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Autore: Josie Walking_Disaster Vengeance    02/04/2012    4 recensioni
L'aria entrava nella macchina mentre le buie stradine di campagna avevano sostituito quelle della periferia e, ancora prima, quelle della città.
Oltre al getto luminoso dei fanali dell'auto non vi era altra fonte di luce. Solo buio, vento e la voce alterata della donna.
Quella voce lo innervosiva, il buio totale lo opprimeva.
Ribatté alle accuse della donna, arrabbiato, la macchina che continuava a sfrecciare nella tortuosa stradina deserta. Accellerò. Voleva tornare a casa. Voleva lasciarsi alle spalle quell' irritante voce, quell' opprimente buio.
In un attimo una intensa luce abbagliante riempì l'abitacolo, la donna si ammutolì e il bambinò gridò, svegliandosi all'improvviso e spalancando gli occhioni verdi:
"Papà!"
E poi fu buio di nuovo.
[Synacky]
Genere: Generale, Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Synyster Gates, Zacky Vengeance
Note: AU, Lime | Avvertimenti: nessuno
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Winter Sun - Cap 4

Gennaio stava lentamente lasciando posto al mese seguente e in tutto questo periodo non vi era stato giorno che Brian e Zack non avessero passato insieme. Anche quando entrambi avevano molto da lavorare, soprattutto Zack i cui orari  diventavano spesso impressionanti, quest' ultimo si alzava un po' prima la mattina e raggiungeva l'altro in Caffetteria.
Quando Zack aveva chiesto a Brian di andare a fare un giro, il giorno dopo che se l'era data a gambe, le cose avevano decisamente preso una piega migliore per lui.
Brian aveva smesso di fare domande troppo personali per paura di un'altra reazione negativa da parte del più piccolo e Zack da parte sua, per la prima volta dopo tanto tempo, si sentiva un po' meno solo. Certo, continuava comunque ad avere gli incubi la notte e certe volte rimaneva sopraffatto da una sensazione di prigionia tanto che gli sembrava di soffocare, ma un risvolto positivo c'era stato.
Per questo era così importante la sua nuova amicizia con Brian, o comunque la sua presenza. Non era sicuro che solo dopo poche settimane quella fra loro potesse si chiamare amicizia, non voleva sminuire un così nobile sentimento. Però da quando lo conosceva e passava le giornate in sua compagnia, era come se qualcuno avesse aperto una finestra nella cella in cui si era rinchiuso da solo.
Così anche quel pomeriggio si era lasciato alle spalle la sua casa vuota per dirigersi alla Caffetteria dove lo aspettava Brian, entusiasta come al solito.
I venerdì erano soliti passarli chiusi nel caldo soffocante di locali affollati dove si esibiva il gruppo di turno, ma prima se ne andavano sempre a prendere una pizza o a fare una capatina al McDonald, tanto per evitare di svenire per calo di zuccheri, se no ne avrebbero fatto anche a meno.
Non appena Zack varcò la soglia della Caffetteria, cercò con lo sguardo l'amico e lo trovò dietro la cassa, al suo solito posto. Quando si accorse della presenza di Zack, gli sorrise e gli fece un cenno di saluto con la mano, poi sparì per andare a cambiarsi.
Zack rimase a fare quattro chiacchiere con Al, che lo aveva preso decisamente in simpatia, e che non mancava mai di fingere di rimproverarlo perché gli portava via Brian sempre nell'ora in cui c'erano più clienti, anche se puntualmente il locale era semivuoto.
-Ci vediamo domani Al- salutò Brian sbrigativo comparendo dal nulla - Andiamo?- chiese rivolto a Zack.
Zack salutò Al e si calò il cappuccio della felpa quasi fin sopra gli occhi, per via delle piccole goccioline che piovevano timidamente dal cielo, coperto da una compatta coltre di nuvoloni.
-Hai un ombrello, Brian?- domandò Zack incamminandosi e rivolgendo preoccupato lo sguardo verso l'alto.
-Ombrello?- fece Brian, come se non sapesse di che cosa l'altro stesse parlando -non credo ne producano in California.
Zack rise  facendo comparire un sorriso soddisfatto sulle labbra del più grande. Si tirò il cappuccio un po' più giù nel tentativo di coprirsi la frangia che rimaneva esposta alla pioggierella
-Pizza o Mec?- chiese Brian dopo un po', quando arrivarono a un bivio.
-Mec, decisamente- rispose Zack senza neanche pensarci due secondi.
Svoltarono per dirigersi verso le vie del Centro, dato che si trovavano piuttosto in periferia. Nonostante potessero benissimo prendere l'autobus preferivano sempre andare a piedi. Per prima cosa Brian odiava aspettare, anche che fosse solo per dieci minuti, era un aspetto del suo carattere quello di volere tutto subito, in più era anche presto e soprattutto avevano più tempo per chiacchierare, come se non stessero per passare l'intera serata insieme e di tempo non ce ne fosse abbastanza. Eppure a loro sembrava non bastare mai. Avevano sempre qualcosa da dirsi.
Mentre Brian raccontava con una certa frustrazione di un cliente intrattabile che quella mattina lo aveva mandato letteralmente fuori di testa, la pioggia che prima  scendeva leggera e quasi impercettibile cominciò a trasformarsi velocemente in grossi goccioloni che quasi infradiciarono con effetto immediato i due ragazzi, che per un pelo riuscirono a trovare rifugio sotto il tendone di un bar a pochi metri dalla spiaggia.
-Che facciamo?- chiese Brian con gli occhi fissi verso la strada che si stava riempiendo di pozzanghere -ci vuole ancora mezz'ora per arrivare al Mec, ci arriveremo fradici- concluse storcendo il naso.
Zack non poté far a meno di sorridere alla buffa espressione dell'amico. Reagiva sempre così se qualcuno o qualcosa rovinava i suoi piani.
-Mi è venuta in mente una cosa- iniziò Zack sperando che la sua proposta gli avrebbe fatto tornare il buon umore -qui non siamo tanto distanti da casa mia, possiamo cenare lì, sperando che il frigo non sia vuoto, e se dopo smette di piovere usciamo. Oppure, cosa più sensata, prendiamo un ombrello e usciamo lo stesso- finì sorridendo.
Il volto di Brian parve illuminarsi -sei un genio- disse tirandogli giù il cappuccio e scompigliandogli i capelli.
-Cazzo, Brian, stai fermo!- disse Zack allontanandolo,
ma comunque contento di aver trovato una soluzione, mentre Brian scoppiava a ridere.

