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Autore: bebamiss_97    05/04/2012    0 recensioni
i mostri sono quelli delle stoie per bambini? no, i mostri siamo noi stessi. siamo mostri intrappolati dentro corpi. mi hanno portato via tutto, mi hanno lacerato ogni parte del corpo. non pensavo che si potesse amare a tal punto da uccidere eppure è così. quella sera mi hai cambiata, mi hai levato la persona alla quale tenevo di più, ora sto vagando per i corridoi bui di una stazione dei tram. lacerata in corpo, violata , malata. eppure sono più, ma non ho nulla da perdere. portami via perchè non posso lottare, non più almeno. non tornerò in quel letto con le flebo, ma non starò neanche qui a consumarmi lentamente...sto arrivando
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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Guardo dalla finestra di quella che è stata la mia stanza per troppo tempo. Il cielo è limpido, fa caldo fuori. E’ un addio, addio. Addio a quel luogo che è stato la mia prigione e il mio paradiso. La mia prigione perché sono stata chiusa qui, per mesi e mesi come intrappolata. Ma anche un paradiso perché sono stata lontano da tutto, dai problemi, dalla disperazione, dal dolore. Questo luogo è il mio incubo e il mio sogno, la mia morte e la mia salvezza. Riguardo per l’ ultima volta quelle vetrate trasparenti, quelle pareti luminose, quelle tende bianche, quel giardino. Sento il rumore della porta aprirsi e vedo le sagome di tre persone . distinguo quella di Robert dai capelli spettinati e quella di Natalie, sento le sue risate. Ma non distinguo la figura a destra. E’ alta, quasi quanto Natalie, vedo la borsa e delle scarpe alte. Man mano che si avvicinano la sagoma è sempre più nitida. Le gambe lunghe e magre, l’ abito chiaro, la figura composta, e piano piano il viso abbronzato per poi arrivare ai capelli biondi raccolti in uno chignon laterale. Mamma. Perché è qui? Non la volevo. Da quando sono qui non è mai venuta, mai. Appena entrano nella stanza Robert e Natalie si avvinghiano al mio collo per abbracciarmi. Mia madre è sulla porta, vedo la sua espressione tesa, si guarda intorno e poi incrocia il mio sguardo duro e severo. “Tesoro come stai?” la voce di Natalie mi distrae. “ Bene, meglio sapendo che me ne vado” “ hai preso tutto?” giro lo sguardo verso Robert che mi tiene un fianco con la mano mentre appoggio la testa sulla sua spalla. “ si, ho preso tutto”. E’ in imbarazzo per la presenza di mia madre dopo tutto quello che è successo. “ Andiamo allora!” urla Natalie. Mia madre è ancora sulla porta, sento il suo sguardo addosso. “ si direi di si”. Robert prende la mia valigia e Natalie prende la mia borsa. Quando mi avvicino alla porta dietro Robert che intanto porta fuori la valigia e la porta fuori insieme a Natalie. mi fermo sulla porta vicino a mia madre. “ ciao” mi sussurra piano sorridendomi. Ha gli occhi lucidi. “ ciao” sussurro. Non so come comportarmi. Non so se devo punirla o abbracciarla, sorriderle o urlarle contro. Non posso fargliene una colpa se mi ha chiuso qui. Era spaventata. Dopo la morte di mia sorella niente è stato come prima. E’ una colpa per lei, si sente colpevole. Capisco non voglia rischiare più. “ tutto bene ?” “ si tutto ok”. Sento la sua mano appoggiarsi al mio braccio. E’ insicura, le si legge nel volto. Non sa cosa fare, e neanche io lo so. Per fortuna compare Sasha nel corridoio. “ mi hanno detto che esci oggi!” “ si me ne vado ora, te l’ avrei detto se ti avessi vista. Abbassa gli occhi “ si le cose non sono