Anime & Manga > Naruto
Segui la storia  |       
Autore: yuki21    01/04/2012    1 recensioni
Sono passati 12 anni dall'ultima grande guerra ninja.Un nuovo Hokage,una nuova generazione ninja,vecchi e nuovi eroi.Un nuova avventura tutta da vivere e ridere!
Genere: Avventura, Comico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Nuovo Personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la serie
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Angolo Autrice: Sono tornata! Ahhh!!! (evita il lancio di diversi corpi contundenti). Ok, ok lo so che questa storia è bloccata da mesi, forse addirittura un anno intero ed eviterò di giustificarmi dicendovi che be, lettori, io tengo un età ed una figlia che sta iniziando a camminare! Capite, camminare!! Ergo, la pacchia è finita, ora casa e la mia vita stessa è tutto in mano sua! Sono una giovane donna finita! Sigh. Eh eh, dopo questa piccola divagazione, vi posto un nuovo capitolo di questa fic. Sappiate che è il penultimo. Nel senso che ci sarà un capitolo finale della storia di "Di Konoha e Nuovi Eroi" in cui si chiariranno alcune cose (tipo.. i cattivi!), ed in cui si anticiperà il futuro dei nostri cari ragazzi. Già, perché tempo permettendo ho in mente di scrivere il seguito di questa fic in cui i ragazzi saranno cresciuti di, be vediamo, 4 anni vi va bene? E li ne vedremo di belle con 12 adolescenti alle prese con missioni, allenamenti, principi di guerre ed ormoni impazziti! Olè e chi più ne ha più ne metta! Ci sarnno anche dei piccoli filler sulla storia qui presente, tipo scene di vita quotidiana dei nostri ragazzi. Tutta roba da ridere promesso. Ok, adesso basta sul serio, a voi il capitolo 39! Vi ricordavate dove siamo arrivati? Allora andiamo ad iniziare. Kiss kiss.
Yuki21

“Hiro-kun!”

L'esclamazione di Reika riportò l'attenzione di Shin'ichi su cose ben più serie del suo cuore impazzito.

“Hiro, che ci fai qui?”, gli domandò il Sarutobi continuando a massaggiarsi la testa offesa da Rido.

“Sono qui con Temari-sensei. Eravamo diretti al nostro Villaggio quando un falco messaggero di Suna ci ha intercettati per consegnarci una missiva del Kazekage. Gaara-sama, su richiesta dell'Hokage, ci ha inviato in vostro soccorso.”

“Eh? E che c'entra il Kazekage con questa storia?”, domandò perplesso Rido in direzione del quattrocchi.

“A quanto mi ha spiegato Temari-sensei, la vostra incursione nel paese della Nuvola è stata scoperta alla Foglia, e l'Hokage ha chiesto al Kazekage di intervenire. Suna è più vicina alla Nuvola della Foglia* e comunque, c'è sempre quel discorso del patto da rispettare. Quindi eccomi qui.”

“Hanno mandato voi per via del patto delle cinque terre... accidenti. Stavolta è proprio un grosso casino.”

Rido ormai si era perso del tutto. Shin sospirò osservando il compagno e si apprestò a fornirgli le opportune spiegazioni.

“Ce lo hanno insegnato in accademia baka! Dalla quarta guerra ninja, è stato stipulato un patto tra le cinque terre a cui nessuno può astenersi. Primo punto del patto: non è consentito alle forze portanti di allontanarsi dal proprio paese d'origine senza aver avvisato gli altri Kage. Secondo punto del patto: una qualsiasi azione ninja che esuli da una missione ufficiale, deve essere comunicata ai Kage, soprattutto se questa prevede lo spostamento di un contingente ninja da un paese all'altro. Ciò vuol dire che Naruto-sama non avrebbe potuto recarsi di persona a cercarci in quanto forza portante della Volpe a 9 code, ne avrebbe potuto inviare dei ninja di Konoha alla Nuvola senza avvisare il Raikage. Considerando che Temari-san e Hiro-kun erano in viaggio licenza, avrà pensato che usare loro facendogli fare una piccola deviazione, fosse la soluzione più discreta da adottare. Deve aver parlato solo con Gaara-sama che si sarà offerto di mettere a disposizione sua sorella, e di conseguenza Hiro, per venire a recuperarci.”

Mentre Shin'ichi parlava, Mao-chan era tornato alle sue vere sembianze e si era sistemato sulla spalla di Reika, fedele come sempre.

Rido sembrò riflettere sulle parole di Shin'ichi.

“In parole semplici ci hanno scoperto sia a Konoha che a Suna ed ora siamo nella merda fino al collo, giusto?”

Shin'ichi si sistemò meglio la benda sull'occhio.

“Già”, concluse semplicemente.

“Temari-sensei era incazzata nera quando ha letto la missiva! Erano mesi che aspettava di tornare a Suna per rilassarsi un po senza suo marito ed ora... lasciamo stare. Tanto si sa che sfogherà la sua ira su noi del team 4.”

“Miao! E aspetta che sappiano del Nibi... terzo punto del patto delle cinque terre: non è ammesso che due bijuu soggiornino nello stesso paese. Se al Raikage arriva la soffiata di questa storia...”

“Adesso abbiamo altro a cui pensare. Accidenti, anche gli altri nostri compagni a Konoha saranno nei guai a quest'ora!” disse Shin peggiorando ulteriormente l'umore di Reika.