Per arrivare fino a casa di Zack ci misero solo cinque minuti, che però bastarono per far sì che i due ragazzi avessero capelli e vestiti completamente zuppi.
Entrati, entrambi tirarono un sospiro di sollievo essendosi lasciati alle spalle la pioggia e il freddo.
Zack si avviò subito verso le scale, con una certa urgenza a volersi mettere qualcosa di asciutto, mentre Brian rimaneva impalato sulla porta.
-Hai bisogno di un invito scritto ad entrare o vieni su?- domandò Zack voltandosi.
-Sono bagnato dalla testa ai piedi- si difese Brian -non voglio incasinarti casa.
Zack scosse la testa e sorrise.
-Brian, guardati intorno- lo invitò -mi pare che questa casa sia già un bel casino di suo, quindi non preoccuparti- disse e riprese a salire le scale.
Prima di seguirlo Brian si guardò intorno. Ora che Zack glielo faceva notare la casa, o quel poco che riusciva a vederne, era tutta sotto-sopra. Tutto era cosparso di scatoloni, alcuni ancora imballati e con il simbolo della ditta di trasloco. In cucina c'era solo un tavolo con un paio di sedie molto alla mano, i ripiani erano semi vuoti e per il resto non vi erano mobili, foto o nessun genere di oggetto personale. Brian pensò che doveva essere piuttosto triste vivere così. Rimase anche un po' confuso: Zack era a Huntington ormai da almeno tre settimane e gli sembrava strano che ancora non avesse tirato fuori tutta quella  roba.
Forse non ha avuto tempo, pensò e con un alzata di spalle si affrettò a raggiungere l'altro al piano superiore.
-Di qua a sinistra- sentì Zack avvertirlo, una volta arrivato in cima alle scale.
Brian seguì la voce e si avviò verso il corridoio.
Di sopra la situazione non era molto diversa. Mentre attraversava il cooridoio buttò un occhio dentro le stanze a cui passava davanti e tutte erano semplicemtente piene di scatoloni, solo una sembrava arredata. Era dal lato opposto a dove si trovava la camera di Zack, però appena di fianco alle scale, e dentro c'erano un letto, una scrivania e diversi mobili. Anche questa dava la sensazione di vuoto, ma l'effetto generale era che avrebbe potuto diventare piuttosto accogliente se personalizzata un po'.
Brian si domandò se per caso Zack avesse qualche fratello o sorella che viveva con lui, ma non si ricordava che glie ne avesse mai parlato. Il respirò gli si fermò in gola quando gli venne in mente che forse poteva avere una ragazza, o un ragazzo, ma poi si convinse a ricredersi, pensando che normalmente le persone che stanno insieme condividono la stessa camera e non stanno in stanze separate. Si diede mentalmente dell'idiota per aver dato tanta importanza a quella che con molta probabilità era semplicemente una stanza per gli ospiti, come avevano tutte le case di quella zona. Perfino lui che aveva una casa tre volte più piccola di quella ne aveva una. Decise di non pensarci più e corse a raggiungere Zack, anche perché ci stava mettendo un po' troppo tempo e non voleva farsi sorprendere a curiosare.
-Brian, ti sei perso?- gli domandò, infatti, Zack dall'altra stanza.
-No, arrivo- rispose, facendo finta di niente.
Giunto alla soglia della camerà, trovò Zack  già senza maglia, con le mani infilate nell'armadio, e si bloccò lì, come se improvvisamente si fosse dimenticato come si faceva a camminare.
Rimase lì fermo, a fissare la schiena bianca di Zack, respirando a malapena. Le spalle erano più larghe di come sembravano quando indossava la maglietta e s'intravedeva una pancetta appena accennata che Brian non aveva mai notato, ma non gli dispiaque affatto. Improvvisamente desiderò che le sue mani avessero un contatto con quel corpo, per sentire se la sua pelle era veramente delicata e morbida come gli suggerivano i suoi occhi.
-Tieni, puoi prendere queste-  disse Zack, risvegliandolo da quel momento di assenza, lanciandogli una maglietta e una felpa -ora vedo di cercarti anche dei pantaloni.
Tanto per distrarsi a fare qualcosa e scacciare dalla mente gli ultimi pensieri che aveva avuto prima di cadere in stato vegetale, Brian iniziò a spogliarsi per mettere i vestiti asciutti.
