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Autore: Aphasia_    01/04/2012    0 recensioni
Spesso la mancanza di coraggio ci porta a fare cose che non sono proprio da noi, persino mentire, o fingere di essere chi non si è. Questa è la storia di Emma, ma non è solo la sua, è quella di tutte quelle ragazze che non sono riuscite a dichiararsi, ad aprirsi verso l'amore. Questa è la storia di chi ha tirato fuori il peggio di sè solo per la paura di essere sè stessa, di chi alla fine non ha avuto un lieto fine, solo per il fatto di non aver agito e di essere stata alla fine, vittima del suo stesso destino.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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"Fu in quel momento che cominciai a pensare a Thomas Jefferson e alla Dichiarazione di Indipendenza, quando parla del nostro diritto "alla felicità, libertà",... "e ricerca della felicità". E ricordo d'aver pensato: "Come sapeva di dover usare la parola'Ricercà"? Perché la felicità è qualcosa che possiamo solo inseguire... e che forse non riusciremo mai a raggiungere,... qualunque cosa facciamo.
Come faceva a saperlo? (tratto da "la ricerca della felicità")"





La signora mi guarda. Non so che tipo di emozioni passano dentro di lei, se comprensione o solo incredulità, ma mi fido di lei, della sua esperienza. In qualche modo aveva il potere di far andare bene qualunque cosa, si far sembrare giusta qualunque scelta Emma avesse preso.
-Non posso dirle che abbia fatto bene. Dice la donna e mi sorprendo. Ma questo non diminuisce la mia stima per lei, e non so perché.
-Perché? Chiedo io, curioso di attingere ancora una volta da quel pozzo di infinita saggezza.
-Sa, mi hanno insegnato che sei vuoi qualcosa te la devi prendere, che la felicità non ti capita, sei tu che la devi cercare. La vita è un fiore che richiede un sacco di attenzioni. Risponde lei, sospirando. Io non so se ha ragione, ma un fondo di verità, ciò che dice, lo ha. Emma aveva un po’ di felicità tra le mani, ma la gettata all’aria nel modo più sereno possibile. Per questo la sua decisione non è stata folle: perché la felicità è arrivata a qualcuno che forse non la meritava, ma che ne aveva davvero tanto bisogno.
-L’amore non è qualcosa che si possa capire. Chiunque ci abbia provato è diventato pazzo, oppure è morto prima di dare la soluzione a noi poveri mortali. Forse non condivido la decisione della ragazza, ma se lei è felice, se sta bene così, allora diamine, ha scelto bene! Sbotta la signora e mi fa ridere più del solito. Ci voltiamo a guardare il postino che arriva, col suo scooter. Mi porge una lettera. La signora, curiosa, aguzza gli occhi anziani ma ancora vispi per leggere di nascosto il mittente. Non sa che non c’è n’è alcun bisogno, lei può sapere tutto di me. Le è concesso.
-Beh, che aspetti a dirmi chi è? Chiede all’improvviso, presa dall’impazienza.
Il mio respiro resta bloccato, ma riesco a rispondere.
-Hanno letto il libro. Vogliono incontrarmi. Dico io, sotto shock.
-Santo cielo! E’ meraviglioso! Esclama la signora, sinceramente contenta per me.
- E se non gli piace? Berta, Che faccio? Forse dovrei cambiare il titolo, fare ancora qualche mod.. non riesco a finire la frase. La signora mi posa dolcemente una mano ras sicuramente sulla spalla.
-E’ perfetto. E’ autentico. E’ la sua storia, e se non gli dovesse piacere..allora non hanno capito come funziona questo dannata vita. Dice solenne la donna. Il suo tocco mi conforta subito, faccio un sorriso distratto e penso che forse doveva andare così, ogni parola scritta è al suo posto, perché detta da Emma. Non potevo cambiare le sue parole, mi sembrava un tradimento. Prima di alzarmi per tornare a casa, dopo quella chiacchierata quotidiana, la signora mi fece un ultima domanda:
-E lei cosa ne pensa del libro? Mi chiede.
Mi giro e nel rispondere, assaporo il momento in cui Emma lo aveva letto, e dopo aver letto l’ultima pagina, mi avesse ringraziato, commossa:
-Mi ha ringraziato. Mi chiederò sempre il perché.



