Libri > Twilight
Segui la storia  |       
Autore: Meme__    30/03/2012    1 recensioni
"E allora capii, che non era la razza a fare la differenza, un cuore che non batteva poteva essere riscaldato da un manto di peli color sabbia."
3° Classificata al contest "Beginning of the end" indetto dal gruppo facebook 'La foresta della fantasia'.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Breaking Dawn
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A


Capitolo II
Seth Clearwater.
 
Camminammo fino alla spiaggia di La Push, dove ci sedemmo su un tronco a guardare il calare delle tenebre. 
Non parlavamo, non servivano parole, noi ci conoscevamo già.
Tuttavia dopo un po’ mi sentii in dovere di dire qualcosa, e quindi le sussurrai: “Cosa faremo ora?”
Ci pensò , e poi esclamò: “Ti presento la mia famiglia!”
“C-cosa?” poi ci riflettei e decretai: “Ora sei nella mia terra. Verrai prima a conoscere mia sorella e mia madre. Concedimi un attimo.” Accostai le labbra alla sua guancia sinistra. Una potentissima scarica elettrica mi colpì e sorrisi come un’ebete. 
Ti amo.” Sussurrò lei.

 
Arrivammo a casa mia nel tardo pomeriggio e picchiettai leggermente sulla porta. 
Mia madre si affacciò sorridente, mi guardò bene ed esclamò: “Seth, figlio mio!” stringendomi in un abbraccio. 
Ricambiai con affetto e non potei non notare l’occhiata triste che ci rivolse Irina. Più tardi le avrei parlato. 
“Cosa ci fai lontano dai Cullen? E…- sgranò gli occhi sulle nostre mani intrecciate e continuò- c-chi è lei?”
“Mamma, lei è Irina. Il mio imprinting.” Presentai orgoglioso.
“M-ma non può essere. L-lei è una Cullen.” Balbettò.
“Mamma, lei è diversa. Siamo nella riserva da stamattina e nessuno l’ha accusata di essere una vampira o le è saltato addosso.” Costatai.
“D-devi parlarne a B-Billy Black e Q-Quil Ateara. Ora” strepitò.
“O-Ok. T-tornerò dopo.” Risposi confuso. Mia madre era sempre aperta a tutti. Forse era eccessivo un comportamento simile per Irina. Lei era così dolce, disponibile, solare… Unica.
“Amore, a cosa pensi?” chiese mentre passeggiavamo verso casa Black.
“In realtà pensavo a te. Sei così speciale, non posso credere che realmente mia madre possa comportarsi così.” Borbottai a mezza voce i miei pensieri.
“Ehi, fermati. –prese il mio volto tra le mani e continuò- Ora guardami bene negli occhi e dimmi: se tua sorella si fosse presentato con un nuovo ragazzo vampiro non avresti avuto timore? In fondo siamo due specie diverse, destinate all’odio.”
“Ma io non ti odio! Tu sei ciò che più conta, ora, per me. E non riesco a capire come mia madre, la grande Sue Clearwater non lo capisca.” Sbuffai.
“Credo che siamo arrivati.” Affermò Irina, eludendo la mia precedente uscita.
“Sì, quella è casa Black. E quelli che sono sul portico sono Billy Black, sulla sedia, e Sam in piedi. Credo che il vecchio Ateara sia dentro.” Risposi.
“Ehi Sam. Come va da queste parti?” alzai la voce.
“Al solito. E dalle parti dei succ-vampiri come va?”
“Al solito.” lo imitai.
“Vieni Seth.” Mi invitò Billy, prima di entrare in casa spinto dal ragazzo.
“Vieni.” Strinsi di più la mano di Irina che rabbrividendo mi seguì.
Entrammo in casa e, come immaginavo, il vecchio Ateara era seduto sul divano di Billy.
“Siediti, piccolo Clearwater. Raccontaci tutto.” M’invitò
“C’è poco da raccontare. Lei è il mio imprinting.” Sintetizzai.