andate molte bene ultimamente” “ che è successo?” mi dimentico della presenza di mia madre accanto a me. “ la scorsa settimana ho avuto una crisi e durante la crisi ho rotto la finestra della stanza e mi sono tagliata in tutto il corpo”. Non avevo notato il taglio sotto l’ occhio e le braccia bendate. Mi dispiace, lei è sempre stata gentile con me e ha dei problemi molto grossi con la droga. So che una volta si era anche buttata giù dalla sua stanza durante una crisi. Non so se li risolverà mai. E’ un anno più piccola di me, è di Boston e i suoi genitori l’ hanno cacciata di casa dopo che hanno saputo della droga , questo è quello che so di lei. Mia madre tossisce per attirare la mia attenzione. “ ah, scusa. Sasha lei è mia madre.” “ piacere Sasha”. La vedo in imbarazzo. Dopo averla abbracciata e averle augurato il meglio vado a firmare con mia madre gli ultimi documenti per poi salutare tutti. E’ un addio. Mi guardo indietro in cerca della stanza in fondo al corridoi. La porta è chiusa, tutto è finito. Sento le dite di Robert intrecciarsi alle mie. “ sei pronta?” faccio un grande respiro e sussurro piano “ si” . torno a guardarmi avanti e dopo essere salita nell’ auto partiamo. Dietro alla nostra auto c’è l’ auto di mia madre e con lei c’è Natalie. Il vento mi scioglie i capelli e li fa volare indietro. Si muovono leggeri e liberi. Le mia mano è ancora intrecciata alla sua mano libera. “ che cosa avete inventato a scuola?”. Si gira a guardarmi. I suoi occhi sono coperti dagli occhiali da sole, il secondo bottone della camicia è aperto, i suoi capelli sono all’ aria come i miei. Torna a guardare la strada. “ che eri stata a Parigi da Natalie e che ti sei fermata un po’ li per vederla.” Non so come sarà tornare, non so se sarà un bene o no, non so se ce la farò a mentire, e non so se riuscirò a vederla. “ tutto bene?” la voce di Robert richiama la mia attenzione “ si pensavo solo a Naomi…” “ ah, mi sono dimenticato di dirti che non viene da un po’ e nessuno l’ ha più vista da…” “ da?” chiedo. Non capisco. “ da quando sei stata dimessa”. Da quando sono stata dimessa? È scappata, tutto pur di non vedermi. Era la mia migliore amica e mi ha quasi ucciso e non mi ha detto nulla. Perché? mi vesto. Prendo un vestitino corallo e delle scarpe color carne di prada. Prendo la borsa e scendo le scale dopo essermi truccata e pettinata. Fuori in giardino la tavola è preparata per la mia colazione. Bevo solo del caffè mentre mi guardo intorno. Non vedo mia madre. Quando ho finito il caffè risalgo le scale ed entro nella stanza di mia madre. La porta è chiusa. La apro. Le tende fluttuano mosse dal vento. Tutto è in ordine. Mi avvicino al bagno. Sento dei singhiozzo. Busso. “ si?” “ tutto bene mamma?” i singhiozzi sono più bassi. Apro la porta. Mia madre è appoggiata al lavandino. Sta piangendo. Qualche lacrima scende ancora dagli occhi gonfi contornati da del trucco sbavato. Asciuga le lacrime con un fazzoletto . “ tutto ok?” la sento prendere fiato e trattenere le lacrime. “ si tutto bene” non so come comportarmi. “ scusami” si fa spazio e esce dalla stanza. Sopra al lavandino c’è il suo telefono. Lo afferro e guardo lo schermo. Ha terminato una chiamata da poco. sullo schermo compare la scritta AVV. COLLINS. Guardo la cronologia delle chiamate…27 chiamate in due settimane. Sento il rumore di un’ auto accendersi nel vialetto. Mi affaccio dalla terrazza e vedo mia madre uscire. Che succede? Perché deve chiamare l’ avvocato di famiglia.?
  
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