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Autore: Beatrix Bonnie    02/04/2012    4 recensioni
E se Silente avesse sbagliato i suoi conti? Se Harry, quel giorno a King's Cross, invece di tornare e combattere, avesse deciso di prendere il treno che lo avrebbe portato avanti?
Con un Voldemort al vertice del suo potere, il mondo magico nel caos e il Ministero della Magia definitivamente nelle mani dei Mangiamorte, uno sparuto gruppo di ribelli si oppone ancora all'autorità centrale: sono i membri dell'Ordine della Capra, i sopravvissuti della Grande Battaglia di Hogwarts.
Ma per sconfiggere Voldemort ci vuole ben altro: ci vogliono madri pronte a tutto per salvare i propri figli, una ragazza capace di mettere da parte il proprio egoismo per scendere in campo contro il dittatore e, soprattutto, la forza dell'innocenza di un bambino Veggente.
Storia prima classificata al "What if contest".
Genere: Drammatico, Guerra, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Neville Paciock, Nuovo personaggio | Coppie: Dean/Luna
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VII libro alternativo
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'La saga del bambino Veggente'
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Epilogo

19 anni dopo,
1 settembre 2022, alla stazione di King's Cross



Faceva piuttosto freddo quell'anno, pur essendo appena terminato il mese di agosto. Le foglie sugli alberi erano ancora verdi, ma il cielo era bianco lattiginoso, come nelle peggiori giornate autunnali. Tutti i pendolari che affollavano la stazione di King's Cross erano imbacuccati in sciarpe e cappotti, frettolosi nel loro incedere lungo i binari.
Una bambina con due codini che le incorniciavano il volto paffuto e lentigginoso, spingeva con orgoglio un enorme carrello stracolmo di valige, coronato da una pianta in vaso dall'aspetto tentacoloso. Al suo fianco, camminava tranquilla una coppia di signori che dovevano essere sicuramente i genitori, a giudicare dall'incredibile somiglianza con il padre.
«Sono così emozionata, papà!» esclamò la bambina, scuotendo allegramente i codini.
Il padre le rivolse un sorriso incoraggiante. «È normale, Alice, ma non ti devi preoccupare. Andrai benissimo» cercò di rassicurarla, posandole una mano sulla spalla.
Nel mentre, due ragazzini talmente simili da non poter essere altro che gemelli, li sorpassarono di corsa, spingendo ciascuno il proprio carrello con le valige. Non rallentarono il passo quando divenne evidente che a quella velocità non potevano che schiantarsi in pieno contro la barriera tra i binari 9 e 10. Ma, invece di sbattere addosso al muro, lo attraversarono come se fosse fatto di gelatina.
Nell'attraversare la parete, uno dei due ragazzi urtò con una spallata il gemello.
«Mi hai spinto deliberatamente!» esclamò quello dei due che era stato colpito.
«Deliberatamente?» gli fece eco l'altro, fingendosi innocente.
«Sì, Jacob, deliberatamente. Lo so di aver usato una parola con troppe sillabe per il tuo ridotto vocabolario, ma speravo che mi capissi ugualmente» gli rispose il gemello, con un certo sarcasmo.
«Sei un insopportabile saputello» lo insultò Jacob, dandogli uno spintone, questa volta ben più che deliberatamente.
«Jack, Elias, piantatela» li rimproverò la madre, che li aveva appena raggiunti attraversando la barriera magica.
Si ritrovarono sul binario fumoso e affollato da cui partiva l'espresso per Hogwarts. Genitori commossi salutavano i propri figli che non avrebbero rivisto fino a Natale, mentre i compagni di scuola si rincontravano dopo l'estate. Alcuni occhi curiosi indugiarono sulla famigliola che aveva appena raggiunto la banchina: apparentemente non aveva nulla di diverso rispetto alle altre, ma chiunque avesse un minimo di coscienza di quanto era accaduto negli ultimi trent'anni, non avrebbe potuto non riconoscerli. Neville Paciock e Esther Lechner, gli eroi della Seconda Guerra contro Voldemort, con tanto di figli.
«Perché ti guardano tutti, papà?» domandò Alice, notando improvvisamente un gruppo di streghe che distolsero gli occhi quando lei si accorse che li stavano fissando.
