfiction sui protagonisti di "Total Drama", vecchi o nuovi che siano.
Ripeto, non c'è l'intenzione di offendere nessuno, ma solo quella di farsi due risate!
Genere: Comico, Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Sorpresa
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Quella sera Gwen era stranamente di buonumore.
Sua madre e suo fratello erano usciti, lei aveva finito di studiare da parecchio tempo e a breve sarebbe arrivato Trent.
Cosa avrebbe potuto desiderare di più, in quel momento?
Si sedette sul divano e, telecomando alla mano, si dedicò allo zapping più sfrenato: stava cercando di decidere se cercare un film horror decente o seguire l'ultima puntata di un telefilm, quando il campanello suonò.
Interdetta controllò l'ora: le sette e venti.
Possibile che fosse Trent? Eppure l'appuntamento era alle otto in punto... O magari era sua madre, già di ritorno per chissà quale astruso motivo?
C'era un solo modo per saperlo, ovviamente.
Mentre il campanello continuava a trillare fastidiosamente, Gwen aprì la porta e si ritrovò davanti un Trent scarmigliato e all'apparenza spaventato.
Fece per salutarlo, ma il ragazzo la strinse in un abbraccio quantomeno esagerato, biascicando cose incomprensibili con il viso premuto sulla sua spalla.
-Trent... Cosa...? Lasciami...-
Finalmente riuscì a liberarsi dalla morsa del giovane e lo sospinse in casa, scrutandolo preoccupata: aveva gli occhi sbarrati, l'espressione timorosa e continuava a guardarsi attorno muovendo la testa a scatti.
Gwen sollevò un sopracciglio: era forse ripiombato nella sua ossessione per il numero nove?
Inaspettatamente, dopo aver concluso la sua frenetica osservazione dell'ambiente circostante, Trent parlò.
-Dio, sono così contento che tu stia bene...-
Quella frase colpì e preoccupò la gotica: avvicinatasi al ragazzo gli passò una mano sul viso, cercando di sorridere con fare rassicurante.
Non si aspettava però che Trent le afferrasse il polso e le sollevasse la manica della maglietta, cominciando poi a scrutare con aria inquisitoria ogni centimetro di pelle scoperta.
Sbarrò gli occhi a sua volta e, quando l'altro ebbe terminato anche questa ennesima ispezione, sottrasse la mano dalla sua presa.
-Sono così felice... Accidenti...-
Fece per abbracciarla ma Gwen si scostò, furibonda.
-Ti ha dato di volta il cervello? Cosa... Cosa ti è preso stasera?-
Trent abbassò lo sguardo con aria contrita, sapendo quanto poco Gwen potesse resistere a quell'atteggiamento da cucciolo pentito: infatti, qualche istante dopo, sentì la mano di lei posarsi delicatamente sul suo volto.
-Parla chiaramente...- esordì lei con voce aspra, a dispetto del suo gesto dolce -... E cerca di essere convincente!-
Il ragazzo sospirò e tornò a guardarla negli occhi: si sentiva uno stupido, e aveva anche difficoltà a trovare le parole giuste... Però, magari...
Sorrise e accennò alla camera della ragazza.
-Il computer è acceso?-
Gwen annuì, non capendo assolutamente dove volesse andare a parare l'altro ma, curiosa e desiderosa di sapere, lo seguì all'interno della stanza.
Trent si sedette davanti alla scrivania e, aperta una pagina internet, digitò qualcosa su Google: Gwen, che non lo aveva perso di vista per un solo istante, si avvicinò per leggere.
-”Total Drama Fanfictions”?- domandò, senza riuscire a reprimere una nota di irritazione.
Credeva che Trent avesse una spiegazione logica e delle scuse pronte, e invece? Le voleva far leggere qualche squallida storiella da adolescente?
Un istante dopo il suo cervello notò un dettaglio affatto insignificante.
-Trent...- esordì, posandogli una mano sulla spalla -... Qualcuno ha scritto delle fanfictions su noi concorrenti di “A Tutto Reality”?-
Il ragazzo annuì, imbastendo l'ennesimo sorrisetto di scuse: la gotica gli strinse convulsamente la spalla.
-E perché mai tu ne sei a conoscenza?-
Trent sobbalzò ed abbassò lo sguardo: non era mai stato bravo a raccontare bugie, dunque era meglio dire a Gwen una parte di verità... Ma senza guardarla negli occhi!
-Me ne ha parlato un amico...- borbottò, mentre la gotica inspirava profondamente per calmarsi.
-Accedi al sito.-
Non era un invito, era un ordine.
Gwen non si arrabbiava quasi mai, ma quando lo faceva... Beh, meglio non ricordarlo!
Trent obbedì rapidamente, passando da una pagina all'altra senza dare alla ragazza il tempo di leggere quanto le scorreva sotto gli occhi: finalmente si fermò, e Gwen ebbe la possibilità di visualizzare, un istante prima che sparisse per lasciar spazio ad un'altra pagina, il titolo di una storia.
Last solution”.
Inarcò un sopracciglio, domandandosi perché mai Trent volesse farle leggere quella cosa che, a giudicare dall'entusiastica introduzione dell'autrice (una tal TrewenForevah), doveva essere “ricca di lacrime e colpi di scena”.