“Non può. Questa versione già ce l’ha raccontata anche Jake, ma non ci crediamo. Lei è una fredda, non può accoppiarsi con te, per procreare forti lupi.” Il timbro possente di Billy Black aveva l’intento di zittirmi e farmi desistere… lui non capiva.
“Lei è la mia donna.”Calcai volontariamente l’aggettivo. “Cosa vorreste fare per separarmene?”
“Te ne separerai da solo, Seth. Lei è pericolosa.” Parlava come se lei non fosse stata presente, e questo mi fece innervosire ancora di più. Lasciai la sua mano perché la mia era troppo tremante. Temevo una trasformazione, e accanto a lei, non era l’ideale.
Mi alzai e decisi di accostarmi allo stipite d’ingresso; lei, disorientata e sola, mi guardava implorante. 
"Un secondo, piccola." mormorai flebile, abbassando lo sguardo sulle mani tremanti. Ovviamente non sarebbe sfuggito agli altri, ma dovevo rassicurarla.
“Lei non è pericolosa. Volete che ve lo dimostri?” chiesi, convinto.
“Non ce n’è bisogno. Sappiamo che lo è.” Confermò Billy.
“E' come Edward. Perché a Bella avete permesso il matrimonio allora?” chiesi ancora, stizzito dalla loro convinzione. Perché se era vero che stava parlando Billy, era pur vero che parlava a nome degli anziani Quileute.
“Bella era umana. Tu sei un lupo. Come fareste a stare vicino senza uccidervi?” costatò convinto.
“Te lo dimostro. Cosa senti ora Sam? Vorresti attaccarla?” chiesi con rinnovata convinzione.
“In realtà no.” Affermò.
“Vedi, Billy? Lei non è un pericolo per me. Era già scritto. Gli anziani lo sapevano. Lei è mia. Lei è fatta per me.” Terminai, convinto che le loro ragioni fossero finite, tornando accanto alla mia donna.
“Quindi Sam neanche tu provi repulsione per lei?” chiesi Ateara aprendo bocca per la prima volta, dopo l'eloquente saluto.
“No. Anzi è come se fosse un’umana. Come se fosse una cugina di Emily. Come se dovesi proteggerla.” Confermò anora la mia tesi.
“A questo punto credo che possiate andare… ma attenzione a Sue. Non farla star male. Lei tiene a te. Non le importa cos’è…” chiese implicitamente il nome della donna, al cui fianco ero ritornato nel frattempo, che senza esitare rispose un sicuro: “Irina.”
“Da dove vieni Irina? Perché non ti abbiamo mai visto?” chiese Billy.
“Vengo dall’Alaska, e credo che non mi abbiate mai visto perchè manco da molto da Casa Cullen.” Sospirò afflitta l’ultima frase, ma senza erdere la sua sicurezza.
“Uhm… capisco. Be’, allora andate pure!” terminò il vecchio Quil.
“Grazie, arrivederci!” esclamai, finalmente contento di dover abbandonare quella casa. Volevo andare da mia madre.
“Arrivederci piccolo Clearwater. A presto.” Salutarono il vecchio Quil e Billy Black.
“Ciao Seth. Porta i miei salti a Jake, Quil e Leah!” esultò Sam.
“Riferirò.” Conclusi frettoloso.
 
“Mamma!” esultai finalmente contento di poter salutare mia madre dopo tanto tempo.
“Seth, piccolo mio! Scusa per prima, ma vedendoti con lei ti ho consigliato il meglio, credevo che Billy e Quil l’avrebbero trovato fuori luogo.” Mugugnò.
“Mamma, ti presento Irina, il mio imprinting.” Pronunciai con tono formale.
“E' un grande piacere signora.” Lei pose la mano per presentarsi.
“Oh, chiamami Sue cara. Entrate!” fece mia madre, afferrando gentilmente la mano. Feci finta di non notare il brivido represso che la scosse.
Sorrisi all’indirizzo della bionda che prontamente perse la presa di mia madre afferrando la mia mano e mi seguì in casa.
“Siediti pure, e parlami un po’ di te.” Esclamò mia madre, con tono inquisitorio.