Neville soffocò una risatina nervosa: erano passati quasi vent'anni, ma ancora non si era abituato ad essere al centro dell'attenzione. «È perché sanno che il mio vivaio è il migliore della Gran Bretagna, tesoro» le rispose con un sorrisetto.
«Ehi, ci sono i Thomas!» esclamò allegro Jacob, richiamando l'attenzione di tutti su una famigliola che si stava facendo strada attraverso la folla.
Dean cominciava ad avere alcuni riccioli grigi all'altezza delle tempie, ma nel complesso era decisamente un uomo affascinante. La moglie Luna, che pendeva dal suo braccio, era stravagante come sempre: indossava una ampia gonna variopinta e aveva arricciato quello che pareva un pennello per dipingere attorno ai suoi capelli biondo sporco perennemente arruffati. Il suo sorriso, però, alla vista dei vecchi amici, non poteva essere più luminoso. Li accompagnava Lysander, il loro unico figlio, un bel ragazzo mulatto dall'aria simpatica, con gli occhi vispi e una massa di disordinati capelli ricci.
«Buongiorno a voi» li salutò Luna, con un'espressione beata in volto.
Jacob e Lysander si scambiarono un qualche tipo di saluto che solo due ragazzi di tredici e dodici anni potevano pensare desse loro un'aria da macho. Elias, infatti, si limitò ad una smorfia di scherno nei loro confronti.
«Vinceremo noi la Coppa delle Case, quest'anno, Jack!» decretò Lysander, pieno di buoni propositi per il nuovo anno scolastico.
Jacob allungò la mano per farsi dare il cinque dall'amico, poi rivolse un sorrisetto al gemello. «Certo che la vinceremo noi. Grifondoro è il meglio» esclamò, entusiasta di essere stato scelto per la casa degli eroi coraggiosi.
Elias sbuffò sonoramente, per dimostrare tutta la sua disapprovazione. Lui, ovviamente, era finito tra i Serpeverde, come sua madre. Ambizioso e un tantino menefreghista: non avrebbe potuto trovare una casa migliore. Ma questa differenza aveva fatto sì che tra i due gemelli Paciock non corresse propriamente buon sangue. Almeno, per quel che riguardava la disputa sulle case.
«Ehilà!» esclamò una voce allegra, proprio in quel momento, facendo voltare tutti. Era appena comparso un ragazzo che indossava un giubbotto blu elettrico e un cappellino da baseball con la visiera che nascondeva a stento due fissi occhi cerulei.
«Bel cappello» commentò Luna, con un sorriso.
«Sammy! Che ci fai qui?» domandò sorpreso Dean.
Sam si strinse nelle spalle, ostentando naturalezza. «La vecchia Cooman è finalmente andata in pensione» rivelò, creando un po' di suspance.
«E la preside ha preso te?» domandò Lysander, curioso.
Sam si limitò ad un sorriso vago. «Be', Minerva avrebbe voluto eliminare Divinazione dai programmi di Hogwarts, ma io l'ho convinta a tenerla» spiegò, scrollando le spalle. Aveva un tono tranquillo e indifferente, che avrebbe potuto ingannare gli altri, ma per chi lo conosceva bene, era evidente che moriva dalla voglia di raccontare quello che era successo.
«E...?» chiese Alice, morsa dalla curiosità.
«E mi ha scelto come nuovo insegnante di Divinazione. Dopotutto, quale candidato migliore di me?» rivelò Sam, con un grande sorriso soddisfatto che gli illuminava il volto. Un barlume di ambizione e orgoglio brillò per un attimo nei suoi occhi azzurri e improvvisamente fu chiaro perché il Cappello Parlante l'avesse assegnato a Serpeverde: non solo perché lui stesso l'aveva chiesto, per finire nella medesima casa a cui erano appartenuti sua sorella Esther e Regulus Black, ma anche perché, sopite sotto cappellini da baseball e sorrisi sereni, Sam aveva tutte le credenziali per portare gloria alla casa di Salazar Serpeverde.
«È fantastico, Sam!» si complimentò Esther, abbracciando il fratello. Era così orgogliosa di lui: a soli ventiquattro anni aveva già preso la sua vita in pugno, scegliendo con decisione la strada che avrebbe voluto percorrere.
