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Autore: MellyV    30/03/2012    8 recensioni
Raccolta Vegeta/Bulma.
Momenti di vita quotidiana.
[...]
Cap. 6 - Luce tra le tenebre.
Cap. 7 - Inutili chiacchiere.
Cap. 8 - Gli occhi suoi.
Genere: Generale, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bulma, Vegeta | Coppie: Bulma/Vegeta
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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DRAGON BALL © 1984 Akira Toriyama/Shueisha. All Rights Reserved.


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Cap. 6 - Luce tra le tenebre.


La notte era una compagna fedele e gradita.
Ascoltava in silenzio i pensieri che incoscientemente la gente esprimeva ad alta voce, traendone ogni rilevante dettaglio e tenendo per sè la fortuna di aver assistito ad un monologo segreto.
Avvolgeva di oscurità e buio l'individuo donandogli quel senso di pace e sicurezza, dalla quale nasceva l'inaspettato coraggio di esprimere i propri turbamenti che a lungo erano stati repressi e mai allontanati dalla propria mente.
Durante la notte riafforavano i ricordi, quelli devastanti e mai graditi, perchè quel senso di pace e sicurezza aveva l'abilità di insinuarsi sin dentro le membra e scavare nel profondo del proprio inconscio maledetto, dando l'illusione di poter donare quella pace desiderata e sofferta ma rilevandosi invece un trucco meschino col solo intento di trarre a sè quelle memorie dolorose e per lungo tempo nascoste.
Nonostante Vegeta raccogliesse in sè un infinità di quei ricordi marci e rancorosi, non si sottrava all'oscurità attraente delle tenebre, anzi; egli la cercava con lucida ossessione, perchè la notte era sempre stata fedele compagna di quella fiera razza il cui sangue gli scorreva nelle vene, ed a questa sua voglia aveva dato una contorta motivazione.
Le sue memorie raccontavano di guerre mai perse, di popoli sottomessi, di gloria costante, di rispetto ineguagliabile; i suoi ricordi odoravano di carne bruciata, rievocavano urla strazianti e risa malvagie, gustavano il sapore del sangue.
Vegeta era un Saiyan, ed i Saiyan vivevano di questo.
Avvolti nell'oscurità e marchiati come assassini, traevano gusto e soddisfazione dagli occhi angosciosi e pietosi delle proprie vittime, imprimendo nei loro ultimi sguardi vivi l'immagine dei propri volti disprezzanti e divertiti.
Ma quei ricordi non narravano solo di vittoriose battaglie e fiere conquiste; nei meandri oscuri del proprio essere, Vegeta custodiva il taciturno rancore e sdegno per quel periodo di obbligata subordinanza all'essere più potente - dell'epoca, si intende - dell'universo.
Le gloriose guerre che conduceva e che fieramente portava sanguinosamente a termine nascondevano dietro il vanto e la soddisfazione tutto il cruccio di non poterne prendere il merito, di non poterne parlare con orgoglio.
Di non poter essere libero, lui, il fiero Principe dei Saiyan, usato come un banale oggetto da quel presunto padre che richiamarlo alla memoria gli provocava un fastidio profondo.
Ora non gli importava più aggiungere il prestigioso titolo davanti al proprio nome, perchè nonostante la verità fosse difficile e dolorosa da ammettere, col tempo era riuscito a rassegnarsi; non poteva esistere nessun sovrano, se non c'era nessun popolo da governare.
Ma sebbene l'enorme sforzo che aveva fatto nel riconoscere questo torto, nonostante le tremende rievocazioni di quel passato tortuoso e sprezzante, Vegeta necessitava di quei crudi ricordi e di rammentare tacitamente i gloriosi giorni in cui l'unico suo senso di vita era combattere e portare alto il nome del più forte e orgoglioso popolo di guerrieri dell'Universo, come ripicca nei confronti di quel lucertolone che lo teneva in pugno, dichiarandosi suo padrone, ma che egli non aveva mai considerato come tale.
Vegeta era un Saiyan.
E sentiva il perenne bisogno di ricordarlo, timoroso che l'esistenza frivola e piacevole che da anni ormai stava trascorrendo sul quel pianeta avesse in una qualche maniera mutato il suo essere, rinnegato le proprie origini, accettato di amalgamarsi tra i terresti che continuava a ritenere infimamente inferiori, ma che gli avevano donato una vita tutto sommato abbastanza gradevole.
Vegeta rivolse un ultimo sguardo alla luna piena padrona dell'oscurità , con la quale aveva affiancato migliaia di battaglie; sospirò silenziosamente mentre ricacciava le memorie segrete all'interno del suo impenetrabile ripostiglio mentale.
Si alzò dal divano comodo e con passi tonfi abbandonò il soggiorno, con l'intenzione di raggiungere il letto e placare il sonno insistenze che nel frattempo s'era impadronito di lui.
Raggiunto il piano superiore, attraversò le camere dei propri figli dando una rapida occhiata ai loro corpi beatamente dormienti visibili attraverso le sottili fessure che le porte socchiuse avevano sapientemente lasciato, dando all'uomo l'opportunità di controllare la situazione.
Si diresse poi nella propria camera, qualche metro più distante, ed abbassando lentamente la maniglia dorata varcò la soglia.
Quando richiuse la porta dietro di sè, venne nuovamente inghiottito da quell'oscurità opprimente; nonostante il buio cupo, Vegeta si mosse sicuro nella stanza evitando abilmente ogni possibile intralcio; come un ombra silenziosa ed agile, poggiò le ginocchia sul morbido letto, liberando la propria area dalle ingombrati lenzuola e buttando un occhio in direzione della zona occupata da Bulma.