Quando ebbe finito Zack era già completamente rivestito e gli stava porgendo un paio di jeans neri -questi dovrebbero starti bene, li mettevo io due taglie fa- disse, chiaramente ironico.
-Già, credo proprio che dovresti prendere in considerazione l'idea di andare da un dietologo- lo stuzzicò Brian puntando per un attimo gli occhi sulla  pancia di Zack e facendolo ridere.
Sentire la sua risata lo fece sorridere a sua volta e pensò a quanto fosse strano che Zack incassasse ogni sua battuta e offesa, detta ovviamente solo per scherzare, e reagisse sempre con un sorriso o una risata. La cosa gli faceva piacere perché quello era sempre stato il suo intento fin dall'inizio. Vederlo sorridere e magari aprirsi un po'.
Infatti Zack continuava ogni tanto a chiudersi momentaneamente in se stesso  e a isolarsi in qualche pensiero. Nonostante ora lo facesse più di rado, Brian in quei momenti desiderava entrare nella testa dell'altro per capire e per far in modo che tornasse a sorridere di nuovo e vedere i suoi occhi illuminarsi ancora, proprio come facevano in quel preciso istante.
-Io vado si sotto a vedere cosa c' in frigo e inizio a preparare qualcosa, tu fai con calma, poi raggiungimi- disse Zack, dopo un po'.
Brian annuì e Zack sparì oltre la porta della camera.
Si vestì prendendosi tutto il tempo necessario, perso com'era nei suoi pensieri, e raggiunse Zack  solo una ventina di minuti dopo.
-Sei in assoluto una delle persone più lente che abbia mai conosciuto- lo accolse il più piccolo, non appena mise piede in cucina -prima per le scale, poi adesso, ti perdi in qualche tunnel spazio-temporale quando cammini solitamente?
-Vaffanculo Zack- disse semplicemente Brian, cercando di ignorare il commento.
-Vaffanculo a me? Non te l'hanno mai detto, Haner, che non si morde la mano che ti nutre? chiese Zack, mentre portava i piatti con due pizze sopra e le appoggiava sul tavolo.
-Se mi nutre con una pizza surgelata posso mordergli anche l'intero braccio!- disse Brian, non resistendo a prenderlo in giro.
-Ah, perfetto. Se è così allora la tua pizza la prendo io, tu mangiati il piatto- fece Zacky fingendosi offeso, prendendo la pizza dal piatto di Brian e facendo per addentarla, ma Brian gli afferrò veloce il braccio e con l'altra mano gli tappò la bocca per impedirgli di mangiare
-Non ti azzardare, ho lavorato tutto il giorno, ho fame!
Zack cercò di ribattere ma Brian gli teneva la bocca saldamente chiusa, così gli diede un morso alla mano, attento a non fargli male, e quello lo lasciò, così poté parlare di nuovo.
-Perché secondo te io cos' ho fatto tutto il giorno?
-Mi hai morso!- esclamò Brian ignorando l'ultima domanda -neanche mezz'ora fa ti ho suggerito di metterti a dieta e tu ti vuoi mangiare due pizze e tenti anche di addentarmi la mano? Lo faccio per il tuo bene o diventerai obeso, dammi la pizza- lo minacciò, anche se si stava divertendo un mondo, perciò il suo tono sembrava tutto tranne che credibile.
Continuarono così per almeno altri venti minuti, prima di sedersi e potersi finalmente mettere a mangiare.
-La mia pizza è gelata- si lagnò Brian.
-Potevi non fare l'idiota e magari te la mangiavi calda- rispose tranquillamente Zack che si gustava la sua.
-Ma se hai cominciato tu!
-Ah sì? Chi è che mi ha detto di mettermi a dieta prima?
-Ah, ho capito, quindi tu faci così. Fingi di aver incassato l'offesa e poi ti vendichi, non l'avrei mai detto Baker.
Zack si mise a ridere alle parole di Brian. Gli sembrava di non stare così bene da una vita, neanche se la ricordava l'ultima volta. Sì, quel ragazzo gli faceva davvero bene. Finche era con lui si dimenticava di tutto il resto del mondo.
-Dai, andiamo a mangiare davanti alla TV. Se siamo fortunati becchiamo un film decente.
-Se è un patetico tentativo di distrarmi da questa pizza fredda sappi che non funziona.
Zack si ritrovò a ridere di nuovo e si alzò.
-Dai, smettila di fare l'idiota e muoviti.