«Io non ho scelto Divinazione tra le discipline del terzo anno, zio» borbottò Elias incrociando le braccia, mentre tutti si complimentavano con Sam per il risultato raggiunto. «È una materia imprecisa, dove, più che altro, si tira ad indovinare».
«Certo, Elias, ma...» cominciò a dire Sam, quando sgranò gli occhi e si interruppe. Posò una mano sulla spalla del nipote e prese a fissare un punto da qualche parte dietro di lui.
«Cosa hai visto?» domandò Elias, con una certa preoccupazione.
«Niente!» rispose allegro Sam, ritornando improvvisamente sorridente. «Però la tua faccia era impagabile!»
Elias si imbronciò, quando tutti scoppiarono a ridere. Si era lasciato fregare come uno scolaretto.
Per fortuna, ulteriore imbarazzo gli fu evitato dal tempestivo arrivo della famiglia Lechner.
«Miriam!» esclamò Alice, correndo ad abbracciare la cugina.
David, Babbano e con una moglie Babbana, non avrebbe mai immaginato che la figlia ereditasse dalla nonna le capacità magiche. Era stata una grande sorpresa quando era arrivata la lettera da Hogwarts anche per Miriam. Certo, lui era avvezzo alla magia, ma non si immaginava assolutamente che avrebbe avuto una figlia strega. A volte il destino aveva proprio uno strano senso dell'umorismo.
«Andremo finalmente a Hogwarts!» esclamò la piccola Alice, con un gran sorriso. «Non sei eccitata?»
«Un pochino» concesse Miriam, che più che altro era preoccupata per quello che avrebbe trovato alla nuova scuola. I maghi nati da genitori Babbani non erano più così disprezzati e lei avrebbe sicuramente potuto contare sull'appoggio dei cugini Paciock, ma era comunque consapevole che avrebbe dovuto lavorare di più per essere considerata come gli altri. Be', non sarebbe stato un problema: suo padre le aveva rivelato che con onestà e duro lavoro avrebbe potuto raggiungere qualsiasi meta.
«Guardate chi c'è» sibilò Dean in quel momento: il fumoso vapore del treno si diradò per un attimo e tre persone si stagliarono nitide sullo sfondo. Draco Malfoy e sua moglie Astoria Greengrass, con un figlioletto biondino che assomigliava parecchio al padre. Astoria se ne stava appesa al braccio di Draco e lanciava in giro occhiate di superiorità. Quando si accorse che i suoi vecchi avversari li stavano fissando, sussurrò qualcosa al marito e i due si limitarono ad un secco cenno con il capo.
«E così quello è il piccolo Scorpius» commentò Esther, nemmeno troppo sottovoce. «Vedi di ricordargli ogni tanto che i suoi genitori sono vivi grazie a noi, Alice. Magari si tolgono quella smorfietta di superiorità dalla faccia».
«Esther, ti prego, non metterli contro prima ancora che cominci la scuola» ridacchiò Neville, anche se era leggermente preoccupato dallo sguardo di sfida che sua figlia Alice aveva lanciato al piccolo Malfoy.
«Forza, ragazzi, è ora di andare» li incitò David. La sua corporatura decisamente massiccia attirava non pochi sguardi, ma il peso eccessivo era l'unico retaggio adolescenziale: per il resto, aveva mitigato la sua originaria pigrizia con un'etica di impegno e lavoro onesto. Quella breve esperienza tra i maghi dell'Ordine della Capra gli aveva insegnato che ognuno poteva fare la sua parte, anche piccola, per la realizzazione di qualcosa di grande.
I ragazzi presero a salutare i genitori, con abbracci e baci. Anche Sam salutò gli altri, perché aveva deciso di fare il viaggio in treno: non aveva mai apprezzato molto la Materializzazione, forse perché la prima volta che l'aveva sperimentata era stata insieme a lord Voldemort. Comunque fosse, preferiva i mezzi tradizionali; e poi il treno era un'ottima occasione per fare due chiacchiere.
Elias e Jacob presero a spintonarsi per riuscire a salire per primi in carrozza.
«Andranno mai d'accordo?» sospirò Neville, alzando gli occhi al cielo.
«Papà?» lo richiamò Alice, con una vocina insolitamente sottile per lei. «E se divento una mollicciona Tassorosso?»
Neville le rivolse un sorriso bonario. «Alice, tesoro, in qualsiasi casa finirai, noi saremo orgogliosi di te» le rivelò dandole un buffetto sul naso lentigginoso.