Un timido soffio di vento fresco sibilò nell'aria scostando le leggere tendi del balcone poco distante, e il bagliore lunare penetrò nella camera illuminandola morbidamente in ogni angolo; in quell'istante di soffice luce Vegeta potè notare la figura dormiente della donna, distesa goffamente sul materasso comodo e con il volto leggermente ruotato nella parte opposta al Saiyan.
Sebbene la notte non fosse particolarmente calda, indosso aveva una semplice canotta bianca e dei pantaloncini leggeri che alimentarono nell'uomo un attimo di confusione.
Il torace si muoveva a scatti regolari seguendo il ritmo del suo respiro; nell'aria i suoi brevi sospiri erano appena udibili.
Nella penombra della stanza ed allungandosi sulle braccia, Vegeta potè osservare sul suo bianco viso l'espressione serena e beata di chi dorme senza pensieri, ostacolata dalle ciocche azzurre che erano disposte scompostamente dandole un aria sbarazzina.
La luna illuminò il collo lungo e sottile della donna, mostrandolo nella sua candida tonalità ed attirando l'attenzione del Saiyan.
Quasi come se le braccia godessero di volontò propria, Vegeta si ritrovò a cingere tra le grandi mani il bianco collo di Bulma, tastandone la pelle morbida e liscia con le dita grosse.
Nell'insensatezza del gesto, egli si ritrovò consciamente a constatare su quanto sarebbe potuto essere facile distruggere una vita.
Una pressione maggiore sulle mani dure, un accenno di forza nelle dita rudi, e avrebbe potuto spezzarle le ossa, o farla soccombere senza troppe attese.
In quel momento avvertì dentro di sè uno sconfinato senso di superiorità; ghignò orgogliosamente accenando una punta di perfidia, quando ricordò di poter essere l'artefice della vita o della morte di un qualsiasi individuo.
E di nuovo le vecchie memorie che riemergono prepotenti, e i volti strazianti delle vittime innocenti, le lacrime amare e le urla angoscianti, le carni lacerate e l'odore del sangue.
Ancora, ricordi che bruciano come ferite fresche, la voglia di reprimerle e cancellarle perchè sono passati anni e la sua vita è cambiata, è nuova, è nettamente migliore.
Ma come un marchio indelebile inciso nella memoria, nonostante la sua vera indole brami ripercorrere le vecchie glorie e godere di quelle soddisfazioni, Vegeta lottava contra la sua stessa natura, perchè aveva capito che ora quei tempi non avevano più importanza.
Era un uomo diverso, ed ora godeva di responsabilità che mai un giorno avrebbe anche solo pensato di possedere; proteggere delle persone e lottare per la loro incolumità, non più per sè stesso e per il vanto della vittoria.
Bulma sospirò rumorosamente, muovendo di appena qualche millimetro il proprio corpo caldo; in quell'istante le mani di Vegeta abbandonarono il collo morbido della donna, senza prima averlo sfiorato nella sua lunghezza con le dita in quella che sarebbe dovuta essere una timida carezza.
Le iridi celesti della donna emersero attraverso le lunghe ciglia nere, e dopo aver familiarizzato con l'oscurità insistente della notta, i suoi occhi notarono la sagoma imponente dell'uomo chinato sul suo corpo; sul suo viso aveva un'espressione indecifrabile, e nel buio fastidioso Bulma potè vedere il suo sguardo cupo e freddo.
- Vegeta. - sibilò piano, con la bocca impastata di sonno e la voce rauca.
L'uomo appoggiò il peso del suo corpo su quello di lei, strofinando i palmi sulla sua pelle liscia e morbida di entrambe le braccia, fino ad arrivare a cingerle le spalle fragili.
Da quel preciso momento i pensieri di Vegeta svanirono all'istante; come pochi granelli di sabbia in balia del vento forte, le amare memorie vennero spazzate via dalla mente, ora vuota e serena, pronta ad accogliere dentro di sè un nuovo dolce ricordo legato al momento che stava per vivere.
Non c'erano più le vittime inerti e il loro sangue, nè i compagni sadici e le battaglie estenuanti; gli occhi erano ora pieni dell'immagine di Bulma stesa sotto il proprio corpo, con le palpebre instabili e la bocca dischiusa.
Uno spiraglio di luce tra il buio asfissiante delle tenebre.
Con una lentezza inusuale, Vegeta andava avvicinando il proprio volto verso quello della donna; Bulma nonostante il sonno persistente e la confusione crescente, lasciò che l'uomo le baciasse la fronte come rare volte aveva fatto, chiudendo gli occhi quando le calde labbra sfiorarono le palpebre morbide.
- Vegeta. - sussurrò ancora quasi involontariamente, appoggiando le piccole mani sulla schiena possente del Saiyan; ma Vegeta non rispose.
Si limitò a guardarla negli occhi per un attimo fulmineo, prima di affondare le dita tra i capelli lisci e chiudere le labbra su quel collo invitante.











_______________________________________________
Umh.
Beh, non c'è molto da dire su questo capitolo.
Volevo scrivere qualcosa che legasse i ricordi passati di Vegeta e la sua nuova vita ed in particolare al ruolo fondamentale che ha assunto Bulma, la donna che riesce ogni volta a distrarlo dal rimembrare quelli che sono i momenti incancellabili della vita del Saiyan.
Spero di avervi regalato una lettura piacevole :)
Al prossimo capitolo!
MellyVegeta


  
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