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Autore: Yli_x    31/03/2012    3 recensioni
Sentivo il suo respiro sfiorarmi il collo lentamente insieme alle sue mani che mi toccavano i fianchi.
Un innata voglia di baciarlo quasi si impossesso di me.
Lentamente spostai il mio sguardo di ghiaccio nei suoi occhi del medesimo colore per cercare di capire ..
Capire cosa provava in quel momento .. e se come me era confuso.
- Non crederaì sul serio che ti baci ? - dissi fissandolo.
- Io credo che lo farai ..
- E cosa te lo fa credere?
- I tuoi occhi .. il tuo viso .. il tuo cuore ... Fabiola so che tu vuoi quello che voglio io.
- No, è qui che ti sbagli ... Io non vorro mai quello che vuoi tu .. - dissi prima di sciogliermi dalle sue braccia.
Sul serio volevo quello che voleva lui?
Beh forse si o forse no .. so soltanto che in quel momento tutte le ostilità che c'erano con lui erano svanite lasciando spazzio a un qualcosa che il mio cuore non credeva possibile riuscire a provare per lui .. Lui che con un solo sguardo mi ha cambiata .. Probabilmente per sempre..
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
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Quel maledetto patto

 
Cominciammo tra di noi a domandarci cosa ci fosse scritto in quell’avviso, ma nessuno di noi riuscì a trovare una risposta.
Finalmente, la professoressa dopo una decina di minuti si decise a parlare, e a dirci cosa comunicava quell’avviso.
-          Ragazzi ho una meravigliosa notizia da darvi. – A quelle parole capì che non era per niente una notizia piacevole, ora mi direte che sono paranoica oppure una pessimista, ma conosco molto bene la professoressa e credetemi quando dice così non è buon segno.
-          Che genere di notizia professoressa ? – chiese Nicolas con aria curiosa.
-          Allora, il preside ha deciso di fare un concorso con tutti gli alunni del secondo e terzo anno, nel quale i primi cinque classificati avranno come premio una borsa di studio di un anno in un accademia a Londra.
-          Dovremo farlo tutti questo concorso ? – chiesi curiosa e anche abbastanza seccata dalla notizia che avevo appena ricevuto.
-          Sì, tutti i miei alunni dovranno assolutamente partecipare. Anche perché, secondo il mio parere, questa sarà un occasione per allargare il vostro bagaglio culturale, che per il momento è molto, molto ristretto.– Ecco cosa vi avevo detto ?
In quel preciso istante cadde il silenzio totale nella classe, si riuscivano a sentire solo dei brusii provenire dai secchioni della classe che , insieme alla professoressa , erano entusiasti di questo concorso.
Il resto di noi si limito a lanciarsi degli sguardi a vicenda di disapprovazione nei confronti di quella notizia.
Finalmente dopo un po’ suono la campanella che avvisava ognuno di noi che eravamo liberi di tornare a casa.
Nell’uscire cominciammo a parlare di come avremmo potuto superare il test.
Onestamente io non avevo intensione di vincere o di classificarmi tra le prime postazione, non mi andava nemmeno un po’ di partire e allontanarmi dalla mia adorata città , così a differenza dei miei compagni io mi limitavo solo ad ascoltare, senza preoccuparmi di nulla.
Arrivata fuori a quell’enorme cancello, c’era ad aspettarmi mio fratello Brian a bordo della sua gigantesca moto nera, e come al solito c’era attorno a lui una scia enorme di ragazze, che cercavano in ogni modo di avere il suo numero di cellulare.
A mio parere provo molto dispiacere per loro, non lo dico con cattiveria, ma mio fratello è il classico play-boy che ama giocare con i cuori delle ragazze, e so con certezza che se dovesse fidanzarsi con una di loro non farebbe altro che portarsela a letto per poi mollarla.
Dopo essermi fatta spazio tra le varie ragazze, riuscì finalmente a raggiungere mio fratello.
-          Ehi sorellina tutto bene ?