Gwen Fhalebook era nel suo appartamento di Vancuver...”

La vera Gwen sgranò gli occhi, spostando alternativamente lo sguardo da Trent, la cui espressione colpevole la diceva lunga, al baluginante schermo del computer.
Una storia su di lei.
Su di lei, con un cognome storpiato all'inverosimile -che colpa ne aveva se suo padre si chiamava Fahlenbock?- e abitante di una città immaginaria.
Perché lei conosceva Vancouver, non certo quella pessima e sgrammaticata imitazione!
Trattenne un sospiro irritato e proseguì la lettura.

... Aveva lasciato Duncan dopo che aveva scoperto che la tradiva con Cortney.
Era stato il giorno peggiore della sua inutile vita.”


Qui Gwen sobbalzò.
Non tanto per quel mendace riferimento alla sua rottura con Duncan -si erano lasciati da amici, perdiana!-, né tanto meno per quell'orripilante “Cortney”: era l'aggettivo accostato alla sua vita che la inquietava ed irritava in egual misura.
-Trent, chi è questa imbecille?-
Il chitarrista mormorò qualcosa di incomprensibile, ma il peggio doveva ancora venire.

Aveva fatto soffrire Trent se lo meritava.
Prese un coltello dalla cucina e tornò in camera sua, guardando le pareti nere e piene di ragnatele con disgusto.


Ok, la sua camera da letto non era esattamente un tripudio di colori e gaiezza, ma...
Pareti nere? Ragnatele?
-Mi ha forse preso per uno Spiderman con tendenze suicide?- ringhiò, provocando una serie di imbarazzati colpetti di tosse da parte di Trent.
Il motivo di questo rinnovato scoppio di imbarazzo fu chiaro dalle parole successive.


Si sedde...

Dove aveva studiato quella lì, in una fognatura?

... sul letto e si taglia le vene.
Il sangue che usciva le bagna i vestiti ma lei non se ne preoccupo.

