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Autore: Emily Kingston    02/04/2012    6 recensioni
Cosa succederebbe se Ron avesse un incidente e perdesse la memoria? E se non ricordasse tutto ciò che è accaduto dopo i suoi undici anni? Riusciranno Harry ed Hermione a fargli di nuovo ricordare di loro?
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“Purtroppo vostro figlio ha riportato una lieve forma di amnesia, probabilmente causata dall’incidente.”
“A-amnesia?” Molly si portò una mano alle labbra.
“Non ricorda niente di ciò che è successo dopo i suoi undici anni.”
Alle spalle dei coniugi Weasley, i ragazzi sussultarono, guardando automaticamente verso Ron.
I due ragazzi sconosciuti lo fissavano con aria spaventata.
“Ehi, io sono Ron, ci conosciamo per caso?”
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Famiglia Weasley, Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Note: sicuramente questa storia non è poi così originale. Il tema dell'amnesia è stato usato e riusato, però spero che a qualcuno possa fare piacere leggerla e seguirla perché penso di poter dire che potrebbe sorprendervi. 
Dico già da subito che i capitoli non saranno molto lunghi e che posterò una volta alla settimana (se ci riesco ogni lunedì). 
Ringrazio chiunque sarà abbastanza coraggioso da andare oltre questa nota e vi lascio in pace :)
A presto, 
Emily. 


 

Questa storia, seppur non molto fantasiosa
nè speciale, è dedicata alla mia migliore amica.
Anche se non le piacciono le cose sdolcinate
come una dedica, io le faccio comunque. 
Ti voglio bene. 

 