“Oh-mormorò imbarazzata la bionda- be’, non so cosa possa interessarle…”
“Da dove vieni?” suggerì l’altra.
“Vengo dall’Alaska.” Affermò sicura.
“E…”
“E ho due sorelle, Tanya e Kate.” Continuò.
“Oh, e tua madre?” chiese imperterrita Sue.
“Mia madre manca da molto tempo…” mormorò triste.
“Oh, tesoro non volevo rattristarti. -si giustificò la mia inopportuna madre- Non so cosa posso offrirti. Non credo tu mangi biscotti, e non penso che il mio Seth andrebbe a cacciare un cervo.” Quest’ultima frase rialzò il morale della mia donna che prontamente iniziò a ridere di gusto. 
La guardavo estasiato quando mia madre disse: “Be’, potete andare. Credo che le tue sorelle non vedano l’ora di conoscere il mio giovanotto.”
“Certo, sign-Sue!- si corresse in tempo- Lo porterò dalle mie sorelle prima di qualsiasi altra cosa.” Aggiunse sorridendo.
“Ok, allora andate, su via! Cosa aspettate ancora qui?” si lamentò.
“Va bene mamma, andiamo ma non ti perdonerò facilmente il fatto di aver cacciato fuori tuo figlio sai?” ironizzai uscendo dalla porta.
“Ok, ma prima di andare passa a prendere gli abiti pesanti a casa Cullen, perché fa freddo in Alaska. E passa a salutare Quil che non vede l’ora di riabbracciarti.” Invitò.
“Ok, andiamo amore, prima che ci cacci fuori.”
Passai per un saluto veloce a casa di Emily prima di andarcene alla volta dell’Alaska.
Ovviamente passa per casa Cullen dove con non poche smorfie mia sorella si arrendette all’evidenza del nostro amore. Poi ci prestarono un’auto e ce ne andammo.
Ci vollero tre giorni con la Jeep di Emmett, per arrivare al Denali National Park in Alaska. Cominciai a rallentare solo nei pressi della grande casa. Ricordava vagamente quella dei Cullen, ma da vicino era tutt’altra cosa.
Circondata da una fitta vegetazione, si ergevano tre piani di una casa giallina.
Sulle mura si rincorrevano alte rampicanti, punteggiate da fiori blu. Era una strana cosa, considerato il freddo, ma erano davvero stupendi.
“Benvenuto a casa mia.” Sussurrò Irina con occhi dolci. Sicuramente le mancavano le sue sorelle.
“Andiamo!” sussurrai baciandole il palmo e incamminandoci dentro casa.
 
Le sorelle di Denali insieme a Carmen ed Eleazar, al contrario di mia madre, ci accolsero con grandi sorrisi e non si stupirono del nostro legame anticonvenzionale. In fondo non c’era più niente di convenzionale in quella faccenda. In fondo non c’era mai stato niente di convenzionale.
Perciò restammo a Denali per qualche settimana, in completa armonia.
Dopo un mese arrivò una strana chiamata da casa Cullen. Strana, per usare un eufemismo. Alice era nervosissima e diceva continuamente solo: “Stanno arrivando.” 
Io non capii di chi parlasse, ma la mia ragazza e i suoi familiari dovettero farlo perché si immobilizzarono per un tempo che parve infinito, fino a che Irina e Kate non riemersero dalla trance e mi spiegarono che c’era un pericolo e io dovevo andarmene, subito.
“Non posso. Non ti lascerò sola.” Protestai. Non avrei mai abbandonato Irina con un pericolo vicino.
“No, devi andare. Non ti metterò in pericolo.” Ribattè lei.
“Marcus ti ucciderà. Non puoi rimanere, devi andare!” la sostenne la sorella.
“No, non mi muoverò da qui fin quando il pericolo non sarà passato.” Risposi ancora. “Tu mi lasceresti mai con un pericolo in giro, anche se fosse la cosa più giusta per te?”
“N-no, non lo farei” sbuffò. “Ma ora come la mettiamo?”