La ragazza infatti si mordeva le labbra mentre Mao-chan le faceva un po di fusa consolatorie.

“Avanti, ora cerchiamo la maestra e torniamo a Konoha. Essendo a conoscenza del piano ho tentato di calmare un po la sensei. Se fossero stati inviati degli anbu sai che casini!?”

“Tremo al solo pensiero! Riesco ad immaginare mio padre avanzare in questo covo imprecando contro di me. Oh ma a proposito, perché Temari-san non è con te?” domandò Rido.

“Siamo arrivati al momento della deflagrazione. Io mi sono fatto avanti per salvare Rido dalla caduta di alcuni massi e Temari-sensei si è lanciata all'inseguimento di alcuni tizi incappucciati.”

“Sbrighiamoci a trovarla! Quelli sono pericolosi.”

Shin'ichi concentrò il chakra nei piedi ed iniziò a risalire il muro della fossa in cui erano caduti. I ragazzi lo seguirono silenziosi.

Il covo dei gatti ninja della Nuvola, era ormai un cumulo di macerie. Corpi esamini di gatti giacevano a terra. Ripercorrendo all'indietro il percorso in cui si erano lanciati poco prima, i ragazzi si ritrovarono davanti anche il cadavere della vecchia gatta.

“Ha avuto ciò che meritava. Del resto quando vendi l'anima al diavolo non può uscirne nulla di buono” sentenziò freddo Mao-chan.

“Forza, usciamo da qui... Reika che c'è?”

La ragazza stava osservando tutto intorno al cadavere della vecchia.

“La reliquia non c'è più, devono averla presa loro.”

“Cosa non c'è più?”, le domandò in risposta Rido.

“La reliquia. Il vaso in cui è sigillato il Nibi. Io, ecco, non so come spiegarvelo ma non lo avverto più. Già prima che sapessi del Nibi, avvertivo una presenza opprimente, come un qualcosa che cercava di parlarmi nella testa. Ma non riuscivo a capire cosa dicesse. Ora non sento più nulla. Shin-kun, se quelli si sono portati via un bijuu.”

“Si, è un brutto affare. Proprio un brutto affare. Sbrighiamoci a trovare Temari-san.”

I ragazzi ripresero a correre. Rido era troppo stanco per utilizzare ancora il byakugan così dovettero cercare Temari seguendo le tracce. Utilizzarono una crepa nel muro per uscire fuori dal covo.

Il sole stava iniziando a sorgere illuminando il bosco tutto intorno.

“Shin'ichi mio adorato!”

La voce di Kyoko fermò la corsa dei ninja. Lei e Aoi, se ne stavano seduti vicino alle radici di un grande albero intenti a riposarsi dopo lo scontro avuto coi gatti ninja.

“Ragazzi state bene?” Shin'ichi si preoccupò di verificare le condizioni dei due compagni d'avventura.

“Si. Possiamo affermare che Yoshi ci ha salvato il culo. Quei gatti sembravano non finire mai. Vedo che anche voi ve la siete cavata alla fine!”

L'attenzione del giovane scrittore si spostò su Reika.

“Mi dispiace molto.” mormorò la ragazza. Rido le prese una mano e Shin si rabbuiò.

“Reika Takaji Uchiha!”, tuonò Kyoko.

“Chiederai perdono a Konoha una volta tornati a casa. E preparati, perché appena ci saremo ripresi voglio sfidarti nuovamente! Grazie a te e a questa missione, mi sono scoperta più forte di quel che pensavo...”

“E modesta soprattutto” disse a bassa voce Aoi.”

“... quindi ora so che posso batterti senza problemi! A Konoha ci scontreremo e”

“Si, si lo sappiamo Urei, ora dacci un taglio e diteci piuttosto se avete visto Temari-sensei”, disse spazientito Hiro.

“Ha detto di raggiungerla non appena il gruppo fosse stato al completo.”

A parlare era stato Yoshi, sbucato così dal nulla sempre coi suoi solito occhiali scuri in volto.

“Yo! Non sei tornato alla Foglia come detto quindi!” Rido lo salutò utilizzando il saluto tra ninja.

“Be, ho pensato che tanto qui fanno tutti come gli pare quindi...”

“Già. Siamo un bel disastro. Comunque, hai visto Temari-san e le hai parlato?”

“Si, stava inseguendo delle strane figure incappucciate. Avanti andiamo, le ho lasciato un mio insetto addosso così da rintracciarla. Seguitemi.”

“Rei-chan ce la fai?” le domandò preoccupato Rido.

“Si Rido-kun. Andiamo”, rispose convinta la ragazza.

Raggiunsero Temari molto prima di quel che pensassero. La giovane donna era ferma in una radura. Qua e la, alberi troncati di netto dalla furia del suo ventaglio.

“Temari-sensei!”

“Mh? Hiro. Allora i tuoi compari ci sono tutti?”

“Si sensei. Sono tutti sani e salvi.”

Temari sorrise. Non che i ragazzi l'avessero notato, ma sorrise grata al destino.

“Che cos'è?” Shin'ichi si era avvicinato alla donna ed ora osservava un qualcosa di non definito ai suoi piedi.

“Pfu! Pensavo di averne colpito almeno uno. Invece si tratta di una marionetta del cazzo!”

“Marionetta? Roba per suo fratello Kankuro?”