Pioveva quando Ron aprì gli occhi.
Le gocce picchiettavano contro i vetri ed era tutto grigio e triste. Anche il volto di sua madre, che gli rivolse un sorriso tirato ed uno sguardo apprensivo dalla sedia accanto al letto.
In un primo momento, Ron si chiese come mai qualcuno aveva ridipinto le pareti della sua cameretta con quella orribile tonalità di verde. Un verde chiaro e un po’ slavato, che puzzava di disinfettante e medicinali.
“Mamma, dove siamo?” domandò, voltandosi verso la madre.
Molly gli sorrise ancora una volta, allungando una mano verso di lui ed accarezzandogli la testa.
“Siamo in ospedale, Ron,” rispose, cercando di non lasciar trasparire la propria ansia. “Come ti senti?”
“Bene,” disse. “Mi sento benissimo.”
Stava quasi per chiederle come mai fossero in ospedale, quando la porta della stanza si aprì ed un uomo alto che indossava un lungo camice bianco, entrò nella stanza.
“Oh, ben svegliato Ron,” disse, guardando il ragazzo con un sorriso. “Ti senti bene?”
Ron sbuffò. Certo che si sentiva bene, perché sarebbe dovuto essere altrimenti?
“Sì, mi sento bene.”
Il Guaritore tirò fuori la bacchetta dalla tasca del camice e, continuando a sorridere, la puntò su Ron, pronunciando un incantesimo a mezza voce. Una pallida luce bianca si distese sul corpo del ragazzo, brillando lievemente.
“Sì,” disse l’uomo, rimettendo la bacchetta in tasca. “Non ha riportato gravi danni fisici, solo qualche bernoccolo in testa.”
Il Guaritore sorrise di nuovo, avvicinandosi al letto di Ron. Tutto quel suo sorridere stava iniziando a dargli seriamente sui nervi.
“Quindi, sta…bene?” domandò Molly.
“Sì, signora Weasley, suo figlio è sano come un pesce.”
Molly sorrise, perdendo un po’ del grigiore in cui l’aveva trovata Ron, e si lasciò sfuggire una lacrima silenziosa. Poi si alzò, strofinandosi il dorso della mano sul viso. “Vado ad avvertire gli altri, erano tutti così preoccupati.”
La porta sbatté appena quando Molly se la richiuse alle spalle, sparendo nel corridoio.
“Allora Ron, sai dirmi cosa ricordi del tuo incidente?”
Ron inarcò le sopracciglia, guardando il Guaritore con curiosità.
“Ho avuto un incidente?”
Gli occhi dell’uomo si oscurarono per un secondo.
“Non ricordi l’incidente?” Ron scosse il capo. “Be’, non è niente di grave. Potrebbe trattarsi di un piccolo shock post-traumatico, qualcosa che si risolverà in qualche ora.”
Ron annuì. “Va bene.”
“Facciamo così,” propose il Guaritore. “Cosa ricordi, Ron?”
“In che senso?”
“Parlami di tutto ciò che ricordi. Qualunque cosa.”
“Qualunque cosa.”
Chiuse gli occhi per un secondo prima di puntarli in quelli scuri del Guaritore.
Ricordava di essere stato a Diagon Alley con sua madre, il pomeriggio precedente. Avevano comprato alcuni libri per i suoi fratelli e poi lei gli aveva permesso di fare un giro da Mondomago. In realtà, aveva anche fatto una scappatella ad Articoli per il Quidditch per guardare la nuova Nimbus 2000, quando lei era in fila per pagare i libri. 
Poi erano tornati a casa e sua madre aveva fatto una torta di mirtilli. Una di quelle alte, con tanto yogurt e la frutta sopra a mo’ di decorazione.
Il resto del pomeriggio l’aveva passato a giocare con sua sorella Ginny, aveva anche provato ad insegnarle a giocare a scacchi, ma lei non sembrava averne molta voglia perciò era stato tutto inutile.
A cena suo padre aveva parlato un po’ di lavoro, Percy si era vantato come al solito di essere stato nominato Prefetto mentre i gemelli si erano divertiti a lanciare molliche di pane nel suo piatto, rendendo immangiabile il passato di zucca.
Il momento più bello della giornata, però, era stato quando suo padre si era intrufolato nella sua cameretta, gli aveva rimboccato le coperte e poi gli aveva sussurrato all’orecchio che, il giorno seguente, sua madre l’avrebbe accompagnato a Diagon Alley per prendere una divisa per Hogwarts. La sua divisa per Hogwarts.
“Capisce?!” esclamò, emozionato. “Tra poco andrò ad Hogwarts anch’io e quei rompiscatole di Fred e George smetteranno finalmente di prendermi in giro.”
Il Guaritore guardò Ron con le sopracciglia inarcate. Non sorrideva più.
“Non ricordi altro?”
Ron alzò gli occhi al cielo, arricciando il naso.
“Be’, sì,” disse. “Ricordo quando papà ci ha portato per la prima volta al laghetto tra le colline. O quando abbiamo fatto la nostra prima vacanza alla babbana. O anche il giorno del mio terzo compleanno, quando i miei genitori mi hanno regalato Teddy. Insomma, ricordo un sacco di cose. Ricordo tutta la mia vita.”
Il Medimago guardò Ron con aria apprensiva. La porta alle sue spalle si aprì e Molly fece irruzione nella stanza, insieme a suo padre e i suoi fratelli. Con loro c’erano anche altri due ragazzi che Ron non ricordava di avere mai visto. Uno di loro aveva dei disordinati capelli neri ed un paio di brillanti occhi verdi celati dalla montatura rotonda degli occhiali. Sembrava estremamente stanco ed affaticato ed aveva una strana cicatrice sulla fronte, semicelata dalla frangia.
L’altra, invece, aveva degli indisponenti capelli ricci, marroni come gli occhi. Il naso era piccolo e delicato ed anche lei sembrava estremamente stanca.
“Allora, dottore, Ron quando potrà tornare a casa?”
Il Guaritore si voltò, guardando Molly e i Weasley con aria grave.
“È successo qualcosa?” intervenne Arthur, allarmato dall’espressione del medico.
Il Guaritore sospirò, passandosi una mano dai capelli.
“Purtroppo vostro figlio ha riportato una lieve forma di amnesia, probabilmente causata dall’incidente.”
“A-amnesia?” Molly si portò una mano alle labbra.
“Non ricorda niente di ciò che è successo dopo i suoi undici anni.”
Alle spalle dei coniugi Weasley, i ragazzi sussultarono, guardando automaticamente verso Ron.
I due ragazzi sconosciuti lo fissavano con aria spaventata.
“Ehi, io sono Ron, ci conosciamo per caso?”



Ps. So che Molly avrebbe iniziato ad urlare di gioia al risveglio di Ron, ma ho immaginato che dopo aver perso Fred la sua esuberanza, in un primo periodo, sia stata sostituita dalla paura che potesse succedere qualcosa anche ai suoi altri figli. 
 

   
 
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