Alla fine, dopo essere passati per canali che sembravano dare solo pubblicità, canali di cucina, di sport e uno che trasmetteva in russo, ne trovarono uno sperduto fra i mille mila canali sconosciuti che dava una maratona di film Horror e rinunciarono all'idea di uscire quasi senza rendersene conto, sdraiati sul divano a fingere di non saltare per i colpi che gli facevano prendere alcune scene. In più il tempo fuori aiutava a ricreare l'atmosfera giusta per quel genere di film.
Zack era davvero appasionato e teneva gli occhi incollati allo schermo, mentre aveva combattutto tutta la sera per cercare di far tacere Brian che si metteva sempre a parlare durante le scene più importanti.
-Wow, che film- commentò Zack, completamente in estasi, mentre i titoli di coda del quarto film scorrevano nello schermo.
Il display della TV dava le due e mezza di notte e infatti Zack si ritrovò a strofinarsi gli occhi, cominciando a sentire il peso della stanchezza.
-Brian, forse è ora che tu vada.
Non voleva cacciarlo via, anzi era solo preoccupato che il giorno dopo non sarebbe riuscito a svegliarsi per andare a lavoro, ma dall'altro ottené come risposta solo una serie di mormorii confusi.
Brian infatti, se ne stava abbracciato al cuscino apparentemente addormentato e con la testa sulla spalla di Zack, il quale, probabilmente troppo impegnato nel film, non se ne era neanche accorto.
Si mosse piano piano e cercò di scuotere Brian che si raddrizzò di scatto nel vano tentativo di nascondere il fatto che si era addormentato.
-Sì Zacky, che c'è?- disse svelto, ma con voce impastata.
Zack sorrise -sono le due, è un po' tardi. Credo che ti sei addormentato.
-Addormentato io? Assolutamente no- fece Brian stiracchiandosi -alla fine gli zombie l'hanno mangiato il cervello della protagonista?
-Gli zombie?- chiese Zack confuso, per poi mettersi a ridere dopo aver compreso -quello era un film fa, questo parlava di vampiri. Da quant'è che dormi?
-Non stavo dormendo!
-Riposavi gli occhi?
-Esattamente.
Zack ridacchiò.
Stettero qualche istante in silenzio fino a che un tuono non scosse la casa, facendo quasi saltare entrambi.
-Forse è meglio che vada- fece Brian, non tanto convinto delle proprie parole. Infondo erano le due di notte e lui doveva tonrarsene a casa a piedi, per di più sotto il temporale.
-Non mi pare tanto il caso... potresti rimanere a dormire qui, se vuoi.
Brian rimase a studiare il suo sguardo per un po' prima di rispondere. Infatti Zack non era tanto sicuro della sua stessa proposta. Lui la notte aveva continui incubi, a volte si svegliava persino urlando e non gli andava granché che Brian assistesse. Però era a piedi e non poteva farlo uscire di casa a quell'ora e sotto la pioggia.
-Per me non è un problema- aggiunse nel tentativo di fargli capire che ne era convinto -tanto vivo da solo e il mio letto è grande, se ci facciamo un po' di spazio ci stiamo.
A Brian lo lasciò un po' interdetto il fatto che gli aveva detto che avrebbe dormito con lui. Non che volesse dormire nel divano, ma la camera degli ospiti ce l'aveva, no?
Comunque non si sarebbe di certo opposto, anche perché l'idea di mettere un piede fuori di casa quasi lo angosciava. Soprattutto dopo una serata del genere si sarebbe aspettato di veder sbucare fuori da un cespuglio zombie, serial killler armati di motosega,  vampiri o qualche creatura della notte...
-Se non do fastidio, per me va bene.
-Te l'ho detto, non c'è problema- fece Zack con un gran sorriso -andiamo su.
Si fece prestare da Zack una semplice maglietta bianca e dei pantaloncini, intenzionato a disturbarlo il meno possibile, e Zack si mise praticamente la stessa roba, però indossava una canottiera al posto della maglia.