“Può darsi, non so. Dovrò comunque interfacciarmi con Suna e coi miei fratelli. Sempre se ora, per colpa vostra, la mia licenza non venga sospesa. Che palle ci tenevo proprio ad andarmene qualche giorno a casa lontano da quella palla al piede di cry baby.”

“Shikamaru-sensei sarà preoccupato per noi”, disse Reika. La ragazza si sentiva terribilmente in colpa per tutti i fastidi che aveva creato. D'altronde però, era soddisfatta delle informazione che aveva reperito circa i suoi genitori. Finalmente, ora, si sentiva parte di qualcosa. Sapeva da dove veniva, quale erano le sue origini. Ora aveva anche lei delle fondamenta sulle quale costruire un qualcosa di solido e duraturo. Era ora di tornare a casa e di assumersi la responsabilità di tutto quello che era successo.

“Ehi, aspettate un attimo!”. Shin'ichi si piegò sulla marionetta.

“Temari-san guardi qui.” Il Sarutobi indicò un punto preciso. La donna dai codini biondi, spostò parte della veste che ricopriva la marionetta.

“Ma che diavolo è questa cosa?”

“Un mezzo cadavere direi”, disse Yoshi.

La così detta marionetta di fatti, aveva ben saldate alle parti di legno, carne ed ossa umane. Kyoko soffocò un conato alla vista di tale scempio.

Shin'ichi indicò qualcos'altro: nel petto umano della strana creatura, erano conficcati diversi piercing neri.

“Questi sembrerebbero...”

“Non è possibile! Nessuno dovrebbe essere a conoscenza di quella tecnica!”, disse allarmata Temari interrompendo il flusso di pensieri del Sarutobi.

Quelli sembravano proprio i piercing che aveva all'epoca utilizzato Nagato per manovrare i suoi corpi durante l'attacco a Konoha. I ragazzi conoscevano bene la storia avendola studiata in accademia.

“Dobbiamo fare rapporto a Naruto-sama.”

A Shin'ichi questa storia non piaceva affatto. Se qualcuno era in grado di utilizzare la tecnica di Nagato, voleva dire che c'era un nemico molto più potente di quello che aveva pensato durante lo scontro. E Reika era coinvolta suo malgrado in quello che sembrava proprio essere un futuro conflitto.

“Ok, questo coso lo portiamo via.”

Detto ciò, Temari eseguì dei sigilli ancora sconosciuti ai giovani genin e il corpo della marionetta sparì in una nube di fumo. La donna ripose il rotolo magico utilizzato ed osservò il gruppo di ragazzini che aveva intorno.

“Ora ce ne torniamo a casa, tutti quanti! E tu vedi di non creare ulteriori guai ragazzina.”

La bionda guardò Reika con sguardo truce. Subito Rido si mosse in avanti in sua difesa.

“Non è colpa sua, non la faccia star male più di quanto già non stia!”

Rido osservò la maestra con sguardo di sfida.

“Rido-kun lascia stare. La sensei ha ragione. Starò buona e mi farò carico di tutte le mie responsabilità con l'Hokage, Temari-sensei. Grazie per avermi salvata, grazie a tutti davvero.”

Concluse il suo discorso con un profondo inchino.

Prima che qualcuno potesse dir qualcosa, Rido le saltò al collo urlando a squarciagola “Quanto sei carina Rei-chan quando chiedi scusa!”

I presenti sospirarono rassegnati all'idiotagine dello Hyuga. Yoshi intanto richiamò Goro, per utilizzarlo come mezzo di trasporto. Erano tutti troppo stanchi per camminare fino a casa e Temari voleva arrivare il prima possibile per parlare a Shikamaru di tutta quella strana faccenda.

In volo sul grande insetto, nessuno parlò per quasi tutto il viaggio di ritorno. La stanchezza aveva colto i genin che ora dormivano beati sulla schiena della libellula. Aoi con ancora in mano il suo blocchetto per gli appunti, Kyoko bellissima alla luce della luna. Poco più avanti anche Yoshi si riposava riuscendo a dormire in posizione seduta.

A vegliare su di loro c'era Temari che stringeva a se il suo fedele ventaglio. Era nervosa. Quel che aveva visto le era bastato per capire che le cose si sarebbero ulteriormente in futuro.

Hiro le si avvicinò.

“Temari-sensei, devo farle rapporto su quanto mi è stato raccontato dai ragazzi.” Ormai non si trattava più di fare la spia, ma solo di fare il ninja e proteggere così le persone care.

“Avanti Hiro, parla.”

Al termine del loro colloquio privato, la bionda era definitivamente sulle spine.

“Ci mancavano ancora una volta i bijuu a rompere le palle! Spero che Shikamaru li faccia neri a quei tre. Hanno combinato un gran casino e ora guardali! Nemmeno si rendono conto del macello in cui sono... non tutti almeno.”

La donna stava infatti osservando il team3: Reika dormiva completamente distrutta stringendo a se Mao-chan. Accanto, Rido era crollato tenendo fra le mani una ciocca di capelli della ragazza. Era troppo stanco per terminare quell'ennesima treccina.