-          Si dai bene come primo giorno di scuola tutto regolare …
-          Strano, prima è passato Marcus e mi ha detto che dovrete sostenere un “esame” di che si tratta? – chiese passandomi il casco. 
-          Nulla non preoccuparti, andiamo – così lui non aggiunse più parola e partimmo.
Arrivata a casa, mangiai qualcosa in velocità e salì di sopra a fare i compiti. No, non avevate capito male, dovevo fare i compiti il primo giorno di scuola. In un certo senso è colpa mia, la prossima volta imparo a non svolgere giorno per giorno i compiti estivi.
Passai su quei libri un sette ore circa e, poiché ero sfinita, decisi di andare a letto.
Le giornate successive passarono monotonamente, d’altro conto non credo ci sia nulla di fantastico nella vita di una studentessa, ci sono solo libri, professori arroganti e avvolte anche qualche ragazzo che sconvolge, anche se per poco, la nostra vita.
Passarono così due, tre e poi quattro settimane, finche un giorno la professoressa Danny entrò in classe e ci disse per quanto era stato fissato il concorso.
Avremmo dovuto farlo precisamente tre giorni dopo; infatti, in classe comincio il così detto “panico da test”.
Ovunque mi giravo si sentivano ragazzi che si disperavano, chiedendosi come avrebbero fatto in così poco tempo a prepararsi. Onestamente, trovo tutto questo baccano inutile.
Infatti, ero l’unica a rimanere tranquilla al mio banco senza dire una sola parola.
Ad un tratto, mi sentì toccare la spalla. Era la mia migliore amica Aurora che voleva chiedermi come avrei fatto a superare questo “test”.
Ora mi rendo conto che sembrerà strano, ma nonostante io non mi preoccupi di perdere, sono una delle ragazze più scarse in questa materia.
Tornando a noi, non risposi alla domanda della mia amica, sapevo con certezza che avrebbe cominciato a dirmi che dovevo studiare, ma detto fra noi, non avevo la minima intensione di studiare quella stupida materia. Si è vero l’inglese è la lingue che parlo tutti i giorni, ma la sua grammatica, anche se facile, per me è impossibile da comprendere.
Per il momento è meglio tralasciare l’argomento “ inglese”.
Come vi stavo raccontando prima, dopo questa domanda da parte della mia migliore amica, non aggiunsi più commenti e feci si che la lezione passasse come tutti i giorni: monotona e senza interrogazioni.
Quel giorno stesso, dopo le lezioni, mi ritrovai con Aurora per fare insieme una ricerca di artistica.
Naturalmente, come potete immaginare, mi annoiavo a morte a fare questa stupida ricerca, così lasciai fare tutta la teoria ad Aurora, mentre io mi occupai del memorizzare quegli appunti ed esporli, in seguito, alla classe.
Mentre studiavamo, uscì l’argomento dell’esame d’inglese, che questa volta non riuscì ad evitare.  
-          Beh come farai Fabiola a superarlo ?
-          Ad essere pienamente sincera … non ne ho la più pallida idea. Mi classificherò ultima, pazienza.
-          Non dire stupidaggini, sai che vuol dire selezionarsi ultime ?
-          No, non credo di saperlo.
-          Beh te lo dico io, vorrebbe dire essere torturata a vita dalla professoressa Danny.
-          Questo è vero. Wow sai una cosa ?
-          Cosa ?
-          Sei stata capace di farmi diventare ansiosa.
-          Chiedo scusa, comunque io ho un idea per il test.
-          E cioè ?
-          Che ne dici se ci sediamo vicine? Così potresti, come dire, copiare da me. Tanto sicuro che arriveremo tra i primi venti.
-          Tu sei un genio. Beh io penso che sia una fantastica idea.
-          Quindi andata ? – disse lei porgendomi una mano per stringere questo patto.
-          Andata. – dissi dandogli una stretta di mano, quella stretta che mi costerà caro, molto caro.  
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