Il doversi mettere a letto con lui era stato sull'inizio un po' imbarazzante e Brian se ne stava da un lato attento a non muoversi troppo. Ma quella sensazione era durata poco, Zack si era addormentato quasi subito stanco morto e lui era rimasto a sentire il suo respiro leggero riempire la stanza. Dormiva a pancia in su con la testa che durante il sonno si era leggermente inclinata verso  di lui. Mentre lo guardava, Brian pensò che era davvero un bel po' di tempo che non condivideva il letto con qualcuno, anche un semplice amico, e si era scordato di quanto potesse essere piacevole. Era una sensazione che lo faceva sentire appagato e al sicuro.  Anche lui si sentiva stanco e le osse gli sembravano incredibilmente pesanti eppure non voleva dormire. Rimase per più di un'ora a pensare e a guardare Zack che dormiva beato di fianco a lui, finche quest'ultimo non aveva cominciato ad agitarsi.
Sulle prime Brian si era quasi preso paura, perché sembrava che l'altro avesse un qualche attacco o si sentisse male, invece poi capì che stava avendo un incubo.
Respirava a fatica e, nonostante gli occhi chiusi, aveva il viso di uno che aveva paura o che stava per mettersi a piangere.
Brian si domandò se era il caso di svegliarlo, ma poi si avvicinò a lui e gli cinse il corpo con un braccio, mentre con l'altra mano gli accarezzava i capelli nel tentativo di calmarlo.
Zack continuò ad agitarsi per qualche istante, poi nel giro di un paio di minuti il respirò gli tornò regolare e l'espressione del viso si fece un po' più serena.
Brian aspettò qualche altro minuto nei quali l'altro gli era rimasto avvinghiato addosso, ma sembrava calmo. Decise di allontanarsi un po', in modo che l'altro potesse dormire più tranquillo e comodo, ma non appena lo fece sembrò che Zack cominciò ad agitarsi di nuovo, emettendo un basso mormorio che sfociò in un singhiozzo.
-Tranquillo piccolo, sono qui, non mi muovo- sussurrò piano Brian a un Zack addormentato, riprendendo ad accarezzargli i capelli, per fargli sentire la sua presenza.
Zack appoggiò istintivamente la testa nel petto dell'altro e si calmò un po', nonstante il respiro fosse ancora accellerato.
Brian aveva intuito che l'incubo che aveva avuto Zack doveva avere qualcosa a che fare con ciò che lo tormentava anche da sveglio, perché non aveva mai visto nessuno essere così sofferente per un sogno.
Gli portò una mano nella schiena e lo strinse più a sè, giurando che non si sarebbe mai allontanato da lui finche tutto quello non avesse avuto fine.












Ammazza che papiro, mi complimento con chiunque è arrivato fin qui! XD
Come vedete finalmente Zacky e Bri hanno cominciato proprio ad essere amici e non è una cosa fantastica? :3 Non riferito alla mia ff ovviamente, ma loro due insieme sono qualcosa di spettacolare ç____ç e mi scuso per il ritardo, ma oggi ho avuto un po' di ispirazione dovuta anche a un bellissimo sogno (durato due minuti) che vedeva protagonisti questi due esserini *w*  In realtà non avevo neanche il tempo, ma oggi ho saltato due lezioni, mi sono chiusa in biblioteca e ho scritto, scritto, scritto! ù.ù
Quindi niente, spero che il capitolo sia stato di vostro gradimento, io ho fatto del mio meglio :3

Ovviamente ringrazio Victorias Nightmare, _Mpenziwe, Vengeance_AS, LoveLeonScottKennedy__ e Amelie__ che hanno recensito lo scorso capitolo! Sappiate che mi rendete molto felice, davvero davvero tanto :3
Grazie anche a chi ha solo letto :)

Al prossimo capitolo, un bacione <3


Josie

   
 
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