Vicino a loro, Shin'ichi vegliava entrambi i compagni. Per quanto stanco e ferito, il ragazzo non riusciva a prendere sonno. Troppi pensieri gli affollavano la mente, e troppe nuove sensazioni gli si erano infiltrate nel cuore. Si massaggiò l'occhio cieco giurando nuovamente a se stesso, che non sarebbe mai stato motivo di svantaggio. Quando il rosso del suo occhio sano si incrociò con il verde degli occhi di Temari, la donna capì che suo marito stava facendo un buon lavoro con quei ragazzi.

Ma continuò intimamente a sperare in un esemplare punizione per loro.

Punizione che non tardò ad arrivare non appena i ragazzi rimisero piedi a Konoha.

Curati dalla squadra medica, ora il gruppo si trovavano chiusi in una stanza del palazzo dell'Hokage in attesa di udienza.

La tensione era alta e la stanchezza sembrava non volerli abbandonare.

“Kami che sonno! Voglio dormire almeno 12 ore di fila.” Lo Hyuga sbadigliava lamentandosi. Era già un ora che si ritrovavano chiusi in quel posto e nessuno, fino ad ora, si era degnato di dirgli alcunché. Persino la squadra medica si era occupata di medicare e bendare tutti, in totale silenzio. Mao-chan era stato allontanato da Reika alla quale non erano state fornite spiegazioni.

D'un tratto, qualcuno bussò alla porta.

Minato fece il suo ingresso scortato da Tatsuja.

“Minato-kun!” Reika salutò il ragazzo con un gran sorriso facendo sbuffare Rido alle sue spalle.

“Ehilà! Vedo che siete più o meno tutti interi, bene. Mi fa piacere.”

Minato cercò con lo sguardo Shin'ichi. Aveva capito subito che quel piano era farina del suo sacco.

“Mio padre sta finendo una conferenza con il Kazekage e poi sarà subito da voi.”

“Allora quanto è grave la situazione? Si insomma, hai idea di che punizione ci toccherà?” Aoi era pronto a prendere appunti. La mente beffarda del suo Hokage gli forniva sempre nuovi spunti per i suoi racconti.

“Non ne ho idea, ma del resto io sono sempre l'ultimo a sapere le cose...” disse vago Minato.

“Che hai Uzumaki?”, gli domandò Shin'ichi. Il biondo si limitò a guardare altrove gonfiando le guance come un bambino.

“Non farci caso Sarutobi. E' solo arrabbiato perché non lo hai fatto partecipare alla missione.”

Shin'ichi sorrise. Il figlio dell'Hokage era proprio uno strano tipo.

Improvvisamente la porta si aprì di nuovo. A fare il suo ingresso fu Rock Lee.

“Sensei!” squittì Kyoko. Il moro, con tanto di lacrimoni agli occhi fu subito addosso alla sua allieva e ad Aoi.

“Ragazzi miei! Lo sapevo che la forza della gioventù vi avrebbe riportati sani e salvi da me, mi siete così mancati!”

Kyoko lo allontanò con un cazzotto ben assestato dichiarando che non si vedevano da pochissime ore.

“Be, si può darsi. Comunque venite tutti con me, Naruto vuole vedervi!”

I ragazzi seguirono Lee lungo i corridoi del palazzo.

Kyoko si affiancò ad Aoi.

“Ehi scemo che dici? Il sensei non sembra particolarmente incavolato, dici che ci perdona e basta?”

“Non sperarci Kyo-chan. Minimo ci costringerà a farci tutta Konoha camminando sulle mani.”

La ragazza sospirò rassegnata.

Quando entrarono nell'ufficio del loro Hokage, ad aspettarli c'era un bel po di gente.

Naruto sedeva alla sua scrivania. A suo fianco c'erano Sasuke e Shikamaru.

Con loro anche gli altri sensei: Temari, Neji e appunto Rock Lee.

Ma ciò che colpì veramente i ragazzi, fu la presenza dei rispettivi genitori o per lo meno, di quella parte di genitori che faceva parte del corpo ninja. Quando il chiaro degli occhi di Rido si rispecchiò nello stesso colore di quelli del padre, il ragazzo deglutì rumorosamente.

“Oh, cazzo” si limito a dire.

Il resto fu un insieme di urla e confusione.

“Brutto disgraziato!” tuonò Ko Hyuga. Neji pensò che i tempi erano veramente cambiati se un appartenente al clan Hyuga si permetteva di perdere le staffe ed inveire contro il proprio figlio davanti all' Hokage.

“E' mai possibile che finisci sempre col cacciarti in qualche guaio?! Sei un ninja per tutti i Kami! Come ti è venuto in mente di allontanarti dal villaggio senza avvisare ne il tuo sensei ne l'Hokage-sama?!”

“Ma papà...”

“Papà un corno! Far fare una tale figuraccia al clan Hyuga. Oh povera madamigella Hinata! Cosa penserà nel vedere proprio mio figlio fare continuamente l'idiota!”

“Adesso non esagerare papà. E poi ad Hinata-san non credo freghi nulla di quello che faccio io ahio!”

Ko aveva dato un ceffone al figlio. I presenti sembravano sconvolti inizialmente, poi presi dalla foga dello Hyuga, tutti riversarono le loro ansie ed incazzature verso i propri allievi e familiari.

“Emh, giusto! Kyoko-chan, Aoi-kun, la vostra punizione sarà esemplare! Per iniziare scalerete la montagna degli Hokage senza l'aiuto del chakra, poi dovrete allenarvi fino a quando non saprete utilizzare il loto frontale alla perfezione!”