Lentamente Gwen cominciò a capire.
Trent aveva letto quell'obbrobrio.
Trent le aveva controllato i polsi.
Trent aveva creduto alle sgrammaticate parole di quella decerebrata di TrewenForevah.
Il sillogismo era semplice.
-Dimmi che non è vero.-
Trent ostentò il suo sguardo da cucciolo dispiaciuto, ma Gwen stavolta non si lasciò intenerire.
-Dimmi che non hai creduto alle cazzate scritte qui sopra. Dimmelo, Trent.-
Il ragazzo deglutì e tentò di sorridere.
-Ovviamente no, ma...-
All'udire quel “ma” Gwen assottigliò lo sguardo.
-... Ecco... Controllare non... Non mi costava nulla...-
La gotica strinse le labbra fino a farle sbiancare.
-Alzati.- sibilò minacciosa.
Trent si morse un labbro, a disagio.
-Gwen, avanti...-
-Alzati. Da. Quella. Sedia.-
Il tono di Gwen non ammetteva repliche, così Trent si affrettò ad eseguire l'ordine.
La ragazza si impadronì della sedia e del computer, battendo sulla tastiera con una violenza tale che Trent fu tentato di fermarla.
Non lo fece, consapevole che in quel momento stava rischiando seriamente la vita.
Maledetto il momento in cui si era affidato al consiglio di...
-Trent?- lo chiamò Gwen, la voce fredda e intrisa di crudele divertimento.
Le si avvicinò cautamente, sbirciando al di sopra della sua spalla.
-Sì? Oh, cavolo...-
Sullo schermo non c'era più la storia di prima.
Adesso, in lettere colorate ed accecanti, campeggiava una nuova storia: “Good-bye my lover”.
Scorrendola rapidamente, Trent poté constatare con orrore che il protagonista di quel nuovo delirio era lui.
O forse un suo alter ego dal nome incredibilmente somigliante al suo, visto che Maccord non era decisamente il suo cognome!
Gwen lo fissò con aria cupamente soddisfatta finché non comprese che aveva terminato la lettura della brevissima (e sconclusionata) storia.
-Allora... Niente male, vero?-
Trent era completamente ammutolito.
Sentiva di meritarsi quella vendetta, ma era sconvolto da quanto aveva letto.
-Colpito?- domandò Gwen, come leggendogli nel pensiero -Lo capisco benissimo. D'altronde non capita tutti i giorni di essere tradito, scaricato, scopare con Courtney e suicidarsi. In un solo giorno.-
Il chitarrista rabbrividì impercettibilmente: chi era la mente malata che aveva creato una cosa simile?
Lui non era stato tradito, non aveva cercato conforto sessuale ed assistenza in Courtney e non aveva mai meditato il suicidio!
Fece per dire tutto questo a Gwen, ma lei lo anticipò, un sorrisetto inquietante che le aleggiava sul volto.
-Ti dispiace se controllo i tuoi sms? Sai, mi piacerebbe sapere se hai davvero tramato alle mie spalle assieme a Courtney! E già che ci siamo, mi mostreresti il collo? Vorrei vedere se ci sono segni di corde o qualche taglio sospetto!-
Mentre la gotica continuava ad infierire su di lui, Trent sentì improvvisa la voglia di urlare.
-Basta!-
-... E magari... Come, scusa?- domandò con finta cortesia la ragazza.
-Basta.- ripeté Trent, con tono più accomodante -Ho sbagliato, sono stato un idiota, un coglione, mi merito le tue prese per i fondelli e la tua vendetta...-
Gwen nel frattempo si era alzata in piedi e lo aveva raggiunto: lo ascoltò scusarsi e protestare per qualche secondo ancora -notando con ammirazione quanto il ragazzo sembrasse determinato ad addossarsi tutte le colpe pur di non perderla- poi gli gettò le braccia al collo, riuscendo ad ammutolirlo.
-Il tuo interessamento e la tua premura nei miei confronti sono dolcissimi...- si interruppe per baciarlo delicatamente -... Ma che sia l'ultima volta che ti lasci abbindolare da questa roba!-
Il ragazzo, sollevato per lo scampato pericolo, sorrise ed annuì.
-Lo giuro.-
La gotica lo baciò nuovamente, allontanandosi poi da lui.
-Vado a farmi una doccia, se vuoi raggiungermi...-
Gli lanciò uno sguardo malizioso ed uscì dalla stanza, lasciandolo imbambolato al centro della stessa.
Gwen gli aveva davvero fatto una proposta simile?
Smise di ragionare all'istante.
Mentre dal bagno giungeva il rumore scrosciante dell'acqua, si sfilò la maglietta e i pantaloni, lanciando un'ultima occhiata al computer.
Fanfictions scadenti, Duncan... Grazie!

   
 
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