«Be', proprio Tassorosso magari no, eh?» intervenne Esther, ma si bloccò all'occhiataccia del marito. Non poteva farci nulla: vecchi retaggi dei pregiudizi Serpeverde.
«Va bene, tesoro, qualsiasi casa» si arrese, abbracciando la figlia. «Ma cerca di diventare una Serpeverde» le sussurrò all'orecchio, in modo che solo lei potesse sentire.
Alice soffocò una risatina. «Vedremo, mamma, vedremo» le rispose con un sorriso sibillino.
Esther sospirò. Sapeva che caratterialmente la figlia era più vicina a Grifondoro, ma sperava che il Cappello Parlante patteggiasse per lei, questa volta.
Quando tutti i ragazzi furono saliti sul treno, Esther li guardo sporgersi dal finestrino per salutare. Elias e Jacob si spintonarono per conquistare il posto migliore, Lysander si sbracciò, mentre Miriam e Alice, eccitate e ansiose insieme, rivolgevano ai genitori saluti nervosi e impacciati.
Finalmente il treno cominciò a muoversi e la banchina fu invasa da enormi nuvole di vapore che avvolsero tutti, rendendo i contorni sfumati e tremuli. Esther alzò la mano per salutare i figli e non poté evitare di commuoversi alla vista dei ragazzi che si allontanavano, ricordando le sue stesse emozioni quando prendeva il treno per raggiungere Hogwarts.
E così, lei e Neville sarebbero rimasti soli fino a Natale.
«Se la caveranno?» domandò con un sospiro, rivolta al marito.
Neville le passò un braccio intorno alle spalle e la strinse a sé. «Se la caveranno, vedrai» la rassicurò, posandole le labbra sulla fronte per un bacio delicato.
«E noi? Ce la caveremo senza di loro?» sospirò Esther, appoggiando la testa sulla spalla del marito.
Il treno sparì oltre una curva e Neville sorrise sereno.
Erano anni, ormai, che andava tutto bene.
«Ce la caveremo, Esther» le rispose in tono tranquillo. «Ce la caveremo»..








Ebbene, eccoci giunti all'epilogo, conclusione di questo mio esperimento (spero riuscito!) con what if e personaggi della saga.
I gemelli sono, senza dubbio i miei preferiti! Elias, soprattutto... ah, cari vecchi Serpeverde! Il nome di Jacob non ha nulla a che fare con la saga di Twilight, ma è semplicemente un nome biblico (come molti altri, del resto: Samuel, Elias, David, Esther, Joseph, Miriam), visto che i Lechner sono di origine ebraica. Quanto ad Alice, ovvio che non poteva aver paura di finire a Serpeverde come il caro Albus Severus (io non darei mai il nome di Piton ai miei figli! ndNeville), ma volevo inserire qualcosa che ricordasse quella scena: ergo, paura di finire tra i Tassorosso, che hanno la fama dei buoni a nulla (poveri!); comunque, lei sarà Grifondoro (mi spiace per Esther!) e Miriam Tassorosso (un po' di giustizia anche a loro!). Lysander ha il nome di uno dei due gemelli figli di Luna nella versione della Rowling; qui è uno solo perché ci sono già i gemelli Paciock! E, ovviamente, è mulatto, visto che Dean è di colore! ^^
Quanto a Scorpius, ho posticipato di qualche tempo la sua nascita (ufficialmente è nato nel 2006, qui invece nel 2011) visto che il matrimonio di Draco e Astoria è stato un tantino posticipato dal prolungamento della guerra per 5 anni. Per questo Scorpius è coetaneo di Alice e Miriam.
A proposito di questa originale new generation, QUI il link dell'immagine che li rappresenta!
E non si sa mai che prima o poi non mi metta a scrivere qualcosa su di loro! *-*
Comunque, Sam è tra i Serpeverde, perché ha dimostrato di avere la tempra necessaria per la grande casa di Salazar! Vi ricordo che ha manipolato Narcissa per spingerla a chiedere aiuto all'Ordine! ;)

Basta note chilometriche! Grazie a tutti quelli che hanno seguito, letto e recensito questa storia. Spero che vi abbia entusiasmato e regalato qualche emozione.
Alla prossima occasione,
Beatrix B.

   
 
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