Aoi mollò una gomitata ad una sconvolta Kyoko “Che ti dicevo? La sua punizione non è altro che un allenamento ancora più intensivo del solito, non avrò più il tempo di scrivere due righe!”

“Non riuscirò più a vedermi con Shin'ichi-kun, che disdetta!”

Temari osservò nera sia Nanami che Yoshi.

“Con voi due farò i conti al ritorno da Suna. Pregherete di essere morti in quella stupida missione potete scommetterci!”

“Scu, scusi tanto Temari-sensei!” Nanami piangeva rumorosamente mentre Yoshi rimaneva immobile sudando di nascosto per il terrore.

“Nobu mi hai molto deluso” disse il padre del ragazzo. Indossava ancora la divisa anbu, segno che era appena rientrato da una missione. Nobu si limitò ad abbassare lo sguardo colpevole.

In tutto quel rumore che rendeva impossibile a Naruto prendere la parola, due occhi color tramonto ne fissavano uno. Kurenai se ne stava dritta e muta davanti al figlio.

Alle spalle del ragazzino, Reika stringeva i pugni mordendosi la lingua. Se da una parte era mortificata per tutto il trambusto creato, dall'altra voleva urlare con quanto più fiato avesse in gola a tutti i presenti di tacere. La colpa era la sua, sua e basta. Sua perché lei si era allontanata dal villaggio senza avvisare nessuno. Sua perché lei si era ritrova Uchiha e figlia di una forza portante. Sua perché quella era la sua vita e nessuno doveva intromettersi. Si domandò improvvisamente, se il sangue le ribollisse così nelle vene proprio perché sangue Uchiha. Alzò i suoi occhi viola incastrandoli in quelli neri di Sasuke. Suo zio, il fratello di Itachi Uchiha.

E rimase li a fissarlo sostenendo quello sguardo duro che in passato, nessuno osava sfiorare se non per pochi secondi.

“Ok adesso calma tutti!” urlò in fine Naruto.

Tutti i presenti si zittirono.

“Uff, era ora! Bene, cerchiamo di mettere ordine se possibile. Per cominciare, Minato? Tu e Tatsuja potete andare. Non siete stati coinvolti nella questione quindi non ci saranno provvedimenti nei vostri riguardi. Lascio chiaramente a Neji tutte le decisioni circa Seiya. Ciò che hai fatto è molto grave, per quanto mi congratulo con te per aver fregato praticamente il Villaggio intero!”

Sul volto del biondo si dipinse un gran sorriso.

“Naruto-sama!” Neji lo richiamò all'ordine. Cavolo era l'Hokage, doveva farsi rispettare e punirli tutti.

“Andiamo team1. Discuteremo la vostra punizioni fuori di qui.”

Tatsuja sospirò su quel vostra ed uscì per primo seguito da Neji.

Seiya si fermò davanti a Shin'ichi.

“Mi spiace Shin, ce l'abbiamo messa tutta per coprirvi, ma... è stato impossibile...”

“E' stata colpa mia”, concluse Minato.

“Mi spiace ma ho dovuto fare la spia.”

Shin capì cosa era successo. “Il terribile Minato Uzumaki, colui a cui non si può mentire. Peccato, avrei voluto vederti all'opera.”

“Io invece me la sarei proprio risparmiata.” e guardò suo padre che gli sorrise.

“State tranquilli, siamo noi ad aver sbagliato. E questo vale per tutti. Siamo solo noi del team3 che meritiamo di essere puniti!” disse il Sarutobi ad alta voce.

“Questo non sta a te deciderlo Shin'ichi” rispose serio Naruto.

Usciti i membri del team1, Temari si tirò dietro Nanami e Yoshi.

Anche Lee se ne andò seguito dai suoi ragazzi.

Nella stanza ormai, non restavano altri che i membri del team3 ancora in attesa di conoscere la loro punizione.

Naruto guardò Kurenai e Ko. Giustamente, doveva la precedenza ai genitori dei ragazzi.

“Rimetto ogni decisione nelle mani di Shikamaru.” Disse solo questo Kurenai dirigendosi verso l'uscita. Guardò un ultima volta il figlio sussurrandogli un “Ci vediamo dopo a casa Shin'ichi.”

Il ragazzo non rispose. La delusione che aveva letto negli occhi della madre era di per se la peggior punizione possibile.

“Lo stesso non si può dire per me. Ti prenderai la punizione che il tuo sensei deciderà per la tua squadra senza fiatare Rido, e poi a casa faremo i conti noi due!” disse Ko.

“Come ti pare” gli rispose Rido.

Uscito anche lo Hyuga, nella stanza non restavano che i ragazzi del team3, Naruto e Sasuke con Shikamaru che ancora non avevano aperto bocca.

Naruto si grattò la testa agitato. Doveva dire un sacco di cose a quei ragazzi e lui odiava i discorsi.

Prima che potesse fiatare, Reika finalmente parlò.

“Io ho fatto un terribile errore. Mi sono comportata da incosciente mettendo a rischio la mia vita ed inconsapevolmente, quella dei mie compagni. Tutto quel che è successo è solo colpa mia quindi per favore, punite me, ma lasciate in pace Rido e Shin'ichi. Loro non hanno colpa.”

“Reika...” sussurò Shin'ichi.