“Comincio a odiare questo imprinting.” Mormorò Tanya, che aveva assistito alla scena.
“Io la trovo una cosa dulce.” Mormorò Carmen stringendosi a Eleazar.
“Perciò, -mormorai ancora- qualcuno di importante nel vostro mondo ha scoperto di noi e vuole uccidermi? Sarebbe questo Marcus?” chiesi.
“In realtà il nostro mondo è governato da una famiglia: i Volturi. Questi sono tre fratelli: Aro, Caius e Marcus, che fanno rispettare la legge.”
“O meglio regolano i conti con coloro che non la rispettano.” Aggiunse Eleazar.
“Quindi dovrei m-morire?” mormorai.
“Non lo permetterò. Tu sei mio, e non permetterò che mi uccidano un compagno, non dopo quello che hanno fatto a mia madre.” Sussurrò flebile rattristandosi.

Passò qualche giorno, ma poi arrivarono i Cullen. Ovviamente arrivarono solo Edward, Emmett, Jasper, Bella, Alice e Carlisle. Rose ed Esme era rimasto a casa con Nessie. Anche Jacob venne con loro, ero sempre parte del suo branco.
“Ehi Seth! Che bello rivederti amico!” esclamò gioviale Jake, vedendomi.
“Fratello, mi sei mancato!” risposi abbracciandolo.
“Certo che ti sei scelto un bel posto, eh?” commentò guardando la neve che ci circondava. Ovviamente la nostra temperatura era fuori luogo lì, causando lo scioglimento del ghiaccio fino a due metri di lontananza.
“Eh, già.” Acconsentii.
“Ehi, piccolo Seth. Non si saluta più?”
“Bella!” esclamai contenta. Mi era mancata davvero tanto.
“Ehi, ehi, andiamo con calma, ok? Sono pur sempre una signora e non voglio perdere la testa per mano di Irina!” esclamò ridendo.
“No, non potresti mai, signora Cullen. Hai ragione però, ora sono un ragazzo fidanzato, dovrei smetterla di abbracciarti così e di farti volare in questo modo.” Esclamai facendola volteggiare.
“Smettila, potrei vomitare il mio pranzo.” Scherzò. Sapevo che le piaceva.
“Ok, ok. La smetto solo perché Edward potrebbe non tener conto della nostra amicizia.” Sorrisi e la lasciai cadere nella neve sghignazzando.
“SETH!” Strepitò scrollandosi di dosso la coltre bianca.
Risi di gusto concludendo con un: “Ti voglio bene B.”
“Io no!” sbuffò rialzandosi.
“Edward, amico mio!”esclamai dandogli una poderosa pacca sulla spalla. Ormai il freddo della loro pelle mi era immune.
Dopo i saluti al resto della famiglia entrammo e Alice si mise al centro della stanza.
“Non dobbiamo farli avvicinare. Arriveranno nel bosco qui dietro, e vorranno sicuramente eliminarvi. –c’indicò- Dovrete spiegargli dell’imprinting, o almeno che non siete licantropi.”
“Non siamo licantropi?” mormorò scettico Jake. “E cosa saremmo?”
“Mutaforma.” Rispose asciutto Edward, come se fosse una cosa ovvia.
“Mutache?”
“Mutaforma. La scelta della forma di lupo è stata un puro caso. Poteva benissimo essere un orso, un'aquila, o una pantera, quando accadde la prima mutazione.”
“Può essere, sì.”
“Quindi dovremmo riuscire a fermarli per poter spiegare. Dovete sapere che Marcus è terrorizzato dai Figli della Luna. Li ha cacciati per tutta l’Europa fino a farli estinguere.” Spiegò Alice.
“Perciò dobbiamo fermarli per spiegargli la faccenda. In quanti saranno?” Jake in modalità alpha si mise a capo dell’operazione.
“Saranno solo Aro, Marcus, e poche guardie. Forse credono di trovare terreno facile e di giustiziare in fretta.” Rispose Alice con sguardo vitreo.