-Si, è una bella storia, non c’è che dire. Non mi fraintenda, io gliela pubblicherei anche subito, ma il problema..sono i cliché. Troppi. La ragazza timida e triste, il figo della situazione, la bella ragazza, il furto di identità. Personalmente credo che ne ce siano anche troppe di storie così.
-Ma è una storia vera.
-Non lo metto in dubbio, ma..non so come dirglielo.. E’ troppo adolescenziale, non abbiamo nessuna fascia cui venderlo. Siano una fascia adulta, non un teen-editor.
-E non crede che quella storia accada anche agli adulti?
-Sinceramente? No. Su, ci pensi un attimo. Noi prendiamo decisioni ogni santo giorno, è il nostro lavoro, e senza tutte queste ridicole peripezie, questi inganni da ragazzini..
-Ridicole?
-Ma si.. sono cosa che capitano alle ragazzine. Sono storie di vita, certo. Ma non sono best seller. Mi dispiace.
-No, dispiace a me. Mi dispiace che lei non sappia.
-Sapere cosa?
-Sapere cosa ha dovuto passare quella ragazza, o sapere quale coraggio abbia avuto a rinunciare ad essere felice.
-Rinunciare? Ma quel ragazzo non la voleva! Non c’era niente da scegliere!
-Mi dica una cosa. E’ mai stato innamorato?
-Senta, non si permetta di farmi queste domande, non ha né l’esperienza né il prestigio adatti..
-Ecco, lo sapevo. Mai. Vero? Allora lei non ha né l’esperienza né il prestigio per dirmi queste cose. Se non sa cosa sia l’amore, allora non può giudicare questo libro.
…….
-Prima di andarsene, me la dica invece lei una cosa. Chi è Emma?
-E’ la mia ragazza.


Siamo giunti alla fine. Tutto ciò che doveva essere raccontato è qui, lo state leggendo. E ho deciso di mettere tutto, tutto quanto. Il diario di Emma, ciò che mi ha raccontato, la storia di Dana, raccontata dalla stessa, e anche le mie chiacchierate con Berta, e si, anche il mio primo disastroso colloquio. Si, perché volevo che ci fosse davvero tutto, in questa storia. Perché in fondo credo che la mia storia si sia incrociata alla sua, la mia amicizia con Berta, la mia vicina di casa, i miei tentativi di pubblicare il libro, e la sua sventurata storia di cuori spezzati. Non ho mai voluto usarla, da quando me l’ha raccontata. Ha voluto lei, mi ha detto “E’ giusto che si conosca”, e io le chiedevo sempre il perché, e lei rispondeva sempre “perché questa è la cosa giusta”. All’inizio sono stato irremovibile, un po’ perché non volevo in qualche modo invadere la sua privacy, il suo passato (mi sentivo un ficcanaso), ma soprattutto perché mi sarei dovuto immergere nel mondo delle ragazze. E che ne sapevo io di come agissero le ragazze? Cosa pensassero? Ricostruirne la vita, le azioni quotidiane, le loro preoccupazioni per le piccole cose. Come avrei fatto? Emma mi ha dato una grossa mano, tanto che spesso penso che il libro l’abbia scritto lei, visto che adora scrivere (come dopotutto faceva e fa ancora nel suo diario, che ancora conserva). Ma lei dice sempre di non essere una scrittrice, di scrivere per chiacchierare, “confessarsi”. Secondo me dovrebbe davvero provarci, visto che leggendo il suo diario, non ho potuto ricostruire niente. Ho dovuto metterne i testi così com’erano. Erano perfetti, autentici. E lei era davvero. E ora che il gioco è fatto, bisognerebbe tirare le somme. Mi sento quasi un antico favolista, proponendo la morale di questa storia. Eppure c’è n’è davvero bisogno, ogni storia dovrebbe averne una, e dovrebbe averla implicita. Si, perché spesso le persone leggono tra le righe, e io voglio dire le cose esattamente come sono. Per farvi sentire a vostro agio, inizio io, che di cose, eccome se ne ho imparato. Ho imparato che le ragazze hanno lati oscuri che non ci aspetteremmo mai di incontrare (e anche se questa è ormai una cosa risaputa, è sempre meglio chiarirla). Oh, si, poi ho imparato che non è sempre un male ricordare, anzi, credo che ricordare sia fondamentale, e che l’unico modo per gestire la nostra vita sono le scelte, e non importa che siano giuste o sbagliate, l’importante è che abbiamo fatto un passo avanti, che abbiamo sorpassato la linea tra oggi e domani, tra ciò che il destino ci offre e ciò che invece offriamo noi a lui. L’ho capito anche grazie a Emma: L’importanza di avere una storia, di avere dei ricordi. Credetemi quindi, mente meditate su ciò che avete imparato, se vi dico che non importa com’è la vostra storia, l’avete vissuta. E ora siete liberi. Lei invece era sempre stata libera. Ora lo sapeva.

Questa è la storia di Emma. Ed è Emma che l’ha raccontata, attraverso me.
In memoria di Berta, amica, confidente, senza le cui opinioni, queste pagine non sarebbero mai venute al mondo.


Il lato oscuro di una ragazza.
  
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