“Rei-chan non dire così sta tranquilla, sopporteremo la punizione che il sensei ci infliggerà insieme tenendoci la mano e...”

“Sta zitto Rido!”

Per la prima volta forse in tutta la sua vita, Naruto vide Shikamaru perdere il controllo.

“Forse ancora non avete capito in che cavolo di posizione di trovate!”

Si, decisamente, Shikamaru Nara aveva perso il controllo.

“Avete messo il Villaggio della Foglia e il nostro Hokage in una posizione scomoda agli occhi degli shinobi. Ci sono delle regole e vanno rispettate! Naruto si è trovato costretto a chiedere aiuto al Kazekage. Abbiamo dovuto omettere informazioni importanti circa lo spostamento di nostri ninja al Raikage, e sapete bene quanto sia ancora precaria l'alleanza con gli altri paesi.”

I ragazzi erano muti, teste chine, del tutto inermi davanti la rabbia del loro maestro.

“Potevate rimanere feriti o peggio ancora, morire! Potevate far scoppiare un nuovo conflitto perché quelli di Konoha non sono capaci di seguire le regole. Ma vi rendete conto di che figura del cavolo avete fatto fare a tutti noi maestri e al vostro Hokage? Genin che si permettono di darsi a delle missioni non ufficiali, senza fornire spiegazioni a nessuno. Sono veramente deluso dal vostro comportamento!”

Andava davvero male. Questa volta delle semplici scuse non sarebbero bastate.

“Adesso calmati Shikamaru e lascia parlare anche me per favore”, disse ad un tratto Naruto.

Il Nara si allontanò dai ragazzi anche per riprendere fiato.

Naruto li osservò. Dentro di se la consapevolezza che quei tre gli somigliavano incredibilmente. Per quanto Minato gli fosse simile nel suo essere così solare e piacevole con tutti, quei tre ragazzi erano il riassunto di Naruto a dodici anni: padroni del mondo, padroni del proprio destino. Se non fosse stato per le sue vesti di Hokage, li avrebbe abbracciati ridendo e dicendogli che erano stati una forza!

Ma ora lui era Hokage, e doveva comportarsi come tale. Prese fiato dunque e tentò di rimanere concentrato sul suo ruolo ufficiale.

“Ragazzi, il vostro è stato un terribile sbaglio, nonché molto pericoloso. Le vostre azioni mi obbligano, mio malgrado, a prendere delle drastiche decisioni. Ci ho pensato e ripensato e sono giunto alla conclusione che...”

I tre iniziarono a sudare.

“...che ritrovarsi per zio il teme e per insegnante l'uomo più pigro dell'universo è una punizione più che sufficiente per quel che mi riguarda!”

I tre del team3 finirono gambe all'aria. A Sasuke scappò un imprecazione seguito da un “Dobe!”. Shikamaru alzò gli occhi al cielo e alla fine, sorrise.

“Detto questo, rimetto a loro la scelta della vostra punizione, perché mi spiace ma sarete puniti. Non avete idea di che palla sia tentare di nascondere qualcosa a quel rompi di un Raikage... e si che con suo fratello vado così daccordo! Sarà che quello è nato vecchio che ne so! Comunque, per farla breve, Shikamaru ha carta bianca per quel che mi riguarda, anche se, per te...” e Naruto guardò solo Reika “Conta anche quello che ha deciso Sasuke e che io e Shikamaru abbiamo già approvato.”

“Di che sta parlando Hokage-sama?” domandò subito Rido preoccupato. Shin'ichi lo zittì con un gesto della mano. Quel gruppo aveva bisogno di ritrovare un leader, e Shin era ben lieto di ricoprire tale onere anche se, si ritrovò a pensare, quanto sarebbe riuscito d'ora in poi ad essere obiettivo nei riguardi dei suoi due compagni? Perché qualcosa in lui era cambiato. Qualcosa che non gli consentiva più di guardare Reika con gli stessi occhi di prima. E per uno che di occhio ormai ne ha solo uno, il problema era ancora più grande.

Fu Shikamaru a riprendere la parola.

“Reika, a partire da oggi ti trasferirai a casa di Sasuke. Vivrai con lui e la sua famiglia che ormai sappiamo, essere ciò che resta della tua. Sasuke è tuo zio, di conseguenza Sakura Haruno è tua zia e i gemelli sono i tuoi cugini. Imparerai a conoscere i tuoi parenti vivendoci insieme. Sasuke ti aiuterà a gestire lo sharingan. E' una cosa in cui io non posso aiutarti.” Tale affermazioni pesò non poco al Nara.

Reika era senza parole. Guardò Sasuke in preda all'imbarazzo. Era sempre stata sola, abituata ormai a cavarsela coi suoi ritmi e le sue abitudini. Da oggi invece, avrebbe vissuto con ben altre quattro persone che per lei erano dei perfetti estranei. Le passarono per la testa un sacco di cose, ma poi si ricordò che la voce di Itachi, suo padre, le aveva detto di stare tranquilla, che Sasuke l'avrebbe aiutata. Così rispose semplicemente di si, aggiungendo se poteva almeno passare a salutare Kotetsu-san.

“Hagane è stato già avvisato e si è occupato di sistemare le tue cose e di portarle a casa Uchiha. Potrai vederlo più tardi per ringraziarlo di tutto.”

“Che ne è di Mao-chan?” domandò timida.

