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Autore: Aphasia_    03/04/2012    0 recensioni
Adelaide Cox prende una decisione drastica: Raccontare in diretta televisiva la sua terribile esperienza. Ma è l'unico modo per archiviarla, dimenticarla. Il contatto con un essere non vivo non è sempre qualcosa di facile da raccontare..
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Da quando le luci si erano spente, si erano spente per sempre. Era decisamente il modo migliore di concludere tutto, di porre fine a quell'incredibile capitolo della sua vita, a quell'esperienza che chiunque avrebbe classificato sotto "traumatizzante" o " indelebile", ma Adelaide sentiva che quella prima di tutto non era stata un 'esperienza, perchè un 'esperienza insegna sempre qualcosa, rimedia ad un errore, e lei non aveva imparato proprio niente, visto che dei morti sapeva ancora meno di prima e probabilmente non voleva saperne niente almeno finchè lei stessa non fosse morta; secondariamente non era stata affatto traumatizzante (se non per certi tratti), quanto piuttosto paralizzante, estenuante, incredibile. Perciò come definire qualcosa che non è nè un' esperienza nè un trauma? Un pezzo di vita completamente fuori dal normale, un'occasione nella quale il corpo umano può sperimentare chimicamente qualunque tipo di terrore a livello molecolare, in cui l'adrenalina non è nulla a confronto della fredda zaffata di terrore che invade il corpo nel momento stesso in cui quell'ondata di muffa ti arriva diretta al naso, in cui percepisci quell'alone, quella presenza che anche se non c'è ti osserva, quel senso di impotenza, il corpo che si pietrifica, la voglia di urlare con la voce bloccata in gola come se fossi nelle montagne russe, pronta ad esplodere, e se esplodi..è la fine. Se esplodi allora la paura finirà di impossessarsi di te, del tuo corpo, della tua mente e tu non sarai più Adelaide, ma sarai solo un fantaccio, il fantoccio di chiunque ti abbia fatto così tanta paura. Certe volte ci chiediamo "Come posso avere paura di qualcosa che non esiste più?" Ma è proprio perchè non esiste più che ne abbiamo paura, perchè ciò che esiste, ciò che è tangibile, lo conosciamo bene, i nostri sensigli obbediscono. Ciò che invece non esiste sfugge completamente al nostro controllo, come non potrebbe?
Era questo che pensava Adelaide dopo che le telecamere si erano spente, portandosi dietro mille domande e interviste. Non aveva risposto a nessuna. Aveva finito. Aveva detto tutto e non c'era altro da dire, e il resto, il tempo che le restava da vivere, chissà quanto...doveva restare in una luce meno intensa dei riflettori, la luce della normalità.



Adelaide fissava il cielo senza nessun pensiero. C'era solo il cielo e l'analisi personale cromatica di quel colore bellissimo. Spesso non riusciva nemmeno a fissarlo, le veniva da chiudere gli occhi, come accecati da una luce intensissima, e il che era piacevole.. era luce, era vita, dopotutto. Si stava in qualche modo reidratando attraverso la luce dopo quel periodo di oscurità che l'aveva disidratata, quel periodo che per fortuna, dopo la confessione (o espiazione) non avrebbe piùricordato. Non le mancava nulla, aveva tutto, luce, vita, serenità, pace, pace personale, pace di Caterina che trasudava da chissà quale mondo parallelo. Che poteva chiedere di più? Cosa può volere di più un traumatizzato? Solo la pace.
"Avevi ragione" disse il ragazzo.
Adelaide si girò e pensò che aveva fissato troppo la luce del sole, visto che la voce maschile era abbinata ad una sola ombra indistinguibile. Si spaventò, ma non c'era niente che le aveva fatto presagire la presenza di un ' altra entità. L'ombra si avvicinò piano...capelli, occhi, e una cicatrice. Lucas.
"Io credo.." sussurrò, e stavolta nell'ombra comparve anche un sorriso.
"Dove sei..stato?" chiese Adelaide sconvolta.
"A verificare" rispose lui.
"Verificare cosa?" Adelaide restò col fiato in sospeso.
"Ciò che abbiamo visto" rispose ancora lui.
Adelaide urlò, e se si dovessero classificare le urla in base ad una scala di urla.....ci vorrebbero mesi di lavoro.
C'era un motivo ben preciso se Adelaide aveva urlato. La sua luce, la tanto conquistata luce e pace si erano spente di nuovo, così come di nuovo sentì quell'odore, quella reazione chimica che la disgustava, quella sensazione di impotenza, la pietrificazione, il pensiero che se urli la paura si impadronisce di te.... ed era troppo tardi.
Lucas si era impadronito di lei, ma non nel modo che ogni ragazza spererebbe. Non si trattava di amore, ma di una scioccante, indelebile, traumatizzante rivelazione.
"Sono morto"
Che sia accesa o no..la luce ci sarà sempre, che si nasconda nell'odore di muffa di chi non c'è più e vuole tornare, che si nasconda dietro la disperazione di un urlo, lei ci sarà.
"Sono morto"
hai ancora voglia di cercarla?
  
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