Continuarono a palare di tattiche per ore e ore, alla fine, esausto uscii fuori in direzione della foresta, trasformandomi appena superata la finestra.
La sensazione di libertà che mi avvolgeva prima era del tutto somparsa, sostituita da una forza di gravità che mi impediva di allontanarmi dalla casa.
Tempo dopo, non so precisamente quanto, decisi di ritrasformarmi e rientrare. Sul limitare del bosco la vidi. Era bellissima, con i capelli biondi e lunghi sferzati dal vento, gli occhi persi nella notte.
“Ehi!” mormorai ormai vicino.
“Ehi…” rispose con uno strno tono di voce.
“Cosa succede?”
“Perché te ne sei andato?” chiese ancora con quello strano tono. “Non ti ho visto più… Pensavo fossi rinsavito.” Sputò infine.
“Io… dovevo calmarmi, riflettere. Non volevi trasformarmi davanti a te.”
“S-se hai ripensamenti, non ti fare problemi, vai. Non devi rischiare per i sensi di colpa. Ca-capisco se tu voglia tornare indietro, sul serio. Non puoi… non devi rischiare per me. Io me la caverei. In fondo, anche se non ce la facessi…”
La interruppi immediatamente. “Come osi solo pensare che io voglia tornare indietro? Ti rendi conto di quanto ho passato per arrivare a te? Di cosa ho vissuto per arrivare fino a te? Tu sei il mio destino, il mio rischio più grande. Una volta perso te, io non servo a nulla.” Il mio tono, prima acceso, si era ridotto ad un sussurro, mentre prendevo il suo viso fra le mani e la costringevo a guardarmi negli occhi. Sembrava sull’orlo delle lacrime. “Non piangere, piccola, non farlo mai. Non sopporterei la vista della tristezza nei tuoi occhi.” Le intimai.
“Seth, tu devi salvarti.”
“Io non voglio salvarmi. Io verrò con te, Irina, qualunque cosa accada. Veniamo dallo stesso inferno e se devo essere dannato, che almeno lo sia accanto a te” le sussurrai citando uno dei suoi libro preferiti.
“S-Seth, c-come…”
La zittiii e scontrai le mie labbra con le sue, stringendola nella dolcezza di un bacio, che sarebbe stato migliore se non avessimo udito uno strano stridio.
Si staccò da me con gli occhi lucidi. Restammo un po’ in silenzio per capire da dove provenisse quel rumore, finchè lei non si irrigidì e sussurrò: “Stanno arrivando.”
 
Passarono ore interminabili, nelle quali ci organizzammo.
In prima fila c'erano Carlisle, Jasper, Kate, Edward, Eleazar e Emmett.
Dietro c'erano oltre me e Irina anche Tanya, Carmen, Bella e Jake.
Irruppero silenziosamente nella radura, come se sapessero che stavamo aspettando lì. Erano una quindicina, forse qualcuno di più. La maggior parte delle mantelle erano sottili e basse, facili da battere in un corpo a corpo.
"Buonasera Carlisle." esclamò uno di loro, ancora incappucciato.
"Aro, qual buon vento ti porta dalle nostre parti?" chiese cortese Carlisle.
Un altro interruppe Aro prima di farlo parlare: "Bando alle ciance. Aro, sbrigati e andiamocene. Non sopporto la vista di questi randagi.”
“Marcus, caro fratello, lasciami il tempo di rispondere a Carlisle. Non essere scortese.” Si parò Aro, con finto tono canzonatorio, sentendo il ringhio cupo di Jake. Forse avevo ringhiato anch’io, ma ero troppo impegnato a capire per rendermene conto.
“Be’, avremo da fare anche noi, quindi Carlisle sbrigati.” Borbottò Tanya.
“Sì sì, provvederò subito. Edward, figlio mio, vorresti parlare tu?” All’invito, il mio amico si fece subito avanti.
“Sì, certo. Vedi Marcus, al contrario di come può sembrare, loro non sono i Figli Della Luna. Come puoi notare, ora è giorno. Non potrebbero trasformarsi.” Spiegò.