“Il gatto ninja sta vendendo interrogato in questo momento dal maestro Kakashi . Se non lo riterremo un pericolo, sarà libero di andarsene da Konoha”, rispose Naruto.

No, Mao-chan sarebbe rimasto con lei. Reika ne era certa. Più tardi avrebbe chiesto il permesso di tenerlo a casa di Sasuke con se. Più tardi avrebbe cominciato a chiedere i permessi per fare un sacco di cose.

“Aspettate un attimo!” Rido come al suo solito, entrò nella conversazione con la delicatezza di un elefante.

“Rei-chan continuerà a far parte del nostro team?”

Alla domanda, Shin'ichi si irrigidì. Non aprì bocca, ancor preso ad elaborare le nuove informazioni, ma sperò con tutto se stesso che la risposta fosse positiva.

Fu Sasuke a prendere finalmente la parola.

“Si. Reika continuerà a far parte del vostro team e Shikamaru continuerà ad essere il suo sensei ufficiale. Io l'aiuterò a gestire lo sharingan, per il resto il suo addestramento rimarrà in mano a lui.”

I tre genin erano senza fiato. Le cose si stavano sistemando per il meglio, almeno così sembrò fino a quando il sensei Shikamaru riprese a parlare.

“Grazie Sasuke. Tutto questo per te Reika significherà il doppio del lavoro, ma considerando che hai sangue Uchiha non sarà un impresa impossibile. Comunque, prima che Rido mi interrompesse come al solito, non avevo concluso il mio discorso. Dovete essere puniti per ciò che avete fatto.”

Shikamaru chiuse un attimo gli occhi in preda ai suoi pensieri. Quando li riaprì, li fissò nell'occhio di Shin'ichi.

“Nessuno di voi tre sosterrà l'esame per diventare chunin. Se ne sarete degni, potrete tentare il prossimo anno e...”

“NO!”

Per la prima volta, Reika alzò la voce sopra quella del suo sensei. Era rossa in viso e stringeva le mani fino a farsi diventare le nocche bianche.

“Questo no sensei, tutto ma non questo!”

I suoi occhi erano spalancati e supplicavano.

“Sono io che ho dato il via a questo casino, e quindi sono io che devo pagare rinunciando all'esame. Ma per favore, Rido e Shin'ichi devono farlo quell'esame. Loro sono due validissimi ninja, si meritano di diventare chunin. Non può lasciarli indietro, non è giusto!”

“Rei-chan...” Rido la guardava rapito. Quella ragazza così distaccata all'apparenza, si stava battendo per lui. Be anche per Shin ma lo Hyuga lo aveva momentaneamente rimosso dalla mente. E più la osservava, più si rendeva conto che gli piaceva davvero tanto.

“Rei-chan tranquilla, non c'è problema. Lo rifaremo il prossimo anno tutti e tre insieme, che vuoi che sia!”

Ma mentre pronunciava tali parole, Rido notò lo sguardo di Reika fisso su Shin'ichi, e si morse la lingua. Se per lui che era abituato ad essere considerato la pecora nera del clan, non c'erano problemi a non diventare subito chunin, per Shin'ichi la situazione era diversa. Per lui sostenere e superare quell'esame era fondamentale sia per onorare la memoria di suo padre, sia per rendere fiera sua madre. Mai come in quel momento si sentì impotente.

“Per favore sensei, gli faccia sostenere l'esame. Se lo meritano tutti e due...”

“Avanti sensei! Iscriva almeno Shin'ichi, io e Reika possiamo aspettare ma per lui la cosa è veramente importante.”

“Rido, Reika, basta così.” E alla fine, anche Shin'ichi parlò.

“Siamo una squadra e come tale, dobbiamo pagare tutti insieme il prezzo delle nostre sconsiderate azioni. Questa è la giusta punizione per ciò che abbiamo fatto. Dobbiamo accettare la decisione del sensei e basta.” Ma solo i Kami in cielo potevano sapere quanto gli pesasse dire così.

“Non è giusto però.”

A Reika la cosa non andava proprio giù.

“Nemmeno ciò a cui hai dato inizio tu è giusto. Allontanarsi dal villaggio senza avvisare nessuno, è stato un grande errore. Io ne so qualcosa a riguardo”, disse serio Sasuke.

Alla fine, Naruto sorrise e riprese la parola.

“Su coraggio. Per ora rimettetevi alle decisioni del vostro maestro e non state troppo giù. Sistemerò tutto io con gli altri paesi del resto sono o non sono l'Hokage della Foglia?”

“Già, peccato che poi saremo io e Sasuke a svolgere il lavoro d'ufficio, come al solito del resto. Che seccatura questa storia. Avanti voi tre! Rido vai a casa, tuo padre era nero e suppongo che non abbia ancora finito con te. Comunicagli la mia decisione, forse ti lascerà in pace almeno per oggi.”

“Figuriamoci, me la farà scontare con tutti gli interessi ma tanto ci sono abituato. Rei-chan andiamo a prenderci un gelato, che dici?”

“A casa Hyuga.” E lo sguardo di Sasuke doveva essere quello di un tempo se persino Rido si ritrovò a tremare e a far cenno di si, per poi correre fuori dalla stanza gridando un allegro “Ci vediamo domani ragazzi!”, come se niente fosse.

“Reika, tu vai pure con Sasuke. Sicuramente avremo bisogno di parlare ancora con te in provato. Per oggi basta così. Vai a casa a riposarti.”

“Casa?”

“Vieni con me. Sakura è impaziente di rivederti.”

La ragazza guardò verso Shin'ichi. Lui le sorrise e le sussurrò un dolce “Vai.”

Sasuke uscì dalla stanza e lei lo seguì silenziosa.

“Mamma mia, quei due dovrebbero dirsi un sacco di cose ma ho come il sospetto che si diranno due parole in croce. Continuo a pensare che sono identici!”, commentò Naruto.

Shikamaru guardò il Sarutobi. Voleva dirgli molto altro, ma l'avergli precluso l'esame dei chunin gli pesava troppo in quel momento.

“Shin vai a casa anche tu. Kurenai vorrà parlarti in privato e credo che tu le debba delle scuse.”

Il ragazzo si voltò in direzione della porta.

Prima di uscire disse “Abbiamo sbagliato tutti e tre. E tu hai fatto bene a punirci.” Poi si voltò verso il suo sensei e sorridendo aggiunse “Nonostante ciò, io lo rifarei ancora e ancora. Perché quelli sono i miei compagni, ed io voglio proteggerli.”

E detto ciò, uscì dalla stanza.

Shikamaru sospirò.

“E' in momenti come questi che capisco perché Asuma si ostinasse a fumare quelle dannate cose. Ti assicuro che è venuta voglia di una sigaretta anche a me dopo questo colloquio.”

Naruto guardò Konoha dall'alto del suo ufficio.

“Sono dei bravi ragazzi. Non solo i membri del tuo team, lo sono tutti quei genin. Sono testardi, coraggiosi e ammettiamolo, anche ingegnosi. Forse sono addirittura meglio di come eravamo noi alla loro età.”

“Dici? Tu eri molto più tremendo alla loro età. E non è che sei cambiato un granché fino ad oggi.”

“Ah ah, temo tu abbia ragione. Di un po, sei proprio convinto a non farli partecipare all'esame dei chunin? Lo sai che Shin'ichi soprattutto, lo supererebbe senza troppe difficoltà vero?”

“Si lo so. Ma oltre che dei ninja io devo crescere degli uomini. E per questo devo insegnargli il rispetto sia verso il Villaggio, che verso tutti gli altri shinobi, Hokage-sama in primis.”

“Uomini dici? Ma dai! Hai visto mio figlio Minato? Come sua madre apre bocca torna ad essere un poppante!”

“Anche tu fai abbastanza ridere quando ti fai viziare da Hinata. E comunque si, uomini. Almeno finché non ho un figlio mio, permettimi di rovinare la vita a quegli degli altri altrimenti sai che noia.”

“E Reika dove la metti? Di lei devi farne una donna forte e saggia...”

“Quella è un Uchiha. Quindi è già forte per dna e che si diverta Sasuke a crescerla. Te lo immagini alle prese con una giovane adolescente? Lui che ancora oggi non fa altro che litigare con sua moglie e perdere ogni volta. Sarà uno spasso vederlo rapportarsi con Reika. Particolare com'è, quella ragazzina lo manderà al manicomio come non ci è riuscito Madara a suo tempo.”

“Mh, credo tu abbia ragione.”

“Già. Be io me ne vado a casa. Temari ha rimandato la partenza per Suna a domani. Vado a vedere come le gira e sicuramente non le girerà bene neanche un po. A domani, Hikage-sama.”

Prima di uscire dalla stanza, Naruto gli disse un ultima cosa:

“Ehi Shikamaru? Ricordati che nemmeno io ho mai sostenuto l'esame per diventare chunin, eppure eccomi qui. Quel ragazzino ce la farà, gliel'ho letto in faccia. Quel ragazzino un giorno prenderà posto in questo ufficio perché ringraziando il cielo, ha la tua intelligenza ma non la tua pigrizia.”

Shikamaru sorrise.

“Quel ragazzino è un Sarutobi. E' scritto nel suo destino che un giorno guiderà Konoha. Io devo solo evitare che si faccia ammazzare prima di allora. E comunque... grazie Naruto. A domani.”

E finalmente se ne andò anche lui.

Poco dopo a bussare alla porta dell'ufficio di Naruto, fu la sua copia più giovane.

“Ehi papà, se hai finito con il lavoro per oggi che ne dici se ce ne andiamo a casa insieme?”

“E la mamma?”

“L'ho accompagnata a casa più di un ora fa. Non deve stare troppo in piedi nelle sue condizioni.”

“Bravo figliolo, quindi sei tornato a prendere me, che bravo bambino che sei!”

“Ma quale bambino! Guarda che ho quasi tredici anni ormai! E sono un genin più in gamba di come lo eri tu!”

“Ah si screanzato? Prima che io ti consideri un uomo dovrai riuscire a battere la mia tecnica migliore!”

“Tsk. Guarda che a fare la moltiplicazione del corpo sono il più bravo della classe.”

“E chi ha parlato della moltiplicazione? Io intendevo la tecnica super segreta ed imbattibile di Naruto Uzumaki...”

“Il rasengan?”

“No! Questa: Sexy no jetsu!”

Dall'alto del palazzo dell'Hokage, tutta Konoha udì un urlo disumano provenire dall'ufficio posto più in alto.

“Papà sei un pervertito!”

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Naruto / Vai alla pagina dell'autore: yuki21