“Chi ci dice che non possono trasformarsi?”
Sentendo ciò uno squarcio invase l’aria e una montagna di peli riempì il posto di Jake.
“E l’altro?” mormorò contrariato sempre Marcus.
Mi scostai da Irina e iniziai la trasformazione. Era facile investito in quel modo dalla puzza di vampiri. Le mani tremavano con violenza. Feci in tempo a togliere l’ultimo paio di scarpe nuove. Erano un suo regalo, ci tenevo.
Dovetti evitare di respirare per un po’, altrimenti avrei attaccato tutti, senza remore
Bravo lupetto, vedo che capisci-Jake.
Eh, visto?-pensai ironico prima di concentrarmi sullo scambio di battute degli immortali.
Edward si era avvicinato ad Aro, e sembravano parlare senza sosta, anche se dalle loro labbra non usciva neanche un flebile sussurro. Irina si avvicinò a me e sussurrò: “Aro può sentire i pensieri con il tocco della mano.”
Solo allora notai che la mano dell’uomo sostava sul braccio del ragazzo. Era una conversazione a doppio senso.
“Scusate, potreste evitare queste conversazioni? Mi innervosisce non sapere cosa diciate.” Strepitò Bella.
Un ‘Oh’ di sollievo collettivo si alzò nella radura quando la mano di Aro si scostò da Edward che prontamente tornò nella sua postazione, portando accanto a sé Bella, che affondò letteralmente nel suo fianco.
“Quindi possiamo andare. È tutto concluso, non ci sono Figli della Luna, qui.” Concordò Aro.
“Ma qualunque cosa siano, dobbiamo eliminarli, SONO PERICOLOSI!” strepitò ancora Marcus.
“Senti bello, io non sono pericoloso. Non ho mai ucciso nessuno, io. Quindi calmati e torna nella tua fogna.” Blaterò Jake, che nel frattempo aveva assunto di nuovo la forma di ragazzo, semi-nascosto in un pantalone che doveva aver portato Bella.
Un mormorio confuso si elevò questa volta dal lato opposto della radura, che fece innervosie ancor di più l’uomo, che si rivolse con aria vissuta a Jake dicendo: “Cosa stai dicendo, randagio?
“Nulla, nulla. Il ragazzo voleva solo specificare che non hanno mai fatto nulla di male a nessuno.” Lo difese Bella.
“Ah, sì? Ma…” iniziò Marcus prima di essere interrotto da Aro, ancora.
“Vi daremo fiducia, piccola Isabella, non dubitare. Ma ora, perché non ti presenti, in tutto il tuo splendore ai Volturi?” la incitò.
Bella fremette, e sicuramente non era per il freddo. Edward la strinse di più e si incamminò verso Aro.
“Eccomi.” Dalla sua voce, credetti stesse ostentando un sorriso.
“Ti vedo.” Mormorò viscido Aro.
“Se non le dispiace, vorremmo tornare a casa. Sa, abbiamo lasciato Rose in giro per negozi, non vorremmo ritrovarci con un conto in rosso.” Esclamò Emmett.
“Sì sì, andate pure.” Mormorò distratto l’uomo con aria trasognante.
Bella ed Edward arretrarono, così come la schiera di mantelle.
Era finita. Tutto lo spavento di Irina era stato infondato. Loro avevano capito.
“Ti amo, ti amo, ti amo, ti amo, ti amo, ti amo, ti amo, ti amo…” sussurrai infinitamente alla donna, mentre la prendevo tra le braccia e la facevo volteggiare.
Tutto attorno a noi appariva sfocato. Il mondo non ci appariva più, era inutile, tutto era inutile. Lei rappresentava il mio infinito.




Salve!
Ed ecco il secondo e ultimo capitolo di questa mini-fic. Ringrazio infinitamente le 50 persone che hanno letto il primo, e spero anche questo vi piaccia *-*
Perciò dato che non so che dire, vi saluto.
A presto, bacioni, Meme_<3
   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Twilight / Vai alla pagina dell'autore: Meme__